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SCENARI/SUCCHI DI FRUTTA
SCENARI/SUCCHI DI FRUTTA
LA STRADA È ANCORA LUNGA
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IL MONDO DELLE BEVANDE ALLA FRUTTA STA RECUPERANDO TERRENO DOPO LE FORTI CONTRAZIONI DEL 2020, MA RESTA DA COLMARE UN IMPORTANTE GAP A VOLUME PER TORNARE AI LIVELLI PRE-COVID
DI CARLO D’AMBONEO
Il comparto dei succhi e nettari di frutta destinati all’Horeca è risalito nel 2021 dalla depressione dove era sprofondato con le chiusure per il Covid, ma non ancora abbastanza per tornare sui livelli del 2019, ovvero l’anno di riferimento pre-pandemia. A mancare all’appello è ancora un quinto circa
delle vendite a volume (21,9%), cioè 8,7 milioni di litri in totale per chiudere definitivamente i conti con l’annus horribilis. La ripresa è però proseguita nei primi mesi del 2022 e ciò fa ben sperare per il
futuro. È quanto emerge dalla lettura dei dati di vendita raccolti da IRI nei canali dell’Horeca e aggiornati al 28 febbraio 2022. Le rilevazioni prendono in considerazione il sell out di 1.061 depositi all’ingrosso, che rappresentano l’universo dei distributori di bevande, più due canali di sbocco – bar diurni e ristoranti – che
insieme incidono intorno al 25% sul venduto dei grossisti per questa categoria.
IL TREND DEI PREZZI
Nell’insieme nel 2021 il settore ha recuperato il 31,9% a
valore rispetto al 2020 e le vendite complessive si sono
attestate a quasi 31 milioni di litri. Il prezzo medio è stato di 2,17 euro a litro nei grossisti e di poco superiore nei due canali considerati: 2,70 euro nei bar diurni e 2,24 euro nei ristoranti. Per quanto riguarda i grossisti, il prezzo medio è cresciuto del 4%, sempre nel 2021 rispetto all’anno precedente, mentre in bar diurni e ristoranti si è riscontrata una sostanziale stabilità: +0,5% e +0,9% rispettivamente. C’è da tener conto che tutti gli esercizi commerciali hanno cercato di non perdere le opportunità di vendita nel post-pandemia, sia nel contenere i prezzi sia attrezzandosi – già dal 2020 – per aumentare le capienze, ridotte drasticamente durante il periodo pandemico.
Da sottolineare poi che i ristoranti si erano già portati avanti nei listini, come dimostra l’incremento dell’8,1% dei prezzi medi registrato nella comparazione con il 2019, al contrario dei bar diurni nei quali l’aumento
risulta allineato con quello dei grossisti. Il tema è inevitabilmente destinato a diventare di sempre più complessa gestione alla luce dei fenomeni inflattivi in atto, come confermano le rilevazioni IRI che fotografano a fine dello scorso febbraio un aumento del prezzo medio nei grossisti pari al +7% rispetto al medesimo periodo del 2021.
IL VETRO SI DIFENDE MEGLIO DEL PET
Venendo ai formati, si può affermare che le
confezioni in plastica nel post-Covid hanno registrato un minore appeal rispetto alle bot-
tiglie in vetro, osservando gli andamenti medi di mercato: nel 2021 rispetto al 2019 il calo a volume è stato del 22% per la plastica contro il -20,3% del vetro, mentre nel primo bimestre 2022 rispetto al corrispondente del 2020 (pre-pandemia) la diminuzione è stata del 30,5% per la plastica a fronte del -17,4% del vetro. Mettendo a confronto le vendite a valore con le vendite a volume si trae qualche informazione in più sui trend, in particolare sulle scelte di acquisto durante la pandemia: per i pack in plastica il calo è stato minore a volume, ciò significa che sono state penalizzati maggiormente i prodotti più cari sul mercato, mentre il contrario è avvenuto per i pack in vetro, dove un calo maggiore dei volumi


sottintende esattamente l’opposto.
Da sottolineare anche il forte aumento dei prezzi medi (+16,6%) delle bottiglie in plastica registrato nel 2022, come conseguenza dell’impennata delle materie prime a par-
tire da fine 2021. Incrementi importanti i produttori ora li lamentano anche per le quotazioni del vetro e di certo questo avrà effetti rilevanti sui listini dei distributori Horeca e sui canali di sbocco. Per quanto riguarda l’offerta, la pandemia ha comportato una contrazione in termini strettamente numerici: nel
progressivo 2022 i grossisti contano 46,5 referenze medie settimanali per quanto riguarda le bevande al-
la frutta, cioè 4,3 referenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2020, anche se va evidenziato il recupero pari a 5,9 referenze rispetto al 2021. Ampliando lo sguardo ai due canali di sbocco esaminati – bar diurni e ristoranti – la risalita in termini di referenze medie settimanali è confermata e legata soprattutto ai formati in vetro.

Bevande alla frutta, l’andamento delle vendite nel 2021
Var. % a valore vs 2019 Vendite a volume l Var. % a volume vs 2019 Prezzo medio Var. % prezzo medio vs 2019 N. referenze medie settimanali Var. n. referenze medie settimanali vs 2019
Bevande alla frutta -20,0% 30.977.021 -21,9% 2,17 +2,5%
Fonte: IRI – Grossisti Bevande – anno 2021 47,8 -6,4
Var. % a valore vs 2020 Vendite a volume l Var. % a volume vs 2020 Prezzo medio Var. % prezzo medio vs 2020 N. referenze medie settimanali Var. n. referenze medie settimanali vs 2020
Bevande alla frutta, i trend del mercato nel 2022
Bevande alla frutta -16,2% 3.644.830 -22,1% 2,21 +7,5%
Fonte: IRI – Grossisti Bevande – progressivo 2022 al 28.02.2022 46,5 -4,3
Var. % a valore vs 2020 Vendite a volume l Var. % a volume vs 2020 Prezzo medio Var. % prezzo medio vs 2020 N. referenze medie settimanali Var. n. referenze medie settimanali vs 2020
Bevande alla frutta, i consumi nei bar diurni
Bevande alla frutta -25,0% 659.167 -26,3% 2,74 +1,8%
Fonte: IRI – Bar Diurno – progressivo 2022 al 28.02.2022 48 -5,9





