ECCOCI
Ritorna Fabbrica sul Lambro, e questo, a qualcuno non farà piacere.
Quello che vorremmo col nostro ritorno è di dare un dispiacere ai nemici dei lavoratori, che in questo periodo d'assenza non hanno mancato di dimostrare tutto il loro livore antioperaio, dimostrando più che mai, l'utilità di un giornaletto, che sappia essere un genuino portavoce dei lavoratori tutti.
Uscire non è stato facile. Abbiamo pochi mezzi, e non sono stati nemmeno sufficienti per permetterci di pagare questo numero, ma siamo fiduciosi che non mancheranno anche questa volta amici di Fabbrica sul Lambro, che chiederanno a tutti i lavoratori un modesto contributo per farci uscire più frequentemente. Abbiamo trovato collaboratori nuovi e vecchi, ma ancora non a sufficienza.
Troppi sono i soprusi che ogni giorno subiscono i lavoratori, e non tutti riusciamo a denunciarli perchè non si ripetano più.
Ecco perchè diciamo a tutti i lavoratori di aiutarci, sostenendo il giornale sottoscrivendo per esso, collaborando
con scritti e notizie, perche Fabbrica sul Lambro non debba aspettare tanti mesi per uscire ancora.
La Redazione
L'On. Moro - teorizza il no agli aumenti salariali
L'Intersind - (aziende a partecipazione statale) si comporta come la Confindustria
Le forze di polizia - fanno con coerenza il resto
Immutati i seggi in C. I. in percentuale AVANZA LA FIOM
Anche quest'anno i risultati delle elezioni di C.I. hanno fatto registrare una lieve avanzata alla lista unitaria della FIOM-CGIL.
Nonostante il momento meno propizio e la situazione resa sempre più difficile da una serie di circostanze a noi sfavorevoli il giusto orientamento dato ai lavoratori durante tutto un intero anno ci ha permesso di consolidare la nostra posizione.
QUESTE
31,7% (33,8) 3 (3)
UIL 16,8% (15,6) 2 (2) impiegati 1966
pere. seggi
CISL 64,9% (60,57) 2 (2)
UIL 35,1% (39,43) 1 (1) percentuale
FIOM CISL UIL 40,7 (40,4) 38,7 (39,4) 20,6 (20,6) (tra parentesi i dati del 1965) SEZ. FIOM - INNOCENTI
Il nuovo governo MoroNenni ha trovato in Mario Scelba un convinto sostenitore: oggi Scelba è così d'accordo con la politica del centro-sinistra che, in segno di gratitudine, la D.C. lo ha eletto Presidente del Partito e il P.S.I. ha accettato l'ingresso di due ministri scel-
biani nel nuovo governo. Ma Scelba non è l'unico ad aver cambiato idea, dopo anni di attacchi al centro-sinistra, su questa formula politica. Il « Corriere della Sera », per esempio, ormai quasi ogni giorno elogia apertamente la « prudenza » di Moro e la « coerenza » di Nenni, e « 24
Ore », il giornale della Confindustria, lo segue a ruota approvando la politica economica del nuovo governo; Antonio Costa, nuovo capo dei padroni, dichiara di voler collaborare col nuovo governo e ai congressi degli industriali i ministri di Moro e Nenni vengono regolarmente applauditi. Qualcuno può dire: vedete come sono bravi i padroni e i reazionari di casa nostra? E' bastato insistere, lasciarli riflettere e alla lunga hanno riconosciuto i loro soprusi, il loro egoismo e si sono convertiti alla democrazia, qualcuno forse è addirittura diventato socialista: sono cambiati. Cambiati? Beh, un momento, su questo punto i lavoratori hanno alcuni dubbi: dicono per esempio che i padroni che si trovano davanti negli scioperi di questi giorni intimidiscono, sfruttano e licenziano come e più di prima; leggono che Costa rimprovera agli industriali la « debolezza » di aver « concesso » negli anni scorsi aumenti salariali e li invita a resistere, oggi, alle sacrosante rivendicazioni degli operai; si accorgono che il « Corriere della Sera » e tutta la stampa borghese, a fianco degli elogi al governo, pubblicano
I. S. R. M. o
Sesto S. G.-Milano fondo
Maggio - Giugno 1966
PERIODICO DEI LAVORATORI DELL'INNOCENTI Una copia L. 20
operai 1966 pere. seggi FIOM 51,5% (50,6) 5 (5) CISL
LE PERCENTUALI:
gr CONTINUA IN ULTIMA PAGINA
Con Scelba ritornano i suoi metodi polizieschi
UN GOVERNO SU MISURA PER INNOCENTI E C.
FUORI LE GUARDIE DAI REPARTI - I LAVORATORI NON SONO DEI CARCERATI
A PROPOSITO DI "FERMATE ARBITRARIE„
Da quando la lotta per il contratto si è sviluppata, la direzione dell'Innocenti ha sviluppato l'uso non solo verbale della parola «fermata arbitraria ».
Concretamente si tratta di questo:
Una squadra del reparto verniciatura, che lavora a catena, non riesce ad avere un lavoratore che sostituisca quello della squadra costretto a fare i propri bisogni corporali fuori della catena, protesta per ottenere questo cambio. ma questo non arriva.
Pazientando (quanta pazienza questi operai) fa la « pipì » in « corsa » (come fanno i corridori ciclisti in gara quando attraversano zone poco popolate), poi, vi, sti inutili tutti i tentativi di vedersi soddisfatti, nel 1966, nel diritto di non farsela addosso, si fermano... Ecco la direzione Innocenti sentenziare... «fermata arbitraria».
Per questo si licenziano due operai (recidivi per essersi rifiutati due volte di fare gli straordinari, mentre la categoria è in agitazione e i tre sindacati considerano gli straordinari sciopero. Due ricevono una sospensione di tre giorni, e tutti gli altri sono ammoniti con lettera.
Questo avveniva il 19 gennaio. Analogo sciopero avveniva al reparto sottoassemblagio il giorno 10 marzo dove si tagliava di fatto il tempo dei cottimi. Anche qui i lavoratori della squadra colpita tentano vanamente tutte le strade per vedersi riconoscere i propri diritti. Anche in questo caso per la direzione si tratta di «fermata arbitraria ». Abbiamo qui sospensioni e a tutti i scioperanti lettera di ammonizione, cioè l'anticamera di provvedimenti ancora più gravi.
L'ultima «fermata arbitraria » è al reparto scocca alla « Mini-Morris », dove circa 150 operai lavoravano da tempo senza un preciso tempo di cottimo, cosa che permetteva alla direzione di fare il bello e il cattivo tem-
po circa i soldi da dare a questi lavoratori.
Anche qui la solita inutile trafila e, dopo tante picche, la fermata dei lavoratori.
Interviene il solito alto papavero, che non ha bisogno di lottare per avere qualche centinaio di lire in più nella busta, perchè con tipi come questi, padron Innocenti è molto generoso (qui supera anche le tariffe sindacali).
Minacce e fulmini, se non riprendono il lavoro (non è vero signor Tampieri?, il quale dice essere impossibile discutere (chi lo dice) quando i lavoratori sono fermi.
Al che ci vengono spontanee alcune considerazioni:
1) Perchè quando lavoratori di un reparto o di una squadra lavorando, pongono questioni sacrosante, non li si ascolta, soddisfacendo le loro giuste richieste, per poi dire di non poter discutere con loro quando, non avendo altro mezzo per farsi a-
scoltare, entrano in sciopero?
2) Chi autorizza la direzione dell'Innocenti a considerare fermate di sciopero, come quelle sopra citate « fermate arbitrarie »?
Concludendo ci sembra dover capire che per padron Innocenti, e i suoi profumatamente pagati alti papaveri, per considerare « legale » uno sciopero bisogna che i lavoratori gli mandino una carta da bollo legalizzata da un notaio.
N. B. — Allora vuol spiegare signor Innocenti perchè quando uno sciopero è dichiarato su un problema di carattere generale sguinzaglia le sue guardie alla ricerca degli attivisti sindacali che hanno il compito di avvertire tutti i lavoratori della decisione dei sindacati di chiamarli alla lotta?
Una morale ci sembra giusto trarre. Oggi più di ieri occorre respingere con forza uniti queste pretese padronali di giudicare loro quando un lavoratore (dopo
Il fio nell'occhio
Si dice del Biancosarti, assaggiatemi diverremo amici. Si dice della mensa della INNOCENTI assaggiatemi e... vi passerà la voglia di mangiare.
Di voglie i lavoratori se ne cavano ben poche, infatti è da anni che vorrebbero poter leggere i libri della biblioteca interna ma restano sempre in attesa.
L'attesa di tempi migliori viene auspicata dagli anziani per vedere se all'ora si troverà qualche nuova scusa per rimandare ad altri tempi il promesso premio.
Vecchio, è diventato ormai il deposito moto-bici di Lambrate. Ne è stato costruito uno nuovo di zecca, ma non viene adoperato. Si attende forse che anche il nuovo deposito diventi vecchio, senza essere usato, per costruirne uno nuovo in sostituzione di quello nuovo che col tempo sarà diventato vecchio?
•
Vecchio, stantìo, di sapore sgradevole è spesso il caffè che viene servito al bar, si noti che al prezzo di 35 lire una buona tazza di caffè si può degustare non al bar di un dopolavoro, ove le tasse e le spese sono molto ridotte, ma in diverse torrefazioni. Si noti, quelle non ci perdono
•
Giustizia è una parola che pare sia scomparsa dal vocabolario di alcuni Dirigenti della Innocenti. Infatti vi sono molti pesi e molte misure per giudicare l'operato di ognuno. Un operaio per un nonnulla viene inesorabilmente licenziato; le guardie fanno a cazzotti tra di loro e gli vien dato il posto al sole; al prossimo « round » gli daranno l'olimpica medaglia.
aver abbondantemente pazientato) possa o no usare 1' arma democratica dello sciopero, perchè i lavoratori non debbano per questo subire misure fasciste sulla propria pelle.
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REPARTI E DAGLI UFFICI m e
Mentre il governo di "centro-sinistra„ con l'appoggio pieno delle destra, nega ai lavoratori la riduzione della Ricchezza Mobile, con la cosidetta "fiscalizzazione degli oneri sociali„, regalerà anche quest'anno 308 miliardi ai padroni.
SULLA .RICHEZZA MOBILE RISPONDE L'ON. ROSSINOVICH DEL P. C. I.
Cara « Fabbrica sul Lambro », a suo tempo abbiamo parlato del problema delle trattenute sulla busta-paga e, a proposito della Ricchezza Mobile, di un progetto di legge presentato da un gruppo di parlamentari comunisti.
Quali risultati si sono ottenuti per la modifica del vessatorio regime fiscale che vige per i salari e gli stipendi, sottoposti a tassazione al di sopra della esigua quota di 240 mila lire annue, pari a 20 mila lire al mese?
Una modifica appare tanto più urgente nel momento stesso in cui il governo continua a regalare agli industriali centinaia di miliardi, con il cosiddetto sgravio del pagamento di una rilevante quota degli « oneri sociali »; e nel momento in cui, a Torino, i padroni della FIAT (e non sono i soli) vengono così sfacciatamente aiutati a frodare il Comune nel pagamento dell'imposta di famiglia.
Un gruppo di operai del G. 3°
Risponde l'on. F. Rossinovich, deputato del P.C.I. al Parlamento
I deputati comunisti hanno presentato fin dal 24 ottobre 1963 una proposta di legge che prevede:
di elevare la quota non tassabile a 960 mila lire annue (cioè, esentare i salari fino a 70.000 mensili; e quelli superiori esentarli di 70.000 lire mensili);
di ridurre al 40 % l'aliquota di ricchezza mobile per i redditi netti di lavoro da 960.000 a 1.500.000 lire annue; di non sottoporre a tassazione la tredicesima e le ulteriori mensilità, nonchè la gratifica natalizia e ogni altra gratifica « una tantum », percepite dai lavoratori.
Tutto ciò secondo la proposta comunista, con decorrenza r gennaio 1964. La proposta è assegnata alla Commissione Finanze e Tesoro ma la continua nostra azione per farla discutere è stata frustrata dai governi e dalla loro maggioranza.
I deputati comunisti, il 16 dicembre 1965, in sede di discussione del bilancio dello Stato per il 1966, hanno inol-
tre presentato in Commissione Finanze e Tesoro una proposta che chiede : che la quota esente per i redditi di lavoro subordinato sia elevato a 960.000 lire annue; che la quota esente per i redditi degli artigiani e degli esercenti sia elevata a 480.000 lire annue.
A questo ordine del giorno il governo (ministro Tremelloni) ha dichiarato di essere nettamente contrario perchè « il suo accoglimento scardinerebbe il gettito dell'imposta di Ricchezza Mobile ».
Ciò significa che il maggior
gettito di tale tributo è dato — ingiustamente — dagli operai e dagli impiegati, i cui salari e i cui stipendi non sfuggono al fisco nemmeno per una lira. In media, le trattenute di carattere fiscale sulle buste-paga nel corso di un anno corrispondono quasi a un mese di salario o stipendio.
L'ordine del giorno comunista, messo ai voti, fu respinto dal governo e dai deputati della DC, del PSDI, del PSI e del PLI.
Stato, che si svolgerà nei prossimi mesi.
Continuano con sistematica regolarità da parte della direzione, i provvedimenti di licenziamento (anche se con ipocrisia vengono fatti passare come « dimissioni ») di lavoratori, siano essi operai o impiegati, che per loro disgrazia, fanno assenze per malattia superiori alla media, anche se queste assenze poi danno luogo a necessari ricoveri ospedalieri, come è accaduto recentemente per uno di questi lavoratori licenziati.
Denunciando questi metodi antisociali ed inumani invitiamo tutti i lavoratori che per loro disgrazia dovessero incappare in simili provvedimenti, a respingere con fermezza il suggerimento interessato di dare le dimissioni, rivolgersi immediatamente alla Commissione Interna o alle organizzazioni sindacali.
Questo, per dare modo di adire ad azioni, che permettano di bloccare la manovra della direzione con le dimissioni del lavoratore.
Queste manovre sono indegne, perchè solo gente che non meriti di essere considerata parte del consorzio civile può giocare con l'esistenza di chi si guadagna da vivere rimettendoci anche la salute. Lavoratori che vengono sfruttati al massimo e poi buttati fuori dalla fabbrica solo perchè il loro fisico non ha saputo reggere allo sfruttamento imposto da
I deputati comunisti lo riproporranno alla Camera nella discussione definitiva del bilancio di previsione dello questi negrieri dell'era moderna.
Antisociale e disumana è l'azione padronale perchè dal momento che si ergono con spavalderia come unici capaci di reggere le sorti della società dovrebbero anche capire che un uomo non lo si può buttare nella spazzatura solo perchè non rende più al massimo.
Ma su questa gente, non
Con l'occasione di questa risposta, vorremmo dare una indicazione a chi chiede cosa possa fare per combattere una fra le più pesanti ingiustizie fiscali contro i lavoratori. L'indicazione è questa : organizzare richieste con lettere, petizioni, assemblee di lavoratori, incontri, delegazioni affinchè anche altri gruppi parlamentari assumano un atteggiamento positivo nella prossima occasione in cui saranno chiamati a votare nuovamente sulla proposta dei deputati comunisti.
bisogna farsi illusioni, perchè il loro motto è quello del massimo profitto, con la minore spesa, e quindi tutto è lecito compreso quello di buttare fuori dalla fabbrica chi ha dato tutto, compresa la salute.
Occorre che la direzione dell' Innocenti sappia però che i lavoratori respingeranno il loro tentativo di giocare anche sulla loro salute.
Non c'è periodo di intense lotte, senza che al reparto attrezzeria, e non solo in questo, non si licenzino onesti e capaci lavoratori, con sistemi che ci sembra giusto chiamare mafiosi.
Questa volta è successo all'operaio Luigi Fumagalli; durante l'ultima lotta per il premio di produzione toccò all'operaio Massari, e l'elenco dei colpiti dalla mafia non finisce qui.
Che cosa avrebbe fatto Fumagalli? Secondo una lettera in possesso della direzione, avrebbe insultato quattro operai del reparto che non partecipavano allo sciopero unitario.
Il Fumagalli nega l'addebito e chiede di avere un confronto con coloro che hanno il potere di buttarlo sul lastrico.
La direzione nega questa possibilità e l'operaio va ad
ingrossare le file dei licenziati con questi sistemi mafiosi.
La vogliamo finire signori della direzione con questi sistemi?
Perchè noi siamo sempre meno convinti, che possono esserci operai capaci di fare licenziare i propri compagni di lavoro.
Questi metodi ci sembrano, piuttosto, una vergognosa versione del sistema padronale per cacciare dalla fabbrica lavoratori che hanno il solo torto di essere, oltre che bravi operai, anche uomini capaci di ragionare con la propria testa e non con quella del padrone.
-411
Aut. del Trib. di Milano n. 3259 Direttore responsabile Bruno Castellini Redazione via Padova, 61 Tip. L'Aretina • Milano UNA
Prima
lastrico
VERGOGNA CHE DEVE FINIRE ALL'INNOCENTI
spremuti, poi cacciati sul
MAFIA AL REPARTO ATTREZZERIA
LA "COERENZA„ DEL GOVERNO MORO - NENNI : vuole regalare miliardi a poche centinaia di specu-
con lo sblocco dei fitti
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL COMITATO DI FABBRICA DEL P.C.I.:
Il governo Moro-Nenni ha presentato nei giorni scorsi un disegno di legge per lo
SBLOCCO DI TUTTI GLI AFFITTI.
Il governo vi dirà che lo sblocco sarà graduale; in realtà importa poco se il coltello è affondato di colpo o un po' per volta: chi resta pugnalato, sia pure gradualmente, non è il profittatore sulle aree o il grande proprietario di immobiliari, ma l'inquilino.
PAGHERANNO M PIU' TUTTI GLI INQUILINI.
GUADAGNERANNO DI PIU' SOLO I PADRONI DI CASA.
C'è una strada diversa?
C'è, sta a noi lottare per imporla: E' LA LEGGE PER L'EQUO CANONE
Cosa significa equo canone? Semplicemente che i pubblici poteri stabiliscano per i fabbricati, tenendo conto dell'anno di costruzione, della qualità dell'edificio, della zona in cui sorge, della vicinanza dei servizi pubblici, l'affitto massimo che il padrone di casa può richiedere agli inquilini.
Da tempo noi comunisti abbiamo presentato un progetto di legge che prevede questa soluzione legando la valutazione degli edifici alla rendita catastale.
Nonostante che molti socialisti e i cattolici delle ACLI siano d'accordo con i comunisti per attuare l'equo canone, il governo Moro - Nenni ha rifiutato di accettare questo principio. Perchè? E' chiaro: cane non mangia cane, dice un vecchio proverbio. E perchè la D.C. dovrebbe mangiare i grandi proprietari delle immobiliari ai quali è legata mani e piedi? La D.C. preferisce colpire i redditi dei lavoratori piuttosto che « danneggiare» i padroni. Quello che è meno chiaro e, diciamolo francamente, più vergognoso è il fatto che i rappresentanti del PSI, partito di lavoratori, abbiano nceettato nn provvedimento che danneggia la classe operaia.
I padroni non vogliono capire che LA CASA NON E' UN LUSSO, che essi concedono, facendoselo profumatamente pagare, ai lavoratori, MA UN SERVIZIO SO-
CIALE, a cui tutti abbiamo diritto.
Oggi viviamo in una giungla di cemento dove i bam-
PSI - PSDI
Pensiamo sia giusto affrontare anche su un giornale di fabbrica il tema del progetto di unificazione fra PSI e PSDI, questo per un motivo semplice : in questi mesi si sta decidendo la sorte di un partito come il PSI, cioè di un partito di lavoratori, di un partito che è stato per moltissimi anni uno dei più validi strumenti di lotta e di emancipazione della classe operaia, di un partito che, con i comunisti, è stato uno dei pilastri della politica unitaria e delle vittorie del movimento operaio italiano.
Il destino del P.S.I., la sua sopravvivenza come partito autonomo o la sua fine nell'abbraccio socialdemocratico sono fatti che, lo si voglia o no, coinvolgono ogni lavoratore, ogni operaio in quanto tale, i suoi interessi, le sue possibilità di lotta e di vittoria.
Già in questi giorni molti lavoratori, anche socialisti, non credono ai loro occhi nel constatare con quale velocità determinazione il PSDI e il gruppo nenniano del PSI stiano marciando verso l'unificazione dei due partiti.
Per la verità dire che i due partiti stanno muovendosi verso l'unificazione non è esatto perchè può far pensare ad un incontro a mezza strada in cui ognuno dei due partiti rinunci a qualcosa. In realtà, e questo è l'aspetto più grave dell'unificazione, il PSDI è ben fermo sulle sue vecchie posizioni e Nenni sta portando il PSI a marce forzate sulle posizioni fallimentari della socialdemocrazia.
Quanto sia stata dannosa al movimento operaio la nascita la politica del PSDI dal '47 ad oggi lo ricordiamo in questa stessa pagina. Ebbene, è sulle posizioni politiche di questo partito che Nenni e C. vogliono l'unificazione; e la definiscono in modo molto suggestivo Unificazione socialista: sembrerebbe così che tutta l'operazione sia il ricostituire una certa unità per il socialismo e se cosí fosse i lavoratori italiani, che sanno auanto sia preziosa la unità della classe operaia e che, nel-
a tori l avoratori sull et eaorreiez,z am (anche entr l ' la e cOon Moro n. polizia) per milioni i i n e d d ei governo agli aumenti salariali
nanti, pochi posti letto negli ospedali, strade intasate, aria irrespirabile.
DOBBIAMO LOTTARE
che divide
bini non possono vivere, con case dal costo carissimo, con uffici ed officine lontani, trasporti cari e mal funziola grande maggioranza vogliono il socialismo, non avrebbero di che preoccuparsi, anzi.
Ma i lavoratori sono teste dure e vogliono vedere i fatti che si nascondono dietro le parole. E i fatti dimostrano una verità molto semplice : dietro la vernice di unificazione socialista, in realtà tutta l'operazione si definisce come scissione socialdemocratica. Ed è facile dimostrarlo.
• •
COSA HA RAPPRESENTATO E RAPPRESENTA IL P.S.D. I.:
E' nato nel '47 con una scissione dal P.S.I., fra gli applausi dei padroni e degli americani. Ha rotto l'unità della sinistra e nel '48 ha favorito la vittoria democristiana.
Ha diviso i lavoratori rompendo la C.G.I.L.
Ha sempre svolto una politica anticomunista ed antisocialista, GIUNGENDO PER QUESTO NEL '53 AD APPROVARE LA LEGGE TRUFFA.
Era al governo, alleato con Scelba, quando si sparava sugli operai.
E pensiamo che questo basti per ricordare ai lavoratori tutto il resto (scandali e mangerie comprese). Occorre però aggiungere che, nel corso del recente dibattito sulla fiducia al nuovo governo Moro, Tanassi a nome dei socialdemocratici ha dichiarato che gli Stati Uniti di America meritano non solo « comprensione », ma PIENA SOLIDARIETA' per la barbara aggressione al VIETNAM !
L'elenco dei fatti antiunitari potrebbe diventare lunghissino. Esempi ne abbiamo in diversi settori: dalle rotture delle Giunte comunali di sinistra (Mantova, Siena, Aosta, Cologno Monzese, S. Giuliano) alla proposta di creazione di un sindacato socialista, sebbene vi sia aperta opposizione dei socialisti presenti nella C.G.I.L., alla spaccatura nell'Alleanza Contadina. Avanza quindi la scissione nel Movimento Operaio, con la cosiddetta “ unificazione socialista », mentre la D.C. si sposta sempre più a destra ed esclude dalle sue liste i rappresentanti dei lavoratori. Non di nuove divisioni hanno bisogno oggi i lavoratori italiani, ma di una più larga e qualificata unità, come del resto dimostrano le grandi e combattive battaglie di milioni di lavoratori. Oggi più che mai occorre un grande sindacato unitario, autonomo dai padroni, dal governo. dai partiti, e sul terreno politico al lavoratori occorre un grande partito che interpreti e rappresenti, nella lotta per la democrazia e il socialismo, gli interessi dei lavoratori italiani. Ouesto partito non può essere quello che oggi una parte del P.S.I. e il P.S.D.I. vogliono creare.
UNITI CONTRO QUESTI PADRONI E CONTRO IL GOVERNO CHE LI PROTEGGE — APPOGGIATE IL PROGETTO DI LEGGE COMUNISTA PER L'EQUO CANONE E DI TUTTI COLORO CHE CON I COMUNISTI VOGLIONO FERMARE GLI SPECULATORI E RIVENDICANO «UNA POLITICA NUOVA DELLA CASA » E UNA CITTA' PIU. UMANA.
mr CONTINUAZIONE DALLA PAG. UN GOVERNO i soliti articoli reazionari e antioperai.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Ma se padroni e poliziotti sono sempre gli stessi, come spiegare il loro improvviso amore per il centrosinistra? La risposta è semplice: i padroni non sono cambiati ma il centro-sinistra sì; mese per mese, rinunciando alle pur modeste riforme programmatiche, discriminando i comunisti, dando sempre maggior spazio alla destra D.C., accettando i ricatti padronali, facendo pagare ai lavoratori il peso della congiuntura, predicando il blocco dei salari, la formula del centrosinistra si è sempre più allontanata dai propositi iniziali fino a giungere con l'ultimo governo Moro-Nenni ad una formazione chiaramente neocentrista.
Ecco perchè Costa, Scelba e il « Corriere », che di centrismo se ne intendono, sono diventati sostenitori del governo di centro-sinistra. Ma all'appoggio di uno Scelba corrisponde il distacco crescente e l'ostilità di migliaia di lavoratori, e questo dovrebbe preoccupare per lo meno i socialisti al governo.
Quando per la formazione del nuovo governo si è discusso per un mese e anche più sui nomi dei ministri e dei sottosegretari e non si è parlato, come ha candidamente ammesso il socialista De Martino, del programma e dei problemi del paese, non si può poi chiedere l'appoggio dei lavoratori, i quali hanno diritto di pretendere che un governo si misuri sul problema della minaccia alla pace derivante dalla aggressione USA al Vietnam, sui problemi operai della democrazia in fabbrica, del caro-vita, dei licenziamenti.
Un problema che interessa tutti i lavoratori
l'unificazione