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CASSETTI 1926

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MOBILITÀ

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CASSETTI 1926

DA PONTE VECCHIO UNA PREZIOSA STORIA DI PASSIONE

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MARIA GRAZIA CASSETTI RIPERCORRE CON NOI LA STORIA DI UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI GIOIELLERIE E OROLOGERIE FIORENTINE E ITALIANE

Di Paolo Gobbi

CREATIVITÀ E SPIRITO DI IMPRESA, sono queste le linee guida che nel 1926 portano Renzo Cassetti a realizzare l’omonimo marchio, continuando idealmente la preziosa tradizione dei maestri incisori orafi ed argentieri fiorentini, che fa capo a Benvenuto Cellini. In lui si riconosce l’artista che firma esclusivamente pezzi unici, alcuni divenuti storici come quelli che fanno parte degli arredi del Vaticano. Negli Anni Cinquanta, Maria Grazia figlia di Renzo fa ingresso in Azienda ed aggiunge alla tradizione una creatività del tutto particolare soprattutto il tocco di intuito femminile. Sono suoi i primi oggetti in argento e cristallo ed in argento e porcellana, che costituiscono una autentica innovazione per il mercato.

Cassetti è un Gruppo Imprenditoriale importante con una distribuzione in tutto il mondo nei negozi di gioielleria ed argenteria più esclusivi, ed una organizzazione aziendale all’avanguardia, sia nei sistemi informatici che in quelli produttivi, dove la mano dell’uomo ha sempre la parte predominante. In azienda ancora oggi lavorano i figli Andrea e Grazia e da qualche anno anche la terza generazione, i nipoti Filippo e Lorenzo, che seguono l’espansione sui mercati internazionali.

Oggi il gruppo è solida realtà produttiva e commerciale che opera a livello internazionale, con quattro negozi a Firenze su Ponte Vecchio, due a Forte dei Marmi - di cui uno dedicato alla oggettistica per la casa - e uno a Prato.

Siamo andati a Firenze per intervistare nel suo studio Maria Grazia.

La casata dei Cassetti ha origini lontanissime. La memoria storica la vede nota e affermata già nel XVI secolo. Non le capita mai di sentire sulle sue spalle il peso di una storia così lunga e importante? (Sorridendo) «Sì, mi capita praticamente sempre. Questo perché ho sempre vissuto solo ed esclusivamente per il mio lavoro, perché ci metto e ci metto sempre il cuore in quello che faccio.»

Anche lei si fermerà almeno per andare in vacanza. «Vacanze? Per me non esistono. Il mio vero piacere è continuare a pensare ai miei negozi e lavorare. In estate vado per due mesi a Forte dei marmi, ma non vedo la spiaggia neanche per dieci minuti. Passo tutto il mio tempo nel nostro negozio, dove incontro i clienti, quelli che conosco e quelli che ancora non conosco, ovviamente per consigli sugli acquisti. Se non lavoro dieci, undici ore al giorno mi sembra di non aver fatto nulla.»

Quindi, a Forte dei Marmi avrà una clientela affezionata, che viene apposta per lei.

«Sì, mi vogliono bene e poi, essendo la proprietaria, mi sembra di dare un qualcosa in più come la giusta importanza al cliente, anche se qualcuno prova chiedermi lo sconto!»

Non si permette neanche il lusso di avere un hobby?

«Me lo dicono sempre anche i miei figli, ma l’unico hobby che riesco ad immaginare è proprio il lavoro.»

Ha iniziato presto la sua vita lavorativa?

«Quando da giovane sono entrata in azienda, mio padre aveva un laboratorio con una ventina di operai, tutti uomini: sa quanti pianti ho fatto perché non volevano una donna dentro con loro? Lui produceva vasellame, vassoi ed io ho cominciato, a dire il vero quasi di nascosto, abbinando il cristallo molato con le finiture in argento. Fu un successo e riuscimmo ad incrementare tantissimo il lavoro.»

Idee sue?

«Sì. Accanto ai servizi da caffè ho voluto creare un prodotto particolare, come secchielli per champagne con finiture in argento cesellato a mano. Il risultato era davanti agli occhi di tutti e quindi anche le persone che lavoravano in ditta iniziarono a credere in me»

Suo padre ebbe un ruolo importante?

«Fu lui a spiegarmi il valore del prodotto artigianale. Ecco perché per me è particolarmente importante il passaggio generazionale: non voglio che quei valori vadano persi.»

L’ARGENTO E CASSETTI Negli Anni Cinquanta, Maria Grazia figlia di Renzo fa ingresso in Azienda ed aggiunge alla tradizione Cassetti una creatività del tutto particolare soprattutto “il tocco di intuito femminile”. Sono suoi i primi oggetti in argento e cristallo ed in argento e porcellana, che costituiscono una autentica innovazione per un mercato. Ma il piccolo laboratorio non basta più Renzo Cassetti è obbligato al trasferimento, nella zona del San Gaggio subito fuori le mura della città storica, alle pendici dei “Viale dei Colli”. La passione per il nobile metallo richiedeva una sede all’altezza della ditta già in continua espansione.È sotto la guida di Andrea e Maria Grazia che avviene la consacrazione industriale.

Firenze, quanto ha contato nella vostra storia?

«Ha contato moltissimo, è stata ed è sempre fonte ispiratrice. Vivere in una città cosi affascinante potrebbe sembrare fin troppo facile In realtà, chi fa il nostro lavoro ha un compito importante: essere ambasciatore dei suoi valori in tutto il mondo. Siamo nati su Ponte Vecchio, il simbolo di Firenze e dell’Italia, non è un caso che sia diventato il punto di riferimento per noi e la nostra azienda.»

Sente ancora questa città come un riferimento culturale ma anche di gusto estetico?

«Sì e lo voglio rimarcare: Firenze è una città con tanti riferimenti culturali, per questo visitata da milioni di persone. Pensi che normalmente Ponte Vecchio ha un flusso di circa 22.000 persone al giorno. La presenza esclusiva di botteghe orafe non è un caso: lo obbliga il regolamento comunale che riprende le disposizioni del 1400 dettate da Ferdinando I dei Medici.»

Secondo la sua esperienza, cosa cercano le persone che visitano o vivono, magari per lavoro, la vostra città?

«Per il mio lavoro incontro tante persone, parlo con loro e mi accorgo che tutti sono in ammirazione davanti ai nostri monumenti. In tutti gli angoli della città si respira arte e storia ma quello che più colpisce sono gli aneddoti di noi fiorentini: la nostra città “ha un’anima”, viverla anche se per pochi giorni è come immergersi nel Rinascimento.»

I turisti forse vi amano proprio per questo.

«credo proprio di si, soprattutto gli “Americani” mentre i clienti fiorentini sono più “distanti”. Ce ne vuole per entrare nelle grazie, però quando accade succede qualcosa di speciale».

L’argento è stata la materia che vi ha visti protagonisti per tutto il ventesimo secolo. Cosa rimane di tutte quelle idee e quelle realizzazioni uniche nel loro genere?

«L’argento è il metallo prezioso che amo maggiormente: forse perché ho iniziato con lui e ancora oggi lo sento nel mio DNA. Argento vuol dire “casa”, un oggetto in argento è fatto per decorare, per abbellire, per dare calore ad un ambiente, a una tavola. Una casa non è bella, è nuda se non c’è l’argenteria. È per questo motivo che, ancora oggi, nei nostri uffici direzionali si possono osservare tanti nostri manufatti in questo materiale: ci siamo circondati da oggetti del nostro passato, creazioni preziose fatte a mano in argento 925 e cristallo.»

Come vive nella quotidianità l’argento?

«In casa non riesco a mangiare se non ho le mie posate in argento. Sono stata abituata così sin da piccola. La posateria ha fatto parte del nostro bagaglio produttivo per tanti anni. Realizzavamo servizi importanti, venduti in tutto il mondo, frutto della migliore manualità fiorentina. Basta pensare che i rebbi delle forchette erano limati e lucidati a mano.»

Si fa ancora oggi così?

«Ci faccia caso: le forchette industriali in argento sono tutte tagliate a macchina e i rebbi hanno una forma squadrata. Quelle fatte a mano sono invece a punta. In ogni caso, su richiesta, ancora oggi possiamo fare dei servizi in argento, in quanto possiamo ancora contare sul lavoro dei nostri artigiani più anziani.»

Maria Grazia Cassetti

Il sapere degli artigiani è stato tramandato ai giovani?

«No. Il mondo è cambiato. Nessuno vuole più imparare un mestiere come questo, nessuno è disposto a fare “la gavetta” come un tempo. Ci vuole tempo, sacrificio, volontà. Come si dice: non si nasce e si vola…»

La gioielleria è stata una scelta quasi obbligata, vista la vostra legittimità e la fedeltà dei vostri clienti. Cosa caratterizza un vostro gioiello?

«Dall’inizio degli anni ’80 abbiamo iniziato la produzione in gioielleria, ottenendo immediatamente un grande successo, alle volte addirittura inaspettato. Oggi abbiamo tanti clienti fidelizzati per la nostra produzione di gioielleria e di alta gioielleria. Da noi si aspettano l’originalità, la classe e il design. Per questo c’è una ricerca costante di “novità”, perché l’essere al passo coi tempi non è per noi solamente un modo di dire, ma una attitudine, direi anche scherzosamente “un vero e proprio dovere”.»

Un esempio?

«C’è sempre una motivazione per cui scelgo una pietra: per il taglio, per la sua origine oppure per il suo colore. Da lì nasce l’ispirazione e l’oggetto da realizzare.»

Come Gruppo Imprenditoriale, con la sua gioielleria Cassetti si confronta con i principali mercati mondiali. Cosa si apprezza della vostra produzione?

«La prima risposta è la manifattura artigianale. Dobbiamo definire che la nostra produzione si divide sostanzialmente in due settori: il primo sono i gioielli per le nostre vetrine: il secondo, vero fiore all’occhiello, è il lavoro su misura.»

Realizzate dei gioielli tailor-made?

«Sì, offriamo un vero e proprio atelier dove il cliente affezionato può commissionare il suo gioiello. In quel momento, sulla base dalla mia esperienza e del mio gusto, viene disegnato, fatto approvare e realizzato.»

Partite dalle scelte del cliente?

«Non proprio. C’è una regola per tutte le nostre creazioni: tutto parte dalla singola pietra, che per le sue caratteristiche definisce il design e la manifattura. Tutto questo tenendo sempre presente anche il colore dell’oro, un altro fattore per noi fondamentale.»

Il Made in Italy è ancora un valore?

«Sì. Il Made in Italy è essenziale per la clientela straniera. Va tutelato perché fa davvero la differenza ed è apprezzato in tutto il mondo come certificazione unica di produzione.»

Come si rapporta una realtà storica come la vostra con i grandi marchi internazionali, presenti nei vostri negozi specie nell’Alta Orologeria?

«Con orgoglio possiamo raccontare di essere rivenditori dei più grandi brand dell’alta orologeria svizzera: ci scelgono per le nostre caratteristiche uniche. Quindi sia per la nostra professionalità, sia perché come famiglia abbiamo dei rapporti anche personali con clienti di alto livello.»

Forte dei Marmi e Cassetti: un amore che nasce da lontano, ma anche una scelta imprenditoriale

Sotto, si sviluppa su tre piani la boutique Rolex in Ponte Vecchio 29/R a Firenze. A destra, il centro di assistenza autorizzato Rolex. assolutamente lungimirante. Ce ne racconta la storia e com’è cambiato, se è cambiato, il vostro rapporto con questa meta di villeggiatura sempre più esclusiva.

«Forte dei Marmi, è il mio amore perché voluto da me con fervore, l’ho cresciuto io giorno dopo giorno anno dopo anno come si cresce un figlio e l’ho fortemente voluto. Pensi che l’ho aperto un anno dopo che abbiamo comprato “la casa per le vacanze estive”. Quarant’anni fa era una piazza inesplorata dalle grandi griffe, infatti c’erano solamente artigiani; cosi ho convinto tutti in azienda ad aprire lì un nostro punto di incontro per la nuova clientela di tutta Italia specialmente delle regioni del nord. Con gli anni siamo cresciuti e accanto a noi è cresciuto il Forte. Abbiamo visto industriali, attori, imprenditori provenienti da tutto il mondo. Una cosa è certa: la nostra attività ha contribuito in maniera determinante a far crescere l’allure e l’interesse di un luogo di per sé magico. Il risultato è davanti agli occhi di tutti, con un successo e una fama che ormai non teme confini.»

Un vero e proprio stile di vita?

«Ad insegnare lo stile “Forte dei Marmi” fu la famiglia Agnelli: mentre tutti erano in vacanza, l’imprenditore lavorava tutta la settimana e si ricongiungeva con la famiglia a Forte per il week-end. Un posto bello, tranquillo, che si vive in bicicletta, dal profilo “basso” ma con altissima qualità.»

Torniamo a Cassetti. Siete pronti per la terza generazione: Filippo e Lorenzo. Cosa cambierà nel vostro futuro?

«Filippo mio figlio è da anni coinvolto nella attività di famiglia ed anche Lorenzo figlio di mio fratello Andrea è inserito nello staff della boutique Rolex: entrambi hanno il dovere di seguire la tradizione che mio padre mi ha insegnato e certamente staranno attenti alle richieste dei nuovi mercati. Per noi è importante che il cliente ci scelga per il segno in più che riusciamo a dare, vogliamo che l’acquisto da Cassetti sia un momento speciale, di passione.»

Il vostro Centro Assistenza Rolex che avete recentemente rinnovato, nasce proprio nel segno della distinzione.

«È stata una crescita importante e naturale. Una scelta dettata dalla volontà di dare un servizio ai nostri clienti nel segno di un’imprenditorialità che caratterizza ogni nostra realizzazione. Abbiamo quattro tecnici meccanici più uno specializzato nella finitura delle casse. Siamo autorizzato Rolex, ma facciamo assistenza ufficiale anche a molti Brand del Gruppo Richemont. In più, nel nostro laboratorio, si abbina alla massima qualità tecnica degli strumenti e dei nostri maestri orologiai una scelta green per la qualità del lavoro: la Fabbrica dell’Aria ne è il migliore esempio».

Cos’è la Fabbrica dell’Aria?

«Si tratta di un’installazione che si compone di vasche a filtrazione passiva che lavorano assieme

ad una vera e propria “fabbrica dell’aria”. In pratica l’aria da depurare fluisce attraverso i moduli filtranti, dove sono state messe a dimora le piante, per poi tornare nell’ambiente, depurata, salubre e priva di polveri sottili. Questo a beneficio degli orologiai e del loro lavoro che viene realizzato in assenza di polvere.»

Avete anche, in una qual maniera diversificato?

«Nel 1979 decisi di acquistare una fattoria nel cuore del Chianti. Nelle nostre intenzioni doveva diventare un luogo dove nei fine settimana ci saremmo potuti riposare, dimenticando per un po’ il lavoro. Invece nel tempo si è trasformato in una nuova e impegnativa impresa: Le Filigare. Si tratta di un resort, a meta strada fra Firenze e Siena nel quale trascorrere vacanze uniche, ma anche di una cantina con 60 ettari dei quali 15 a vigneto.»

Chi la gestisce?

«Prima la gestiva mio marito con accanto nostro figlio Alessandro, oggi è rimasto solo lui a fare tutto. In questi giorni stiamo iniziando ad integrare alcuni prodotti dedicati al benessere, con prodotti di alta cosmesi.»

Guardando indietro, quali sono i momenti più emozionanti che ha vissuto nel suo lavoro?

«Sono i momenti legati alla vendita, quando senti sia la tua soddisfazione insieme a quella più importante del cliente. E’ tutta adrenalina, l’energia che preferisco.» A cosa non rinuncerebbe?

«Al telefono, che mi permette di essere in contatto in tempo reale con tutte le realtà della nostra azienda ma soprattutto con amici e clienti.»

Qual è il gioiello che indossa normalmente con maggior piacere?

«Un pendente con un rubino a cuore: è un ricordo di mio padre ed è un elemento rappresentativo della mia immagine e del lavoro che faccio. Lo indosso ogni giorno e in ogni occasione, mi fa sentire bene.»

C’è un gioiello che si è pentita di aver venduto?

«Sono legata a tutte i gioielli che abbiamo realizzato, perché li considero delle mie creature. Ho però nel cuore una collana di diamanti di altissima purezza e colore, con un centro di 5 carati e gli altri degradé a scalare. L’ho venduta ad una mia cara amica e ancora oggi la vedo spesso indossata da lei durante le occasioni fiorentine più esclusive.»

Un’ultima domanda: quando vede indossato un vostro gioiello al teatro, oppure in aereo, cosa le viene in mente?

«Mi capita spesso, specie in estate, di incontrare clienti stranieri e italiani che sfoggiano i nostri pezzi unici. Ogni volta riesco ad emozionarmi come se fosse la prima volta che li vedo.»

Sotto, la Boutique Cassetti, negozio multibrand in Ponte Vecchio 54r e la Boutique Vacheron Constantin Ponte Vecchio 56 r

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