Il Diciassette4

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Concorso tatagrafka

mensile di politica cultura attualita della

zona17

Esce

IL TERR NON P RISMO ERA

Siamo tutti impegnati in prima persona: in questi momenti così drammatici per la democrazia del nostro Paese non c'è spazio per le deleghe, per le recriminazioni, per le divisioni di parte.

E non c'è spazio per la paura: l'abbiamo dimostrato in quindici milioni, scendendo nelle piazze quel tragico giovedì di marzo. Il pericolo esiste, ed è gravissimo.

Dobbiamo rendercene conto tutti: il terrorismo delle bombe, e degli spari alle gambe, il terrorismo che uccide, che mira "a colpire il cuore dello Stato" non è un corpo estraneo al Paese. I nemici sono anche fra noi: come potrebbe altrimenti, un pugno di criminali "professionisti" mettere a repentaglio una società con la quale non hanno nessun aggancio? Il disegno è chiarissimo. Si punta alla divisione dei lavoratori, dei cittadini, si punta alla paura e alla passività delle masse per ridurre la lotta su due fronti armati: da una parte i terroristi i "killers" dell'eversione, dall'altra la polizia o il corpo speciale dello Stato. Se cosi avvenisse, sarebbe veramente la fine della nostra democrazia.

Ma la folle strategia di chi vuol spingere il popolo alla disgregazione e allo sfascio per condurre il Paese ad una nuova svolta autoritaria e neofascista, non passerà.

Troppo salde e profonde sono le radici della democrazia italiana: affondano nel sangue dei nostri morti nella lotta partigiana, affondano nella reale unità dei diversi strati della popolazione, affondano nel

comune ideale di progresso civile e sociale del Paese.

Troppo lungo sarebbe esaminare a fondo il processo unitario che, nato nella Resistenza, si è sviluppato in questi trent'anni fino ad esprimere la convergenza di tutte le forze costituzionali nella nuova maggioranza governativa.

E non si tratta, come si vuol far credere, di accordi "di vertice": mai, come in questo momento, tutta la classe lavoratrice, i giovani, i cittadini, sono chiamati a dare il loro insostituibile contributo di lotta e partecipazione per uscire dalla crisi.

Fra pochi giorni si celebrerà il 25 aprile: non si dovrà rispolverare il museo dei gloriosi ricordi per commemorarli con sterili discorsi.

Si dovrà invece portare alla luce l'immenso patrimonio di valori e ideali di libertà, progresso e democrazia per riviverli, farli nostri e difenderli da chi, oggi come allora, tenta di sopprimerli con la forza.

La Resistenza, come fatto storico, si è conclusa in quella radiosa giornata del 1945.

Ma la Resistenza, come fatto ideale, è viva oggi più che mai: tutte le componenti socialiste, comuniste, laiche e cattoliche che hanno lottato per la libertà, oggi sono chiamate a continuare quella lotta.

Per questo il 25 aprile siamo chiamati tutti a scendere nelle piazze per affermare, con la più alta consapevolezza civile e politica, che i valori della Resistenza vinceranno ancora.

Speciale 25 aprile

Per celebrare la Resistenza, in questo momento particolarmente difficile per la democrazia in Italia, abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la guerra partigiana: i vecchi combattenti della nostra zona. Sono emerse testimonianze estremamente attuali, che pur riferendosi ai grandi ideali di libertà che hanno animato gli italiani dal marzo '43 all'aprile '45, sono interamente riproponibili come guida per respingere le drammatiche provocazioni che in questi giorni sconvolgono la nostra Repubblica.

È giusto ricordarlo anche su queste colonne che dall'unità di tutto il popolo italiano sorretta da una grande volontà ideale, è nata la nostra Repubblica. Tali testimonianze sono un documento estremamente importante e di grande interesse storico: un documento tutto da leggere, meditare, conservare.

Scuola & partecipazione

Nella nostra zona, corrispondente al Distretto scolastico n. 40, è sorta una nuova associazione di genitori, insegnanti, studenti, e personale non docente dal nome "Scuola e Partecipazione". L'iniziativa c'è sembrata di particolare interesse, specie nel momento in cui il distretto, da poco eletto, sta per iniziare un'importante lavoro di rinnovamento nella scuola.

Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande ai responsabili di questo nuovo gruppo.

- Com'è nata "Scuola e Partecipazione"? E da chi è formata?

Siamo un gruppo di genitori, insegnanti e studenti, che si è formato durante la campagna per le ele-

zioni del distretto scolastico. In occasione di questa campagna, durante il "pellegrinaggio di propaganda per le nostre liste, abbiamo verificato in quale abbandono e scollamento siano lasciate le componenti che dovrebbero operare nella scuola. La nostra associazione nasce soprattutto da un bisogno reale di collaborazione, che quotidianamente queste componenti vivono; bisogno che, in questi primi tre anni di attuazione dei Decreti Delegati, è andato via via crescendo. Ma che, di fatto, si è poi visto contrapporre una partecipazione sempre meno sentita e praticata. - in che modo pensate di coin(segue in seconda,

Spedizione in abbonamento postale gr. Il I - (70%) c UNITÀ NELLA DEMOCRAZIA PER RICONQUISTARE I VALORI DELLA RESISTENZA
PER OPERARE SERIAMENTE NELLA SCUOLA LA NUOVA ASSOCIAZIONE GENITORI, INSEGNANTI, STUDENTI E PERSONALE
DOCENTE.
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rara Vertenza CARIPLO CdZF„G, FRG 4 e amore COMEIN FAMIGLIA ILDEGRADO AMILANO ILPROFESSIONISTA DEIVIAGGI"' RO 8 MUSICA INZONA
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ITALIANO
PARTITO COMUNISTA
Comm. Stampa e propaganda Via Volturno n. 33 20124 — MILANO ette Anno Il - N. 3 Aprile 1978
300
L.
il primo di ogni mese

Calcolo pensioni INPS

Molto spesso i pensionati credono che la somma che percepiscono ogni mese dipenda dal tipo di pensione e che le pensioni di invalidità siano calcolate in una maniera diversa dalle altre.

Questa opinione è molto diffusa, sia perchè non è certo facile per il lavoratore seguire le leggi sulle pensioni, sia perchè in effetti quasi sempre le pensioni di invalidità sono più basse di quelle di vecchiaia.

La verità è che l'INPS calcola tutte le pensioni con lo stesso metodo e a parità di anni di lavoro e di retribuzione la pensione è assolutamente identica; se le pensioni di invalidità sono in media più basse, è solo perchè

dalla prima pagina volgere genitori, insegnanti e studenti?

Crediamo che le cause maggiori della scarsa partecipazione (vedi anche l'altra percentuale di genitori che non hanno votato alle elezioni del Distretto), siano dovute al fatto che le persone "non sapevano cosa sarebbero andate a fare", avevano la sensazione "di non contare", non sapevano in che modo "avrebbero potuto influire nella scuola".... Noi, come associazione, punteremo in modo particolare alla creazione di una struttura organizzata, che sia punto di riferimento, di documentazione, di preparazione e sostegno per l'azione congiunta che le varie componenti dovranno intraprendere.

Puntiamo ad esempio ad una presenza diversa dei genitori, più qualificata e competente, da realizzare attraverso un'opera di sensibilizzazione e di coinvolgimento capillare. Cercheremo di abolire il concetto di "delega" che, per molti, è ancora inteso come scarico di responsabilità proprie.

- In concreto, quali sono le vostre prime proposte?

Sono quelle che abbiamo indicato anche nei programmi elettorali delle liste dove eravamo rappresentati; in modo schematico, potremo così riassumere i punti - base attorno a cui si organizzerà il nostro lavoro: maggior professionalità dei docenti di ogni ordine e grado; dare ai genitori strumenti adeguati per renderli realmente partecipi del processo educativo; tempo pieno nella scuola dell'obbligo; programmare per e con i giovani una scuola che risponda ai loro bisogni; utilizzare e potenziare gli spazi e le strutture anche sportive per i giovani; orientare in modo razionale la spesa e l'azione dello stato e degli enti locali in campo scolastico.

- Com'è strutturata la vostra associazione?

Dovendo operare in più settori, abbiamo ritenuto di darci un direttivo esecutivo, articolato su tre fasce omogenee d'intervento: scuola materna; fascia dell'obbligo: elementari e medie; scuola superiore. - Quando vi incontrate e dove?

L'associazione si incontra regolarmente ogni quindici giorni presso il Centro Sociale di Via Inganni, 4. Chi volesse ulteriori informazioni, può telefonare al n. 426881.

Disporremo inoltre di uno spazio mensile su questo giornale dedicato alla discussione e ad eventuali iniziative che interessano tutti i genitori della Zona 17.

quasi sempre il lavoratore invalido ha meno anni di lavoro e stipendi non elevati. E questo un argomento molto interessante per il pensionato che vuole controllare la propria pensione o per il lavoratore in servizio che vuol sapere almeno approssimativamente l'importo della pensione che gli sarà assegnata.

L'INPS usa per calcolare le pensioni e per tutte le proprie attività un sistema elettronico nazionale; è però possibile avere un risultato molto vicino a quello reale esaminando con attenzione i propri documenti di lavoro, in special modo gli estratti-conto della ditta e il libretto personale dell'INPS. Il calcolo che esemplifichiamo può servire di base per tutti i lavoratori dipendenti iscritti all'INPS nella gestione AGO (Assicurazione generale obbligatoria), cioè i dipendenti del settore privato dell'industria e commercio o dell'artigianato, con esclusione di determinate categorie particolari (domestici, agricoli, telefonici, dipendenti del gas, ecc.). Seguono tutt'altro criterio gli artigiani, i commercianti e i coltivatori diretti che sono iscritti a gestioni speciali INPS, e ovviamente tutti gli altri lavoratori iscritti ad altri enti, come gli statali, i comunali, ecc.

Queste, in sintesi, le operazioni da eseguire: determinare gli anni riconosciuti. E sufficiente sommare gli anni di lavoro, di riscatto, figurativi e volontari.

tore, o una lavoratrice, che sia all'età di pensione di vecchiaia (60 anni per l'uomo e 55 per la donna) o di cui sia stata riconosciuta l'invalidità da parte dell'INPS e ancora che abbia raggiunto o superato i 35 anni di contributi, e seguiamo le istruzioni.

ARTIGIANO!!!

tu lavori, ma deve uscire il risultato dal tuo laboratorio!

POCO DOPO... . Ä SUBITO DOPO....

: 13 = 238.150 (pensione mensile)

Si aggiungono poi gli eventuali assegni familiari. Il calcolo indicato, come si è detto, serve di base per tutti i tipi di pensione diretta dell'INPS. Per le pensioni ai superstiti occorre applicare le percentuali di legge previste per ciascun caso. Ad esempio, una vedova con un figlio minore avrebbe percepito: 60% per la vedova, 20% per il figlio, cioè 1'8 0% di L. 238.150, pari a lire 190.520 cui si deve poi aggiungere l'assegno familiare a beneficio del figlio.

a cura di Luigi Tomasso

Tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 19 va in onda la RUBRICA PENSIONI di RADIO REGIONE, a cura di Luigi Tomasso. Per chiarimenti ed informazioni i lettori possono telefonare al 73.8 6.993 e al 73.86.610.

Congressi PCI

valutare ogni anno di contribuzione per il 2%. Cioè con 15 anni si ha il 30%, con venti anni il 40%, e cosi via. Se gli anni sono più di 40 l'INPS riconosce solo 1'80%. scegliere nell'arco degli ultimi dieci anni in costanza di lavoro i tre anni con la retribuzione più alta. Quasi sempre si tratta degli ultimi tre anni: comunque non si tratta di anni solari, ma di “gruppi- di 52 settimane contati all'indietro a partire dalla data della domanda di pensione. sommare le tre retribuzioni annue prescelte e dividere per tre: si ottiene così la retribuzione media annua pensionabile. applicare la percentuale determinata dagli anni riconosciuti: il risultato è l'importo annuo della pensione, che diviso per tredici mensilità dà l'importo mensile della pensione, cui saranno aggiunti gli eventuali assegni familiari. Poniamo il caso di un lavoraSi sono tenuti ai primi di marzo i congressi delle tre sezioni P.C.I., che operano nella zona 17.

Nel corsodel dibattito si è rilevata la giustezza della linea del PCI, e si è sottolineata la necessità di dare all'Italia un governo adeguato, che comprenda tutte le forze politiche democratiche.

Il compito del Partito è stato individuato nel chiamare alla collaborazione il massimo di forze, di energie intellettuali, di strati sociali per far uscire il paese dalla crisi ed avviare un modello di vita politica

il Diciassette

mensile di politica cultura attualità della zona 17

Redazione e amministrazione: 20147 Milano, Via Inganni 4 - Tel. 417026

Editrice

Il Diciassette s.d.f.

via Inganni, 4 - Milano

Autorizzazione del Tribunale di Milano

n. 51 del 30.1.1978

Direttore responsabile

Marisa Deimichei

Comitato di redazione

Franco Bonaretti, Franca Covini,

Elena Forni, Gianfranco Gattini, Rosetta Gim batti, Roberta Meroni, Erminia Negrini, Luigi Torelli, Renato Bosio

Fotografia Antonio Elia, Gianmarco Gravero

Pubblicità

Gianfranco Gattini

Grafica Pietro Follini

Stampa: Coop.Il Guado

Robecchetto con Induno (Mi) -Te1.0331/881475

Hanno inoltre collaborato: Eddo Confortini

Amilcare Ferrini, Albino Pessina.

e civile che sappia rimuovere le cause profonde della crisi, e in questo è stata individuata la funzione di governo del PCI. I fenomeni del terrorismo, della criminalità, della fuga nell'irrazionale, sono i gravi segni e gli effetti di una crisi su cui si innestano tendenze politiche eversive verso le istituzioni democratiche. Il compito del PCI è quello di isolare queste forze e di togliere loro qualsiasi spazio di consenso e di appoggio, attraverso la partecipazione unitaria, il consenso e l'iniziativa di larghi strati di cittadini.

Il tema della difesa dell'ordine democratico si intreccia quindi con il progetto del PCI per una società con il massimo di articolazione democratica; in questo lotta è fondamentale il ruolo dell'Ente Locale, il cui obiettivo deve essere quello di assicurare alla città un nuovo rapporto democratico e di partecipazione, di aggregazione sociale, di stimolo a nuove domande economiche e sociali. Ruolo del PCI è quello di essere di stimolo politico costante al raggiungimento di questi obiettivi, anche attraverso lo strumento importante degli organismi del decentramento, nei quali far confluire proposte, iniziative, idee.

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DICIASSETTE/POLITICA&ATT,ALI
anni riconosciuti: lavoro 31 militare 2 cassa integrazione 2 versamento volontario 1 TOTALE ANNI 36 36 anni = 72% retribuzioni lorde: 1967 — 1.300.000 1968 — 1.600.000 1969 — 1.590.000 1970 — 1.800.000 1971 — 2.100.000 1972 — 3.000.000 1973 — 2.800.000 1974 — 3.900.000 1975 — 4.100.000 1976 — 4.900.000 si sommano
migliori: 1974 3.900.000 1975 4.100.000 1976 4.900.000 totale 12.900.000 12.900.000: 3 = 4.300.000 5) 72%
(pensione
3.096.000
i tre anni
di 4.300.000 = 3.096.000
annua)

CARINA): una cambiale in protesto

Quali mezzi adottare per ottenere dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde la costruzione del Centro Socio - sanitario che si era impegnata ad edificare a sue spese sin dal 1974 nella nostra zona?

E come premere perchè l'Amministrazione Comunale si faccia maggiore carico di questa nostra giusta pretesa, e poter così obbligare la banca alla soluzione del problema?

Questi in sostanza sono stati i temi della assemblea pubblica indetta dal Consiglio di Zona per la sera del primo marzo. Assemblea che avrebbe meritato la presenza di un ben maggiore numero di cittadini, ma che comunque, è stata lunga e vivace. Un dibattito acceso, polemico e che spesso ha rischiato di diventare scontro, ha caratterizzato tutta la sera fino alla stesura della mozione finale.

Dopo l'introduzione e la relazione del presidente del C.d.Z., hanno preso la parola oltre ai vari consiglieri presenti anche alcuni cittadini. I pareri sono risultati discordi e questo, sinceramente, ci ha un po' meravigliato. Non ci sembrava possibile che a distanza di quattro anni non fosse ancora risolto il problema di cosa fare per inchiodare la Cariplo agli impegni assunti a suo tempo. Nel corso della serata, ed attraverso alcuni interventi, parte dei nostri dubbi si sono chiariti.

Questa discordanza di idee sta nel fatto, secondo noi, che sin dal sorgere del problema nel C.d.Z. non vi fosse una chiara posizione comune di accordo. A testimonianza di ciò vi è il particolare che tutti i consiglieri presenti, compreso il Presidente, e ad esclusione di quello comunista, si sono dichiarati estranei alle decisioni prese dai loro predecessori, al momento della concessione edilizia "CARIPLO".

Atto questo molto significativo visto che l'allora Presidente del C.d.Z. caldeggiò la richesta della banca.

Questa, forte di tale appoggio, usò diverse pressioni per ottenere la licenza: dalla cessione gratuita del terreno e l'impegno per la costruzione, totalmente a proprie spese, di un Centro Socio - sanitario, fino al ricatto morale al C.d.Z. convocando, la sera della rovente

L'impegno della CARIPLO a costruire il centro socio - sanitario nella zona 17, ancora disatteso dopo quattro anni — Intanto costruisce in Via Bisceglie il suo mega - centro contabile...

con gli SMAL e coi centri sociosanitari delle varie zone. Certamente la proposta di interruzione dei lavori, fatta dal consigliere comunista quale momento di pressione, ha preoccupato un po' tutti i presenti, tanto è vero che nella mozione finale non vi si faceva riferimento come ad una iniziativa di immediata attuazione, ma si ricercava un ennesimo approccio fra Consiglio Comunale, Cassa di Risparmio e Consiglio di Zona.

Il problema lo ribadiamo è essenzialmente uno solo: far sì che la zona 17 possa finalmente avere il suo centro socio - sanitario in un luogo facilmente raggiungibile da tutti.

discussione, i suoi lavoratori chiaramente interessati alla costruzione del centro contabile in una zona cittadina piuttosto che nell'hinterland milanese.

Visti i precedenti, ci pare ora molto strano che il consigliere democristiano si stupisca dell'elemosina concessa dalla banca alla zona.

Perchè di elemosina si tratta, in quanto, come riconosce egli stesso, il valore del centro socio - sanitario rappresenta solo 1'1% rispetto al valore complessivo del centro contabile. Forse egli non ricorda quale è stata la composizione del Consiglio Comunale e del C.d.Z. nel febbraio

1975 quando venne concessa la licenza edilizia? Ci chiediamo dove sono oggi quei lavoratori interessati che tanto caldeggiarono il rilascio della licenza. Due dipendenti Cariplo, per la verità, la sera del primo marzo erano presenti: uno nella duplice veste di consigliere

del P.R.I. e di dipendente, l'altro, in rappresentanza, secondo lui, dei lavoratori. Comunque nè uno nè l'altro, sono stati con il loro comportamento e con i loro interventi di stimolo affinchè si potesse giungere ad una rapida conclusione dell'ormai annoso problema.

Particolarmente singolare ci è apparsa la posizione dei rappresentante dei lavoratori, il quale, nel corso del suo fumoso intervento ha affermato sostanzialmente che nè a lui, nè ai suoi colleghi interessava la lotta per il centro socio - sanitario; l'unica sua preoccupazione era la paventata minaccia dell'interruzione dei lavori scaturita nel corso del dibattito. Ora noi ci chiediàmo : se quel lavoratore, a suo dire membro della commissione interna, sia a conoscenza della linea sindacale della sua categoria che da tempo si batte per una medicina preventiva, per dei collegamenti

VERTENZA CARIPLO-CDZ

Vogliamo qui riportare e riassumere, brevemente, in ordine cronologico i fatti che caratterizzano la vertenza Cariplo"; per fornire un quadro sintetico ed esauriente della vicenda.

Ottobre 1974

La Cariplo chiede all'Amministrazione Comunale ed al Consiglio di Zona licenza per costruire il Centro Contabile sull'area fra via Lorenteggio e via Bisceglie. Viste le sue necessità offre in cambio parte dell'area per la costruzione, a sue spese, di un Centro Socio - sanitario. Successivamente il C.d.Z. esprime parere favorevole per la banca vincolandolo alla costruzione offertagli.

Febbraio 1975

Concessione licenza edilizia subordinàta all'adempimento dell'obbligazione assunta a suo tempo dalla banca.

1976

Dopo un anno e mezzo il C.d.Z. scopre che il progetto per la costruzione del Centro sanitario esiste, ma che i lavori non sono ancora iniziati. A questo punto esso ritiene che la costruzione, se eseguita in via Bisceglie, non potrà essere utile alla zona vista la sua ubicazione; fa presente al Comune di voler monetizzare il valore dell'immobile e del terreno per poter costruire il Centro su di un'area più idonea, scegliendo quella a fianco della Cascina Corba. Dopo una prima risposta negativa dell'ufficio tecnico del Piano Regolatore e dopo una variante, attuata l'anno successivo allo stesso, da parte del Comune non si incontrarono più difficoltà. A questo punto il C.d.Z. crede di aver superato lo scoglio più grosso.

Luglio 1977

Nulla osta del Comune per la costruzione sull'area a fianco della

Cascina Corba. Settembre 1977 Incontro, più volte sollecitato, fra C.d.Z., Assessore e Cariplo per la risoluzione del problema. È qui che l'istituto di credito comincia la sua retromarcia: creando difficoltà e cercando di temporeggiare. Più volte d'ora in poi sarà richiamata affinchè adempia ai propri obblighi morali e politici, assunti a suo tempo.

Da qui ai primi mesi del 1978 si susseguono una serie di solleciti del C.d.Z. sia nei confronti dell'Assessore Pillitteri che della Banca, tutti, per varie ragioni, andati costantemente a cadere nel nulla.

Ed ora ?

Il proposito del nostro giornale è di aprire su queste pagine un dibattito stimolante cercando, magari nei prossimi numeri, di ascolare anche le parti più strettamente impegnate nella vertenza.

Il doposcuola è inviso a molti genitori, specie se lo si arricchisce con animatori?

Vorrei, a questo proposito fornire la mia testimonianza diretta: mia moglie ed io lavoriamo 8 ore al giorno, che diventano 9 e mezza circa di assenza quotidiana dalla nostra famiglia, a causa della dislocazione dei posti di lavoro.

Abbiamo due figli, il piccolo ha quasi 8 anni e frequenta la 2" classe elementare presso la scuola Strozzi ora del circolo didattico di Via Massaua. Cristiano frequenta il doposcuola e i "giochi serali" gestiti dal Comune, frequenta inoltre due corsi di ginnastica, voluti da un gruppo di genitori e gestiti dal "Centro milanese per lo sport e la ricreazione". Oltre ai benefici che gli derivano per l'esercizio della ginnastica, ne abbiamo un altro: l'ottenimento di una scuola quasi a tempo pieno. Analizzando però le fasi della giornata, ne deduciamo con grande rammarico, che le ore del doposcuola e i giochi serali non sono proficui per la sua formazione sociale. Infatti, gli insegnanti del pomeriggio non hanno programmi di lavoro concordati normalmente e operano disgiuntamente dalla realtà del mattino, hanno a che fare con bambini saturi di una certa impronta didattica, non sempre sono responsabili del proprio incarico e preparati allo svolgimento del

Per ottenere questo però è necessario che i cittadini si mobilitino, perchè è dimostrato anche dagli ultimi avvenimenti in zona, che se vi è rispondenza fra di essi i problemi non solo vengono sollevati con maggiore vigore, ma molto spesso avviati a soluzione. Oggi per il centro - socio - sanitario non si tratta di disquisizioni pseudo - ecologiche (come per i magazzini frigoriferi), bensì di necessità reali della zona, e la zona la intendiamo come insieme di cittadini vicini gli uni agli altri e non come una sterile entità amministativa. Ora bisogna ribadirlo, con vigore, solo con l'appoggio costruttivo di tutti noi il C.d.Z. può farsi carico di iniziative e decisioni che possano sbloccare definitivamente il problema.

Roberta Meroni

compito assegnato loro.

Sfiducia nel servizio quindi, e chi può affida i piccoli ai nonni, ai vicini o altro e, decisamente, sottraggono nell'età ideale la futura società alla sua formazione di base. Ne abbiamo parlato con alcuni genitori e sia che i loro figli frequentino o meno, abbiamo desunto che una grande speranza per il "recupero" del doposcuola in una prospettiva valida al compimento della formazione dei bambini, sarebbe quella di arricchire le ore pomeridiane con attività che investano le sfere d'interesse dei bambini.

Ma come? Ci siamo guardati attorno e abbiamo incontrato la figura dell'animatore. Per ora sappiamo che si tratta di educatori che potrebbero essere affiancati agli insegnanti e che sono preparati per favorire attività ricreative di gruppo nel gioco, sport. espressioni culturali e tante altre cose.

L'indirizzo sembra molto interessante al nostro scopo, perciò abbiamo deciso di raccogliere maggiori notizie sugli animatori in modo di farli conoscere alla comunità dei genitori interessati e no, per poterne parlare e dibattere in seno all'assemblea dei genitori e al consiglio di circolo.

Rimarrà da esaminare l'aspetto "costi"... Eddo Confortini

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CONSIGLIO
AL
DI ZONA
Doposcuola S10110?
Via Biscieglie: si costruisce il nuovo centro meccanografico della Cariplo

L'iniziativa di cui parliamo, ha preso l'avvio in tre classi della scuola elementare di Via Ugo Pisa.

Le insegnanti Jole Bellarosa (1

A), Anna Bisogni (1 E), Giuliana Sparviero ( I C) con la collaborazione dell'animatore Mario Bolognesi, hanno impostato l'insegnamento in un modo diverso e che, a prima vista, può apparire alquanto strano. L'iniziativa fa perno sull'esperienza di animazione e con il gioco riesce ad interessare i bambini ed a renderli partecipi sia ai programmi tradizionali (insegnati però in modo nuovo) sia a concetti più vasti.

Il progetto educativo sperimentato nella scuola elementare di Via Ugo Pisa, prende corpo e si sviluppa dalla lotta agli sprechi, non intendendo soltanto quelli economici quali gli sprechi alimentari ed energetici ma soprattutto, quelli di carattere intellettuale e di rapporto con gli altri. A tale proposito il titolo di un giornalino che presenta e raccoglie la bozza di programma è indicativo: "Chi non sa amare spreca se stesso e non trova gli altri".

Il programma è iniziato con una bozza di storia preparata dagli insegnanti e sviluppata giorno per giorno dai bambini con giochi, disegni e drammatizzazioni.

Il gioco / fav. che vivono i bambini quotidianamente, narra di due castelli, espressione di due mondi contrapposti, abitati rispettivamente da un "mago confusione" e da un "mago amore": nel primo si trova tutto ciò che è disorganico e negativo mentre nel secondo regna l'armonia. Il progetto educativo si sviluppa con racconti, presentati sotto forma di gioco / fav., che contengono valori altamente educativi e formativi e proprio per la forma in cui sono presentati al bambino, riescono ad interessarlo.

L'aula di animazione della scuola è dominata da due grandi disegni contrapposti e coloratissimi, in cui i bambini hanno visualizzato i concetti dei racconti; i particolari e la scelta dei colori rivelano in che considerazione siano tenuti i personaggi delle storie, buoni e cattivi.

L'idea di questa sperimentazione venne all'animatore Mario Bolognesi che, inviato dal Provveditore a Roma per un congresso dell'U.N.I.C.E.F., pensò che il modo più corretto per avvicinare i bambini ai problemi degli sprechi e del terzo mondo fosse proprio quello che vi abbiamo descritto. Questa è un'iniziativa senz'altro nuova all'interno della scuola ed è seguita con attenzione. Anche i genitori dei bambini seguono il programma e hanno degli incontri periodici con gli insegnanti.

- Certo l'ideale sarebbe avere un rapporto continuo ed un intervento dei genitori - dice un'insegnante - ma purtroppo non è questione di cattiva volontà dei genitori, ma un problema di orari-.

Mario Bolognesi ci ha detto che gli insegnanti sentono la necessità di confrontarsi e di discutere le proprie esperienze; a questo scopo

Il gioco/favola inventato dai bambini ed espresso in questi disegni, è stato stimolato dall'animatore delle tre classi elementari, Mario Bolognesi.

4

fanno chiesto al Consiglio di Zona un locale dove questi confronti possano scaturire. Dal canto nostro, come giornale che opera sul territorio, ci dichiariamo disponibili fìndora ad ospitare sulle nostre colonne questi dibattiti ed anche singole esperienze. Già in passato (nel numero di Gen / Feb 78) abbiamo parlato di un'iniziativa ecologica che la scuola elementare di Via degli Anemoni aveva avviato con la collaborazione

del Consiglio di Zona; a tale prolosito abbiamo chiesto al Sig. Boognesi se lui ed i suoi colleghi fossero a conoscenza di tale iniziativa. Con nostra grande sorpresa (si tenga presente che l'elementare di Via degli Anemoni è una sezione distaccata di quella di Via Ugo Pisa e che la Commissione Ecologia del C.d.Z. estese a tutte le scuole del primo ciclo l'invito a partecipare all'iniziativa ecologica) ci ha detto che non sapevano nulla.

Questo, a nostro avviso, è proprio una dimostrazione di spreco di energie e di esperienze.

Queste iniziative possono essere validissime, a patto però che si possano confrontare con altre realtà e che perciò diventino patrimonio di tutti, in caso contrario rimarranno fini a se stesse e come tali il loro contributo per il miglioramento della società sarà nullo.

Franco Bonaretti

CASCINA BASCIANA: UNA VALIDA ALTERNATIVA AGLI ISTITUTI PER IL RECU PERO DEI BAMBINI CON DIFFICOLTÀ AFFETTIVE.

In questi ultimi anni si sta pensando al recupero di minori affettivamente disturbati con nuovi metodi, uno dei quali è la realizzazione di piccole comunità, a conduzione familiare.

A Milano esiste una sola esperienza di questo genere: è stata realizzata in alcuni locali dello stabile comunale, in via Zendrini, 15.

Si tratta di una cascina (denominata "CASCINA BASCIANA") che è stata rimessa a nuovo e che è situata in mezzo a un giardino pubblico.

La struttura dell'edificio e la sua particolare ubicazione rispetto ai servizi del quartiere, pongono la comunità in una condizione ottimale di lavoro, senza i condizionamenti del condominio ed in posizione privilegiata per le amicizie che i ragazzi possono coltivare.

Per conoscere meglio la gestione interna e le difficoltà esistenti, siamo andati a parlare con il Capo Famiglia della mini - comunità, Sante Campion, che vive con la moglie e i suoi due figli all'interno della struttura. Sante ci informa che la Cascina Basciana è ormai al suo terzo anno di sperimentazione e dai risultati avuti si può dire che la proposta è valida.

È legata al decentramento comunale (Consiglio di Zona) con la rappresentanza di due consiglieri delle zone 17 e 18.

Gli educatori sono quattro, due interni (Sante e sua moglie) e due esterni (uomo e donna).

Responsabile della gestione è il Capo Famiglia, il lavoro però viene svolto in équipe.

Esiste anche un collegamento costante con lo staff educativo della ripartizione, composto da: capo ripartizione, psico - pedagogista, neuro - psichiatra, operatori sociali, responsabile ufficio minori e responsabile delle comunità.

I bambini non capitano a caso alla Cascina Basciana: le segnalazioni vengono fatte dal servizio sanitario e dal servizio sociale della zona.

Per tutti i bambini, si cerca di mantenere la scuola d'origine per non allontanarli dal contesto socio - culturale (insegnante, compagni di classe, quartiere) in cui erano vissuti fino a quel momento e nel quale devono tornare a vivere non appena se ne creano le condizioni.

La vita che si conduce all'interno della comunità è del tutto simile a quella di una famiglia normale: tutti si alzano in tempo utile per la pulizia personale, si fa colazione, e ci si reca a scuola con i mezzi pubblici, accompagnando i più piccoli.

Dopo la scuola, i bambini giocano nel quartiere assieme agli altri nei normali svaghi quotidiani.

Di tanto in tanto la comunità organizza gite o semplici passeggiate con pranzo al sacco, come al solito si fa in una famiglia normale.

A fine settimana quasi tutti i bambini ritornano nell proprie famiglie, tranne chi ha delle situazioni particolari per cui il ritorno a casa può creare una regressione, per cui i progressi fatti nell'arco della settimana verrebbero danneggiati.

I bambini ospitati in questi ultimi 3 anni sono 12.

I casi più semplici sono quelli per i quali si è svolta un opera preventiva prelevandoli direttamente dalle famiglie, anche se da situazio-

I bambini ospitati non sono più di sette. L'esperienza conferma che non è possibile superare questo numero senza ricadere nella logica del piccolo collegio, che annullerebbe il valore dell'iniziativa.

Per concludere, la valutazione che Sante Campion capo famiglia della Cascina Basciana fa, è che la comunità debba andare sempre più configurandosi non solo come momento d'intervento preventivo nei quartieri della zona in cui opera, ma anche come punto di aggregazione di altri interventi per i minori, di sensibilizzazione delle famiglie, di creazione di una mentalità favorevole all'affido familiare.

Questo per prevenire i fenomeni di deviazione minorile presenti nelle varie forme (furto, droga, prostituzione ecc.) all'interno della città, ma specialmente nella fascia periferica.

Erminia Megrini e Renato Basio

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UNA NUOVA ESPERIENZA
IL DICIASSETTE/SCUOLA_ H SOCIH'1A
EDUCATIVA NELLA SCUOLA ELEMENTARE DI VIA UGO PISA.
Mago confusione e mago amore ViA Atik74
Gli educatori tengono contatti con tutti gli organi collegiali della scuola, con gli insegnanti e con le famiglie stesse dei bambini, per rimuovere tutti insieme gli ostacoli che di tanto in tanto possono insorgere. COME IN FAMIGLIA

SECONDA PARTE

Dalle origini della città alla vittoria sul Barbarossa: l'affascinante storia di Milano che proponiamo ai milanesi e no perchè, scoprendo la città, imparino ad amarla.

PER AMARE MILANO

Le origini di Milano sono avvolte nella leggenda, alcuni resti dell'età del ferro sembrano confermare l'ipotesi dell'esistenza di un agglomerato preistorico che sorgeva nell'area dell'attuale città. Questo è tutto quanto si sa con certezza fino al V° secolo a C., periodo in cui Milano fa il suo ingresso nella storia come centro commerciale e villaggio fortificato dei Galli Insubri. La sua importanza, dapprima modesta, aumenta in seguito alle lotte vittoriose contro i Liguri, i Taurini e contro l'etrusca Melpum la cui distruzione pone fine alla pressione degli etruschi verso il nord. In breve Mediolanum (così la chiamano i Romani, riprendendo un nome di origine celtica) diventa la capitale celtica dell'Italia settentrionale. La sua fortuna coincide con le vicende della guerra contro Roma.

Solo nel 196 a.C. dopo il crollo di Annibale, Milano si trasformò definitivamente in città romana. Al primitivo villaggio gallico si sostituisce la classica "città quadrata" un nucleo rettangolare di 360 mt. per 200, con mura, fossati, due assi viari tracciati con geometrica precisione e quattro porte. Bisogna però attendere Augusto e i suoi successori per assistere allo sviluppo urbanistico della città.

L'aumento della popolazione, l'intensa attività commerciale, rendono necessarie nuove mura, nuove opere pubbliche. Milano è ormai il secondo centro d'Italia e Massimiano nel 286 d.C. ne fa la capitale dell'Impero d'Occidente. La città è al massimo del suo splendore. Le mura vengono rafforzate e si scava all'interno un largo fossato alimentato dalle acque del Seveso e del Nirone. Sorgono il circo, l'anfiteatro, il teatro, il palazzo imperiale, le terme e la zecca ove si batte le monete per tutto l'Impero; costruzioni di cui sono rimaste ben poche tracce.

Con l'editto di Costantino (313) si sviluppa attorno alle mura una zona sacra; vengono eretti molti templi cristiani quali: S. Ambrogio, S. Sempliciano, S. Lorenzo, S. Eustorgio. Lo sviluppo della città è continuo, anche dopo il 404, anno in cui la sede dell'Impero viene trasferita a Ravenna, Milano ha ormai assunto una fisionomia precisa; scomparsa l'impostazione geometrica romana, inizia la caratteristica espansione a raggiera.

Con il declino della potenza romana, Milano si trova esposta a tutte le invasioni barbariche: Attila nel 451, i Goti nel 538 mettono a sacco e radono al suolo la città. Milano sembra quasi scomparsa dalla faccia della terra. I superstiti ritornati dopo qualche anno, vivono in capanne con il tetto di paglia; nelle piazze pascolano gli armenti, nel centro cittadino, dove prima sorgevano palazzi, si coltivano gli orti. Altre città come Pavia e Monza, acquistano una maggiore importanza. Milano intanto rimargina le vecchie ferite e si riprende lentamente. Si ricostruiscono gli edifici in muratura, si erigono chiese dentro e fuori le vecchie mura, in cui

nascondere i corpi dei santi, si dà inizio alla "cerchia dei navigli", allora formata da un fossato e da un terrapieno che cingevano l'abitato. Il centro della vita civile diventa la Domus del Vescovo, dotato di funzioni pubbliche. La vita commerciale si addensa attorno a Piazza dei Mercanti e alla Basilica Maggiore, al cui posto sorgerà poi il Duomo: i mercanti con le loro bancherelle, gli artigiani nelle loro botteghe disposte, a seconda del mestiere, in vie particolari (via dei Cappellari, via degli Orefici, via degli Spadari ecc.) fuori della città si estende la zona dei Corpi Santi, chiamata così perchè adibita anticamente a sepolcreto dei martiri cristiani. Sono prati e campi di "frumentone", orti e vigne; un'area esterna, la cui popolazione non entra a fare parte della comunità cittadina. Nel XII° secolo Milano è diventata non solo Comune libero e indipendente, dopo una lotta ad oltranza con i feudatari rifugiati nel covo di Castelseprio da dove intraprendono continue escursioni armate contro i liberi comuni lombardi, sull'esempio del comune di Bologna, abolisce la sciavitù della gleba liberando ilpopolo ed in particolare i contadini da questo iniquo e barbaro ordinamento, diventando così il centro più forte e più ricco della Lombardia.

Ed è su Milano, promotrice della lotta contro l'Imperatore, che si concentra la collera di Federico Barbarossa. La città cinta da bastioni formidabili e difesa da un numeroso esercito, non può nulla contro la fame. L'Imperatore fa abbattere le mura, colmare i fossati, distruggere l'abitato ed avacuare i cittadini, proibendo a chiunque di stanziarsi a meno di 20 Km. dalla città.

Per quattro anni Milano è un deserto. La sua rinascita è lenta e difficile.

Solo dopo la vittoria di Legnano, la città riacquista la sua tradizionale vitalità. Nuove mura vengono erette sul tracciato della cerchia dei navigli, comprendendo la zona dei monasteri di S. Eustorgio (la cosiddetta Cittadella).

Si costruisce il Naviglio Grande e sorgono il Broletto Nuovo e il Palazzo della Ragione in Piazza dei Mercanti, gli ultimi simboli della libertà comunale.

Per celebrare la vittoria sul Barbarossa, con l'aiuto dei Comuni lombardi, viene realizzata un'opera grandiosa che produrrà lavoro e ricchezza. Viene costruito il canale artificiale la "Muzza", che partendo da Trezzo sull'Adda attraversa il basso milanese fino al Po, contribuendo in modo determinante ad irrigare e a rendere prosperosa la campagna milanese, generando immensi prati e le famose marcite che permettono tre, quattro raccolti di foraggio in un anno.

Nascono così le tradizionali cascine con i grandi allevamenti di bestiame e insieme a questi, i caseifici per la produzione dei formaggi.

(continua)

Nella nostra città si è aperto un dibattito senza dubbio interessante, non privo però di risvolti strumentali e ambigui, sulla questione se Milano stia o no andando verso la degradazione, verso un generale svilimento del proprio ruolo economico, culturale e sociale.

Siccome questa non è una discussione che coinvolge solo giornalisti famosi, intellettuali di grido o personalità del mondo economico, mi pare giusto che tutti esprimano le loro opinioni, dunque anche noi.

Milano si sta o no degradando? e perchè? e soprattutto (passatemi l'errore grammaticale) e perchì?

Prima di rispondere a queste domande mi pare necessario esaminare alcuni aspetti della situazione milanese: quello dell'industria, della casa, del commercio, dell'amministrazione locale.

Prendiamo in considerazione l'industria milanese: assistiamo, e abbiamo assistito nel passato, ad un elevato processo di "terziarizzazione" cioè ad una fuga degli impianti produttivi verso l'esterno, verso l'hinterland e la provincia e ad una crisi, limitata, dell'apparato produttivo (vedi Innocenti, Unidal in primo luogo).

Il secondo aspetto, assai importante è stato quello del gonfiamento del settore commercio, dei servizi e della pubblica amministrazione, del gran numero di supermercati, del gran numero e del successivo ridursi di negozi, dell'anarchico estendersi di agenzie bancarie, di assicurazioni, di uffici pubblici.

E poi il terzo aspetto e cioè lo sviluppo disordinato della città sotto il profilo urbanistico, la costruzione di case di lusso senza il pagamento degli oneri di urbanizzazione, senza una programmazione del territorio, senza un coordinato collegamento tra casa e servizi.

questa è la storia (molto schemanca) di 30 anni di Milano. E c'è se permettete, anche l'aspetto culturale della realtà, inteso non tanto come espressione schematica, organica e ufficiale di questo modo di vivere e di "lavorare" ma come senso comune diffuso tra la gente, quello di chi, per scelta o per rifugio coatto, cerca la propria sistemazione in una banca, in una assicurazione, in un ufficio pubblico, come impiegato, comunque rifuggendo dal "morbo" del lavoro manuale, del lavoro produttivo, dalla produzione delle merci.

Ora arriviamo al punto e ci chiediamo: perchè qualcuno dice che Milano si degrada, chi lo dice, perchè e in base a quali reali situazioni lo dice? Andiamo con ordine.

Chi lo dice: non è un mistero, le fonti sono quelle dei gruppi economici più potenti e importanti della città di Milano, nel campo industriale, edilizio e finanziario.

Sulla base di quali fatti si è avviata questa polemica e con quali fini: si nduce il peso dell'industria e si estende quello del terziario, l'edilizia è ferma, il centro di Milano è chiuso al traffico privato ecc.

Su questi fatti e sulle loro cause sono necessari chiarimenti di fondo: il vero scopo di questa polemica non è risolvere i problemi della città ma dare di essa un'immagine negativa e mistificarne artatamente le cause.

Chissà perchè infatti proprio in questo periodo nasce questa pole-

mica? L'edilizia è ferma, è vero, ma perchè è ferma? Sembra che per qualcuno avere un Piano Regolatore (come Milano ha approvato in questi ultimi mesi) che taglia le unghie alla speculazione edilizia non vada bene, o che non vada bene salvaguardare le industrie e le aree a destinazione industriale.

Altre questioni vanno tutte nel dimenticatoio; la mancanza dell'equo canone e un blocco dei fitti che insieme alla speculazione edilizia ha creato una vera e proprio giungla dei fitti. E sembra anche che la mancanza di un piano nazionale dell'edilizia non conti più, basta che lo Stato pompi denaro ai privati (perchè mai allo Stato non deve riguardare! ?).

In realtà c'è qualcuno che vuole avere le mani libere al 100% pensando solo a sé, solo alla propria categoria, senza interpretare e tenere conto dell'interesse generale della società.

In realtà la responsabilità del degrado milanese (non di questi 2 anni ma di questo dopoguerra) è dei gruppi piu potenti che hanno diretto l'economia milanese e che oggi puntano alla terziarizzazione e alla finanziarizzazione, al disinvestimento Industriale causa prima del restringersi del nostro apparato produttivo.

Di fronte a questa realtà pesante che le forze economiche dominanti hanno determinato, non è sufficiente la denuncia: è necessario un'opera di risanamento e sviluppo sulla quale i poteri pubblici, i lavoratori e gli imprenditori si misurino. qui si arriva al punto di fondo: significa aggravare il degrado fare un Piano Regolatore che punta al risanamento del patrimonio edili- zio fatiscente? È degrado puntare alla costruzione di case tramite la legge 167 che garantisce da mano- vre speculative? È degrato tutelare le aree a industria con le quali si difende e si stimola lo sviluppo industriale in un momento così grave per la nostra economia? A noi sembra proprio di no.

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I racconti del 17

Ci pervengono in redazione numerosi racconti, poesie, scritti di ogni genere, creati dai nostri lettori: li pubblichiamo con entusiasmo, invitando tutti voi a mandarci la vostra "opera inedita". La redazione farà una selezione e pubblichèrà le migliori.

IL VI

Angelo Scossoni era ormai considerato un professionista dei viaggi. Lui, poi, andava in giro dicendo di appartenere ad una famiglia che aveva girato il mondo.

In effetti era nato da Antonio, di professione carrettiere, che si vantava di aver portato in giro nelle domeniche della sua giovinezza più madonne lui, col suo carretto alle sagre paesane, di tutto il resto dei lombardi.

Quando Angelo andava a dormire in compagnia del suo immancabile orsetto di pelo chiaro, voleva sentirsi raccontare dal padre sempre le stesse storie: quella volta che aveva portato 3 santi in equilibrio uno sopra l'altro, quella in cui lo avevano dipinto da Gesù Bambino che guida il carro ecc. Fino a quando poi l'orsetto, che ormai stava diventando un bestione, dormendo si girava e lo sbatteva giù da letto; lui picchiava la testa e si addormentava.

La mamma al mattino lo svegliava con una frittata di rane e del sugo di carote e gli raccontava di quando lei era stata in Germania a servizio dai ricchi e aveva incontrato il grande lupo dalle orecchie a sventola.

A sentir parlare del lupo si svegliava anche l'orsetto - che - ormai - non - è - più - così - piccolo che, spaventato, saltava giù dal letto e immancabilmente schiacciava l'alluce sinistro del nostro povero eroe.

Cosicchè diventando grande il buon Angelo aveva uno spiccato senso degli affari e dei viaggi, sempre grazie all'istinto sviluppato dal famoso dito del piede.

A 14 anni rubò due Toscanelli del padre e li rivendette al mercato nero di PortaCicca per Avana e coi soldi andò a vedere il mare. Alla Centrale prese il treno per Genova che, per una frana, fu deviato per Sirmione-Desenzano. Appena vide l'acqua, senza ascoltare dove stava scendendo, saltò dal treno in corsa e andò subito sulla spiaggia.

Pensò che dopotutto il mare non ea poi così spaventoso e non capiva perchè dall altra parte dell'acqua non ci fosse la statua della libertà e la bandiera americana a sventolare.

Si meraviglò di non vedere la Raffaello e credette che l'ammiraglia della VII" flotta fosse il vapori-

YOGA & NUOTO

Il Consiglio di Zona 17 in collaborazione con il CESPORT e l'U.S.A.C.L.I. organizzano corsi di joga e di nuoto per adulti.

I corsi di joga e ginnastica si svolgeranno presso la palestra della scuola elementare di Via dei Narcisi ed avranno una durata di 20 lezioni circa con orari compresi tra le 19,00 e le 21,00.

Il costo è di Lire 7.000.

Il corso di nuoto si terrà presso la piscina Comunale Cardellino (campo sportivo Colombo).

Le lezioni si terranno il martedì ed il venerdì in due turni dalle

10,00 alle 11,00 e dalle 11,00 alle 12,00. Il costo del corso è di lire 18.000.

Tutti coloro che volessero notizie più precise si possono rivolgere alla Signora Locatelli presso la Piscina Cardellino il lunedì, martedì, mercoledì, e venerdì dalle 14,00 alle 18,00.

ESSIONISTA DEI Musica per la città

Le attività musicali, come quelle teatrali e cinematografiche, avvertono la necessità di un nuovo rapporto col territorio e devono tener conto della nuova situazione creatasi nella città con la nascita dei consigli di zona e dei distretti scolastici.

Le prime iniziative in programma sono queste:

15.4.1978 sabato - ore 21

no boat in servizio tra Sirmione e Riva. A 16 anni si arruolò nella legione straniera, a 18 era già stato decorato due volte per aver sterminato due famiglie di mosche tzetze e un vecchio rinoceronte orbo: lo aveva colpito con uno sputo nel solo occhio sano. L'animale aveva sbandato poi era andato ad incornare una pianta di cocco. Morì soffocato dalla montagna di noci che gli piovvero addosso.

Quella sera ci fu una gran festa: la guarnigione era senza cibo da quattro settimane e continuava a vivere succhiando, dose di una al giorno, quelle famose mosche tze tze che aveva accoppato Angelo imitando il bum dell aereo supersonico. La difficoltà principale fu quella di riuscire a dividere il rinoceronte e la pianta che si era beccata l'inconiata; dopo vari tentativi, non ultimo quello di segare il corno, sradicarono l'albero e cucinarono il tutto. A 22 anni organizzava spedizioni nel Burundi. Numero di posti per spedizione: 8, tariffa unica: un milioncino, durata: otto giorni. Operazioni da compiere prima della partenza: versare tutti i soldi, lasciare un testamento e sotto orsi alle solite punture contro il tifo (esclusi gli interisti), la malaria, i ruggiti dei leoni, il mal di mare, il mal di cascata, il mal di torrentello, il morso di boa, e contro gli spiriti maligni e i selvaggi cannibali. Poi partivano a bordo del bimotore a nove posti che affittava per l'occasione. E qui viene il bello: il nostro furbacchione attraversava si il mare, ma non in direzione dell'Africa, ma della Spagna. Dopo lunghi giri su Palma de Majorca, che faceva passare per Madagascar, atterrava nell'unica foresta della costa est iberica.

A questo punto uscivano dalla foresta i suoi complici travestiti da selvaggi, pelle testa di moro (lucido Brill) e denti bianco olà, che prendevano in ostaggio i componenti la spedizione per rilasciarli esattamente otto giorni dopo, appena in tempo per riprendere l'aereo e ritornare a Milano felici e contenti della loro avventura e grati alla guida che, con la sua competenza in rapporti umani e il suo quasi perfetto dialetto indigeno era riuscito, dopo estenuanti trattative a convincere i feroci cannibali sulla loro buona fede di turisti italiani.

Naturalmente c'era anche stato un convincimento di tipo materiale: i selvaggi avevano voluto anche dei soldi, molti soldi per comprarsi acqua che brucia; e i turisti di questo strano vizio non ne eranooi così convinti. Stufatosi poi dei fa p lsi viaggi Angelo si era dato ai raids.

Deciso a fare il raid Milano Porta

Genova - NdokakioSta (Turchia)MasaLavaCa (India) - RiSobolLit (Corea) - RaDioLin (Giappone) e ritornare dall'estremo oriente su una zattera, da lui costruita, identica a quelle usate nei tempi che furono dagli abitanti di Solbiate Olona, esperti navigatori, si mise di buona lena a cercare sponsorizzatori.

Di affaristi in cerca di finanziare viaggi avventurosi, nel giro di pochi minuti ne spuntarono a bizzeffe. Tra i più conosciuti Niki Lauda, famoso uomo sandwich, con un autoadesivo da attaccare alla jeep raffigurante lui stesso che fa la pubblicità ai prodotti che ha sulla tuta. E una scritta sotto che dice: ci sono ancora cinque centimetri quadrati di tuta liberi, chi offre di più?

1 'continua Fou

Tale esigenza presuppone una programmazione che nel coordinamento delle iniziative garantisca la qualità e la creatività, nonchè la partecipazione della zona alla gestione dell'attività culturale. Il progetto "Musica per la città" elaborato dalle istituzioni musicali "Pomeriggi musicali" e "Angelicum", dall'Arci e dall'Agis, in collaborazione — in questa prima fase — con le commissioni cultura dei consigli di zona 6, 8, 17, 19 e 20, prevede l'uso di strutture esistenti sul territorio quali sale cinematografiche, chiese, sale parrocchiali, edifici storici, sale di strutture scolastiche, pubbliche e private. Il progetto si articola in diverse fasi:

1° fase esecutiva di concerti sinfonici da camera, musica contemporanea, musica popolare, canto e canzoni, seminari e iniziative a carattere locale con complessi operanti nelle zone.

2° fase di attività musicali a carattere didattico, in collaborazione con il Conservatorio di Musica Giuseppe Verdi, la Civica Scuola di Musica, Siem, da articolarsi nelle scuole con concerti didattici, corsi di aggiornamento per gli insegnanti, seminari liberi.

3° fase di accessibilità alle attività musicali primarie, quali concerti della Scala, RAI, Pomeriggi Musicali, ecc., nel senso di una maggiore partecipazione di pubblico dei quartieri nelle strutture tradizionali. I costi dei concerti sono stabiliti uniformemente in tutte le zone, con biglietti interi a L. 1.000 e ridotti a L. 500 per studenti e giovani.

La Commissione Cultura della zona 17 si è quindi impegnata in una programmazione che si articola nei vari generi musicali, per tentare di sondare le esigenze e i gusti della popolazione del quartiere in fatto di musica.

- Teatro S. Giovanni Battista alla Creta - Spettacolo musicale "E voi chi credete che io sia?" della Comunità Giovanile di S. Benedetto. Musiche e testi per un incontro con Gesù.

28.4.1978 venerdì - ore 21

- Cinema Araldo - Via Lorenteggio - Concerto degli "Stormy - Six".

12.5.1978 venerdì - ore 21

- Cine - Teatro P.za Frattini (sotto la Chiesa dell'Istituto Padre Monti) - Concerto de "I Fiati Italiani". Musiche dal 1800 ai giorni nostri.

26.5.1978 venerdì - ore 21

- Cine - Teatro P.za Frattini - Concerto Jazz "Gaetano Liguori Trio" (basso elettrico pianoforte batteria).

...e poi musica

Sembra che in questo periodo, nella nostra zona le iniziative musicali non manchino: anche la Biblioteca di Via Odazio si è data da fare in questo senso, e ha organizzato, in collaborazione con il musicista Riccardo Bianchini del Conservatorio di Pescara, una serie di conferenze - dibattito sul tema: Musica e classi sociali, con ascolti ragionati.

Le conferenze avranno luogo ogni venerdì alle ore 2030 presso la Biblioteca di Via Odazio, appunto. venerdì 7 aprile Musica colta e musica popolare: musica per chi e musica di chi. venerdì 14 aprile La Musica fino al '500: dalla Chiesa alle piazze e dalle piazze alla Corte. venerdì 21 aprile '600 e '700: la Musica di élite. venerdì 28 aprile '800: il musicista, la borghesia, il pubblico venerdì 5 maggio Il '900: tradizione e avanguardia; musica come merce. Intervento dell'Ensamble Bruno Maderna, con strumenti a fiato.

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BIBLIOTECA CIVICA DI VIA ODAZIO: UNA STRUTTURA INADEGUATA ALLE ESIGENZE DEI CITTADINI.

Ventannì... e li dimostra

ZONA 17: è questo il territorio in cui è inserita la Biblioteca CoMunale di via Odazio.

È stata inaugurata. nella primavera del 1958, dove prima esistevano prati e fontanili, ai margini di un gruppo di case popolari costruite in tempi diversi.

La cerimonia dell'inaugurazione si svolse tra la generale euforia: per quei tempi anche una biblioteca di modeste dimensioni come la "Lorenteggio" sembrava un grosso risultato. Prima di essa, infatti, la rete di biblioteche periferiche era costituita da cosiddetti "punti di prestito", aperti un paio d ore alla sera e comunemente collocati in qualche aula scolastica o in qualche vecchio edificio comunale.

Il fabbricato, o per meglio dire il prefabbricato, destinato alla nostra biblioteca era stato invece costruito con l'intento ben preciso di servire allo scopo; inoltre aveva un orario di ben sette ore (dalle 13 alle 20) e un regolare servizio di prestito e consulenza del libro.

L'afflusso fu subito soddisfacente: il pubblico era costituito da ragazzi, pensionati, casalinghe, impiegati e qualche operaio.

Funzionava soprattutto il servizio di prestito e tra i lettori prevalevano i cosiddetti "divoratori di libri", generalmente di evasione.

Negli anni sessanta qualcosa cambia. Ai vecchi quartieri di via Lorenteggio e di via Giambellino si aggregano quartieri nuovi lungo l'asse Inganni - Legioni RomaneCaterina da Forlì. Ai vecchi ceti proletari e sottoproletari si aggiunge la piccola e media borghesia. A quei tempi inizia anche la riforma della scuola media unica e la cosiddetta "scolarizzazione di massa", che modifica in buona parte il tipo di richieste da parte degli utenti.

Migliora infatti il livello qualitativo dei libri letti, in particolare quelli di narrativa. Aumenta in misura notevole l'afflusso di studenti e di conseguenza la richiesta di libri di saggistica in generale, in particolare di quelli che servono da sussidio ai programmi scolastici. Nel settore della consulenza poi il boom delle ricerche mette in seria difficoltà le strutture della Biblioteca.

Intanto si va estendendo, verso la fine degli anni sessanta, la contestazione.... Alcune biblioteche vengono occupate, compresa la nostra che vede per qualche tempo una

Mostra del libro in piazza I I

certa forma di autogestione. Attualmente la contestazione di quel tempo non esiste più...

Rimangono, in ogni caso, i problemi insoluti. L'edificio, in cui opera la Biblioteca ha una superficie di circa 220 mq.; è un grande salone, suddiviso da tramezze di legno, in cui si svolgono i servizi di prestito e di consulenza, sia per i ragazzi che per gli adulti. Manca, ad esempio, una sala da adibire sia alla consulenza dei ragazzi come, quando se ne presenti la necessità, alle manifestazioni culturali o all'uso di tecniche nuove (vedi gli audiovisivi) in alternativa o a sussidio del libro.

Il patrimonio librario è composto da circa 9.000 opere: gli abbonati sono 3600 in un territorio di

oltre 100.000 abitanti.

Come si vede, non sono cifre entusiasmanti. Inoltre attualmente si pongono problemi di sicurezza, sia per l'edificio come per il patrimonio librario.

La REGIONE ha emanato nel 1973 una legge sulle biblioteche, in cui, sia pure a grandi linee, si stabiliscono quali debbano essere le finalità di un servizio bibliotecario e ipotizzano un comitato di gestione. Questo potrebbe essere in un prossimo futuro l'obiettivo da raggiungere, in linea comunque coll'imminente approvazione del REGOLAMENTO PER LA GESTIONE SOCIALE DELLE BIBLIOTECHE PERIFERICHE e coi nuovi compiti del CONSIGLIO DI ZONA.

Albino Pessina

Corsi di ginnastica

Aperti alla cittadinanza nelle palestre delle scuole elementari "Cabrini e Strozzi".

L'iniziativa di un gruppo di genitori della scuola elementare "Strozzi" in collaborazione con il Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione — C.M.S.R. — è un esempio di utilizzo delle strutture sportivoscolastiche a beneficio della comunità tutta.

Nel giugno del 1977 il "gruppo genitori promotore" iniziava la pratica di richiesta di utilizzo delle palestre scolastiche-comunali al fine di farvi svolgere corsi di ginnasti^ per bambini e adulti aperti alla cittadinanza.

Dal settembre 1977 il C.M.S.R. ha quindi iniziato i corsi di ginnastica formativa, attrezzistica e minibasket per bambini in orario extrascolastico, e di ginnastica generale per adulti in orario successivo a quello dei bambini. I corsi sono a pagamento con quote di partecipazione approvate dalla giunta comunale.

Il Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione, ha lo scopo, tra l'altro, di avviare alle attività sportivoricreative la cittadinanza mediante l'organizzazione di corsi di ginnastica presso impianti comunali palestre e piscine delle scuole medie ed elementari. Si propone quindi

AGENZIA

di dare finalmente applicazione a quelle leggi e circolari ministeriali che pur esistono in materia, ma che in passato sono state spesso disattese.

Ricordiamo che un'ordinanza comunale coinvolge ora il consiglio di zona nella pratica assegnazione dell'uso degli impianti sportivi scolastici e non, nell'intento di regolare e assistere la comunità per quanto detto; è auspicabile quindi che l'iniziativa del "Gruppo Genitori Promotore" di via Strozzi sia seguito ed allargato in tutte le altre scuole che dispongono di attrezzature per favorire la diffusione della pratica sportiva presso tutti i cittadini.

È il caso di ricordare che gli impianti sportivi scolastici sono in pratica gli unici al "chiuso" e che, per la loro distribuzione, costituirebbero una rete di punti utenza di facile accesso per la popolazione dei quartieri che non dispongono di impianti adeguati.

Chi desiderasse informazioni circa i corsi su accennati o altri analoghi, potrà rivolgersi al C.M.S.B. P.le Lotto 15 (Lido) Tel. 366100 — 391667 — 391679.

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29 Aprile 7 Maggio

P.zza Napoli 30 Aprile Via Inganni 1 Maggio (all'altezza del Sup. Pam)

P.zza Bande 6 Maggio P.zza Frattini 13 Maggio Nere 14 Maggio

Mostra del Libro, organizzata dalle Librerie della zona 17 - Libreria di Alice - Libreria GiambellinoLibreria Mio Tempo.

Questa iniziativa è patrocinata dalla Comm. Culturale del Consiglio di Zona e dalla rivista "Il Diciassette".

CIRCUITO 5

PROGRAMMA DI APRILE

3/4 Mozart (concerto sinfonico) - Cinema Massimo

4/4 Cadaveri eccellenti (film) - Cinema Jolly

5/4 Scene dalla commedia dell'arte (teatro) - Circolo Arci Bellezza

5/4 La bisbetica domata (film) - Cinema Minerva

7/4 Quater spegasc in musica (teatro) - Cinema Jolly

8/4 Gaetano Liguori - trio (musica) - Cinema Mexico

9/4 Riunione di giovani (ballo con animatore) - Dopolavoro Istituto Sieroterapico

9/4 Crack (favola ecologicateatro ragazzi) - Cinema Mexico

12/4 Fratello sole sorella luna (film) - Cinema Minerva

14/4 Seppellire i morti (teatro) - Cinema Jolly

15/4 L'historie du soldat da Stravinsky (teatro) - Cinema Mexico

15/4 II ciarlatano (teatro ragazzi) - Circolo Arci Bellezza

I I I I I I I II I

PROMOSSO DAL CONSIGLIO DI ZONA 5 - GENOVA TICINESE - ROMANA IN COLLABORAZIONE CON TUTTE LE STRUTTURE CULTURALI DELLA ZONA

18/4 Allonsanfan (film) - Cinema Mexico

19/4 L'udienza (film) - Cinema Minerva

20/4 Canzoni della donna (musica folk) - Circolo Arci Bellezza

21/4 II delitto Matteotti (film)Cinema Jolly

21/4 Semm propi tucc istess? (il conte della quercia - teatro) - Cral Stella Alpina

23/4 La rivolta degli animali (teatro ragazzi) - Cinema MeXiC01 23/4 Passegiata ecologica in bicicletta (sport) - con partenza ore 9 da Parco Solari

25/4 Non - stop sulla resistenza (films) - Cinema Mexico

26/4 Non - stop sulla resistenza (films) - Cinema Mexico

27/4 Canzoni antifasciste dell'America lat. - Circolo Arcio Bellezza

28/4 Non - stop sulla Resistenza (films) - Cinema Jolly Spettacolo teatrale sulla Resistenza - Cinema Jolly

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A Milano c'è un posto dove potete fare 355 analisi mediche diverse senza andare in tanti posti diversi.

Il Centro Diagnostico Italiano.

Il Centro Diagnostico Italiano: lo conoscete?

É_ in pratica é un laboratorio di analisi mediche e diagnostiche. Solo piu grande. Molto piú grande. Il Centro Diagnostico Italiano, in pratica, è un posto dove potete fare ogni tipo di esame medico, dal piú semplice al piú complesso. Analisi del sangue, radiografie, cardiogrammi, insomma 355 analisi diverse.

Il Centro Diagnostico Italiano è a Milano, in via Saint Bon 20: se vi arrivate in auto, trovate anche un ampio parcheggio. Oppure, se volete una

indicazione ancora piú pratica, è al capolinea Inganni della linea 1 della Metropolitana.

Il C.D.I. è un centro altamente specializzato, organizzato in base alle esperienze dei maggiori centri diagnostici mondiali. Al C.D.I. lavorano medici, fisici, matematici, bioingegneri, analisti: oltre 200 persone. Il C.D.I. dispone di un modernissimo laboratorio di analisi. Inoltre ci sono reparti di radiologia ed endoscopia, medicina nucleare, radioimmunologia, e numerosi servizi specialistici: cardiologia, fisiopatologia polmonare. neurologia, urologia, reumatologia, ginecologia, oftalmologia, audiologia, pediatria.

Gli apparati del C.D.I. sono indubbiamente i piú moderni e precisi che l'ingegneria medica abbia sino ad oggi messo a disposizione del medico. I dati vengono controllati e organizzati dai computer che la IBM ha appositamente

programmato per il C.D.I. Tutto questo da due vantaggi al paziente. Il primo, e la rapidità delle analisi e del referto. Il secondo, di gran lunga il piú importante, è la precisione obiettiva del risultato.

E tutto questo va a vantaggio anche del medico curante che dispone di dati precisi e tempestivi, una base fidata su cui fondare la sua diagnosi e la sua terapia.

Chiedi

Centro Diagnostico Italiano

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del ODI al tuo Medico. Via Saint Bon, 20 20147 Milano Telefono: 41.43
Direttore Sanitario: Dr. Roberto Rocci

IL DICIASSETTEPUBRIC SPAZIOAPERTO

Spett.le Giornale di zona, vorrei rivolgere alcune domande al Sig. Moriggia in merito all'articolo sulla conduzione democratica dello I.A.C.P.

Ho fatto un calcolo elementare e risulta che le persone facenti parte della Commissione sono 15 più naturalmente i membri dell'Istituto stesso. Ora chiedo se è mai possibile che 15 persone non riescano a far pagare l'affitto ad un solo moroso?

caso di mancata restituzione della lettera firmata, si procederà legalmente, a carico dell'inquilino, per il recupero forzoso di quanto dovuto". Nella globalità, gli inquilini dello IACP di Milano che si trovano nella situazione di morosità sono

CFM101.03 -

Io purtroppo non abito nelle case popolari, ma per mia disgrazia in una casa privata che, anche se non di recente costruzione non è nemmeno vecchia. Io ci abito da zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 8 anni e purtroppo pago un affitto salato. Circa un anno fa, per cause non dipendenti dalla mia volontà, rimasi in arretrato di 3 mesi d'affitto; subito l'amminitratore mi inviò una lettera di sfratto per morosità. Mi ci volle molto per convincere l'amministratore che nel termine di sei mesi mi sarei portato alla pari (volle un'impegno scritto, ammonendomi che non succedesse più).

Si sente dire da diverse persone, anche autorevoli, che chi è proprietario di appartamenti, ville ed industrie o con reddito superiore a 10 milioni non ha diritto alla casa popolare. E allora come mai ci abitano?

Vorrei inoltre chiedere a chi dirige il giornale come mai un articolo così di attualità non è stato firmato, ha forse paura l'articolista afirmarsi?Si vergognava forse di essere stato troppo generico nei confronti dell'intervistato per non metterlo nell'imbarazzo di risposte non piacenti alla Direzione dello I.A.C.P.? Angelo Cusati

Egregio Sig. Cusati, nella sua lettera si riferisce una intervista da me rilasciata alla rappresentante della redazione Erminia Negrini che per motivi di organizzazione del giornale non si era posta la domanda "firmo o non firmo il servizio". Questo sia chiaro non è dovuto al fatto di "vergognarsi" per la genericità di quanto pubblicato e nemmeno all'imbarazzo che avrebbe potuto esserci nello scrivente per qualche cosa di più "piccante" nei confronti dello IACP. Chi conosce l'intervistato e la redazione, mi creda Sig. Cusati, non si farebbe venire simili pensieri.

Nella sua lettera chiede che le venga specificato come lo IACP intenda procedere per il recupero della morosità.

Il Consiglio di Amministrazione dello IACP, in accordo con l'Amministrazione Comunale, ha deliberato il recupero della morosità al 30.7.77.

Agli inquilini che hanno un debito in tale data, pari o superiore a sei mensilità, viene inviata una lettera nella quale è specificato l'ammontare del debito e le modalità di pagamento: un acconto in percentuale e rate mensili. La lettera è da restituirsi firmata allo IACP per accettazione e come impegno al pagamento "restando inteso che, in

17.062. Nella nostra zona, che comprende circa 18.000 inquilini, quelli che hanno ricevuto o riceveranno detta lettera sono 3.620. La Commissione decentrata, d'accordo con l'Amministrazione dello IACP, si sta adoperando per dare il via all'azione contro la morosità, tanto più che ogni membro della Commissione, tramite l'organizzazione a cui appartiene, ritiene di aver contribuito col suo operato a determinare la scelta in parola. La questione poi di chi ha diritto a restare nell'alloggio popolare è un fatto sul quale la Commissione sta attualmente lavorando. Alcune denunce in proposito sono già state fatte, sia per gli inquilini che rientrano in fascie speciali di reddito familiare, sia per quanti occupano la casa dello IACP pur essendo proprietari di altre case. Questo è un primo passo verso il risanamento dell'Istituto altri saranno compiuti, purtroppo a lunga scadenza per ragioni di finanziamento, per costruire case popolari ed economiche e per alleviare i lavoratori di quel disagio che Lei personalmente prova essendo inquilino di casa privata e che chiaramente denuncia nella sua lettera.

Come lavora ed opera la Commissione di cui faccio parte, abbia la compiacenza di partecipare a qualche riunione, potrà così rendersene conto.

CONSU LENZE

A iniziare dal prossimo numero, risponderemo in questa rubrica ad ogni quesito che vorrete sottoporci sui problemi della casa, del lavoro e delle pensioni. Collaboreranno con noi degli esperti nei tre settori: SUNIA, CUZ e un esperto INPS.

A tutti coloro che ci scriveranno, sarà data una risposta nel più breve tempo possibile: sul giornale, compatibilmente con lo spazio, oppure direttamente a casa. Vi preghiamo quindi di specificare nella vostra lettera, nome e indirizzo completo, oltre ad una precisa descrizione del vostro problema. Le vostre richieste vanno indirizzate a: Il Diciassette - Servizio ConsulenzaVia Inganni,s4 - Milano.

Il servizio e completamente gratuito.

SUNIAPENSIONISINDACATO

il Diciassette organizza un concorso fotografico al quale possono partecipare tutti sul tema:

vita di quartiere

scadenza: fine maggio sezioni: stampe in BN formato: massimo 30x40 numero stampe: massimo 5 quota: partecipazione gratuita mostra: le foto partecipanti al concorso saranno esposte in una mostra organizzata in luogo e data da destinarsi premi: premi e segnalazioni alle foto migliori note: le foto partecipanti resteranno di proprietà del giornale che potrà eventualmente servirsene per la pubblicazione indirizzo: consegnare o spedire in busta chiusa con allegato il tagliando in calce a: il Diciassette c/o Centro Sociale - via Inganni, 4 MILANO.

TUTTI
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