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Da leggere (o rileggere)

L’altro motivo che ci aveva portato a diventare camperisti era la decisione di cercare un posto in cui sistemarci “da grandi”. Girando e rigirando ne avremmo ben trovato uno tutto per noi! E, come in un gioco dell’oca che voglio credere abbia un senso più alto, siamo tornati al punto di partenza quando abbiamo compreso che Levanto, il luogo a noi più noto, più caro, più adatto, era quello in cui ci eravamo conosciuti. Qui c’è il mare, c’è il verde della campagna, ci sono pesci di ogni tipo e i delfini si incontrano con facilità . Ci sono ora persino i lupi. Uno di loro è stato ripreso a percorrere all’alba di un giorno di aprile la via principale del paese, tra due file di auto in sosta. Altri ne stanno avvistando. Mi auguro non capitino incidenti tali da far imbracciare i fucili.

Qui riusciamo a vivere bene, in pienezza e in natura; sempre accanto a Giatt, e – zampe sul bottazzo – Pedro ci controlla.

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Picnic Con Formiche

Le scampagnate felici della mia infanzia

Di Paola Emilia Cicerone – giornalista scientifica

Sono soprattutto due le cose che mi vengono in mente quando ripenso ai picnic della mia infanzia: l’insalata di riso preparata da mia madre, e le formiche . All’epoca, parlo dei primi anni ’60, per i romani le scampagnate erano una solida tradizione, e in primavera i miei genitori organizzavano delle sobrie trasferte portando in un luogo ameno, in genere una pineta, un cesto di vettovaglie, una coperta e qualche altro genere di conforto, di solito una radiolina, oltre a libri e giornali.

Il piatto forte del menù era spesso un’insalata di riso con tonno e olive: non ricordo di averne mai mangiate di così buone, e sospetto che a renderla tale fosse una dose generosa della maionese fatta in casa da mia madre. A volte, in alternativa, c’erano spaghetti freddi conditi con salsa di pomodoro e basilico, anche in questo caso nettamente superiori a tutte le paste fredde mangiate negli anni successivi.

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