11 15 Novembre im contro dei sindacati con la Confindustria per la mensa
I lavoratori ['abbono dimostrare alla Direzione la loro volontí per una rapida soluzione del problema
Fermate le fabbriche di Romana, Castillia e Vado
Ligure per ottenere L. 10.000 di acconto,
In queStiagtirriiiiempi si van— _ no intrAnsificandQ,aempre più da. parte dei lavorato:n le azioni di lotta per acquistare il diritto ad iavere Liindermità "istitutiva di Mancata mensa. Cifte, fattriaaí,role, sentenze di , n agistratura ne sono stati citati in abbondanza e pentiamo --ehe per noi lavoratori il problema ormai sia chiaro. Se ciò:non-bastasse vorremmo aggiungere anche questo dettaglio. Nel 1952 Consiglio distato dichiarava elle il valore della mensa e Tpartejíntegrante del salario, ira basea questa affermazione di dai:ritto Ministro Vigterelli emanò a •sui tempo una disposizione in, base alla quale sottopose il valore della mensa al tasso di ricchezza mobile. -.Per cui noi -vediamo questo assurto; i lavoratori :seno costretti dal Governo -apagare la tassateli ricchezza mobile sulla mensa, mentre i gyadnini possono Mi'. schiarserre delle:leggi e del Cetrisiglio di Stato. Di .fronte a .questo :stato dì cose rasa domanda n:orge:spontanea!
Le levi in Italia -sono-o non sono uguali per tutti? Oppure - per Pirelli, Valletta, Soldivi e seti vi sono altre lete'gi o , Carte Custituzionalil>
Dopo le- azioni di questa stra lotta e di queste :nositre giuste rr7esnentaziotù :uxs -peltro successo è -gato ottenuto e-cio'S il giorno Z5, ottobre si :Slizi0 contrate a Roma le. tre orsa-niz: egoioni sinithte.ali CGIL
- -mL con lac:Confindusta per esaninare la vertenza relativa al itiii...onoscimento dell'indennità di mensa quale parte integrante del-salario. Le:-.tre organizzazioni sindacali hanno fatto -presente - la necessità di normalizzare la situazione inerente all'istituto della,-indennità di mensa conformemente a quanto ormai è :stato --giff armato , dalla giutispruIdenza _in materia. Dopo "l'espoizione dei rispettivi punti di àe parti hanno deciso di tprenclere la riunOne 11 15 no'Vernbreli.v. Noi -lavoratori -nlaurdiamo Al senso .d!intesa unitario ,delle tre .organizzazioni sindacali corre un primo successo per una risoluzione soddisfa'11'-unità di tutti gli organismi girxtlacali ,nella protesta contro :l'attentato alla C• G. I. L. oromitati sindacali della ~1111„, CIEL e ULLA)/ del TIBB, o -asme di tutti i lavoratori della nostra fabbrica, venuti a .coneacenuz dell'attentato commesso o :Roma contro la sede della CGIL, eSprimono il loro più vivo idegnv per simili atti teppisti contrari a tutte le norme de vivere civile e contrari alle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana. Esprimono inoltre tutta la loro solidarietà con la organizzazione colpita, chiedendo che sia fatta luce per questo delitto e vengano puniti i responsabili. ,
Queste sono le "Relazioni umane„!
ogni lavoratore, e tanto più di coloro, che, con le loro miserie, la loro indigenza costituiscono la dolorosa prova di quali risultati possa portare una navigazione guidata dai « vecchi padroni del vapore ».
(d. M. N.) Acci
cente del problema, ma daraltra parte non ci facciamo soverchie illusioni parche sappiamo con chi abbiamo a che fare. Perciò siamo in attesa fiduciosa che le parti trovino l'accordo, ma anche pronti all'azione nel caso la Confindustria opponesse un nuovo rifiuto.
In questa situazione noi pensiamo che sia valida ancora la `richiesta della C.I. di richiedere un acconto di L. 10.000 alla nostra Direzione in attesa che le parti risolvono il problema, e che questa richiesta non è campata in aria lo sta a dimostrare la protesta effettuata da tutti i lavoratori il 18 Ottobre.
r I lavoratori delle fabbriche Romana e Vado Ligure salutano i loro compagni di Castillia che nella prima quindicina di Novembre terranno le elezioni per il ríninovo della C.I. Essi sono sicuri che il risultato uscente dalle urne servirà a rafforzare maggiormente l'unità di tutti i lavoratori del Tecnomasio.
Gli operai, gli impiegati, i tecnici della Necchi, hanno dato un grande contributo alla lotta che i lavoratori dell'industria italiana, stanno conducendo in difesa della libertà, la dignità i diritti dei lavoratori nell'interno delle fabbriche, contro gli imprenditori capitalisti e monopoli-Ai che vorrebbero, in spregio alla Costituzione Repubblicana, trasformare i luoghi di lavoro in un campo coatto, ove imperi suprema la loro legge, ci' e è la legge del despota, che vuo: -2 essere il padrone non solo della forza lavoro, ma finanche de'la coscienza e della opinione del lavoratore.
La fiducia data dai lavoratori della Necchi alla lista della F. L O. M., acquista un particolare rilievo, pcichè essa è avvenuta nella falt.rica « pilota » nella applicazione delle « relazioni umane » di importazione americana.
Dopo i licenziamenti di rappresaglia, il ricatto delle commesse americane, ecco fare la sua comparsa, esaltate dalla stampa padronale, ed osannate da quella dei sindacati della CISL e UIL, la nuova teoria delle umane relazioni fra capitale e lavoro. Il sig. Necchi, che amava farsi c-iiamare il buon papà, fu ur.-: oei primissimi ad introdurre nella sua fabbrica e i suoi operai furono i primi a sperimentarla.
JE così, tra il sorriso stereotipati ciel c?‘-^liere Necchi e la lottera drila Lambretta, tra il sermone del eireente propa-
gandista sulla fine della lotta di classe, e la costituzione dei « maestri del lavoro », si sviluppava il piano strategico del padrone: ridurre i cottimi aumentando la produzione, infiacchire sino a renderlo inefficace il sindacato unitario e la C. I. onde eliminare o svirilizzare quelli che esso considera gli unici ostacoli ai suoi piani.
Piano ambizioso quello del signor Necchi, curato in tutti i particolari, dalla presentazione della lista fascista CISNAL, all'aumento dei seggi elettorali, alla massiccia intimidazione esercitata dagli specialisti delle umane relazioni per far votare i lavoratori a quei sindacati cari al padrone.
È facile immaginare il grande disappunto di padron Necchi nel constatare che il sindacato unitario uscì vittorioso dalle elezioni, è facile rendersi conto della rabbia che ha invaso questo capitalista nel vedere senza effetto alcuno quello strumento importato dall'America e da lui così scrupolosamente trapiantato nella sua fabbrica.
La sua reazione ottusa e tipicamente fascista non si fece attendere. Con l'irresponsabilità di chi ha smarrito l'uso della ragione, fece affiggere un comunicato col quale annullava tutti i diritti acquisiti con agitazioni lotte negli anni trascorsi. Grande è l'insegnamento che ne traggono non solo gli operai della Necchi ma anche quelli di tutte le fabbriche italiane, di questo caso limite di prepotenza padronale.
Ilo seconda
Sulle scorso :numero de fl Trasformatore» -pubblicammo il -resoconto della fermata di protesta diettuata dai lavoratori :per quanto riguarda,i1 problema della maticata mensa e su queSto resoconto riportammo alcune parolewronunciate dal componente della C.I. Luigi Balconi.
Successo de 'On'n' MOSTRA D'ARTE
lettera 'di Balconi Luigi iResponsé bile la Nractrie delle deunita di mensa, ed in secondo stempo affermato che avrebbe ayttcso il risultato delle vertene,e ivi. corso alla C.G.E. ed alla -E. LIARELLI, finiva col modificare nuovamente la sua - poizione dichiarando d'aver rimesso la questione all'Associazione industriale Lombarda, eliminando perciò ogni possibilità di accordo in sede aziendale.
Ora il signor Balconi <ci invia questa rettifica e che laoi ben volentieri pubblichiamo:
Prego codesto Direttore di voler pubblicare nel prossima numero de «Il Trasformatori » questa mia precisazione:
Poichè le parole hanno un :significato ben determinato e non avendo io pronunciato ciò che il cronista ha riportato, a proposito del mio intervento durante l'ora di sciopero di giovedì 29 settembre u. s,, intendo chiarirlo per iscritto.
Ho inteso dimostrare che la Direzione del T.I.B.B. era responsabile di quella fermata dei lavoratori, non per i suoi atteggiamenti illegali ed arbitrari, ma perchè, mentre in un primo tempo ci ha illusi che fosse possibile raggiungere un accordo aziendale sul problema dell'in-
Legittima ,quindi la reazione dei lavoratori che di fronte ai continui mutamenti di pensiero della _Direzione, protestavano contro di es-sa. Grazie per l'ospitalità.
BALCONI LUIGI
Prendiamo atto di ciò che il signor Balconi dice, però teniamo anche a precisare che la parola illegale ed arbritrari, anche se egli non le ha pronunciate, non può offendere nessuno in quanto vi sono gli articoli
2121 e 2948 del Codice Civile ch parlano chiaro, per cui non e solo la nostra Direzione che non rispetta la legge, ma tutti gli industriali e ciò la hanno capito, sotto la spinta dei lavoratori, perchè hanno iniziato le trattative per discutere sugli arretrati e su tutta la questione della mancata mensa.
lunedì 17 Ottobre si è inaugurata la II Mostra d'Arte tra i lavoratori del Tecnomasio. Questa rassegna, inaugurata dal Presidente della C. I., Corinaldesi, e dal pittore Ampelio Tettamanti, si è differenziata da quella della scorsa edizione perchè oltre alla Mostra di pittura vi era quella fotografica. Ad essa hanno partecipato 14 pittori e 19 fotografi con un complessivo di 150 opere. In questi 12 giorni e stata visitata da centinaia di cittadini e lavoratori i quali hanno espresso opinioni favorevoli sia sulla organizzazione della Mostra che sulle opere esposte.
Il pittore Anip elio Tettamanti discute sulle opere esposte con l'espositore Paolo Molinari a cui la giuria ha assegnato il Premio consistente in un ferro da stiro.
Il padrone che eleva il paternalismo a metodo scientifico di sfruttamento mascherandosi dietro i rapporti umani di tipo USA, appena comunicatogli che gli operai della sua fabbrica hanno preferito votare per il tradizionale sindacato anziché per i sindacati che affiancarono il padrone nella politica basata sul sistema delle relazioni umane, strappò, in un breve e cinico comunicato, quella maschera di buon padre che faticosamente lentamente si era costruita e mostrò a tutti i dipendenti della sua fabbrica e agli operai delle fabbriche italiane non solo il volto del padrone classista e sfruttatore ma l'essenza delle cosidette relazioni umane, impalcatura dietro. alla quale si nasconde una grave insidia contro l'unità operaia baluardo in difesa della libertà, della dignità, dei diritti dei lavoratori. La denuncia che i Deputati della CGIL porteranno a Roma in Parlamento, la lotta intra presa dai lavoratori della Necchi, faranno certamente passare al « buon padre » Necchi la voglia di instaurare metodi banditi dalla coscenza democratica della nostra Nazione e lo costringerà a tornare nella legalità.
Noi, mentre salutiamo la coraggiosa lotta dei lavoratori della Necchi ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà, invitiamo i lavoratori a trarne le debite conclusioni di questo insegnamento, in modo particolare invitiamo la CISL e la UIL a prendere atto della natura classista e fascista che si cela dietro le cosidette umane relazioni.
Anno i. N 10 - 7 Novembre 1955 - Redazione presso la C. I. di Febbric,
TRASFORMATORE
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impariamo a fare i conti
Nei giorni 21 e 22 ottobre le Commissioni Interne di Romana, Castillia, Vado Ligure hanno discusso con la Direzione la questione del riproporzionamento cottimi. E' nostra intenzione iniziare sulle pagine del nostro giornale un serio dibattito coi lavoratori allo scopo di rendere chiaro il problema. A priori diciamo subito che con questo articolo non abbiamo la pretesa di essere compresi subito, poiché sappiamo come la materia è complessa, ma faremo in modo che il nostro colloquio sia accompagnato con degli esempi per dare la possibilita ai lavoratori non solo di seguirci col ragionamento, ma anche di seguirci facendo i conti sulle bollette di cottimo. Inizieremo mettendo al corrente i lavoratori come si è proceduto fin ora a calcolare una nuova tariffa di cottimo. Nella nostra fabbirca i cottimi vengono calcolati con due criteri diversi a secondo della natura della lavorazioni, cioè lavorazioni prevalentemente manuali, lavorazioni prevalentemente a macchina. Nel nostro caso prenderemo il sistema che più si assimila a quello che sarà il nuovo modo di calcolazione. Nel nostro caso le lavorazioni vengono classificate in: Lavori pesantissimilavori pesanti - lavori medilavori leggeri.
Premesso che per calcolare un cottimo vengono considerati tre fattori: 1) tempo di lettura, 2) tempi passivi, 3) effetti stancanti. Si stabilisce che una volta classificato il lavoro e rilevato il tempo, i tempi passivi vengono precalcolati al 60% mentre gli effetti stancanti sono determinati, a seconda delle lavorazioni, nel modo seguente:
Lavori pesantissimi 5-6-6,5 su 10 ore - Lavori pesanti 7-7,5 su 10 ore - Lavori medi 8 su 10 ore
-
Lavori leggeri 8,5 su 10 ore.
<Facciamo presente che il minimo di calcolo è sempre partito dall'8 su 10, e solo raramente hanno adoperato 8,5 su 10).
Dimostriamo con un esempio il procedimento di cui sopra:
' si consideri un operaio che abbia L. 50 di paga vecchia oraria, al quale viene affidato un lavoro medio. Dopo aver rilevato il tempo il calcolo viene così eseguito:
L. 50 x 60% = L. 80
80 x 10 = 800
800 : 8 = 100
100 : 60 = 1,67
La cifra risultante dal calcolo e cioè L. 1,67 viene moltiplicata per i minuti impiegati e così si otterrà il prezzo del cottimo.
Abbiamo ritenuto utile fare questo specchietto con gli esempi, per dare la possibilità all'operaio di avere sempre di fronte a se quello che guadagnava prima e quello che guadagnerà col nuovo procedimento.
Tempo fa la Direzione presentava alle Commissioni Interne del gruppo TIBB. un progetto, il quale è stato oggetto di studio da parte delle stesse. Dopo aver rilevato i difetti che conteneva in una prima riunione delle tre Commissioni Interne con la Direzione, le discussioni sono continuate con alcuni membri della C.I. di Romana e precisamente: Corinaldesi, Vitaloni, Mantovani e Pedrone con l'ing. Velati e il dott. Cappello. In quelle riunioni la Commissione Interna fece le sue proposte per modificare alcune questioni fondamentali come per quanto riguarda i1 co -éfficiente di maggiorazione e di fatica, per il coefficiente di attività, e per la classificazione dei lavori. In quale misura sono state accettate le proposte della Commissione Interna questo ancora non lo sappiamo perchè la Direzione. nell'ultima riunione, non ha voluto dire quali saranno i coefficienti e le classificazioni che applicherà trincerandosi dietro la scusa che essa non è tenuta a farli conoscere. A. parte il fatto che con questa scusa la ditta potrebbe imbrogliarci come vuole, essa così facendo, vorrebbe infirmare un articolo del nostro contratto di lavoro, nel quale si dice che i datori di lavoro hanno l'obbligo di far conoscere ai lavoratori tutti gli elementi necessari per calcolare —
il cottimo. A questo stato di cose noi diciamo alla Commissione Interna di non firmare nessun accordo senza prima avere tutti gli elementi necessari ed assicurativi in merito, e se sarà necessario, chiamare in causa i lavoratori. Avremmo altre cose da dire come per gli economisti, ma per il momento vorremmo fermarci qui per vedere le cose come vanno onde dare la possibilità alla Commissione Interna di fare un po' di conti e per fare ulteriori tentativi presso la Direzione.
Perché alle donne un coeficente minore di quello degli uomini ?
. DI una cosa non possiamo farne a meno di parlarne ed è quella che riguarda i coefficienti delle donne. In passato, come abbiamo spiegato all'inizio, il modo di procedere al calcolo dei cottimi era uguale sia per l'uomo che per la donna, ora la Direzione, con la scusa del non onere nè da una parte nè dall'altra, vorrebbe assegnare dei coefficienti inferiori alle donne rispetto a quelli degli uomini. Se il coefficiente assegnato alle donne consente in apparenza di guadagnare la stessa cifra di prima, è anche vero però che gli viene diminuito il tempo di precalcolazione. Facciamo un esempio:
ART. 37:
Nella Costituzione Italiana e sancito dall'art. 37 le cla'usola che ad uguale lavoro spetta un uguale salario, cioè in parole povere che ad una lavoratrice che compie uguale lavoro del lavoratore deve percepire la stessa retribuzione.
Però queato articolo della nostra Costituzione non è rispettato dai nostri industriali i quali sfruttano le maestranze femminili facendo compiere loro un lavoro usuale a quello degli uomini, pagandole molto meno e cos: aumentano i loro già favolori profitti. Anche la nostra. Direzione non è a meno delle altre ed infatti nella nostra fabbrica esistono lavoratrici che compiono uguale lavoro dei loro compagni di lavoro ma che però hanno un salario inferiore del 18% circa.
Ora la lotta che conducono le nostre lavoratrici per porre fine a questa ingiustizia e per il rispetto della Costituzione trova nuova forza dalla sentenza emessa dal Tribunale di Milano per il rispetto dell'art. 37 della
C.cstituzione centro la Societa Fonderia Metalli Almara.
Crec'iamo sia nostro dovere, per dare un velido aiuto a questa lotta, pubblicare questa sentenza: Una interessante sentenza che indubbiamente ha particolare significato per la nostra fa -obrica è quella emessa il 20 Giugno '55 dal tribunale di Milano. Presidente Bonetti, Est. Monte, Fumagalli Assunta e Gambarini (avv. A. Cambi) contro la Soc. Fonderia Metalli Almaro (avv. S. Baj) circa il valore precettivo dell'art. 37 della Costituzione che sancisce «l'uguale salario ad uguale lavoro » quindi parità di retribuzione fra uomini e donne che eseguono lo stesso lavoro qualitativo e quantitativo.
La norma dell'art. 37, della Costituzione ha valore precettivo; per essa, le lavoratrici che eseguono — in una azienda — lavoro uguale a quello compiuto dai lavoratori maschi hanno diritto ad uguale retribuzione.
Coefficiente 1,32 = 8 su 10 di prima (questo veniva dato sia per l'uomo che per la donna).
Ora per la donna si vuole fare nel seguente modo:
Coefficiente 1,26 = 8 su 10 di prima.
Come si vede anche al più profano salta agli occhi la fregatura. Cosa vedremo allora? Che se il coefficiente di 1,32 per l'uomo è uguale a minuti 60 per la donna il coefficiente 1,26 é uguale a minuti 57,27 centesimi. L'operazione è semplice da 1,26 x 60 farsi: = 57,27. 1,36
Il che vorrebbe dire per la donna ad uguale lavoro dell'uomo dovrebbe impiegare 2 minuti e 73 centesimi in meno ogni ora di lavoro. Perchè questa ingiustizia verso le donne? Forse che il loro lavoro rende meno di quello degli uomini? Forse che lo sforzo e la fatica che si richiede loro è inferiore? Questi sono tutti pretesti infondati che accampano i padroni perchè sul lavoro femminile essi riescono così a realizzare profitti assai più elevati. Non vi è altra ragione nè economica nè sociale che giustifichi un tale sfruttamento della mano d'opera femminile. Noi lo sappiamo che uguagliando i coefficienti le donne verrebbero a beneficiare di 7-8 lire in più all'ora, ma diciamo anche che in questo modo si verrebbe ad eliminare in parte la distanza reale esistente tra le paghe femminili a quelle maschili che da noi è del 18% e più portandola ed un minimo del 15% ad un massimo del 14%. E d'altra parte non dimentichiamo che le distanze reali sui nuovi minimi tabellari tra le paghe femminili e quelle maschili e attualmente del 16%. Noi del giornale di fabbrica plaudiamo all'iniziativa presa del Comitato Sindacale F.I.O.M. in difesa, de 'e nostre donne e facciano appello alle altre organ'a:azioni sindacali affinché marcino unite per far acquisire questa giusta rivendicazione. Noi pcnalanlo anche che le nostre donne devono far pressione presso la Commissione Interna affinché essa dedichi una riun'one particolare per i loro problemi, e far pressione presso la Direzione per far sì. che questa ingiustizia venga eliminata. Nel prossimo numero procederemo in modo che i lavoratori sappiano calcolare con il nuovo sistema. Avremmo piacere che da parte di tutti i lavoratori dopo la pubblicazione di questo articolo inviassero alla redazione del giornale critiche, domande, suggerimenti atti ad ampliare ed a chiarificare il nostro dibattito.
Si usa suonare la sirena quando un operaio muore !
Signor Capo Officina, Il giorno 14 Ottobre alle ore 15,15 cessava di vivere, accanto al suo tornio, l'operaio Vezzoli Celestino del reparto 76. Le sue ultime parole non furono per la famiglia, per i bambini, per le cose più care, le sue ultime parole le ha pronunciate accanto al Suo Capo Reparto, col Capo Reparto stesso e furono spese con l'intento di migliorare il lavoro perchè Vezzoli era molto attaccato al proprio lavoro. Egli ha speso molta parte della propria vita qui al TIBB ed al TIBB ha dato molto del suo sapere, del suo ingegno. È morto perchè il suo cuore si era indurito come una pietra dal gran lavoro che ha compiuto. Tutti lo ricordiamo ancora quando, dopo aver discusso con accanimento dei prezzi che continuamente venivano ridotti, .doveva mettersi sempre più alacramente al lavoro perchè diceva: « Non posso andare in perdita, a casa ho moglie e figli e il costo della vita aumenta ».
Gli poerai del suo reparto sono rimasti senza parola per il dolore d'aver perso un loro caro compagno proprio sotto i loro occhi, così fulmineamente. Ed hanno smesso il lavoro in segno di lutto e di cordoglio. E cosi altre decine e decine di lavoratori, che saputa la notozia, hanno incominciato a far ressa vicino all'infermeria per rendere l'estremo omaggio alla salma di Vezzoli Celestino.
In queste tragiche circostanze nelle altre fabbriche si usa suonare la sirena e far cessare il lavoro in segno di lutto, orbene da noi la C.I. dovuta intervenire presso il Capo Officina signor Velati perchè ciò fosse fatto.
Signor Velati, non le pare sia stato suo dovere far suonare la sirena senza bisogno dell'intervento della C.I.? Non le pare che almeno questo meritava lo operaio Vezzoli morto al proprio posto di lavoro?
Da troppo tempo in un reparto della nostra fabbrica esiste una situazione divenuta per gli operai del reparto stesso insostenibile.
Intendiamo parlare del rep.
42 « Calderai » il quale vanta il non invidiabile primato d'essere il reparto che da più tempo non riceve aumenti di merito e la cui percentuale di cottimo (67%) è tra le più basse di tutta l'officina.
Questo nonostante il fatto che il lavoro svolto da questi
operai sia un lavoro di responsabilità in quanto essi debbono far funzionare le tre caldaie che servono per il riscaldamento dell'officina.
Risulta perciò ben evidente che in questo reparto si possono e si devono prendere delle misure atte a riportare questi lavoratori su un piano di normalità, questo anche in rispetto alle leggi sindacali. Questa esigenza dei « Caldai » noi la segnaliamo a chi di merito affinchè venga studiata meglio e poi risolta.
Ciò comporta che alle lavoratrici licenziate spetti oltre che la differenza di retribuzione (nei limiti del termine prescrizionale) anche la indennità di licenziamento calcolata sulla retribuzione maschile corrispondente. « Il licenziamento di due lavoratrici per la pretesa riduzione di personale (accordo interconfederale 21 aprile 1950) fuori della ipotesi prevista dallo stesso contratto (essendo state le lavoratrici sostituite da lavoratori maschi appositamente assunti) e senza l'osservanza della procedura interconfederale per i licenziamenti individuale è illegittimo ed obbliga il datore di lavoro al. risarcimento dei danni in favore delle lavoratrici licenziate, consistenti nella perdita di guadagno durante il periodo di disoccupazione involontaria successivo al licenziamento ».
A quando l'assegnazione degli attrezzi di misura ai lavoratori?
Caro Trasformatore, ti inviamo questa lettera con la preghiera di pubblicarla perche tratta di un problema che interessa la maggioranza dei lavoratori del Tecnomasio.
Come sappiamo la TIBB è un'azienda del ramo elettromeccanico e richiede a chi è addetto alle lavorazioni degli strumenti di misura per controllare, durante lo svolgimento del proprio lavoro, i pezzi che sta costruendo. Fin'ora i lavoratori hanno dovuto detrarre dal loro già scarso salario quello che occorreva per acquistare gli atrezzi di misura che necessitano.
È risaputo che alcuni di questi attrezzi, come i calibri, sono del valore di parecchie migliaia di lire, ed oggi come oggi, per esempio, sono pochi i lavoratori che possono acquistarne un altro per sostituirlo a quello vecchio. Perciò attraverso il nostro giornale di fabbrica chiediamo alla Direzione di fornire agli operai, che per il lavoro che svolgono ne hanno bisogno, det-
Giacomino ti strumenti di misura, calibri, metro d'acciaio, righetto metrico, contafiletto, ecc. La nostra Direzione munendo di calibro gli addetti ai magazzini riconosce già la giustezza della nostra richiesta perciò è doveroso ed è necessario che si dia ad un aggiustatore il calibro così come gli si dà la lima e la morsa e questo valga anche per gli altri lavoratori che adoperano questo attrezzo come i tornitori. Tutto questo che noi diciamo non è cosa nuova perchè in altre fabbriche tutto ciò è già avvenuto ed inoltre ci risulta che a Vado Ligure i lavoratori abbiano già ottenuto gli attrezzi di misura. Dunque crediamo che sia giusto che anche al Tecnomasio di Milano ciò avvenga se non si vuole che venga il giorno in cui i lavoratori non controllino più i pezzi. Invitiamo anche la C.I. ad interessarsi di questo importante problema.
Grazie dell'ospitalità. Un gruppo di lavoratori
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Per il nuovo progetto sui cottimi nessuna firma senza prima fare i conti
I n saldai „ chiedono un' aumento di paga e di percentuale
ugual lavoro ugual-salario
I lavoratori si inseriscono sempre più nel campo della Cultura Nazionale
Premiati i Signori Molinari - Bettinelli - Peregallo e Vecchioni - Una menzione a Garattini
Con la simpatica manifestazione di sabato giorno 29 Ottobre, si è chiusa la 2a Mostra d'arte tra i lavoratori della nostra fabbrica.
La Giuria composta di insigni critici e personalità era presente nelle persone del Dottor Raffaele De Grada, critico d'arte della RAI e direttore della rivista « Realismo »; della Dottoressa Renata Usiglio, direttrice della galleria «la Colonna »; il pittore Ampelio Tettamanti, recente vincitore del Premio Suzzara; dal Signor Alini, della Segreteria della Camera Confederale del Lavoro (che ha gentilmente prestato i locali che hanno ospitato la rassegna); dal Signor Belati e Giancarlo Garanzini in rappresentanza del giornale di fabbrica.
Dopo ampie discussione la Dottoressa Renata Usiglio annunciava i nomi dei vincitori che sono così risultati: Paolo Molinari, primo premio per l'opera complessiva ma particolarmente il quadro « Interno della mia stanza »; il secondo premio è stato assegnato a Ferruccio Bettinelli col « Volto di donna »; al giovanissimo Giancarlo Cerri è andato il terzo premio per il quadro « Natura morta con fichi »; mentre il quarto premio la giuria ha deciso di conferirlo a Mario Veregallo (Vado Ligure) per il « Pensionato »; a Gino Vecchioni con l'opera «Acqua cheta » è andato il quinto premio; una menzione per l'abilita dimostrata nella sua opera in
Dalla Seconda mostra d'arte sorge il Circolo Fotografico
Martedì 24 Ottobre presso la Camera del Lavoro si è tenuta la serata di proiezioni delle dila serata di proiezioni delle diapositive a colori fatte dai diIl Ascani, rappresentante della Finetta, ha proiettato alcune fotografie a colori effettuate -con macchine Finetta, poi, prima di proiettare le diapositive di Cessani, Garattini, Petruzzella, Fraschini, Vismara e Batistutta, ha spiegato la funzione dei circoli fotografici e come si effettuano le fotografie a colori.
Dopo questa serata alcuni fotografi della nostra fabbrica hanno espresso il desiderio che si costituisse un circolo fotografico.
« Il Trasformatore » fa propria questa iniziativa ed assicura questi fotografi che darà tutto il suo appoggio a questo nuovo circolo che sorgerà sicuro che troverà anche l'approvazione di tutti i lavoratori e di tutti coloro che della fotografia ne fanno dell'arte.
complesso ed in particolare per i suoi disegni è stata fatta dalla Giuria a Garattini I premi offerti dalla Direzione della TIBB, dall'Ing. Veronesi, dalla Ditta Gandini e dalle C.I. consistevano in un ferro da stiro, una borsa di pelle, quattro spille in ceramica, una camicia due abbonamenti alla rivista « Realismo.
Il Dottor Raffaele De Grada intratteneva brevemente i presenti e si congratulatva anche a nome della Giuria del più alto livello artistico della rassegna di quest'anno e si impegnava a venire alla TIBB per rispondere alle domande e partecipare al dibattito che si accenderà.
La Redazione de « Il Trasformatore » ringrazia il CRAL Aziendale per l'aiuto fattivo dato alla realizzazione della II Mostra d'Arte tra i lavoratori del T.B.B., ringrazia inoltre tutti i partecipanti e tutti coloro che hanno lavorato per allestirla.
Il saluto della Camera Confederale del Lavoro veniva portato dal signor Alini, che riaffermava il giudizio della Giuria sullo sviluppo artistico della Mostra. Ailni si diceva « lieto di poter ospitare nella casa dei lavoratori una alta espressione artiLa redazione de « Il Trasfor- Gtica dei lavoratori ».
Si sa che ogni iniziativa, se poi questa è solo al secondo anno di vita ed è una iniziativa culturale, ha sempre i suoi difetti che in seguito si correggeranno.
Ed è appunto per correggere questi diffetti, che possono essere degli organizzatori e degli espositori, che « Il Trasformatore » invita tutti coloro che hanno visitato la IIa Mostra d'Arte ed a tutti gli espositori di scrivere ad esso tutti i suggerimenti che possono migliorare per il futuro la stessa Mostra.
Ora pubblichiamo la prima lettera pervenutaci, quella dello espositore Cerri Giancarlo, noi ci auguriamo che ad essa facciano seguito delle altre.
È nostro dovere di espositori di ringraziare cordialmente tutti quei lavoratori che hanno voluto onorarci della loro presenza visitando la nostra seconda Mostra d'Arte che speriamo sia stata loro gradita. Certamente molto è stato fatto dalla precedente edizione ed esposizione in qua, però molto resta ancora da fare anche se dobbiamo essere sereni per come le cose fin'ora sono andate.
Signor Direttore, Venerdì lei è venuto nelle officine di Vado Ligure.
Questa è una cose che si ripete periodicamente e ormai ogni operaio si è abituato a capire quando questo « avvenimento » sta per verificarsi da un'infinità di motivi che ricordano un po' 'la visita del colonnello alla caserma.
La sua ultima venuta però era veramente attesa.
A torto o a ragione in lei ripongono speranza e fiducia tutte le maestranze, ed è giusto che sia così; lei è il Direttore Geneale, una sua parola, un suo gesto, potrebbe risolvere, se non Putti, molti dei nostri problemi.
Per questo lo attendevamo, perchè i « due soldi di speranza » di parecchi di noi in lei erano riposti.
Ma ahimè, quanta delusione!
Quante amarezze!... Mancata mensa, premio di produzione, contributo casda di assistenza; nulla per quella, nulla per questo e quest'altra.
Fu a questo punto che molti decisero di « fermarsi» affinché prima di concludere la dura giornata di lavoro si potesse sapere di più e magari sapere se si poteva « almeno » sperare ancora.
La Commissione Interna ha avuto da noi tutti l'incarico di ripetere le nostre richieste, e tre «no » sono stati trasmessi a noi che attendavamo.
La delusione provoca irritazione, aumenta l'amarezza e a qualcuno sembra impossibile, non vero, vi è chi vuol sentire con le proprie orecchie come S. Tommaso voleva toccare con le proprie mani.
Venga il Direttore Generale a comunicarcelo di persona, ascolti dalla voce di tutti le nostre necessità, i nostri diritti, riceva un gruppo di noi, ascolti! Risponda!
Lei Ing. Spinoccia ha commesso un grave errore, un erro-
matore » ringrazia la nostra Direzione, il signor Gandini, l'ing. Luigi Veronesi e le C.I. di Vado Ligure, Castillia e Romana, che con la loro offerta di premi hanno contribuito alla riuscita della Il Mostra d'Arte tra i lavoratori del Tecnomasio. re che io, vecchio operaio del Tecnomasio, rispettoso dei miei superiori avrei tanto desiderato non vederlo commettere. Era tanto semplice dirci una parola, dirci che avrebbe trasmesso i nostri stati d'animo a chi sta ancor più in alto di lei. Agendo in questo modo non avrebbe distrutto nulla, non avrebbe compromesso nulla e, quei vecchi operai che come me ricordano ancora benevolmente il giovane ingegnere che nelle nelle Officine di Vado al montaggio • dei locomotori, salendo nella cabina, scendendo nella fossa, sotto i carrelli, ha lavorato con noi or più di 20 anni fa, oggi non avrebbero avuto ragione di vederlo, giustamente, come un piccolo ingranaggio •di quella brutta e orribile macchina senza cuore e senza cervello, succhiatrice di sempre più grandi profitti: la Confindustria. Ing. Spinoccia lei ha sbagliato mentre poteva non sbagliare. I lavoratori di Vado Ligure e quelli di Milano non li deve trattare in questo modo.
La premiazione degli espositori per la fotografia è stata rinviata, mentre i premi in palio sono rappresentati da pregiato materiale fotografico.
L'entusiasmo dimostrato dai partecipanti, il buon livello artistico raggiunto, il dibattito che ne seguirà è stato il migliore premio agli organizzatori, l'attività nata dalla Mostra continuerà con proficui dibattiti in fabbrica. Arrivederci quindi agli espositori ed a tutti i lavoratori che hanno seguito la rassegna.
Per quanto riguarda la schiera degli espositori di quest'anno debbo dire che tutti indistintamente hanno migliorato le loro capacità e che nuovi espositori si sono aggiunti agli altri. Fa soprattutto piacere pensare che molti han-no migliorato oltre cne tecnicamente, anche qualitativamente per quanto riguarda il campo artistico, cioè hanno dimostrato di voler raggiungere e perfezionare il loro stile, la loro personalità e questo è ciò che maggiormente ci importa e che ci invita a perseverare sulla strada su cui ci siamo incamminati, la strada della realtà.
Infiniti sono i linguaggi dell'arte pittorica, ogni artista ha un suo modo di vedere e sentire, però è bene che fin dallo inizio ognuno cerchi un suo modo di esprimere attraverso la realtà delle cose, attraverso lo svolgersi della vita di tutti i giorni. Molti di noi queste cose già le sanno e le hanno messe in pratica, altri non ancora ma certamente lo faranno perchè credo che tutti siano d'accordo nel pensare che l'arte devi essere soprattutto verità, verità e bellezza, però non fredda bellezza ed inutile meraviglia decorarativa, ma l'arte deve essere sopra ogni cosa la vita, o meglio il racconto della stessa, delle ansie, dei dolori e delle gioie. È inutile sprecare ore ed ore di lavoro per copiare un quadro d'autore, quando questo sarà ultimato ci si accorgerà d'essere stati a lavorare molto, di essere divenuti dei bravi « operai dell'arte », mai però degli artisti veri, in quanto ciò che abbiamo fatto non è creazione nostra ma di altri. Perciò è meglio fare una cosetta semplice e veritiera ritratta dal vero che una bella riproduzione. Ho voluto fare questi accenni perchè questi sono i punti cardine per coloro che intendono prepararsi per figurare il prossimo anno e soprattutto perchè questi sono i temiche più si sono discussi in comune tra noi espositori e che sono sempre sulla bocca di tutti gli artisti o di coloro che intendono praticare seriamente l'arte. lo voglio sperare che chiariti questi punti alla prossima Mostra non vi situi.° più copie o cose simili, ma vi siano quadri che rispecchiano lo sforzo di ognuno nell'interpretare le cose che ci circondano.
(01tDISPONDIN11. DÀ VADO 11(13L COSA SUCCEDE A VADO?
Anche agli operai piacciono i fiori... e ciò lo sta a dimostrare l'amorosa cura con cui alcuni di loro, che ne hanno la possibilità, dedicano il tempo disponibile della giornata per annaffiare e mantenere in ordine le innumerevoli aiuole.
Vi sono dei momenti che addirittura questo amore diventa passione e si assiste a vere gare di emulazione, senza premi, per avere le più belle o la più ordinata.
Dunque non vi sono più dubbi, anche agli operai piacciono i fiori ma... alt, un'idea, questo sarà il titolo della nuova « Rrubrica » che il Trasformatore dedicherà alle officine di Vado Ligure per criticare e denunciare tutte quelle cose che si contrappongono alla bellezza dei fiori le loro brutture.
Non tema di parlare a loro quando sono fianco fianco con le braccia incrociate, non lo tema. Se sente repulsione per gli stracci che molti di noi hanno addosso provveda a far avere le tute come è giusto, se vede volti pallidi ed emaciati pensi che ciò che essi fanno per rendere il Tecnomasio sempre più apprezzato nel settore dell'Industria è retribuito malamente, se sente odor di sudore sappia che i servizi igienici delle nostre officine non permettono di fare una doccia a tutti quelli che ne hanno bisogno dopo il lavoro.
Pensi a tutto questo, ingegnere; le saremo grati se saprà concludere in un modo serio e onesto come è dovere di ogni cittadino Italiano e potrà ancora essere il « nostro » Direttore, della «nostra» fabbrica che io saluto.
Un vecchio operaio
Vi Sezione aria irrespirabile
Alla 4a Sezione l'aria sta diventando irrespirabile.
Di ciò sono convinti tutti, perchè tutti sopportano e subiscono gli effetti malefici di questa aria insalubre che si addensa sotto il colmo della cappucdare dei capannoni.
Tutti, tornando a casa dal lavoro, si sentono la gola irritata una strana raucedine colpisce molti.
Sputare o soffiarsi il naso significa emmettere una materia nera che alcuni con ironia chiamano « salute ».
Questa è la situazione e le cause che la determinano sono varie, dal fumo, che si sprigiona dagli archi dei saldatori elettrici, a quello delle fiamme ossidriche e dei forni delle forgie dalla tempera.
Ciò che la Direzione ha fatto
Al TIBB di Vado stà succedendo qualche cosa che ricorda un periodo che si sperava sepolto. Si perseguitano gli operai che la Direzione ritiene per « elementi pericolosi ».
A questo si è giunti dopo una larga sostituzione di Capi e Capi Sezione venuti « da fuori » i quali, come è facile da capire, associano alla loro « capacità» tecnica una spiccata capacità poliziesca. È così che il membro della CIF che si sposta per cambiare un utensile viene immediatamente segnalato e guai a quell'operaio, ritenuto pericolosó, che osi spostarsi dal proprio reparto! Al suo ritorno trova il Capo ad attenderlo al quale bisogna giustificare la propria presenza in altro reparto. Senza•
per eliminare queste cause è del tutto insufficiente ed è dimostrata l'assoluta irresponsabilità di qualcuno dal fatto che da oltre un anno uno degli aspiratori esistenti non è funzionante, da circa sei mesi è stato inviato alla riparazione ma ancora non è stato riattivato.
Che cosa si deve dedurre?
Crediamo che tale problema sia preso con eccessiva leggerezza, la tutela della salute dei lavoratori è una cosa seria quindi, pur considerando la complessità del problema, riteniamo si debba fare qualche cosa di concreto, noi ci riserveremo di scendere in particolari. Un gruppo di lavoratori della 4a Sezione continua in IV pag•
contare che è pericoloso avvicinare detti elementi pena dover giustificare al Capo Sezione del perchè e del per come si è andati a parlare con il tale. È evidente che allo stabilimento di Vado si è voluta costituire una succursale dell'Ufficio Politico della Questura con tanto di « tecnici ». E una volta preso di mira il soggetto si giunge ad ogni forma di persecuzione possibile. Persino a limitargli lo spazio entro cui deve muoversi e per confine si usano le rotaie. (Questo forse perchè ad un alto dirigente d'officina piace camminare in equilibrio sui binari).
Tenuto poi conto che si ha il coraggio di perseguitare degli invalidi (forse perchè lo sono a pausa della guerra di Liberaione) ognuno può rendersi conto di come -i lavoratori della Fabbrica Vado possono giudicare la rete di spionaggio creata per eliminare ancora una volta ogni più piccola libertà all'interno delle fabbriche.
Dando poi uno sguardo a ciò che succede al di fuori delle delle fabbriche non vi è chi non veda un'azione preordinata allo scopo di respingere il progresso delle masse lavoratrici verso un periodo che non fu solo di fa-, scismo oscurantista ma anche di prepotere della classe imperialista.
Ma i lavoratori, pur se fra essi vi è chi si è fatto prendere dalla sfiducia, sono vigilanti e pronti, consapevoli della loro forza e non permetteranno troppo a lungo gli abusi dentro e fuori delle fabbriche.
« Giullo »
pag. 3 IL TRASFORMATORE
C Dibattito sulla II Mostra d'Arte ) L'Arte è Vita
Lettera aperta all'Ing. Spinoccia
Perseguitati gli " elementi pericolosi" per la Direzione
IL TRASFORMATORE
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Tra breve il rinnovo della C. I.
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IL VOTO DEI LAVORATORI DOVRA' SERVIRE AL
RAFFORZAMENTO DELLA CLASSE LAVORATRICE
Fra non molto avranno luogo anche nella nostra fabbrica le elezioni della C. I. Queste elezioni saranno di una massima importanza e fanno seguito a quelle di altre C. I. di fabbriche importanti come la Pirelli, Alfa Romeo e TIBB Romana.
L'anno scorso è risultata eletta una C. I. composta da rappresentanti della sola corrente Fiom anche per ciò che riguarda gli impiegati. Questa C.I. ha dato un'attività veramente notevole e ha saputo attirare la stima di tutti, operai e impiegati. Ricordiamo tra queste attività le diverse lotte portate a termine tra cui quella che concerne lo sciopero degli impiegati che, come tutti ricorderanno destò una vasta eco, e li portò alla vittoria.
Tutti gli operai hanno potuto constatare la serietà e la consapevolezza degli obiettivi portati a termine. Noi ci auguriamo che
i lavoratori anche quest'anno vorranno dare la fiducia a chi ha sempre saputo porrtare avanti gli obiettivi da essi posti alla C.I.
Busta col taglio dei cottimi
Già abbiamo accennato sullo scorso numero del giornale alcuni atteggiamenti del nuovo Capo officina sui famosi tavolini non « in stile» ed altro.
Ora siamo costretti a riparlare ancora una volta di questo nostro superiore ed a riparlare su cose che certamente non fanno piacere. Abbiamo notato addirittura il signór Capo officina che verificava la lettura dei prezzi dicendo che i motori sono pagati troppo e che perciò bisognava modificarli af finchè queste lavorazioni venisse-
Attenzione!
Si vota la lista prescelta applicando un segno ove vi è il quadratino della lista da voi gradita. Per le preferenze ai candidati segnare il quadratino a fianco del nominativo prescelto
Con un'altra grande protesta, che si è svolta mercoledì 19 ottobre dalle ore 16 alle ore 18, e che ha dato la seguente percentuale: Operai 100% - Impiegati più del 90%, gli operai hanno voluto dimostrare nuovamente alla Direzione la loro indignazione, in quanto, non solo le trattative non sono andate a buon fine, ma non si seno seffettuati incontri tra Direzione e Commissione Interna.
La Direzione non si è ancora decisa a trattare per i problemi già noti agli operai.: premio di
In tempi remoti, lo stabilimento di Vado Ligure, forse per dimenticanza, non era fornito di docce, fu l'allora fascista ufficio di igiene, ad imporre l'installazione delle prime quattro docce. Oggi, a quanto sembra, si pecca della stessa dimenticanza trasgredendo a quelle che sono le più elementari norme di igiene, e per sopra mercato, nemmeno l'Ufficio Comunale o Provinciale incaricati, si danno la pena di far rispettare le leggi che certamente esistono.
Negli spogliatoi per gli impiegati non esistono docce, come non esistono negli spogliatoi delle operaie; negli spogliatoi per gli operai esistono otto docce per il servizio di circa settecento unità, fra i quali, qualche centinaio, si sporca enormemente durante la giornata lavorativa.
In più le docce non sono curate nell'attrezzatura, ci consta che, per esempio, le prime quattro, hanno perso per il lungo uso i porta sapone e che nelle altre quattro non vi è stato nemmeno applicato, forse pensando che non fosse utile.
A noi sembra che sarebbe ora che la Direzione provvedesse in modo adeguato a colmare questa lacuna, considerando quanto sia opportuno adempire ad un dovere così elementare ed amano di permettere all'operaio il togliersi di dosso la sporcizia raccolta al servizio della fabbrica, tanto più che i lavoratori, per le magre retribuzioni che ricevono, non possono abitare delle case provviste di bagno. Vogliamo inoltre ora evitare di scendere in particolari ri-
produzione, indennità di mensa, legge dell'apprendistato.
E' chiaro che essa intende protrarre a lungo questi problemi senza condurre in porto alcunchè di concreto; spetta dunque alle maestranze far sentire la loro indignazione affinché questa si convinca che i lavoratori sono stanchi di vedere insoluti i loro problemi. Se la Direzione permarrà sulla sua posizione le maestranze sapranno condurre un'azione concreta per la realizzazione di queste rivendicazioni.
guardo ai difetti di costruzione delle fognature e di conseguenza alla loro inefficienza, per questo ci limitiamo a dire che sono indecenti ed a invitare la Direzione a provvedere al più
ro a costar meno. Siamo anche a conoscenza che con alcune leggere modifiche si tenta di diminuire i prezzi di alcune macchine con un lavoro tutto particolare. Certo che questi fatti sono abbastanza gravi e gli operai sanno già quanto siano duri i prezzi attuali per cui modificarli ulteriormente non significa altro che decurtare il già magro salario, tutto a vantaggio della Direzione. Una cosa è certa ed è che i lavoratori, al fiancati alla C.I., non permetteranno che venga ancora aumentato lo sfruttamento. Oltre alla questione cottimi vorremmo anche ritornare su un'altra questione ed è quella del fumo al reparto 19. Già parlammo di questo problema su due numeri del nostro giornale, già i lavoratori effettuarono una protesta, ma ciò non valse a nulla. Il fumo che sale tutte le volte che si salda una macchina continua a riempire il reparto 19 ed altri reparti e gli operai continuano a respirarlo.
Noi vogliamo sperare che non sia necessario uno sciopero di tutti i lavoratori della fabbrica per far sì che il Capo officina voglia provvedere caZa sistemazione di questo assillan,-.;e probiente.
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Lavoratori di Vado!
Caro Trasformatore Venuti a conoscenza che in questi • ultimi tempi in seguito a dei contatti presi con i nostri dirigenti aziendali e la redazione si è venuti nella determinazione di aprire nelle tue pagane una rubrica per i lavoratori di Vado Ligure; ti scriviamo accogliendo con gioia questo avvenimento che ci permette di portare a conoscenza i problemi aziendali che maggiormente interessano i lavoratori e suonare quale monito alla Direzione sempre sorda ai fondamentali diritti dei lavoratori.
Approffitiamo di questo breve spazio che cortesemente ci concedi per pubblicare una nostra rivendicazione ancora insoluta per la caparbia intransigenza della Direzione.
Già da tempo la C. I. aveva avanzato la proposta alla Direzione al fine di ottenere un certo numero di indumenti da lavoro per i lavoratori maggiormente soggetti a lavori imbrattanti. Appartengono ad essi i battimassa, battimaglio ed addetti tempera del nostro reparto che
presto, mandi pure un tecnico per il sopraluogo, ma si informi presso chi le aciopera per sapere quali sono i veri difetti. Un grumo di operai per il loro particolare lavoro sono soggetti ad essere colpiti dalla scoria del ferro rovente e di conseguenza bruciare i loro indumenti.
Concediamo le tute ai
Malgrado la cont'nua pressione da parte della C. I. affinché venissero colte le succitate richieste, la Direzione continua a procastinare nel tempo, facendo leva sulla scusa generica della venuta dell'Ing. Spinoccia a Vado Ligure.
Noi però siamo convinti che anche l'Ing. Spinoccia troverebbe le argomentazioni sufficienti per evitare la concessione dei suddetti indumenti.
Comunque sappiamo che nel Contratto Collettivo di Lavoro vi è un articolo il quale concede al lavoratore che esegue lavori imbrattanti il diritto ad avere indumenti da lavoro per evitare il deterioramento dei propri.
Pertanto chiediamo alla Direzione che interpreti finalmente questa nostra esigenza, in quanto non siamo disposti a pagare di propria borsa per lo altrui profitto.
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CCINTINVAZIO NE COALLA