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MANGIARE AL FRESCO

MANGIARE AL FRESCO

MUSEO DEL TESSUTO FINO AL 21 NOVEMBRE VILLA ROSPIGLIOSI FINO AL 4 SETTEMBRE PALAZZO PRETORIO FINO AL 17 OTTOBRE PALAZZO PRETORIO FINO AL 18 SETTEMBRE

ARTE DAL MONDO

TUTTE LE MOSTRE DA NON PERDERE A PRATO FINO A OTTOBRE

Sono tre le mostre allestite in questo periodo al Centro Pecci. Fino al 5 settembre, Simone Forti. Senza fretta. La prima grande esposizione in Italia dedicata all’opera fondamentale di Simone Forti, nata in America ma di origini pratesi. Sviluppata in stretta collaborazione con l’artista stessa, l’esposizione ne indaga i lavori a partire dagli anni Ottanta e include performance, opere su carta, video e opere audio, oltre all’accompagnamento della voce di Simone che legge il suo The Bear in The Mirror, una collezione di storie, prosa, poemi, disegni, foto, lettere, appunti e memorie. A quattro anni dalla prematura scomparsa dell’artista, si conclude invece il 3 ottobre Chiara Fumai. Poems I will never release 2007–2017. Una retrospettiva itinerante, presentata nel 2020 al Centre d’Art Contemporain Genève e che dopo Prato viaggerà per i prossimi due anni a La Loge di Bruxelles e alla Casa Encendida di Madrid. Il progetto presenta un ampio corpus di opere, in un certo senso inedito, poiché traduce in forma materiale le sfuggenti performance che Chiara Fumai ha sempre programmaticamente escluso da un processo di documentazione. Infine, prosegue fino al 24 ottobre Formafantasma. Cambio. Ospitata prima dalla Serpentine Gallery di Londra è un’indagine in corso condotta dai due designer italiani di stanza a Amsterdam, sulla governance dell’industria del legno, diventata una delle più grandi del mondo sia in termini delle entrate che dell’impatto che ha sulla biosfera del pianeta. Questa mostra multidisciplinare evidenzia il ruolo cruciale che il design può svolgere per l’ambiente e la sua responsabilità di guardare oltre: il futuro del design può e deve tentare di tradurre l’emergente consapevolezza ambientale incoraggiando risposte informate e collaborative. Per far immergere subito i visitatori nel tema, all’ingresso dell’esposizione si trova un’installazione olfattiva che abbatte la barriera della mascherina emanando un intenso profumo di legno e foresta. Proseguendo, diverse videoinstallazioni dall’approccio documentaristico, ma anche oggetti che tradizionalmente sono realizzati in legno di cui si elencano tutte le varietà utilizzate, molte delle quali protette o rare. Tutti i mobili e le sedute della mostra sono stati realizzati dallo Studio Formafantasma stesso, impiegando un unico albero sradicato dalla tempesta Vaia che colpì il Nord Italia nel 2018. Tra le prossime mostre in programma, la prima, con inaugurazione a settembre, è Domus Aurea, un dialogo tra le opere di Francesco Vezzoli, i mobili del designer e artista Martino Gamper e le ceramiche realizzate da Gio Ponti tra

CENTRO PECCI FINO AL 3 OTTOBRE CENTRO PECCI A SETTEMBRE

il 1923 e il 1933 durante la sua collaborazione con la manifattura Richard-Ginori. A ottobre, Cao Fei, in collaborazione con il MAXXI di Roma e a novembre, Musei di carta. Storie di musei e archivi, opere e documenti. Ricca di fascino e suggestioni è la mostra Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba, al Museo

del Tessuto fino al 21 no-

vembre. A farla nascere lo straordinario ritrovamento di un nucleo di costumi e gioielli di scena risalenti alla prima assoluta della Turandot di Puccini e provenienti dal guardaroba privato del grande soprano pratese Iva Pacetti. L’esposizione ricostruisce le vicende che portarono il compositore toscano a scegliere Galileo Chini per la realizzazione delle scenografie, andate in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, diretta da Arturo Toscanini. Il percorso di circa 1.000 metri quadri comincia nella Sala dei Tessuti Antichi con una selezione di circa 120 oggetti della collezione Chini - tra tessuti, costumi e maschere teatrali, porcellane, strumenti musicali, sculture, armi e manufatti d’uso di produzione thailandese e cinese - diventati spesso soggetti dei suoi numerosi dipinti. Andando al piano superiore si prosegue con una sezione dedicata nello specifico alle scenografie per la Turandot, fino ad arrivare all’ultima sala che ospita gli straordinari costumi della protagonista della prima dell’opera, con 30 costumi straordinari provenienti dall’archivio della Sartoria Devalle di Torino, comprendenti i ruoli primari e comprimari. Passiamo al Museo di Palazzo Pretorio, dove, fino al 18 settembre, è visitabile L’uomo con il cane. Sculture di Jørgen Haugen Sørensen, una mostra dedicata all’artista danese da anni residente a Pietrasanta che attraverso le sue opere, sculture straordinarie che scavano nell’anima, ha saputo trasmettere un messaggio che è prima di tutto un antidoto all’indifferenza. L’allestimento dal piano terra del Museo si espande fuori dal palazzo, coinvolgendo anche il Castello dell’Imperatore e il Cassero medievale. Un ritorno, quello di Jørgen Haugen Sørensen a Prato, che espose le sue opere in città, sempre all’aperto, nel 1983. Nelle opere in mostra non si vede il consueto cane simbolo di fedeltà e onestà, ma cani di cui emergono la ferocia, la mancanza di vergogna, l’assenza di moralità: è un’umanità senza regole e leggi. Non una denuncia, ma una constatazione della fragilità dell’essere umano. Sempre il Museo di Palazzo Pretorio, ospita, per il progetto Uffizi Diffusi, fino al 17 ottobre, Bartolini e l’amico Ingres, un sodalizio artistico che portò alla condivisione di contatti e suggestioni. Protagonista della mostra l’Autoritratto dell’artista francese, considerato uno dei più grandi della prima metà dell’Ottocento, posto in dialogo con le sculture di Lorenzo Bartolini. Testimonianza della loro amicizia, il gesso preparatorio, recentemente restaurato, della scultura che ritrae la contessa Marina Dmitrievna Gureva, moglie del ministro delle Finanze dello zar Alessandro, seduta su una roccia dove si legge “Bartolini fece e dedicò all’amico Ingres”. Bartolini introdusse infatti Ingres ai due coniugi russi e così il pittore realizzò il ritratto del conte Gurev, anch’esso, come la scultura in marmo della contessa, oggi all’Hermitage di San Pietroburgo. In mostra altri dipinti dell’Ottocento, come il Ritratto di Lorenzo Bartolini di Franz Adolf von Stürler. Infine l’artista senese con base a Bruxelles Serena Fineschi è in scena fino al 4 settembre negli spazi esterni di Villa Rospigliosi con It’s time, nuovo progetto site-specific curato da Riccardo Farinelli.

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