Cronache del 30 ottobre 2025

OGGI IN OMAGGIO IL MENSILE “ORIZZONTI - IDEE DALLA BASILICATA”

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TRA SOCIAL CHE VOGLIONO VEDERE IL VIDEO INTEGRALE E IL SILENZIO DELL’AMICHETTISMO SUI BIMBI PICCHIATI .

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Dai falsi attentati a se stesso e la compagna, fino al processo

Tra cacciaviti, finte minacce e vere botte

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per stalking, calunnia e danneggiamento passando per

le maestre violente

male alla Basilicata Le bugie che fanno tossica del mitomane che riga l’auto della sua direttrice Finizio, Basilicata24 e la narrazione

Clamore in rete dopo la pubblicazione delle foto di Finizio che riga l’auto della compagna

IL CUPPARO FURIOSO differenza d’altri che hanno in testa il pregiudizio nella forma più brutta che è quella del sospetto inquisitorio, non abbiamo bersagli scelti nella politica se non per le cose che dice di fare e che invece più semplicemente non fa. Ora bisogna considerare che sull’assessore allo sviluppo economico Francesco Cupparo non abbiamo certo risparmiato ironie, dedicandogli tacchi con migliaia e migliaia di views, ma vivaddio a guardare la furia che sul caso Smart paper gli è arrivata contro l’Ati di Accenture e Data Contact, manco fosse l’edizione aggiornata e forzista dell’Orlando furioso, viene davvero voglia di dirgli bravo perché quando la Regione fa capire che la garanzia dei posti di lavoro, la tenuta salariale e la localizzazione della sede non sono questioni interpretabili al ribasso e né tantomeno negoziabili nel tira e molla allora restituisce alla comunità il senso più bello ed autentico della missione della po-

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Dellapenna a pag 6

lAGoNeGRo Il caso Falabella interessa i Ministri a poche ore dal termine ultimo per la demolizione della casa del sindaco

Arriva l’interrogazione di Gasparri Nel documento il senatore forzista cita l’inchiesta di Cronache. A portare il caso a Roma, Piro _

SCOPRIRE HALLOWEEN

Un viaggio tra storia e cultura al Centro Danzi

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ggi, alle ore 9.30, presso la nuova sede del Centro Studi Didattico “Raffaele Danzi” in Via Ciccotti a Potenza, si terrà un interessante incontro dedicato agli allievi della scuola con la professoressa Giovanna Valente, docente di lingua straniera presso l’Istituto Canossiano di Potenza.L’evento sarà introdotto dal direttore del Centro Studi, professor Rocco Galasso, che (...)

■ continua a pag 16

IL DESTINO DELLA CICALA i sa che la politica ha una sua particolare vocazione al destino, nel senso che le sue parole e le sue azioni hanno una condizione per così dire necessitata, magari anche nella forma del contrappasso dantesco. Così se c’è un mistero che attraversa insondabile il fronte di questi patrioti lucani è quello di Carmine Cicala passato col fratello Amedeo, in uno schiocco di dita fumanti, dal “Salvini forever” alla più conveniente “Meloni forever”. Ora però Cicala davanti alla disperazione degli agricoltori sui loro campi asProvincia settati e chiamato a fare concretamente la sua parte d’assessore per una crisi idrica drammatica e senza precedenti ha ato, Sen in dito Caso Falabella, Piro: «Au pensato bene di buttarla nel cazzeggio dialettico del “labopronta un’interrogazione parlamentare» ratorio di resilienza climatica” con cui scongiurare addiritC tura la catastrofe che incombe sulla povera Basilicata e manco avesse ricevuto per la genialata il premio Nobel sulla sostenibilità ambientale. Eppure dopo la sua infelice uscita e quella più felice dall’aula dei consiglieri di FdI in aperto dissenso, nessuno di buon cuore e fratellanza gli ha consigliato d’intraprendere la strada, ormai destinata, delle dimissioni, peraltro già invocate da Confagricoltura. Canta Blastema: “Il Gasparri e l’edizione di Cronache del 25 ottobre Servizio a pag 17 destino d’un inverno a tradimento…” sabato 25 ottobre 2025 www.lecronache.info

raccontato l’assurda vicenda LAGONEGRO L’esponente di Forza Italia: «Ho

in cui è coinvolto il sindaco. I senatori sono rimasti

basiti»

re- legge, e all’ordinanza di ontinua a tenere pere il già consigliere Italia ed demolizione mai eseguibanco il “caso Fa- gionale di Forza partito, ta, i cui termini scadono labella” dentro e esponente del giovedì è tra pochi giorni».

Piro, fuori Lagonegro. Gli abu- Francesco in Senato: «A «E questo senza contare di si edilizi in contrada Zan- stato audito Madama, ho rac- le altre nove ordinanze co, l’ordinanza di demo- Palazzo carte alla mano, demolizione, tutte ricone lizione ancora non ese- contato, l’assurda ducibili alla sua famiglia area vinguita e non solo, del sin- tutte pubbliche, che riguarda il tutte nella stessa daco della città dell’Area vicenda Salvatore Fala- colata.Alcuni di loro, insindaco indignaad sud continua te, si ergono bella, dai gravissimi abu- credibilmen della re. paladini a persino in un’area sottoNei giorni scorsi, abbia- si edilizivincoli idrogeolo- giustizia» prosegue il formo dato spazio agli espo- posta a paesaggi- zista. nenti locali dei partiti di gici, forestali, ai mancati «I senatori sono rimasti di centrodestra che hanno stici e sismici, degli oneri basiti e hanno proposto chiesto, ancora una volta, pagamenti dovuti al Co- presentare un’interrog aconcessori dimissioni le e.Pora gran voce lui stesso ammi- zione parlamentar di Salvatore Falabella dal- mune da fino al diniego tiamo così questo caso la carica di primo cittadi- nistrato, Italia all’attenin unico proceun sanatoria, concluno. La questione ora è della durato otto mesi zione nazionale» Piro. uscita anche fuori i confi- dimento dei due previsti per de Francesco ni regionali. Come fa sa- invece

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CRoNA-CHI? Ad analizzare il caso, l’avvocata della famiglia Lagreca Coviello e il giornalista Sorrentino

Il mistero della morte di Dora Lagreca AD ANNUNCIARLO TELESCA ALLA PRESENTAZIONE DELL’HALLOSWIMEETING

«La piscina olimpionica si farà a Macchia Giocoli»

Coviello e Sorrentino

Allo stabilimento di Melfi avviata la produzione della nuova Jeep Compass, Bardi e Somma: «Segnale di fiducia e ripresa»

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Servizio a pag 11

STELLANTIS

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■ Servizi

alle pag 2 e 3

CAPOLUOGO

Sventarono la rapina alle Poste, encomi del Comune a 14 poliziotti, Telesca: «Riconoscenti verso chi ogni giorno garantisce la sicurezza di tutti» ■ Menonna

a pag 15

_ DIRITTO ALLO STUDIO

Pronte le graduatorie definitive delle borse di studio Ardsu: pagamenti entro novembre a 1350 studenti beneficiari

■ Servizio

a pag 7

_ TRASPORTI

Genzano-San Nicola, la linea ferroviaria riapre entro novembre, Pepe: «Intervento indispensabile per sicurezza e mobilità» foto Mattiacci

Menonna a pag 14

■ Servizio

a pag 8

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Primo piano

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Il presidente della Regione alla cerimonia di avvio della produzione a Melfi: «Stellantis resta un pilastro dell’automotive italiano»

Bardi: «La nuova Jeep Compass un segnale di fiducia e ripresa» MELFI. «Il lancio della nuova Jeep Compass segna un momento importante, che va oltre il valore industriale di un singolo modello. È un segnale di fiducia, di continuità e di prospettiva per l’intero territorio lucano». Con queste parole il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, è intervenuto nello stabilimento Stellantis di Melfi in occasione dell’avvio della produzione del nuovo modello, alla presenza di autorità, vertici aziendali e rappresentanti sindacali.

«A dieci mesi dalla presentazione del Piano Italia – ha ricordato Bardi – lo stabilimento produce già tre dei sette modelli previsti. È un risultato frutto del lavoro, della professionalità e della tenacia di migliaia di donne e uomini che ogni giorno fanno grande questo sito produttivo».

Il presidente ha sottolineato come la transizione verso la mobilità elettrica stia trasformando il comparto automobilistico, ma anche come la Basilicata possa guardare con rinnovata fiducia al futuro.

«L’avvio della produzione della nuova Compass elettrica e ibrida rappresenta il primo segnale concreto di ripresa dei

L’ASSESSORE: «REGIONE IMPEGNATA SULL’INDOTTO»

Cupparo: «Da Melfi parte rilancio dell’automotive»

volumi produttivi e di maggiore stabilità occupazionale, con benefici per tutto l’indotto lucano».Bardi ha evidenziato il lavoro di squadra tra Regione, Governo, Stellantis e organizzazioni sindacali: «Abbiamo mantenuto un dialogo costante e costruttivo, condividendo la necessità di sostenere un piano industriale di lungo periodo, che valorizzi le potenzialità del sito lucano, dove tradizione e innovazione convivono da oltre trent’anni».Il governatore ha infine richiamato la dimensione europea del rilancio industriale: «La re-

golamentazione comunitaria, troppo rigida, rischia di penalizzare produzione e occupazione. Per questo la Basilicata partecipa ai lavori dell’Automotive Regions Alliance per chiedere una transizione più giusta, che tenga conto delle specificità territoriali e sociali».

«Il percorso è ancora lungo – ha concluso – ma oggi possiamo guardare avanti con fiducia. Melfi non è una periferia produttiva: è un cuore pulsante dell’Italia manifatturiera e continuerà a esserlo grazie all’impegno e alla competenza dei suoi lavoratori».

MELFI. «Oggi è una tappa importante per il rilancio dell’automotive a Melfi». Così l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Francesco Cupparo, ha commentato la presentazione del nuovo modello Jeep Compass di Stellantis.«È un primo risultato – ha spiegato – al quale la Regione ha contribuito con il dialogo costante con il management e con il sostegno ai progetti su biogas e fotovoltaico. Rafforzare la competitività di Melfi significa anche ridurre i costi energetici, che pesano in modo significativo».Cupparo ha poi evidenziato l’impegno della Regione per l’indotto: «Sosteniamo l’accordo di reindustrializzazione di San Nicola e il rilancio di Pmc e Brose.

Salvare i posti di lavoro è la priorità e l’investimento annunciato da Filosa ci aiuterà a raggiungere questo obiettivo».Infine, un richiamo all’Europa: «Il progetto Stellantis non deve incontrare ostacoli. Non basta produrre nuovi modelli, bisogna anche venderli, senza imporre l’elettrico come unica scelta. Confidiamo nel supporto del Governo e nelle azioni messe in campo per garantire un futuro stabile al settore».

Il presidente di Confindustria Basilicata commenta l’avvio della nuova Jeep Compass: «La neutralità tecnologica è la strada giusta»

Somma: «Da Melfi un segnale di fiducia per l’industria» MELFI. Il presidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, e il direttore generale Giuseppe Carriero, insieme alla presidente della sezione Industrie Meccaniche, Stefania D’Adamo, hanno partecipato questa mattina, a Melfi, alla cerimonia di avvio della produzione della nuova Jeep Compass di Stellantis.«Una giornata molto importante e piena di significato – ha commentato il leader degli industriali lucani –.

Questo nuovo modello, nelle varie versioni, così come le altre vetture che verranno prodotte nel 2026 a Melfi, dimostra che il principio di neutralità tecnologica funziona. Non imponendo una sola soluzione, ma lasciando coesistere elettrico, ibrido e termico di nuova generazione, si possono invertire i trend di vendita in Italia e in Europa, senza rinunciare, an-

zi migliorando, gli obiettivi di decarbonizzazione».Somma ha poi aggiunto: «Gli impegni che il Ceo di Stellantis, Antonio Filosa, ha preso con l’Italia e quindi con Melfi sono un’iniezione di fiducia e di concreta speranza. Ora spetta all’Europa fare rapidamente la sua parte, con una revisione del Green Deal che tenga insieme sostenibilità ambientale, economica e sociale, e al Governo italiano intervenire sugli annosi fattori di competitività, in primis il costo dell’energia».

D’Adamo, presidente della sezione che rappresenta le aziende dell’indotto, ha sottolineato: «Nutriamo grandi aspettative per la nuova Jeep Compass, che sarà destinata a oltre sessanta mercati internazionali. La vettura rappresenta un punto di riferimento strategico per il brand grazie al suo

elevato contenuto tecnologico, alla qualità costruttiva e alla flessibilità progettuale che la contraddistinguono. Lo stabilimento di Melfi, tra i più avanzati del gruppo, incarna perfettamente i valori e le caratteristiche di questa nuova generazione di Compass.

Siamo fiduciosi che la risposta del mercato sarà all’altezza delle aspettative, con una gamma di motorizzazioni diversificata, dalla full electric alla plug-in hybrid, in grado di intercettare le esigenze di un pubblico ampio e internazionale».

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

L'impianto di Melfi avvia la produzione, ma le organizzazioni sindacali avvertono: «La crisi occupazionale è ancora una realtà»

Nuova Jeep Compass: simbolo di speranza per l’automotive C

on il lancio della produzione della terza generazione della Jeep Compass, lo stabilimento Stellantis di Melfi, in Basilicata, si conferma come un centro nevralgico per l'innovazione industriale. Questo impianto non solo produce veicoli destinati a essere commercializzati in 60 paesi, ma funge anche da laboratorio per l'implementazione di tecnologie all'avanguardia che saranno adottate in altri stabilimenti del gruppo Stellantis.

Grazie a una linea di assemblaggio ultra-flessibile, i dirigenti di Stellantis e Jeep hanno evidenziato come l'impianto di Melfi sia in grado di adattarsi in tempo reale alla domanda del mercato, modificando il mix di veicoli prodotti, fino a realizzare il 100% di veicoli elettrici, se necessario. Questa capacità di adattamento è fondamentale in un settore automobilistico in rapida evoluzione, dove le esigenze dei consumatori cambiano costantemente.

Occupando una superficie totale di 1,9 milioni di metri quadrati, lo stabilimento impiega circa 4.600 lavoratori, con una media di anzianità che supera i 20 anni, testimoniando la solidità e l'esperienza della forza lavoro locale.

LA VOCE DEI SINDACATI Tuttavia, nonostante l'entusiasmo per il nuovo modello, le organizzazioni

sindacali esprimono preoccupazioni riguardo alla crisi occupazionale che colpisce non solo lo stabilimento di Melfi ma anche l'indotto. Giorgia Calamita, segretaria generale della Fiom CGIL Basilicata, ha dichiarato che, sebbene il lancio della Jeep Compass rappresenti un momento significativo per l'automotive in Basilicata, non può essere considerato una soluzione definitiva alla crisi del settore. Calamita ha sottolineato che la mancanza di garanzie sui livelli occupazionali e l'assenza di una saturazione produttiva adeguata continuano a rappresentare punti dolenti per i lavoratori.

Ferdinando Uliano, segretario generale della FIM-CISL, ha invece evidenziato come il recupero dei volumi produttivi previsto per il 2026, grazie al lancio di nuovi modelli, sia il risultato di un'azione sindacale incisiva. Uliano ha chiesto un intervento del governo e delle istituzioni europee per garantire una transizione giusta e sostenibile, sottolineando la necessità di investimenti adeguati per il futuro dell'industria automobilistica.

Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha commentato il lancio della Jeep Compass come un segnale di speranza per il futuro dello stabilimento di Melfi. Tuttavia, ha avvertito che è fondamentale garantire la sicurezza dell'indotto e chia-

rire le regole europee per favorire una transizione tecnologica che non penalizzi i lavoratori.

Mentre Melfi si prepara a diventare un punto di ri-

ferimento per la produzione di veicoli elettrici e ibridi, le sfide occupazionali e industriali rimangono sul tavolo. La collaborazione tra aziende, sin-

dacati e istituzioni sarà cruciale per garantire un futuro sostenibile e prospero per l'industria automobilistica in Basilicata e in Italia.

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

I dati del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere: traino dai servizi, ma frenata preoccupante per l'Industria. Forte contrasto tra Potenza e Matera

Basilicata, crescita del valore aggiunto a due velocità nel 2024 I

dati relativi al valore aggiunto del 2024, elaborati dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, mostrano una Basilicata che conferma la tendenza del Sud a “ribaltare lo stereotipo di un’area strutturalmente in ritardo”, specialmente grazie al dinamismo del settore terziario.

Tuttavia, la flessione della manifattura e il persistente ritardo della ricchezza pro-capite sottolineano l'urgenza di una vera politica industriale capace di valorizzare le specificità territoriali e di rimuovere gli ostacoli alla competitività, come il costo dell’energia.

Rispetto alla ricchezza pro-capite, il divario con il Nord rimane ampio. La ricchezza pro-capite del Mezzogiorno (22.353 euro) è circa la metà di quella del NordOvest (41.095 euro). La Basilicata si attesta a 25.415,33 euro pro-capite (14° posizione in Italia), con un aumento totale del valore aggiunto pari a +1,30%. Il dettaglio provinciale vede Potenza a 26.758,96 euro (71° posto nazionale) e Matera a 22.990,74

euro (81°).

La crescita regionale (+1,30%), al di sotto sia della media italiana (+2,14%) che di quella del Mezzogiorno (+2,89%), a livello provinciale evidenzia una netta differenza: la provincia di Matera ha mostrato una dinamicità significativa, registrando una variazione percentuale del valore aggiunto totale del +2,47%, posizionandosi al 44° posto nella graduatoria nazionale. Il valore

assoluto prodotto è stato di 4.357,7 milioni di euro. La provincia di Potenza, al contrario, ha rallentato notevolmente, segnando una variazione del +0,76%, che la colloca al 100° posto in Italia per crescita del valore aggiunto totale. Il valore assoluto prodotto è stato di 9.152,2 milioni di euro.

Rispetto ai settori: il comparto del Commercio e dei Servizi (che include commercio all'ingrosso e

al dettaglio, trasporti, alloggio, ristorazione, informazione e comunicazione) ha registrato un’ottima performance regionale con un aumento del +3,96%.

Anche le Attività finanziarie e i servizi di supporto hanno mostrato un buon andamento, con un incremento regionale del +4,28% (12° posto in Italia). Nel settore delle Costruzioni, la Basilicata registra una crescita modesta del +0,97%. L’Agricoltura regionale è in crescita, ma più contenuta rispetto alla media nazionale (+10,25%), con un aumento del +4,03%.

La nota più dolente arriva dalla Manifattura e Industria in senso stretto, che a livello regionale ha subito una flessione significativa del -5,65%, posizionandosi al 16° posto nella classifica per variazione. Questo dato, che riflette una difficoltà già rilevata a livello nazionale nel comparto manifatturiero (-4,10%), è particolarmente sentito sia a Potenza (6,03%, 94° posto provinciale) che a Matera (-4,28%, 47° posto provinciale).

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Con la partecipazione della consigliera di Parità Pipponzi, l'iniziativa della Camera di Commercio mira a promuovere diritti e opportunità per tutti i lavoratori

Giornata di formazione: riconoscere e combattere le molestie sul lavoro

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ome riconoscere gli atteggiamenti che si traducono in molestie e discriminazioni sui luoghi di lavoro e, soprattutto, quali sono gli strumenti per combatterli. Non è sempre facile.

Perciò occorre promuovere una cultura di genere che sensibilizzi i lavoratori e le lavoratrici so-

prattutto nello stigmatizzare quei comportamenti che violano l’integrità e la dignità della persona e creano un profondo malessere. Questi gli obiettivi della prima giornata di formazione, rivolta ai dipendenti e alle dipendenti della Camera di Commercio della Basilicata e avviata ieri dall’Ente ca-

merale con la consigliera di Parità Regionale, Ivana Pipponzi. Un prossimo incontro è già stato fissato per l’11 novembre.

Una giornata intesa, che ha offerto spunti di riflessione concreti e ha rafforzato la consapevolezza che la parità di genere non è solo un principio giuridico, ma un valore organizzativo e culturale, che contribuisce alla qualità del lavoro e al benessere collettivo. Ed è proprio la formazione, come ha sottolineato in apertura dei lavori, il responsabile del Comitato Unico di Garanzia camerale Patrick Suglia, «lo strumento di cambiamento culturale indispensabile per raggiungere un reale equilibrio di genere nelle organizzazioni pubbliche e private».

Ha preso, poi, la parola la consigliera di Pipponzi, che si è soffermata sui di-

Il vicepresidente del Consiglio Chiorazzo all’Osservatorio regionale sulla legalità

ritti delle donne nel contesto lavorativo, in particolare sulla parità retributiva e sulla pari opportunità nella formazione professionale. Nel suo intervento, la Pipponzi ha ricordato che la discriminazione di genere può manifestarsi in molteplici forme, dirette o indirette, ad esempio con il rifiuto di assunzione legato allo stato di gravidanza o con la richiesta di test di gravidanza durante i colloqui di lavoro. «La molestia, infatti, non riguarda soltanto i comportamenti a sfondo sessuale – ha sottolineato - ma comprende anche atteggiamenti offensivi e umilianti. Lo sforzo di tutti deve essere quello di garantire ambienti di lavoro rispettosi e liberi da qualsiasi forma di intimidazione o degradazione».

Ampio spazio è stato dedicato anche al ruolo del-

la Consigliera di Parità, figura che interviene nei casi di presunta discriminazione. Pipponzi ha spiegato come avviene il processo di conciliazione, sottolineando il ruolo dei sindacati e dei dipendenti formati, che, ha detto, «sono spesso i primi a intercettare situazioni critiche ed è questo il motivo per cui la formazione interna assume un ruolo decisivo».

Nel ringraziare la Camera di Commercio lucana per l’iniziativa, Ivana Pipponzi ha ribadito che «il Comitato Unico di Garanzia (Cug) rappresenta uno strumento essenziale per promuovere la parità e contrastare le discriminazioni. Ogni ente deve dotarsi di un piano di azioni positive, non un atto formale ma la condizione stessa per l’assunzione di nuovo personale».

Il presidente del Consiglio: «Necessario avviare un percorso di ascolto»

«Legalità e sicurezza nei luoghi Sicurezza sul lavoro, di lavoro devono camminare insieme» Pittella apre al confronto su proposta Uil «L

egalità e sicurezza sul lavoro sono due dimensioni inseparabili perché dove mancano trasparenza, tutele e rispetto delle regole, crescono lo sfruttamento, il lavoro nero e gli incidenti. È una questione di civiltà, che riguarda la dignità delle persone e la qualità stessa del nostro modello di sviluppo». È quanto ha dichiarato il Vice Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Angelo Chiorazzo nel corso della riunione odierna dell’Osservatorio regionale sulla legalità, alla quale hanno partecipato Fernando Mega e Vincenzo Cavallo, rispettivamente i segretari generali di CGIL e CISL di Basilicata, mentre per la UIL, il componente della segreteria Peppino Pietrantuono.

Chiorazzo ha sottolineato come il contributo unitario del mondo sindacale stia riportando al centro dell’agenda pubblica la necessità di una strategia complessiva sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire da un quadro normativo regionale aggiornato e condiviso. «È necessario - ha aggiunto Chiorazzo - il Consiglio regionale apra un ciclo di audizioni con le organizzazioni sindacali, le associazioni

datoriali e gli ispettorati, per giungere a una legge regionale condivisa e coerente con il nuovo decreto nazionale sulla sicurezza».

Chiorazzo ha inoltre richiamato la necessità che il Governo regionale recuperi un rapporto stabile e operativo con le piattaforme programmatiche dei sindacati, «come annunciato dopo il tavolo su Stellantis, ma mai realmente concretizzato. È da quella collaborazione che può ripartire una capacità di elaborazione e di proposta che la Basilicata oggi non può permettersi di non prendere in considerazione».

Il Vice Presidente Chiorazzo ha ringraziato il Presidente Luigi Gay per il «lavoro che sta conducendo restituendo piena efficacia e credibilità all’Osservatorio, che si conferma luogo di confronto concreto tra istituzioni».

«L

a sicurezza sul lavoro deve tornare al centro dell’agenda regionale, non come tema da affrontare solo nei momenti di emergenza, ma come impegno stabile e continuativo. La proposta avanzata dalla UIL Basilicata per l’istituzione di una legge regionale rappresenta un punto di partenza importante per aprire un confronto serio e costruttivo tra istituzioni, parti sociali e imprese». A dichiararlo è il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, che aggiunge: «Ritengo necessario avviare, nelle Commissioni competenti e in Consiglio, un percorso di ascolto e di approfondimento che consenta di verificare la possibilità di tradurre questa proposta in un’iniziativa legislativa condivisa. La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune e può diventare un terreno di unità e collaborazione, al di là delle appartenenze politiche».

«Lavorare in sicurezza – conclude Pittella - non è solo un diritto, ma una condizione essenziale per la dignità delle persone e per la qualità dello sviluppo della Basilicata».

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Tra social che vogliono vedere il video integrale e il silenzio dell’amichettismo sui bimbi picchiati

Tra cacciaviti, finte minacce e vere botte Clamore in rete dopo la pubblicazione delle foto di Finizio che riga l’auto della compagna passando per le maestre violente

DI MASSIMO DELLAPENNA

Dai falsi attentati a se stesso e la compagna, fino al processo per stalking, calunnia e danneggiamento

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Le bugie che fanno male alla Basilicata

l primo commento che viene scritto su Facebook, dopo la condivisione online delle immagini dell’autoattentato che si è fatto Michele Finizio, è di un normale cittadino, probabilmente un padre di famiglia.

Chiede alla redazione di pubblicare il video integrale del filmato di queste persone che gestiscono anche gli asili nido dove vanno i nostri figli.

UN FIUME IN PIENA È così da questa mattina.

I nostri profili social e la redazione sono stati letteralmente inondati da messaggi, post, mail, telefonate. Tutti chiedono la pubblicazione integrale del video, tutti associano le immagini di quell’azione che è costata a Finizio un’imputazione per stalking, calunnia e danneggiamento alla vicenda delle educatrici sospese dall’insegnamento perché filmate mentre usavano violenza contro i bambini. Le similitudini sono tante e, di fatto, siamo stati proprio noi a riportare che la cooperativa Il Melograno nella quale operavano le educatrici è riconducibile alla rete cooperativa di Michele Finizio, lo stesso uomo che è filmato mentre danneggia l’automobile della propria direttrice e compagna, Giusy Cavallo, per simulare un attentato e ottenere visibilità tramite la solidarietà. Un sistema che non abbiamo paura di definire offensivo per la nostra Regione e per la nostra categoria di giornalisti.

LE PAROLE E IL SILENZIO Ricorderanno i lettori il profluvio di parole che accompagnò quella finta minaccia. Ci furono commenti, dichiarazioni di solidarietà che accompagnarono i lunghi editoriali di Basilicata24 che, come al solito, raccontavano l’esistenza di un sistema paramafioso che, nella fantasia dell’autoattentatore, esiste in Basilicata. Un sistema che si materializzerebbe soltanto negli editoriali di Finizio e nelle riprese a mezzo stampa di qualche giornalista dallo scandalismo facile.

Le stesse parole, gli stes-

Finizio, Basilicata24 e la narrazione tossica del mitomane che riga l’auto stesso Finizio iniziò un la- la nostra Regione, al novoro comunic ativo fina- stro territori o ma anche attentato a Sig- lizzato a descrivere anche alla nostra professione. frido Ranucci la Magistratura e la Poli- Il processo per stalking , ha riaperto in zia come parte del siste- calunnia e dannegg iaFinizio Italia il dibattito sulla li- ma che voleva distrug- mento a carico di quine, corso in ancora è gerlo. sul e one bertà di espressi QUELL’ARTICOLO di, non vogliam o sostilavoro dei giornalisti. tuirci ai magistrati. I fatti DI LEO AMATO I messaggi di solidarietà e le immagini, però, a difsenso, tal in vo, Indicati redi ta verso il giornalis ferenza delle loro fantadal to pubblica o port sono stati giustamen- l’articol anche te tantissimi anche da par- Quotidi ano a firma Leo sie, parlano chiaro vaogni da ere prescind a Luglio 15 del Amato non quali i te di coloro non che penale e lutazion legpoteva si dove 2014 amano il suo modo di fagere “più che un attenta- ci compete. re giornalismo. to alla libertà di stampa IL GIORNALISMO DI differen una però, Resta, INCHIESTA È UNA quella che tratteggia (Giumiza sostanzi ale tra le COSA SERIA nacce vere e quelle false sy Cavallo ) sembra una esista con le seconde che mi- vera e propria ritorsione Noi crediam o cheo tra il profond solco un quata scritto libro un per di naccian o la libertà

della sua direttrice

D I M A S S IM O D E L L A P E N N A

L’

_ Le immagini del finto danneggiamento

_ Le edizioni di Cronache di ieri e del 14 ottobre

Il ruolo della cooperativa il Melograno, del Con

sorzio CS di Finizio e i silenzi di Basilicata 24

Violenze all’asilo: ecco i nomi Squarciamo il velo di omertà sul D I M A S S I M O D E L L A P E N NA

na settimana fa la Città di Potenza fu sconv olta dalla notizia che in un asilo nido del capoluogo alcune educatrici erano state colpite da un provvedimento cautelare. L’accusa loro rivolta è una di quelle notizie che fa accapponare la pelle.

Le educatrici sono accusate di aver fatto maltrattamen ti nei confr onti di bamb ini di meno di tre anni. Si tratte rebbe di schiaffi, spintoni, insulti nei confronti dei bambini

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si lunghi editoriali che, però, non abbiamo letto sulla vicenda delle maestre che picchiavano, di cui si sono dimenticati sia gli scritti di Basilicata24 sia le inchieste dei giornalisti “gemelli”. Ci chiediamo come mai esista questa differenza di trattamento. Forse solo a noi interessa sapere con che criterio vengono gestiti gli asili nido a Potenza e se la cooperativa Melograno, inserita nella rete consortile che fa capo a Michele Finizio, abbia utilizzato le professionalità idonee per assicurare lo svolgimento del servizio.

GLI AMICI DEGLI AMICI Se fossimo come loro, parleremmo di sistema mafioso, di “mafiosità”.

Noi abbiamo il senso del ridicolo. Sappiamo che la mafia è altro. Esiste

l’amichettismo. Esiste quella rete di confidenze che si legano tra di loro e si coprono o si aiutano.

Reti di confidenze che attenzionano i codici Ateco di chi non fa parte della rete ma dimenticano di verificare se le maestre filmate mentre usavano violenza sui bambini avessero davvero le competenze per svolgere il lavoro, se sapessero come farlo.

Noi, che badiamo alla sostanza e non alla forma, possiamo dire che maestre che picchiano i bambini non hanno le competenze per svolgere quel lavoro; non ce l’hanno neanche se hanno il titolo di studio corretto. Con la stessa forza diciamo che una rete di cooperative che non controlla la qualità del lavoro dei suoi associati tradisce la missione mutuali-

l’inchiesta delle maestre violen

te

costume del resto parlare IL CONSORZIO CS come La Cooperativa Il Melo- sempre di mafiosità he grano non si muov e da se nulla fosse . Qualc facla ce però, nda, doma di terno all’in e Agisc sola. un consorzio cooperativi- ciamo. di mistico denom inato “Con - I solerti consiglieri intersorzio CS” che, come si noranza che fanno non può leggere nel suo ulti- rogaz ioni su tutto da mo bilancio sociale si po- hanno trova to nullaattane l’obiettivo di «ripren- chied ere sui maltr una dere l'idea , e rende rla ment i avven uti in ata azione, che la qualità e la strutt ura conve nzion responsabilità per decli- con il Comune? il rapnarsi neces sitano di una Forse conoscevano e grano Melo il tra porto rio, territo il con relazione di ano temev e io Finiz rie fatta di coere nze nespond enze valor iali, al- avere un trattamento iBasil di parte da gativo delterno all’es e rno l’inte cata2 4? L’ass ociaz ione la Rete». a ad Dalle parole sembrerebbe Libera sempre attent

stica del suo statuto.

Con la stessa determinazione diciamo che chi si graffia da solo una macchina per fingere di essere stato minacciato e scrive pagine di lettere minatorie mandate alla sua stessa redazione per costruire un complotto che non esiste non ha nessuna autorevolezza per fare patenti di moralità a nessuno. E completiamo l’opera dicendo che il silenzio della politica e di alcuna stampa su questa violenta vicenda della cooperativa Melograno sa, se non di complicità, quanto meno di amichettismo.

LA SOCIETÀ REALE VUOLE SAPERE Quello che noi registriamo è che, mentre tacciono i giornali e la politica, mentre tacciono le associazioni della società civile, mentre tutti fanno

finta di non sapere cosa accade, i cittadini vogliono sapere.

La quantità di mail che abbiamo ricevuto e che collegano le immagini di Finizio che graffia la macchina per fingere l’attentato alla vicenda delle maestre violente della cooperativa appartenente alla rete che fa capo al Consorzio di Finizio ci dice che la società reale si occupa di cose diverse da quelle dell’amichettismo a mezzo stampa. La società è disgustata.

Noi abbiamo il dovere di informare e non intendiamo fermarci, e poco ci preoccupa il fatto che qualcuno voglia distrarre parlando d’altro. Per noi alcune cose sono valori non negoziabili: tra questi rientrano la difesa dei bambini e quella della verità.

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Primo Piano

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Circa 1.350 studenti lucani riceveranno l’anticipazione della borsa di studio, sei mesi prima rispetto all’anno scorso

Borse di studio ARDSU, graduatorie pronte: pagamenti entro novembre C

on la pubblicazione sul sito ardsubasilicata.it, diventano definitive le graduatorie per gli aventi diritto alle borse di studio per l’anno accademico 2025/2026. L’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario (ARDSU) della Basilicata mantiene gli impegni presi e si appresta a erogare la prima quota già entro il prossimo mese di novembre.Sono circa 1.350 gli studenti beneficiari, di cui circa 260 fuori sede e circa 110 iscritti al semestre filtro di Medicina. Questi ultimi, in attesa di una graduatoria dedicata, vedranno l’erogazione congelata fino al completamento degli esami richiesti per l’iscrizione al corso universitario.«Come avevamo detto nel corso delle Audizioni Regionali e agli studenti che incontrammo a pochi giorni dal nostro insediamento – sostiene il presidente ARDSU, Enzo

Summa – abbiamo notevolmente anticipato i tempi per la pubblicazione delle graduatorie definitive ed entro novembre verrà pagato il primo anticipo dell’indennità prevista dal bando. La gestione delle borse di studio deve rappresentare per ARDSU l’ordinarietà delle attività dell’Ente DSU, non è immaginabile pensare che la prima quota venga pagata sei mesi dopo l’iscrizione al corso di laurea».Il presidente ha sottolineato che, rispetto al passato, i tempi sono anticipati di sette mesi. «Devo ringraziare per l’impegno il Direttore Generale, Avv. Giuseppe Giuzio, che ha sovrinteso personalmente affinché tutto procedesse correttamente, e il nostro funzionario addetto ai servizi DSU, Antonio Luongo, che ha confermato la propria elevata competenza in materia di sostegno allo studio» ha concluso Summa.

Il consigliere regionale evidenzia la necessità di riportare a Matera le sedi istituzionali chiave per la promozione culturale e turistica della Basilicata

Marrese: «Basta marginalizzare Matera, città simbolo della cultura e del turismo lucano»

«R

accolgo e condivido pienamente l’appello recentemente lanciato dal circolo culturale La Scaletta, che con la consueta sensibilità verso le sorti della città di Matera e del suo patrimonio culturale ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni una questione di fondamentale importanza: la necessità che Matera torni ad essere la sede effettiva dell’Apt (Agenzia di Promozione Turistica) della Basilicata e della Lucania Film Commission.

Già oltre un anno fa ho presentato un’apposita interrogazione in Consiglio regionale, nella quale sottolineavo come sia ormai indilazionabile riconoscere a Matera, capitale europea della cultura 2019, il ruolo che le spetta quale centro propulsore della promozione turistica e culturale dell’intera regione.

I dati parlano chiaro: il peso turistico della Città dei Sassi, in termini di presenze e di capacità attrattiva, è di gran lunga superiore a quello di altre realtà territoriali della Basilicata. È dunque naturale

e giusto che le principali istituzioni regionali dedicate alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla promozione turistica abbiano la loro sede legale ed operativa a Matera.

A ciò si aggiunge la preoccupazione per la progressiva marginalizzazione culturale di Matera, testimoniata anche dallo spostamento a Potenza dell’ufficio cultura regionale – che storicamente aveva sede nella città dei sassi – e dalla situazione sempre più critica della Biblioteca Provinciale “Stigliani”, un presidio fondamentale per la vita culturale e formativa della comunità materana.

Matera non può e non deve essere ricordata solo per il 2019 o, nell’immediato futuro, per il 2026 quando, insieme a Tetouan (Marocco), sarà Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026.

Questa meravigliosa città deve essere messa nelle condizioni di continuare ad essere il cuore pulsante della cultura e del turismo lucano, non una semplice vetrina da evocare nelle occasioni celebrative.

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Basilicata 24 ore

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

La linea ferroviaria sarà presto riaperta dopo la frana di agosto. Pepe: «Intervento indispensabile per sicurezza e mobilità»

Treni sulla Genzano-San Nicola, lavori finiranno entro novembre GENZANO. La circolazione ferroviaria tra Genzano e San Nicola sarà ripristinata entro la fine di novembre, salvo condizioni meteo avverse. Lo ha annunciato il vicepresidente e assessore regionale alle Infrastrutture Pasquale Pepe, confermando la conclusione dei lavori di messa in sicurezza e di pieno ripristino della linea, interrotta lo scorso agosto a causa di una frana che aveva reso impossibile il transito dei convogli.

«Gli interventi – ha dichiarato Pepe – rappresentano un passo decisivo per restituire alla comunità la piena funzionalità della linea, in condizioni di sicurezza e affidabilità.

Si tratta di un collegamento cruciale per la mobilità locale, sul quale la Regione ha voluto investire in modo risolutivo».

Le opere in corso interessano il tratto compreso tra il chilometro 57 e il chilometro 61 della linea ferroviaria e prevedono la pulizia e la manutenzione della sede ferroviaria e delle aree laterali. Si sta procedendo alla rimozione del materiale che ostruisce cunette e tombi-

A POTENZA ARRIVA LA TALEA DI FALCONE

Un albero per il futuro tra ambiente e legalità

ni idraulici, per riportarli alla configurazione originaria e ripristinare la regolare capacità di deflusso delle acque piovane. Parallelamente si sta intervenendo sul risanamento dei binari, con il livellamento della massicciata, la posa di circa ottocento metri cubi di nuovo pietrisco di prima categoria e la regolazione delle rotaie. Al termine delle operazioni saranno smaltite seicento tonnellate di materiale di risulta per garantire stabilità e sicurezza all’infrastruttura.Le verifi-

che tecniche e le prove di esercizio da parte delle Ferrovie Appulo Lucane costituiranno l’ultima fase prima della riapertura.

«Il lavoro sinergico tra Regione, Ferrovie Appulo Lucane e imprese esecutrici – ha aggiunto Pepe – sta consentendo di rispettare tempi e standard qualitativi elevati, nonostante la complessità degli interventi. L’obiettivo è restituire ai cittadini un servizio efficiente e moderno, all’altezza delle aspettative ed esigenze del territorio».

POTENZA. Un albero per ricordare e per educare. L’Arpab ospita l’iniziativa «Un albero per il futuro: ambiente e legalità», organizzata con il Reparto Carabinieri Biodiversità di Potenza e con l’associazione Libera Potenza – Presidio Elisa Claps e Francesco Tammone. Un incontro di educazione civica e ambientale per unire il rispetto della natura al valore della legalità.La giornata, ospitata nella sede di via della Fisica, si aprirà con i saluti del direttore generale Donato Ramunno, del maggiore Giovanni Savini, comandante del Noe, e della dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Claudia Datena. Modererà la dirigente della comunicazione Arpab, Anna Cammarota.Seguiranno gli interventi di esperti e rappresentanti del mondo ambientale e associativo. Il momento più atteso sarà la messa a dimora della «talea dell’albero di Giovanni Falcone», donata dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Potenza e geolocalizzata nel progetto nazionale «Un albero per il futuro».Un gesto dal forte valore simbolico che unisce memoria e speranza: l’albero del giudice Falcone, simbolo di coraggio e rinascita, crescerà nel giardino dell’Arpab insieme agli studenti lucani, diventando parte di una rete di legalità e biodiversità.

L’OPINIONE

Che fine hanno fatto le royalties petrolifere?

DI GIUSEPPE DOMENICO NIGRO

C

he fine hanno fatto le royalties petrolifere in tanti anni di estrazione? Questa è una domanda spontanea che ci sentiamo di fare a tutta la nostra classe dirigente, di destra e di sinistra. Non abbiamo visto un progresso incisivo in termini di ricaduta occupazionale. Non abbiamo visto un piano serio di rafforzamento delle infrastrutture. Qui ci sono dappertutto ponti che stanno cadendo. Le vecchie vie provinciali oramai sono in disuso. Non ci sono ferrovie, aeroporti, porti, autostrade degne di questo nome. In base agli accordi fatti in illo tempore con l’Agip e con l’Eni, oggi dovremmo avere avuto chissà quanti getti finanziari, a seguito dei getti di oro nero che ha cacciato e caccia la nostra terra. Non c’è una via rotabile per salire al grande albergo per festeggiare i tre anni della Meloni. Ma dove sono finiti tut-

ti questi soldi? Nelle tasche di chi?

O per apparare i pozzi senza fondo della Versailles regionale, o del comune di Potenza? O di altri enti, sub-enti, società fittizie gestite da politicanti senza scrupoli, di destra e di sinistra? Perché sono tutti eguali. Non è più il tempo della destra sociale di Almirante, o di Berlinguer: qui sono tutti eguali. Cos’è la destra? Cos’è la sinistra?

Canta Gaber. In questa regione c’è stata una gestione dilagante, che

ha gettato le risorse a mare. E queste risorse ricordiamo che non sono rinnovabili, stanno finendo, e cosa ci ritroveremo? Dei parchi pieni di cinghiali, mentre le persone sono sparite, anche da Potenza.

Si salva Matera per il turismo. Non siamo stati capaci neppure di aggiustare le dighe per l’acqua. Noi che produciamo acqua, petrolio, tutto, manchiamo di tutto! Nessuno si scolla poi dalle poltrone. Nessuna crisi, seppur piccola di governo, potrà far traballare questo sistema trasversale, che coinvolge tutti. Sono da anni che chiediamo delle risposte, ma nessuno risponde. Interrogato il morto non risponde. Bisogna rendere conto al popolo, ma il popolo dorme. Ricordate però che dovrete rendere conto a Dio, prima o poi, di tutto il vostro operato. Gente senza morale: aveva ragione quel sociologo che diceva familismo amorale! Familismo amorale! Ci fate ricredere. Avete distrutto tutto in un qua-

rantennio! Agricoltura! Pastorizia!

Quel poco di industria che era stata avviata! Capannoni dove ci ballano i topi! Se fossi in voi mi vergognerei! Con quale faccia andate a chiedere il voto? Voi avete tolto le speranze ai nostri giovani. Prima i piemontesi hanno fatto fuori i briganti e i figli dei poveri, poi siete venuti voi, che delusione!

Che generazione di politici è questa? I giovani? Una delusione totale. Peggio dei vecchi! Qui ci vorrebbe un rinnovamento ex capite, perché il pesce puzza dalla testa.

Le regioni oggi hanno innumerevoli e forti competenze in ogni settore. E noi come le gestiamo? Per fare società fantasma all’esterno e dirottarci i fondi? Io non voglio aggiungere altro. Mi vergogno di stare in questa regione. Qui non cambierà mai un tubo. Finirà il petrolio e con il petrolio finirà per sempre anche la regione Basilicata: diventerà un immenso deserto, un calanco infinito.

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

GIOVEDÌ 30 OTTOBRE 202 25 07:00

CARTOON WORLD

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UN TRENO DI STORIE

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SOUNDWA AV VES

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TANTE MANI IN CUCINA TA A

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NEWS

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SERIE CRONACHE

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CARTOON WORLD

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OLT TRE IL GIARDINO

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STA ADIUM

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UN VULCANO DI ESPER RIENZE

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OLT TRE IL GIARDINO

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WORK IN PROGRESS

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CINE CRONACHE

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NEWS DELLA NOTTE

DOVE VED DERCI SCARICA L’ L’APP CRONACHE TV

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Basilicata 24 Ore

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Un incontro operativo a Potenza per fare il punto su lotta all’evasione, sicurezza economico-finanziaria e sostegno al personale

Il Comandante Interregionale Francesco Greco in visita ai vertici della Guardia di Finanza lucana I

l Comandante Interregionale dell’Italia Meridionale, Generale di Corpo d’Armata Francesco Greco, ha fatto visita al Comando Regionale Basilicata e al Comando Provinciale di Potenza, ospitati nella caserma intitolata al Maresciallo capo Gerardo Forlenza, decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare.Durante la visita, alla quale partecipano i Comandi Regionali di Puglia, Campania, Basilicata e Molise, il Generale Greco ha incontrato rappresentanze del personale in servizio e i delegati della Sezione A.N.F.I. di Potenza, oltre alle Associazioni Professionali a carattere sindacale. Successivamente ha partecipato a un briefing operativo con tutti i Comandanti dei Reparti delle province di Potenza e Matera.Nel corso della riunione sono state analizzate importanti tematiche riguardanti l’impiego del personale, il contrasto ai principali fenomeni illeciti e la realizzazione di progettualità infrastrutturali in favore delle Fiamme Gialle.«Ho espresso il mio convinto

apprezzamento per l’impegno profuso dalle Fiamme Gialle lucane nello svolgimento dei molteplici e complessi compiti istituzionali loro assegnati – ha dichiarato il Generale Greco –. Esorto tutto il personale a profondere il massimo impegno nel contrasto all’evasione fiscale, alle frodi in materia di spesa pubblica e nell’aggressione ai patrimoni illeciti accumulati dalla criminalità comune e organizzata».Il Comandante ha sottolineato come il ruolo della Guardia di Finanza sia essenziale per garantire la sicurezza economico-finanziaria del Paese, a tutela del mercato, delle imprese e degli operatori rispettosi delle regole.Al termine della visita, il Generale Greco, accompagnato dal Comandante Regionale Basilicata, Generale di Brigata Roberto Pennoni, ha incontrato le massime autorità civili, militari e religiose, ricevendo attestazioni di considerazione e stima per le numerose e qualificate attività di servizio condotte dalle Fiamme Gialle lucane.

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Basilicata 24 ore

giovedi 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

CRONA-CHI? Il giornalista Amendolara indaga sulla tragica scomparsa con l’avvocata della famiglia Lagreca Coviello e il giornalista Sorrentino

Ancora avvolta nel mistero la morte di Dora Lagreca N

ell’ultima puntata di Crona-chi?, il podcast di Cronache Tv condotto dal giornalista Fabio Amendolara si indaga sulla tragica morte di Dora Lagreca, una giovane di 30 anni, avvenuta nella notte tra l'8 e il 9 ottobre 2021, che continua a sollevare interrogativi e polemiche. La donna è precipitata dal quarto piano di un'abitazione a Potenza, e per gli inquirenti si tratta di un suicidio, ma la famiglia e i legali di Dora non si arrendono all'idea che la verità sia così semplice. In studio Cristiana Coviello, avvocata di parte civile per la famiglia Lagreca e Pasquale Sorrentino, giornalista de “Il Mattino”.

LA SERATA FATALE Dora e il suo fidanzato, Antonio Capasso, avevano trascorso la serata in un locale prima di ritirarsi nell'appartamento di Capasso in via Di Giura a Potenza.

Qui, secondo la ricostruzione di Capasso, sarebbe scoppiato un litigio, durante il quale Dora avrebbe mostrato un comportamento impulsivo e geloso, prima di lanciarsi nel vuoto. Tuttavia, i dettagli di questa versione sono controversi e non convincono i familiari della ragazza.

CONTRADDIZIONI E INCERTEZZE Le perizie mediche hanno escluso la possibilità di un gesto suicida intenzionale, evidenziando che non ci sono segni di spinta o di caduta accidentale. Tuttavia, i legali della famiglia di Dora sostengono che ci

siano molteplici incongruenze nelle dichiarazioni di Capasso e nelle indagini. La questione del parapetto basso dell'appartamento e la dinamica della caduta rimangono punti oscuri, con testimonianze che non si allineano tra loro.

L’avvocata Coviello sottolinea: «La questione della perizia balistica rimane un punto cruciale e aperto nel nostro processo di indagine. Attualmente ci troviamo in una situazione di impasse, poiché ogni perizia presentata ha fornito risultati contrastanti, rendendo difficile per noi, che non siamo esperti tecnici, formulare un'interpretazione chiara. Questo scontro di teorie ha generato confusione, e i dati rilevanti a cui stiamo cercando risposte non sono stati adeguatamente affrontati.

Invece di chiarire la situazione, le perizie si sono concentrate su teorie riguardanti la precipitazione dall'alto, supportate da statistiche, ma senza rispondere ai punti fondamentali del caso.

In particolare, l'ultima perizia si è dilungata su studi internazionali sul suicidio, che, sebbene interessanti, non sono pertinenti al nostro caso specifico. È importante sottolineare che abbiamo un dato chiaro e condiviso: la caduta di Dora Lagreca è stata perpendicolare, confermata dal fatto che ha impattato una parabola installata sul balcone. Questo impatto ha spostato leggermente la traiettoria della caduta.»

Il giornalista Sorrentino che fin da subito ha se-

__Cristiana Coviello, Pasquale Sorrentino e sotto Fabio Amendolara a Crona-chi?

guito la vicenda, ha affermato: « Essendo un cronista, quando si verifica un evento di cronaca, solitamente mi reco nei pressi per raccogliere informazioni. Ho notato un bar nelle vicinanze, ma nessuno sembrava sapere nulla riguardo l'accaduto. Arrivato sul posto, ho notato che, a quattro ore dal decesso, non c'era alcun nastro rosso, né un'auto dei

carabinieri, e l'area era ad accesso libero. Questo ha rappresentato un primo segnale delle contraddizioni e delle problematiche che sarebbero emerse nel corso delle indagini. L'unico sequestro visibile era davanti all'ingresso dell'appartamento, il che significa che anche l'accesso alla palazzina era libero. Cosa ancora più preoccupante, a distanza di giorni tutti i colleghi che sono entrati lì hanno recuperato dei reperti di Dora».

IL RUOLO DEL CELLULARE Un elemento chiave della vicenda è l'uso del cellulare di Dora. Mentre era in ospedale, qualcuno ha avuto accesso al suo telefono, protetto da un codice PIN noto solo a lei.

Questo solleva interrogativi su possibili manomissioni e sull'uso improprio del dispositivo. Inoltre, le indagini hanno evidenziato che Capasso si trovava in diverse località, tra cui un McDonald's e un negozio di informatica, poco dopo la caduta di Dora,

alimentando ulteriormente i sospetti.

LA FAMIGLIA DI DORA NON SI ARRENDE La famiglia di Dora ha espresso il proprio dolore e la propria incredulità, sottolineando che la giovane era una persona piena di vita, con progetti e ambizioni. La madre di Dora ha dichiarato che la figlia non avrebbe mai scelto di togliersi la vita, e ha chiesto che le indagini vengano riaperte per fare chiarezza su quanto accaduto.

Il caso di Dora Lagreca ha messo in luce non solo le fragilità delle indagini, ma anche la necessità di una maggiore attenzione verso le dinamiche relazionali e la salute mentale. Mentre la Procura sembra orientata a chiudere il caso come un suicidio, le domande sollevate dalla famiglia e dai legali rimangono senza risposta. La comunità di Potenza attende risposte, mentre il dolore e l'incertezza pesano sulle spalle di chi l'ha amata.

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Basilicata 24 ore

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Sabato visite e colloqui gratuiti per la diagnosi precoce della Sclerosi Sistemica promossi dal Gils e dall’Aor di Potenza

Open day all’ospedale San Carlo per la “Giornata del Ciclamino” POTENZA. L’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo aderisce alla “Giornata del Ciclamino”, promossa dal Gils, Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia, dedicata alla Sclerosi Sistemica, patologia rara e complessa che colpisce il tessuto connettivo e può interessare anche organi interni.

In occasione dell’iniziativa, sabato 1 novembre 2025, dalle ore 9:00 alle 12:30, si terrà un open day informativo e diagnostico nell’ambulatorio di Reumatologia dell’ospedale potentino, rivolto alle persone che presentano il Fenomeno di Raynaud.

«La nostra adesione alla Giornata del Ciclamino – spiega il direttore generale dell’Aor, Giuseppe Spera – testimonia l’impegno costante dell’Azienda nel campo delle malattie rare.

La sensibilizzazione e la diagnosi precoce sono strumenti fondamentali per migliorare il percorso di cura. Un intervento tempestivo può incidere in modo significativo sulla qualità di vita dei pazienti affetti da Sclerosi Sistemica, patologia che richiede un approccio multidisciplinare e altamente specializzato».Durante la mattinata saranno distribuiti materiali informati-

CONTINUA L’INIZIATIVA DEGLI AMBULATORI ASM

Contro le liste d’attesa visite anche domenica

vi e i partecipanti potranno effettuare colloqui gratuiti con l’equipe medica guidata dalla dottoressa Angela Padula, direttrice della Reumatologia, affiancata dalla dottoressa Gianna Mennillo e dall’infermiera professionale Patrizia Tricarico.

L’obiettivo è aumentare la consapevolezza e favorire la diagnosi precoce di una malattia che, pur essendo rara, può avere gravi conseguenze se non riconosciuta in tempo.Il Fenomeno di Raynaud, spesso associato alla Sclerosi Sistemica, è un disturbo del microcircolo che interessa mani e piedi, provocando cambiamenti di colore e sensazioni di fred-

do o formicolio a causa della riduzione del flusso sanguigno. Nei casi più severi, la Sclerosi può compromettere organi vitali come cuore, polmoni, reni e apparato digerente.

La partecipazione all’open day è libera e gratuita, ma limitata a quindici persone per consentire una gestione accurata dei colloqui individuali. È necessario prenotarsi online sul sito www.ospedalesancarlo.it/open-day o tramite il QRcode presente sulle locandine. Le registrazioni resteranno aperte dalle ore 7:00 alle 18:00 del 30 ottobre e, in caso di domande superiori ai posti disponibili, farà fede l’ordine di adesione.

MATERA. Continua l’impegno dell’Azienda sanitaria locale di Matera per ridurre le liste d’attesa attraverso le aperture domenicali degli ambulatori. Solo nella giornata di domenica 26 ottobre sono state effettuate cinquantotto prestazioni tra visite specialistiche ed esami diagnostici, in diverse unità operative tra cui Chirurgia vascolare, Endoscopia digestiva, Ortopedia e Radiologia, dove si sono eseguite tredici Tac e sedici Rmn.«Il tema delle liste d’attesa – spiega il direttore generale dell’Asm, Maurizio Friolo – ci vede impegnati nel garantire le prestazioni nei tempi corretti. Per assicurare le aperture domenicali è necessario investire sul personale, sia in termini numerici sia in disponibilità, e su questo fronte abbiamo riscontrato grande collaborazione da parte dei medici e degli operatori sanitari».Il piano di abbattimento delle attese viene monitorato costantemente per valutare risultati e obiettivi raggiunti, con l’intento di estendere il modello anche alle strutture territoriali dell’Asm.«Desidero ringraziare tutto il personale sanitario – aggiunge l’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico – per l’impegno e la disponibilità dimostrati. È un segnale concreto di attenzione verso i cittadini e un esempio di come, con dedizione e spirito di servizio, si possa rendere la sanità più efficiente e vicina alle persone».

Il sindacato denuncia le criticità del San Carlo e chiede interventi immediati: «Basta promesse, bisogna agire per sicurezza e dignità»

Uil Fpl: «Sanità lucana al limite, servono fatti» POTENZA. La Uil Fpl rilancia con forza il proprio impegno per una sanità lucana più sicura e moderna, denunciando le gravi carenze strutturali dell’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza e dei presidi territoriali. Secondo il sindacato, la situazione è ormai «insostenibile»: in molti reparti si continua a lavorare con letti vecchi e obsoleti, non più idonei a garantire sicurezza e comfort.«Non è più accettabile – afferma la Uil Fpl – che nel 2025 si continui a operare con attrezzature inadeguate. La ripartenza della sanità deve tradursi in azioni concrete e immediate». L’organizzazione sindacale chiede che l’assessorato regionale alla Salute utilizzi le risorse disponibili, a partire da quelle del Pnrr, per ammodernare le dotazioni ospedaliere e migliorare le con-

dizioni di lavoro e di degenza.

«La sicurezza e la dignità di chi cura e di chi è curato devono diventare priorità reali e non restare solo dichiarazioni di principio».Oltre alle criticità strutturali, la Uil Fpl sollecita la chiusura della contrattazione decentrata 2025, ancora ferma nonostante l’approvazione dei fondi contrattuali 2024 e 2025. Il sindacato chiede che si proceda «senza ulteriori ritardi» alla definizione degli accordi sui fondi Dep e sulle indennità, con una gestione trasparente e condivisa delle risorse. Tra le richieste, anche il pagamento della produttività 2024 entro novembre, come segnale di attenzione verso il personale sanitario che continua a garantire servizi essenziali nonostante le difficoltà organizzative e i carichi di lavoro crescenti.La Uil Fpl,

inoltre, comunica di non aver sottoscritto il nuovo Contratto collettivo nazionale del comparto sanità 2022-2024, firmato il 27 ottobre, giudicandolo «deludente e insufficiente». Gli aumenti medi di circa quaranta euro lordi mensili e gli arretrati fino a milleduecento euro per il biennio 2024-2025 «non compensano la perdita di potere d’acquisto accumulata negli anni e non riconoscono adeguatamente il valore del personale».«La vera ripartenza della sanità – conclude il segretario generale regionale Giuseppe Verrastro – deve passare da investimenti strutturali, un piano di assunzioni, una riorganizzazione dei servizi e un riconoscimento economico e professionale che valorizzi davvero chi lavora per la salute pubblica».

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Potenza

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

POTENZA Ad annunciarlo il sindaco Telesca durante la presentazione della quarta edizione dell’evento natatorio Halloswimeeting

«La piscina olimpionica si farà a Macchia Giocoli»

_ Un momento della presentazione e sotto un disegno della piscina DI FRANCESCO MENONNA

POTENZA. Una manifestazione che riporta il nuoto a Potenza, una novità importante per quanto riguarda la realizzazione della piscina olimpica in città. Sono stati questi i punti di forza della conferenza stampa di presentazione della quarta edizione dell'Hallosvimeeting 2025 in programma a Potenza nella Piscina Comunale Michele Riviello di Parco Monterale il 1 e 2 novembre, grazie all'organizzazione della Federazione Italiana Nuoto di Basilicata con il patrocinio del Comune di Potenza, della Regione Basilicata e dell'APT. Alla conferenza stampa, svoltasi nella sala conferenze del Palazzo della Cultura hanno preso parte il Presidente del Comitato Regionale Fin ( Federazione Italiana Nuoto ) di Basilicata, Roberto Urgesi, il responsabile del Settore Nuoto, Vincenzo Ostuni, il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca e la Direttrice dell'APT Basilicata, Margherita Sarli.

Una manifestazione che punta a creare entusiasmo in città salutata con un video dal campione lucano Domenico Acerenza in una struttura, quella di Montereale ormai logora e vicina al pensionamento visto l'intento del Sin-

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daco di Potenza, Vincenzo Telesca di realizzare l'impianto olimpico a Macchia Giocoli dopo aver scartato le propooste di via Appia e Bucaletto per motivi tecnici e logistici. La proposta di realizzare la piscina a Macchia Giocoli è dunque un cambio di location importante per gli interessi strategici del capoluogo di regione. Ritornando ai temi del meeting di nuoto in programma durante le festività di halloween va rimarcato che saranno 533 gli atleti in vasca in rappresentanza di 30 società che giungeranno da tutta Italia con il dichiarato intento di vivacizzare l'ambiente natatorio già protagonista nella scorsa estate a Scanzano del Trofeo delle Regioni. Una tappa importante nell'ambito della crescita del nuoto che fa leva sicuramente sull'impegno dell'APT e delle tante strutture alberghiere che hanno dato disponibilità di posti letto per gli atleti così come i titolari dei bed & breakfast già pronti a dare ospitalità agli stessi e ai dirigenti. Per Potenza questa kermesse natatoria rappresenta una nuova e ulteriore tappa di lancio verso il miglioramento sportivo, turistico e dei servizi.

Il Presidente del Comitato Regionale Fin, Rober-

(foto Mattiacci)

to Urgesi ha parlato del meeting: «Siamo alla quarta edizione di questo bellissimo meeting nazionale che sta acquisendo sempre più rilevanza nel panorama nazionale appunto. Quest'anno abbiamo dei numeri veramente importanti, siamo a circa a 600 presenze gara, 600 atleti e 1500 presenze gara. Abbiamo tutte le strutture credo abbiano il sold out nella nostra città. Siamo contenti perché soprattutto portiamo il grande nuoto nella nostra città di Potenza e nella nostra piscina comunale. Ci saranno diversi ospiti importanti, tra cui Flavio Mangiamele che è un atleta potentino trasferitosi a Torino per motivi appunto sportivi. Ci sarà Scotto di Carlo, ottimo atleta, ci

sarà Federica Toma dalla Puglia, ci sarà Scotto D'Apollonia, ci sono tanti atleti, Longobardo, campione italiano cadetti, un atleta molto promettente nei 200 rana, quindi siamo molto contenti del roster che sarà presente in questa quarta edizione.

Fondamentale il ruolo dell'APT, come quello del Comune di Potenza, entrambi ci hanno dato un buon sostegno soprattutto dal punto di vista etico e morale perchè noi contiamo che organizzare queste manifestazioni significi soprattutto fare vero marketing sportivo che serve tanto alla nostra città e alla nostra regione».

Margherita Sarli ha dato il suo parere in merito all'evento sportivo: «L'APT sostiene iniziative culturali e sportive che attirano flussi nella nostra regione. Quando poi questi flussi incrociano anche valori sociali importanti per noi è ancora meglio.

Questa manifestazione organizzata dalla Federazione a noi sembra una buona occasione per accendere i riflettori sulla città di Potenza soprattutto in un periodo che non è stagionale nel senso stretto del termine. In autunno 530 atleti che vengono in città, la popolano, i nostri alberghi rendono viva anche la città di Potenza, a me sembra qualcosa di molto importante e penso che la città capoluogo abbia bisogno di manifestazioni di questo genere

proprio per attrarre e caratterizzarsi su questo versante».

Il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca ha parlato dell'evento: «Siamo veramente felici di poter ospitare per il quarto anno questo evento. È un momento di sport, condivisione, di partecipazione ampia. Mi dicono che gareggeranno circa 600 atleti in questi tre giorni qui a Potenza. Come sempre non è soltanto sport, ma anche economia che si muove in una città. Quindi non posso che ringraziare gli organizzatori, l'APT che ha partecipato attivamente a questa organizzazione come tutto quello che viene organizzato a Potenza, rende felice la città e rende gaudioso il comune perché è un momento appunto in cui l'economia si muove».

In merito alla piscina olimpica il Sindaco Telesca ha parlato della nuova location: «Siamo nel momento cruciale. Io ho cercato in tutti i modi di far comprendere quali potessero essere le motivazioni che mi portavano a chiedere altri luoghi diversi da via Appia. Non c'è stata una condivisione, una partecipazione. Mi rendo conto che mentre io portavo dei problemi tecnici mi veniva risposto in modo politico. La via d'uscita io l'ho trovata, ma io l'ho trovata non chi scriveva il giorno prima sui social. Sarà Macchia Giocoli».

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Potenza

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Il riconoscimento è stato consegnato dal sindaco Telesca: «Potenza attesta la propria riconoscenza a chi ogni giorno garantisce la sicurezza di tutti»

Potenza, sventarono una rapina alle Poste, encomi a 14 poliziotti

POTENZA. Una giornata speciale, una cerimonia sobria, un riconoscimento all'azione meritoria degli agenti di Polizia impegnati sul territorio cittadino. Ieri mattina nella Sala dell'Arco del Comune di Potenza il Sindaco, Vincenzo Telesca ha consegnato undici encomi ad altrettanti agenti di Polzia protagonisti di un gesto eroico che va ben oltre il mero impegno civico. Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca e il Questore del capoluogo, Raffaele Gargiulo insieme alle autorità militari presenti. L'atto meritorio di consegna è avvenuto lo scorso 30 giugno 2025 nel corso di una complessa operazione che ha portato all'arresto di quattro persone, resesi responsabili di una rapina a mano armata ai danni di un furgone portavalori nei pressi di un ufficio postale di Potenza, sito nel rione Serpentone. Con questa intenzione, degna di nota l'Amministrazione Comunale, in nome e per conto di tutta la cittadinanza ha inteso riconoscere la valorosa azione posta in essere e ha ringraziato in tal senso tutti i premiati per il fondamentale contributo apportato alla sicurezza della comunità cittadina.

Gli encomi sono stati consegnati all'agente Pietro Spagnuolo, all'agente scelto Salvatore Lovaglio, all'assistente capo coordinatore Salvatore Mecca, all'assistente capo coordinatore Francesco Verbicaro, all'agente capo coordinatore Carmine Messina, all'assstente capo coordinatore Gerardo Dote, al sovrintendente capo, Rosario Viggiano, al vice

ispettore Mauro Pascale, al vice ispettore Giuseppe Santarsiero, all'ispettore Rocco Miglionico, al commissario capo Vincenzo Vertone. Una giornata bella, significativa che ha inteso dare grazie all'impegno dell'Amministrazione Comunale un senso all'azione meritoria, concreta e di contrasto alla criminalità organizzata svolta sul territorio dalle Forze dell'Ordine.

I premiati sono apparsi visibilmente emozionati.

Tra questi il commissario capo della Polizia Vincenzo Vertone che ha parlato di quella giornata rimarcando: «Il ricordo di quella giornata è tanta adrenalina, perché effettivamente non capita tutti i giorni di riuscire ad arrestare in flagranza dei rapinatori di un portavalori, per giunta armati. Come ho detto più volte a tutte le persone con le quali ho parlato, noi avevamo la certezza che loro fossero armati di una pistola vera perchè la nota radio che era stata diramata era non solo della rapina appena commessa ma anche del fatto che una delle guardie giurata era stata spossessata dell'arma per cui noi abbiamo agito ovviamente con un adrenalina, una consapevolezza e una professionalità che devono essere al massimo.

Non potevamo sbagliare nulla».

Il Questore di Potenza, Raffaele Gargiulo ha parlato dell'encomio: «In quella rapina sono stati portati via qualcosa come 99000 euro. Fortunatamente grazie alle capacità investigative dei poliziotti della Squadra Mobile, siamo intervenuti tempestivamente e nel giro di poche ore siamo riu-

_ La cerimonia di conferimento

sciti ad arrestare tutti e quattro i responsabili dell'accaduto, a recuperare il denaro e a sequestrare anche le autovetture con cui hanno commesso questa rapina e le armi che hanno utilizzato per commetterla, ivi compresa una pistola che hanno sottratto ad una guardia giurata. Insomma mi sembra sia un buon messaggio per la comunità e uno sprono ulteriore per impegnarsi sempre di più. I furti? Questo è un fenomeno con cui ci confrontiamo tutti i giorni perchè per ogni furto che commettono ci sentiamo responsabili nei confronti dei cittadini, ai quali dobbiamo rendere conto e garantire sicurezza. Purtroppo il fenomeno dei furti è un fenomeno persistente, seppur in questo territorio ha numeri abbastanza bassi. Stiamo cercando di migliorare sempre di più non tanto l'attività repressiva quanto quella preventiva, cercando di garantire un controllo del territorio più efficace, cercando di ana-

(foto Mattiacci)

lizzare il fenomeno, di verificano gli orari in cui si verificano questi fenomeni delittuosi e di contrastarli e di prevenirli».

Il Sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca ha parlato della cerimonia: «Ho voluto rimarcare l'importanza di questo encomio.

Non è un encomio dato dal Sindaco di Potenza. Io sono semplicemente il tramite di quello che la città ha vissuto in quel momento. Ho voluto dire loro che è la città stessa, tutta la cittadinanza che ha voluto omaggiarli con un encomio per l'azione che hanno posto in essere, per quel momento alto di polizia che ha portato all'ar-

resto di queste quattro persone ma che è stato un attimo della parte finale di quello che la città stava vivendo. Non so se ricordate i continui furti nelle abitazioni, le rapine, i bancomat che venivano fatti saltare. Sembrava che la città di Potenza stesse vivendo un momento molto negativo. Con questo evento si è posto fine ad un iter che andava avanti da oltre un anno e la cittadinanza ha potuto respirare in qualche modo e abbracciare i propri poliziotti che in quel momento hanno rischiato la vita per aiutare la cittadinanza».

FRANCESCO MENONNA

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Potenza e Provincia

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

Il segretario della Filft Cgil denuncia l'abbandono dell'infrastruttura cruciale per la Basilicata, mentre i cittadini affrontano disagi quotidiani

Potenza, Ditella: «Il viadotto Tiera sospeso tra promesse e rinvii»

POTENZA. «È calato un silenzio assordante sul futuro del viadotto Tiera e, con esso, sulle sorti di 200 mila utenti e centinaia di lavoratori che da mesi attendono risposte. Tutto tace su un’infrastruttura che rappresenta una delle arterie ferroviarie più importanti della Basilicata, e che oggi giace abbandonata, sospesa tra promesse e rinvii» afferma il segretario della Filt Cgil Luigi Ditella.

«Nel frattempo, chi vive e lavora in questa regione continua a muoversi con difficoltà, affrontando ogni giorno trasporti congestionati, linee ferroviarie interrotte, gare del TPL scadute da oltre sedici anni e un servizio pubblico che arranca, prigioniero di logiche politiche e di inerzie burocratiche. - continua Ditella - C’è qualcosa di paradossale in tutto questo.

Perché mentre si trovano con facilità 100 mila euro per finanziare la festa pa-

tronale di un piccolo comune di tremila abitanti, non si riesce a reperire meno di un milione di euro per abbattere un pilone e riattivare una linea ferroviaria che servirebbe un territorio intero».

«Una sproporzione che fa male, che pesa più del cemento armato del viadotto.

E che racconta molto più di mille parole sullo stato di una politica regionale incapace di fare scelte di prospettiva. - sostiene - Carlo Levi, che della Lucania colse l’anima profonda, scriveva che questa è una terra “senza conforto né dolcezza”, abitata da uomini e donne che vivono “con eterna pazienza la loro immobile dignità”».

«Una definizione che oggi suona come una profezia.

La Basilicata è una terra che sopporta, che attende, che raramente si ribella.

Una comunità che ha imparato a convivere con la mancanza, con l’isolamen-

to, con i disservizi. E che, nonostante tutto, conserva una compostezza e una civiltà esemplari. Ma fino a quando si può chiedere a un popolo di essere paziente?

Forse la risposta si trova nei versi di chi questa terra l’ha raccontata con il cuore.

Leonardo Sinisgalli scriveva che “i lucani, dove vanno, fanno il nido senza clamori, senza disturbare il vicinato, in punta di piedi”. È l’immagine di un popolo discreto, che costruisce silenziosamente la propria vita altrove, e che quando torna a casa riprende la vita di sempre, raccontando che avrebbe voluto fare tutt’altro — ma “lo farà in un’altra vita”» prosegue Ditella.

«Come sindacato, noi della Filt CGIL Basilicata non vogliamo accettare questa deriva. Chiediamo alla Regione, a RFI e a tutte le istituzioni coinvolte di rompere finalmente il silenzio e di rendere pubblici tempi, risorse e impegni concreti per il ripristino del viadotto Tiera e per la modernizzazione della rete ferroviaria lucana. - conclude Ditella -Perché il diritto alla mobilità non è un privilegio. È un diritto costituzionale, un presupposto di cittadinanza. E se davvero “nei sentieri non si torna indietro”, come scriveva Scotellaro , allora è il momento di andare avanti. Ma davvero. Non con le parole, non con le promesse, ma con i fatti e con le opere.

Perché una terra che non si muove, è una terra che smette di vivere».

L’iniziativa coinvolge istituzioni e rappresentanti del mondo scolastico

LEZIONE CON LA PROFESSORESSA VALENTE

Scoprire Halloween: viaggio tra storia e cultura al Centro Danzi POTENZA. Oggi, alle ore 9.30, presso la nuova sede del Centro Studi Didattico “Raffaele Danzi” in Via Ciccotti 32 a Potenza, si terrà un interessante incontro dedicato agli allievi della scuola con la professoressa Giovanna Valente, docente di lingua straniera presso l’Istituto Canossiano di Potenza.

L’evento sarà introdotto dal direttore del Centro Studi, professor Rocco Galasso, che porterà il suo saluto e sottolineerà l’importanza del dialogo culturale e linguistico come strumento di crescita e apertura verso le diverse tradizioni del __Il direttore Galasso mondo.

La professoressa Valente proporrà un tema originale, prendendo spunto dalla cosiddetta festa di Halloween, sempre più diffusa anche in Italia negli ultimi decenni. Durante il suo intervento, la docente illustrerà agli studenti il significato autentico e le origini storiche di questa tradizione, che affonda le proprie radici nel mondo celtico e in un lungo processo di trasmigrazioni culturali e rituali.

L’obiettivo dell’incontro sarà quello di offrire una lettura nuova e consapevole della festività, spesso ridotta a una semplice ricorrenza folcloristica. Attraverso un’analisi linguistica e storica, la professoressa Valente guiderà gli allievi in un viaggio tra simboli, leggende e antiche celebrazioni, svelando gli aspetti meno noti di una tradizione che, per origini e significati, si discosta notevolmente dalla cultura italiana e cristiana.

L’appuntamento rappresenta per gli studenti del Centro Studi Didattico “Raffaele Danzi” un’importante occasione di confronto e riflessione interculturale, coerente con la missione dell’istituto, da sempre attento alla formazione integrale della persona e all’approfondimento dei fenomeni culturali contemporanei.

Cultura della legalità: in Prefettura la firma di un Protocollo con i giovani POTENZA. Oggi, alle ore 11:00, nella Sala Italia del Palazzo del Governo di Potenza, il Prefetto Michele Campanaro e il Presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Potenza, Italo Maria Marsico, sottoscriveranno un Protocollo d’intesa finalizzato a promuovere e diffondere la cultura della legalità tra i giovani del territorio.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro delle attività di collaborazione tra le istituzioni e il mondo della scuola, con l’obiettivo di favorire processi educativi e formativi che stimolino la partecipazione consapevole, attiva e responsabile dei ragazzi alla vita pub-

blica, rafforzando al contempo il senso civico e la fiducia nelle istituzioni.

Alla cerimonia di sottoscrizione prenderanno parte, oltre a una delegazione della Consulta Provinciale degli Studenti, anche autorevoli rappresentanti del mondo giudiziario e scolastico: la dott.ssa Anna Gloria Piccininni, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Potenza, il dott. Francesco Greco, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Potenza, e la dott.ssa Barbara Coviello, referente della Consulta Provinciale

degli Studenti di Potenza presso l’Ufficio Scolastico Regionale.L’accordo sancisce la volontà comune di consolidare un dialogo costante tra le istituzioni e i giovani, valorizzando il ruolo della scuola come luogo privilegiato di crescita civile, di confronto e di costruzione di una società più giusta e solidale.

Provincia

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

LAGONEGRO Dopo l’audizione di Piro in Senato, è il senatore Gasparri ad interessare i ministri sul caso Falabella, citando gli articoli di Cronache

Interrogazione parlamentare a poche ore dal termine ultimo per la demolizione della casa del sindaco LAGONEGRO L’esponente di Forza Italia: «Ho raccontato l’assurda vicenda in cui è coinvolto il sindaco. I senatori sono rimasti

basiti»

Caso Falabella, Piro: «Audito in Senato, pronta un’interrogazione parlamentare» ontinua a tenere pere il già consigliere re- legge, e all’ordinanza di banco il “caso Fa- gionale di Forza Italia ed demolizione mai eseguilabella” dentro e esponente del partito, ta, i cui termini scadono fuori Lagonegro. Gli abu- Francesco Piro, giovedì è tra pochi giorni». si edilizi in contrada Zan- stato audito in Senato: «A «E questo senza contare co, l’ordinanza di demo- Palazzo Madama, ho rac- le altre nove ordinanze di lizione ancora non ese- contato, carte alla mano, demolizione, tutte riconguita e non solo, del sin- tutte pubbliche, l’assurda ducibili alla sua famiglia e daco della città dell’Area vicenda che riguarda il tutte nella stessa area vinsud continua ad indigna- sindaco Salvatore Fala- colata.Alcuni di loro, inbella, dai gravissimi abu- credibilmente, si ergono re.

Nei giorni scorsi, abbia- si edilizi in un’area sotto- persino a paladini della mo dato spazio agli espo- posta a vincoli idrogeolo- giustizia» prosegue il fornenti locali dei partiti di gici, forestali, paesaggi- zista. centrodestra che hanno stici e sismici, ai mancati «I senatori sono rimasti chiesto, ancora una volta, pagamenti degli oneri basiti e hanno proposto di a gran voce le dimissioni concessori dovuti al Co- presentare un’interrogadi Salvatore Falabella dal- mune da lui stesso ammi- zione parlamentare.Po rla carica di primo cittadi- nistrato, fino al diniego tiamo così questo caso no. La questione ora è della sanatoria, un proce- unico in Italia all’attenuscita anche fuori i confi- dimento durato otto mesi zione nazionale» concluni regionali. Come fa sa- invece dei due previsti per de Francesco Piro.

C

Il Prefetto Campanaro sottolinea l'importanza della pianificazione e del lavoro di squadra durante il debriefing dell’After Action Review

dell’operazione

Ricerche scomparsi: esercitazione di successo a Maratea

_ L’edizione di Cronache del 25 ottobre e il senatore Gasparri

L

a vicenda delle irregolarità edilizie che coinvolge il sindaco di Lagonegro, Salvatore Falabella, e alcuni suoi familiari è approdata ufficialmente in Parlamento. Dopo l’audizione in Senato del già consigliere regionale di Forza Italia, Francesco Piro, il presidente del gruppo dei senatori azzurri, Maurizio Gasparri, ha depositato un’interrogazione rivolta ai ministri dell’Interno, della Giustizia e dell’Ambiente e Sicurezza energetica.

La richiesta arriva a poche ore dal termine ultimo dell’ordinanza di demolizione n. 39/2025, fissato per questa sera a mezzanotte, che impone l’abbattimento di alcune strutture in contrada Zanco, riconducibiliallo stesso primo cit-

tadino di Lagonegro e alla sua famiglia.

Gasparri, nel testo dell’interrogazione, cita espressamente diversi articoli de “Le Cronache Lucane” (pubblicati il 23 giugno, 26 luglio, 6 e 22 ottobre 2025) che da mesi segue la vicenda. Secondo quanto emerso, il 4 dicembre 2024 è stata presentata una richiesta di sanatoria edilizia per un immobile riconducibile alla famiglia del sindaco, poi dichiarato interamente abusivo dall’ufficio tecnico comunale. Nel corso del 2025, lo stesso ufficio ha emesso una serie di ordinanze di demolizione – dieci in tutto – relative a immobili costruiti in area agricola vincolata paesaggisticamente.Tra queste, la più recente, la n. 39/2025, prevede la

demolizione entro 90 giorni dalla notifica. Termine che, come sottolineato da Gasparri, scade oggi, 30 ottobre, senza che – al momento – risulti alcuna esecuzione.

Il senatore di Forza Italia mette in evidenza «un evidente conflitto di interessi in capo al sindaco, chiamato a far rispettare un provvedimento che lo riguarda direttamente».

Gasparri richiama inoltre il rischio di reati penali: «È una situazione che mina la credibilità dell’amministrazione comunale e che può generare anche danni erariali e ambientali rilevanti», si legge nel testo dell’interrogazione. Gasparri chiede ai ministri Piantedosi, Nordio e Pichetto Fratin di verificare se siano state

realmente eseguite le ordinanze di demolizione, di accertare eventuali responsabilità per la mancata attuazione e di valutare l’opportunità di disporre ispezioni presso il Comune di Lagonegro.

Nell’interrogazione viene inoltre sollecitata una segnalazione alla Prefettura di Potenza, affinché valuti eventuali interventi sostitutivi o azioni a garanzia della legalità amministrativa.

La questione è divenuta oggetto di forte dibattito politico. Francesco Piro in Senato ha ricostruito i fatti, ribadendo la necessità di «ripristinare la legalità e tutelare l’immagine delle istituzioni locali».

Con la scadenza fissata per la mezzanotte di oggi, il caso Lagonegro entra nelle ore decisive.

Accorato appello del segretario cittadino di Forza Italia ad unire le forze per affrontare le sfide della sanità e del rilancio dell'Area Industriale

Rilanciare Melfi, Corbo: «La politica deve rispondere alle esigenze del territorio» MELFI. «Ci sono dei temi territoriali su cui i rappresentanti politici e la politica stessa non può dividersi continuando a fare dichiarazioni sterili ed inutili per l’interesse dell’intero territorio. Parliamo della questione sanità, della riapertura del Tribunale di Melfi e del rilancio dell’Area Industriale di Melfi» dichiara il Segretario Cittadino di Forza Italia di Melfi, Antonio Corbo.

«Sono temi su cui le forze politiche devono necessariamente convergere senza alcuna titubanza, con la consapevolezza che l’unico interesse debba essere quello del rispetto del territorio e della gente che ci vive. E’ in gioco la sopravvivenza del territorio stesso. continua il segretario cittadino azzurro - Strumentalizzare argomenti così sensibili significa non voler risolvere i problemi e certamente questo atteggiamento non porta alcun consenso tra la gente che si convincerà sempre più di essere rappresentati da uomini e donne inadeguati».

«Una brutta verità è sempre meglio di una

_ Corbo bella bugia. La politica continua ad accontentarsi di essere “legittimata” da sempre meno elettori e ciò porta, inevitabilmente, al suo fallimento della politica stessa e porte, con essa, al fallimento dell’intera Società. Bisogna auspicare - continua il segretario cittadino di Forza Italia – che Melfi e l’intero Vulture-

Melfese Alto Bradano, scendano in campo trasversalmente per la riapertura del presidio di legalità ingiustamente soppresso; per il rilancio dell’Area Industriale di San Nicola di Melfi attraverso una serie di misure che consentano la sua riqualificazione e la sua dipendenza dall’Automotive, come per esempio la riduzione dei costi dei suoli per favorire nuovi insediamenti industriali e di investimenti seri sulle fonti di energia rinnovabili che consentano un abbattimento dei costi energetici sostenuti dalle aziende esistenti e da insediare, e, in fine, bisogna mettere al centro della Sanità il cittadino e le sue esigenze che devono rappresentare l’unico e vero obbiettivo che la politica deve raggiungere».

«Auspico – conclude il Segretario cittadino di Forza Italia – che a breve qualcosa possa cambiare e che la politica si riappropri di quell’amor proprio e del necessario pragmatismo utile ad alimentare quella piccola fiammella di speranza che ancora alberga nel cuore della gente».

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Matera e provincia

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Il presidente della Provincia di Matera assicura l’attenzione costante dell’Ente e la piena collaborazione con la Regione Basilicata

Frana di Carpinello, Mancini: «Nostro impegno per riaprire» STIGLIANO. In merito alle recenti preoccupazioni espresse dalla Uilm circa la situazione della viabilità sulla strada provinciale interessata dalla Frana di Carpinello, a Stigliano, il Presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini, è intervenuto per fare chiarezza e rassicurare la cittadinanza sull’impegno dell’Ente che presiede.

«Se la Provincia non avesse avuto interesse per quell’arteria – ha precisato Mancini – non avrebbe ottenuto il finanziamento, pari a 5 milioni e 400mila euro, per il ripristino dell’arteria. Pertanto, è opportuno spiegare bene qual è lo stato dell’arte. L’Ente è costantemente attento alla complessa situazione della strada, interessata da alcune problematiche relative alla presenza di sottoservizi e interferenze di varia natura lungo il tracciato. Per la soluzione di queste problematiche, la cui tempistica non è dettata dalla Provincia, sono stati già interessati gli enti titolari dei sottoservizi: siamo pertanto in attesa del loro intervento per la soluzione».

«Inoltre continua il presidente - siamo da tempo in contatto e costante raccordo con la Regione Basili-

SIMULAZIONE DIPLOMATICA DELLE NAZIONI UNITE

Studenti materani vincono al concorso di Abu Dhabi

cata, Ente che riveste il ruolo di soggetto finanziatore degli interventi: la concertazione con l’assessorato regionale alle Infrastrutture è fondamentale per superare gli ostacoli tecnici ed economici e per definire il cronoprogramma necessario per la ripresa e il completamento dei lavori nel più breve tempo possibile. L’obiettivo comune è garantire al più presto la piena e sicura transitabilità sull’arteria».

«Nonostante le difficoltà economico-finanziarie con le quali le Province, compresa quella di Matera, sono costrette a convivere, l’Ente monitora quotidianamente la rete viaria di sua competenza, che si estende per circa 1.400 chilometri, grazie anche al suo Ufficio Tecnico. Questa considerazione deve tranquillizzare i cittadini sulla nostra volontà di assicurare strade sicure ed affidabili», conclude Mancini..

MATERA. L’Amministrazione comunale si congratula con gli studenti materani Alessia Camarda, Sabrina Dragone, Francesco Acquasanta, Federica Martino e con la coppia Nicola Dell’Aquila e Sabrina Antoccia, dei licei “Dante Alighieri” e “Duni-Levi”, protagonisti del Change the World Model United Nations di Abu Dhabi, prestigiosa simulazione diplomatica delle Nazioni Unite che riunisce ogni anno centinaia di studenti da tutto il mondo. I giovani lucani sono stati premiati per le loro eccezionali capacità diplomatiche, strategiche e oratorie, qualità che hanno permesso loro di emergere tra coetanei di altissimo livello, rappresentando con orgoglio la città dei Sassi in un contesto internazionale di grande rilievo.«Una grande soddisfazione per la nostra comunità – ha dichiarato l’assessore alle Politiche giovanili Giuseppe Casino –. Questi ragazzi sono esempio di impegno, intelligenza e passione. Il loro successo dimostra che la curiosità e la preparazione possono aprire orizzonti nuovi, anche oltre i confini nazionali. Ringraziamo i dirigenti scolastici e la professoressa D’Ercole, referente del progetto».Il Comune di Matera ha annunciato che inviterà presto i sei studenti a Palazzo di Città per consegnare loro un riconoscimento ufficiale, in segno di gratitudine per aver portato alto il nome della città nel mondo.

Il comprensivo di Matera conquista primo e secondo posto alla Borsa di studio “Amorosi” promossa dai Lucani di Trieste

Due studenti dell’istituto Pascoli premiati a Trieste MATERA. L’Istituto Comprensivo Pascoli di Matera torna a distinguersi a livello nazionale, conquistando il primo e il secondo premio al concorso indetto dall’Associazione culturale dei Lucani a Trieste, giunto alla dodicesima edizione e patrocinato dalla Commissione regionale dei lucani nel mondo.A trionfare sono stati due alunni della classe 3E della scuola di primo grado: Francesco Paolo Logoluso, vincitore del primo premio, e Barbara D’Elia, che ha ottenuto il secondo posto.

La commissione giudicatrice ha premiato la qualità e l’originalità dei loro lavori, presentati per la Borsa di studio intitolata alla professoressa Rossana Amorosi, docente della scuola “C. Stuparich” di Trieste, figura molto amata e ricordata.La cerimonia di premiazione della ventiduesima edi-

zione della Borsa di studio “Professoressa Rossana Amorosi” si è svolta il 24 ottobre presso il Circolo Unificato dell’Esercito “Villa Italia” di Trieste, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni locali e dell’Associazione dei Lucani. I giovani studenti materani erano accompagnati dalla docente Anna Lorè, che ne ha seguito il percorso creativo.Il lavoro di Logoluso, intitolato “Storia di mio nonno”, ha conquistato la giuria per la sua intensità narrativa e per la capacità di coniugare linguaggio cinematografico e memoria storica. L’autore, interpretando il ruolo del regista Francis Ford Coppola, ha raccontato le vicende del nonno Agostino, emigrato lucano negli Stati Uniti, ricreando atmosfere suggestive e ricche di significato attraverso immagini d’epoca e toni poetici.Il secondo

premio è andato a Barbara D’Elia con l’opera “Skyline Matera-Trieste”, un poster che, attraverso un forte linguaggio simbolico, affronta il tema dell’emigrazione come flusso naturale e inarrestabile, paragonato all’acqua. L’elaborato ha colpito la giuria per la profondità concettuale e la forza visiva, tanto da essere proposto come futuro logo ufficiale della Borsa di studio.Non sono mancati riconoscimenti speciali per altri due alunni della stessa classe:

Giovanna Serafino, con il fumetto “Nord-emigrato”, e Giuseppe Abbondanza, autore del video “Radici in movimento”, dedicato alla propria storia familiare di spostamenti tra Friuli Venezia Giulia e Basilicata.«La nostra scuola – ha dichiarato la dirigente scolastica Caterina Policaro – ha saputo cogliere l’importanza del concorso come occasione per rafforzare il legame tra i lucani nel mondo e l’amore per la terra d’origine. La sinergia con l’Associazione dei Lucani di Trieste è ormai consolidata e i successi dei nostri alunni testimoniano la qualità del lavoro svolto in classe».Un risultato che conferma la Pascoli di Matera come esempio di scuola capace di unire radici, creatività e apertura al mondo, nel segno della cultura e dell’identità lucana.

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Periscopio

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

A Potenza, l’inaugurazione guidata da Pittella segna entusiasmo e coesione. Ma Quaratino richiama la politica alla centralità della Cultura

Azione la nuova sede: entusiasmo politico e il silenzio della Cultura DI DINO QUARATINO

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ingrazio la redazione di Cronache Lucane per la libertà con cui mi permette di pubblicare le mie riflessioni:«Un segno raro, in tempi in cui la voce autonoma spesso viene confusa con la polemica.»

L’OUVERTURE IN VIA ISCA DEL PIOPPO C’è qualcosa di teatrale nel taglio di un nastro politico, come un sipario che si apre su una scena nuova, anche se i protagonisti li conosci già. È successo ieri,a Potenza, nella nuova sede regionale di Azione, dove la comunità lucana del partito si è ritrovata attorno a Marcello Pittella, commissario regionale e presidente del Consiglio della Basilicata. Tra volti sorridenti e strettedi mano, si respirava entusiasmo autentico, festa civile, e la volontà di “diventare partito pivotale” nel panorama regionale. “Pivotale”è parola elegante, da glossario tecnico: suona bene, ma rischia di dire tutto e niente.Mi piace però quando la politica osa ambire, perché senza ambizione nonsi costruisce nulla. L’energia positiva era palpabile, così come la genuina intenzione di fare squadra e tessere reti solide. Aprire una sede non è solo un gesto simbolico: è un atto di responsabilità collettiva in un contesto regionale complesso, dove i rapporti tra politica, istituzioni e società civile richiedono metodo, pazienza e capacità di ascolto. La nuova sede è anche metaforica: luogo in cui le idee possono incontrarsi e trasformarsi in azioni concrete. Pittella, il direttore d’orchestra Ogni partitura politica ha bisogno di un direttore capace di dare il tempo. Marcello Pittella ha questo dono: sa leggere il contesto, dosare le parole e calibrare gesti con precisione. Lo ha fatto parlando di organizzazione, presenza territoriale e costruzione di una classe dirigente nuova e diffusa. Ha scherzato sull’On.le Gianni Rosa (“un giocherellone”), dimostrando che il carisma autentico non ha bisogno di toni alti. Nutro per Pittella stima profonda, per la sua visione di lucano che conosce ferite e potenzialità della regione, che ha attraversato stagioni difficili senza cedere, e guida Azione con equilibrio, passione e pragmatismo. Anche quando sollevo dubbi o ironie, lo faccio con sentimento di fiduciae appartenenza. Il direttore d’orchestra politico tiene insieme diversità e sensibilità, creando armonia tra intenti spesso divergenti.

LA CULTURA: UN TEMA

SUONATO IN SORDINA Fra le parole pronunciate durante la serata, dialogo, condivisione, concertazione, mission, struttura; una sola è rimasta ai margini: Cultura. L’ha citata Piero Calò, neo segretario cittadino di Potenza, visibilmente emozionato. Una parola al volo, come se avesse fretta di non disturbare l’ordine del giorno.Bastava ricordare che la Cultura figura al quarto punto dell’accordo programmatico firmato da Pittella con Vito Bardi, quando Azione entrò nella coalizione di centrodestra. Quarto posto: una posizione onorevole ma lontana dal podio. Da allora, quella voce è rimasta sospesa. Forse non per disinteresse, ma per sovraccarico di urgenze. Tuttavia, se c’è un tema che non può restare “in attesa di lavorazione”, è proprio quello della Cultura, vita collettiva, identità e memoria.

LO SPETTACOLO DAL VIVO NON È UN PASSATEMPO Parlo di Cultura con una precisazione: da oltre quarant’anni me ne occupo in questa regione, e non come passatempo o secondo lavoro, ma come unica professione. Chi vive di Cultura sa che è un atto di resistenza civile prima ancora che artistica. Ho portato il teatro nei siti archeologici, nei palazzi della cultura, nei chiostri, nei cortili e nei teatri. Ho organizzato grandi concerti, come Ligabue al Pala Basento, e musica colta con Giovanni Allevi, Nicola Piovani, Cesare Picco, Roberto Cacciapaglia. E come dimenticare Roberto Benigni in eventi rimasti nella memoria collettiva.

Non solo spettacolo: dal 2000 ho gestito la biglietteria del Parco Storico Rurale della Grancia, primo in Italia, con la mia azienda a ottenere licenza di biglietteria automatizzata. Dal 2007 al 2011 sono stato amministratore delegato, volontario, contribuendo concretamente alla gestione del parco come luogo di cultura, storia e comunità. Anche qui ho imparato che la Cultura si costruisce con metodo, passione e continuità.Tante volte sono caduto, tante volte mi sono rialzato, ma la Cultura vera non è una spesa discrezionale: è politica pubblica necessaria. Si possono costruire mille rotatorie, ma se mancano luoghi dove mente e cuore si incontrano, una regione resta muta.

Tra il dire e il fare Ieri si respirava entusiasmo vero. La squadra è ampia, i ruoli definiti, la macchina organizzativa si muove. Ma la sfida sarà dare concretezza ai tavoli annunciati: trasformare documenti in azioni, azioni in risultati, risultati in fiducia. L’entusiasmo non basta se non diventa metodo. La buona

politica non è solo giovane, ma sa rinnovarsi senza perdere profondità. Azione, se vuole essere partito “pivotale”, dovrà misurarsi con la quotidianità dei territori e il valore di ogni scelta culturale, sociale ed economica.

UNA PICCOLA PROVOCAZIONE Non me ne vogliano Gli Azionisti: la parola Cultura dovrebbe comparire almeno una volta per paragrafo in ogni programma politico. Non come cornice, ma come motore. Invece resta “tema trasversale”, definizione elegante per dire “non prioritario”.

Eppure la Cultura è economia, formazione, turismo, identità, cittadinanza. Senza Cultura, la Lucania non è piccola: è muta. Fiducia e vigilanza Credo che Azione possa diventare partito di qualità, pensiero e concretezza che la Lucania attende. Credo che Pittella, con esperienza e sensibilità, saprà tenere insieme fili di una rete complessa di ambizioni e territori diversi. Ma la fiducia deve camminare accanto alla vigilanza. Anni di lavoro sul territorio insegnano quanto conti trasformare idee in azioni e quanto sia delicato il rapporto tra entusiasmo e metodo. Non significa rifiutare impegno diretto, ma saper osservare e misurare tempi e passaggi necessari per far funzionare le politiche culturali e sociali.

IN TEMPO DI ORCHESTRA Inaugurare una sede politica è come accordare strumenti prima del concerto: serve precisione, ascolto e pazienza. Poi bisogna suonare.

Mi auguro che la nuova sede non resti auditorium silenzioso, ma laboratorio di idee, dove la politica si confronta con la società e le voci dei territori trovano armonia.

Che Pittella continui a dare il tempo giusto, con capacità tutta lucana di coniugare ironia e visione. E che la Cultura torni a essere prima nota del pentagramma politico, motore di sviluppo, identità e coesione. Solo così la nostra regione smetterà di inseguire la musica de-

gli altri e comincerà a suonare la propria.

LA CULTURA COME RESPIRO VITALE Vivere di Cultura in Lucania significa affrontare sfide quotidiane.

Ho lavorato senza sosta per portare eventi nei luoghi più diversi.

Queste esperienze insegnano che la Cultura non è un optional: è ossigeno per creatività e partecipazione civica, investimento umano, economico e sociale. Senza questo respiro, ogni programma politico rischia di restare su carta.

TRA IMPEGNO PERSONALE E POLITICA Scrivere da iscritto ad Azione, pur mantenendo prospettiva critica e indipendente, non preclude il rispetto dei ruoli e dei tempi. Chi ha lavorato con fondi pubblici sa quanto sia importante equilibrio tra fiducia e vigilanza, iniziativa e metodo. La mia posizione chiarisce che ogni passo deve essere ponderato, perché conta continuità ed efficacia, non protagonismo. Azione, con la nuova sede e l’energia mostrata, ha grande opportunità:trasformare entusiasmo e promesse in politiche reali, dare sostanza alle parole e costruire una rete stabile di partecipazione. Pittella ha dimostrato capacità di visione ed equilibrio: ora spetta alla squadra e alla comunità trasformare energia in concretezza,ricordando che la Cultura è il cuore pulsante della regione. Mi auguro che questa riflessione serva a mantenere viva l’attenzione su ciò che davvero fa ladifferenza: spazi di incontro, formazione, espressione artistica, luoghi dove mente e cuore si nutrono, dove la Lucania può finalmente smettere di rincorrere la musica degli altri e tornare a suonare la propria. In fondo, come nel teatro, ogni scena politica ha bisogno di prove, cadute e riprese. L’importante è non abbandonare mai il palco, continuare a credere che la Cultura, quella vera, non è una comparsa di passaggio ma il protagonista silenzioso di ogni rinascita.

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Periscopio

giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

L’Amministrazione comunale e la Lucana Film Commission avviano il dialogo con la produzione. Le riprese previste nei primi mesi del 2026

Mel Gibson torna a Matera: primo incontro per il nuovo film nei Sassi U

n nuovo set internazionale si prepara a riaccendere i riflettori su Matera. Si è svolto ieri, nella sala del Sindaco, un incontro preliminare tra l’Amministrazione comunale, la Lucana Film Commission e i rappresentanti della produzione del prossimo film di Mel Gibson.

L’appuntamento ha segnato l’avvio di un confronto operativo in vista delle riprese, previste nei primi mesi del 2026 anche nella città dei Sassi.Durante la riunione sono stati affrontati i principali aspetti logistici e organizzativi, con particolare attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico di Matera. Centrale anche la volontà di coinvolgere operatori, maestranze e professionisti locali nella realizzazione del progetto cinematografico, per creare un

legame concreto tra la produzione e il territorio.L’Amministrazione comunale ha confermato la piena disponibilità a collaborare con la produzione e con la Film Commission, affinché il set si integri armoniosamente con il tessuto urbano e sociale della città.«Il ritorno di Mel Gibson a Matera era atteso da tempo» – ha dichiarato il sindaco Antonio Nicoletti –. «È una soddisfazione particolare accogliere il genio creativo di chi, con La Passione di Cristo, ha lanciato per primo questa città nel cinema mondiale contemporaneo. L’amministrazione sarà al fianco della produzione per garantire che ogni fase si svolga nel rispetto dei luoghi e della comunità materana».Sulla stessa linea la presidente della Lucana Film Commission, Margherita Romaniello: «La presenza di una

produzione di questo livello conferma la capacità attrattiva della Basilicata e di Matera come set cinematografico di rilievo internazionale. Stiamo lavorando per offrire alla produzione il massimo supporto tecnico e organizza-

tivo».L’incontro si è concluso con l’impegno delle parti a proseguire la collaborazione nelle prossime settimane, per definire nel dettaglio il programma delle attività e le modalità operative in vista dell’avvio delle riprese.

Nel castello federiciano storici, studiosi e artisti si confrontano sui temi che uniscono memoria, cultura e attualità della Basilicata

Melfi: il Medioevo torna a parlare al presente con il festival “Parole tra passato e presente”

S

tato, ospitalità, castelli, sacro, ambiente, falconeria, città, memoria, Mediterraneo, immagine, pace. Sono stati questi i temi al centro del festival “Parole, tra passato e presente” a cura del prof. Fulvio Delle Donne organizzato gli scorsi 24 e 25 ottobre nel castello federiciano di Melfi, in occasione delle Giornate Medievali e della Falconeria.

Realizzato in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Melfi e il Gruppo Falconieri "De Arte Venandi", il Festival si colloca tra le iniziative del progetto “Fantastico Medioevo” promosso dalla Presidenza della Giunta Regionale di Basilicata e coordinato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, in collaborazione con Apt Basilicata, Lucana Film Commission, Musei e Parchi Archeologici di Melfi e Venosa, Regione Normandia, con la direzione scientifica del prof. Fulvio Delle Donne.

Attraverso undici dialoghi, storici, giornalisti ed esperti di politica, teologia, economia, ambiente, archeologia e turismo si sono confrontati su temi chiavi di ieri e di oggi, parlando ad un pubblico variegato composto da studenti, visitatori, cittadini, appassionati, per riflettere su concetti che restano centrali nella nostra attualità e che trovano un punto di snodo nella grande storia normanna e sveva di cui la Basilicata è stata protagonista.

La proposta divulgativa del festival è stata inoltre arricchita dal concerto “Federico II e la musica del suo tempo. Dalle Laudi francescane ai canti d’amore, di primavera e di crociata di Trovatori e Minnesänger” della Micrologus Ensemble, un’occasione per conoscere forme poetico- musicali medievali piene di vitalità ancora oggi, arricchite di sonorità e timbri per i tanti strumenti musicali dell’epoca federiciana presentati nello spettacolo. «L’obiettivo del Festival è stato di riflettere su alcune parole-chiave e sul loro significato più profondo, attraverso la creazione di un “corto circuito” tra prospet-

tive ed esperienza assai diverse – afferma il prof. Fulvio Delle Donne. Volevamo stabilire un confronto diretto e costante tra passato e presente: credo che siamo riusciti pienamente a riportare l’attenzione su concetti che restano centrali nella nostra attualità e che trovano un punto di snodo nella grande storia normanna e sveva. È quella la stagione che fa della Basilicata, soprattutto tra XI e XIII secolo, un centro propulsivo di innovazioni culturali, ideologiche, sociali e politiche. È quella la stagione in cui fonda la civiltà che ancora oggi ci caratterizza».«Sulla scia del grande successo delle Lezioni di storia che in questi mesi abbiamo portato nei comuni del Vulture, - evidenzia Rita Orlando, manager culturale della Fondazione Matera Basilicata 2019 - il progetto Fantastico Medioevo ha voluto arricchire l’offerta delle Giornate medievali di Melfi chiamando a raccolta esperti provenienti da tutta Italia per discutere di temi che dal passato hanno i loro effetti nella contemporaneità, ma anche portando una proposta performativa, come già sperimentato durante il Festival di settembre, con l’obiettivo di raccontare la storia anche attraverso i linguaggi della musica e dell’arte. Un ringraziamento particolare va all’IIS Federico II di Svevia di Melfi che non ha voluto manca-

re questo appuntamento formativo per gli studenti, chiamati a riscoprire le proprie radici nei luoghi che hanno segnato la storia, così come gli allievi dei corsi di Archeologia medievale dell’Università degli Studi della Basilicata. Proprio alle giovani generazioni saranno dedicate diverse progettualità di Fantastico Medioevo in partenza nel nuovo anno». «La storia non è solamente un insieme di date e di eventi da leggere e da studiare – sottolinea il sindaco di Melfi, Giuseppe Maglione-. La storia ci insegna chi siamo e da dove veniamo e diventa motore di sviluppo sostenibile e di identità collettiva. La memoria quindi è una bussola che serve per orientarci oggi e indicarci le rotte di domani. Il Festival "Parole tra passato e presente" ha proprio lo scopo, attraverso la storia, di educare alla conoscenza, soprattutto le giovani generazioni. Un plauso al direttore artistico Prof. Fulvio Delle Donne per lo spessore degli argomenti trattati e per la professionalità e competenza dei relatori. Il progetto Fantastico Medioevo e le Giornate medioevali e della Falconeria accendono quindi i riflettori sul patrimonio normanno svevo di cui Melfi è custode ed erede di una grande storia che crea un ponte fra passato e presente e ci proietta verso il futuro, rendendo questa storia eterna».

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giovedì 30 ottobre 2025 www.lecronache.info

DA ENERGIE D I V E R S E, U N’E N E R G I A U N I C A.

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NUMERO 68

SETTEMBRE/OTTOBRE 2025

SGUARDI NEL FUTURO

LA SOSTENIBILITÀ PARTE DAI TERRITORI

Bimestrale - Anno 8° n. 68 settembre/ottobre 2025 Autorizzazione Tribunale di Roma n. 142/16 dell’11/07/2016 COMITATO EDITORIALE Antonio Candela, Stefano Carbonara, Francesco Castelli, Mario De Pizzo, Katia Grassi, Michele Greco, Mariateresa Labanca, Cinzia Pasquale, Emiliano Racano, Sergio Ragone, Cristiano Re, Lucia Serino, Davide Tabarelli, Rossella Tarantino, Francesca Zarri

SCENARI 03L’alleanza energetica 06La strategia va supportata 08Identità e industria

L’ALLEANZA ENERGETICA • P. 3

DIRETTORE RESPONSABILE Rita Lofano COORDINATRICE Clara Sanna REDAZIONE ROMA Evita Comes, Luigia Ierace, Simona Manna, Alessandra Mina, Serena Sabino, Francesca Santoro POTENZA Orazio Azzato, Ernesto Ferrara, Carmen Ielpo

SPECIALE LOCAL REPORT 12 La sostenibilità di Eni: 16 Eni in Basilicata 2024 un impegno che parte dai territori 28 Eni a Ravenna 2024

36Eni a Gela 2024

GELA Gioacchina Di Cataldo AUTORI Paolo Arrigoni, Francesca Ciardiello, Marco Margheri, Vito Verrastro.

LOCAL REPORT BASILICATA • P. 16

CONTATTI Roma: piazzale Enrico Mattei, 1 00144 Roma - Tel. 06.598.228.94 newsletter@orizzonti-basilicata.eni.com Potenza: Via V. Verrastro, 3c 85100 Potenza Tel. 0971 1945635 newsletter@orizzonti-basilicata.eni.com WEBSITE www.enibasilicata.it IMPAGINAZIONE: Imprinting, Roma Stampa: Tecnostampa srl via P. F. Campanile, 71 85050 Villa d’Agri di Marsicovetere (Pz) www.grafichedibuono.it

LOCAL REPORT RAVENNA • P. 28

LOCAL REPORT GELA • P. 36

BASILICATA

RAVENNA

48 Basilicata incubatore di comunità

54 Progetti Life: dalle paludi al mare

52 Quando la formazione informale diventa valore condiviso

GELA 56Macchitella Lab ora c’è PROGETTI LIFE: DALLE PALUDI AL MARE • P. 54

RUBRICHE

EDITORE Eni SpA www.eni.com

58AGENDA ottobre/novembre

Chiuso in redazione il 6 ottobre 2025

59COM’ERA IERI Buon compleanno Gela

Tutte le opinioni espresse su “Orizzonti” rappresentano unicamente i pareri personali dei singoli autori.

BASILICATA INCUBATORE DI COMUNITÀ • P. 48

COM’ERA IERI: GELA • P. 59

SCENARI

L’alleanza energetica MARCO MARGHERI

Europa, Italia, Stati Uniti devono cooperare. E il nostro Paese può giocare un ruolo importante nel ridefinire le priorità e il metodo della relazione transatlantica in campo energetico Il panorama energetico attuale non potrebbe essere più sfidante per l’Unione Europea. Le sfide geopolitiche toccano direttamente i confini europei dopo l’invasione russa dell’Ucraina, mentre le tensioni sul commercio internazionale obbligano la Commissione e i Governi UE a interrogarsi sulla propria dipendenza dall’estero riguardo alle filiere strategiche della transizione energetica e del digitale.

In questo quadro, gli Stati Uniti giocano oggi nel settore energetico per l’Europa – e per l’Italia – un ruolo nuovo. Da un lato, a partire dal 2022, sono diventati una fonte essenziale di sicurezza energetica attraverso le forniture di GNL che hanno consentito – prima durante l’emergenza e oggi in modo strutturale – di superare la dipendenza europea dalle forniture russe. Dall’altro, l’America rimane un ecosistema di riferimento per l’innovazione, lo sviluppo di nuove tecnologie, l’accesso al primo mercato del mondo dei prodotti e delle realizzazioni europee

(più di un dollaro su cinque di export europeo arriva dagli Usa, mentre meno di uno su dieci si genera in Cina). Torneremo sui rivolgimenti politici che, oggi, portano gli Stati Uniti a divergere profondamente dall’Unione europea riguardo agli impegni legati al clima e alle politiche di transizione energetica; tuttavia, come già in forme diverse si era verificato dopo le elezioni del 2016, gli attori finanziari, industriali e accademici americani rimangono interlocutori essenziali, se l’Europa vuole sviluppare catene del valore robuste nei settori più innovativi della transizione energetica (basti pensare al nucleare, alla fusione, alla cattura e rimozione del carbonio, al mondo dei biocombustibili avanzati, alla geotermia e – oggi – alla leadership americana nella “corsa” verso l’Intelligenza Artificiale e verso la costruzione delle catene energetiche che devono alimentarla).

Nel campo della sicurezza energetica, il quadro

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A partire dal 2022, le forniture di GNL degli Stati Uniti hanno rappresentato per l’Europa e per l’Italia una fonte essenziale di sicurezza energetica.

Marco Margheri

Presidente del WEC Italia, Margheri è USA International Relations Office SVP di ENI. È stato componente di diversi comitati e panel dell’industria energetica europea.

Tra le altre cose è stato Chair del Comitato Management e del Comitato Retail di Eurelectric ed è componente di diversi Panel e Comitati industriali, nell’ambito dell’Osservatorio Mediterraneo dell’Energia, dell’Energy Charter Treaty e della Comunità Energetica del Sud Est Europa.

non potrebbe essere più chiaro. A partire dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022, fu evidente che il sistema gas europeo avrebbe attraversato momenti drammatici. Dopo una relativa stabilità durata decenni, pur se con crisi, si arrivò da parte russa alla definitiva “weaponization” (l’uso ostile, quasi bellico) delle forniture energetiche, soprattutto di gas. In breve tempo, questo ha modificato in modo strutturale il sistema di equilibri che si era costituito a partire dal primo accordo sul gas firmato nel 1969. Se l’Italia ha potuto contare rapidamente su un sistema di infrastrutture e relazioni creato nei decenni (anche grazie alla presenza di Eni in paesi strategici nell Mediterraneo e in Africa sub-sahariana), ovunque in Europa (e in particolare in Germania) le forniture di GNL americano si sono rivelate essenziali. Anche dopo la vera e propria esplosione delle forniture americane nel 2022-2023, il gas proveniente da oltre oceano si è saldamente imposto come una fonte imprescindibile (nel 2024, il 45% del GNL europeo è arrivato dagli Stati Uniti). Dal punto di vista statunitense, la crescita delle relazioni con l’Europa ha consentito al paese di crescere sino a diventare il primo esportatore mondiale di GNL nel 2023 e consolidare una serie di progetti che porteranno il paese quasi

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a raddoppiare la capacità di esportazione già nel 2030; tra gli attori che hanno sottoscritto contratti di lungo termine per il GNL americano anche Eni, che ha concluso un importante accordo con Venture Global. Queste evoluzioni velocissime stanno sempre più evidenziando il bisogno di un nuovo quadro di relazioni bilaterali anche a livello istituzionale. Il Consiglio Energia UE-USA fu avviato nel 2009 grazie all’azione dell’ambasciatore Richard Morningstar e dell’allora Commissario Andris Piebalgs, ma non ha mai portato a un vero sistema di coordinamento di lungo termine, che ad oggi appare sempre più importante (basti pensare alla necessità di garantire stabilità alle forniture americane nel contesto delle politiche europee sulle emissioni di metano, o alle sfide di implementazione del CBAM, il meccanismo europeo per definire dazi legati al contenuto di carbonio di alcuni prodotti di importazione).

Con le ultime tornate elettorali e l’alternanza tra amministrazioni diverse, gli Stati Uniti hanno ripetutamente invertito le proprie posizioni sull’accordo di Parigi e sulle politiche multilaterali per il clima.

Oggi la linea americana privilegia crescita economica e sicurezza degli approvvigionamenti su ogni impegno legato alla lotta al cambiamento climatico.

L’Europa – e con essa l’Italia – ha invece un

SCENARI

quadro di obiettivi definito, benché la tempesta perfetta di crisi geopolitiche, spinte inflattive e ridisegno strategico delle catene del valore stia suggerendo a Bruxelles una seria ridefinizione degli strumenti e dei calendari. Le direttrici sembrano dunque divergere, con un’Europa ancora mobilitata sulle piattaforme multilaterali come la COP o i processi G7 e l’America, invece, intenzionata ad allontanarsi da ogni impegno vincolante. Tuttavia, anche in questo campo, la cooperazione non può e non deve interrompersi. È difficile immaginare, infatti, che il modello europeo di transizione energetica possa davvero attuarsi senza uno spazio transatlantico che aiuti nuove tecnologie a svilupparsi e diventare competitive; un esempio per tutti sono le nuove filiere del nucleare e degli SMR – Small Modular Reactors, o dell’energia da fusione (in cui Eni gioca un ruolo da primo attore, anche come investitore strategico in CFS - Commonwealth Fusion Systems, la prima società Usa nel settore della fusione privata). Anche l’Amministrazione è consapevole che una frammentazione dell’alleanza transatlantica non farebbe che rafforzare i grandi concorrenti internazionali (Cina in primis), anche se prevalgono ancora le complessità politiche legate alle politiche sul commercio internazionale e ai dazi. Nei prossimi

tre anni, quindi, va ridefinito il modello di cooperazione transatlantico: non potrà più essere guidato dai processi multilaterali, ma dovrà superare le tensioni di oggi e basarsi su condivisione di tecnologie, investimenti, cooperazione tra le energie migliori del settore privato. Se questo quadro di cooperazioni settoriali e di progetti industriali continuerà a svilupparsi, l’Italia avrà davanti a sé opportunità significative: seconda manifattura in Europa, ha competenze straordinarie in molti settori critici della filiera energetica, ha campioni nazionali con relazioni forti e storiche su entrambe le sponde dell’Atlantico (a partire proprio da Eni) e ha da tempo espresso una visione meno ideologica e più inclusiva sul percorso europeo di transizione energetica.

Inoltre, va ricordato un ulteriore tassello del mosaico transatlantico, in cui l’Italia gioca un ruolo essenziale: il rapporto con le altre aree del mondo e l’Africa in particolare. Non ci sarà una transizione energetica equilibrata e inclusiva senza che l’Africa possa trovare occasioni di sviluppo economico e umano e senza che si creino nuove condizioni nelle catene di fornitura strategiche. L’Africa è una fonte essenziale di minerali critici, che sono stati per decenni al centro dell’azione cinese sul continente, con la costruzione di infrastrutture, modelli di business e reti di relazione. Oggi i partner transatlantici possono offrire un’alternativa credibile solo se lavoreranno in modo coordinato. Un buon esempio su tutti è quello del Corridoio di Lobito, un progetto infrastrutturale che collega il cuore minerario dello Zambia e del Katanga (RDC) all’Atlantico angolano sostenuto da USA e UE. Si tratta di un vero progetto corale che consentirà occasioni di sviluppo e partnership all’Angola e ai paesi della regione (a partire dalla Repubblica Democratica del Congo).

L’Italia, anche con il Piano Mattei, ha giocato e gioca un ruolo importante nello sviluppo di una dinamica coordinata con Washington e, oggi, con l’Amministrazione Trump.

Su tutti gli aspetti delle politiche energetiche, quindi, l’Italia può giocare un ruolo importante nel ridefinire le priorità e il metodo della relazione transatlantica in campo energetico, sia direttamente sia in relazione con l’Europa. Senza una forte cooperazione in campo energetico, l’intera costruzione transatlantica rischia di essere messa a dura prova, sia nella relazione bilaterale sia nel rapporto con le altre aree del mondo.

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La strategia va supportata PAOLO ARRIGONI

L’Italia sta intraprendendo una profonda trasformazione della generazione energetica.

Per farlo ha bisogno di facilitazioni: il ruolo del GSE La transizione energetica del Paese necessita di elementi abilitanti e di facilitazioni per essere compiuta, e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), con oltre 30 meccanismi di incentivazione dedicati alle rinnovabili, all’efficienza energetica e alla mobilità sostenibile, oltre che attraverso il ruolo di soggetto attuatore di nove linee di investimento del PNRR (per un contingente totale di 16,2 miliardi di euro di contributi), si afferma, da società pubblica, in questi obiettivi. È infatti anche grazie all’azione del GSE che l’Italia ha potuto intraprendere una profonda trasformazione della generazione energetica nazionale, con l’obiettivo primario di ridurre la dipendenza energetica, aumentare la sua sicurezza e raggiungere gli impegni europei di decarbonizzazione. Un percorso che ha portato, al 30 giugno 2025, al raggiungimento di oltre 2 milioni di impianti di produzione di energia rinnovabile, con un ruolo trainante da parte del fotovoltaico.

I dati sull’incremento della potenza elettrica rinnovabile nel nostro Paese confermano questa dinamica positiva: l’installato è cresciuto progressivamente, da 1 GW di nuova potenza nel 2021 fino a 7,5 GW nel 2024, portando la potenza installata totale a fine anno a 74,5 GW. La lieve flessione registrata

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nel primo semestre del 2025 va imputata all'attesa per i nuovi bandi FER X (aperti tra luglio e ottobre), che hanno mostrato un’importante risposta degli operatori. La procedura FER X transitorio, che si è conclusa il 12 settembre, ha visto infatti la presentazione di ben 870 richieste, per quasi 12 GW di potenza. Un risultato che ha superato, in un solo appuntamento, la potenza assegnata attraverso le 16 procedure complessive del FER1 svolte in ben 4 anni.

Anche la procedura NZIA, aperta fino al 31 ottobre 2025, ha già fatto registrare dati incoraggianti, con manifestazioni di interesse per 3,16 GW che sono praticamente il doppio del contingente disponibile, pari a 1,6 GW. Questa energia rinnovabile prodotta sarà poi gestita attraverso CFD (Contratti per Differenza) ventennali che, oltre a contribuire al raggiungimento del target PNIEC di 131 GW al 2030, favoriranno la riduzione del peso degli oneri di sistema in bolletta, e assicureranno una maggiore stabilità dei costi energetici. Sempre nell’ottica di stabilizzazione dei prezzi, è stato inoltre definito il mercato dei PPA (Power Purchase Agreement), sul quale con il GSE forniremo la garanzia di ultima istanza.

La strategia energetica del Paese non può tuttavia

SCENARI Paolo Arrigoni da marzo 2023 è Presidente del GSE. È membro dell’Advisory Board dell’AIN (Associazione Italiana Nucleare) da dicembre 2023. Ha avuto diverse cariche politiche, tra cui l’elezione al senato per la prima volta nel 2013.

A giugno 2005 viene nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

prescindere dall’ottimizzazione dei consumi e dall’efficienza energetica, in particolare in ambito industriale. I nostri uffici, infatti, oltre a gestire strumenti fondamentali come il Conto Termico e i Titoli di Efficienza Energetica, sono attivamente impegnati nel supportare tutti i settori produttivi.

Sono stati infatti stipulati protocolli d’intesa con numerose associazioni dei settori Hard To Abate e sono state elaborate Linee guida dedicate alla decarbonizzazione dei processi industriali; le prime pubblicazioni, diffuse lo scorso 3 ottobre, sono infatti rivolte ai settori della siderurgia e del vetro.

Parallelamente poi, abbiamo sostenuto lo sviluppo della filiera produttiva del biometano, che riteniamo risorsa strategica, derivata dagli scarti agricoli e dai rifiuti organici. Questa fonte rinnovabile a impatto nullo non solo è fondamentale per la decarbonizzazione dei trasporti e dei settori industriali difficili da elettrificare, ma contribuisce in modo decisivo alla riduzione della dipendenza energetica del nostro Paese dall’estero.

La produzione di biometano in Italia sta per l’appunto registrando una crescita esponenziale, ed è passata da 51,7 milioni di smc nel 2019 a 440 milioni di smc nel 2024. Un risultato considerevole che va tuttavia confrontato con il più ambizioso

obiettivo di produzione previsto dal PNIEC al 2030, cioè 5 miliardi di smc l’anno.

Per favorire il raggiungimento di questo risultato sfidante ne abbiamo supportato lo sviluppo, attraverso le misure previste dai decreti ministeriali DM 2018 e DM 2022. Il bando DM 2018 ha visto ammessi 115 impianti (con capacità potenziale di 0,78 miliardi di smc), sostenendo la produzione per i soli trasporti tramite i CIC (Certificati di Immissione in Consumo). Con le cinque procedure competitive del DM 2022 (PNRR), sono stati invece assegnati quasi tutti i 2,37 miliardi di euro a 554 progetti, con una capacità potenziale di ulteriori 2,1 miliardi di smc.

Ma la transizione non si compie se non sono pienamente coinvolti i territori. Con il GSE infatti crediamo sia necessario sostenere le Pubbliche Amministrazioni – circa 6.300 enti in assistenza a fine 2024 – nell’attuazione dei piani energetici, e siamo impegnati in un’azione di promozione per diffondere tra i cittadini la cultura della sostenibilità.

Il nostro compito è anche quello di affiancare il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) nell’aggiornamento del PNIEC. Per assicurare il monitoraggio continuo del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, è stata quindi sviluppata la Piattaforma di Monitoraggio del PNIEC. Si tratta di uno strumento attraverso cui è possibile consultare le evidenze sull’efficacia delle politiche attuate in materia energetica. Perché senza dati non c’è razionalità, e senza una base solida e scientifica, non possiamo costruire una transizione giusta: sostenibile ambientalmente, sicura socialmente e accessibile economicamente.

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Identità e industria I territori italiani dove radici e sviluppo industriale convivono.

Basilicata, Gela, Ravenna: luoghi che oggi custodiscono competenze e opportunità per il futuro dell’energia FRANCESCA ZARRI Francesca Zarri è Presidente dell’OMC Med Energy 2025. È Responsabile delle attività Upstream di Eni in Italia.

Ha iniziato la sua carriera nel Cane a Sei Zampe nel 1997.

Il suo precedente incarico, sino a maggio 2024, è stato quello di Direttore Technology, R&D & Digital. È Presidente di Eniservizi, Consigliere in Assorisorse e componente del Consiglio Direttivo di Assolombarda.

Non esiste una risposta unica, valida per tutti e per ciascuna realtà geografica, per gestire quello che chiamiamo il “trilemma energetico”, cioè una transizione che assicuri allo stesso tempo la decarbonizzazione, la sicurezza della disponibilità di energia e l’accesso all’energia in modo economicamente sostenibile per tutta la popolazione mondiale.

Pertanto, occorre adottare, sia a livello di nazioni sia a livello di società energetiche, una strategia flessibile, adattabile, che miri a conciliare i tre diversi obiettivi e che sviluppi leve e modelli di bu-

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siness adatti ai differenti territori e settori coinvolti.

L’approccio di Eni al tema della transizione è da sempre pragmatico e tecnologicamente neutrale, perché crediamo profondamente che occorra ricercare un giusto mix di soluzioni, da prioritizzare e dispiegare in base alla loro maturità e alla loro oggettiva efficacia. Il nostro pragmatismo sul tema della transizione nasce dalla nostra storia e dalla nostra cultura. La nostra è una cultura del “fare”, profondamente radicata nella concretezza e nella ricerca continua di soluzioni efficaci ai problemi e di sistemi per trasformare sfide a volte apparente-

SCENARI

mente insormontabili in opportunità e valore.

Considerato quanto siano sfidanti gli obiettivi della transizione energetica, in Eni siamo convinti che la collaborazione tra aziende, istituzioni accademiche, stakeholder e territori sia fondamentale per il successo della sua attuazione. Il coinvolgimento degli stakeholder e il forte radicamento con il territorio garantiscono inoltre che la transizione energetica si realizzi in linea con le esigenze e le priorità della società, valorizzando il contributo del tessuto economico e culturale locale.

Ci sono luoghi in Italia che rappresentano la sintesi

perfetta tra identità territoriale e visione industriale.

Li potremmo chiamare i “territori dell’energia”, dove molti anni fa sono nate e si sono sviluppate le attività più tradizionali, quelle del settore oil&gas, generando nel tempo un tessuto dinamico di competenze e di relazioni che oggi costituisce un patrimonio immenso di opportunità per la trasformazione.

Un esempio tra tutti è Ravenna. Il suo territorio è stato e continua ad essere un riferimento nazionale e internazionale nel settore energetico, capace di

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coniugare competenza tecnica, spirito industriale e visione a lungo termine. Con la piena collaborazione di tutte le parti in gioco. Questa realtà si fonda su un tessuto di relazioni solide: alleanze tra imprese, istituzioni, università, associazioni di categoria e mondo del lavoro. È dentro queste connessioni che si genera valore, si trasforma la complessità in opportunità, si costruiscono nuovi modelli di sviluppo capaci di durare nel tempo, tenendo sempre i cittadini al centro.

L’IMPORTANZA DELLE SINERGIE LOCALI In un momento storico in cui le sfide energetiche si fanno sempre più globali, le sinergie locali possono fare la differenza. Perché è nei territori che si sperimenta, si innova, si crea occupazione e si dà forma concreta alla transizione, si umanizza la transizione.

Ravenna è l’esempio. Qui l’industria è parte integrante del tessuto sociale. Qui l’energia non è solo una questione tecnica, ma anche culturale, economica e identitaria. Il percorso che ha portato questa città a essere riconosciuta come capitale dell’energia italiana è fatto di competenze consolidate, di visione strategica, ma soprattutto di collaborazione tra attori diversi, che hanno saputo unire le forze per affrontare con ottimismo il cambiamento.

Il suo ruolo va ben oltre quello di un distretto industriale, è un sistema integrato che si distingue per il suo approccio equo e dinamico alla trasformazione e alla transizione energetica. Qui, il gas naturale, la generazione elettrica e progetti di avanguardia come “Ravenna CCS” – per stoccare CO2 nei giacimenti esauriti dell’Adriatico – si intrecciano per creare un modello di sostenibilità ed eccellenza tecnologica. Ravenna non è solo tecnologia: è un territorio che ha saputo trasformarsi, investendo nelle proprie risorse e competenze per diventare un esempio di resilienza e innovazione. È in questa città che si svolge l’OMC Med Energy Conference & Exhibition, di cui sono orgogliosa di essere Presidente, la conferenza e fiera di settore lanciata nel 1993 a Ravenna come evento nazionale per il settore oil&gas diventando poi negli anni una piattaforma strategica focalizzata sulla transizione energetica, con una centralità crescente nel Mediterraneo quale punto di riferimento per il dialogo e le sinergie in ambito energetico.

Un altro territorio dell’energia che sta vivendo un’importante transizione è l’area di Gela in Sici-

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lia. Qui la presenza delle attività nei settori tradizionali dell’energia e del petrolchimico è di lunghissima data, risale a oltre 60 anni fa. La trasformazione, iniziata nel 2014 con la firma di un Protocollo tra le istituzioni nazionali e locali, Eni e le parti sociali per lo sviluppo di un importante piano industriale di rilancio del territorio, vede oggi lo storico polo industriale diventare una bioraffineria e un centro di economia circolare, attraverso la produzione di biocarburanti sostenibili e la trasformazione di rifiuti organici. Gela è anche la base logistica per i progetti di sviluppo del gas nel Canale di Sicilia, che hanno un ruolo importante nella strategia di valorizzazione del gas naturale nazionale in chiave di sicurezza energetica e come fonte a basse emissioni. È necessario sempre di più favorire la costruzione di un dialogo continuo tra l’industria energetica e gli stakeholder, in primis le istituzioni, alimentando

SCENARI tamente connesso alla sua capacità di guardare avanti senza dimenticare le proprie radici, di evolvere senza perdere la propria identità. È l’energia che nasce dalle connessioni, dalle relazioni, dal lavoro condiviso. È il segno concreto che insieme si può fare molto di più.

un confronto che non si limita a osservare i cambiamenti, ma li anticipa, li guida e li racconta.

Occorre rimettere al centro i territori e le persone, valorizzare le competenze e ribadire con forza che la transizione energetica deve ripartire dalle comunità e dalle realtà produttive che ogni giorno contribuiscono, passo dopo passo, a costruirla.

La Basilicata è un altro territorio dove si è costituita un’importante filiera dell’energia, oggi competitiva sui mercati nazionali ed internazionali. La regione, che ospita il giacimento sulla terraferma più importante d’Europa, le attività di estrazione di idrocarburi sono affiancate da iniziative “non oil” che mirano a valorizzare le filiere tradizionali, come ad esempio quella agricola attraverso un progetto per la produzione di feedstock per biocarburanti per le bioraffinerie, senza entrare in competizione con la produzione “food”.

Oggi lo sviluppo sostenibile di un territorio è stret-

IL FUTURO NEI TERRITORI L’obiettivo per Eni è continuare a sviluppare le alleanze tra le persone, perché sono loro a fare la differenza, come attori del cambiamento. Credo infatti in una visione che integri l’innovazione con la sostenibilità e i territori con le loro particolarità e potenzialità.

I territori oggi possono trasformarsi in piattaforme di innovazione e dialogo, dove le comunità locali si intrecciano con le sfide globali per progettare soluzioni condivise. In questo processo, le competenze del territorio giocano un ruolo centrale: frutto di decenni di esperienza, rappresentano un patrimonio inestimabile che, unito a nuove alleanze e progetti collaborativi, rende possibile immaginare un futuro economico sostenibile aperto a soluzioni di respiro internazionale. I territori dove è nato e si è sviluppato il settore energetico in Italia, come Ravenna, Gela e la Basilicata, ci insegnano che il futuro si costruisce partendo dalle radici, valorizzando le eccellenze locali, ma aprendosi sempre al mondo.

Questi territori possono avere l’ambizione di diventare un laboratorio per creare benessere condiviso, un’occasione per tradurre le sfide in opportunità e progettare insieme il domani. Al centro di tutto, un messaggio chiave: per guidare la trasformazione energetica dobbiamo investire nelle competenze. Innovazione e progresso possono prosperare solo quando le persone hanno le capacità, gli strumenti e la visione per guidare il cambiamento. È questa la vera eredità che questi territori ci offrono: un modello in cui le competenze sono il motore della trasformazione e la trasformazione è la chiave per il progresso. Per fare questo dobbiamo unire le forze di tutti gli attori del settore: dalle piccole e medie imprese ai grandi distretti industriali, dalle istituzioni alla ricerca, dai cittadini, alla finanza privata fino ai media e alla pubblica amministrazione. I territori dell’energia italiani hanno le capacità e le potenzialità per essere modello di questa nuova alleanza.

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SPECIALE LOCAL REPORT LA SOSTENIBILITÀ DI ENI: UN IMPEGNO CHE PARTE DAI TERRITORI 12

FRANCESCA CIARDIELLO Parlare di sostenibilità oggi significa confrontarsi con una delle sfide più complesse e decisive del nostro tempo: una sfida che non riguarda solo il futuro, ma che richiede fin da ora una visione chiara e una strategia concreta per affrontare le urgenze del presente Per Eni non è uno slogan, ma un percorso che coniuga tre dimensioni fondamentali: economica, sociale e ambientale. È una visione che guida ogni attività, dalle strategie globali fino ai progetti sviluppati nei territori, perché è proprio nei territori che la transizione energetica prende forma concreta.

Come dal modello di business, la presenza di Eni si dipana lungo tutta la catena del valore dell’energia, dall’esplorazione alla produzione, dalla raffinazione ai prodotti chimici, fino alla fornitura di energia e servizi ai clienti finali, coniugando una solidità industriale a un approccio innovativo e flessibile. Da un lato, le società satellite nate per valorizzare al meglio singoli business, dall’altro un investimento costante in tecnologie proprietarie e partnership strategiche. Ma ciò che rende questo modello distintivo è la capacità di integrare sin dall’inizio i principi di sostenibilità, traducendoli in azioni tangibili e risultati concreti per le persone e i territori. Negli ultimi anni la sostenibilità è diventata

infatti una leva strategica che orienta le scelte industriali, gli investimenti e i modelli di sviluppo. È un cambio di prospettiva profondo, che non riguarda più soltanto il “come” si produce, ma anche il “cosa” si decide di produrre. È per questo che abbiamo definito cinque leve, cinque direttrici che orientano e definiscono la strategia di Eni: la neutralità carbonica, la protezione dell’ambiente, il valore delle persone, le alleanze per lo sviluppo e la sostenibilità nella catena del valore. Il modello di business di Eni integra queste cinque direttrici facendo leva sullo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative e sul processo di digitalizzazione. Nell’attuazione di tale modello, Eni garantisce il rispetto dei diritti umani nell’ambito delle proprie attività e ne promuove il rispetto presso i propri partner e stakeholder, perseguendo inoltre un’operatività improntata ai valori di responsabilità, integrità e trasparenza.

IL VALORE DELLA REPORTISTICA La sostenibilità non si racconta solo attraverso i numeri, ma anche con storie e testimonianze che mostrano l’impatto reale sui territori e sulle persone: per noi in Eni rendicontare significa aprire uno spazio di dialogo e trasparenza con i nostri stakeholder. Ecco perché pubblichiamo ogni anno Eni for – A Just Transition il report volontario che approfondisce il nostro contributo a una transizione energetica giusta in aggiunta alle informazioni e ai dati che dobbiamo comunicare nella Relazione Finanziaria Annuale in risposta a specifiche richieste normative (la Rendicontazione di Sostenibilità in conformità con gli European Sustainability Reporting Standards). Eni for vuole essere un racconto trasparente per condividere casi concreti e voci dirette di chi partecipa a questo percorso: lavoratori, fornitori, comunità locali, clienti e stakeholder di ogni livello, con l’obiettivo di creare valore condiviso e contribuire agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

A questa narrazione globale si affiancano i local report, strumenti volontari che raccontano in maniera più immediata come i principi della sostenibilità prendano forma a livello locale, sia in Italia che in altri paesi di presenza nel mondo (quest’anno fra gli altri Mozambico e Costa d’Avorio). Ogni report è un’occasione di dialogo con le comunità e le istituzioni, per condividere risultati e obiettivi e per rafforzare il legame con i territori che ospitano

IN ITALIA QUEST’ANNO ABBIAMO PRESENTATO I REPORT DEDICATI A RAVENNA, GELA, LA BASILICATA: LUOGHI CHE NEGLI ANNI HANNO RAPPRESENTATO SNODI FONDAMENTALI DELLA STORIA ENERGETICA DEL PAESE E CHE OGGI SONO LABORATORI DI INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE DELLA TRANSIZIONE

le nostre attività e raccontare come la strategia globale prende forma concreta.

I TERRITORI COME LABORATORI DI TRANSIZIONE Siamo fortemente convinti che la sostenibilità non sia un concetto astratto calato dall’alto, ma un processo che si costruisce insieme ai territori. In Italia, quest’anno abbiamo presentato i report dedicati a Ravenna, Gela, la Basilicata: luoghi che negli anni hanno rappresentato snodi fondamentali della storia energetica italiana e che oggi sono laboratori di innovazione e sperimentazione della transizione.

A Ravenna, polo industriale e centro di competenze riconosciuto a livello internazionale, progetti come il carbon capture and storage (CCS) nell’Adriatico si affiancano alla produzione di gas naturale e alla generazione elettrica, trasformando la città in un hub della sostenibilità. Qui l’energia è parte integrante dell’identità locale: università, imprese, istituzioni e mondo del lavoro collaborano per generare valore condiviso, rendendo Ravenna un modello di resilienza e di innovazione. Attraverso un dialogo costante con gli stakeholder del territorio, promuoviamo un confronto aperto sulle opportunità e le sfide della transizione energetica, individuando percorsi comuni per una crescita equa e inclusiva.

Le iniziative avviate puntano a rafforzare il legame

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Francesca Ciardiello

È Responsabile Sviluppo Sostenibile di Eni dal 2023. Si occupa della gestione della relazione tra l’azienda e gli stakeholder sul territorio, in Italia e nel mondo. In Eni da circa 20 anni, Francesca ha ricoperto posizioni di responsabilità crescente nell’ambito della sostenibilità, degli scenari e delle relazioni internazionali.

con la comunità, con progetti dedicati alla formazione, al supporto per le donne vittime di violenza, alla sicurezza e alla tutela dell’ambiente marino e costiero, in un’ottica di sviluppo sostenibile e di lungo periodo.

A Gela, il percorso di riconversione industriale ha visto la nascita di una bioraffineria che attraverso progetti di economia circolare produce biocarburanti a partire da materie prime di origine biologica, prevalentemente materie prime di scarto come oli esausti da cucina, grassi animali e residui dell’industria agroalimentare, o anche l’avvio della produzione di gas dei giacimenti Argo e Cassiopea, il più importante progetto di sviluppo sul territorio italiano, nell’ambito della strategia di Eni di valorizzazione del gas naturale nazionale in chiave di sicurezza energetica e come fonte a basse emissioni. Tante le iniziative raccontate nel local report: progetti in ambiti diversi, dalla cultura all’educazione, fino al sostegno alle categorie più vulnerabili della società, con l’obiettivo di favorire il benessere collettivo e lo sviluppo della comunità e far diventare così la Sicilia protagonista della strategia di decarbonizzazione e di sicurezza energetica nazionale.

In Basilicata, la filiera energetica convive con iniziative per il sostegno all’innovazione e all’imprenditoria locale, come Basilicata Open Lab, il programma realizzato da Eni Joule - la Scuola di Eni per l’impresa, e con progetti agricoli anche con l’obiettivo di produrre feedstock per le bioraffinerie senza entrare in competizione con la produzione alimentare. È un esempio di come industria e territorio possano coesistere e crescere insieme.

IL VALORE DEL DIALOGO La costruzione di valore sostenibile passa anche

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attraverso un dialogo costante, trasparente e, a volte, complesso con un’ampia gamma di stakeholder. Le relazioni con comunità locali, istituzioni, società civile e investitori ESG non sono solo una parte della strategia di Eni ma ne costituiscono il fondamento per la co-creazione di percorsi di sviluppo. Perché la transizione è davvero giusta solo se capace di tenere conto delle priorità sociali ed economiche delle comunità coinvolte. Una transizione energetica, infatti, può definirsi "giusta" solo se affronta attivamente le priorità e le preoccupazioni socio-economiche dei territori che attraversa, gestendo la complessità della riconversione industriale e la salvaguardia occupazionale.

Oggi più che mai i territori italiani sono laboratori di questa visione. Si pensi alla trasformazione delle raffinerie tradizionali, come quelle di Gela e Porto Marghera, in bioraffinerie, o allo sviluppo di progetti di cattura e stoccaggio della CO2 come a Ravenna.

In questi contesti, l’innovazione tecnologica si innesta su un patrimonio di competenze ingegneristiche e industriali storiche, trasformando un’identità

locale in un motore per soluzioni energetiche di portata globale.

La sfida è ambiziosa e intrinsecamente complessa: non si tratta solo di conciliare sostenibilità ambientale, inclusione sociale e competitività economica come tre pilastri separati, ma di integrarli in un modello di business resiliente. Questo significa, ad esempio, che un progetto industriale deve essere valutato non solo per l’energia prodotta e le tonnellate di CO2 evitate, ma anche per la sua capacità di creare una filiera locale e di offrire programmi di formazione per nuove competenze. Affrontare questa sfida è possibile solo mettendo a sistema risorse finanziarie, know-how tecnologico e capitale umano in partnership strategiche con università, centri di ricerca e imprese del territorio.

La sostenibilità per Eni, quindi, non è un punto di arrivo, ma un percorso continuo fatto di responsabilità, di innovazione continua, di confronto e di costruzione di opportunità che parte dai territori e guarda al mondo.

ABBIAMO DEFINITO CINQUE LEVE, CINQUE DIRETTRICI CHE ORIENTANO E DEFINISCONO LA STRATEGIA DI ENI: LA NEUTRALITÀ CARBONICA, LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE, IL VALORE DELLE PERSONE, LE ALLEANZE PER LO SVILUPPO E LA SOSTENIBILITÀ NELLA CATENA DEL VALORE

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LOCAL REPORT

BASILICATA MESSAGGIO AGLI STAKEHOLDER EMILIANO RACANO Responsabile del Distretto Meridionale

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Ad una crisi si reagisce, nell’immediatezza, con lo sforzo di ridurne l’impatto. Ma chi ha gli strumenti e la riserva d’esperienza per cogliere nelle tracce di un cedimento i segnali del cambiamento, avrà anche la possibilità di progettare il nuovo, accompagnando la transizione. È quello che abbiamo fatto negli ultimi anni, obbligati a reagire – con competenza, passione umana e civile – alla tempesta perfetta della Storia che ha messo in discussione la sicurezza internazionale, la sicurezza sanitaria, la sicurezza energetica e l’equilibrio climatico. L’impatto di tutto ciò, in un mondo globalizzato, non ha risparmiato la Basilicata dove Eni è presente, con impegno costante, da oltre trent’anni.

Il calo fisiologico della parabola vitale di alcuni pozzi del giacimento Val d’Agri non ha pregiudicato le pro-

BASILICATA LOCAL REPORT spettive future legate alle nuove produzioni in via di autorizzazione, fondamentali per le attività aziendali. Attività che continueranno a contribuire allo sviluppo locale delle comunità in cui opera Eni, in un costante confronto con le istituzioni e gli stakeholder, per il mantenimento di quel rapporto di valore improntato al lungo periodo, il cui anello centrale sono e restano le persone. È per questo che, nonostante gli inevitabili effetti delle incertezze di sistema, il nostro impegno è stato quello di non scalfire le opportunità sociali finora garantite. Il grande sforzo fatto dal Distretto Meridionale di Eni sui livelli occupazionali, con un impatto positivo sull’economia della regione e dell’area della Val d’Agri, è la prova della responsabilità e della vocazione territoriale della nostra compagnia, attestata dai numeri: sono state 3.266 le unità lavorative dell’indotto direttamente coinvolte nelle operazioni del distretto durante il 2024, che si sono aggiunte ai 470 dipendenti diretti del distretto stesso.

Parliamo di oltre 3.700 risorse, un numero in costante crescita negli anni, costituito per quasi il 70% da uomini e donne residenti in Basilicata e per oltre l’80% da lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato.

Siamo oggi una comunità di persone unita dagli stessi valori, oltre che dal lavoro, integrata nel contesto delle attività sociali che contribuiamo a promuovere.

Una comunità che è il nucleo centrale del nostro raggio di dialogo, confronto e co-progettazione con i principali attori istituzionali. Significativo il supporto collaborativo durante l’esecuzione dei progetti a carattere non estrattivo come da accordi con la Regione Basilicata. Non solo. Giorno dopo giorno abbiamo saputo intercettare le istanze del territorio per costruire un’alleanza per lo sviluppo e delle reti sociali con innesti nuovi su solidità tradizio-

nali, rafforzando lo scambio tra esperienza e ricerca, tra competenze locali e modelli di innovazione.

Ma la nostra presenza in Basilicata non può prescindere dalle macro-direttrici della strategia di Eni nel mondo: un modello di business che mira ad incrementare la competitività del sistema produttivo, la sostenibilità ambientale e sociale e una giusta transizione. Eni sta affrontando le sfide poste in essere da un panorama energetico sempre più complesso e in rapida evoluzione con una strategia che punta alla riduzione progressiva dell’impatto emissivo direttamente e indirettamente associato all’attività d’impresa, offrendo al contempo prodotti energetici ai propri clienti.

In questo contesto, l’incremento della produzione al quale stiamo lavorando in Basilicata non può prescindere da un rigoroso rispetto delle norme in materia di tutela ambientale con una particolare attenzione ad un uso più efficiente delle risorse naturali, come l’acqua, al contenimento delle emissioni, alla gestione dei rifiuti, alla tutela della biodiversità e ai servizi ecosistemici.

Complessivamente, tutte le attività di Eni in Basilicata sono pienamente inserite nel piano per la neutralità carbonica al 2050. La politica di efficienza energetica del Distretto Meridionale passa per programmi che rispondono a questo obiettivo: decarbonizzare l’energia di sempre.

Nelle pagine a seguire troverete i dettagli di questa sfida. Il Report locale di Sostenibilità “Eni in Basilicata” è uno strumento di trasparenza e al tempo stesso di dialogo partecipato con la comunità che ci accoglie.

Anche un punto e a capo per proseguire le attività. Risponde a un dovere di accountability, ma prima ancora è il segno tangibile del patto di fiducia che Eni ha costruito con il territorio.

Il Local Report è stato pubblicato il 25 agosto 2025.

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34,4 MIGLIAIA DI BARILI DI PETROLIO/GIORNO è la produzione di idrocarburi media giornaliera del Centro Olio Val d’Agri nel 2024.

LA REALTÀ PRESENTE IN BASILICATA Le prime attività di esplorazione per la ricerca di idrocarburi in Basilicata risalgono agli inizi degli anni ‘80, mentre la fase di sviluppo è cominciata a partire dal 1990. Attualmente la gestione delle operazioni di estrazione di petrolio e gas naturale in Basilicata è affidata a:

IL DISTRETTO MERIDIONALE DI ENI

2,43 MILIONI DI Sm3 DI GAS/GIORNO è la produzione di gas media giornaliera del Centro Olio Val d’Agri nel 2024.

Fonte: Local Report Basilicata 2024.

Tutti i dati si riferiscono all’anno 2024.

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Il Distretto Meridionale (DIME), istituito nel 2008 a Viggiano, presidia tutte le attività di esplorazione e produzione di petrolio e gas naturale in Basilicata e in Puglia. Nello specifico, è nello sviluppo del giacimento Val d’Agri, ad oggi il più grande giacimento di petrolio onshore in tutta l’Europa Occidentale, che si concentrano le attività operative. L’impianto cardine delle attività del DIME è il Centro Olio Val d’Agri (COVA), in esercizio dal 2001, al cui interno vengono trattati gli idrocarburi estratti dal giacimento lucano della Val d’Agri.

In alto, una stazione di controllo all’interno del COVA. Qui sopra, l’antico Convento di Viggiano, dove ha sede il Distretto Meridionale di Eni.

BASILICATA

NEUTRALITÀ CARBONICA AL 2050: I PROGETTI

LOCAL REPORT

LA POLITICA ENERGETICA DEL DIME In ottica di perseguire gli obbiettivi di efficientamento energetico, il Distretto Meridionale monitora gli impatti diretti ed indiretti di tipo prestazionale-economico ed ambientale legati all’utilizzo dell’energia.

IL PIANO DI EFFICIENZA ENERGETICA In collaborazione con le funzioni HSEQ centrali e nell’ottica di una responsabile gestione delle emissioni, Eni si impegna a redigere un Piano di efficienza energetica per l’implementazione di iniziative volte alla diminuzione dei consumi dell’impianto, attraverso l’ottimizzazione dell’operatività e delle prestazioni energetiche.

Il calcolo delle emissioni potenzialmente evitate, associate ad ogni iniziativa e mensilmente rendicontate, viene effettuato in accordo ad istruzioni operative aziendali.

I NUOVI PROGETTI DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO NEL COVA Tra i progetti di efficientamento energetico, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025 c’è stata la sostituzione dei bruciatori delle due caldaie ausiliarie con sistemi più efficienti, registrando una riduzione delle emissioni di NOx e CO2, oltre ad ottenere un aumento del rendimento delle caldaie di circa il 5%.

124 MIGLIAIA DI TONNELLATE LE EMISSIONI DI CO2eq.

EVITATE NEL 2024

45

-

%

è la riduzione delle emissioni di NOx a seguito degli interventi di sostituzione dei bruciatori nelle 2 caldaie del COVA.

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PROTEZIONE DELL’AMBIENTE GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA

0,42 Mm3 I PRELIEVI IDRICI NEL 2024.

I prelievi idrici di acqua dolce del Distretto Meridionale in Basilicata provengono principalmente dalla rete acquedottistica e vengono utilizzati per uso domestico, per antincendio e per finalità industriali. Nel 2024 i prelievi idrici sono risultati pari a 0,42 Mm3.

A partire dall’agosto 2024, Eni ha reso operativo un impianto di produzione di acqua demineralizzata da trattamento delle acque prelevate dalla rete idrica locale, progetto che prevede di ridurre l’impatto ambientale mediante una maggior autonomia nella produzione di acqua demineralizzata diminuendo le emissioni correlate al trasporto su strada.

RIFIUTI Nel 2024, presso i siti in Basilicata, sono state prodotte circa 515 mila tonnellate di rifiuti da attività produttive, in aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Il trend è principalmente riconducibile all’incremento delle acque di produzione. Nell’anno, inoltre, sono state recuperate e riciclate 25,63 mila tonnellate di rifiuti.

25,63 MIGLIAIA DI TONNELLATE è la quantità di rifiuti prodotti e riciclati nel 2024.

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BASILICATA LOCAL REPORT

VALORE DELLE NOSTRE PERSONE OCCUPAZIONE

3.700

Nel 2024, la forza lavoro di Eni in Basilicata ammonta a 470 persone, mantenendo sostanzialmente stabile la presenza sul territorio. A queste si sono aggiunte le 3.266 unità lavorative dell’indotto direttamente coinvolte nelle operazioni del distretto1, per un totale di oltre 3.700 risorse, costituito per quasi il 70% da uomini e donne residenti in Basilicata e per oltre l’80% da lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato.

CIRCA LE RISORSE COINVOLTE NELLE OPERAZIONI DEL DISTRETTO • 470 dipendenti Eni • 3.266 unità lavorative dell’indotto

RICADUTE SOCIO-ECONOMICHE SUL TERRITORIO

10,6 42,4 21,3 7,5 MILIARDI DI EURO

MILIONI DI EURO

MILIONI DI EURO

MILIONI DI EURO

è il totale di risorse economiche (di cui 6,44 miliardi di euro in quota Eni) movimentate dal 1996 fino a dicembre 2024 dalla presenza di Eni in Basilicata, attraverso soprattutto le attività del Distretto Meridionale.

le royalties in quota Eni versate alla Regione Basilicata nel 2024.

le royalties in quota Eni versate allo Stato nel 2024.

le royalties in quota Eni versate ai sei Comuni interessati dalle attività petrolifere.

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L’analisi degli occupati

indiretti nella catena di fornitura di Eni, condotta dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, si riferisce alla rilevazione relativa all’anno 2023.

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1,03 TRIR (infortuni registrabili/ ore lavorate) x 1.000.000 del COVA.

214 ESERCITAZIONI DI EMERGENZA

SICUREZZA SUL LAVORO Nel 2024 sono stati confermati da Eni gli sforzi volti a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro al fine di tutelare l’incolumità dei propri dipendenti e contrattisti, in ogni circostanza. L’indice di frequenza degli infortuni totali registrabili (TRIR) della forza lavoro del DIME in Basilicata è stato uguale a 1,03, in miglioramento rispetto al valore del 2023, pari a 1,66. Nel corso del 2024, al DIME si sono svolte 212 esercitazioni di emergenza di primo livello, 1 di secondo livello e 1 di terzo livello.

PRINCIPALI INIZIATIVE DI SICUREZZA PATTO PER LA SICUREZZA E L’AMBIENTE L’iniziativa, volta a rafforzare la cultura della sicurezza e a perseguire l’obiettivo “Zero infortuni”, partita nel 2022 prosegue anche nel 2024, promuovendo una responsabilità condivisa nella diffusione della cultura della sicurezza e della salvaguardia ambientale.

SMART SAFETY A partire dal 2018, introduzione nell’ambito del programma Eni “Digital Transformation” di dispositivi comunicanti con una rete network per la gestione della sicurezza dei lavoratori, chiamati “Smart Badge”.

INIZIATIVA STOP WORK AUTHORITY DRILL FOCUS ON La Stop Work Authority (SWA) è uno strumento chiave che consente ai lavoratori di interrompere immediatamente un’attività quando vengono riscontrate condizioni non sicure.

L’iniziativa mira a responsabilizzare il personale, promuovendo un approccio attivo alla sicurezza.

Le sessioni formative prevedono simulazioni pratiche in cui vengono riprodotte violazioni intenzionali, così da esercitare l’applicazione della SWA in contesti realistici.

2.144 i servizi sanitari erogati in Basilicata nel 2024.

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SERVIZI SANITARI Eni si impegna a tutelare l’intera popolazione aziendale, comprendendo le attività di Medicina del Lavoro, Igiene occupazionale, Medicina del viaggiatore, Assistenza ed emergenza medica, Promozione della salute e Tutela e promozione della salute delle

comunità. In Basilicata, anche nel 2024 Eni ha portato avanti attività a tutela della salute dei lavoratori in relazione all’ambiente di lavoro, alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa e ai fattori di rischio professionali.

BASILICATA

ALLEANZE PER LO SVILUPPO NUOVO PROTOCOLLO D’INTENTI TRA ENI, SHELL E REGIONE BASILICATA Prosegue l’impegno nell’ambito del “Nuovo Protocollo d’Intenti della Concessione Val d’Agri” tra Eni SpA, Shell Italia E&P S.p.A. e la Regione Basilicata, con la finalità di promuovere iniziative di sostenibilità ambientale e lo sviluppo regionale. Le principali misure previste nel periodo 2020-2029 riguardano la fornitura di gas proveniente dal giacimento alla Regione per un ammontare di circa 160 milioni di Sm3 all’anno (pari a circa il 10% della produzione gas della Val d’Agri), la corresponsione di una compensazione pari a 1,05 euro per ogni barile prodotto e la realizzazione di progetti di sviluppo nell’ambito della tutela del territorio, della transizione energetica e dello sviluppo più sostenibile. L’impegno di risorse complessivo per tali iniziative è di 190 milioni di euro (115,9 milioni di euro in quota Eni), di cui 100 milioni di euro per progetti proposti e realizzati dalla Regione e 90 milioni di euro per progetti realizzati dai Contitolari Eni e Shell.

LOCAL REPORT

13,9 MILIONI DI EURO sono stati versati nel 2024 alla Regione Basilicata, complessivamente da Eni e Shell (di cui 8,5 milioni di euro versati da Eni), in funzione della produzione annua di barili di olio, nell’ambito dell’Accordo Olio.

125,2 MILIONI DI EURO sono stati versati nel 2024 alla Regione Basilicata, complessivamente da Eni e Shell (di cui 76,4 milioni di euro versati da Eni), nell’ambito dell’Accordo Gas.

PROGETTI NON OIL Tra le iniziative a carattere non estrattivo realizzate sul territorio lucano nell’ambito del Protocollo:

l il PROGETTO BASILICATA ELECTRIC REGION, che prevede la creazione di una rete di infrastrutture di ricarica elettrica sul territorio regionale: a fine 2024, si contano 48 Comuni lucani contrattualizzati per l’installazione di 71 colonnine; l BASILICATA OPEN LAB, il programma realizzato da Eni Joule - la Scuola di

Eni per l’impresa, in collaborazione con Shell Italia E&P, per il sostegno all’innovazione e all’imprenditoria locale: nel 2024 si è avviata la seconda edizione. Nell’ambito della prima edizione sono stati erogati grant per 240 mila euro a 9 aziende e 6 startup vincitori di Entrepreneurship Award e di Co-Innovation Award.

l il PROGETTO AGRI HUB BASILICATA: nel maggio 2024, è stata avviata la Fase dimostrativa con l’emissione di 2 avvisi pubblici (uno a maggio e

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33,6 MILIONI DI EURO è l’impegno di spesa complessivo nel 2024 (di cui 22,9 in quota Eni) per le iniziative a carattere non estrattivo (attività definite nell’ambito dei progetti approvati dalla Regione Basilicata).

518 MILIONI DI EURO sono stati spesi dalla joint venture Val d’Agri complessivamente (di cui 318 milioni di euro da Eni) dalla firma del Protocollo al dicembre 2024.

uno a ottobre) da parte dell’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura (ALSIA), per la selezione di aziende agricole interessate alla coltivazione di girasole e di colza.

Sono state coinvolte in tutto 17 aziende agricole per una superficie complessiva di oltre 60 ettari di terreni marginali su tre macroaree geografiche (Lavellese-Melfese, Val d’Agri e Valle del Sinni).

l il PROGRAMMA DI RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE, realizzato in collaborazione con Shell Italia E&P e affidato alla Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM).

l il PROGETTO ENERGIE RINNOVABILI per la sostenibilità del settore idrico lucano: prevede la produzione di energia da impianti fotovoltaici al servizio del gestore del sistema idrico regionale, con l’intento di contribuire all’autonomia e alla maggiore sostenibilità energetica delle strutture locali, per una potenza installata complessiva di 49 MWp (realizzati in cofinanziamento con Shell). Nel febbraio 2024 è stato sottoscritto con Acquedotto Lucano un contratto di somministrazione “ponte” per l’erogazione di elettricità da fonte rinnovabile a prezzo calmierato.

ENERGY VALLEY Nel 2024, il DIME ha continuato a sostenere il programma di riqualificazione territoriale “Energy Valley”. Il progetto, avviato nel 2019, è finalizzato allo sviluppo di iniziative innovative in ambito agricolo e agritech, di monitoraggio ambientale all’avanguardia e di maggiore sostenibilità per valorizzare le aree adiacenti al COVA, anche grazie al coinvolgimento di agricoltori, agronomi e stakeholder locali. Tra le varie progettualità ricomprese nell’iniziativa:

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Agrivanda nel periodo di massima fioritura della lavanda, principale coltura officinale presente nel campus agricolo sperimentale.

l PROGETTO CENTRO AGRICOLO DI SPERIMENTAZIONE E FORMAZIONE (CASF) Un progetto che si sviluppa nei terreni adiacenti al COVA, con l’obiettivo di valorizzare le aree marginali e favorire la promozione di un’agricoltura più sostenibile e redditizia.

BASILICATA LOCAL REPORT

PROGETTO AGRIVANDA

Agrivanda è un campus agricolo sperimentale che nasce con l’obiettivo di valorizzare il territorio attraverso la riqualificazione agricola, promuovendo biodiversità, innovazione e sviluppo socio-economico locale. Qui si coltivano, raccolgono e trasformano colture officinali, come lavanda e rosa damascena, contribuendo anche al recupero della varietà autoctone locali. A queste attività si affianca il biomonitoraggio

ambientale, effettuato sia tramite l’installazione di alveari di api che mediante l’analisi dei licheni, utili indicatori della qualità dell’aria. Agrivanda sperimenta l’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura: accanto alle pratiche tradizionali in pieno campo, sono stati introdotti sistemi di coltivazione idroponici e aeroponici. Agrivanda accoglie centinaia di visitatori, con una proposta particolarmente ricca per le scuole.

30 VARIETÀ di erbe officinali presenti, tra cui timo limonato, melissa, salvia ananas, elicriso e pianta dell’incenso.

24 7.000 230 ETTARI

SISTEMI PIANTE

STUDENTI

il terreno riqualificato grazie a interventi di pulitura e di sfalcio, nonché attività di spietramento e ripuntatura dei terreni.

appartenenti a più di 130 varietà colturali, tra cui nocciolo, vite, ulivo, melograno, ciliegio, fico, susino, mandorlo e piccoli frutti sono stati impiantati in circa 10 ettari.

degli Istituti Tecnici e Scientifici locali che sono stati coinvolti in diverse attività in campo nonché Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO).

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PROGETTI A SOSTEGNO DEL TERRITORIO Eni opera attivamente sul territorio lucano attraverso numerose iniziative che spaziano su più ambiti e tematiche diverse. Ecco alcuni esempi delle progettualità più significative:

l BIOMONITORAGGIO API E LICHENICO Nel 2024 è proseguita l’iniziativa di valorizzazione della naturale funzione di biomonitori ambientali delle api.

Attraverso 28 alveari, ciascuno contente circa 30.000 api bottinatrici, collocati su una superficie di circa 50 km2, un laboratorio locale effettua studi di biomonitoraggio in collaborazione con l’Università di Bologna e l’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale (IMAA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Tra le diverse attività di analisi condotte vi sono le biocentraline licheniche che attraverso un maggior numero di bioindicatori considerati, permettono di effettuare analisi più dettagliate sulla qualità ambientale.

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BA PROGETTO ENISCUOLA Nell’anno scolastico 2024-2025, Eniscuola ha continuato ad affiancare le scuole locali tramite il progetto volto a promuovere attività formative dedicate a insegnati e studenti sui temi dell’energia e dell’ambiente. Nel corso dell’anno sono stati realizzati due progetti principali: “6 in ond@” che ha coinvolto 19 classi di scuola primaria per un totale di 229 alunni e 30 insegnanti, e “L’agricoltura del futuro” che ha interessato 25 classi di scuola secondaria di primo grado, coinvolgendo complessivamente 361 ragazzi e 27 insegnanti. l TECHNOLOGY & DIGITAL HUB Nel 2024 la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) ha rafforzato il proprio

BASILICATA LOCAL REPORT

In Agrivanda si sperimentano l’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura e il biomonitoraggio ambientale, effettuato anche con l’installazione di alveari di api (foto a sinistra).

Agrivanda accoglie centinaia di visitatori, con una proposta particolarmente ricca per le scuole (foto accanto).

823 KG DI CO2 è la quantità di emissione in atmosfera evitata grazie alla pratica di GreenGraze.

impegno nella promozione della sostenibilità e della digitalizzazione attraverso il Technology & Digital Hub, il centro di sviluppo delle competenze digitali che offre percorsi formativi sulla base dei diversi livelli di apprendimento, in ascolto costante delle esigenze del territorio.

l PROGETTO GREENGRAZE Nel 2024 è stato avviato GreenGraze, un progetto di gestione sostenibile dei prati basato sull’utilizzo del pascolo controllato di animali al posto dei tradizionali mezzi meccanici per la trinciatura che ha interessato un’area di 1,42 ettari nella zona sud di Agrivanda.

PERCORSI PER LE COMPETENZE TRASVERSALI E PER L’ORIENTAMENTO (PCTO) Sono percorsi educativo-professionali realizzati grazie al supporto della Fondazione Eni Enrico Mattei e destinati agli studenti delle scuole superiori volti ad integrare la formazione in aula con esperienze lavorative presso imprese o enti convenzionati.

Nel 2024, sono stati intrapresi 8 percorsi che hanno coinvolto complessivamente 162 studenti per un totale di 3.386 ore certificate, sviluppati su diverse tematiche.

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MESSAGGIO AGLI STAKEHOLDER DENIS DANIELE Responsabile Stabilimento Enipower di Ravenna

MASSIMO LO FASO Responsabile Logistica Primaria Industrial Transformation

ANDREA TOMASINO Responsabile Stabilimento Versalis Ravenna

STEFANO CARBONARA Responsabile del Distretto Centro Settentrionale

LOCAL REPORT

RAVENNA

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Il 2024 ha rappresentato un anno importante per le realtà di Eni presenti sul territorio di Ravenna ed operanti in diverse aree strategiche: la coltivazione dei giacimenti di gas naturale, la produzione di energia elettrica, la realizzazione di elastomeri ad alta efficienza nel settore della chimica, e la più recente iniziativa di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, che proprio nel 2024 ha visto l’avvio nel ravennate del primo ed unico impianto in Italia esclusivamente dedicato alla cattura della CO2 a fini ambientali. In ognuno di questi ambiti Eni opera in linea con le direttrici del proprio modello di business, che guidano il percorso di crescita verso un’attività sempre più decarbonizzata.

Le realtà di Eni presenti a Ravenna, nelle proprie distinte caratteristiche, sono accomunate a contribuire a far raggiungere la neutralità carbonica al-

RAVENNA LOCAL REPORT l’intera famiglia Eni entro il 2050. Versalis, operante nell’ambito della chimica, puntando alla transizione verso una maggiore sostenibilità; Enipower, operante nella generazione di energia elettrica e vapore, nella produzione elettrica flessibile da gas naturale a supporto dell’integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico; Il Distretto Centro Settentrionale (DICS), che coltiva gas naturale dai giacimenti attraverso le piattaforme metanifere presenti in mar Adriatico e mar Ionio, riconvertendo gli stessi giacimenti una volta esausti, in siti di stoccaggio della CO2, con il conseguente sviluppo di progetti per la realizzazione di un hub dedicato alla cattura ed allo stoccaggio della CO2. Sono inoltre trasversali alle diverse realtà di Eni, quegli interventi di migliorie e ammodernamenti volti al monitoraggio e riduzione delle emissioni fuggitive

di metano, al potenziamento del parco fotovoltaico, ed efficientamento degli impianti di produzione dell’energia.

A proposito dell’hub per la Carbon Capture and Storage (CCS) che aspira a diventare un riferimento per l’intera Europa Meridionale e per l’area del Mediterraneo: nel mese di agosto è stata avviata la Fase 1 del progetto CCS Ravenna, che ha visto le prime molecole di CO2 catturate dai camini di scarico di uno dei compressori presenti presso una centrale di trattamento gas di Eni DICS, essere stoccate permanentemente nel giacimento offshore antistante il ravennate attraverso un percorso inverso, da terra a mare, utilizzando le esistenti condotte riconvertite. Il progetto di Fase 2, molto più ambizioso e di portata internazionale, è stato inserito nell’elenco dei Progetti di Interesse Comunitario (Pro-

Il Local Report è stato pubblicato il 25 agosto 2025.

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getti PCI) dell’Unione Europea, a riconoscimento della sua valenza strategica e delle potenzialità dei suoi impatti sul territorio.

Le realtà di Eni a Ravenna hanno investito in modo consistente per condurre le proprie operazioni nel pieno rispetto dell’ambiente e delle sue risorse: sul tema acqua, rispetto all’anno precedente, sono stati ridotti complessivamente di oltre l’80% i prelievi idrici aggregati tra le diverse realtà; il DICS ha avviato un progetto di mappatura della rete idrica dei propri siti operativi per un uso più efficiente della risorsa idrica; sul tema produzione rifiuti, a livello aggregato, è stata registrata una diminuzione di oltre il 20% rispetto all’anno passato di rifiuti generati da attività produttive e di cantiere delle realtà Eni. Anche nell’ambito della chimica, lo stabilimento Versalis di Ravenna sta rivedendo il proprio mix produttivo ad alta specializzazione nel settore pneumatici e automotive, con un ingente investimento. In questo

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ambito Versalis ha inoltre messo in atto da tempo un programma di misure di prevenzione e protezione che minimizzino il potenziale impatto derivante da rilasci involontari di pellet di plastica durante i processi di produzione. La biodiversità marina è un altro degli aspetti ambientali presi in esame da quella delle realtà di Eni a Ravenna che con il mare ha più a che fare: il DICS ha avviato un progetto per la valutazione dei servizi ecosistemici connessi alla biodiversità acquatica presente nelle porzioni di mare nell’intorno delle piattaforme, con l’intento di incrementare gli impatti positivi e mettere in atto le azioni per mitigare quelli negativi in relazione alla presenza ed operatività delle piattaforme stesse.

Il valore delle persone rappresenta un caposaldo del modello di business di Eni: a Ravenna le diverse realtà Eni sono accomunate nell’impegno per promuovere la salute e la sicurezza dei propri dipendenti in tutti i luoghi

RAVENNA LOCAL REPORT

Nella pagina precedente, tecnici a bordo di una piattaforma metanifera nel mar Adriatico.

A sinistra, tecnici Eni e visitatori a bordo di una piattaforma.

Qui accanto, la mostra fotografica allestita presso i Chiostri Francescani di Ravenna, in occasione dei 70 anni di attività di Eni nel Ravennate.

di lavoro. Nel 2024 Eni, insieme a tutte le linee di business presenti nel Ravennate e ai propri contrattisti, ha proseguito le iniziative mirate al raggiungimento dell’obiettivo “zero eventi incidentali”, realizzando oltre 700 esercitazioni nell’ambito delle emergenze.

Questo impegno si è concretizzato nell’assenza di infortuni ai dipendenti nell’arco dell’anno. In ambito salute dei lavoratori, sono stati erogati 4.545 servizi sanitari a favore dei dipendenti e oltre 2.500 partecipazioni ad iniziative di promozione della salute.

Le realtà di Eni presenti a Ravenna hanno nel tempo costruito partenariati solidi con le istituzioni locali, abbracciando diversi settori di pubblico interesse: la salute, con l’accordo tra Eni e AUSL della Romagna per il sostegno ai servizi sanitari territoriali prestati dalla figura dell’infermiere di famiglia e comunità; l’ambiente, con l’accordo con il Comune di Ravenna, che prevede la condivisione dei dati raccolti da un insieme di centraline di proprietà di più società operanti nel polo industriale di Ravenna, tra cui Eni; l’innovazione, la ricerca e la formazione, con i progetti che vedono Eni sostenere percorsi di formazione avanzata con il Centro Congiunto HC-

HUBER con l’Università di Bologna, con sede a Marina di Ravenna; iniziative rivolte alle imprese locali su temi di open innovation, con il progetti ORa! - Outpost Ravenna for Energy Transition; e percorsi di formazione rivolti alle scuole secondarie di primo e secondo grado della provincia ravennate, con il progetto “Che Impresa” della Fondazione Eni Enrico Mattei, ed il progetto “Podcast e Arte” di Eniscuola.

Un importante risultato raggiunto nel corso del 2024 è quello della firma di un accordo di cooperazione tra il Centro Antiviolenza (CAV) “Linea Rosa” di Ravenna, Versalis ed Eni Rewind, per l’implementazione di attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne. Anche i lavoratori di Eni sono stati coinvolti, partecipando a un evento di sensibilizzazione svoltosi presso l’auditorium dello stabilimento di Versalis, con l’obbiettivo di aumentare la consapevolezza sul fenomeno e la conoscenza dei riferimenti a cui ricorrere in caso di bisogno. A questa iniziativa si sono affiancati percorsi formativi rivolti al personale Eni sul tema del rispetto della diversità e dell’inclusione.

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LE REALTÀ PRESENTI A RAVENNA Eni è presente nel territorio di Ravenna attraverso le seguenti realtà:

1,2 MILIARDI M

DISTRETTO CENTRO SETTENTRIONALE (DICS)

3

la produzione di gas naturale del DICS.

2

%

è la percentuale del consumo interno lordo di gas coperta dalla produzione del DICS nel 2024.

Eni DICS gestisce le attività attinenti alla coltivazione di giacimenti di idrocarburi in Italia. Sono inoltre di responsabilità del DICS la maggioranza delle strutture a mare, presenti in mar Adriatico e mar Ionio, dedicate alla coltivazione dei giacimenti di gas naturale che compone la quasi totalità della produzione del Distretto. Afferiscono al DICS 68 strutture offshore operative, 2 Centri Olio e 11 Centrali di trattamento Gas.

ENIPOWER La centrale Enipower di Ravenna, con una potenza installata di 894 MW, svolge una funzione strategica nell’area del Nord Italia in termini di soddisfacimento sia dei fabbisogni di energia e di servizi di un sistema elettrico in profonda trasformazione sia dei fabbisogni di energia termica del sito multi societario.

422

3,78 MILIONI MWh L’energia elettrica prodotta a Ravenna.

VERSALIS

MIGLIAIA DI TONNELLATE è la produzione in ambito chimico.

A Ravenna Versalis è presente con le produzioni di elastomeri e lattici, e attraverso un Centro Ricerche impegnato in progetti innovativi, come ad esempio lo sviluppo di elastomeri con contenuto da materia prima rinnovabile o da riciclo, o lo sviluppo di nuovi elastomeri per la produzione di pneumatici di alta gamma, con particolare attenzione sulle performance e sulla sostenibilità.

ENIREWIND

82

%

i rifiuti recuperati sul totale di quelli recuperabili presso il polo di Ravenna.

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La società ambientale di Eni, impegnata nelle bonifiche e nel trattamento e recupero delle acque e dei rifiuti, a Ravenna è presente con le attività di bonifica e la riqualificazione produttiva dell’ex area industriale Ca’ Ponticelle a seguito dell’intervento ambientale con messa in sicurezza permanente

RAVENNA LOCAL REPORT

Il porto canale di Ravenna, il Canale Candiano, che si estende per circa 13 km dal mare Adriatico fino alla Darsena di Città.

I-TRAN: INDUSTRIAL TRANSFORMATION Il Deposito GPL di Ravenna, appartenente alla linea di business Industrial Transformation, svolge, tramite pipeline collegate all’impianto petrolchimico di Versalis, attività di stoccaggio e movimentazione del GPL, fonte energetica a ridotto impatto ambientale. Tale stabilimento, presente in un’area del Paese ad elevato sviluppo industriale e terziario, gode di una posizione strategica importante per poter rifornire quotidianamente la capillare rete di punti vendita Eni, i concessionari e i piccoli e grandi clienti.

130.106 TONNELLATE È la quantità di GPL movimentato.

Fonte: Local Report Ravenna 2024.

Tutti i dati si riferiscono all’anno 2024.

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NEUTRALITÀ CARBONICA AL 2050: I PROGETTI

90

%

e oltre è la percentuale di riduzione delle emissioni di CO2, con punte del 96%, che il progetto sta garantendo.

CARBON CAPTURE, UTILIZATION AND STORAGE Nell’agosto 2024 è stata avviata la Fase 1 del progetto “Ravenna CCS”, progettata per catturare fino a 25.000 tonnellate di emissioni di CO2 dal camino di uno dei due turbocompressori della centrale di trattamento gas Eni di Casalborsetti, nel comune di Ravenna. Una volta catturata, l’anidride carbonica viene trasportata, iniettata e stoccata permanentemente nel giacimento esaurito di Porto Corsini Mare Ovest, nel Mare Adriatico.

4 MILIONI DI TONNELLATE/ANNO è la capacità di stoccaggio per anno di CO2 della Fase 2.

Ravenna CCS project

TRATTE MARITTIME CON TRASPORTO VIA NAVE

AUSTRIA

PIPELINE

FRANCIA

TRATTE TERRESTRI CON TRASPORTO SU STRADA E FERROVIARIO

SVIZZERA

CROAZIA

SPAGNA

Taranto

GRECIA

Sardegna

Priolo-Augusta

200 MILA TONNELLATE è a quanto ammonta la riduzione delle emissioni di CO2 risultata nel 2024.

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IL PERCORSO DI RINNOVAMENTO DEGLI IMPIANTI DI ENIPOWER Nell’ambito di un percorso di rinnovamento dei propri impianti, Enipower nel 2024 ha continuato il monitoraggio dell’efficienza in termini energetici che le nuove unità di generazione (una caldaia e due turbine) hanno apportato al sito petrolchimico e all’intera rete elettrica nazionale. La caldaia B600 assicura, nei periodi di indisponibilità programmata o accidentale, una fornitura affidabile di vapore al sito petrolchimico, garantendo flessibilità e una riduzione delle emissioni di CO2.

RAVENNA

PROTEZIONE DELL’AMBIENTE REGISTRAZIONE EMAS Eni a Ravenna, tramite le proprie società presenti sul territorio tra cui Versalis ed Enipower, aderisce all’associazione EMAS Ravenna, un’organizzazione senza scopo di lucro, promossa da Confindustria, che riunisce le aziende del Distretto chimico e industriale di Ravenna al fine di integrare in modo sinergico i sistemi di gestione ambientale con le altre politiche ambientali attive sul territorio.

L’Associazione si dedica alla promozione di tutte le iniziative utili al conseguimento di tali obiettivi e, in particolare, si occupa di raccogliere dalle aziende aderenti le politiche ambientali e gli impegni programmati in conformità al proprio Sistema di gestione, sviluppato secondo la norma ISO 14001 o EMAS III. Ad ottobre 2024 il distretto chimico e industriale di Ravenna ha ottenuto la registrazione EMAS.

INIZIATIVE DI SVILUPPO LOCALE CENTRO ANTIVIOLENZA “LINEA ROSA” A giugno 2024 è stato firmato l’accordo di cooperazione tra il Centro Antiviolenza (CAV) “Linea Rosa” di Ravenna, Versalis ed Eni Rewind. L’accordo, volto alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne, ha previsto l’accesso ai figli e alle figlie delle utenti del CAV di Ravenna ad attività extrascolastiche estive educative e ricreative. L’iniziativa ha inoltre fornito un’importante occasione

per affrontare il tema della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere: nel mese di novembre, infatti, è stato organizzato un evento di sensibilizzazione per le donne e gli uomini che lavorano presso le sedi Eni a Ravenna, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul fenomeno e la conoscenza dei riferimenti a cui ricorrere in caso di bisogno.

LOCAL REPORT Un momento dell’evento di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, avvenuto nel novembre 2024 presso la sala Mattei dello stabilimento Versalis di Ravenna.

>

200

il numero di partecipanti all’iniziativa di sensibilizzazione.

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MESSAGGIO AGLI STAKEHOLDER WALTER RIZZI Presidente Bioraffineria Enilive di Gela e Project Leader Progetto Gestione Integrata Stakeholder Gela

LUCA ALBURNO Amministratore Delegato Bioraffineria Enilive di Gela

LUCA DE CARO Presidente e Amministratore Delegato Eni Mediterranea Idrocarburi SpA

LOCAL REPORT

GELA

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La presenza di Eni a Gela è di lunghissima data: da oltre 60 anni la nostra azienda è presente sul territorio gelese come driver di sviluppo economico e sociale. La conversione, nel 2019, della Raffineria di Gela in Bioraffineria, nell’ambito del Protocollo d’Intesa firmato da Eni insieme con il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Siciliana, il Comune di Gela, le Organizzazioni Sindacali e Confindustria Centro Sicilia nel 2014, testimonia il nostro sforzo verso un mondo decarbonizzato entro il 2050, come da obiettivi che ci siamo dati come azienda nella sua interezza. Lo scorso anno abbiamo ridotto le nostre emissioni dirette del 12% rispetto all’anno precedente. Nell’agosto 2024 Eni ha avviato la produzione di gas dei giacimenti Argo e Cassiopea, il più importante progetto di sviluppo sul territorio italiano, nell’ambito della

GELA LOCAL REPORT strategia di Eni di valorizzazione del gas naturale nazionale in chiave di sicurezza energetica e come fonte a basse emissioni. Lo sviluppo dei giacimenti gas Argo e Cassiopea, con i suoi 4 pozzi sottomarini e l’infrastruttura di trasporto verso la Centrale di Trattamento all’interno del sito Multisocietario Bioraffineria di Gela, ha una valenza strategica in termini di sviluppo del potenziale minerario del Canale di Sicilia.

La produzione di gas è stata avviata con un grado di emissioni quasi nullo, nell’ottica di raggiungere la neutralità carbonica per le emissioni GHG Scope 1 e 2 entro il 2035, anche mediante l’installazione dedicata di 3,6 MWp di pannelli fotovoltaici.

Il progetto ha comportato anche benefici in chiave di sviluppo locale, sia economico-occupazionale sia sociale. La riduzione delle emissioni è

certificata anche dagli sforzi per ridurre l’emissione delle fuggitive (2% in meno nel biennio 2023-2024) oltre allo sviluppo di tecnologie innovative nell’ambito del settore fotovoltaico. La Bioraffineria di Gela ha lavorato, nel corso del 2024, circa 453 mila tonnellate di materie prime, diminuendo rispetto agli anni passati i prelievi idrici necessari e l’utilizzo di acqua superficiale, oltre che la produzione di rifiuti da attività di bonifica, anche grazie ad un investimento pari a 13 milioni di euro in attività ambientali per l’implementazione di diversi interventi di bonifica sul territorio.

I processi industriali si fondano sul valore delle nostre persone, da sempre fulcro e motore dello sviluppo di Eni: nel 2024, a Gela abbiamo impiegato oltre 1.000 persone, mante-

Il Local Report è stato pubblicato il 25 agosto 2025.

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nendo stabile la nostra presenza sul territorio, di cui circa il 95% dei dipendenti residenti in Sicilia e il 76% nel comune di Gela. La valorizzazione della nostra forza lavoro si è realizzata attraverso la promozione di programmi di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche D&I, con un significativo aumento delle ore di formazione erogate. Abbiamo continuato a investire sulla sicurezza, registrando una riduzione dell’indice di frequenza degli infortuni totali registrabili (TRIR) oltre a promuovere corsi per la sicurezza e promuovendo una cultura di sviluppo di un ambiente sicuro per le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori, tramite sessioni di “engagement sulla cultura aziendale”. Nel 2024 sono inoltre proseguite le attività del Safety

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Competence Center (SCC) per lo sviluppo di progetti e di programmi di miglioramento della sicurezza di dipendenti e contrattisti, promuovendo la collaborazione del Safety Training Center (STC) con Eni Corporate University (ECU) per l’erogazione di corsi di formazione in materia di sicurezza, investendo inoltre sulla salute dei dipendenti, erogando più di 4.000 servizi sanitari a loro favore.

Il nostro impegno per il territorio aspira a creare valore e assicurare opportunità di crescita sostenibili, intrattenendo una collaborazione costante con le istituzioni e gli stakeholder locali, concentrando le nostre iniziative sull’avvio di progetti in ambiti diversi, dalla cultura all’educazione, fino al sostegno alle categorie

GELA LOCAL REPORT

più vulnerabili della società, con l’obiettivo di favorire il benessere collettivo e lo sviluppo della comunità.

Nel corso del 2024 è proseguita l’iniziativa volta a contrastare l’insicurezza alimentare in Sicilia, in particolare nel territorio di Gela, grazie alla collaborazione tra EniMed, la Bioraffineria di Gela ed Eni Rewind, in sinergia con la Fondazione Banco Alimentare Onlus e il Banco Alimentare della Sicilia ODV. Il progetto ha contribuito a rafforzare le attività di recupero e di distribuzione delle eccedenze alimentari nell’area gelese, e ha portato nel periodo tra maggio 2023 e gennaio 2025 a una distribuzione di quasi 400 tonnellate di alimenti raggiungendo più di 6.000 beneficiari finali, superando il target di 5.000 persone inizialmente

previste. In ambito sociale è stata inoltre ulteriormente potenziata la rete di cure intensive presso il Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele (ASP di Caltanissetta).

Eni a Gela supporta e sviluppa numerose iniziative in ambito scolastico su vari temi, quali la sensibilizzazione sulla transizione energetica, il contrasto alla dispersione scolastica, la cittadinanza attiva e i percorsi orientati alle discipline STEM (scientifico-tecnologiche), oltre a varie iniziative in ambito culturale, per promuovere l’immagine del territorio.

Nel 2024 sono proseguite le azioni propedeutiche all’avvio delle attività dell’ex Casa Albergo di Macchitella, per rendere disponibile alla città un centro polifunzionale di aggregazione, per la promozione della coesione sociale e dello sviluppo del territorio, fornendo uno spazio per lo svolgimento di attività di formazione universitaria e iniziative legate all’imprenditoria giovanile.

Da sempre Eni a Gela promuove un rapporto diretto e trasparente con gli stakeholder del territori. Il Report Locale di Sostenibilità vuole promuovere presso la cittadinanza un percorso di conoscenza del nostro agire a Gela, con l’obiettivo di una collaborazione continua con i portatori di interesse locali, riconoscendo nelle comunità che ci ospitano la spinta principale a fare ancora meglio per un futuro sempre più sostenibile.

Nelle pagine precedenti, la Bioraffineria di Gela.

A sinistra, l’impianto fotografato da un drone.

La bioraffineria di Gela produce biocarburante di qualità (HVO - Hydrotreated Vegetable Oil, Olio vegetale idrogenato) a partire da materie prime di origine biologica. Alla base del processo vi è la tecnologia proprietaria EcofiningTM.

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LE REALTÀ PRESENTI A GELA Eni è presente da oltre 70 anni nel territorio di Gela. Attualmente lo è attraverso le seguenti realtà:

ENI MEDITERRANEA IDROCARBURI (ENIMED)

9,9 MIGLIAIA BOE/G PRODUZIONE DI IDROCARBURI

736 MIGLIAIA DI TONNELLATE CAPACITÀ DI LAVORAZIONE

EniMed si occupa dell’estrazione e del trattamento di idrocarburi in Sicilia.

Tramite l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, promuove l’efficienza dei processi tecnici, la salvaguardia dell’ambiente, la salute e la sicurezza dei lavoratori. Le operazioni sono svolte in diverse zone della Sicilia, presso i 4 Centri Olio, le 3 piattaforme offshore e le 4 centrali gas, coordinate dal Centro Direzionale di Gela, che gestisce anche le attività nell’ambito della produzione dei giacimenti a gas di Argo e Cassiopea, avviata nell’agosto 2024.

BIORAFFINERIA ENILIVE DI GELA (BRGL) Entrata in funzione nel 2019, dopo la riconversione degli impianti di raffinazione tradizionali operativi sin dal 1962, si occupa delle attività middownstream di Eni. Sempre nel 2019 è stata avviata la nuova unità EcofiningTM, che consente di trasformare olio vegetale e biomasse in biocarburanti. Un processo completato nel 2021 con l’avvio dell’impianto “Biomass Treatment Unit”. A partire dal 15 gennaio 2024, la Bioraffineria di Gela è confluita in Enilive.

A destra, dipendenti al lavoro alla Bioraffineria di Gela. Nell’altra pagina, in basso, i pannelli solari presenti nell’impianto.

In alto, Argo Cassiopea, il più grande giacimento di gas naturale offshore d’Italia, al largo della costa di Gela.

87

%

RIFIUTI RECUPERATI sul totale dei rifiuti recuperabili.

40

ENI REWIND È la società ambientale di Eni che, con un organico di circa 1.000 dipendenti, è impegnata nelle bonifiche e nel trattamento e recupero delle acque e dei rifiuti. A Gela, Eni Rewind gestisce le attività di risanamento ambientale nelle aree di proprietà e di Industria Siciliana Acido Fosforico (ISAF), oltre che per conto delle altre società Eni presenti.

GELA

NEUTRALITÀ CARBONICA AL 2050: I PROGETTI

LOCAL REPORT

PROGETTO ARGO E CASSIOPEA Riguarda la realizzazione di 4 pozzi sottomarini e di un impianto per il trattamento del gas naturale, integrato all’interno della Bioraffineria attraverso un processo di riqualificazione e riutilizzo delle aree industriali esistenti. La produzione di gas è stata avviata nell’agosto 2024.

~

O

950

EMISSIONI PROSSIME ALLO ZERO

MILIONI

con l’obiettivo della carbon neutrality per le emissioni di GHG Scope 1 e 2, anche mediante l’installazione dedicata di 3,6 MWp di pannelli fotovoltaici.

gli investimenti previsti, promuovendo lo sviluppo locale sia economicooccupazionale che sociale.

IMPIANTO CSP (CONCENTRATING SOLAR POWER) E PROGETTO SOLARGRID Nel 2019 Eni ha avviato il primo impianto di Concentrating Solar Power (CSP) all’interno del Nuovo Centro Olio di Gela, grazie a una collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology di Boston e il Politecnico di Milano. Attualmente, Eni è impegnata nella fase successiva del progetto CSP, che mira ad estendere l’utilizzo di questa tecnologia innovativa in diversi contesti industriali per favorire il processo di decarbonizzazione.

Il progetto “SOLARGRID” (Sistemi sOlari termodinamici e fotovoLtaici con Accumulo peR co-GeneRazIone e flessibilità Di rete), co-finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, punta all’innovazione e all’ottimizzazione dei componenti e

dei sistemi connessi a tecnologie ad energia solare, come il CSP, con l’obiettivo di migliorarne le prestazioni energetiche e la competitività economica. È prevista la realizzazione e installazione di un secondo collettore solare a forma parabolica, affiancato da un sistema di stoccaggio del calore prodotto, e di una microturbina a vapore.

100

KW

È orientativamente la potenza termica installata che produrrà l’intero sistema, una volta configurato, con una conseguente riduzione di emissioni di CO2 in atmosfera a fronte di un minor consumo di gas utilizzato per la produzione di vapore.

Fonte: Local Report Gela 2024.

Tutti i dati si riferiscono all’anno 2024.

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1.100-1.200 TONNELLATE/ANNO

PROGETTO GREEN HYDROGEN GELA

la produzione di idrogeno rinnovabile prevista all’interno della Bioraffineria Enilive di Gela per l’alimentazione dell’impianto di Ecofining™.

È attualmente in fase di valutazione e di studio e mira a sviluppare la produzione di idrogeno verde ad uso industriale. L’idrogeno in questione verrà prodotto tramite un processo di elettrolisi dell’acqua, che utilizza energia rinnovabile, come quella proveniente da fonti solari, eoliche o idroelettriche, per separare le molecole di acqua (H2O) in idrogeno (H2) e ossigeno (O2), senza generare emissioni di gas serra né altri inquinanti atmosferici.

400 MILA TONNELLATE/ANNO È la capacità produttiva di carburante HVO SBC che potenzialmente, a partire dal 2025, l’impianto di Gela potrà raggiungere.

453 MILA TONNELLATE di materie prime sono state lavorate nel corso del 2024, costituite per il 97% da residui industriali e da scarti della filiera alimentare, e per il restante 3% di biomasse oleose.

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LA BIORAFFINERIA DI GELA Il percorso di trasformazione della Raffineria di Gela, iniziato nel 2014, ha visto nel 2019 l’avvio della produzione della Bioraffineria di Gela, al fine di convertire un impianto tradizionale alimentato da materie prime fossili in una struttura che elabora prodotti di origine biogenica. A gennaio 2025 è iniziata la produzione di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) SBC, un carburante rinnovabile di origine vegetale o animale, che consentirà l’immissione sul mercato di biojet.

Un contributo significativo alla flessibilità di lavorazione di materie prime del tipo waste and residues sarà for-

nito dall’ampliamento dell’impianto di pretrattamento delle biomasse (BTU - Biomass Treatment Unit) con l’aggiunta di una nuova linea di degumming. L’obiettivo dell’impianto BTU è incrementare la percentuale di scarti e residui della filiera agroalimentare nel paniere delle materie prime per la produzione di HVO Diesel, HVO nafta, HVO GPL e biojet. Per garantire la fornitura di materie prime utilizzate negli impianti di bioraffinazione, Eni ha siglato accordi e partnership, in Italia e all’estero, finalizzati alla valorizzazione delle biomasse da scarti e rifiuti, come gli oli alimentari esausti, sviluppando in diversi Paesi progetti per la produzione di agri-feedstock.

GELA LOCAL REPORT

PROTEZIONE DELL’AMBIENTE GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA

RIFIUTI

42,24

91,08

-12%

-54%

MM3

MILA TONNELLATE

Sono i prelievi idrici di Eni a Gela, in diminuzione del 12% rispetto ai valori del 2023. Il 94% di acqua prelevata proviene da acqua di mare che, una volta utilizzata, viene reimmessa in mare dopo gli appropriati controlli, senza subire alterazioni.

Sono i rifiuti da attività produttive prodotti nel 2024, presso i siti di Gela, in riduzione del 54% rispetto ai valori del 2023. Il trend è principalmente dovuto al decremento delle acque di produzione destinate allo smaltimento, a seguito dell’ottimizzazione della produzione dei pozzi ad alto water cut.

ASSESSMENT DI CIRCOLARITÀ NELLA BIORAFFINERIA DI GELA

DECOMMISSIONING E BONIFICA

61

%

è il livello di Circolarità per le cariche biogeniche, in particolare per i prodotti HVO. È l’esito della valutazione condotta nel 2024 sulla Bioraffineria di Gela per misurare la trasformazione delle cariche biogeniche in biocarburanti, contestualmente alla produzione di HVO.

Tra le iniziative ambientali di Eni rientrano anche le attività di decommissioning degli impianti non più operativi e la bonifica delle ex aree industriali. Per Gela è prevista la realizzazione di un programma decennale finalizzato alla progressiva decarbonizzazione, alla mitigazione degli impatti ambientali, alla riqualificazione e valorizzazione del territorio per la restituzione delle aree in disuso a nuovi utilizzi, una volta conclusa la loro funzione legata al ciclo convenzionale di raffinazione.

Nell’ambito delle attività di decommissioning, Eni Rewind – a cui è stato affidato il piano di demolizione degli impianti dismessi - ha completato lo smantellamento di diversi impianti, tra cui il camino Snox, alcune caldaie, le strutture di trivelle in disuso e una torcia.

A Gela si producono carburanti sostenibili per l’aviazione (Sustainable Aviation Fuel – SAF), i cui bio-componenti trattati danno origine a biojet, un carburante miscelabile con il prodotto convenzionale (a sinistra).

13 MILIONI DI EURO è quanto ha investito complessivamente, nel corso del 2024, Eni in attività ambientali per l’implementazione di diversi interventi di bonifica sul territorio.

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INIZIATIVE DI SVILUPPO LOCALE

393 MILA KG

SICUREZZA ALIMENTARE A GELA Eni e le sue controllate cooperano con la Fondazione Banco Alimentare Onlus, il Banco Alimentare della Sicilia Onlus e il Comune di Gela sul fronte della sicurezza alimentare.

sono gli alimenti distribuiti tra maggio 2023 e gennaio 2025 raggiungendo più di 6.100 beneficiari finali, con un progetto attivato nel 2023 che ha contribuito a rafforzare le attività di recupero e di distribuzione delle eccedenze alimentari in Sicilia.

30 STUDENTI coinvolti nella precedente edizione, provenienti da 7 regioni italiane.

AGÒN ESCHILEO

SOSTEGNO ALLA FORMAZIONE

Dal 19 al 22 marzo 2024, Eni ha sponsorizzato la XIII edizione della gara nazionale Agòn Eschileo: “Il futuro ha un cuore antico”, organizzata dall’IIS26 “Eschilo” di Gela.

La Bioraffineria di Gela ha creduto fin dall’inizio nell’alto valore formativo dell’evento, sostenendolo con costanza negli anni.

Una particolare attenzione Eni la pone sulle realtà scolastiche locali, come testimoniato dai diversi progetti svolti a supporto degli studenti delle scuole primarie e secondarie di Gela:

VISITE BIORAFFINERIA La Bioraffineria di Gela promuove visite guidate ai propri impianti, rivolte principalmente a studenti di scuole superiori, istituti comprensivi e università, con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni sul tema della transizione energetica e approfondire il funzionamento delle bioraffinerie.

Oltre agli istituti scolastici, le visite coinvolgono anche altri interlocutori di rilievo.

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l PERCORSI PER LE COMPETENZE

TRASVERSALI E PER L’ORIENTAMENTO (PTCO)

L’iniziativa di PCTO (ex Alternanza Scuola-Lavoro), è stata avviata nel maggio 2016 e coinvolge ad oggi tutti gli istituti superiori di Gela, nonché altri istituti siciliani. Nel 2024 è continuata la collaborazione con istituti del territorio nell’ambito del progetto Eni4STEM, al quale hanno partecipato 450 studenti per un riconoscimento totale di 1.800 ore di formazione.

Nello stesso anno, 22 studenti dell’Istituto E. Vittorini di Gela sono

GELA LOCAL REPORT

A sinistra, la Bioraffineria di Gela. Sotto: studenti dell’Istituto Tecnico Morselli in visita presso la Bioraffineria Eni di Gela, nell’ambito del Progetto PCTO Eni School4life.

stati coinvolti in una visita presso la Bioraffineria, con un focus sul tema della transizione energetica.

mative e professionali, evidenziando successi, difficoltà e le modalità di superamento degli ostacoli.

l PROGETTO SCHOOL4LIFE Nel 2024 è stato attivato nuovamente questo progetto, in collaborazione con il Consorzio ELIS, nel quale sono stati convolti i 5 istituti di Gela, per un totale di 224 studenti. In particolare, l’iniziativa ha previsto l’incontro in presenza con esperti aziendali di EniMed e della Bioraffineria, che hanno condiviso le proprie esperienze for-

l PROGETTO SCUOLA – CONTENUTI EDITORIALI

Progetto in collaborazione con Quotidiano di Sicilia (Quotidiano in classe) e La Sicilia (Distretto Gelese) e che prosegue dal 2019 con il coinvolgimento di alcuni alunni dei licei del territorio e dei redattori delle testate gelesi nello sviluppo di contenuti

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giornalistici, anche grazie al supporto dell’ufficio stampa di Eni.

l PROGETTI PER LE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE

Annualmente Eniscuola sviluppa progetti per coinvolgere studenti di scuola primaria e secondaria in attività laboratoriali dedicate a temi della contemporaneità: cambiamento climatico, diversità e inclusione, riciclo e riuso.

l MACCHITELLA LAB Contratto di comodato d’uso sottoscritto con il Comune in seguito ai lavori di ristrutturazione e di recupero dei locali dell’ex Casa Albergo, al fine di trasformare l’immobile in un centro polifunzionale al servizio della cittadinanza. Il Macchitella Lab sarà un luogo dedicato alla coesione sociale e allo sviluppo del territorio, fungendo come centro di aggregazione territoriale. l PROGETTO S.I.DE.R.A S.I.De.R.A., acronimo di Sistemi Dentro Reti Accoglienti, è un percorso di ricerca-azione che ha come obiettivo quello di arginare il fenomeno della

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dispersione scolastica attraverso il Service-Learning, una proposta educativa basata sull’apprendimento esperienziale che vede studenti, docenti e comunità coinvolti in percorsi di cittadinanza attiva. L’iniziativa, avviata nel 2023, è proseguita nel 2024 e ha visto il coinvolgimento di circa 200 studenti delle scuole secondarie di I e II grado di Gela.

l IL GIOCO DELL’OCA SULL’INCLUSIONE È un progetto didattico ideato per sensibilizzare le giovani generazioni sui temi dell’inclusione sociale, utilizzando la modalità dell’edutainment l’unione tra educazione e intrattenimento.

Nel 2024 l’iniziativa ha interessato le classi IV dell’Istituto Comprensivo “San Francesco” di Gela, insieme agli studenti delle scuole primarie di San Donato Milanese, Ravenna, Roma e Brindisi. l LE AVVENTURE DELLA NAVE ARCAICA DI GELA

È un’attività che, attraverso laboratori di musica e teatro, promuove una didattica partecipativa e motivante per

GELA LOCAL REPORT

A sinistra, Gela. In basso, il manifesto del progetto Uto Ughi per i giovani.

Nell’altra pagina, Macchitella Lab, un luogo dedicato alla coesione sociale e allo sviluppo del territorio.

implementare e consolidare le capacità e le competenze degli studenti, stimolando la loro immaginazione e creatività.

Nel 2024 il progetto ha visto la partecipazione di 190 alunni delle classi IV e V delle scuole primarie di Gela.

l S.IN.AP.SI Il S.IN.AP.SI. (Sistemi Innovativi Applicati in Sicilia) Factory è un polo tecnologico di sviluppo, ricerca e monitoraggio ambientale, che ospiterà al suo interno uno spazio di coworking, il quale include una foresteria, una zona ristoro e una palestra. Il progetto vede la partecipazione di diversi enti, tra cui Eni, l’Università degli Studi di Enna “Kore”, il Comune di Gela, Sicindustria Caltanissetta e la Fondazione Eni Enrico Mattei. l START-ME UP, PASSIONE

E INNOVAZIONE A CONFRONTO

Il progetto, avviato a Gela nel 2023, consiste in un’iniziativa ideata e realizzata da Joule, la scuola di Eni per l’impresa, con l’obiettivo di fornire occasioni di formazione ai ragazzi usciti dal sistema scolastico ma ancora

inoccupati, residenti nella regione Sicilia. Questa iniziativa nel 2024 ha visto la partecipazione di 130 ragazzi per un totale di circa 3.500 ore di formazione erogata tramite due percorsi formativi, uno per aspiranti imprenditori e l’altro per diventare professionisti digitali.

l UTO UGHI PER I GIOVANI La Fondazione Uto Ughi ha promosso l’omonimo progetto, anche grazie al sostegno di Eni, allo scopo di diffondere la conoscenza della musica classica e di supportare i giovani talenti.

L’iniziativa ha previsto una Masterclass gratuita di alto perfezionamento in violino per i giovani studenti di Musica del Conservatorio di Caltanissetta e gli studenti degli Istituti Scolastici ad indirizzo musicale di Gela.

A coronamento del percorso formativo, si è tenuto un concerto aperto alla cittadinanza durante il quale il Maestro Uto Ughi, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica Siciliana GliArchiEnsemble, ha eseguito “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi.

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BASILICATA DI COMUNITÀ LUCIA SERINO

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Nel cuore della Basilicata, dove la geografia si fa orografia sentimentale, il ritorno estivo nei borghi abbandonati non è soltanto una pausa, ma un atto di resistenza civile e simbolica.

Le case riaperte per pochi giorni, le feste patronali riattivate come liturgie laiche, i mercati improvvisati che vendono pane e memoria: tutto ciò compone una forma di cittadinanza intermittente, fragile ma reale. È una presenza effimera che però genera

reddito, relazioni, persino istituzioni.

Ed è proprio in questa tensione – tra l’evanescenza del ritorno e la potenza rigenerativa dell’abitare – che si può giocare il futuro delle aree interne della Basilicata.

Forse occorre iniziare a utilizzare nuovi indicatori statistici, oltre quelli della residenza. La regione, paradigmatica del destino delle aree marginali italiane, ha conosciuto nell’ultimo ventennio un inarrestabile processo di spopolamento. Secondo il rapporto Svimez, tra il 2002 e il 2021, la Basilicata ha perso quasi il 10% della popolazione. Un’emorragia silenziosa, dovuta alla migrazione giovanile, alla

BASILICATA

denatalità, alla desertificazione dei servizi. Eppure, nonostante l’apparente declino, questi luoghi custodiscono una forma latente di vitalità: un “capitale territoriale” che – come dimostrano numerosi studi accademici (Compagnucci & Gabriele, Alessandra De Renzis) – va ben oltre le logiche economiche immediate e si colloca nella sfera più ampia della sostenibilità culturale, ambientale e sociale.

Aliano, con la sua memoria di confino e la visione poetica di Franco Arminio, ne è l’epitome. Ogni anno, il festival “La Luna e i Calanchi” trasforma il borgo in un laboratorio di arte e pensiero: non un evento turistico nel senso convenzionale, ma un rito collettivo che invita alla riappropriazione del paesaggio interiore e pubblico.

Qui, il ritorno estivo si traduce in cura del luogo, in pedagogia della lentezza, in economia dell’attenzione.

Arminio non parla di “ripopolamento”,

parola che odora di ingegneria sociale, ma di “presenza”, che è già un gesto radicale. Ma Aliano non è un’eccezione isolata.

A Castelsaraceno l’apertura del ponte tibetano più lungo del mondo ha rappresentato molto più di un’attrazione turistica. Ha generato lavoro, microimprese, e soprattutto un’identità condivisa, costruita intorno al gesto antico e modernissimo del camminare. I giovani tornano, non per nostalgia, ma per costruire: guide ambientali, artigiani digitali, operatrici del benessere. È una generazione che non chiede di “tornare al passato”, ma di inventare nuove forme di permanenza, intrecciando radici e futuro.

Simili traiettorie si incontrano nel progetto “Terre di Aristeo”, distretto turistico che aggrega decine di borghi lucani – da Pomarico a Sarconi, da Spinoso a Viggianello – attorno a un’idea di ospitalità diffusa, sostenibile, capace di generare economia senza snaturare l’anima dei luoghi. Si tratta, in sostanza, di risemantizzare il turismo: non come consumo rapido dello spazio, ma come esperienza immersiva, generativa, a lungo termine.

Chi torna nei paesi per l’estate – anche solo per tre settimane – non è un turista, ma un cittadino temporaneo, un vettore di senso.

Tutto ciò acquista una rilevanza particolare se inserito nel contesto della montagna lucana, che la scorsa estate si è mostrata – più che mai – come un’alternativa non marginale alla costa.

Complice la crisi climatica, le nuove

STUDI DELL’ISTAT E DI ISTITUZIONI EUROPEE CONVERGONO: PER EVITARE IL COLLASSO, SERVE PENSARE IN TERMINI DI DENSITÀ RELAZIONALE, NON SOLO DEMOGRAFICA. BISOGNA CREARE SISTEMI DI PERMANENZA MODULARE, COME LI DEFINISCE L’URBANISTA PAOLO PILERI

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L’innovazione digitale può diventare un alleato prezioso per invertire la tendenza al declino demografico attraverso forme di residenza fluide o intermittenti. Nelle foto sotto, spazi di coworking e coliving di Casa Netural a Matera.

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sensibilità ambientali e la ricerca di autenticità, l’Appennino ha attirato viaggiatori in cerca di silenzi, cammini, relazioni non mercificate. Le mete tradizionali sul mare hanno ceduto il passo a esperienze come il “Cammino delle Terre di Mezzo”, itinerario che unisce spiritualità e paesaggio, o i progetti finanziati con fondi del Ministero del Turismo per la valorizzazione delle montagne lucane, capaci di generare forme di micro-economia, turismo lento e connessione tra comunità.

Il ritorno estivo diventa così un gesto politico, anche se non urlato. Una forma di cittadinanza culturale che non chiede necessariamente una residenza anagrafica, ma un coinvolgimento nella vita locale. Secondo l’approccio dell’innovazione sociale – come definita dal progetto europeo SIMRA (Social Innovation in Marginalised Rural Areas) – ciò che conta è la “ri-configurazione delle pratiche sociali” che coinvolgono cittadini e istituzioni locali nella creazione condivisa di valore. E proprio in Basilicata, grazie a realtà come Casa Netural, questa visione è già operativa: percorsi di co-abitazione, incubatori di comunità, mappature collaborative. La residenza diventa fluida, intermittente, ma non meno significativa.

A livello internazionale, molti territori hanno già riconosciuto il potenziale di una cittadinanza non permanente, ma capace di generare valore: nelle Alpi francesi, il turismo estivo ha saputo adattarsi alle esigenze di chi cerca una residenza temporanea ma consapevole, capace di valorizzare il

paesaggio e di rispettare i ritmi locali.

In Spagna, in Portogallo e perfino nei Balcani, piccole comunità rurali attraggono nuovi abitanti grazie a servizi essenziali condivisi, coworking rurali, reti di economia circolare.

E in Italia? Le aree interne, che coprono circa il 60% del territorio nazionale, ospitano meno del 25% della popolazione, ma custodiscono oltre il 70% del patrimonio culturale diffuso, forestale e paesaggistico. Studi dell’ISTAT e di istituzioni europee convergono: per evitare il collasso, serve pensare in termini di densità relazionale, non solo demografica. Non occorre “riempire i vuoti”, ma creare sistemi di permanenza modulare, come li definisce l’urbanista Paolo Pileri: città temporanee, borghi a intermittenza, presenze a geometria variabile che mantengano in vita i servizi, le scuole, le poste, le biblioteche.

La sfida, allora, non è solo demografica o economica. È culturale e semantica.

Occorre smettere di pensare alle aree interne come a luoghi da salvare e iniziare a considerarli come luoghi da frequentare, da abitare anche solo

BASILICATA

Il ponte tibetano più lungo del mondo di Castelsarano, nella foto a sinistra, rappresenta molto più di un’attrazione turistica: ha generato lavoro, microimprenditorialità e, soprattutto, un’identità condivisa, costruita intorno al gesto antico e modernissimo del camminare.

per un tempo, ma con intensità e responsabilità. È in questa logica che il ritorno estivo assume un valore politico: un gesto che riconfigura la geografia italiana non più secondo assi di centro-periferia, ma secondo reti di senso, comunità elastiche, economie leggere.

Un ulteriore elemento da considerare è il rapporto tra tecnologia e spopolamento nelle aree interne. L’innovazione digitale, se ben utilizzata, può diventare un alleato prezioso per invertire le tendenze di declino. L’esperienza di coworking rurali e smart working sperimentata in vari borghi lucani, come nel caso di Pietrapertosa, dimostra come la connettività non sia più un lusso ma una necessità strategica. Si tratta di trasformare la marginalità in un’opportunità per creare comunità ibride, composte da residenti storici e “neo-abitanti” temporanei o permanenti, accomunati dalla volontà di mettere a frutto risorse locali in un contesto globale.

Tale approccio, però, impone una sfida culturale: la valorizzazione del tempo lento, della cura per i beni comuni, in netta controtendenza rispetto

alla rapidità e alla standardizzazione del vivere urbano. Lo confermano le ricerche di economisti come Stefano Bartolini, che sottolinea come la crescita di questi territori passi attraverso una “economia della cura e della rigenerazione”, capace di intercettare anche nuovi flussi di popolazione attratti non solo da motivi economici ma da ragioni esistenziali e ambientali.

In questo senso, il richiamo internazionale diventa ancora più significativo.

Progetti come quello delle “Cittaslow” in Italia ed Europa mostrano la possibilità di combinare sviluppo economico e qualità della vita, rigenerando tradizioni ma anche innovando. In Basilicata, alcune comunità stanno sperimentando la produzione agroalimentare di qualità come leva di rinascita, recuperando antiche varietà e forme di sussistenza.

Non si tratta dunque di una nostalgia passiva, ma di una politica attiva di rigenerazione territoriale, un modo diverso di abitare il territorio, che trascende i confini tradizionali tra città e campagna, tra centro e periferia.

LE AREE INTERNE OCCUPANO

60% DEL TERRITORIO ITALIANO

OSPITANO

25%

<

DELLA POPOLAZIONE

CUSTODISCONO

70%

>

PATRIMONIO CULTURALE DIFFUSO, FORESTALE E PAESAGGISTICO

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QUANDO LA FORMAZIONE INFORMALE DIVENTA VALORE CONDIVISO VITO VERRASTRO

In un’epoca in cui parlare di sicurezza sul lavoro è spesso sinonimo di numeri, burocrazia e norme da rispettare, c’è chi ha scelto un linguaggio diverso, più umano e coinvolgente. Il 2 agosto, tra gli alberi e i percorsi sospesi del Lucania Outdoor Park, si è svolta una giornata speciale ideata da Tecnoindustrie Srl, azienda dell’oil&gas con sede a Viggiano, per ribadire un concetto tanto semplice quanto spesso trascurato: la sicurezza si impara, si vive, si trasmette. E può (e deve) passare anche attraverso l’ascolto, il gioco, la relazione, l’esperienza condivisa.

UNA GIORNATA A MISURA DI FAMIGLIA PROMOSSA DA TECNOINDUSTRIE PER EDUCARE ALLA SICUREZZA NON UN CONVEGNO, MA UN’ESPERIENZA COMUNITÀ IN MODO NATURALE DITecnoindustrie ha scelto un approccio innovativo e profondamente umano E COINVOLGENTE per parlare di un tema che troppo

spesso resta confinato tra le mura aziendali. Ha portato all’aria aperta i propri dipendenti e le loro famiglie, trasformando una giornata di formazione in una vera e propria esperienza di comunità. La scelta del Lucania Outdoor Park non è stata casuale: un contesto naturale, informale, che stimola la riflessione attraverso il movimento, il divertimento e il contatto umano, ha prodotto riflessioni e sorrisi, dialogo e attenzione.

La vera innovazione sta infatti proprio qui: nel passaggio da una formazione frontale, spesso percepita come ob-

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bligo, ad una informale, partecipata e naturale. Le nozioni diventano esperienze. I concetti si trasformano in azioni. La sicurezza non si impone, si trasmette.

La giornata si è aperta con la partecipazione straordinaria di Davide Scotti, manager di Saipem, esperto nazionale della Fondazione LHS e voce autorevole nella divulgazione della cultura della sicurezza: “La cultura cambia quando cambiano i comportamenti che mettiamo in campo, ogni giorno.

Ed è dalle nostre scelte di oggi che determiniamo il nostro futuro. La sicurezza va raccontata di più e meglio, perché così si contribuisce a mettere al centro questo valore”.

Le parole di Scotti, a metà tra provocazione e riflessione, hanno rappresentato un momento intenso e ispirante che ha dato il via a un programma pensato per coinvolgere tutti: adulti, ragazzi, bambini.

Durante la giornata, i partecipanti hanno preso parte a speech, momenti di condivisione, esperienze ludicoeducative. E mentre gli adulti mettevano alla prova le proprie reazioni in

BASILICATA scenari realistici ma protetti, i più piccoli scoprivano il valore della cura e della fiducia con lo spettacolo teatrale “Sicuro? Sicuro! Le nuovissime avventure di Pinocchio”, a cura della compagnia Rossolevante. Un modo creativo e coinvolgente per veicolare messaggi importanti come l’attenzione a se stessi e all’altro, il rispetto delle regole, l’importanza dell’aiuto reciproco, la centralità della fiducia.

SICUREZZA SUL LAVORO È RESPONSABILITÀ SOCIALE L’iniziativa assume un significato ancora più forte se si pensa al contesto: la Basilicata è purtroppo ai primi posti nella classifica nazionale per incidenza di incidenti mortali sul lavoro. “In un territorio in cui l’industria pesante convive con comunità resilienti, legate a tradizioni antiche, parlare di sicurezza non è solo una necessità aziendale ma una responsabilità sociale – ha sottolineato Irina Giammarino, managing Director di Tecnoindustrie -. Abbiamo provato a creare un ponte tra azienda e famiglia, tra lavoro e vita quotidiana, tra regole e valori. Perché se la sicurezza è cultura, allora va seminata fin da piccoli, va condivisa, va vissuta”.

Alcuni momenti dell’iniziativa di Tecnoindustrie dedicata alla sicurezza, tra gli alberi e i percorsi sospesi del Lucania Outdoor Park.

UN MODELLO REPLICABILE Quella del 2 agosto non è stata solo una giornata diversa. È stata una dimostrazione concreta di come si possa ripensare la formazione sulla sicurezza non come obbligo normativo ma come investimento educativo. Un modello replicabile, che mette al centro le persone e crea le condizioni per far germogliare consapevolezza, attenzione, responsabilità. Quando la formazione diventa esperienza, quando la sicurezza si impara con il sorriso, allora qualcosa cambia davvero. E forse, proprio da giornate come questa, può partire un futuro più sicuro per tutti.

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DALLE PALUDI AL MARE LUIGIA IERACE

CONTRO GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLE AREE UMIDE DEL DELTA DEL PO E CONTRO IL FENOMENO DI EROSIONE DELLA COSTA LE SOLUZIONI BASATE SULLA NATURA DI LIFEFRESH E LIFE NATUREEF 54

La tutela e il ripristino degli habitat naturali, dalle paludi d’acqua dolce del Delta del Po a quelli sottomarini, per proteggere la costa dall’erosione del mare: dal progetto LifeFresh al Life NatuReef. Oggi, perché dopo sarà troppo tardi. È il leitmotiv di interventi necessari e non prorogabili che grazie ai programmi LIFE prendono corpo nel territorio di Ravenna.

Il cambiamento climatico ha aggravato la fragilità innata nelle aree umide che caratterizzano il Delta del Po. Le paludi d’acqua dolce occupano una superficie 10 volte inferiore delle zone umide salmastre e le aree umide non sono più naturalmente alimentate dai fiumi che in natura sarebbero elemento di continuo rinnovamento. Oggi la sopravvivenza di questi habitat è minacciata da siccità, aumento del livello del mare e conseguente salinizzazione, inquinamento idrico causato da pesticidi, diserbanti e nutrienti, specie aliene invasive e squilibri idraulici. A rischio aree di un eccezionale valore ambientale, uniche perché vicine ad ambienti

diversi per caratteristiche paesaggistiche, ecologiche e biologiche che formano un sistema complesso alla foce del fiume Lamone con un’elevatissima biodiversità.

“LifeFresh è molto più di un progetto: è una visione concreta per la riqualificazione delle paludi d’acqua dolce, che ci accompagnerà fino al 2030 – sottolinea Barbara Monti, assessora con deleghe a Aree Naturali, Parco del Delta del Po, Politiche europee e Cooperazione internazionale, Agricoltura e Agroalimentare del Comune di Ravenna – abbiamo attivato un sistema integrato di finanziamenti, grazie anche agli strumenti dell’Unione Europea. Investiamo nella riqualificazione ambientale, miglioriamo la qualità delle acque, proteggiamo habitat rari e preziosi. Investire nella natura significa investire nel futuro”.

Azioni culturali immateriali per la costruzione di una comunità delle paludi, coinvolgendo la cittadinanza nella conservazione delle stesse e rafforzando il senso di identità anche attraverso attività

RAVENNA artigianali e percorsi di conoscenza.

Trentatré azioni per migliorare le caratteristiche degli ecosistemi palustri d’acqua dolce della porzione meridionale del Delta Del Po, attraverso il ripristino dell’habitat maggiormente caratterizzante queste paludi, il 3150 nella parte sud-orientale della Pianura Padana e di altri habitat vicini, come i prioritari per la Direttiva Habitat, 3170 (stagni temporanei mediterranei) e il 7210 (paludi calcaree), garantendone nel tempo la conservazione.

Partito a settembre per concludersi tra 5 anni, LifeFresh – LIFE for FReshwater Eutrophic Swamp Habitats restoration (LIFE per il ripristino degli habitat delle paludi eutrofiche d’acqua dolce), interessa le Paludi del Lamone (Punte Alberete, Valle Mandriole, Bardello), nel comune di Ravenna, e le Valli di Argenta (Bassarone, Val Campotto, Traversante, Vallesanta), nell’omonimo comune ferrarese, ed è finanziato dall’Unione Europea tramite il programma LIFE, bando 2024, sottoprogramma Natura e Biodiversità. Un piano di interventi da 5,3 milioni di euro, di cui 3,2 milioni a carico dell’Unione Europea (il restante finanziato dagli enti partner), che sarà coordinato dal Parco del Delta del Po, accompagnato dal Comune di Ravenna, dal Consorzio di Bonifica Renana e dal Comune di Argenta, con il coordinamento scientifico di UNIFE, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione (DISAP).

“Il progetto LifeFresh – spiega Aida Morelli, presidente del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna – è un importante intervento di tutela e riqualificazione ambientale all’interno del fragile ecosistema del Parco del Delta del Po, uno dei sistemi di zone umide più estesi e preziosi d’Europa, e non solo.

La celebre citazione attribuita a Fëdor Dostoevskij ‘la bellezza salverà il mondo’ ben si adatta a questo progetto che unisce alla conservazione di habitat e specie rarissime, un’attenzione parti-

Nelle foto, l'oasi di Punte Alberete.

colare verso aspetti di meravigliosa bellezza, come le fioriture della ninfea bianca”.

Dalle paludi al mare per testare soluzioni basate sulla natura contro l’impatto del cambiamento climatico.

Entro l’anno partiranno i lavori per una scogliera sommersa a protezione della costa dall’erosione marina vicino alla foce del torrente Bevano. La giunta comunale di Ravenna ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del reef biocostruito nel contesto del LIFE NatuReef, per un investimento complessivo di circa un milione di euro, di cui oltre 363 mila a carico del Comune e circa 637 mila finanziati dall’Unione Europea.

Il reef fungerà da barriera naturalmente biocostruita, smorzando la forza delle onde sulla battigia, ma anche da vivaio per il ripopolamento di quel tratto di mare con ostriche autoctone e sabellarie, specie minacciate ma un tempo presenti sul litorale.

Oltre al Comune di Ravenna, partecipano i dipartimenti dell’Università di Bologna, capofila del progetto, il Parco del Delta del Po, Proambiente, spinoff del Centro nazionale delle ricerche, Fondazione Flaminia con il suo centro per l’innovazione Cifla.

Barbara Monti, assessora con deleghe a Aree Naturali, Parco del Delta del Po, Politiche europee e Cooperazione internazionale, Agricoltura e Agroalimentare del Comune di Ravenna

Aida Morelli, presidente del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna.

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Da sinistra, il dirigente comunale Collura, il progettista Castellana, il sindaco Di Stefano, il prefetto di Caltanissetta Messina, il presidente della bioraffineria di Gela Rizzi e il referente dell’Università Kore Castelli.

MACCHITELLA LAB ORA C’È INAUGURATO IL 2 OTTOBRE, IL CENTRO POLIFUNZIONALE SI APRE FINALMENTE ALLA COMUNITÀ, CON AMBIENTI DI COWORKING, LABORATORI, SPAZI PER START-UP, MA ANCHE UNA CAFFETTERIA E AREE PER L’AGGREGAZIONE Il Centro polifunzionale Macchitella Lab, dopo un iter durato cinque anni, è finalmente realtà. L’ex Casa Albergo Eni, nata per ospitare tecnici e dirigenti dell’allora fiorente polo petrolchimico di Gela, torna a vivere oggi con una nuova veste, voluta fortemente da

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Eni, promotrice e finanziatrice dell’intero intervento di riqualificazione con circa 3 milioni di euro dei fondi delle Compensazioni dovute per le attività sul territorio.

Macchitella Lab è stato ufficialmente inaugurato il 2 ottobre con il duplice obiettivo di valorizzare uno spazio che appartiene alla storia industriale della città e di ridargli oggi una nuova veste, affine alle attuali esigenze del territorio. Si tratta di una struttura ceduta in comodato d’uso gratuito da Eni al Comune di Gela per due anni con possibilità di proroga, ad oggi uno dei principali interventi di rigenerazione urbana di tutto il territorio.

GELA L’EX CASA ALBERGO ENI La Casa Albergo fu costruita tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, nel cuore del quartiere residenziale di Macchitella.

Si trattava di una specie di “città satellite” per i lavoratori dell’industria petrolifera che arrivavano da tutta Italia, rappresentando di fatto per lungo tempo una sorta di quartier generale sociale e residenziale per i tecnici di Eni. Oggi quello spazio viene riportato alla luce con una valorizzazione che non solo preserva il passato ma investe nel futuro, visto che passa da edificio residenziale a spazio collettivo, aperto alla comunità.

COS’È MACCHITELLA LAB Il Centro è un polo aperto a formazione, imprenditorialità, innovazione giovanile e rigenerazione sociale, con ambienti di coworking, laboratori, spazi per start-up, ma anche una caffetteria e aree per l’aggregazione.

“Questo iconico immobile, dopo un lungo percorso, a tratti anche complesso, diventa finalmente disponibile e fruibile per tutta la comunità”, ha affermato Walter Rizzi, presidente della Bioraffineria di Gela Enilive, che aggiunge: “Macchitella Lab sarà un polo polifunzionale al servizio di tutta la cittadinanza. Segno tangibile dell’impegno di Eni verso il territorio, in particolare verso le nuove generazioni”.

CHI PARTECIPA AL PROGETTO Il progetto è frutto di un’alleanza: accanto a Eni e al Comune di Gela, ci sono infatti l’Università Kore di Enna, Sicindustria e la Fondazione Enrico Mattei, che ha contribuito alla fase di avvio con 620 mila euro. Per il taglio del nastro era presente il sindaco di Gela, Terenziano Di Stefano, per il quale l’inaugurazione rappresenta “uno dei momenti più significativi per la città. Era un impegno della no-

stra amministrazione: da qui partiranno corsi universitari, incubatori d’impresa e attività per i giovani e incarnerà il simbolo di una città che non vuole arrendersi. Macchitella Lab sarà il punto di riferimento per chi vuole investire su sé stesso e sul proprio territorio, sviluppando idee e innovazioni per creare il proprio futuro”.

Per il vicepresidente dell’Assemblea

regionale siciliana, Nuccio Di Paola, “celebriamo l’apertura di un luogo che crea opportunità, dove idee e progetti prendono vita attraverso la formazione con attenzione all’ambiente e alla sostenibilità. Tutti temi utili alla rinascita del nostro territorio e alla creazione di sbocchi professionali per i nostri giovani. Un progetto ambizioso che iniziai a forgiare personalmente nel 2015 e che oggi diviene realtà grazie all’impegno del sindaco Terenziano Di Stefano ed alla sua giunta”.

S.M.

Il progetto è stato realizzato dagli architetti Vincenzo Castellana e Rosanna Zafarana. La sua radicale ristrutturazione e trasformazione degli spazi interni ed esterni in un centro polifunzionale lo porrà come centro di aggregazione territoriale, formazione universitaria e imprenditoria giovanile.

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AGENDA

OTTOBRE NOVEMBRE

9 novembre

MARATONA DI RAVENNA CITTÀ D’ARTE MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna Patrocinata dall’UNESCO, la gara attraversa il centro storico offrendo un tuffo nella storia bizantina. Un fine settimana all’insegna dello sport, della cultura e del turismo.

14 novembre 18 ottobre

31 ottobre – 2 novembre

NOTTE D’ORO

MOSTRA MERCATO DEL TARTUFO BIANCO DEL SERRAPOTAMO

Ravenna, centro storico La notte bianca di Ravenna: mostre, spettacoli, aperture serali di monumenti e molto altro accenderanno i riflettori sugli angoli più suggestivi del centro.

In concomitanza, si apre la IX edizione della Biennale di Mosaico Contemporaneo.

25 – 26 ottobre

SAGRA DELLA CASTAGNA E DEI PRODOTTI DEL SOTTOBOSCO Calvello (PZ)

Carbone (PZ)

Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, la mostra mercato del tartufo, autentico gioiello dei frutti della terra. Degustazioni, laboratori, ma anche escursioni e intrattenimento.

MATERA FILM FESTIVAL

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Gela, Teatro antidoto - ore 21:00 Occhio al Cactus è una rappresentazione teatrale di L. Licata, realizzata dalla compagnia teatrale Antidoto di Gela.

20 – 22 novembre

8 – 16 novembre

Calvello si accende di emozioni e profumi antichi montani, con la castagna regina della festa.

Un incontro tra generazioni che esalta le radici del territorio.

SPETTACOLO TEATRALE OCCHIO AL CACTUS

Matera Mostra e concorso internazionale dedicato al cinema, alle serie tv, al comics & game e ai nuovi linguaggi audiovisivi. La 6ª edizione sarà dedicata alla cinematografia dei Paesi mediterranei.

TRANSMISSION XVII – RED DESERT Teatro Rasi, Ravenna Il festival di Bronson Produzioni dedicato alle più innovative frontiere della musica. L’edizione

2025 rende omaggio a Deserto Rosso, film culto di Michelangelo Antonioni girato a Ravenna nel 1964.

28 novembre

SPETTACOLO TEATRALE GATTA CI COVA Gela, Teatro antidoto - ore 21:00 Gatta ci Cova è uno spettacolo comico ma allo stesso tempo commovente, che interpreta con ironia le disgrazie e le fatiche del vivere quotidiano.

Gela, panoramica del molo negli anni ’60.

BUON COMPLEANNO GELA Gela industriale ha compiuto 60 anni. Tanto è passato da quel lontano 10 marzo del 1965, quando il Presidente Giuseppe Saragat inaugurò lo stabilimento petrolchimico, allora il più grande d’Europa.

Nella seconda metà degli anni Cinquanta diventa il luogo di una delle più importanti scoperte petrolifere del nostro Paese: così la rivista aziendale di Eni “Il Gatto Selvatico” nel numero del luglio 1957: “Alle ore 7:30 del 27 giugno il pozzo n. 3 della Piana del Signore, chiamato brevemente dai tecnici “il Gela 3”, ha risposto sì all’ansiosa domanda dei cercatori di petrolio. […] L’ansia era determinata dal fatto che della terra non ci si può mai fidare…”

In occasione di una visita del ministro dell’Industria Guido Cortese ai laboratori di Metanopoli, Enrico Mattei mostra orgogliosamente il frutto di tanto lavoro.

Contenuto in un vaso di vetro, un liquido descritto come vischioso e nerastro, “il primo campione di petrolio estratto da un nuovo pozzo perforato all’estremità più meridionale del Paese, il petrolio di Gela” (era il 1956).

Grandi aspettative, dunque, per una straordinaria avventura raccontata ampiamente nei materiali contenuti presso l’Archivio storico.

Foto d’autore, ma anche documentari che raccontano una storia, quella di uomini che vedono arrivare l’industria al sud e la possibilità

di riscattarsi dal lavoro nei campi grazie ad un’attività più specialistica e ben pagata.

Mattei, nel suo ultimo discorso del 1962 a Gagliano Castelferrato, aveva rassicurato tutti: “Amici miei, noi non vi porteremo via niente.

Tutto quello che è stato trovato – che abbiamo trovato – è della Sicilia, e il nostro sforzo è stato fatto per la Sicilia e per voi”.

Enrico Mattei in visita agli impianti di Gela il 18 ottobre 1962.

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