6 minute read

HIP-HOP, 50 ANNI DI UN FENOMENO NATO NEL BRONX

HIP-HOP, 50 YEARS OF A PHENOMENON BORN IN THE BRONX

Un genere musicale ma anche un universo estetico, dai primordi nel popolare e malfamato Bronx, fino a fenomeno globale. L’hip hop compie i suoi primi cinquant’anni proprio quest’anno, e una cifra così importante merita sia celebrazioni che riflessioni. Un traguardo significativo, i cui sviluppi nel corso di queste decadi vengono esplorati attraverso oltre 200 fotografie in mostra da Fotografiska a Park Avenue, NYC. ‘Hip Hop: Conscious, Unconscious’ il titolo della mostra realizzata in partnership con la rivista Mass Appeal, e curata da Sacha Jenkins e Sally Berman, responsabile creativo ed ex direttrice della fotografia della rivista, cattura tutti i momenti che hanno segnato la storia dell’Hip Hop, dalle sessioni improvvisate nel Bronx fino a diventare un fenomeno mondiale.

Advertisement

“I fotografi - ha spiegato Jenkins all’Ansa- erano, per così dire, le ostetriche che hanno aiutato sia coloro che ne erano parte sia quelli al di fuori a capirne il valore”. Gli scatti fotografici riportano negli anni ’70, quando a New York la criminalità impazzava ma la creatività era ai massimi livelli. Tutto ha avuto inizio ad una festa di ritorno a scuola di Cindy e Clive Campbell (alias DJ Kool Herc) tenutasi nella sala ricreativa del loro condominio nel Bronx, l’11 agosto 1973. Durante quel leggendario party, Herc ebbe una intuizione che si rivelò una delle scelte creative chiave della musica del XX secolo. Aveva capito quali fossero i brani o le parti di essi che la gente aspettava per scatenarsi. Il momento clou era la parte strumentale in cui tutti gli elementi scemavano a favore delle percussioni e del ritmo: il break. Da

Amusical genre but also an aesthetic universe, from the beginnings in the popular and infamous Bronx, to a global phenomenon. Hip hop is celebrating its first fifty years this year, and such an important number deserves both celebrations and reflections.

A significant achievement, whose developments over these decades are explored through over 200 photographs exposed by Fotografiska in Park Avenue, NYC. ‘Hip Hop: Conscious, Unconscious’ is the title of the exhibit organized in partnership with the magazine Mass Appeal, and curated by Sacha jenkins and Sally Berman, creative director and former magazine editor of the magazine, that catches all of the moments that have marked the history of Hip Hop, from improvised sessions in the Bronx to becoming a worldwide phenomenon.

‘Photographers- explained Jenkins to the Ansa- were, so to speak, the midwives that helped both the ones who were part of it, and those who were not, to understand its value’.

The photo shooted bring visitors back to the 70s, when in New York crime raged but creativity was at its highest levels. Everything started at a welcome-back party at Cindy and Clive Campbell’s school (alias DJ Kool Herc) held in the recreation room of their condo in the Bronx, August 11, 1973

During that legendary party, Herc had an intuition that turned out to be one of the key creative choices of XX century music. He had already understood what kind of songs and what part of them people were waiting for to romp to. The highlight was the instrumental part during which all of the elements faded in favor quel momento di ispirazione è arrivato il concetto di breakbeat, quindi campionamento e tecnologia di produzione musicale, nonché ogni tipo di tecnica di produzione basata su loop. Lì, in quelli che all’epoca erano quartieri-ghetto per tutte le minoranze etniche, nasce la cultura hip hop, elemento di identificazione della cultura “black” e parte fondamentale della storia recente americana. of percussion and rhythm: the break. From that inspirational moment was produced the concept of breakbeat, then sampling and music production technology, as well as any type of loopbased production technique. There, places that were ghetto neighborhoods for all the ethnic minorities established hip hop culture; an identification element of “black” culture and a fundamental part of American recent history.

Dagli anni ’90 la popolarità dell’hip hop, è cresciuta in modo esponenziale negli Stati Uniti e nel mondo. È avvenuto in parte grazie al successo trasversale di musicisti come Jay-Z, Drake, Kanye West, Dr. Dre, Lauryn Hill, i compianti Tupac Shakur e Notorius B.I.G.. Nel 2017, l’hip hop e l’R&B – superarono negli Stati Uniti il rock per la prima volta, diventando la musica più ascoltata in assoluto. Tuttavia una recente riduzione delle quote di mercato e una flessione nel successo dei singoli e dei dischi hanno portato alcuni analisti a chiedersi se siano finiti gli anni del grande successo dell’hip hop. Al momento non possiamo dirlo, ma sebbene l’hip hop non arrivi in perfetta forma ai suoi primi 50, rimane tra i generi più ascoltati in assoluto, e ha molte carte da giocare per riprendersi il trono di genere più amato e suonato. Ma dire che l’hip hop è musica, è davvero riduttivo.

From the nineties, Hip Hop popularity grew exponentially in the United States so as in the whole world. It was possible thanks to the success of musicians such as Jay-Z, Drake, Kanye West, Dr. Dre, Lauryn Hill, dear departed Tupac Shakur and Notorious B.I.G

In 2017, hip hop alongside with R&B surpassed rock music in the United States for the first time, becoming the most listened type of music ever

However, a recent decrease in market share and a decline in the success of singles and records have led some analysts to wonder if the years of the great success of hip hop are over. At the moment we can not say that, but although hip hop does not reach its fifties in perfect shape, it continues to be among the most listened genres ever, and has many cards to play to take back the most beloved and played genre throne. But saying that hip hop is music, is really reductive.

Likewise, fashion adapted to hip hop giving birth to a mix of different styles. It is more than a style, it is one of the more persuasive manifestations of culture and fashion of the twentyfirst century, from luxury brands to everyday clothing, that contributed to make streetwear, athleisure and logomania popular. American brands such as Ralph Lauren and Tommy Hilfiger, and European luxury fashion houses such as Gucci, Louis Vuitton and Versace addressed the hip hop generation in their own way. A turning point occurred in 2004 when Sean Combs won the Menswear Designer of the Year Award from the Council of Fashion Designers of America. He was one of the first black designers to win this prize and showed to the industry that hip hop fashion was not only different from what we thought, but also that it could no longer be ignored. Today, hip hop references are pervasive. Indeed, hip hop artists give relevance and exposure to fashion brands and designers immersed in culture, from Virgil Abloh to Pharrell Williams and Rihanna, are respected if not revered, in the industry. Precisely on this aspect focuses the second exhibit of the year, dedicated to hip hop, entitled: Fresh, Fly, and Fabulous: Fifty Years of Hip Hop Style of the Fashion Institute of Technology in New York. This event, since February 8th, explores this revolutionary and influential style with over 100 iconic garments and accessories. Beside that, this is the first time ever that the museum examines fashion exclusively through a musical genre, showing off at 50 years, in an even more brazen way.

Anche la moda si è adattata all’hip hop dando vita a un mix di stili diversi. È più di uno stile, è una delle manifestazioni più pervasive della cultura e della moda del ventunesimo secolo, dalle griffe di lusso all’abbigliamento di tutti i giorni, che ha reso popolare lo streetwear, l’athleisure e la logomania. Marchi americani come Ralph Lauren e Tommy Hilfiger, e case di lusso europee come Gucci, Louis Vuitton e Versace si sono rivolte alla generazione hip hop a modo loro. Un momento di svolta si è verificato nel 2004 quando Sean Combs ha vinto il Menswear Designer of the Year Award dal Council of Fashion Designers of America. È stato il primo designer nero a ottenere questo premio e ha mostrato all’industria che la moda hip hop non solo era diversa da quella che si aspettavano, ma che non poteva più essere ignorata. Oggi i riferimenti hip hop sono pervasivi, gli artisti hip hop conferiscono rilevanza ed esposizione ai marchi di moda e i designer immersi nella cultura, da Virgil Abloh a Pharrell Williams e Rihanna, sono rispettato se non venerati, nel settore. Proprio su questo aspetto di concentra la seconda mosta dell’anno dedicata all’hip hop, dal titolo: Fresh, Fly, and Fabulous: Fifty Years of Hip Hop Style del Fashion Institute of Technology di New York, che dall’8 febbraio esplora questo stile rivoluzionario e influente con oltre 100 capi e accessori iconici. Non solo: questa è in assoluto la prima volta che il museo esamina la moda esclusivamente attraverso un genere musicale, mettendosi in mostra e dandosi un po’ di arie, a 50 anni in maniera ancora più sfacciata.

This article is from: