FlipPage Fashion n 6 2018

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Anno 49 | N°6 del 31.05. 2018 | quindicinale | â‚Ź 8,00 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

Riding

High

Tra sfilate colossal e location spettacolari, il Cruise Month scandisce il ritmo degli ordini

Nella foto: Christian Dior


JUNE 16.17.18/2018 MEN AND WOMEN'S COLLECTIONS + PRE - COLLECTIONS SS/19

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N° 6 31 MAGGIO 2018

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

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L’EDITORIALE

PROTAGONISTI

6 GIANGUIDO TARABINI/BLUFIN «Blumarine si riprende il futuro»

BUSINESS

10 FESTIVAL DI HYÈRES Altro che fashion week, ecco dove nasce la nuova moda 12 NEWS/ATLANTIC STARS Squarzi & co. cedono il controllo ad Alcedo

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TREND

15 RESORT 2019 Artsy touch 26 BRAND TO WATCH

In copertina

28 Q&A/COLOMBE CAMPANA «Nella “Tara family” ogni donna può esprimere se stessa»

Groupshot Dior Cruise 2019 PH. Estelle Hanania for Dior

PEOPLE 30 CAREERS

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32 FASHION PEOPLE 34 RED CARPET

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Il cosiddetto cruise month, a cui questo numero è dedicato, vanta un’importanza sempre più cruciale all’interno del fashion system. Nel giro delle ultime stagioni la sua durata si è ulteriormente estesa, arrivando ora a inserirsi in modo prospiciente all’interno della fashion week maschile. Sarà infatti lo show di Alberta Ferretti a inaugurare la kermesse milanese, mentre alla settimana della moda newyorkese le precollezioni donna e le passerelle per l’uomo sono ormai a ben guardare due lati della stessa medaglia. Il tutto è a pieno titolo il sintomo di un fenomeno più vasto, che concerne da un lato i cambiamenti dei consumi, sempre più preda di un’imperante casualizzazione, mentre dall’altro si evolvono i modelli di business e i modi di comunicare con i clienti finali. La stessa presentazione delle precollezioni, che una volta rappresentava l’evento riservato agli addetti ai lavori per antonomasia, assume ora i contorni di veri e propri happening mediatici, anche se accessibili solo a pochi, e proprio per questo veicoli di ciò che resta, di una matrice aspirazionale, nel lusso nell’epoca dei Millennials. Come spiegano i consulenti di Bain & Co in un recente studio confezionato per Altagamma, il set valoriale delle nuove generazioni è ormai post-aspirazionale: contano più la capacità di scegliere e la qualità dell’experience vissuta interagendo con il marchio, che una brand equity gonfiata all’inverosimile dall’alto al basso. Anzi, come scrive il Financial Times, la tendenza sembra essere quella di un successivo allontanamento dai megabrand verso qualcosa le cui origini si possano verificare, con un nesso reale con il proprio mondo. Dopo due decenni di globalizzazione, insomma, i figli dei suoi protagonisti sembrano essersi stancati di entità ubiquitarie, dallo stesso superficiale appeal in ogni angolo del pianeta. Ben venga allora il trionfo della nicchia, della fantasia e della comunicazione il più possibile autentica. Discipline nelle quali, si sa, il made in Italy eccelle non da ieri.

L’EDITORIALE

Nel segno dell’ibridazione

Cruise month is ever becoming more integrated with the menswear shows, in a synergic effort to capture the feeble attention span of millennials. Newer research, however, suggests that the game is not about being spectacular and loud. Authenticity and a proven, traceable track record of sustainability are more than ever the rule of the day.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

GIANGUIDO TARABINI/BLUFIN

«BLUMARINE SI RIPRENDE IL FUTURO» Per la prima volta la griffe ammiraglia del gruppo lega la sua immagine a uno stilista esterno: Salvatore Piccione firmerà una capsule collection che arriverà nei negozi a novembre, occupando lo spazio riservato alle pre-collezioni. «Si tratta di una collaborazione duratura che potrebbe anche ampliarsi» racconta l’amministratore unico di Blufin, che scommette sulla capacità di reinventarsi del brand per ripartire con la strategia retail e sbarcare negli Usa DI ANDREA BIGOZZI

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l sorriso di Gianguido Tarabini è più eloquente di qualsiasi parola. L’amministratore unico del gruppo Blufin, a cui fanno capo i marchi Blumarine, Blugirl e Miss Blumarine, è pronto a prendersi le sue belle soddisfazioni. Complice e protagonista la nuova strategia retail e di posizionamento della prima linea Blumarine, che per la prima volta in più di 40 anni di storia inizierà a collaborare con uno stilista esterno. E lo fa attraverso una capsule collection realizzata a quattro mani dalla fondatrice del brand Anna Molinari e dallo stilista under 30 Salvatore Piccione. Un’assoluta novità, che l’azienda sta presentando ai buyer con la campagna vendita partita il 24 maggio e che arriverà nei negozi a novembre. Le collaborazioni ormai sono diventate parte integrante della strategia di moltissimi brand: che cosa vi ha spinto a seguire anche voi questa strada? I motivi sono molteplici: da una parte vedevamo la possibilità concreta di raggiungere un pubblico di consumatori più gio-

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Blumarine has teamed up with the young Italian designer Salvatore Piccione to launch a capsule collection, hitting stores in November. «We really hope to continue this collaboration for many seasons» says Gianguido Tarabini, the chief executive officer of Blufin, being the group operating the Blumarine Blugirl and Miss Blumarine brands.

vani, che potranno appassionarsi al nostro marchio, dall’altra volevano dare prova della capacità di Blumarine di reinventarsi pur restando fedele al suo dna. Come è stato far entrare un Millennials nell’ufficio stile di un marchio che fa parte dei pilastri del made in Italy? In realtà dal nostro ufficio stile sono sempre transitati giovani stilisti di assoluto talento. Tornando indietro nel tempo mi vengono in mente nomi come Walter Albini, Franco Moschino, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, solo che mai prima d’ora un designer aveva avuto tanta autonomia nello sviluppo creativo di una collezione da poterla firmare. L’esperienza è stata positiva e tra il team creativo, Salvatore e mia madre, Anna Molinari, si è creato un ottimo feeling. Quindi dovremo attenderci altre capsule collection del genere in futuro? Questo progetto, che abbiamo chiamato “We are in love with Salvatore Piccione”, per noi non è certo un’operazione one shot. Se il riscontro commerciale sarà positivo è

destinato a durare nel tempo e a svilupparsi ulteriormente. Per praticità abbiamo definito la collezione come una capsule, ma in realtà si tratta della nostra pre-collezione, fatta di oltre 100 capi, che consegneremo a novembre nei nostri 40 monomarca e nei 400 multimarca nostri clienti in tutto il mondo. Si tratta di una collezione strategica: arriverà nei negozi in un momento di transizione tra le due stagioni e avrà il compito di far tornare la voglia di shopping alle clienti. Per il momento Salvatore segue solo le “pre”, ma di Blumarine fanno parte anche una main e una flash collection e non è escluso che il suo contributo possa crescere, sempre in tandem con mia madre. Questo nuovo progetto segna una ripartenza per il gruppo. Quali sono i mercati che seguirete con più attenzione? L’Italia, l’Europa e la Russia restano le aree geografiche dove lavoriamo meglio insieme all’Asia, dove si sono concentrate le nostre ultime aperture. Da pocho abbiamo aperto nella piazzetta di Porto Cervo e nel Crocus City mall di Mosca. Ma la collaborazione


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1. Gianguido Tarabini 2.4.5. I bozzetti della capsule collection We are in love with Salvatore Piccione attualmente in campagna vendita e in store da novembre 3. Il nuovo monomarca Blumarine nel Crocus City mall di Mosca 6. Salvatore Piccione, classe 1986, ha fondato il brand Piccione.Piccione

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con Salvatore e il potenziamento del business delle pre-collezioni saranno un biglietto da visita per tornare negli Sati Uniti. Qual è la tabella di marcia negli Usa? Per prima cosa incontrerà a breve dei potenziali partner, interessati ad aprire una serie di boutique in franchising. sarebbe un passo importante per ricostruire un mercato in cui pensiamo di poter far bene. Sarà importante tornare a far parlare dei nostri marchi e per questo stiamo pensando di organizzare un evento speciale alla fashion week di New York, magari già a settembre. Tornerete a sfilare con Blugirl? Per il momento no. Anche perché pensiamo che ormai la sfilata non sia lo strumento più adeguato per sostenere il business delle seconde linee. Molto meglio destinare budget per progetti di comunicazione più innovativi, magari legati ai social e al

digitale. Anche con Blugirl abbiamo deciso di potenziare le pre-collezioni, sempre a partire da questa campagna vendita. Invece a che punto siete del rilancio di Miss Blumarine? Abbiamo notevoli aspettative: il lavoro con il nuovo licenziatario Follie’s Group è appena partito, ma l’obiettivo di tornare ai tempi in cui la linea fatturava 15 milioni di euro è assolutamente alla nostra portata. E l’online? È un canale che ta crescendo, come è inevitabile che sia di questi tempi. Negli ultimi anni performiamo a doppia cifra, ma i volumi dovranno crescere. A proposito di numeri, come si è chiuso il 2017 e che prospettive avete per il futuro? Siamo rimasti stabili a 70 milioni e penso che anche quest’anno resteremo sugli stessi livelli di giro d’affari. È dal 2019 che contiamo di registrare una crescita più solida: il nuovo corso parte a novembre. ■

UN SUCCESSO NEL NOME DELA ROSA

La rosa è il simbolo dello stile Blumarine. Era quindi invevitabile che le strade di Anna Molinari, fondatrice del brand, e del celebre produttore di rose Barni prima o poi si incontrassero. È successo pochi giorni fa all’ultima edizione della mostra Orticola 2018, quando è stato presentato un fiore con il nome della stilista. In passato il celebre vivaista aveva dedicato le sue creazioni a Vivienne Westwood e a Wanda Ferragamo.

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NEWS A CURA DI ELISABETTA FABBRI

CENTRI COMMERCIALI AL RALLENTY IN EUROPA In 2017 1,5 million square metres of new shopping centre spaces were delivered in Western Europe: -22,7% on 2016. Nel 2017 in Europa sono stati completati 3,8 milioni di metri quadri di nuovi poli o spazi commerciali, in flessione del 23% rispetto al 2016. Come emerge da un’analisi di Cushman & Wakefield, specialista nei servizi real estate, l’Europa Occidentale ha completato 1,5 milioni di metri quadri di spazi (-22,7% rispetto alle aree del 2016), mentre in Europa dell’Est e Centrale sono stati sviluppati 2,3 milioni di metri quadrati (-23,3%). Entro il 2019 si stima che verranno creati 6,6 milioni di metri quadri di spazi per lo shopping, ma gli incrementi riguarderanno solo l’Est Europa. Le aree che più fanno gola agli investitori internazionali sono in Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

CONFINDUSTRIA MODA INAUGURA LA SEDE A MILANO RICHEMONT

KERING

DOPO YNAP NON ESCLUDE ALTRI INVESTIMENTI

ESCE DA PUMA, POI DA VOLCOM. E GUCCI FA +38%

Swiss-based luxury conglomerate Richemont completed the recent tender offer for Ynap and does not preclude it from targeting strategic investments and divestments.

The exit of Puma from Kering is effective. The French group has retained 15,70% of the share capital and plans to sell action sports brand Volcom to focus on luxury business.

Scommettendo sul travel retail, a fine 2017 la holding elevetica Richemont - proprietaria di marchi come Cartier, Van Cleef & Arpels, Baume & Mercier e Vacheron Constantin - ha incrementato la patecipazione in Dufry dal 5% al 7,5%. Ora ha completato con successo l’Opa totalitaria su YooxNet-a-Porter, che così si avvia al delisting dalla Borsa di Milano. L’intento del chairman Johann Rupert è soddisfare i clienti sparsi nel mondo con il digital e sviluppare una strategia omnicanale. Inoltre nel lungo periodo non sono esclusi altri investimenti strategici o disinvestimenti, come hanno fatto sapere dalla società quotata a Zurigo in occasione della recente pubblicazione dei risultati annuali. L’esercizio fiscale chiuso a marzo 2018 ha evidenziato un utile di 1,22 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto all’anno prima (+1%) e sotto le stime degli analisti (1,72 miliardi). Sui conti impatta il riacquisto di stock di orologi invenduti, deciso da Richemont per sostenere i partner distributivi. I ricavi sono cresciuti del 3% a 10,98 miliardi di euro (+8% a cambi costanti), sostenuti dall’area Asia-Pacifico. Il fiscal year 2018/2019 parte con una nuova linea di orologi “affordable”, Baume, prodotta da Baume & Mercier, rivolta a un target giovane ed ecologista (nella foto, un modello con cinturino in plastica riciclata).

Kering ha mantenuto gli accordi in merito all’uscita (parziale) dal business di Puma. Con l’ok dell’assemblea degli azionisti, a metà maggio ha proceduto a distribuire ai suoi soci, come dividendo “in natura”, un’azione Puma ogni 12 azioni Kering in portafoglio. Al gruppo francese è rimasto il 15,70% del capitale sociale (dalla maggioranza) del brand tedesco dello sportswear, che nel primo trimestre 2018 ha registrato un aumento del 12,5% dei ricavi (a 1,1 miliardi di euro, +21,5% a cambi costanti). Si tratta di un passo decisivo per il gruppo, nell’ottica di una totale focalizzazione sul lusso. Il prossimo annuncio dovrebbe riguardare il marchio californiano degli active sport Volcom, per il quale al momento si sa che sono state avviate le procedure di vendita. Intanto le griffe di punta del gruppo guidato da FrançoisHenri Pinault procedono a ritmi sostenuti. Nel primo trimestre il fatturato di Gucci è salito del 38% a 1,86 miliardi (+48,7% a struttura e cambi comparabili) e quello di Yves Saint Laurent ha registrato un+12% a 408,2 milioni di euro (+19,6% a struttura e cambi comparabili) . La voce “other houses” che include Balenciaga ha totalizzato 463,3 milioni di euro e un +31%. Soffre invece Bottega Veneta, le cui vendite hanno accusato un -6,8% a 261,2 milioni di euro.

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In May Confindustria Moda officially inaugurated its headquarters in Milan. They host an aggregate of associations representing 67.000 companies and 94 billion euros in revenues. In maggio Confindustria Moda ha inaugurato ufficialmente la sua sede, alla presenza del presidente Claudio Marenzi, del vicepresidente Cirillo Marcolin e del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia (nella foto). Si tratta della ex casa-laboratorio di cravatte di Nicky Chini, in via Alberto Riva Villasanta 3, vicino all’antenna Rai di corso Sempione. Vi operano un centinaio di addetti in rappresentanza dei settori calzature, concia, occhialeria, oreficeria-gioielleria, pelletteria, pellicceria e tessile-abbigliamento. Operativa da gennaio, Confindustria Moda è un aggregato che rappresenta quasi 67mila aziende e oltre 580mila addetti e che nel 2017 ha realizzato oltre 94 miliardi di euro di ricavi (+3,2% rispetto al 2016). Attualmente è al lavoro per essere più incisiva su scala europea e per decidere le strategie di promozione nei Paesi emergenti «dove - ha spiegato Marenzi - non arrivano le fiere».

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CONTEST & OPPORTUNITIES

FESTIVAL INTERNATIONAL DE MODE, D’ACCESSOIRES ET DE PHOTOGRAPHIE DI HYÈRES

ALTRO CHE FASHION WEEK, ECCO DOVE NASCE LA NUOVA MODA Non solo gavetta alle fashion week e speranza di farsi notare sui social network. L’ascesa dei giovani stilisti parte da contest come quello di Hyères, una factory che a questa edizione ha premiato il duo olandese Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh DI ANDREA BIGOZZI

Not all young designers aim at getting experienced at fashion weeks and hope to be famous through social networks. Some rise with the help of contests like the one of Hyéres, a talent factory that during this edition awarded the Dutch duo Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh.

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e tre ore di sfilate no stop, con stilisti totalmente sconosciuti, vi sembrano troppe, vuol dire che non siete mai stati a Hyères (nel Sud della Francia) durante il Festival International de Mode, d’Accessoires et de Photographie. Ma nel caso voleste capire come un giovane stilista possa costruirsi una carriera internazionale, siete capitati nel posto giusto. Di fatto l’evento, giunto alla 33esima edizione, ha consentito a 10 promesse nel campo della moda, degli accessori e della fotografia di presentare le loro creazioni davanti a un folto pubblico (fatto di giornalisti, head hunter, talent scout e curiosi) nei quattro giorni precedenti l’annuncio dei vincitori, proclamati il 30 aprile scorso. Ad aggiudicarsi il Grand Prix della Giuria Première Vision 2018 è stato il duo olandese Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh con una collezione di menswear, in gara anche per l’Lvmh Prize di quest’anno. A Marie-Eve Lecavalier, proveniente dal Canada, sono andati il Premio Chloé e la menzione speciale della giuria, mentre il Grand Prix della Giuria Swarovski per gli accessori è stato conquistato dalle francesi Kate Fichard, Flora Fixy e Julia Dessirier per i loro bijoux auditivi. Oltre alla ricompensa in denaro, la vittoria a Hyères comprende anche la presenza in passerella il prossimo luglio alla Fashion Week a Berlino offerta da Mercedes-Benz, il sostegno allo sviluppo della propria griffe da parte degli uffici stile Metiers d’Art di Chanel e la partecipazione per tutti i finalisti alla

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Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh

Maria-Eve Lecavalier

IL FONDATORE DEL FESTIVAL: «LA DIREZIONE È QUELLA GIUSTA MA SERVONO PIÙ SPONSOR»

Haider Ackermann premia Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh

prossima edizione di Première Vision. A rendere la manifestazione, qualcosa in più di un semplice talent, anche una serie di interviste e i talk, che si svolgono nell’hub di Villa Noailles e dove ogni anno si ritrova il gotha dell’industrial della moda internazionale per discutere di temi cruciali come l’innovazione tecnologica, le strategie di distribuzione e in generale di come i giovani talenti possono conquistarsi un posto nel fashion system. Peccato che a questa factory della creatività mancassero designer da Italia, Usa, Uk. Colpa forse del criterio di selelzione, che si basa sulle autocandidature e non su di una attività di scouting in giro per il mondo. ■

Una giuria all star, compreso il premio Oscar Tilda Swinton, 350 giornalisti presenti (100 in più rispetto al 2017), una seconda sede in arrivo nel 2019. Ma tutto questo a Jean-Pierre Blanc (foto) non basta. Il direttore generale e fondatore del Festival di Hyères per le prossime edizioni si attende più coinvolgimento dagli sponsor, che però non mancano (da quest’anno c’è anche Istituto Marangoni) e coprono i 2,5 milioni di costi del festival. «Se troveremo un finanziamento anticipa Blanc - dal 2019 apriremo il contest ai film». Per ora le novità ufficiali riguardano la conquista da parte della manifestazione di più spazio: alla sede di Villa Noailles si aggiungerà quella di Villa Romaine, dove sarà realizzato un centro di ricerca per gli studenti di moda.


GALERIES LAFAYETTE SUGLI CHAMPSELYSÉES NEL 2019: «AVRÀ UN’OFFERTA GLOCAL»

KEVIN MA (HYPEBEAST): «STREETWEAR E LUSSO, PER ENTRAMBI SI TRATTA DI VESTITI»

Kevin Ma

CHI VINCE A HYÈRES VOLA A BERLINO A FARSI CONOSCERE Hyères incontra Berlino. E viceversa. Succede con l’International Designer Exchange Program di MercedesBenz, un’iniziativa ideata dalla casa automobilistica per offrire ai designer emergenti l’opportunità di farsi notare internazionalmente. Così, il vincitore del Festival di Hyères non solo torna l’anno successivo come protagonista di uno show e come giurato, ma nel frattempo sfila alla fashion week di Berlino. È quanto successo a Vanessa Schindler, trionfatrice del 2017, e quello che accadrà a luglio a Rushemy Botter & Lisi Herrebrugh. Ma non è tutto, perché a questa edizione MercedesBenz ha presentato le showroom The Shortlisted, e The Formers, con pezzi firmati dai partecipanti del 2017. «Siamo sponsor di 46 fashion week nel mondo racconta Lena Böhme, project manager di Merceds-Benz - e anche a Hyères supportiamo i giovani di talento in grado di offrire varietà al settore moda».

Vanessa Schindler

Al Festival di Hyères si cercano strumenti per aumentare la capacità dei giovani designer di gestire ciò che li aspetta. Per questo MercedesBenz, sponsor della manifestazione, ha invitato a Villa Noailles un “tagger” come Kevin Ma, ceo e fondatore di Hypebeast per insegnare a vivere al meglio il futuro . «Seguite l’istinto, fate sempre quello che vi piace e provate diverse cose» sono stati i primi consigli dell’impreditore capace di trasformare in pochi anni un blog sulle sneaker in una forza culturale e commerciale valutata 3 miliardi di dollari. Anche la contaminazione tra streetwear e lusso è stata argomento di discussione a Villa Noailles. «Inutile fare distinzioni - ha sentenziato Ma - in entrambi i casi si tratta di vestiti. E la nomina di Virgil Abloh da Louis Vuitton lo dimostra.

Si delinea la fisionomia del secondo avamposto a Parigi di Galeries Lafayette: come è noto, si affaccerà sugli ChampsElysées, al numero 52, e aprirà nel marzo 2019. Il format? Esperienziale, come anticipato al Festival di Hyères. Le parole chiave dello store da 10mila metri quadri saranno lifestyle, impostazione glocal (parigina e internazionale al tempo stesso) e mix and match di proposte consolidate ed emergenti, inserite in un luogo dove divertirsi e acquistare, ma senza corner. «Il nostro obiettivo è far sì che la gente si fermi in negozio con uno spirito rilassato» hanno anticipato in un talk a Villa Noailles la general manager dello store Nadia Dhouib e la creative and merchandising director, Clara Cornet (foto). Spazio anche al digital, che però costituirà un’arma per aumentare la personalizzazione del servizio, più che un mezzo per distrarsi in negozio.

HAIDER ACKERMANN: «GIOVANI NON SEGUITE LA GUCCI WAVE MA I VOSTRI SOGNI» Durante il Festival di Hyères il nome di Haider Ackermann (foto) era sulla bocca di tutti. Il motivo non era legato al ruolo di presidente della giuria moda o alla mostra dal titolo A Vanishing Act, che il designer ha allestito all’interno di Villa Noailles, contaminanndo le sue creazioni con quelle di desginer che lo hanno influenzato come Madame Grès, Azzedine Alaïa, Nicolas Ghesquière e Rick Owens. A tenere banco erano le ipotesi sul suo futuro lavorativo, dopo il divorzio da Berluti. Trai i giornalisti presenti la scommessa era di un imminente incarico da Lanvin. Il diretto interessato ha ignorato le indiscrezioni e, in linea con il l suo ruolo istituzionale, si è dedicato ai giovani. «Penso - ha detto parlando con la stampa durante in un break della giuria - che gli emergenti siano troppo concentrati su ciò che succede intorno a loro e meno su se stessi . Per questo si vede in giro una sorta di Gucci wave…». Spiegando il criterio adottato dalla giuria, di cui faceva parte anche Tilda Swinton e Delfina Delettrez, per scegliere il vincitore ha detto: «Incentiviamo i designer a non La mostra A Vanishing Act a Villa Noailles mollare i loro sogni e a raccontare la loro storia».

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NEWS

ATLANTIC STARS

SQUARZI & CO. CEDONO IL CONTROLLO AD ALCEDO Alessandro Squarzi and partners sold 60% of the Atlantic Stars sneaker brand to Alcedo Sgr, through Alcedo IV. «We will keep on growing», he announces. Il controllo del brand di sneaker premium Atlantic Stars, fondato da Alessandro Squarzi, Cristiano Martelli, Gian Luca Zucchelli e Matteo Zoni, è passato ad Alcedo Sgr, attraverso il fondo Alcedo IV, che si è aggiudicato il 60% del marchio. Ai quattro soci resta il 40% dell’etichetta made in Italy, il cui fatturato previsto per il 2018 è pari a 17 milioni di euro (+25%, con esportazioni a più del 35%). La distribuzione si sviluppa attraverso un network di circa 500 multimarca, oltre a diversi corner e shop in shop, sparsi in Europa, Corea e Giappone. Sono operativi anche anche una showroom a Milano e un flagship a Tokyo. Per Alcedo Sgr - operatore del private equity italiano, con sede a Treviso - si tratta del sesto investimento con il fondo Alcedo IV, con una dotazione di 195 milioni di euro già investita per circa il 50%, la cui raccolta è stata completata a maggio 2016. L’operazione è avvenuta tramite l’acquisizione di Finest Shoes Srl e delle altre due società, cui fanno capo le proprietà di Atlantic Stars e tutte le funzioni operative aziendali. Il perimetro dell’operazione ha incluso il marchio Rov, sneaker dallo stile più elegante, collocate nel segmento del lusso accessibile. «Alcedo non può che accrescere il potenziale già insito in quella che è stata una vera case history di successo, basata sul made in Italy di alta gamma, in puro Italian style», è il commento di Alessandro Squarzi. (a.b.)

AL VIA L’E-COMMERCE E BIS NEGLI USA

PUGNALE

DESIGN SENZA CONFINI CON HANI RASHID The eyewear brand Pugnale, fully handmade in Italy, bets on design with Audrey, the capsule collection by Hani Rashid. L’eyewear handmade in Italy firmato Pugnale, che scommette sull’innovazione con un alto contenuto artigianale, propone nei migliori negozi di ottica in Italia e all’estero la capsule collection Audrey Hani Rashid for Pugnale. È il risultato della collaborazione con Hani Rashid, architetto di fama internazionale. Sono nate tre creazioni (due da sole e una da vista) realizzate in una limited edition di soli 150 pezzi, ispirate a Audrey Tritto, influencer da quasi 700mila follower su Instagram, amica e musa di Hani Rashid. Leggerissimo, il modello Fiano (nella foto) si caratterizza per gli intrecci sul frontale caratterizzati da spessori diversi, con un effetto 3D. Persan è la proposta da vista che si distingue per il carattere forte e la silhouette geometrica, con il frontale in acetato movimentato da sfaccettature irregolari. Arilla ha il frontale caratterizzato da una fitta rete di fori, segno tipico dell’approccio al design dello studio Asymptote di Hani Rashid. Le creazioni della capsule Audrey Hani Rashid for Pugnale hanno tutte lenti Zeiss e sono vendute all’interno di uno speciale packaging progettato da Rashid: un oggetto d’arte che suggerisce visioni spaziali e futuristiche. (c.me.)

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PESERICO

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Online with its new e-commerce site, Peserico is ready to open in Connecticut its second store in the States. Peserico è pronto ad aprire il suo secondo store monomarca negli Stati Uniti, a Greenwich (Connecticut), nel cuore di una ricca zona residenziale. Si tratta del quarto opening del 2018 dopo quelli di Düsseldorf e Amburgo (Germania) e Rostov, nella Russia meridionale. Oltre alla rete fisica, Peserico punta anche sull’online con il lancio del nuovo sito di e-commerce: l’iniziativa riguarda per il momento solo otto nazioni (Italia, Spagna, Lussemburgo, Germania, Austria, Belgio, Olanda e Portogallo), ma dalle prossime settimane verrà allargato a tutti i restanti Paesi della Ue, in attesa di aprire alla Russia, agli Stati Uniti e al Far East, zone in cui l’azienda di womenswear di Cornedo Vicentino vanta una buona presenza retail. Peserico - che produce circa 250mila capi a stagione e ha chiuso il 2017 con un giro d’affari di 60 milioni di euro (+20%) - ha in programma quest’anno di inaugurare altri cinque o sei monomarca. (g.n.)


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shop at cannella.com


RESORT 2019

ARTSY TOUCH IL COLORE COME MANTRA, IL NERO COME CERTEZZA. UN ARTSY TOUCH NELLA SILHOUETTE, UN GIOCO FUNNY NEGLI ACCESSORI. OLTRE IL RETROGUSTO DI SPENSIERATEZZA ANNI ’70, LE COLLEZIONI RESORT RACCONTANO IN UN PERCORSO INEDITO DI STILE LE PRIME TENDENZE DELL’ANNO CHE VERRÀ. PENSANDO A UN’ACQUIRENTE FINALE ATTRATTA DA CAPI ICONICI, MA INDOSSABILI. DI ALBERTO CORRADO

Color as a mantra, black as a certainty. An artsy touch in the silhouettes, a funny game in accessories. Beyond the 70s carefree aftertaste, resort collections tell in a new style path the first trends of the upcoming year. Thinking of a final customer attracted by iconic but wearable garments.

GUCCI

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RESORT 2019

BOTTEGA VENETA LA COLLEZIONE SI SUDDIVIDE IN TRE GRUPPI CON DIVERSE USCITE. NEL PRIMO GRUPPO SPICCANO I MONTGOMERY OVERSIZE E IN GIACCHE CON GRANDI ALAMARI. IL SECONDO GRUPPO PUNTA SU FREDDE TONALITÀ PASTELLO E DÉLAVÉ IN MATERIALI LUSSUOSI: UN DENSO CASHMERE, LA FUR STEIFF SCHULTE UTILIZZATA ANCHE NEI CLASSICI TEDDY BEAR E UN TOCCO DI PIZZO. L’ULTIMO GRUPPO È UN ASSAGGIO DI QUELLO CHE POTREBBE SFILARE SULLA PASSERELLA PRIMAVERILE, IN NOME DI UN ECLETTISMO ENERGICO. The collection is divided in three groups with different timings. In the first one oversized Montgomery and jackets with large frog closures are among the highlights. The second one transitions to cool pastel délavé tones in luxury materials: heavyweight cashmere, Steiff ‘teddy bear’ fur and fine lace accents. The third grouping offers a potential taste of what’s to come down the runway next Spring, with an eclectic energy all its own.

BURBERRY BURBERRY CELEBRA 162 ANNI CON LA NUOVA LETTURA DI RICCARDO TISCI, IN UN SEMPLICE SHOOTING REALIZZATO A LONDRA CON 16 LOOK CONFEZIONATI IN OTTO SCATTI FOTOGRAFICI. LA VISIONE CONTEMPORANEA DEL DESIGNER ESALTA LA BELLEZZA E L’HERITAGE DELLA MAISON. Burberry celebrates its 162 years of tradition under the new interpretation of Riccardo Tisci in a simple photo shoot of 16 looks in London, staged in eight photos. The designer’s contemporary vision of quintessential beauty and Burberry heritage, regardless of sex, enhances the brand’s contents.

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CHANEL UN VIAGGIO SENTIMENTALE TRA L’HERITAGE E GLI ANNI ’80, DOVE LA FEMMINILITÀ DELLE FORME, DISTRIBUITE SULLE SPALLE ARROTONDATE E SULLE GIACCHE TAGLIATE, RIPORTA L’ATTENZIONE SUL FATTO CHE GABRIELLE CHANEL FU LA PRIMA DESIGNER A REALIZZARE ABITI DA VACANZA PER CLIENTI FACOLTOSI, A PARTIRE DA DEAUVILLE NEL 1919 E DALLE PRIME COLLEZIONI CROCIERA, PRESENTATE NELLA SUA CASA DI RUE CAMBON A PARIGI ALLA FINE DEGLI ANNI ’20. A sentimental journey from the heritage of the brand to the Eighties, when femininity expressed in rounded shoulders and cropped jackets reminds us that Gabrielle Chanel was the first designer to create and show resort wear for wealthy clients, first at Deauville in 1919 and then, based on that success, with her first cruisewear collections at her Paris home on Rue Cambon in the late twenties.

EMILIO PUCCI NEGLI ANNI ‘60, ACAPULCO ERA UNA DESTINAZIONE D’ELEZIONE PER I JETSETTER GLAMOUR. EMILIO PUCCI SI ISPIRA AL MESSICO E AI VIAGGI: LA GIACCA DA SAFARI, IL VERSATILE ABITO IN JERSEY, I CAFTANI DA GIORNO A SERA HANNO UN ASPETTO FRESCO E MINIMALISTA, PUR MANTENENDO UNA VIBRANTE ATMOSFERA PUCCI, TRAMITE L’USO DI COLORI A BLOCCHI SATURI. In the ‘60, Acapulco was the hotspot for glamorous jet-setters. The Pucci summer wardrobe is Mexico and travel-inspired, featuring fresh and minimalist safari jackets, versatile jersey dresses and morning to evening caftans, that maintain the iconic Pucci color-blocking.

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GIVENCHY CLARE WAIGHT KELLER RIPORTA IN AUGE IL LEGAME DI HUBERT DE GIVENCHY CON IL GIAPPONE, ATTRAVERSO I TESSUTI, LAVORANDO SU UNA LISTA DI PEZZI TRASFORMATI IN CODICI ARISTOCRATICI CHE COMBACIANO CON IL SUO BACKGROUND BRITANNICO: FELPE CON CAPPUCCIO IN CHINTZ SATIN, BLUSE CON BALZE FRONTALI ASIMMETRICHE, GONNE IN PELLE CHE ARRIVANO SOTTO IL GINOCCHIO, TUTE DI TELA BIANCA ABBINATE A CAMICIE A FIOCCO, STIVALI SLOUCHED. UNA DONNA FORTE, CHE SA ESATTAMENTE COSA SONO LA RAFFINATEZZA E IL GUSTO DEL LUSSO. Clare Waight Keller reawakens Hubert de Givenchy’s connection to Japan through her fabric choices. The collection showcases satin chintz hoodies, blouses with asymmetrical ruffle plackets, leather skirts hitting just below the knee, sturdy white jumpsuits paired with pleated bow blouses, and slouched boots, all containing a trace of the aristocratic Givenchy DNA, that dovetails with her own British background. Clearly, she is a strong woman who knows precisely what luxe style and refinement mean.

DSQUARED2 UNA DIVERTITA NOSTALGIA DELLA NATIVA TORONTO ANNI’80 VIENE TRASPOSTA DA DEAN E DAN CATEN NELL’INTERA COLLEZIONE. IL FASCINO DELLO STREETWEAR E DELL’ISPIRAZIONE MILITARE VIENE ASSEMBLATO E STILIZZATO, CON MANO DISCIPLINATA E CONTROLLATA. Dean and Dan Caten captured a whimsical nostalgia for their native Toronto in the Eighties and translated it into this collection. Using artfully with discipline and discretion, streetwear influence and military inspiration meet high style.

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PRADA IL TEMPO È UN SOTTOTESTO DELLA COLLEZIONE E CI RIPORTA AGLI ANNI ’90. MA L’ELEGANTE MIX DI MAGLIE SPORTIVE E POLO ZIP CON FELTRO DI CHIFFON DI SETA, RICOPERTO DI PAILLETTE, È DECISAMENTE CONTEMPORANEO, COME GLI ENORMI CAPPELLI DA TRAPPER IN MATERIALE TECNICO. UNO STILE MINIMAL, CHE USA IL PASSATO PER EVOLVERSI, STRIZZA L’OCCHIO ALLE MILLENNIALS E GUARDA OLTRE, ALLE NUOVE GENERAZIONI. Time is a subtext underlying this collection, reminiscent of the Nineties, featuring a juxtaposition of prints, body-hugging skirts, turtlenecks and dresses worn over T-shirts. There is also an elegant mix of sportswear sweaters and zippered polos, with felt silk chiffon covered in sequins, that are unquestionably contemporary, as large trapper hats in technical fabric are. The minimalist style of the past gives a nod to Millennials and looks beyond, to younger generations as well.

N°21 LA COLLEZIONE N21 TRANSITIONAL È ICONICA E IDENTITARIA, CAPACE DI INNOVARE E ANTICIPARE I TREND DELLA STAGIONE CON UNA VISIONE CONTEMPORANEA DELLA DESIDERABILITÀ. I FIORI E I COLORI DEI GIARDINI SI ALTERNANO A RIMANDI AL MONDO E AI CODICI DEL GIARDINAGGIO. The No. 21 Transitional collection has a strong identity and an iconic appeal, anticipating seasonal trends with a contemporary vision. Flowers and garden colors are interspersed with hints to gardening and its codes.

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PHILIPP PLEIN PHILIPP PLEIN HA APERTO LE PORTE DELLA SUA VILLA IN COSTA AZZURRA, “LA JUNGLE DU ROI”, PER PRESENTARE UNA COLLEZIONE ISPIRATA ALL’ICONICA SERIE TV DEGLI ANNI ‘80 “DYNASTY”. UNO SCINTILLANTE STILE ANNI ’70, FORTE E SEXY, SI ESPRIME NEGLI ABITI IN PAILLETTES, NEI BOMBER E NELLE FELPE CON CAPPUCCIO, MA ANCHE NELLE MINIGONNE IN DENIM BORCHIATO, NEI PANTALONI DI PELLE ATTILLATI, ABBINATI A BORSE IN PVC TRASPARENTI E NELLE SCARPE CON TACCO STILETTO IN METALLO. Philipp Plein opened the doors of his French Riviera villa, La Jungle Du Roi, to show a collection inspired by the iconic eighties TV series Dynasty. Sparkling sequin pieces, bomber jackets, hoodies, studded denim mini skirts and skintight leather pants are paired with transparent PVC bags and metal stilettos, conveying the strong and sexy style of the Seventies.

ROBERTO CAVALLI IL DNA SI RIFLETTE NEI LUSSUOSI PATCHWORK, NEGLI ABITI CON RICHIAMI SAFARI E DA PELLAMI MULTICOLOR. MOTIVI ANIMALIER E PATTERN FLOREALI SONO MIXATI SU LEGGERE TUNICHE. VERSATILI GLI ACCESSORI: FLAT CHIC, PLATFORM CON TACCO MAXI, CLUTCH CON APPLICAZIONI PORTAFORTUNA. Brand heritage reflects in sleek silhouettes boasting luxe patchwork, safari embroidery and multi-colored leathers, while lightweight tunics mix it up with animal motifs and floral patterns. Accessories - chic flats, lofty platforms and good luck charm clutches - echo the versatility of the collection.

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ETRO VERONICA ETRO E I SUOI FIGLI HANNO LETTO IL LIBRO DEL 1994 DI IAN MCEWAN, “THE DAYDREAMER”, STORIA DI UN RAGAZZO CHE VIENE TRASPORTATO DALLA PROPRIA IMMAGINAZIONE NEL MONDO DI HANS CHRISTIAN ANDERSEN. LO STESSO SENSO DI INCANTO SI RITROVA IN UNA COLLEZIONE CHE ACCENNA AGLI ANNI ‘70 CON ABITI MIDI TAGLIATI A SBIECO IN TRIPLA CRÊPE O CON LANGUIDI BERMUDA, GONNE PUNTEGGIATE DI METALLO IN JACQUARD DI SETA, MAGLIE CON MOTIVI FLOREALI IN JACQUARD DI LUREX, MANTELLE ASIMMETRICHE A TAGLIO QUADRATO E PANTALONI A PALAZZO. TUTTO PER UNA DONNA CHE SI TRASFORMA IN UNA FATA MODERNA. Veronica Etro and sons read The Daydreamer, written in 1994 by Ian McEwan, the story of a boy who is transported into the world of Hans Christian Andersen. The same sense of wonder can be seen in a collection that features bias cut midi dresses in triple crepe, shorts, silk jacquard skirts with metal studs, lurex jacquard sweaters with floral motifs, square-cut asymmetrical shawls and palazzo pants. For a modern-day fairy.

LOUIS VUITTON LA QUINTA COLLEZIONE RESORT DI NICOLAS GHESQUIÈRE, IN COLLABORAZIONE CON GRACE CODDINGTON, RISTABILISCE I CODICI DELLA GRIFFE, MA CON PIÙ LIBERTÀ. LA SARTORIA ECLETTICA, IL COLORE INTENSO, IL RICAMO INASPETTATO, I PREZIOSI TRATTAMENTI, TROVANO NEGLI ACCESSORI L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA: LE SNEAKER IBRIDE VALORIZZANO IL LUSSO CONTEMPORANEO. The fifth resort collection by Nicolas Ghesquière, in a colab with Grace Coddington, reads the label’s codes with a free approach. Eclectic tailoring, intense colors, unexpected embroideries, precious finishes find in accessories their complement: hybrid sneakers give new value to contemporary luxury.

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VALENTINO UN ANNO FA PIERPAOLO PICCIOLI SI TROVAVA A NEW YORK, PRESENTANDO UNA COLLEZIONE VALENTINO INFLUENZATA DALLA STRADA. OGGI CI PARLA ANCORA DELLA STRADA, SOLO CHE QUESTA VOLTA È LA ROMA DEGLI ANNI ‘70, CHE LUI CONOSCE BENE, A SUSCITARE IL SUO INTERESSE. IL BLAZER ANNI ‘70 VIENE INDOSSATO CON UNA CAMICIA DI SETA, I PANTALONCINI DI JEANS SI ABBINANO A MOCASSINI CON FRANGE IMPILATE. NON MANCANO LA GIACCA PONCHO E IL JEANS A ZAMPA D’ELEFANTE, MA ANCHE IL TAILLEUR GRIGIO ANTRACITE, ABBINATO A SCARPE DA GINNASTICA BIANCHE. Just a year ago Pierpaolo Piccioli was in New York, showing a Valentino streetstyle-influenced collection. Streetstyle continues to play a strong part, now relying on his own familiarity with Rome in the Seventies as a muse. This pre-collection serves up very wearable Valentino pieces and pairings: a Seventies blazer over a silk shirt, denim shorts paired with moccasins with layered fringe, a poncho jacket and bell-bottom jeans, but also a charcoal gray pantsuit with white sneakers.

TORY BURCH VOLUMI COMODI E PROPORZIONI AFFUSOLATE ANNUNCIANO UNA STAGIONE ALL’INSEGNA DEL RELAX, COME SI OSSERVA NEGLI ABITI CON ORLI ALLUNGATI, COSÌ COME NEI PANTALONI ARROTONDATI E NEI COMPLETI PIGIAMA. LA TAVOLOZZA DI COLORI GIOCA SUI TONI NEUTRI, CHE SI CONTRAPPONGONO ALLO SPETTRO DEI BLU E A ESPLOSIONI DI ROSA E ORO. I MATERIALI VANNO DAL VOILE DI COTONE ALLA TELA MILITARE, FINO AL SATIN E ALLO SHEARLING. ACCENTI DI ARRICCIATURE E PIZZI AGGIUNGONO UN TOCCO DI FEMMINILITÀ AL GUARDAROBA. Roomy and relaxed fit silhouettes, longer hemlines, fuller pants and pajama ensembles: all say it’s time for a little summer R&R. An essentially neutral palette contrasts with a full spectrum of blues and sunny splashes of pink and gold, while fabrics range from cotton voile to military canvas and satin to shearling. Ruffle and lace accents add a touch of femininity to this easy, breezy season.

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LIU JO LA COLLEZIONE GOLD LABEL RACCONTA UNA DONNA CHE FA DELLA FEMMINILITÀ LA PROPRIA CARTA VINCENTE: L’ISPIRAZIONE GUARDA ALLA FINE DEGLI ANNI ’80, AI VALORI DI ELEGANZA E IDENTITÀ CHE QUEL DECENNIO RACCONTAVA ALLA PERFEZIONE. IL FOCUS È SULLE SPALLE COSTRUITE, SUI PREZIOSISMI CHE ILLUMINANO GLI OUTFIT, SULLE SILHOUTTE SLANCIATE E SU UN’ATTITUDE DI ISPIRAZIONE COUTURE. The Gold Label collection is dedicated to a woman who firmly believes that femininity is her greatest asset. Inspired by the ideals of elegance, identity and quest for perfection of the late Eighties, it focuses on polished silhouettes, structured shoulders, bold accessories and couture attitude.

ESCADA NIALL SLOAN, NUOVO GLOBAL DESIGN DIRECTOR DI ESCADA, HA RINNOVATO LA LABEL DA QUANDO È ENTRATO A FAR PARTE DEL TEAM. LO STILE DI LUSSO DI SLOAN E LA SUA ABILITÀ SARTORIALE SONO EVIDENTI IN QUESTA COLLEZIONE, SPECIALMENTE QUANDO SI TRATTA DI RICERCARE SPUNTI NEGLI ARCHIVI DEGLI ANNI ’80 E ’90 DELLA MAISON. LA VITA STRETTA, LE STAMPE FLOREALI, I RICAMI E I PANTALONI MORBIDI SONO I PUNTI DI RIFERIMENTO DEL BRAND, PENSANDO ALLE NUOVE E GIOVANI CLIENTI CHE DESIDERANO AVERE UN PO’ DI STORIA NEL GUARDAROBA. Escada’s new global design director, Niall Sloan, has been revamping the label since joining the team. His flair for luxury and tailoring is instantly recognizable in this collection, drawing on the maison’s archives from the Eighties and Nineties. Nipped-in waists, floral prints, embroideries and fluid pants are the brand’s cornerstones, particularly for young, new customers, who covet a touch of history in their wardrobes.

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LAMBERTO LOSANI DAL 1940 LAMBERTO LOSANI RAPPRESENTA LO STILE ESSENZIALE DEL CASHMERE ITALIANO. NELLA COLLEZIONE EFFETTI MOULINÉ ESALTANO LE LAVORAZIONI, I DETTAGLI A CONTRASTO METTONO IN RISALTO LE LINEE PULITE DEI CAPISPALLA E NEW TIE-DYE E BI-CROMATISMI DOUBLE FACE SI FONDONO CON ELEMENTI GRAFICI FORTI. LA SENSUALITÀ DEI GRIGI, BEIGE, BLU E VERDI SI COMBINA IN MONOCROMATISMI MULTISHADE, CON GLI ACCENTI CALDI DEI LEGNI FRUITY ORANGES E BLUISH GREENS ACCENDONO L’INVERNO CON TONALITÀ FRESCHE E DECISE. Since1940, Lamberto Losani has been synonimous with Italian cashmere. Mouliné effects elevate knits, details accentuate the sleek lines of the outerwear, while new tie-dye and reversible two-tone fabrics mix with high contrast graphic details to deliver graceful, ultrafeminine pieces. Tones of grey, beige, blue and green mix with multi-shade monochromatics with wood-toned accents, from caramel to mahogany. Fruity oranges and bluish greens brighten winter with cool, crisp colors.

FABIANA FILIPPI PER LA PRIMA VOLTA IL BRAND, FONDATO NEL 1985 DA MARIO E GIACOMO FILIPPI COCCETTA, AFFIANCA ALLE COLLEZIONI MAIN LA RESORT. FILATI NOBILI SONO LAVORATI IN NUOVI FINISSAGGI, MATERIE COUTURE ALTERNATE A TESSUTI TECNICI, ELEGANZA SARTORIALE ACCOSTATA A UN’ATTITUDE ACTIVE CHIC. For the first time the label, founded in 1985 by Mario and Giacomo Filippi Coccetta, adds a resort collection to to the main one. Fine fibers with new finishes, couture materials and technical fabrics, express tailoring elegance mixed with active chic.

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SUPERIOR SUITE s.r.l. - Via Aurelia 35 - 35010 Loreggia (PD) - ITALY - tel. +39 049 9353712 - info@superiorsuite.it - www.superiorsuite.it


TREND

BRAND TO WATCH Collezioni al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni, con un concept originale e una storia da raccontare DI ANGELA TOVAZZI

Let’s have a look at collections ready to debut, evergreen brands that are now undergoing a re-launch or lines born a few seasons ago, with an original concept and a story to tell.

ALEXANDRA ALBERTA CHIOLO The young designer launches the Princi accessories collection, made of padded Lycra. Dopo aver lanciato nel dicembre 2014 le scarpe con tacchi e plateau intercambiabili Albertine, la torinese Alexandra Alberta Chiolo spazia nell’universo delle borse e della piccola pelletteria con la linea Princi: shopper, zainetti, portafogli e minibag 100% made in Italy, realizzati in Lycra imbottita, con dettagli in tessuto gommato, tutti leggerissimi e rainproof e lavabili in lavatrice a 30 gradi. Arrivata sul mercato con l’autunno-inverno 2017/2018, la collezione ha già conquistato circa 300 multimarca, divisi fra Piemonte, Lombardia e Lazio e a breve sbarcherà in Cina. Compresi fra i 49 e i 169 euro i prezzi sell in.

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R16 FIRENZE Produced and distributed by the family company, the Romina Caponi’s knitwear brand bets on a contemporary image, Italian yarns and handmade workmanship. Romina Caponi, classe 1976, è figlia d’arte. Dopo essersi specializzata al Polimoda di Firenze e aver appreso il mestiere nel maglificio di famiglia (attivo dagli anni Settanta), collabora con importanti maison, come Roberto Cavalli, Versace e Byblos. Nel 2016 il grande salto, con la decisione di lanciare il proprio brand. Lo battezza R16 Firenze, nome ispirato al suo numero fortunato, il 16, corrispondente alla propria data di nascita e quella del fratello, perso nell’adolescenza. Il suo è un knitwear dagli echi folk, dall’immagine grafica e contemporanea, in bilico fra minimalismo e decorativismo. Prodotto e distribuito dal Maglificio Caponi, gestisce le vendite tramite ordini online su 16Rfirenze.com, showroom pop up itineranti, e presenta prezzi sell in che vanno dai 250 euro delle culotte ai 1.300 euro della mantella punto pelliccia.


LANACAPRINA The Daimon’s womenswear brand bets on tailoring cuts and a contemporary image, with an excellent value for money.

OOKONN

Bon ton, ma contemporary. Sartoriale, ma all’avanguardia. Lanacaprina, womenswear made in Italy fondato nel 2015 da Alberto Brancaglion e in capo alla varesotta Daimon, vuole essere la risposta giusta per chi cerca proposte dal quid distintivo e di carattere, pur restando nel solco della raffinatezza e dell’eleganza. Disponibile nelle taglie dalla 38 alla 50, la collezione scommette su proposte per ogni occasione (dal meeting di lavoro alla serata di gala) e - novità dell’autunnoinverno 2018/2019 - su un’offerta di accessori come cappelli, borse e pochette. Il brand è distribuito dalla showroom milanese Panorama Moda ed è presente in circa 400 punti vendita multibrand fra Italia e Paesi esteri (una quindicina). I prezzi medi sell in si aggirano intorno ai 60 euro.

The Hong Kong accessories brand is ready to conquer Europe: first step the capsule with 10 Corso Como in Milan. Nato nel 2016 da un team di creativi di Hong Kong, Ookoon ha celebrato il suo debutto in Europa attraverso una collaborazione con 10 Corso Como, che dall’aprile scorso ospita un trolley esclusivo (venduto a 500 euro), pensato per urban traveller e jet setter. Il brand di valigie e accessori, dall’estetica divertente e dal design “rotondo”, oltre a vendere sulla propria piattaforma online, è commercializzato da top retailer online e offline come Net-a-Porter, Lane & Crawford, Kapok, Shine e Dfs, per citarne alcuni e ora punta ad ampliare gli orizzonti verso il mercato europeo e americano. Competitivo il prezzo al pubblico, compreso fra i 70 e i 380 euro.

KHRIÒ D+ A new eco-friendly project for Alma group: the sneakers realized in “Appleskin”. Si chiama Khriò D+ il nuovo progetto di green shoe di Khriò, brand che fa capo del gruppo marchigiano Alma. La sua mission? Offrire proposte 100% animal free, realizzate con materiali eco-sostenibili e rispettosi dell’ambiente. «Nel pensare un prodotto che potesse abbracciare una moda virtuosa - commenta il presidente Claudio Sagripanti - abbiamo studiato l’utlizzo di materiali vegani atossici e anallegergici, provenienti dal riciclo di fibre naturali come le bucce e i torsoli delle mele». La tomaia delle sneaker è infatti realizzata in “Appleskin”, del tutto simile al cuoio, sia come qualità che come design. Disponibili al pubblico a 135 euro, le calzature sono acquistabili sul sito khrio.com e commercializzate, oltre che in Italia, in Belgio, Lituania, Russia, Germania, Francia e Usa.

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Q&A A CURA DI ALESSANDRA BIGOTTA

DIRETTORE ARTISTICO DI TARA JARMON

COLOMBE CAMPANA

«NELLA “TARA FAMILY” OGNI DONNA PUÒ ESPRIMERE SE STESSA» After working at Sonia Rykiel, Claudie Pierlot and as a concept designer in charge of & Other Stories’ ready-to-wear collections, Colombe Campana faces a new challenge as artistic director of Tara Jarmon, a symbol of “French chic”, founded more than 30 years ago. Che lavoro sognava di fare quando era una bambina? Già allora pensavo a qualcosa di artistico. Ho passato tutta la mia infanzia a disegnare e alla fine ho scoperto che avrebbe potuto essermi utile anche per la mia vita adulta. Ho sentito la parola designer per la prima volta quando avevo 12 anni e in quel momento ho avuto la certezza che avrei fatto quel lavoro. Qual è il tratto distintivo della sua personalità e quanto si è rivelato importante per la sua professione? Mi ritengo piuttosto umile, non accentratrice e questo mi spinge a lavorare in gruppo e a condividere opinioni. Ma sono anche una persona che ama prendere velocemente le decisioni e che sa essere molto diretta. Una delle mie caratteristiche è anche una certa testardaggine: quando un progetto mi coinvolge, riesco facilmente a convincere le persone a sostenerlo. Tara Jarmon è un marchio con 30 anni di storia: cosa cambia sotto la sua direzione artistica e cosa invece resta invariato? Non cambia quella che definisco “feminine vibe” del brand, basata su uno chic tipicamente francese e sul colore. Ma voglio anche introdurre nel mondo di Tara Jarmon elementi di maggiore modernità, legati anche alla vita quotidiana di ogni donna. Il nostro target è una giovane 30-40enne, una mamma che lavora, a cui piace la moda ma che cerca in parallelo uno stile senza tempo. Sto rilanciando, in particolare, una collezione da sera, senza tempo. Si chiama Le Bal e si tratta di 15 pezzi, dagli abiti lunghi a quelli mini, passando per un classico come lo smoking femminile, con in mente un obiettivo: tutte le età, gli stili e le conformazioni fisiche devono poter trovare l’outfit perfetto per una serata speciale.

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Ha in mente una brand ambassador ideale per la nuova Tara Jarmon by Colombe Campana? Innanzitutto le amiche e le sorelle! In realtà la “Tara family” è composta da tante donne diverse: penso alla cantante francese Juliette Armanet, a Olivia Camplez - a sua volta francese e proprietaria di un concept store di beauty a San Paolo del Brasile - oppure all’artista e dj Ines Melia...In Italia, il primo nome che mi viene in mente è quello di Giovanna Battaglia: incarna alla perfezione lo stile femminile, colorato e giocoso di Tara Jarmon sotto la mia direzione artistica.

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Com’è il suo rapporto con il mondo digitale? Direi stretto. Il digitale ha cambiato le regole per noi e per i consumatori, che possono avere accesso a tutti i marchi, ovunque vivano. Ha favorito lo sviluppo di un gusto personale per ognuno grazie alle blogger, nate come “random girl”. In passato erano solo i brand e le celebrity a dettare legge in fatto di stile. Grazie alla Rete tutto è diventato democratico. C’è una persona a cui vorrebbe dire grazie? I miei genitori, che mi hanno sempre incoraggiata a seguire i miei sogni e a realizzarli, anche se il percorso che avevo scelto non era certo né dei più classici, né dei più semplici. Sono loro ad avermi insegnato l’amore per la bellezza e l’estetica, attraverso l’arte, la pittura, l’arredo e pesino il cibo. Hanno un modo raffinato di vivere, che per me è una fonte di ispirazione. Come trascorre il tempo libero? In realtà lavoro molto, ma non ho mai la sensazione di lavorare nel senso stretto del termine, anche nei periodi più intensi e faticosi. Non mi stanco e non mi annoio mai: penso che questa sia la forma più “estrema” di lusso. ■

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CAREERS A CURA DI ELISABETTA FABBRI

Nuovo presidente del cda in Burberry. Alle vendite un ex-Belstaff In July Burberry will hire Gerry Murphy as chairman. Meanwhile, in the newly created position of chief commercial officer the group appointed Belstaff ceo Gavin Haig.

Altre novità in Burberry, sotto la guida di Marco Gobbetti: Gerry Murphy (nella foto in alto) è stato nominato presidente del board. Il prossimo 12 luglio, dopo l’assemblea degli azionisti del gruppo britannico, prenderà il posto di Sir John Peace, in carica da 16 anni. Murphy è una figura di grande esperienza, essendo stato direttore non esecutivo di realtà come British American Tobacco, Merlin Entertainments e Reckitt Beckinser (consumer goods). Attualmente è chairman di Tate & Lyle (food) e di The Blackstone Group International Partners (servizi finanziari). Prima di entrare in Blackstone è stato ceo di Kingfisher, Carlton Communications, Exel e Greencore Group. Invece, nella nuova posizione di chief commercial officer è stato chiamato Gavin Haig (in basso, nella foto), ex Belstaff, che ha lasciato all’inizio di quest’anno dopo quasi quattro anni nel ruolo di amministratore delegato. Haig sarà responsabile per tutte le aree geografiche dove opera Burberry e riporterà direttamente a Gobbetti. Prima di Belstaff (dove gli è subentrata Helen Wright), ha militato una decina d’anni in Cartier, in veste di managing director international, e prima ancora ha lavorato in Alfred Dunhill e Wedgwood. In attesa che il nuovo corso dello storico brand londinese si manifesti anche nello stile, con la direzione creativa di Riccardo Tisci, il fiscal year terminato in marzo ha mostrato ricavi a 2,73 miliardi di sterline (circa 3,1 milioni di euro), in calo dell’1% sull’anno prima. L’utile operativo è aumentato del 4% e i profitti netti del 2,4%.

Stefano Biondo da Safilo a Marni A Safilo manager, Stefano Biondo, succeeded to Ubaldo Minelli at the helm of Marni.

Stefano Biondo succede a Ubaldo Minelli alla guida di Marni dopo 15 anni passati in Safilo, gli ultimi due come brand chief officer del gruppo dell’eyewear. Da qualche tempo il marchio di Otb, da 180 milioni di euro di ricavi l’anno, ha visto importanti arrivi ai vertici. Il piano industriale in corso prevede un’accelerazione in Asia (specialmente in Cina), oltre a un ulteriore sviluppo delle collezioni uomo e di tutto l’universo licenze.

Tod’s: presto ad Andrea Della Valle tutte le responsabilità, Diego più strategico Tod’s Group is reorganising its top management. Diego della Valle will take a step backward in favour of its brother Andrea, but has no plans to retire. He aims at a more strategic role.

Il gruppo Tod’s prepara una riorganizzazione ai vertici. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente, Diego Della Valle, all’Università Politecnica delle Marche, in occasione dello scorso Your Future Festival. «Entro poco tempo - ha annunciato - conto di delegare la gestione ordinaria dell’azienda ai nostri uomini. Mio fratello Andrea (attuale vice presidente del gruppo, ndr) sarà capo di questa struttura». L’imprenditore marchigiano non ha intenzione di ritirarsi, ma di ritagliarsi un ruolo meno operativo e più strategico. Ad aprile, l’assemblea dei soci ha nominato il nuovo cda, che vede l’ingresso dell’ex Alitalia e Sole 24 Ore, Gabriele Del Torchio e Umberto Macchi di Cellere, ex manager Bulgari e Johnson&Johson nel ruolo di ceo. Va a guidare un gruppo che sfiora il miliardo di ricavi l’anno, ma è ancora molto sbilanciato sul mercato italiano e solo di recente ha iniziato una revisione della propria strategia in un’ottica multicanale. Nel primo trimestre 2018 il gruppo ha accusato un -5% delle vendite (a 226 milioni di euro, -1,8% a cambi costanti).

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Angela Ahrendts nel board di Ralph Lauren Ex-Burberry ceo Angela Ahrendts is joining Ralph Lauren’s board same as Mike George.

Angela Ahrendts si prepara a entrare nel board della Ralph Lauren Corporation. Dal 2014 Ahrendts è senior vice president di Apple Retail ma è nota perché è con lei che Burberry - dove è stata ceo dal 2006 al 2014 - si è rivelato un pioniere del digital. Un segnale per la Ralph Lauren, che in marzo ha chiuso l’esercizio fiscale con un -7% dei ricavi a 6,2 miliardi di dollari. Nel cda, che sale a 13 membri, entra anche Mike George, oggi capo dell’americana Qurate Retail Group (tra i business in portafoglio QVC) e in passato chief marketing officer di Dell.


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SARAH RUTSON/THE COLLECTED GROUP

«LA MIA NUOVA SFIDA DOPO NET-A-PORTER E LANE CRAWFORD» Quanto conta l'esperienza nel retail e nel digital per il rilancio di un gruppo? Come si protegge l'identità di un marchio e come si dialoga con il consumatore, mantenendo un ponte tra online e offline? Lo abbiamo chiesto a un’icona della moda come Sarah Rutson, ex vp of global buying di Net-a-porter e fashion director di Lane Crawford, e dallo scorso anno chief brand officer del losangelino The Collected Group (etichette Equipment, Current/Elliott e Joie) DI CARLA MERCURIO

How important is the experience in retail and digital for the re-launch of a group? How to protect the identity of a brand looking ahead to the future? We asked Sarah Rutson, former Net-a-porter vp of global buying and fashion director of Lane Crawford, and now chief brand officer of The Collected Group (with the labels Equipment, Current/Elliott and Joie).

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Lo scorso anno è stata nominata chief brand officer di The Collected Group (in precedenza gruppo Dutch): cosa mancava nell'azienda e qual è il suo obiettivo? Per prima cosa ho voluto mettere l’accento sul fatto che il nostro è un gruppo trainato dal design. Un concetto che si era perso da tempo e per questo molti marchi avevano smarrito la loro identità da anni. C’è stata una forte mancanza dal punto di vista dell’innovazione, a causa di una mentalità orientata alle vendite, che ha portato a ripetere gli stessi stili che erano andati bene in passato. C’era un sales team a New York e un design team a Los Angeles. E nulla in mezzo. L’obiettivo è stato riaccendere e ristabilire il posizionamento e la “terra del cuore” di ciascun marchio.

Perciò ho portato a bordo uno stilista francese che ha collaborato con monsieur Yves Saint Laurent, con Missoni e Peter Dundas. Avevo bisogno di attenzione ai dettagli, alle riniture e alla confezione. E a proposito di Current/Elliott? In Europa Current/Elliott aveva mantenuto la sua connotazione di premium designer label, mentre negli Stati Uniti era diventata un’etichetta di T-shirt casual. L’obiettivo era ricondurre l’essenza del marchio alla sua integrità legata al denim e costruire quella che definiamo la Permanent Collection, ossia fare in modo che il marchio fosse portatore di un messaggio globale consistente. Così ho portato in casa un talento incredibile, per guidare lo staff stilistico.

Ha maturato esperienze significative nel mondo del retail, sia fisico sia online: cosa porta con sé in questa nuova avventura? Per oltre 25 anni ho comprato ogni singolo marchio al mondo. So cosa ci vuole per far funzionare un’etichetta a tutti i livelli e capisco il significato e il valore della parola “marchio” all’interno di un contesto globale. Mantenere intatto il core value di una collezione e al tempo stesso guardare avanti è difficile. Bisogna fare attenzione allo storytelling, conservare integro il messaggio, capire bene lo scenario in cui si muove, avere rispetto per il passato sapendo però che questo ti può far annegare. La mia capacità di essere sempre aperta mi ha mantenuta salda, in uno scenario fashion/retail che cambia costantemente.

Quale il percorso evolutivo di Equipment? Equipment ha dalla sua chance incredibili, grazie all'heritage francese, che si è mantenuto integro. È oggi riconosciuto come un brand di camicie dalla personalità molto forte, ma volevo farlo evolvere verso un concetto di lifestyle completo, indirizzato a una platea attenta alle proposte dei designer, ma con un prezzo più conveniente.

Cosa mi può dire di Joie? Abbiamo mantenuto intatto il design team. Era solo necessario permettere agli stilisti di far risplendere la loro creatività. L’obiettivo era rilanciare l’etichetta, legata a un concetto di femminilità garbata, come marchio lifestyle ideale per le quattro stagioni dell’anno e non solo per la primavera e l’estate.

Cosa sta imparando di nuovo? È un compito arduo...tre marchi, cinque stagioni, 12 consegne in un anno. Un processo nostop. Bisogna essere chiari, sempre concentrati e non dubitare mai di se stessi. È importante avere una visione cristallina e non deviare rispetto ai codici stabiliti inizialmente. I marchi avevano bisogno di un leader che tenesse tutti ben focalizzati.

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PEOPLE 2

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1. Sarah Rutson, chief brand officer di The Collected Group (ex gruppo Dutch), che fa capo per il 60% a Ta Associates e per il 40% a Serge Azria 2. Una proposta di Current/Elliott 3. Un outfit di Equipment

i consumatori possono connettersi con il design team attraverso uno speciale programma, disponibile solo in negozio, per customizzare il loro denim. La tecnologia instore dovrà creare un ponte con la shopping history del consumatore online, in modo che gli addetti alla vendita possano porgere un servizio tailor made nel modo più autentico possibile.

Io ero ben sicura della direzione di ciascuna etichetta, grazie alla mia precedente esperienza di buyer. Come sta evolvendo lo scenario del retail con l’arrivo del digital? È tutto legato al business «bricks as well clicks». I nostri negozi fisici sono estremamente importanti, tanto quanto la nostra attività digital diretta. Noi gestiamo un business model che prevede un network di punti vendita profittevoli nelle giuste location. Qual è secondo lei la formula vincente per un negozio fisico? Oggi i consumatori cercano contatti sociali ed esperienziali con i marchi e questo è un fattore critico, soprattutto nei negozi fisici. Vogliono sentirsi coinvolti nell’universo del marchio quando sono in negozio. Si tratta di massimizzare il touchpoint fisico e costruire lealtà attraverso esperienze one-to-one personalizzate. Per esempio, da Current/Elliott

Quale l'approccio giusto a un portale online? La cura del prodotto è l’aspetto chiave nello storytelling quando si parla di tutti i mezzi digitali, così come è importante la giusta connessione con i consumatori. Ci piace sviluppare una relazione genuina con i social ambassador, “micro-influencer” che hanno un modo spontaneo di mettere in connessione il loro brand con il nostro. Curare il dialogo e far sì che ci sia uno sviluppo narrativo chiaro è fondamentale per stare fuori dalla confusione, in un mondo che cerca connessioni speciali con il marchio. Lavora con Brett Ramey, svp of brand creative per le tre etichette, da nove anni nel gruppo. Come vi interfacciate? Brett è una custode del marchio come me, essenziale per assicurarsi che la voce dei brand filtri attraverso tutti i nostri canali. Possiede una profonda conoscenza del processo marchio/prodotto/cliente e, come me, è una che pensa con l’emisfero destro e con quello sinistro del cervello. Quando si ha una relazione di lavoro così stretta è fondamentale che, oltre ad andare d’accordo, ognuno abbia la capacità di portare qualcosa di nuovo, senza avere paura di far risuonare la propria voce. Oggi dobbiamo essere creativi, ma anche attenti ai budget. Come individui siamo molto, molto forti. Insieme ancora di più. ■

BRETT RAMEY

QUELLO CHE SO DI SARAH «We work together in order to protect and build the brand value back into each collection». Brett Ramey, svp of brand creative of The Collected Group, explains her work relationship with Sarah Rutson. Quali cambiamenti sta portando Sarah Rutson nel gruppo? Sarah è una grande “brand builder”. Riesce a mantenere il brand value ai massimi livelli e ha portato un nuovo livello di definizione del gusto e di approccio al business. È focalizzata nel definire e proteggere la direzione del marchio e il suo approccio ha già avuto un impatto nell'upgrading del prodotto. Ha portato quella spinta di energia e di entusiamo necessari nel nostro team. Cosa è essenziale per lo sviluppo di The Collected Group? È essenziale comprendere bene la visione e la traiettoria di crescita di ciascun marchio nel nostro portfolio. Che sia la femminilità al core di Joie, che sia spingere in avanti i confini del denim in un'ottica di design per Current/Elliott o ancora padroneggiare la nonchalance europea di un'etichetta come Equipment. Sono questi i pilastri su cui si basa ogni decisione che prendiamo. Come si interfaccia con Sarah Rutson? Sarah dice sempre che sono la sua mano destra e la sinistra. Lavoriamo per proteggere e riportare il brand value all’interno di ogni collezione e per far sì che questa mission sia chiara attraverso qualsiasi mezzo.

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RED CARPET A CURA DI ALESSANDRA BIGOTTA

CANNES FILM FESTIVAL

GRIFFE CO-PROTAGONISTE SULLA CROISETTE Cosa resterà della recente edizione della 71esima edizione del Festival del Cinema di Cannes? Sicuramente la spontaneità di Marcello Fonte nel ricevere il premio come protagonista del film Dogman di Matteo Garrone, la semplicità del sorriso di Alice Rohrwacher con in mano la statuetta vinta per la migliore sceneggiatura (ex aequo con Trois Visages di Nader Saeivar e Jafar Panahi) con Lazzaro Felice, l’entusiasmo del regista giapponese Hirokazu Kore-eda che si è aggiudicato la Palma d’Oro per il suo Shoplifters. E ancora, il discorso di Asia Argento, che ha ancora una volta portato alla ribalta lo scandalo Weinstein. Ma a tenere banco sono stati anche gli abiti, con le griffe - soprattutto italiane e francesi - in pole position a firmare le mise di attori e registi. Tra i modelli più scenografici quelli di Giorgio Armani per Cate Blanchett, presidente della giuria, che si è fatta notare anche in Givenchy. Di pochi giorni fa la notizia che l’attrice è diventata la prima global beauty ambassador di Giorgio Armani: presterà il suo volto, non solo alle fragranze Sì, ma anche al make up e alle linee skincare del marchio. Per gli uomini un’overdose di completi classici all black, con qualche incursione nel casual con classe: un nome per tutti, Ron Howard, fotografato in abito e sneaker easy-chic di Ferragamo.

Asia Argento all black: il vestito è firmato Givenchy

Completo e sneaker di Salvatore Ferragamo per Ron Howard

Adam Driver (a sinistra) in Valentino

Alice Rohrwacher in Prada, orgogliosa del premio ex aequo alla migliore sceneggiatura per il film “Lazzaro Felice”

Cate Blanchett, presidente della giuria, con un abito Giorgio Armani

Thierry Fremaux e Pierre Lescure impeccabili nei completi Brioni

LUBIAM A SOSTEGNO DI MANTOVA CREATIVA

I GIOVANI MISSONI

PER L’ARTE CON HABICHER

TRA COOKBOOK E VALIGIE POP

Lubiam a fianco della rassegna Mantova Creativa: come era successo nel 2016 con “Vortici”, opera di Hidetoshi Nagasawa, così quest’anno l’azienda di menswear, la cui storia si intreccia con quella della città lombarda, ha presentato la scultura “Guscio” di Eduard Habicher. Dopo l’inaugurazione a inizio maggio, l’opera “attraversabile” di Habicher resterà esposta all’interno di Palazzo Ducale per un anno.

Tutto esaurito all’Atrio degli Arcieri di Palazzo Ducale

I relatori alla conferenza stampa di presentazione del progetto di Lubiam, stavolta focalizzato sul “Guscio” di Habicher

Eduard Habicher in primo piano all’evento mantovano

Due eventi hanno visto protagonista a Milano la giovane generazione della famiglia Missoni, ovvero Margherita e Francesco Maccapani Missoni, figli di Angela. Margherita ha celebrato da Mari&Co il lancio di un set da viaggio, realizzato per il marchio Away. Francesco ha scelto la Feltrinelli di via Pasubio per presentare, insieme a mamma, nonna e amici tra cui Inge Feltrinelli, The Missoni Family Cookbook: 130 ricette dei piatti che si mangiano in casa Missoni.

Francesco Maccapani Missoni all’evento in Feltrinelli

Margherita Maccapani Missoni da Mari&Co per Away

Giorgio Armani, Givenchy, Brioni, Prada and many other fashion brands were present on the Croisette during the recent 71st edition of the Cannes Film Festival: the Golden Palm for elegance went to the president of the jury, Cate Blanchett, and her black dress by Giorgio Armani. In Mantua, the menswear brand Lubiam renewed its support for Mantova Creativa, sponsoring the “Guscio” sculpture by Eduard Habicher. In Milan, Francesco Maccapani Missoni presented The Missoni Family Cookbook and his sister Margherita a collaboration with the brand Away.

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3—5 JULY 2018

PANORAMA-BERLIN.COM

CONNECTING COMMUNITIES


4 JULY 2018 – KRAFTWERK BERLIN WWW.FASHIONTECH.BERLIN

FASHION. TECH. DIGITALISATION. INNOVATION. BUSINESS.


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