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La visione di Treviso secondo Rocco “Un bravo sindaco fa anche scelte impopolari”
Saranno due le liste a sostenerlo, una politica e di esperienza e l’altra civica formata solo da giovani under 35 “Gli unici nemici da battere non sono gli sfidanti alle elezioni ma l’inquinamento e le solitudini nate con la pandemia”
Annuncia dieci campagne elettorali, una per ogni quartiere della città, perché è lì che si costruisce la qualità della vita dei cittadini. Afferma che gli unici nemici contro cui combattere non sono i tre rivali nella corsa alla conquista di Ca’ Sugana, ma l’inquinamento e quelle solitudini e fragilità emerse con grande prepotenza durante la pandemia. Dipinge la sua visione di Treviso, fatta di grandi progetti e di piccole cose che facciano battere il cuore, di coesione, di attenzione all’ambiente, al sociale, alla sanità e alle persone che si sentono escluse. Vuole una Treviso ambiziosa e lo fa in una manciata di minuti, microfono in mano, parlando a braccio, sotto la Loggia dei Trecento. Nicolò Rocco sceglie la piazza della trevigianità (“non una stanza chiusa o i social”, sottolinea punzecchiando gli avversari) per presentare pubblicamente la sua corsa. Una trevigianità che il candidato del Terzo Polo – che con i suoi 33 anni è il più giovane dei quattro sfidanti delle amministrative di primavera – fa capire di vestire in toto fin dalla nascita all’ospedale Ca’ Foncello, l’asilo al Bricito, il liceo Canova, l’impegno in consiglio comunale iniziato nel 2013, quando a 23 anni è stato eletto per la prima volta con la maggioranza dell’ex sindaco
Giovanni Manildo nelle fila di quel Partito democratico di cui due anni prima era diventato segretario regionale giovanile e che ha deciso di lasciare qualche mese fa, scelto poi da Carlo Calenda come capogruppo di Azione a Palazzo dei Trecento e ora, con la benedizione di Italia Viva, pronto a provare a misurare se stesso e il nuovo soggetto politico, forte del buon risultato delle politiche di settembre.
“So di non essere solo in questa scelta, che sono convinto di poter fare con la massima libertà”. È circondato da molti giovani: quelli di TEDxTreviso di cui da sei anni è presidente e licenziatario, ma soprattutto quelli che correranno in una delle due liste, la civica del sindaco, composta unicamente da under 35 che in questi mesi saranno chiamati alla formazione politica e amministrativa
(“Perché non ti candidi se non sai chi era Tina Anselmi”, sottolinea Rocco) e che dovranno presentare un curriculum sia di studi che di esperienze nel mondo del volontariato. L’altra lista, quella politica, sarà riservata all’”esperienza”.
Cita don Primo Mazzolari (“A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca”) per spiegare il suo impegno e San Paolo (“gareggiate nello stimarvi a vicenda”) per lo stile che intende dare alla sua campagna elettorale: “L’atto più rivoluzionario del mondo è costruire ponti”, afferma e definisce gli altri sfidanti “persone buonissime”, Mario Conte un sindaco molto presente che è riuscito a portare a casa i bandi europei e ha avviato la realizzazione del sistema fognario, Giorgio De Nardi (che era lì ad ascoltarlo) un bravissimo imprenditore.
Ma Nicolò Rocco, al di là del- le parole buone, della cultura personale e della scelta di un linguaggio non ostile, mette sul piatto anche visione e punti programmatici. A cominciare dalla sfida di riportare i giovani a Treviso: “Dopo importanti esperienze all’estero o nelle grandi città, devono poter credere nella qualità della vita che Treviso offre. Che significa anche andare incontro alle tante solitudini di chi, per guardare con fiducia e speranza al futuro, ha bisogno di capire che la città continua a crescere. Chi va via, infatti, rende la città più povera”. Mette al centro la cultura, con la proposta di realizzazione di un auditorium “capace di dare più voce alla nostra rete straordinaria di festival e di attrarre convegni e professionisti”. Lo sport, con la realizzazione di un centro sportivo polifunzionale. La salute, ricordando che proprio a lui l’allora sindaco Manildo affidò la delega ai rapporti con l’azienda sanitaria nella delicata fase dell’accordo di programma per la nascita dell’Ulss unica provinciale e di quella che definisce “parte integrante della città”, la Cittadella della Salute. “Serve una presenza forte di Treviso nella conferenza dei sindaci”, afferma. Non certo da ultimo, l’ambiente. Che, dopo la laurea in Scienze politiche a Padova e un master a Londra, è diventato la sua professione in quanto partner di una società benefit che assiste le aziende nei processi di trasformazione sostenibile. “Per combattere il particolato, proporrò la piantumazione di siepi verdi lungo il Put”, annuncia il candidato del Terzo Polo. Uno per il quale un buon politico “fa anche cose impopolari”.
Sara Salin