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In diretta dall’Europa
Il mese scorso a Bruxelles si è svolta un’importante conferenza sulla crisi abitativa in Europa, con l’obiettivo di individuare possibili soluzioni da seguire. La valutazione sullo stato attuale della situazione hanno condotto a definire alcune raccomandazioni condivise, su come affrontare l’attuale crisi immobiliare.
Gli europei nel loro insieme, e non solo i gruppi più vulnerabili, sono sempre più preoccupati per la crescente mancanza di alloggi a prezzi accessibili. Molte famiglie, soprattutto quelle a basso reddito, sono sovraccaricati dai costi immobiliari a causa del forte aumento dell’inflazione legata al settore immobiliare e delle tariffe e dei prezzi dell’energia in tutta l’Unione europea.
Un terzo dei cittadini europei vive in affitto e anche questi sono spesso inaccessibili. Anche la disponibilità di alloggi sociali è diminuita in alcuni paesi a partire dal 2010, in parte a causa di ciò, ma in alcuni casi, al calo generalizzato degli investimenti pubblici nell’edilizia abitativa.
L’aumento dei costi di costruzione derivante dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dei macchinari, oltre che del lavoro, standard di efficienza energetica più rigorosi e tassi di interesse in aumento, stanno spingendo al rialzo i costi di sviluppo, che influiscono sulla sostenibilità dei progetti di edilizia sociale a prezzi accessibili.
Il numero dei senzatetto, che rappresenta una preoccupazione in tutti gli Stati membri dell’UE, ha continuato ad aumentare nel corso dell’ultimo decennio, anche a causa del Covid-19, che ha ulteriormente aumentato la portata dei senzatetto nell’Unione Europea.
L’impatto della pandemia è stato particolarmente grave per i giovani, che rischiano di essere i più vulnerabili nell’attuale crisi immobiliare: i nuovi entranti nel mercato devono affrontare lunghissime liste di attesa per gli alloggi sociali.
fQuando acquistano, i giovani si trovano ad affrontare prezzi elevati e ora devono far fronte a mutui sempre più onerosi, tant’è che nell’ultimo decennio il numero di proprietari di case nell’UE è diminuito, trainato sopratutto dal calo del numero di case di proprietà tra i giovani. Questo fenomeno sta costringendo i figli a restare più a lungo con i genitori, perché non possono permettersi un alloggio indipendente, il che incide sulla creazione di nuove famiglie, oltre alla costrizione di vivere in ambienti piccoli, non ristrutturati e inefficienti dal punto di vista energetico.
L’accesso ad alloggi accessibili, dignitosi, sostenibili, inclusivi e resilienti è allo stesso tempo un importante bisogno e diritto sociale: è uno dei 20 principi essenziali del pilastro sociale dell’UE, è conforme all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ed è in linea con la Carta di Ginevra sull’edilizia sostenibile. Tuttavia viene costantemente messo in discussione dalle varie crisi che l’UE ha dovuto affrontare negli ultimi anni.
Le iniziative dell’UE che compongono il Green Deal richiedono la revisione del nostro modello economico che dovrebbe essere convertito in uno più moderno, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitivo.
L’obiettivo di non lasciare nessuno indietro potrà essere mantenuto solo se l’offerta di alloggi aumenta, per soddisfare i bisogni sociali urgenti e se il patrimonio immobiliare europeo sarà adattato meglio alle nuove esigenze di qualità, convenienza, accessibilità ed efficienza, di fronte alle sfide del cambiamento climatico.
Questi obiettivi si traducono in due soli concetti: attenzione prioritaria e necessità di mobilitare investimenti su larga scala nel settore. Non resta che auspicare a breve la definizione delle ipotesi di soluzione da inserire nella prossima agenda, per dare sul tema risposte concrete ai cittadini europei..