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LE FOGLIE DI TRASTA
TRIMESTRALE VOCE DELLA COMUNITÀ DI TRASTA - CEIS GENOVA
Ragazzi dentro
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Scaglie di vite incapaci di comporre un tutto, in un vortice di ottimismo, tentativi, sogni, fallimenti, ineluttabili derive.
Come recita il dispositivo dell’art. 94 del Testo unico sugli stupefacenti, se la pena detentiva deve essere eseguita nei confronti di persona tossicodipendente che intenda sottoporsi ad un programma di recupero, l’interessato può chiedere di essere affidato in prova al servizio sociale per proseguire o intraprendere l’attività terapeutica sulla base di un programma da lui concordato con una azienda sanitaria locale o con una struttura privata autorizzata.
Oggi, quasi il 20% dei nostri ospiti è in misura alternativa alla detenzione, e di detenzione trattano gli articoli da loro redatti per questo numero. A parlare è spesso la voce di una dura disperazione, che talvolta di quell’educazione carceraria è ancora pregna. Voci autentiche, sincere ambizioni, desideri fatui, su sentieri sconnessi, di dolorose coazioni a ripetere. Non si tratta della proverbiale distanza tra il dire e il fare, quanto più della dura realtà del non potersi appartenere, perché la salita è troppo ripida, apparentemente compromessa in modo irrimediabile. Questa è l’essenza più profonda che gli affidati portano tra le nostre mura, e sul concetto di rimediabilità lavorano i nostri operatori. Anche i reati più crudeli celano l’inquietudine confusiva di vite al limite, per le quali nessuna risposta è stata adeguata. È questa la dimensione che gli educatori della Comunità toccano con mano, divenendo talvolta bersaglio, esponenti del mondo del fuori, che dunque giudicano, pretendono, sospingono verso traguardi socialmente accettabili; sono, costoro, investiti dal conflitto tra impotenza e desiderio in cui l’affidato si trova immerso, che lo porta a sviluppare un atteggiamento ambivalente: da un lato la richiesta di comprensione e sostegno; dall’altro la diffidenza e l’autodifesa, come verso chi fa parte, comunque, della macchina punitiva. Tutto si gioca tra due esseri umani che si incontrano e condividono un pezzo di vita in un momento angoscioso per l’affidato tossicodipendente, perciò non semplificabile attraverso categorie concettuali, che si mostra nell’immagine di una mano che si tende e di un’altra che si avvicina esitante e timorosa, ancorché travestita da pugno di ferro.
“Di respirare la stessa aria dei secondini non ci va E abbiam deciso di imprigionarli durante l’ora di libertà Venite adesso alla prigione state a sentire sulla porta la nostra ultima canzone che vi ripete un’altra volta Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti”
Ai miei ragazzi dentro, con l’auspicio che prendano gusto nell’assaporare il mondo di fuori. Buona lettura.
Idealizzazione e realizzazione: i ragazzi della Comunità di Trasta
Direttori: Luca Pellegrini, Marco Ciccone e Federico Vulcanile
Caporedattore: Alessandro Censi Buffarini
Coordinatore: Marco Ciccone
Critico e correttore di bozze: Marco Ciccone, Alessandro Censi Buffarini e Federico Vulcanile
Fotografie: Immagini libere da copyright