Inside Art 177

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N. 177 | € 4,00

For Children_Preview Family Friends_Photo David Levene

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I MUSEI DEVONO APRIRSI AI BAMBINI

Piccoli visitatori in erba, ecco perché i musei devono aprirsi ai bambini

La Haus der Kunst di Monaco mostra come rendere i musei spazi inclusivi per l’infanzia, una tendenza diffusa all’estero ma che in Italia deve fare ancora strada

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I MUSEI DEVONO APRIRSI AI BAMBINI

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I MUSEI DEVONO APRIRSI AI BAMBINI

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Fabrizia Carabelli

I MUSEI DEVONO APRIRSI AI BAMBINI

di disegno, testimonianza concreta di un’i-

fantile. Non si tratta di un programma educa-

dea: l’esperienza dell’arte è più piena quando

tivo collaterale, ma di un’occupazione felice

Alla Haus der Kunst di Monaco, la mostra

re o gestire in uno spazio che naturalmente

abbatte i confini tra spettatore e opera, tra

e duratura degli spazi pubblici del museo: in-

For Children. Art Stories since 1968 non pro-

presenta divieti, limiti e regole da rispettare.

norma e gioco, tra disciplina e scoperta.

stallazioni immersive, laboratori, ambienti tra-

pone semplicemente un percorso espositivo

Ma esperienze come quella di Monaco dimo-

pensato per un pubblico giovane. Fa qualco-

strano quanto ripensare il museo anche at-

Una concezione del museo che non è affatto

ra. L’atrio diventa una piazza partecipativa in

sa di più radicale: interroga il ruolo dell’infan-

traverso lo sguardo infantile significhi mettere

nuova, ma che troppo raramente riesce a di-

cui bambini e adulti possono muoversi, crea-

zia nel museo contemporaneo e, con esso,

in discussione il rapporto tra arte, pubblico,

ventare sistemica. Eppure in molte istituzioni

re, toccare, intervenire. È un esempio concre-

la funzione stessa dello spazio culturale. Non

esperienza e accesso. Non si tratta solo di

culturali internazionali qualcosa si sta muo-

to di come l’arte contemporanea, se messa

tutte le istituzioni raccolgono questa sfida,

“aprire ai bambini”, ma di interrogarsi sul per-

vendo già da diversi anni. Alla Tate Modern

in relazione con un’idea di infanzia aperta e

e molte — per disinteresse, inerzia o rigidi-

ché uno spazio che dovrebbe essere pubbli-

di Londra, ad esempio, il progetto UNIQLO

attiva, possa generare spazi radicalmente di-

tà progettuale — continuano a considerare

co, spesso non lo è davvero per tutti.

Tate Play ha cambiato radicalmente il modo

versi da quelli contemplativi e intimidatori a

in cui il museo si relaziona con il pubblico in-

cui siamo spesso abituati.

i bambini come fruitori marginali, da educa-

sformati in luoghi di gioco e costruzione libe-

N

“For Children. Art Stories since 1968”, Exhibition view Haus der Kunst, 2025. Photo: David Levene

NLa mostra si sviluppa attraverso installazioni,

messaggio da semplificare: sono interlocu-

NAnche il Grand Palais di Parigi lavora da

performance, archivi e ambienti partecipativi

tori, co-creatori, abitanti legittimi dello spazio

tempo in questa direzione. Il progetto Eupho-

che non trattano l’infanzia come un’eccezione

artistico. Il museo si apre, si lascia attraversa-

ria. Art is in the Air, sviluppato con il Balloon

da proteggere, ma come una lente attraver-

re, diventa permeabile. La mostra si estende

Museum, propone un’arte che si attraversa

Tuttavia, è ovvio che non tutte le mostre pos-

so cui osservare l’intera struttura del museo.

fin sulla terrazza, dove si può pattinare, e nei

fisicamente: installazioni gonfiabili, ambienti

sono essere tattili e interattive; là dove l’inter-

I bambini non sono destinatari passivi di un

corridoi dove il pavimento diventa superficie

immersivi, esperienze collettive che fanno del

vento diretto dei bambini non è possibile, è

corpo un veicolo per l’immaginazione. L’arte non è da capire, è da vivere.

N

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I MUSEI DEVONO APRIRSI AI BAMBINI

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I MUSEI DEVONO APRIRSI AI BAMBINI

fondamentale accompagnarli con percor-

e i bambini: luoghi in cui l’apprendimento non

za per costruire esperienze di senso condivi-

Tutto questo dimostra che non è solo possi-

si didattici e formativi mirati, che guidino il

è mera trasmissione, ma gioco, scoperta,

so, anche con i più piccoli. Il MAXXI di Roma

bile, ma necessario immaginare una cultura

loro approccio all’arte e li aiutino a sviluppare

esperienza. Il Palais des enfants, ad esempio,

ha avviato percorsi interattivi e laboratori che

museale più ampia, più inclusiva, più per-

una relazione consapevole e duratura con il

è un’area dedicata ai più piccoli, dove si in-

mettono al centro l’interazione tra bambini e

meabile. Non si tratta di adattare l’arte all’in-

museo. Questo è essenziale affinché, da

trecciano scienza, arte e attività manuali. Non

spazio museale, invitando a esplorare l’ar-

fanzia, ma di riconoscere che l’infanzia può

adulti, continuino a frequentare e vivere gli

è una zona d’attesa per i genitori, ma un vero

chitettura come se fosse un paesaggio. Alla

essere un modo per rimettere in discussione

spazi culturali con interesse e partecipa-

ambiente culturale in scala infantile, dove

GAMeC di Bergamo, la progettazione educa-

rituali, gerarchie e modelli di fruizione spesso

zione. In questo senso, il Grand Palais ha isti-

esplorare il mondo con strumenti propri.

tiva è integrata in modo profondo nella vita

troppo rigidi. Il museo, allora, smette di esse-

del museo: non un “servizio”, ma una postura

re solo un luogo dove si conserva e si mostra:

culturale che coinvolge bambini, insegnanti,

diventa un organismo vivo, capace di cam-

famiglie in un rapporto vivo con le opere.

biare forma, di accogliere, di generare nuove

tuito spazi permanenti pensati per le famiglie

N

possibilità.

Grand Palais, Parias, Euphoria. Art is in the Air

NE l’Italia? Il quadro nazionale è disomogeneo.

ramente dedicato all’infanzia: non un museo

Nella maggior parte dei musei, l’infanzia re-

“per bambini”, ma un museo costruito a par-

sta ai margini della progettazione culturale:

tire da loro. Gli spazi sono pensati per essere

qualche laboratorio occasionale, una sezio-

esplorati, manipolati, trasformati. Le mostre

ne educativa poco integrata, un linguaggio

sono esperienze immersive, percorsi da at-

paternalistico che ancora fatica a vedere nei

traversare con il corpo e la mente. A Torino, la

bambini un pubblico a pieno titolo. Ma ci sono

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo da

anche realtà che hanno saputo lavorare con

anni propone progetti educativi di qualità, in

continuità e visione. Il MUBA di Milano è inte-

cui l’arte contemporanea è il punto di parten-

For Children_Preview Family Friends_Photo David Levene

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LAIKA SOSTIENE FLOTILLA

Laika sostiene Flotilla e colora le navi da Barcellona

Con l’opera “Sumud” l’artista supporta la missione di emergenza a Gaza. Presenti sulle navi anche altri poster con opere famose della street artist

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LAIKA SOSTIENE FLOTILLA

INSIDEART 10 LAIKA SOSTIENE FLOTILLA

redazione

INSIDEART 11 IL NUOVO NUMERO DI INSIDE ART

tilla è un fallimento e non sarebbe dovuta esi-

senza precedenti, cercano di rompere l’asse-

stere: è vero. Non doveva esserci questo ter-

dio della Striscia di Gaza: una terra martoriata,

Navigano verso Gaza con un’opera della stre-

L’opera, intitolata Sumud, arriverà sulle coste

ribile genocidio, né questa marea di persone

dove ormai ci sono più bombe che bambini»,

et artist Laika le navi della Global Sumud

di Gaza insieme agli attivisti pronti a portare

che mi emoziona e mi toglie il fiato per la loro

ha aggiunto. E il titolo dell’opera, oltre a richia-

Flotilla partite da Barcellona. Dipinta sulla

assistenza umanitaria.

forza nel resistere, mettendosi in pericolo. Ho

mare il nome della missione, non è casuale,

voluto lasciare una traccia, un messaggio nel

perché “Sumud” in arabo significa “resistenza,

posto giusto», ha affermato Laika. «È stato un

fermezza, perseveranza”. Parole in linea con la

immenso onore dare colore alle navi di donne

lotta per la sopravvivenza del popolo palesti-

e uomini coraggiosi che, attraverso un’azione

nese.

fiancata c’è infatti una donna palestinese che, sione la rotta, mentre alle sue spalle è presente

Laika: «Un onore dare colore alle navi»

una scia con i colori della bandiera palestinese.

«Qualcuno ha detto che la Global Sumud Flot-

con il dito puntato in avanti, indica con deci-

«Israele e il suo governo, con la complicità dei governi occidentali, vogliono cancellare ogni traccia di questo popolo; a Gaza con una “soluzione finale” che richiama le pagine più buie della storia europea, e in Cisgiordania con gli attacchi dei coloni e gli espropri di terre. Non possiamo permetterlo. Questa spedizione è lo specchio di un mondo che si ribella e scende in piazza contro la barbarie. Il messaggio è chiaro: bisogna scegliere da che parte stare. La scia che lascia la donna palestinese rappresenta tutti noi: una marea di umanità che non si fermerà finché il popolo palestinese non avrà pace e uno Stato», ha dichiarato.

Anche altri lavori a sostegno di Gaza Accanto all’opera principale, la street artist ha arricchito la flotta con alcuni dei suoi poster più celebri a sostegno della causa palestinese: Liberazione (una donna partigiana che prende per mano una palestinese), Ni una menos e Justice 4 Awdah, dedicato all’attivista palestinese ucciso a Masafer Yatta da un colono israeliano. In quest’ottica, l’artista ha concluso con un appello: «Agli attivisti della Global Sumud auguro buon vento, sperando che le mie opere possano accompagnarvi in questo

INSIDEART 12 LAIKA SOSTIENE FLOTILLA

viaggio difficile. Ai governi che ci rappresentano chiedo: farete ancora finta di nulla? Continuerete a stringere accordi e a vendere armi a un Paese responsabile di crimini di guerra e contro l’umanità? La fine di Gaza sarà anche la fine dell’Europa democratica. La storia ci presenterà il conto».

INSIDEART 13 LAIKA SOSTIENE FLOTILLA

INSIDEART 14 IL MINIMALISMO IN MOSTRA A PARIGI

Ridurre per vedere meglio: il minimalismo in mostra a Parigi

Dall’8 ottobre 2025 al 19 gennaio 2026 alla Bourse de Commerce un viaggio internazionale attraverso la radicalità dell’essenziale

INSIDEART 15 IL MINIMALISMO IN MOSTRA A PARIGI

INSIDEART 16 IL MINIMALISMO IN MOSTRA A PARIGI

redazione

La Bourse de Commerce di Parigi si prepara ad accogliere Minimal, una grande mostra che esplora l’evoluzione globale di uno dei movimenti artistici più influenti del secondo Novecento. Attiva dal 8 ottobre 2025 al 19 gennaio 2026, l’esposizione mette in scena la trasformazione profonda del concetto di opera d’arte, così come ridefinita dagli artisti minimalisti a partire dagli anni ’60.

Caratterizzato da un’estetica essenziale, un’economia di mezzi e una forte attenzione all’esperienza fisica del visitatore, il minimalismo ha saputo abbattere le barriere tra arte e spettatore, tra oggetto e spazio. Gli artisti minimalisti—utilizzando materiali semplici, industriali o naturali—non cercavano di raccontare o rappresentare, ma di attivare un’esperienza diretta, universale e concreta.

Suddivisa in sette sezioni tematiche – Lumière, Mono-ha, Équilibre, Surface, Grille, Monochrome, Matérialisme – la mostra offre una prospettiva ampia e inclusiva del movimento, mettendo in dialogo opere di provenienza nordamericana (Agnes Martin, Dan Flavin, Robert Ryman), sudamericana (Lygia Pape), asiatica (Lee Ufan, Nobuo Sekine, Kishio Suga), mediorientale (Rasheed Araeen) ed europea (Gunther Uecker, François Morellet).

Le opere provengono dalla prestigiosa Collection Pinault, con contributi della Dia Art Foundation e di altre collezioni pubbliche e private. In mostra, lo spettatore è chiamato

INSIDEART 17 IL MINIMALISMO IN MOSTRA A PARIGI

INSIDEART 18 IL MINIMALISMO IN MOSTRA A PARIGI

a muoversi, percepire, interagire: l’arte mi-

formale non è affatto sinonimo di povertà

nimalista, infatti, si realizza nell’esperienza

espressiva. Al contrario, è proprio nella ridu-

vissuta, nel modo in cui il corpo si confronta

zione al minimo che si apre uno spazio per

con lo spazio e la materia.

l’incontro diretto, per una forma d’arte che non si guarda soltanto ma si attraversa.

Minimal dimostra così che la semplicità

INSIDEART 19 IL MINIMALISMO IN MOSTRA A PARIGI

INSIDEART 20 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

Panorama Pozzuoli, dove il tempo si fa carne e l’arte diventa preghiera

La curatrice Chiara Parisi racconta di una ricerca contemporanea in dialogo con le rovine, che abita il mito e i paesaggi infuocati

INSIDEART 21 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

INSIDEART 22 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

redazione

INSIDEART 23 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

libro, in particolare i versi 9–17: che segnano

e poetici.

quel confine tra visibile e invisibile, in fondo,

C’è chi lavora con la parola, chi con il corpo,

In occasione di Panorama Pozzuoli, la ras-

Il tema della divinizzazione è al centro di

è proprio questo che fanno gli artisti. Questi

chi legge Virgilio per la prima volta, chi si fa

segna diffusa promossa da Italics che por-

questa edizione e si intreccia profonda-

sono i Campi Flegrei, questo è Panorama Poz-

guidare da un incontro inaspettato per strada.

ta l’arte contemporanea nei luoghi storici più

mente con l’idea di creazione e distruzione

zuoli: opere contemporanee, scelte sofisticate

Tutto si intreccia.

suggestivi del territorio italiano, la curatrice

insita nella natura vulcanica dei Campi Fle-

dall’antico, nuove produzioni, sguardi radicali

Chiara Parisi, direttrice del Centre Pompi-

grei. In che modo gli artisti coinvolti inter-

dou-Metz, costruisce un percorso che intrec-

pretano questo concetto e come si riflette,

cia archeologia, mito e attualità. Al centro di

nei diversi linguaggi dell’arte contempora-

questa quinta edizione, in programma dal 10

nea, un equilibrio visivo ed emotivo tra po-

al 14 settembre, i Campi Flegrei, una terra di

tenza creatrice e forza distruttiva?

fuoco, di stratificazioni millenarie, di visioni e

Il progetto nasce proprio da lì dalla mitologia

presenze mai estinte del tutto. Con una sen-

dei Campi Flegrei. Ma non come un riferimen-

sibilità che unisce rigore curatoriale e ascolto

to teorico: parlo di un’esperienza concreta,

del territorio, Parisi invita artisti e pubblico a

quasi fisica. Ti racconto una giornata. Una do-

confrontarsi con il confine sottile tra creazione

menica, in piena preparazione, con Maurizio

e distruzione, visibile e invisibile, sacro e quo-

Cattelan abbiamo deciso di attraversare quei

tidiano. In questa intervista, racconta il cuore

luoghi, passo dopo passo, come se volessimo

del progetto, il dialogo con le comunità locali,

riscrivere il mito.

la sfida di una curatela coreografica, e la possibilità – attraverso l’arte – di riscrivere i miti,

Siamo partiti dal Rione Terra, a Pozzuoli. È un

abitandoli di nuovo.

luogo pazzesco: strati su strati di storia, di vite.

Poi ci siamo spostati al Tempio di Serapide, lì,

Panorama Pozzuoli diventa allora l’emblema

abbiamo iniziato a misurare le colonne con gli

di una storia, un modo per interrogare chi sia-

occhi. E dopo, il pranzo alla Darsena. Acciughe

mo, cosa scegliamo di ricordare, che forme

fresche… perché anche mangiare, a Pozzuoli,

prende il sacro contemporaneo in una società

è un momento sacro. Il pomeriggio è ripartito

dominata dall’immagine. Non una celebrazio-

con Cuma: la grotta della Sibilla, quel bosco

ne dell’icona, ma una forma di presenza. Ed è

che si apre sul mare… davvero uno dei luoghi

qui che la divinizzazione di «ciò che ci sfugge»

più belli d’Europa. E poi via, verso il Castello

prende corpo: nell’intimità, nella cura, nell’at-

di Baia, con la sua collezione archeologica. E

tenzione a ciò che trema e fa rumore. Nei ge-

ancora, la Piscina Mirabilis, quella cisterna ro-

sti che passano inosservati. Nella sapienza

mana che sembra una cattedrale sotterranea.

affettiva, silenziosa, di chi conosce il territorio

Entrarci ti toglie il fiato.

come una pelle e gli enigmi come un oracolo.

In quelle «nonne che sanno leggere le maree

Verso sera di nuovo a Pozzuoli, ci siamo se-

come si legge la malinconia di una nipote».

duti sull’erba, nel giardino di Villa Avellino. In mano l’Eneide. Abbiamo letto ad alta voce il VI

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INSIDEART 24 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

INSIDEART 25 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

INSIDEART 26 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

INSIDEART 27 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

Panorama Pozzuoli non si limita a un’espo-

antico del porto di Pozzuoli, e sì, perché Poz-

Questa rassegna in particolare, rivela un in-

un’installazione contemporanea. Una scultura

sizione, ma si configura come un ecosiste-

zuoli è sempre stata una porta sul mondo, e lo

tenso dialogo tra opere contemporanee e

che sembra un reperto ritrovato. Una pittura

ma partecipativo. Come sta lavorando per

rilegge attraverso il corpo, con la partecipazio-

capolavori dell’antichità. Che tipo di tensio-

che vibra come una performance.

far sì che il pubblico locale diventi parte in-

ne del centro coreografico Artgarage. O anco-

ne o continuità emerge tra passato e pre-

tegrante del progetto?

ra, ci sono gli incontri per strada che ti raccon-

sente?

Nelle scelte di questa edizione ho ritrovato, ad

Una delle figure chiave in questo progetto è

tano cosa vuol dire vivere nei Campi Flegrei.

Siamo un po’ così, noi italiani, credo. La storia

esempio, Monsù Desiderio, un artista che per-

Don Roberto della Rocca. Un uomo incredi-

Tra fede e scetticismo, tra timore della caldera

dell’arte è prima di tutto una cosa di sguar-

sonalmente trovo tra i più affascinanti del Cin-

bile, profondamente radicato sia nell’arte che

e amore profondo per la terra. Ragazzi che ti

di. È qualcosa che respiriamo fin da piccoli.

quecento. Quelle architetture incendiate, quel-

nella comunità. Lavora con i giovani del territo-

indicano i resti romani come se fossero pezzi

È un’educazione dello sguardo che si eredita

le visioni fredde e insieme febbrili, quei cieli

rio, ma anche con chi sta cercando di ricostru-

del cortile di casa. Nonne che sanno leggere

naturalmente. Il nostro occhio è allenato a ve-

che sembrano affondare nella pietra… tutto in

ire la propria vita dopo periodi di detenzione.

le maree come si legge la malinconia di una

dere. Le scelte non rispondono a una logica di

lui anticipa qualcosa che i surrealisti hanno poi

E, poi ci sono progetti come quello di Clarissa

nipote. È anche questo Panorama Pozzuoli.

continuità storica, ma a una sorta di attrazione

sentito come familiare. E un’artista chiave in

magnetica. Una pietra antica che sembra già

questo senso è Simone Fattal. Le sue sculture

Baldassarri che può ricordare il multilinguismo

INSIDEART 28 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

parlano dei legami profondi tra Pozzuoli e la

trovato una risposta?

Fenicia. È qui la geografia dell’arte.

Forse oggi divinizziamo quello che ci sfugge, le cose che esitiamo a nominare. E lavorando

La manifestazione attraversa linguaggi,

al progetto, ho capito che a essere divinizza-

luoghi e comunità in un formato non con-

to è spesso un gesto semplice: qualcuno che

venzionale. Qual è la sfida principale nel

apre la propria casa, qualcuno che guarda

costruire una curatela capace di tenere in-

un’opera senza sapere chi l’ha fatta. È un cul-

sieme visione artistica e identità del terri-

to della presenza, più che dell’immagine. Alla

torio?

fine, Panorama non è una mostra. Si appoggia

È una sfida coreografica. Ogni opera, ogni

al passato come si appoggia un corpo a un

scelta, è parte di un movimento più grande.

muro antico, senza distanza. A Pozzuoli non

Come in scena: niente è casuale. Sì. È una sfi-

puoi far finta che il tempo non esista. Ti vie-

da coreografica. E richiede precisione.

ne addosso da ogni direzione. E l’arte chiede: cosa sei disposto a vedere? Cosa scegli dav-

“E oggi, nell’era del culto dell’immagine, chi

vero di ricordare? Molte opere portano gioco,

divinizziamo? E perché?”. La sua riflessio-

ironia, leggerezza, ma tutte, in fondo, chiedo-

ne racchiude un interrogativo potente. Con

no la stessa cosa, una stanza che aspetta di

la curatela di questa iniziativa culturale, ha

essere abitata di nuovo.

INSIDEART 29 UNA RICERCA CONTEMPORANEA SU POZZUOLI

Rembrandt, il capolavoro ritrovato

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