Inside Art 158

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INSIDEART online

N. 158 | € 2,00

credit Archivio Emilio Isgrò


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LA BIENNALE “NON ESCLUDERÀ NESSUNO”

“Non escluderemo nessuno”: la Biennale prova a mettere un punto sul caso Iran e Israele

Nessun Paese verrà estromesso dalla grande esposizione italiana. Ma cosa cambia dal caso dell’esclusione della Russia nel 2022?

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LA BIENNALE “NON ESCLUDERÀ NESSUNO”


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LA BIENNALE “NON ESCLUDERÀ NESSUNO”

Martina Esposito

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LA BIENNALE “NON ESCLUDERÀ NESSUNO”

prossima 60. Esposizione Internazionale d’Arte (20 aprile – 24 novembre 2024)”.

Se nel 2022 furono quindi i partecipanti russi stessi a estromettersi dalla manifestazione, la

Il caso è scoppiato il 26 febbraio, quando il

le relazioni tra arte e politica. Nel groviglio di

gruppo di attivisti “Art Not Genocide Allian-

schieramenti e ideologie che ne è risultato, la

Questa la posizione della Biennale in risposta

decisione di quest’anno appare in linea con la

ce” ha lanciato un appello per l’esclusione di

Biennale ha provato a mettere un punto.

alle petizioni: nessuna esclusione. Ma il caso

politica di allora, e cioè di non provvedere ad

della Russia, esclusa nel 2022 per la guerra

alcuna esclusione. Se non fosse che, a seguito

Israele dalla Biennale di Venezia, raccogliendo ben 12mila firme in soli due giorni. A questo

“In merito alla partecipazione all’Esposizio-

in Ucraina, è ancora troppo fresco. Anche su

del ritiro della Russia, la Biennale rifiutò ufficial-

ha fatto seguito una seconda lettera aperta,

ne Internazionale d’Arte di Paesi presenti nei

questo, infatti, la Biennale ha reputato neces-

mente “ogni forma di collaborazione – si leg-

stavolta inoltrata dalle organizzazioni Woman

Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e in città

sario esprimersi: “la chiusura del Padiglione

ge in una nota del 2 marzo 2022 – con chi ha

Life Freedom Europe e Woman Life Free-

– si legge in una nota – la Biennale di Vene-

della Russia alla 59. Esposizione Internazionale

[…] attuato o sostiene un atto di aggressione

dom Italy, in cui si richiedeva l’allontanamento

zia precisa che tutti i Paesi riconosciuti dalla

d’Arte 2022 è stata decisa dal Commissario e

di inaudita gravità – in quel caso, la guerra in

dell’Iran dalla grande mostra. In un clima inter-

Repubblica Italiana possono in totale autono-

dal Curatore nominati dal Ministro della Cultura

Ucraina -, e non accetterà pertanto la presenza

nazionale teso, le petizioni hanno rappresen-

mia richiedere di partecipare ufficialmente. La

della Federazione Russa, che ha comunicato

alle proprie manifestazioni di delegazioni uffi-

tato l’innesco per una rinnovata polemica sul

Biennale, di conseguenza, non può prendere

che non parteciperà alla prossima 60. Espo-

ciali, istituzioni e personalità a qualunque titolo

rapporto con i Paesi in questione, creando al

in considerazione alcuna petizione o richiesta

sizione Internazionale d’Arte”, ha ricordato in

legate al governo russo”. Una posizione che

tempo stesso lo spazio per una riflessione sul-

di escludere la presenza di Israele o Iran dalla

una nota.

conta anche dei precedenti nella storia della


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manifestazione. Per quasi trent’anni, dal 1968 al 1993, il Sudafrica venne escluso dalla mostra per motivi umanitari: era il tempo dell’apartheid. La Biennale ha anche ricordato come la Palestina, non riconosciuta dall’Italia, sia presente “fra i 30 Eventi Collaterali approvati dal Curatore Adriano Pedrosa, in totale autonomia e a suo insindacabile giudizio artistico”. Ma, di fronte alla necessità di prendere posizione a seguito delle petizioni che l’hanno investita nei giorni scorsi, la Biennale ha scelto di porre l’accento sul requisito di “Paese riconosciuto dalla Repubblica Italiana” come dato insindacabile per la partecipazione alla mostra.

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LA BIENNALE “NON ESCLUDERÀ NESSUNO”


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VERSO LA BIENNALE DI VENEZIA 2024

TvBoy colpisce ancora: l’ironico murales sulla crisi dei Ferragnez

Lo street-artist, provocatorio e pungente come sempre, presenta una terza opera sulla Ferragni, questa volta sulla sua chiacchieratissima separazione

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VERSO LA BIENNALE DI VENEZIA 2024


INSIDEART 10 TVBOY PRENDE DI MIRA LA CRISI DEI FERRAGNEZ

Irene Bellini

INSIDEART 11 TVBOY PRENDE DI MIRA LA CRISI DEI FERRAGNEZ

è il tagliente titolo dell’opera, liberamente

Sforza e dà vita a una effigie iper-contem-

ispirata all’originario dittico di Piero della

poranea dei Ferragnez ritratti come i duchi d’Urbino.

TvBoy, nome d’arte dello street-artist

ironico sulla nota e super-social coppia

Francesca di fine ’400 e oggi agli Uffizi.

Salvatore Benintende, ha realizzato nel

di celebrity. Doppio ritratto di Fedez e

L’artista riprende l’iconografia rinascimen-

capoluogo lombardo, un murales assai

Chiara. Olio su tavola. Ducato di Milano

tale di Federico da Montefeltro e Battista

Al contrario dell’originale in cui i coniugi si


INSIDEART 12 TVBOY PRENDE DI MIRA LA CRISI DEI FERRAGNEZ

INSIDEART 13 TVBOY PRENDE DI MIRA LA CRISI DEI FERRAGNEZ

guardano negli occhi, forse a causa della

ce di contrasto, disaccordo ma anche se-

un punto di vista cromatico. Tra l’altro, non

dimenticarsi di riprendere la scena dal suo

tensione che la coppia milanese sta viven-

gretezza. Sopratutto, milioni di spettatori

è la prima volta che lo street-artist prende

immancabile cellulare. Ancora, nel 2018,

do, lo street-artist siciliano li ritrae di spalle.

– proprio come accade sui loro social – si

di mira l’influencer, in realtà protagonista

dopo le polemiche per il considerevole co-

La rappresentazione di profilo infatti, eredità

possono inevitabilmente interporre fra loro.

di diversi murales sopratutto per le inchie-

sto dell’acqua Evian sponsorizzata dall’in-

ste dell’ultimo periodo. Lo scorso dicem-

fluencer, aveva ideato Santa Chiara con

del glorioso passato degli imperatori romani, è un espediente per marcare la distan-

Tra le loro innumerevoli foto social, una

bre TvBoy aveva già realizzato un murale

acqua benedetta. Potenti allusioni che

za con l’osservatore che è in questo caso

spicca più di tutte. Un post del 2019 che

ispirato alla vicenda del Pandoro-Gate e

ironicamente fanno riflettere sugli infiniti

un semplice testimone del muto dialogo

per una curiosa coincidenza sembrerebbe

intitolato La beneficienza nell’era dei so-

paradossi della società contemporanea,

dei due duchi. Ritrarre le figure di schiena

riprendere vagamente la reale raffigurazio-

cial. Qui si vede Chiara Ferragni intenta a

dall’idolatria alle bugie che continuano a

come per l’opera di TvBoy è invece indi-

ne del quadro quattrocentesco, almeno da

fare la carità a un senzatetto, senza però

raccontarci.


INSIDEART 14 TVBOY PRENDE DI MIRA LA CRISI DEI FERRAGNEZ

INSIDEART 15 TVBOY PRENDE DI MIRA LA CRISI DEI FERRAGNEZ


INSIDEART 16 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA

Due qui/To hear, svelato il progetto espositivo alla Biennale di Venezia

Due qui/ To hear è il titolo del Padiglione Italia, che si pone in perfetta coerenza con le ricerche di questa Biennale “Stranieri ovunque”

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INSIDEART 18 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA

INSIDEART 19 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA

Irene Bellini

Due qui/ To hear è il tema-titolo del pro-

10, è Massimo Bartolini che sarà affianca-

gramma espositivo del Padiglione Italia del-

to da alcuni compositori. Infatti, le giovani

la ormai prossima Biennale di Venezia 2024,

Caterina Barbieri e Kali Malone, assieme

curato da Luca Cerizza. L’artista, il cui pro-

a Gavin e Yuri Bryars, contribuiranno alle

getto è stato accuratamente scelto fra altri

installazioni sonore. La scrittrice Nicoletta

Costa e il romanziere Tiziano Scarpa invece, si dedicheranno ad alcuni dei testi. Il padiglione, nonostante l’attore principale sia uno, risulta così essere collettivo, in un dialogo fra molteplici discipline. A presiedere la conferenza stampa, che si è svolta a Roma presso la Sala Spadolini del Collegio Romano e che ha svelato la narrativa tematica del padiglione, oltre all’artista e al curatore, anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, Roberto Cicutto membro del CDA della Biennale, e Diego Della Valle con Tod’s partner ufficiale. Sono inoltre intervenuti il nuovo presidente Biennale Pietrangelo Buttafuoco e il direttore generale Creatività Contemporanea Angelo Piero Cappello. Il titolo Due qui/ To hear suggerisce, giocando sull’assonanza inglese Two here e To hear, che è l’udire o ancora meglio l‘ascoltare la chiave interpretativa di questa esposizione in cui, come il curatore ha più volte


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ribadito, il «paradigma acustico» è l’assoluto mezzo espressivo. Una esperienza fisica ma sopratutto sensoriale, che si pone come metafora di connessione e apertura nei confronti dell’altro. Da un punto di vista spaziale, il percorso è circolare e tripartito. È percorribile in due diversi sensi di marcia con una importante attenzione dedicata anche al giardino. Solamente due figure poste agli estremi, in dialogo con altrettante opere, introducono e accompagnano gli spettatori: gli alberi del Giardino della Vergine e il Bodhisattva Pensieroso, tipica immagine buddhista. Quest’ultima iconografia suggerisce immobilità e riflessione, nello svolgersi di un’azione che avviene all’interno di ognuno di noi, in contrasto con tutto ciò che presuppone movimento. Al centro, una grande installazione sonora esperibile dal pubblico. Una musica che pervade lo spazio, uno spazio che chiunque può attraversare, in un ascolto dell’altro che diventa collettivo e compartecipato. Il ministro Sangiuliano ha commentato, sottolineando l’importanza di «ascoltare gli altri per catturarne il meglio». Ogni singola opera, costruita in situ, si relaziona perfettamente con l’ambiente circostante e non c’è alcun tentativo di musealizzare questi luoghi. Sicuramente per motivi di sostenibilità, ma anche per non creare eccessive distanze con il visitatore che in questo modo può sentirsi parte integrante del discorso artistico nella sua totalità. Due qui/To hear è un percorso totalmente introspettivo e apparentemente vuoto, visto che l’installa-

Luca Cerizza e Massimo Bartolini © Matteo de Mayda

INSIDEART 21 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA


INSIDEART 22 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA

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zione «non produce architettura ma suono», ma che incita a una profonda e intima indagine personale. «La materia più solida si incontra con quella più sottile della melodia», queste le parole dell’artista. Una densità materica che si scontra con l’incorporeo, generando una suggestiva sperimentazione artistica. Una interessante antonomia kantiana fra pieno e vuoto che si traduce in una sintesi dialettica di una completezza che si acquisisce solamente attraverso la musica. «Una opera

Massimo Bartolini, Bodhisattva che pensa, matita su carta, 2024

immensa ma di minimo ingombro, immersa nella totalità della melodia» ha dichiarato Roberto Cicutto. L’intento rimane comunque quello di dare concreta rilevanza alla pratica dell’ascolto più che che a quella del visivo. Ascoltare equivale a non tralasciare nulla indietro, vedere talvolta ci devia in un osservare fin troppo ristretto e spesso fuorviante. Massimo Bartolini e Luca Cerizza ci propongono un padiglione sicuramente singolare, attraverso una idea di arte che ci ricorda l’importanza del saper ascoltare, in un mondo in cui il sentire non è mai bastato.

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INSIDEART 24 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA

INSIDEART 25 IL PADIGLIONE ITALIA ALLA BIENNALE DI VENEZIA


INSIDEART 26 ‘SECOND LIFE’: AL CENTRO PECCI

‘Second Life’: al Centro Pecci una mostra tra arte e sostenibilità

L’esposizione a Prato è l’esito del contest ‘Second Life’, in cui gli artisti sono invitati a indagare le tematiche ambientali nelle loro opere

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INSIDEART 28 ‘SECOND LIFE’: AL CENTRO PECCI

redazione

Con la mostra inaugurata il 22 febbraio, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e la città di Prato si sono resi protagonisti di un dialogo innovativo tra arte e sostenibilità. Promuovendo l’impegno per la promozione culturale connesso all’educazione ambientale, la mostra Second Life, tutto torna al Centro Pecci combina con queste due istanze la sperimentazione di linguaggi nuovi. L’esposizione, che include 30 opere in cui si esplorano le connessioni tra l’arte e la difesa del Pianeta, proseguirà fino al 24 marzo ed è legata alla terza edizione terza edizione del contest nazionale su arte e sostenibilità ambientale promosso da Alia Multiutility. Per un totale di 130 proposte di artisti under 28, i lavori esposti sono stati selezionati da una giuria composta dai rappresentanti delle principali istituzioni toscane: Martino Margheri (Fondazione Palazzo Strozzi), Valentina Gensini (direttrice artistica Centro Murate Art District), Stefano Collicelli Cagol (direttore generale del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato), Sergio Risaliti (direttore artistico Museo Novecento Firenze), oltre al curatore, professor Marco Meneguzzo, e Giuseppe Meduri, direttore Relazione esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Alia. Esito delle decisioni della giuria, le 30 opere presenti in mostra, tutte finaliste al contest e selezionate per il loro interrogarsi sul concetto di sostenibilità, sul cambiamento cli-

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matico, la conservazione della natura e la relazione tra l’uomo e l’ecosistema, ma anche sull’impegno nel dare una seconda vita alla materia, in linea con i principi dell’economia circolare, che da sempre Prato insegna al mondo grazie alla tradizione del tessile e della lana rigenerata.

L’inaugurazione di ‘Second Life. Tutto torna’ La tappa pratese di Second Life è stata inaugurata alla presenza del sindaco Matteo Biffoni, del direttore del Centro Pecci, Stefano Collicelli Cagol, del vicepresidente di Alia Multiutility, Nicola Ciolini, del curatore della mostra Marco Meneguzzo e degli artisti, in primis i tre vincitori del contest: Sofia Salerno, Federica Mariani e Leonardo Cardamone. «Siamo felici di ospitare nuovamente a Prato, al Centro Pecci, l’esposizione Secondo Life, frutto di un contest che sta ottenendo sempre più successo, stimolando gli artisti a mettere la propria creatività a servizio di un messaggio potentissimo sull’impatto che ognuno di noi ha su ambiente e circolarità», ha sottolineato il sindaco Biffoni. «La sensibilità al riciclo e al riuso dei prodotti, la trasformazione di quello che a prima vista è Da sinistra, Marco Meneguzzo, Federica Mariani, Nicola Ciolini, Sofia Salerno, Stefano Collicelli Cagol, Leonardo Cardamone

solo scarto in qualcosa di bello è alla base di queste opere, ma anche della natura stessa del distretto pratese dove la sostenibilità è centrale nel settore moda. Il riuso non è una parola vuota, è cultura, è una sfida che ci impegnerà a lungo per rendere davvero sostenibile la realtà in cui viviamo».


INSIDEART 32 ‘SECOND LIFE’: AL CENTRO PECCI

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Chiara Marchesi, Chiara Mecenero, Alessia Accanto ai primi tre classificati e alle men-

Ottaviani, Roberto Picchi, Giuseppe Raffae-

zioni speciali, gli altri artisti in mostra sono:

le, Chiara Russo, Irene Stellin, Erica Toffanin,

Diego Azzola, Elena Benzoni, Gianluca

Mingrui Wang e Wang Xin.

Braccini, Marta Cantarini, Paola Cenati, Pietro Paolo Cesari, Benedetta Chiari ed Elisa Pietracito, Elisa Cocchi, Martina Cocco, Raimondo Coppola, Cecilia D’Urso, Elisa Paola Hampe, Ire Ere (collettivo), Miriam Marafioti,

Stefano Collicelli Cagol

Anche Stefano Collicelli Cagol è intervenu-

I finalisti e gli artisti in mostra

to all’inaugurazione. «L’impegno di Alia nella

Diversi gli interventi durante la giornata, an-

scoperta di nuovi talenti che valorizzano la

che quelli gli artisti sul podio e delle men-

sostenibilità nella loro produzione artistica

zioni speciali, dal gradino più alto di Sofia

porta con sé un messaggio importante, che

Salerno alla seconda classificata Federica

combacia perfettamente con le prospettive

Mariani, oltre al terzo posto di Leonardo

strategiche di questo Centro», ha dichia-

Cardamone. Tre le menzioni speciali, asse-

rato. «Second Life offre una piattaforma in

gnate a Martina Abati, Elysee Farazmand

crescita per esporre opere, promuovendo la

e Massimo Pugliese. Un’inaugurazione in-

rigenerazione dei materiali e la sostenibilità

teramente dedicata agli artisti, durante la

delle risorse. Nel contesto del Centro Pecci,

quale è stato anche presentato il libro Ma-

la mostra non solo arricchisce la prospettiva

nuale di guerriglia artistica. Ovvero come

pedagogica per le scolaresche, ma permette

restare vivi nel mondo dell’arte, scritto da

ai visitatori di approfondire le tematiche le-

Marco Meneguzzo, curatore della mostra,

gate alla rigenerazione dei materiali. Prato,

e si è tenuto Edu Lab: incontro con l’arti-

con la sua storia di rinascita dei materiali nel-

sta Chiara Bettazzi, un laboratorio pensato

le aziende tessili, si presenta come un luogo

come una presentazione della pratica artisti-

ideale per ospitare questo progetto».

ca di Bettazzi.

Second Life. Tutto torna dal 22 febbraio al 24 marzo 2024 Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci – Prato info: centropecci.it


INSIDEART 34 BILANCIO DI ARTEFIERA

Arte Fiera? Bene ma non benissimo. Un bilancio a conclusione della rassegna bolognese

Una buona risposta da parte del pubblico, ma anche alcune esitazioni dal lato di un collezionismo per lo più nostrano, caratterizzano l’ultima edizione della fiera emiliana

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Andrea Bardi

INSIDEART 37 BILANCIO DI ARTEFIERA

chiviato – dall’altro, spostando il focus sulla

anche a moventi esterni, come per esempio

platea dei collezionisti, alcuni di loro hanno

la sovrapposizione con Art Rotterdam (1-4 febbraio).

Anche l’ultima edizione di Arte Fiera è giunta

cezione lato espositori: se da un lato anche

parlato di collezionismo a trazione nostra-

al suo epilogo. Un’edizione speciale, quella

gli oltre 170 spazi espositivi coinvolti hanno

na. Nonostante la rassegna cittadina abbia

del cinquantennio, alle prese con la non faci-

notato un generale incremento di pubblico

sempre parlato prevalentemente italiano,

La situazione, poi, ovviamente è diversa se si

le esigenza – duplice – di unione tra proposte

rispetto, ad esempio, all’edizione del 2022 –

con ogni probabilità la geografia ristretta

tiene in considerazione la profonda distanza

più attuali e l’orgoglio del primato storico. Al

un annus horribilis già opportunamente ar-

dei compratori deve la sua ragion d’essere

tra l’offerta dei singoli padiglioni: se, pur con

di là del lavoro d’archivio su quei settanta Mitici, anni di fervore incredibile e animati dal dinamismo di figure come Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio – e rievocati in due approfondimenti tematici (uno stand, come anticipato, è stato dedicato alla descrizione delle prime cinque edizioni della fiera, un altro alle performance eseguite nel ’76) – l’obiettivo della rassegna bolognese, che per il secondo anno consecutivo ha voluto al timone l’accoppiata Simone Menegoi – Enea Righi, era innanzitutto quello di riconfermare gli elevati standard qualitativi raggiunti nella tappa precedente. Per mantenere l’asticella su livelli molto alti, la Fiera ha essenzialmente fatto tesoro del precedente storico: dall’approntamento di strategie comunicative e promozionali mirate a una corretta, ampia e diversificata diffusione pubblicitaria, fino a una meticolosa attenzione nei riguardi dell’esperienza di visita – decisamente vincente è risultata, tra le altre cose, la scelta di valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio – l’evento ha fatto registrare un buon successo tra il pubblico generalista, quello delle famiglie e dei gruppi di curiosi che hanno affollato i due padiglioni per tutta la durata del weekend. Leggermente diversa, e variegata, la per-


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i dovuti distinguo, nel Padiglione 25 – quel-

to in grado di unire pratica artistica e azione

articolazione dell’intera superficie”. Il lavoro

lo tradizionalmente dedicato a un’offerta più

collettiva.

minimale di Claudio Coltorti, esposto dalla Galleria Acappella, e centrato sulla relazio-

attuale – l’atmosfera era quella di un generale ottimismo, un po’ meno entusiasmante è

Anche Sabrina Mezzaqui, vincitrice del Pre-

ne tra solitudine e tecnologia, è stato invece

stata la risposta commerciale nell’ala riser-

mio Collezione Righi, ha omaggiato la sua

selezionato per la prossimità con l’intimismo

vata al moderno. Il Padiglione 25, che ospi-

città d’origine, Bologna, con le trecento car-

del mondo di Osvaldo Licini (Premio Osval-

ta prevalentemente lavori di artisti giovani,

toline del ’98: Punti di vista (Bologna), opera

do Licini by Fainplast).

anche se affermati, è destinato ad un delta

esposta dalla Galleria Massimo Minimi, si è

di compratori decisamente più ampio, e la

aggiudicata il premio proprio in virtù del suo

La raccolta dei premi continua poi con l’e-

logica delle trattative ne risulta ovviamente

rapporto intimo con il capoluogo emiliano.

leganza essenziale di Galleria Zero…, che

facilitata rispetto a un contesto, come quello

Formalmente affini, poi, le opere vincitrici del

porta a casa il Premio Rotary, e con il Pre-

del moderno, in cui la formalizzazione di una

Premio Colophonarte e del neonato Pre-

mio Rotaract e il Premio Andrea Sapone,

vendita segue un iter diverso e soprattutto

mio Marval Collection: tanto Zerha Dogan

vinto da Beautiful things fading away, in-

si accompagna a contrattazioni di ben altro

(Prometeo Gallery) quanto Guilherme Al-

stallazione cinetica di Daniele Di Girolamo

ordine economico, a rapporti prolungati e a

meida (Ribot Gallery) hanno infatti propo-

(Traffic). Gli ultimi due riconoscimenti – il

chiusure ufficializzate nei giorni o nelle setti-

sto delle sovrapposizioni grafiche su ritagli di

Premio Spada Partners e il Premio The

mane seguenti.

giornale. Dogan, artista e giornalista curda,

Collectors.chain by Art Defender – sono

con il suo Untitled ha unito la lotta politica

stati assegnati, rispettivamente, a Ruth Be-

Al di fuori di comprensibili esitazioni da parte

alla rivendicazione femminile, mescolando

raha (Ncontemporary), che con gli otto oc-

della fascia più alta degli acquirenti, il we-

sul supporto tracce di sangue mestruale a

chi in ceramica di Visionarie ha portato alla

ekend bolognese è stato, come sempre, an-

interventi a penna.

luce il ruolo subalterno storicamente asse-

che un weekend di premi e riconoscimenti.

gnato alla donna, definita in quanto oggetto

Il PREMIO ANGAMC, assegnato ogni anno

Almeida, brasiliano, ha invece privato, pur in

e mai soggetto dello sguardo, e a Milli Gan-

come “riconoscimento alla storia e all’atti-

via parziale, alcune icone della cultura bra-

dini (MLB Maria Livia Brunelli), che grazie

vità di un gallerista affiliato all’Associazione

siliana (le gemelle Tasha e Tracie, il cantante

agli scatti della serie fotografica La mamma

Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Con-

Jorge Aragao) delle loro fattezze precise, do-

è uscita, realizzata nel 1975 e anch’essa ri-

temporanea che, nel corso della sua carrie-

tandoli di un sorriso dorato legato indissolu-

volta a rivendicazioni femministe, ha saputo

ra, abbia dimostrato un significativo impe-

bilmente a un passato complesso, una storia

far collidere esigenze documentarie, indi-

gno nel ruolo, ottenendo riscontri dal punto

di colonialismo e schiavitù. Il primo Premio

pendenza creativa e potenzialità politiche:

di vista artistico, umano e commerciale”, è

Officina Arte Ducati è stato vinto, invece,

“Le sue opere – viene scritto sul comunicato

stato vinto, per il 2023, dalla gallerista par-

dall’Ossicodone 2 di Alberto Tadiello (Gal-

– segnano una tappa fondamentale dell’ar-

tenopea Lia Rumma. A Stefania Galegati,

leria Umberto di Marino): “L’opera di Al-

te e della storia della seconda metà del No-

presentata da Francesco Pantaleone Arte

berto Tadiello – recita il comunicato sul sito

vecento, vale a dire l’utilizzo della fotografia

Contemporanea, e al suo lavoro The Island

ufficiale della fiera – è in profonda connes-

come strumento di una battaglia, e di una

#49, parte del suo solo show dedicato all’I-

sione con il DNA di Ducati perché sintetizza

presa di coscienza, che investe il ruolo della

sola delle Femmine (The Island Project), va

l’idea di velocità, bellezza anche attraverso

donna nella società, in una chiave esplicita-

invece il primo Premio BPER: un progetto

la rappresentazione del suono che incarna,

mente femminista”.

ambizioso, riconosciuto dalla giuria in quan-

con grande perizia tecnica e un’organizzata


INSIDEART 40 BILANCIO DI ARTEFIERA

INSIDEART 41 BILANCIO DI ARTEFIERA




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