5 minute read

Problemi del rione di Lambrate

L'esigenza per il rione Lambrate di essere dotato di Case Popolari ha le sue ragioni in due dati di fatto. Da un'analisi anche superficiale del rione risulta che Lambrate si avvia ad essere zona industriale d'importanza notevole. Si può calcolare che circa 8000 lavoratori sono impiegati nelle fabbriche, quando tutta la popolazione ammonta a solo 6000 abitanti. Su 6000 aottanti da considerarsi a struttura sociale operaia, soltanto il 30% è produttiva, di cui più della meta lavora fuori rione. Soltanto un migliaio di lambratesiquindi si alza da letto un quarto d'ora prima di recarsi sul luogo di lavoro. Il resto dei lavoratori che operano nell'industria del rione vi affluiscono da Milano e provincia. Dopo questa sommaria analisi risulta chiaro che la situazione della mano d'opera' è contraddittoria con i più elementari concetti di produttività. Il rendimento fisico di un individuo dopo alcune ore di treno e poche ore di riposo è ridotto del 30%; a lungo andare una simile situazione si fa sentire ove l'età media di un operaio dipende dalle sue condizioni di lavoro e la produttività di una fabbrica dal rendimento fisico della mano d'opera.

Il problema delle case popolari a Lambrate si risolve quindi per il primo punto nei seguenti termini:

Advertisement

Case Popolari significherebbero agevolazione di circa 6000 operai costretti a un regime di vita faticoso e ignobile; vantaggio per la produzione; costituzione di una cintura cittadina industriale funzionale che consente -l'ampliamento e il potenziamento dell'economia del rione. Nè d'altronde l'afflusso dei lavoratori a Lambrate tende a diminuire se si considera che stanno sorgendo stabilimenti interessanti il settore chimico metalmeccanico alimentaristico e farmaceutico. Passiamo ora al secondo punto che ci autorizza come cittadini di Lambrate a chiedere l'urgente risoluzione del problema dell'abilità.

Il 90% circa dei fabbricati pubblici in vie che ricordano topograficamente l'origine comunale del rione, risale a mezzo secolo fa. Se si considerano poi i cascinali ugualmente abitati da operai, questi sono di qualche secolo fa.

Intere famiglie sono situate in stanze su ballatoi a cortile unico a servizi igienici limitati, insufficienti. Manca l'acqua, si attinge a un'unica pompa, d'inverno si annega nel fango e d'estate si mangia polvere. Il gruppo di case più funzionali, in via Folli, conta un sopra-affollamento di 4 persone per vano. In via S. Faustino, 7 famiglie su 30 vivono sotto il piano stradale; questa situazione dovrà essere inquadrata in un ambiente a dati crudamente tragici. Esiste un gabinetto esterno di media su 12 famiglie; non esistono fognature. Spesso un letto basta per tutta la famiglia senza distinzione di sesso e d'età. Se vi è a Lambrate un problema di civiltà non può essere risolto che con il miglioramento delle condizioni base di vita.

Nello stabile n. 7 di via Saccardo, 9 famiglie vivono, 5 in due locali, 4 in un locale, con una punta massima di 8 persone per vano. Nello stesso fabbricato sono situati 2 lavoratori meccanici, 1 deposito di vino e 1 autorimessa.

Viene spontaneo di dire che dove i problemi della .convivenza umana assumono queste pro- porzioni, è doveroso per tutti di ogni fede politica, di ogni credo religioso, unirsi alla nostra denuncia, alle nostre petizioni, alla nostra speranza. Questo è il punto: è perchè esistono condizioni che solo con la lotta si possono sanare.

E' una lotta pacifica, continua, spossante della gente semplice in cerca di una vita migliore. Noi di Lambrate chiediamo per i lavoratori che sono e che non sono lambratesi, case nuove e case -pulite.

Aria nuova alla Innocenti

Ad un recente convegno di democristiani tenutosi a Bologna, in un intervento l'on. Buttè ha testualmente detto che attualmente nelle fabbriche italiane c'è una atmosfera di paura che s'identifica, egli continua, in quel complesso di condizioni che sovente impediscono che si rendano pubblici azioni e fatti che si verificano nei luoghi di lavoro, introduzione di sistemi mortificatori della dignità umana, lotta alle organizzazioni sindacali e sociali, violazioni delle leggi. Allora signori non siamo dei visionari e nemmeno dei perturbatori dell'ordine sociale quando dichiariamo che nella nostra fabbrica da dicembre a questa parte altro non si è fatto che cercare di rendere l'atmosfera il più possibile analoga alla sopra accennata.

E' o non è vero che oggi giorno alla Innocenti si sta instaurando un clima di terrore e di paura che ci ricorda molto da vicino i sistemi ed i metodi del famoso ventennio. E se non lo è, come debbono essere definiti il comportamento e la mentalità dei vari capi squadra e capi reparto, certamente spinti dall'alto nell'esplicare le loro funzioni, nei confronti degli operai? E tutte le mille piccole ma non per questo meno gravi, astuzie, che si mettono in atto verso quegli operai che più coraggiosamente si battono per il rispetto dei propri e altrui diritti, per rendere la loro vita il più difficile possibile? E l'apparato poliziesco che circonda e controlla e spia gli operai come se fossero dei lebbrosi?

Questo Era I 1 Campeggio Del 1954

Evidentemente devono aver dato buoni frutti i sistemi della politica paternalistica instaurata dalla direzione nei rapporti di produzione se la stessa non perde occasione per applicarli in misura sempre più accentuata. Ci riferiamo in modo particolare alla questione del campeggio. Come certamente saprete ogni anno il C.R.A.L. (organismo prettamente operaio) organizzava durante il periodo delle ferie un campeggio per i giovani, accollandosi la maggior parte degli oneri. Tale iniziativa, è necessario premetterlo, era attuata con sistemi assolutamente democratici.

Infatti sia la scelta della località, come tutti gli altri problemi erano ampiamente affrontati e discussi fra tutti quei giovani che erano direttamente interessati. Come risultato la gran parte dei giovani soddisfava un proprio desiderio. Ebbene quest'anno la direzione non volendo essere da meno in fatto di assistenza agli organismi operai ha deciso di accollarsi ogni responsabilità riguardante il campeggio. Ha infatti invitato perentoriamente il C.R.A.L. a non volersi interessare della faccenda, ha assunto l'iniziativa e si è tanto preoccupata da ritenere le proprie decisioni uniche inappellabili.

Pur ammirando incondizionatamente lo spirito di carità che certamente ha ispirato la sua condotta vogliamo ricordare alla direzione come il campeggio sia stato e sia tutt'ora frutto della lotta dei giovani, che hanno saputo realizzarla grazie alla loro volontà e alla fiducia che avevano nella loro organizzazione. Se veramente sono, come la direzione dichiara, sentimenti umani e disinteressati quelli che le dettano tali iniziative, perchè non si è limitata a offrire un solido contributo al nostro C.R.A.L. aiutandolo così a superare quelle difficoltà che il campeggio presentava? Ha tenuto conto la nostra direzione nella scelta della località, fattore importantissimo ai fini della buona riuscita di un campeggio, del parere e dei suggerimenti dei giovani? No, ha stroncato sul nascere ogni iniziativa degli stessi. Scopo evidente di tutto questo non è certamente il desiderio di sobbarcarsi una maggior cura e una più grande responsabilità, ma quello di sottrarre ogni e qualsiasi iniziativa agli organismi proletari mantenendo in questo caso i giovani sotto la loro diretta e paterna tutela per poter con un buffetto sulla guancia o una manata sulle spalle soffocare le loro aspirazioni per una migliore vita sociale. Forse che la scelta di Courmajeur sia una pura coincidenza con il campeggio nazionale delr A.C.L.I. che si svolgerà nella stessa località e nello stesso periodo?

Il trucco è vecchio signori della direzione, e come tutti i vecchi giuochi ha perso ogni attrattiva e quel che è peggio se ne conosce il trucco.

Si allettano e si ricattano gli operai più coscienti per farli recedere dalle loro posizioni, e se questi mezzi non bastano, li si umilia, offendendoli nella loro dignità e nella loro capacità. Si arriva a sospendere gli operai che chiedono il rispetto dei propri diritti.

O forse l'atmosfera così determinata s'inquadra perfettamente e si identifica nella cosiddetta « aria nuova Innocenti »?

Vorremmo che a queste domande i nostri amici invece d'abbandonarsi alla facile demagogia riflettano un poco, si guardino attorno, aprano gli occhi e facciano un esame sereno ed obiettivo della situazione.

E se sapranno giungere a tanto auguriamo loro di continuare sulla via pratica, per il bene della classe operaia.

Fate i vostri acquisti di calzature da

FERRETTI MARIO MILANO

Viale Montenero, 35 RISPARMIERETE

Fatevi rilasciare il buono dal CR AL

This article is from: