La vendita al campo

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Acquistiamo la nostra verdura al campo, addio filiera!

Il cibo sulla nostra tavola a kilometro zero… una novità? No, non direi. Forse molti lo hanno dimenticato, ma fino a poco tempo fa la spesa si faceva dal fruttivendolo sotto casa, dal macellaio di fiducia, il panettiere preparava e sfornava il pane che serviva in giornata, una rete di fornitori di prodotti con rapporti quasi familiari con i loro clienti e che lavorava in maniera capillare sul territorio. Anche il rapporto con i prodotti è cambiato: i broccoli si trovavano solo in inverno, le fragole in primavera e, molto spesso, a causa delle condizioni del mare difficili, il pescivendolo aveva poca scelta. Oggi entriamo in un centro commerciale e abbiamo a nostra disposizione una grande quantità di prodotti in ogni momento dell’anno; una ampia scelta di cibo confezionato, dal pesce ai formaggi fino ad arrivare a frutta e verdura. Cosa comporta tutto questo? Questo sistema ha delle conseguenze? Ebbene sì, tutto ha una conseguenza. Dalle statistiche risulta come tutti i prodotti viaggino mediamente per 1900 km, ha dunque senso abbinare un arrosto con del vino australiano che, per arrivare sulla nostra tavola, ha percorso 17000 km? Con conseguente consumo di petrolio e produzione di anidride carbonica. No è la risposta che negli ultimi tempi stanno dando sempre più forte gli italiani. Il mezzo; la spesa fatta direttamente alla azienda agricola Lombardia, nel campo di produzione, azzerando la filiera e scegliendo solo frutta e verdura di stagione. Questo tipo di rivendita sta conoscendo un periodo d’oro a tutti gli effetti e questo sta portando anche alla riscoperta di prodotti del territorio in qualche modo dimenticati, prodotti tipici di stagione made in Italy.


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La vendita al campo by ictadmin - Issuu