Ai lettori
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Questa edizione abbiamo voluta dedicarla all'insieme dei nostri valorosi giornali operai di Milano.
Essa riassume seppure in modo succinto quello che sono i giornali di fabbrica e come di volta in volta che i lavoratori sono chiamati a condurre una battaglia essi siano al loro fianco per portare il loro contributo affinchè la lotta abbia successo.
Oggi che i lavoratori si battono non soltanto per problemi particolari di fabbrica o sindacali, ma per obbiettivi di carattere politico più generale, i giornali operai sanno fedelmente interpretare questa maturata coscienza politica e di classe, quindi stimolare e indirizzare la lotta stessa per ottenere oggi, migliori condizioni di vita, domani, una società migliore.
Quando i padroni sono partiti all'attacco contro i giornali di fabbrica hanno trovata pronta la risposta dei lavoratori i quali difendendo la libertà di stampa nella fabbrica hanno inteso e intendono difenderla anche fuori, proprio perchè dopo gli arresti clamorosi di Renzo e Aristarco, sono oggi quelli di Bologna ad allarmare l'opinione pubblica e a mettere in pericolo questa libertà.
La libertà di stampa nella fabbrica è una delle tante libertà che la Costituzione garantisce al cittadino lavoratore, ed ormai ogni lavoratore sa che la Libertà nella laribriivt è ia p' 'ma zor• ti /ton. per put.sr ..»indicare e far valere i propri diritti.
Nella nuova situazione politica internazionale e con la cacciata di Scelba dal governo del nostro paese, si impone un mutamento radicale di metodi e di rapporti tra lavoratori e padroni anche nelle aziende, metodi e rapporti che la classe operaia con la sua lotta azione unitaria saprà riportare nel giusti termini nell'ambito costituzionale e sarà anche in questa battaglia come in tutte che i giornali di fabbrica come strumenti unitari e di lotta non verranno meno al loro compito.
UN LIBERALE DIFENDE I GIORNALISTI IN TUTA
In risposta alla lettera inviata al
« Mondo » dal compagno Otello Pacifico, della FIAT, il noto economista Ernesto Rossi ha risposto dalle colonne del giornale liberale:
«...I dirigenti delle industrie non hanno alcuna ragione, oltre che nessun diritto, di vietare l'ingresso di questi giornali nelle fabbriche, di impedirne la diffusione con perquisizioni personali, intimidazioni, rappresaglie...
« Quei dirigenti industriali che — consapevoli dei tempi in cui viviamo — riescono a far rispettare le gerarchie senza trasformare le fabbriche in caserma, sanno anche trarre profitto dalle critiche dei giornali di fabbrica, per migliorare i loro servizi, ridurre gli infortuni, capire qual è lo stato d'animo degli operai, ed accrescere l'efficienza del lavoro, curando le "relazioni umane".
« Purtroppo sono ben rari nel nostro paese i capitani delle industrie che hanno questa consapevolezza.
« ... Un errore anche maggiore è quello pochi giorni fa denunciato dall'on. democristiano Rapelli, nella relazione per la nomina della commissione parlamentare di in(continua a pag. 2)
UN POTENTE STRUMENTO)I LOTTA AL SERVIZIODEI LAVORATORI 1011N I FABBRICA
I giornali di fabbrica non sono nati, n piacesse esibire una forma di cultura o le loro opinioni, su un film o su un libr
I giornali di fabbrica, essenzialmente, sono nati e si sono sviluppati perchè gli operai e i lavoratori sono stati costretti a difendersi più efficacemente contro gli attacchi del padronato in genere e del singolo padrone di fabbrica in particolare. Strumenti di lotta dunque, che la classe operaia ha creato per sè nell'attuale periodo.
Uno dei compiti più importanti del giornale di fabbrica è quello di unire tutti i lavoratori in un unico e compatto schieramento contro il padrone; la grande industria ha concentrato un gran numero di operai nelle aziende e la funzione del giornale è in gran parte quella di far partecipare sempre più intensamente tutti gli operai alla vita della collettività aziendale mostrando la comunità di interessi e la necessità della solidarietà attiva in tutta la fabnaie di fabbrica è chiamato ad assolvere e che assolve efficacemente è quello dì riuscire a legare il particolare al
è si sono sviluppati pc'.,e agli operai perchè sentissero il deg' rio di esporre o.
generale: esso mostr rune l'attacco che un padrone mute a un operaio che protesta contro t iglio delle tabelle di cottimo è il nedesimo che la intiera classe dei pacba, conduce contro un giornalista chm, rende sugli organi di stampa demora rici gli interessi della classe operai'.[-1 suo insieme. Ogni sopruso, anche i più piccolo trova nel giornale il su difensore e sopratutto il mezzo chi fiermette di denunciare chi lo ha cn.piuto.
Nelle fabbriche dove , !ste il giornale, ed ormai sono parecr.!,, chiunque intenda agire contro gi •perai deve assumersene la piena nsponsabilità: ciò che prima veniva conpii.to al buio ora viene scoperto e pelato alla luce e posto sotto il giudilio della grande maggioranza dei lyorateri. rfn " stente e più completamente. Esa pone sul tappeto le questioni più ugenti e ne propone la soluzione.
La comparsa del volantino di agitazione e di propaganda segnò ai suoi tempi un grande passo in avanti; oggi il giornale di fabbrica con la sua informazione periodica, sistematica, precisa, documentata, con la sua agitazione dei problemi sindacali e politici che si pon-
gono davanti agli operai; con la sua propaganda capillare e altamente differenziata dà un formidabile contributo alla lotta che gli operai devono sostenere per la conquista di un nuovo ordinamento sociale in cui benessere, giustizia e libertà non saranno parole prive di significato ma fatti concreti.
I PORRI HEE PAURA
I licenziamenti arbitrari, i soprusi, le discriminazioni pste in atto contro i redattori ed i direttori dei giornali operai sonde migliore dimostrazione dell'importanza e dell'efficacia dei nos-i giornali.
Quando, nel dicembre 1953, a Milano, si riunirono a convegno i direttori dei giornali di fabbrica nell'ospitale sede della Associazione Lombarda dei Giornalisti e gli autorevoli giornalisti presenti dichiararono nei loro interventi che i giornali di fabbrica erano « qualche cosa di più di un esperimento, ma una realtà della vita italiana, cui occorreva dare l'attenzione dovuta », noi avemmo la conferma che il mondo giornalistico assumeva verso di noi un atteggiamento di stima di incoraggiamento. Era questo un preciso riconoscimento di quanto, attraverso non pochi sacrifici, da anni andavamo facendo.
In quella occasione il pubblicista on. Vigorelli, attuale Ministro del Lavoro, ebbe a dichiarare: « I giornali di fabbrica possono concorrere a rendere note le esigenze dei lavoratori, possono concorrere a far sì che l'opinione pubblica, che è fuori dalle fabbriche, a quei problemi porti la sua attenzione senta con la stessa profondità con cui voi la sentite ». Nella stessa riunione_l'on. Sangalli, autorevole esponente del partito della Democrazia Cristiana, disse: « Seguiamo le sorti delle aziende... le quali possono avere uno sviluppo anche nel loro determinato e specifico settore se quel giornale di fabbrica che si pubblica quasi ovunque fosse veramente alimentato, fosse veramente diffuso e, quel che più conta, letto e discusso... ». Nonostante che i nostri giornali siano regolarmente autorizzati dall'Ufficio Stampa del Tribunale e tutti gli esemplari appaiono con la firma del direttore responsabile, si sta tentando con ogni mezzo che la nostra voce non arrivi ai lettori. Citiamo alcuni fatti indicativi. Il giorno 10 gennaio del c.a. la direzione della Società Tecnomasio Italiana Brow Boveri, con sede a Milano, in piazzale Lodi 3, scriveva al direttore responsabile del periodico « Il Trasformatore », signor Giancarlo Garanzini, iscritto all'albo sociale dei pubblicisti, diffidandolo
dal proseguire nella sua ettità di operaio giornalista.
Altro esempio: il signor MariColombo, presidente della commissione int-na della Breda 30 (Sesto San Giovanni),lopo 20 anni di servizio presso questo stalimento, controllato dallo Stato, è stato cenziato il 7 gennaio 1955 perchè aveva diffuso, fuori dalle ore di lavoro, il giorni di fabbrica « Lotte della Breda ».
Il signor Leonardo Banfi, direare del gicrnale « Fabbrica sul Lambro », 3p0 una prima sospensione, venne in segto licenziato.
Non è una posizione polemic contro questo provvedimento, la del une aperta che noi facciamo della direzione legli stabilimenti Innocenti. Quali che sio gli argo menti che può portare, la dirnne, in merito a questo licenziamento, laerità è una sola: il signor Banfi, è stato hnziato parche era un operaio giornalista.
Ancora. La redazione del giorre « Il 27 », che è il periodico della Montecai-Sede, ha visto allontanare con scuse e rtivi puerili i suoi redattori dal normale poi di lavoro.
Male nasconde tale provvedime> l'intendimento della direzione di impedi che il periodico continui ad uscire. Così ogni fabbrica. La campagna di minacce, punizioni giungono ad un limite indescribi Noi siamo sicuri, come è stato tresso nel Convegno nazionale dei giornali fabbrica, che non mancherà una azione infera della stampa operaia, in difesa di operai giornalisti, qualunque sia la difesegli operai giornalisti, qualunque sia la i fede e la loro opinione politica.
Per la Segreteria dei giori di fabbrica : Marino Vanti, direttcdi «Lotte della Breda»;Leonardaanfi, direttore di « Fabbrica sul nbro »; Giuseppe Bina, redattore c Fabbri.
ca Unita » della Pirelli, in presentanza dei 25 giornali di fal-sa pubblicati a Milano.
Alcune testate dei 25 giornali di fabbrica di Milano e provincia
REDAZIONE AMMINISTRAZIONE Bastioni Vigentina, 38 (presso ANPI - ATM) MILANO Tel. 541,406 - 8868 (int, 3485) Prezzo L. 20 Spedire. in abb. postale - Gruppo Il oidortziregico d•i Fa.Ktane* R T 3 • M. " Oli PERIODICO DEI LAVORATORI DEL GRUPPO SIEMENS e IL TRASFORMATOR Peria.eico dei Lavoratori del Tecnomasio Periodi o dei Vigili Urbani di Milano • ,^ Mé COM PERIODICO DEI LAVORATORI DBLL'„0. - M!LANO $.1?Kll SbZ 1916R.O.'{ dYgglirn CIADEL4 ,1 LakethefORS DELL'at.V. AttLaNd p tisette Nell'unita o netta p« e (i -ttnhtu/s< e un aeeer,ia che e eteatecatfiai aPPft ht t; Message, 4.! • Presidante P4>4Itepubfa,• P•riedfce dei tal :Quindicinale degli Impiegali e dagli Operai della Geloso '2reetreir". L I Anno V • N, 18 II 11 SETTEMBRE 1955 PERIODICO QUINDICINALE DEI LAVOR URI DELL'A.T.M. - MILANO
Edizione
speciale realizzata dai giornali di fabbrica milanesi per il mese della stampa democratica
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CDIAMO LA PAROLA A GIORNALI DI FABBRICA
PROSPETTIVA
COSI' NON SI NEO' ANDARE AVANTI
I recenti provvedimenti fiscali approvati dal governo in materia di tasse; la approvazione da parte della maggioranza del Senato della legge sugli affitti; le continue limitazioni che la INAM pone alla assistenza dei lavoratori; il rifiuto della Confindustria a iniziare le trattative con la FIOM sul completamento del Contratto di Lavoro e per i miglioramenti economici; la insoddisfacente risposta che la direzione Siemens ha dato alle Commissioni Interne, sono alcuni dei motivi che creano malcontento e rafforzano le proposte per porre fine a questa situazione che si fa ogni giorno sempre più grave.
Già nel numero scorso del nostro giornale abbiamo cercato di dimostrare quanto fosse necessario riprendere l'azione rivendicativa per migliorare le retribuzioni e, tutti uniti, difendere gli aumenti di merito. Infatti dicevamo: « E' necessaria una azione unitaria di tutti i lavoratori per ottenere che le differenze tra i nuovi e vecchi minimi unificati siano riportate in cifra sulle retribuzioni di fatto di tutti i lavoratori, qualunque sia il livello di queste retribuzioni, e per ottenere la applicazione integrale delle quote di rivalutazione, che, come noto, nelle fabbriche del gruppo sono inferiori a quelle provinciali ».
Su questo problema si è fatto un primo passo avanti dopo aver indotto la direzione a riportare integralmente sulle retribuzioni di fatto dei lavoratori le differenze tra i nuovi minimi unificati precedenti. A questo punto però, dopo il comunicato che la direzione ha emesso 1'11 novembre u.s. è utile ricordare che è ormai principio acquisito, sanzionato in tutti gli accordi sindacali firmati dalla Liberazione in avanti, che « i superminimi e gli aumenti di merito si riportane cui nunvi mirtimi », per cui il diritto alla intangibilità dei superminimi e quindi, al riporto della differenza tra i minimi, è or- mai acquisito per tutti i lavoratori sulla base delle trattazioni sindacali di questi ultimi nove anni, indipendentemente dalle norme e dalle interpretazioni che la direzione dà all'accordo
minoritario del 12 giugno scorso. Non è quindi una « concessione » che la direzione fa. Anzi. Volendo essa mantenere la applicazione dei superminimi dal 1° novembre, anzichè dal 1° giugno (data di decorrenza dello accordo minoritario) non corrisponde ai lavoratori tutto quanto è loro legittima spettanza. O forse con questa' e concessione » la direzione vuole mantenere sospesa sui lavoratori la spada di Damocle costituita dalla « riserva » di poter assorbire i superminimi in occasione di aumenti generali?
Si può andare avanti così? No, non è possibile!! E i lavoratori, con la loro
Dopo la vittoria Borletti-CISL nelle elezioni della C.I. si è messo in moto un rullo compressore. Purtroppo non è quel normale rullo che noi tutti conosciamo e che serve per schiacciare la ghiaia, bensì un rullo che si chiama e cronotecnica e. Molti lavoratori si chiedono: ma cos'è questa cronotecnica? E' forse qualche cosa di bello, di buono e delicato come sembra dalla parola? Nulla di tutto ciò! Si tratta purtroppo di un rullo che invece di comprimere e schiacciare la ghiaia comprime e schiaccia le energie dei lavora tori durante le ore di lavoro in base a 17 e fattori e che si chiamano: afferrare, fare, muovere, diinserire, ecc. ecc. (il famoso essere attaccati alla macchina per il collo) nelle varie lavorazioni, in omaggio alla scienzt del supersfruttamento americano
In base a ciò si giunge alla catalogazione del lavoro a punti e, di conseguenza, alli riduzione generale dei tempi di lavorazione con un maggior sforzo fisico del lavoratore stesso e le conseguenze che ne derivano: malattie, infortuni, ecc. ecc.
Si passa quindi al 2° capitolo che è quello del cosidetto d livellamento a dei guadagni dei lavoratori stessi e, per meglio chiarire, diamo alcuni esempi di reparti:
Reparto Tachimetri (tappeto)
Donne L. 60-70 orarie
Reparto Rettifiche 9615 Uomini L. 102-104 orarie
Reparto Galvano 9511
Donne L. 65-75 orarie
Ora questo sistema si sta tentando di metterlo in pratica al Rep. Torni grossi della Macchina da cucire, ove a quei lavoratori si chiede una produzione quasi doppia con delle perdite che arrivano sino a L. 35-40 orarie pari a circa 90 mila lire annue, così pure ai reparti riprese Tachimetri con perdite di L. 15-20 orarie, però nelle intenzioni, entro breve tutti i reparti devono subire questo livellamento (taglio).
PROIFIITTI DEL MONOPOLIO
Salute a voi, padroni delle ferriere e del monopolio, e attenzione. Imperocchè il maligno serpeggia tra gli operai e gli impiegati e ardisce svelare ai vostri sudditi i misteri del Libro dei Libri: Siate sempre generosi coi vostri dipendenti ed in particolare dimostrate il vostro amor paterno e la vostra partecipazione alla loro felicità familiare nel giorno della nascita dei loro bimbi. Come tangibile segno dei vostri sentimenti regalate loro, modesto ma significativo dono, una copertina di Movil.
Rassereni essa gli spiriti e li predisponga alla distensione in modo che la giovane madre non pensi alla proposta di rescissione rconsenti:O iA i r Inlperocchè dice il primo salmo: chi pensa al Movil, sta calmo. E se la tenace donna resisterà alle vostre pressioni, non preoccupatevi poichè con la scusa che è stata assente, potrete rifarvi sulla gratifi-
azione unita, forti della ragione che i sta dalla pa loro, sapranno imporre una nuoloolitica al governo che colpisca i rrpolisti e i grandi proprietari (coribustarnente è detto nell'Ordine del )rno votato dai lavora- tori e dalla trunissione Interna della Olap); sapmo indurre la Confindustria ad irare regolari trattative sindacali comznviene in un consesso civile; sapraní far capire alla direzione Siemenzhe se è vero, come è vero, che il tiro gruppo si sviluppa sempre di pi4uesto è dovuto ai lavoratori ed e meritano quindi migliore considedone. ca. Imperocciudice il sesto canto:
In questo modo si intende giungere presto ad una diminuzione generale dei cottimi diretti, che, sono ormai ridotti a pochi reparti, per poi passare all'attacco della compartecipazione ed ai tappeti. In parole povere la Direzione vuole ottenere, in breve tempo, una diminuizione di guadagno di diverse migliaia di lire per ogni
Poi riprentrti in April la coperta i Movil. Siate sempre fonti e vigili nel segnalare all'Intidenza di Finanza il nominativo; Servizio, la posizione della scriania, il numero del telefono dei •09`,ri impiegati anche di 3° A e B colo senza prole, perchè siano adagatamente spolpati senza pietà dlla tassa Vanoni. Non preoccualevi se i loro figli non mangiano abbastanza, se hanno bisogno dell scarpe o del vestitino. L'importate è fare in modo che nessuno siaccorga del vostro accordo col Gourno per far pagare agli impiegati iò che non volete pagare voi. Imgrocchè dice l'ottava lezione: qe noi paghi tu, paga C. erP aLTaft-ec v 2 LL t32-1ZITZ..re la storiella di coloro che per bramosie di nedicine se le fanno ordinare fingendosi ammalati e poi gettano dalle finestre od in altri luoghi innomnabili per il sadico gusto di rovi'are il bilancio della Cassa Mutua Rendete la vostra singolo lavorate e ad un aumento della produzione. Quindi tutti i Ipratori della fabbrica in forma unitaria si ittano contro i tagli di cottimo e faccianosentire alto e forte il loro BASTA! altrimitti tra breve il salario sarà decurtato di rgliaia di lire e !a salute di noi non sarà e un mero ricordo.
Il padronato italiano, con l'appoggio diretto del governo Scelba-Saragat, ha sfoderato tutte le armi a sua disposizione per ricacciare indietro il movimento operaio, per spezzare la sua organizzazione. Alla Innocenti, in particolar modo, nessuna azione è stata risparmiata dalla Direzione per realizzare tale obiettivo. Questa azione coordinata dalle forze conservatrici e reazionarie, dobbiamo riconoscerlo, in alcuni casi ha fatto segnare loro qualche punto di vantaggio e vi è stato un momento in cui a qualcuno è sembrato che non vi fosse più nulla da fare, che ogni lotta fosse ormai inutile. I fatti, ad un anno di distanza, dimostrano che essi sono ben lungi dall'avere realizzato i loro obiettivi. narrativa vivace e ricca di particolari affermando magari che ne avet visto uno coi vostri occhi. Descrivete il colore della sua cravatta, quello dei calzini, i suoi atteggiamenti sospetti, la vostra corsa per acciuffare il malfattore e la sua misteriosa sparizione. A questo punto interrompete il racconto e non dite di aver messo una taglia per scovare il sabotatore. Imperocchè sta scritto: Se parli della taglia, salta fuori la Farmitalia. A proposito della Farmitalia fate in modo che questa appaia sempre come una grande benefattrice. Nessuno sappia che dieci grammi di acido acetilsalicilico costano 17 lire ma che ordinato col nome di Rodina viene pagato in farmacia 170 lire. Il mutuato si consideri belfi25 % cioè 42,50; la Mutua si consideri avvantaggiata dal fatto di pagarlo solo 115 lire. Nessun medico ordini a chi ha l'influenza dieci grammi di acido acetilsalicilico ma soltanto RODINA che è la stessa cosa. Imperocchè si legge al capo quarto: prima ancor dell'ammalato, il profitto sia curato. Contare in segreto il numero dei tubetti venduti moltiplicatelo per le 90 lire guadagnate per ciascuno, abbrancate una sedia, portatela in un ufficio affollato e arringate gli impiegati gridando:
Viva l'Italia la civiltà, la Farmitalia che a tutti dà. Che c'è di male non ha diritto forse di prendersi solo il profitto?
E non pubblicate mai quei numeri imperocchè dice il terzo versetto: tieni segreto il costo di un tubetto. Altre rivelazioni del Libro dei Libri al prossimo numero. Per intanto felicità e soprattutto salute.
Il Governo Scelba-Saragat, pilastro principale dei grandi industriali, è stato costretto ad andarsene, grazie innanzitutto alla lotta del popolo e principalmente dei lavoratori e di strati sempre più larghi della base della D.C. stessa.
Questo fatto, dimostra che la situazione politica può essere mutata.
Il nuovo governo, sorto dal compromesso fanfaniano con.,i liberali sotto l'egida della confindustria, non risolve la crisi.
Anche se il linguaggio di Segni è differente da quello di Scelba, i problemi sociali che assillano i lavoratori, che sono stati la causa per cui Scelba è stato spazzato via, rimangono insoluti e non potranno certamente essere risolti dal nuovo governo.
E' certo però che una nuova prospettiva è ora aperta ai lavoratori e se i lavoratori tutti sapranno unirsi, attraverso la lotta sarà possibile realizzare quella apertura a sinistra da tutti auspicata. E sia detto chiaro, perchè su questa questione vi è non poca confusione, apertura a sinistra non vuole affatto significare partecipazione dei socialcomunisti al governo, ma semplicemente realizzare una nuova politica, che attui le riforme sociali, che riporti il paese sulla strada tracciata dalla Costituzione, che realizzi in definitiva quanto il Presidente della Repubblica Gronchi ha affermato nel suo messaggio presidenziale. Anche nelle fabbriche la sfuocata reazionaria dei padroni si va estinguendo, ed anch'essi incominciano a segnare il passo.
Una nuova prospettiva è quindi aperta ai la. voratori, il padronati reazionario ha esaurito le sue cartucce, senza piegare nè spezzare l'organizzazione della classe operaia. Sta ora ai lavoratori, nel corso dell'anno che segue, con la loro lotta, all'insegna dell'unità, conquistare questi obiettivi.
Un liberale difende i giornalisti in tuta
i
(continuazione dalla pag. 1) chiesta sulle condizioni dei lavoratori, laddove ha scritto che non è sufficiente far leggi in materia sociale ma è necessario " far scomparire il clima di paura che vi è in molte aziende, per cui i lavoratori non osano far valere i propri diritti".
« Se la commissione di inchiesta saprà assolvere il compito che le è stato affidato, potrà, ad esempio, constatare che a capo della " polizia interna" della Fiat sono oggi alcuni dei più tristi figuri delle brigate nere repubblichine. E- la stessa situazione troveranno in altri grandi stabilimenti industriali, specialmente in quelli che ottengono o aspirano ad ottenere commesse dal governo americano.
Il fine ove vuole arrivare la Direzione, ridurre prima ed annullare in un secondo tempo la libertà di stampa e di diffusione all'interno della fabbrica, è stato subito capito dalle maestranze le quali, effettuavano, nel pomeriggio dalle ore 15 alle ore 16, un sciopero di protesta.
Durante lo sciopero effettuato dalla maggioranza dei lavoratori parlava, nella campata 17, il Presidente della
C. I., compagno Corinaldesi.
Egli portava la solidarietà della C. I. a « Il Trasformatore » ed al suo direttore, inoltre denunciava il tentativo fatto dalla direzione contro la libertà di stampa. Parlava poi alle maestranze il compagno Garanzini il quale ringraziava i lavoratori per la dimostrazione di solidarietà e di appoggio data al loro giornale ed al suo direttore, egli chiedeva poi un sempre più valido aiuto per migliorare e rendere sempre più combattivo « Il Trasformatore ».
Una delegazione di operai si recava
« Questi metodi possono anche essere molto apprezzati dall'ambasciatore Luce, e quindi servire ad ottenere con maggiore facilità le commesse militari. Ma non servono certo a consolidare nel nostro Paese la democrazia...». anche dal dott. Capella a protestare. La C. I. prendeva posizione contro la lettera inviata a Garanzini con una vibrata risposta inviata alla Direzione. La decisa protesta effettuata dai lavoratori sta a dimostrare come questi approvino quanto si è scritto sul loro giornale, anche se in alcuni casi si è adoperato un linguaggio duro od umoristico, ma mai offensivo. Il fermo atteggiamento assunto dalle maestranze nel ricacciare il tentativo di schierarle contro il loro giornale e di infirmare il diritto alla libertà di stampa e di diffusione, crediamo debba far riflettere la Direzione. Essa sappia che si assume gravi responsabilità se. intende marciare sulla strada che porta a togliere o a limitare le libertà acquisite con la Guerra di Liberazione e contemplate dalla Costituzione Repubblicana. I lavoratori sono coscienti delle loro responsabilità e dei loro di, ritti e saranno sempre pronti a ricacciare qualsiasi tentativo fatto per annullare il contenuto della Costituzione.
"LA SCINTILLA„ DEI LAVORATORI DELLA BORLETTI
Edizione special e per la cittadinanza 94VIERI MILANESi S9 BA T TONO PER MIGLIORARE I PU88:3 SERVIZI DI TRASPORTO DAL "CENTRALINO„ DEI LAVORATORI DEL GRUPPO SIEMENS
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ANNI VIAGGIANO MALE entinain di vetture sono ferme nei epositi A.n•e•n• rhe tintici* pe dar. o.. é a ~Mi di tonde dello falle del treateter, rli, etlideerii• di /W penisa• i le versate-I soie costretti tesecisi lese ride* wa01•41* • C-M.1M eni wenn. di ingrpoi ds-thi t‘seinure MI11~11 111•11~~ jedi1t<• di idardebdtreo A. T l• 4.. • w• • r•-• l Wow ••• ••• W M. nana • .,.nane e r ee e Me .. •••• eee ••••••• e osi e essees eee e e e. -e se, eses e, me ..re 1 ere • ems• • eie ••• • ere s. eee ...se eees e e ••vele s • eeie s ....e. .... „ e, „ „ „„ ,„aseees sem. eresie »lese ere* se.. s iee e• e ees . e e ..... • re ........., s ........... , ....... •••••• W••• •16.. W W W • +o wy•W• •lia•I Oe, *W. ~.1w* •••••• ••••••• • ...W •••• W W. e ••••• • eeir. e iene iee, n n. i :e une. e e enana e « ne *e me erbe. 1 ` se er.e e se seme re • • • vele -. so~ • wer.. *ero • e i e e se ems Prod. P p P PPM • .•.* • P III . 1. Ai milanesi trasposi migliori Il giornale di fabbrica è un valido strumento di legame' l'opinione pubblica. Dell'e& zinne riprodotta nella fotografia che pubblichiamo, ne t state tirate 30.000 copie. In essa « Voci dell'A.T.M.» denuncia le cause dell'attuale servizio tranviario e indica le soluzioni proposte dai tranvieri. Dal "'Frasi ormalore., viel Ireenornasio IN DIFESA DELLA LIBERTA'
`-FABBRICA SUL LAMBRO„ DELL'INNOCENTI NUOVA
I GIORNALI I1I FABiliftlrAl PALESTRE DI IfiE.110CRA17I
La funzione più importante esercitata dal giornale di fabbrica è quella di popolarizzare fra i lavoratori gli argomenti al centro delle lotte e delle agitazioni che gli stessi sostengono in difesa della fabbrica contro la smobilitazione, contro i licenziamenti, per il rinnovo e lo sviluppo della produzione, per la libertà negli scambi con l'estero nell'interesse della fabbrica e della nostra economia, per l'aumento dei salari e degli stipendi, per il miglioramento della mensa, per la costituzione dell'asilo-nido, per una maggiore prestazione da parte della Mutua aziendale. contro gli infortuni e per la sicurezza sul lavoro, ecc.
Questi giornali si battono fianco a fianco dei lavoratori perchè la fabbrica non divenga e non sia un'isola posta al di fuori della legalità costituzionale e nemmeno sia una caserma nella quale i lavoratori debbono, di fatto, rinunciare alla loro dignità di liberi cittadini.
L'operaio, il tecnico, l'impiegato che scrive sul giornale non si limita ad avvertire un fatto nuovo della fabbrica, a descrivere solamente in senso figurato la vita di un reparto o un sistema di produzione, ma si sforza di farne elemento valido da inserirsi nel processo di risanamento e di innovazione della nostra economia nell'interesse della collettività. Così come parlando dell'infortunio o delle condizioni ambientali di un reparto, propone mezzi soluzioni atte a rendere più sicuro, producente ed agevole il lavoro.
In definitiva i lavoratori che scrivono su questi giornali non si limitano a parlare di quella che è la fabbrica, ma scrivono e propongono per quella che deve essere la fabbrica, il lavoro, la vita del nostro Paese. Questi giornali fanno quindi della politica. Tutta la politica che rientra negli interessi e negli obiettivi classisti dei lavoratori che merita di essere affrontata, chiarita e sostenuta nel loro interesse.
Questi giornali sono palestre di democrazia in quanto su di essi i lavoratori, malgrado le diverse tendenze politiche sindacali, dibattono i loro problemi partendo pure da punti diversi, hanno modo, con il dibattito, di Unirsi, per *or Il Tatto che le esiOrfze -lore non possono che essere eguali di fronte all'avversario comune e naturale, ossia il « padrone ».
E' quindi chiaro perchè questi giornali sono avversati e combattuti dall'altra classe, dalla classe padronale per natura i,conservàf disperatamente ,protesa-'della difesa g"§limiaprivilegi,
della sua ricchezza e del monopolio politico che ha sulla vita del nostro Paese. Ciò malgrado i giornali di fabbrica e di azienda continuano ad aumentare ed a moltiplicare la loro tiratura, e sostenuti dalla solidarietà e dalla lotta di lavoratori penetrano e vengono diffusi nelle fabbriche. Vediamo dunque che questi giornali non sono solo strumenti unitari e di democrazia dei lavoratori, ma sono pu-
Una bandiera di lotta
Dalla lettera aperta di Mario Colombo, presidente della C. I. della Breda, licenziato per rappresaglia.
re potenti strumenti di dita delle libertà, di quelle libertà chevenendo a mancare nelle fabbriche on potrebbero sussistere nel Paese.
Da quanto segnalato poiamo quindi arguire che i giornali ( fabbrica e di azienda non sono solo in fenomeno culturale di tipo nuovo bensì una tappa dello sviluppo natale del movimento operaio in lottsper la sua emancipazione e per assiaare a tutto 0-44:4nostro Paese prospetti migliori.
Miel. cari compagni di lavoro, la kattina del 7 gennaio mi fu impedito di entrare in fabbrica. Mi fu impedito di entrare nella fabbrica ove lavoravo da 20 anni, dove ho imparato a divenire uomo, ove ho dato la parte migliore della mia vita. Con una lettera a firma dei fratelli Gaspari, direttore e vice-direttore
DA 4 4 ffi T IIIIIRICAl 11UN1TA, nEEL i l'Il Ili ELLI
R ELAZIONI UMANE?
La nuova tattica - di importazione ameriana - dovrebbe servire alla Direzione per nascondere (fra sorrisi e potere manate sulle spalle) la intensi;ficazione sempre crescente dello sforzo sico dei lavoratori e il conseguente aumento dei già enormi profitti padrnali Alcuni episodi significativi.
A t Abbiamo scritto su questo giornaletto, molti numeri fa, a proposito delle relazioni umane, che questo era un sistema per spennare l'oca senza farla strillare. Cioè sfruttarci di più senza farci protestare. Non abbiamo sbagliato: le relazioni urna' ne dovrebbero servire a farci produrre di più col sorriso sulle labbra e con la gratitudine nel cuore per i padroni.
In sostanza, con la teoria e l'applicazione pratica delle relazioni umane, i padroni vorrebbero arrivare al risultato di « convincerci • a lasciarci sfruttare sempre di più piuttosto che « obbligarci . con la minaccia di provvedimenti disciplinari o con il ricatto dei licenziamenti.
Relazioni umane secondo i padroni devono venire instaurate in una azienda affinchè tutti si sentano membri di una sola famiglia e tutti contribuiscano « spontaneamente e volentieri » al suo buon andati -len'10 economico. parche, e Così dicono "" 'ih coro CISL e UIL , taIé 1D -u6n - andamento avrebbe i suoi benefici effetti sia sui padroni che sui lavoratori.
Lasciamo a parte il fatto dei 5.000 licenziamenti nonostante i profitti della Ditta. Lasciamo da parte anche il fatto che malgrado il buon
"EI caminun del Meani„
Quanti ricord, el « Caminunn e, el me risveglia, an'mò inch, me par de vess riturnaa quand che passavi de e Muriviun Pensavi, alura, a chi la faa' che gran curagg el dev végh avú per riiissi rivà fin lassù, quel ch'el po' avé guadagnàa.
Pensavi anca ai lavuradur (de quii temp là) che sott sgubaven, al « Caminunn e ben poch ghe guardaven, per nun perd temp a sprém el Ma ti « Caminunn » ti rimiravet, sotta de ti, tiicc sti ommitt a fa' el soo duver, cunt pcch diritta fin a la sera. E ti saleidavet.
Te salLidavet 'sta pora gent, che a ca' turnaven stracch a sfiaccaz.
EI soo padrun l'avea guadagnaa inveci lur, ben poch e gnent.
Inch sunt mi sott' too pee a lavurà in del e Meani e; piirtropp l'è an'mò e vita da cani e; cambia i padrun ma no el nost mestée.
I padrun nhv g'han alter sistema, piissée tracutant, semper sfriittadur; per soo principii, ne fan semper curr; el « suraprufitt » ghe l'han per emblema.
Ne pruibissen de fà la pulitica, perché el dev véss un soo privilegg voren minga, infìn, che se legg i e nost e giurnai perché ghe fan' critica.
Han pii relegaa vintiinn operari, in « camp e apposit dee cuncentrament » perché lur lotten per tutta la gent che piega el fìrun, pe' sbarca el Ma ti, te ne guidett, o vécc e Caminunn e, te ne de' forza per un prossim dumann, quand quii temp chi, sarann tant luntann, EI nost ubbietiv l'é quéll de piega
la class padrunal, a noster vantagg; fa' che diventa tiitt l'ann, un primm magg, festa de e Pace, Lavor, Libertà ».
andamento della Pire gli aumenti che abbiamo avutaono stati il frutto della nostra lca e andiamo a vedere in cosa constano le relazioni umane nella ?gra fabbrica.
Al reparto • 65 p?. esempio la Ditta organizza una te a Rapallo: strette di mano, sorifi cordiali tra caporeparto e opera Atmosfera di amicizia insomma. Ico tempo dopo spostamenti da ut macchina all'altra o da un lavo all'altro senza ragioni nè tecnio nè di rendimento. In questi ulti) tempi la diminuzione della pai con la riduzione di lavoro a 4tare. Eppure i profitti dei padroni mentano.. Sono queste le relaziorumane?
Al reparto 64, cor in molti reparti, bambini e fadiari vengono invitati a vedere «ve' lavora il loro papà o la loronamma.
I genitori ne soie felici; i dirigenti accompagnatcllanino la bocca che Lma s".2.11_,.. ) -492...Quasi contemporaneamente at vt'ita nel reparto l'Ing. Viana, ui dei tanti che esplica le relazioniumane nega un prestito di 10.000 -e a una madre di due figli chéna il marito in sanatorio. E' la rapesaglia contro chi ha sostenuto e lo sciopero il diritto a un premio) produzione
maggiore e il diritto di difendere il suo raPpresentante della C. I. Al reparto 63 il padrone obbli"a a fare la doccia dopo l'orario di lavoro stracciando un accordo che durava dal 1951, pone in atto minacce e ricatti e alla fine licenzia Pirola nel pieno svolgimento delle sue mansioni. L'atmosfera nel reparto è tesa e' allora secondo la teoria delle relazioni umane viene rifatto il refettorio, si sbianca e si fa uh locale decente. Il giorno dell'inaugurazione si distnibuiscono panettoncini, manate e sorrisi. Con il guadagno ottenuto dal maggior sfruttamento in una sola settimana il padrone paga le spese, e per il tempo a venire il guadagno derivante dall'aumentato lavoro degli operai del 63 va a finire nelle sue tasche. Ora alcuni operai di questo reparto vengono spostati al 621. Bell'esempio di relazioni umane! • -Per questa volta ci limitiamo a questi rati, poen« ma -signilicativi. Ce ne sono ancora altri, numerosissimi. Li tratteremo in seguito e dimostreremo a tutti che anche le relazioni umane sono una delle tante iniziative dei padroni per continuare a far soldi mantenendo sempre sottomessi e sfruttati i lavora tori.
della Breda-fonderia, mi si notificava il licenziamento per aver diffuso il giornale di fabbrica «Lotta della Breda ».
Motivazione del tutto illegale, pretesto infondato ed arbitrario! Infatti nessuno può vietare la lettura e la diffusione — fuori dell'orario di lavoro — d'un giornale regolarmente autorizzato. E' invece reato impedire ai cittadini della Repubblica italiana l'esercizio di uno <lei fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione: il diritto della libertà' di stampa! Il fatto è ancora più grave poichè la Breda essendo una azienda IRI è praticamente sotto il controllo dello Stato ed è veramente assurdo e grottesco che in essa si colpisca chi si avvale di un diritto solennemente proclamato dallo Stato stesso!
Cari compagni di lavoro, la verità è che i signori Gaspari e soci hanno cercato solo un altro pretesto, ed il mio licenziamento è un altro anello della lunga catena di soprusi, di intimidazioni, di arbitrii con i quali si vogliono umiliare e piegare i lavoratori della Breda.
I fratelli Gaspari nella lettera di licenziamento iviatami, messa faticosamente assieme durante 8 ore, non potevano certamente dire la verità.
IL GIORNALE DI FABBRICA E UNA CONQUISTA DEI LAVORATORI.
Essi hanno voluto invece vestirsi dei panni di diligenti tutori del buon nome della Breda scagliandosi contro un giornale che raccoglie l'eredità e prosegue l'opera benemerita di quel bollettini redatti nella nostra fabbrica nel corso delle lotte condotte dai lavoratori, dagli impiegati, dai tecnici per salvare l'esistenza stessa della Breda Intrassalto_ctel'a C.oùfindv stria e del Governo.
I NAZI-FASCISTI NON RIUSCIRONO A PIEGARCI
Il mio licenziamento è un arbitrio, come sono stati in arbitrio tanti licenziamenti fatti nel passato contro i nostri migliori compagni di lavoro e di lotta. In realtà io sono stato licenziato perchè ho difeso gli interessi dei lavoratori senza cedere a lusinghe nè a ricatti com'è costume di ogni militante del Partito Comunista cui mi sento onorato di appartenere.
Ma che cosa si prefiggono con questi sistemi?
Credono veramente che gli operai della Breda, che diedero filo da torcere ai nazisti di Zimmermann ed ai fascisti, si faranno piegare dai vari Gaspari che i monopoli, Scelba e gli americani inviano a Sesto? Io penso che in nessun caso accadrà questo!
I lavoratori hannq una coscienza di Classe e nazionale, hanno una dignità che non sono disposti a mettere all'incanto pér un po' di lavoro mal pagato. Da oltre settanta anni gli operai italiani hanno fatto ricorso alla organizzazione e alla lotta per rivendicare il diritto i zi lavoro e per contrattare il :'aiario. L'operaio vende la sua forza lavoro al prezzo pattuito dal SU" si''dacato ma n cm vende la sua dignità, non tradisce la sua orattniz,rzione di classe, non tradisce i suoi ideali e il suo avvenire.
Direttore responsabile
ANGELO MAGGIONI
In tutte le lotfidel lavoro, per la libertà e per la pace i giornali di fabbricaono a fianco dei lavoratori. 25 sono i giornali di fabbrica milsesi, con una tiratura di 60.000 copie mensili.
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