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6.2 Gioco: primo grande educatore

Capitolo 6 – Il giocare e il gioco [ 123 ]

6.2GIOCO: PRIMO GRANDE EDUCATORE

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Il gioco è un’esperienza che caratterizza l’intera proposta educativa dello scautismo e in Branca L/C è lo spirito che pervade le attività, che vengono perciò presentate tutte sotto forma di gioco.

I capi possono sfruttare le potenzialità del gioco come preziosa occasione educativa: alcune delle esperienze importanti da vivere per la comunità di branco e cerchio possono essere veicolate o consolidate dalle modalità o dalla struttura dei giochi. Uno staff proporrà dei giochi sapendo leggere potenzialità, desideri e bisogni dei bambini con la consapevolezza però che ciascuno di loro verrà coinvolto, vivrà e rielaborerà l’esperienza in modo del tutto personale, originale e, per buona parte, indecifrabile, andando oltre quello che può essere il progetto dei capi.

Allo stesso modo dovranno essere offerti spazi e tempi di gioco libero, nel quale i bambini possano sperimentare modalità autonome, che siano occasione di accordo sulle regole, di risoluzione dei conflitti: in questo modo il gioco libero diventa anche un’importante opportunità di osservazione per il capo, che può rimanere ai margini o partecipare anch’esso al gioco.

Bisogna comunque ricordare che tutte le funzioni del gioco costituiscono il punto di vista dell’adulto; per il bambino non esiste un obiettivo di crescita né, in generale, il gioco è visto come un mezzo: un bambino gioca e basta, è il suo modo naturale di interagire con gli altri, con il mondo e con se stesso. Il gioco, per i bambini, non serve a niente, se non a giocare!

[ 124 ] Parte 2 – Un bel gioco

Bambini e capi giocano l’intera vita di branco e cerchio: ognuno gioca, da lupetto e coccinella, insieme agli altri a scoprire la Legge, a mettere in pratica Motto e Promessa e a percorrere, in un clima di famiglia felice, la propria pista e il proprio sentiero.

Tutto è gioco, anche mettere in ordine la sede o la tana, aver cura del materiale di sestiglia, asciugare le pentole durante le vacanze di branco o cerchio, preparare lo zaino, ed è vissuto in un clima gioioso, accogliente, di fraternità, dove ci si vuole bene, cioè la famiglia felice: • giochiamo la pista del lupetto e il sentiero della coccinella, perché è con questo gioco che il lupetto e la coccinella scoprono, identificano e realizzano le proprie potenzialità; • giochiamo un racconto nell’ambiente fantastico, non solo perché Le storie di Mowgli e Sette Punti Neri si prestano ad elaborare e realizzare bellissimi giochi e attività, ma per l’opera di mediazione che l’ambiente fantastico svolge tra la realtà frammentata che vive il bambino e il suo effettivo bisogno di unitarietà, organicità e gradualità delle esperienze; • giochiamo la conoscenza di Gesù, recuperando, attraverso il gioco, le esperienze e le dimensioni della vita che raccontano ai bambini il Grande Annuncio.

Il gioco è quindi un’esperienza da vivere con continuità all’interno della Branca L/C e i capi devono avere cura che sia: • graduale, proponendo all’inizio dell’anno giochi brevi e semplici che richiedono poche abilità per arrivare a giochi più lunghi e complessi, come quelli di squadra, per cui è necessario padroneggiare abilità diverse o che comprendono componenti di giochi più semplici acquisite in precedenza, in una progressione di complessità durante l’anno che corrisponda alla crescita della comunità; • varia, immaginando giochi in cui i bambini possano sperimentare o mostrare agli altri abilità diverse, in modo che, di volta in volta, ci sia spazio per le diverse capacità e i desideri di ciascuno; bilanciando nel corso dell’anno esperienze diverse

Capitolo 6 – Il giocare e il gioco [ 125 ]

come quelle ludica, creativa, manipolativa, per attraversare la globalità delle diverse dimensioni di crescita (corporea, emotiva, ecc.); non tutti i giochi infatti sono uguali: ci sono giochi in cui la componente fisica è predominante, altri in cui ci sono regole più complesse da rispettare, altri ancora in cui è predominante la strategia e così via; • coinvolgente, assicurandosi che l’impegno che il gioco richiede sia adeguato ai bambini e alle bambine, perché possano assaporare il gusto di fare del proprio meglio, sentendosi messi alla prova su abilità e competenze da sperimentare o consolidare.

Un gioco è coinvolgente se riesce a rispettare, in modo calibrato e semplice, le capacità, le abilità, la forza fisica ed emotiva di ogni bambino, ma anche se richiede quel piccolo “sforzo” in più che aiuti il lupetto e la coccinella a mettercela tutta, a fare del proprio meglio, vivendolo da vero protagonista; • vera, proponendo dimensioni di sfida attraverso regole da rispettare, strategie da immaginare, la squadra da organizzare, piccoli limiti da superare anche attraverso il miglioramento di abilità già acquisite.