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Fu uno dei primi della provincia di Padova, le iniziative dell’associazione Combattenti e Reduci Monumento ai Caduti: cento anni di memoria
Picchetto d’onore per tutte le vittime, Bonato: “Non è un insieme di pietre ma un patrimonio da preservare. Celebra il nostro profondo legame con il passato. Come nel 1923 erano presenti gli alunni delle scuole”
Un secolo di vita, di storia e di memoria per il Monumento ai Caduti della Grande Guerra di Bovolenta, uno dei primi realizzati in provincia di Padova. Opera dello scultore Rocco Mozzato, dal 24 giugno 1923 il monumento svetta all’ingresso del paese, davanti al ponte in ferro che porta in piazza. La speciale ricorrenza è stata celebrata su iniziativa dell’associazione nazionale Combattenti e Reduci, sezione di Bovolenta. Primo appuntamento al centro parrocchiale con l’incontro su “Il culto dei Caduti” con Silvia Zava, storica dell’arte contemporanea. Quindi la commemorazione davanti al monumento con i ragazzi delle scuole, seguita dalla messa con una speciale preghiera per i caduti. La stessa sera il momento emozionante del “Memoriae Lumen”, con l’accensione della fiamma nel braciere e la guardia d’onore ai Caduti, con i volontari che per alcune ore si sono alterna- ti in turni. “I vecchi combattenti montavano la guardia al monumento come segno di rispetto e vicinanza - ricorda Paolo Bonato della sezione Combattenti e reduci - vogliamo manifestare così il nostro omaggio ai caduti di tutte le guerre. Il nostro monumento è un patrimonio da preservare. Non è infatti un insieme di pietre: celebra il nostro profondo legame con il passato e con gli uomini che lo hanno percorso, i combattenti, siano essi caduti in battaglia o successivamente, per il quale lo scultore ha scelto persone del paese e proprio poco tempo fa abbiamo conosciuto seppur telefonicamente, il figlio del bambino, Luigi Ongarelli, che cento anni fa posò insieme ad un’altra signora di Bovolenta per la realizzazione della statua. La prima serata ha offerto la possibilità di conoscere il contesto storico nel quale furono costruiti i monumenti ed è stata animata da brani musicali dell’e- poca. La cerimonia di commemorazione è iniziata proprio come cento anni fa con la presenza degli alunni delle scuole, proprio per tenere saldo il legame intergenerazionale, fondamentale per la memoria. Non possiamo disperdere quanto ci hanno lasciato i nostri predecessori e nemmeno rassegnarci: c’è bisogno di tenere alta la testa rispetto all’oblio, che molti vorrebbero, per cancellare quanto possa essere “di disturbo” nella società attuale, creando momenti di ricordo e memoria non retorici, ma di significato soprattutto per i ragazzi e i giovani. Il monumento ci ricorda che la storia è fatta, purtroppo, di guerre; da questo però dobbiamo trarre ulteriore motivo per mettere in atto ogni piccolo gesto di Pace.

Le iniziative proposte, -conclude Bonato - e quelle che speriamo di poter proporre entro l’anno, essendo tra l’altro l’ottantesimo dall’ini- zio dell’internamento nel 1943, ci aiuteranno a ricordare cosa significa il centenario del monumento e la ricorrenza dell’internamento, tributando un doveroso e commosso omaggio a quanti, fedeli al tricolore, sacrificarono la loro giovane esistenza agli ideali di amor di Patria, di indipendenza, di libertà e di democrazia e quanti nelle Forze Armate mettono ogni giorno a repentaglio la loro vita, ricordando il loro instancabile impegno”.

IL PERSONAGGIO. All’Ipercity di Albignasego il seguito incontro, tra consigli e selfie