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don Giuseppe Carrara a trent’anni dalla morte

A trent’anni dalla morte del caro don Giuseppe Carrara, il ricordo non si è ancora spento in chi l’ha riconosciuto come padre, sacerdote, pastore attento, uomo di Dio. Proprio in questi giorni ho avuto modo di incontrare persone di Gorlago che lo ricordavano con tanto affetto per essere stato il loro curato del primo oratorio domestico negli anni ’40 del secolo scorso, coadiuvato dall’infaticabile e giovane sorella Maria.

Sacerdote che sapeva raccogliere e coinvolgere, che sapeva “sfamare” e indirizzare, in tempi certamente più propizi dei nostri, ma comunque difficili.

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Così in seguito nella parrocchia cittadina di S. Alessandro in Colonna come vicario e a Vertova per il 24 anni come prevosto, il suo ministero è tutt’ora ben ricordato per aver coniugato l’attenzione a tutti e l’accompagnamento personale.

Uomo di preghiera e del confessionale e da qui molto attento ai bisogni delle persone, soprattutto dei più poveri e bisognosi di cure.

Per me è stato un padre.

Attento alle mie necessità (la mia famiglia negli anni ’60 non navigava in chissà quali possibilità) provvedeva perché continuassi negli studi senza pressioni per la scelta di vita, mi responsabilizzava nelle attività della parrocchia.

E devo riconoscere che proprio la sua testimonianza di vita retta, di carità delicata e rispettosa, mi hanno aiutato a decidermi, a 22 anni, a entrare in seminario per verificare e poi decidere la mia vocazione.

Ancora oggi ti ringrazio, don Giuseppe, per il tanto che mi hai dato.

Ti ringrazio a nome delle tante persone che ti hanno conosciuto e stimato. Ti ringrazio a nome della Chiesa per la quale hai offerto la tua vita e alla quale hai dato tanto amore.

Ci hai parlato di Gesù, ora nella liturgia del Paradiso che eternamente celebri, parla a Gesù di noi, continua a portarci a Lui e riposa nella pace.

Don Mauro Arizzi

Maria Teresa Carrara

Nel giorno in cui la Chiesa ringrazia col canto del Te Deum per i doni ricevuti durante l’anno, Mariateresa ci ha lasciato facendo il suo ringraziamento non con le parole o col canto, ma si è presentata di persona davanti al Padre dei cieli restituendogli la vita che aveva ricevuto. La Parola di Dio ascoltata illumina questo momento di buio, di sofferenza e di dolore, e come dice il vangelo di Giovanni che abbiamo meditato in questo tempo di Natale: la luce splende nelle tenebre!

Il salmo responsoriale ascoltato era il salmo preferito di Mariateresa e ci ha detto che “il Signore è il nostro custode”, è Colui che ha cura di noi.

Si noti che questo salmo non è una preghiera e neppure una lode (come sono invece la maggior parte dei salmi). Non si parla direttamente a Dio, ma si parla di Dio. Non si raccontano le cose eccezionali di Dio. Si racconta la sua protezione quotidiana, silenziosa e sempre attenta. Dicevo che non è una preghiera, ma è più di una preghiera. Dice una certezza che ogni uomo deve costantemente ricordare. Se mancasse questa certezza saremmo in balia della monotonia che ruba all’uomo il gusto di vivere.

E Mariateresa faceva questo ragionamento: che cosa si custodisce se non le cose preziose? Lei sapeva di essere una persona preziosa agli occhi del Signore. E perché lo credeva? E qui ci viene in aiuto la prima lettura: perché siamo figli di Dio e lo siamo realmente! Mariateresa nonostante le difficoltà della vita, la sua infanzia difficile per la morte dei genitori, ha sempre coltivato una grande fede che l’ha accompagnata durante la sua vita e aiutata in questi anni di malattia.

Una donna energica, decisa, a volte fuori degli schemi, una donna capace di tenere insieme ... i preti del vicariato, e con forza e con delicatezza! Chi non si ricorda di aver ricevuto dei fiori per il suo compleanno o per il suo onomastico?

Mariateresa era così: prenderla o lasciarla!

Aveva a cuore la Chiesa, il suo vescovo, amava la Parola di Dio, sentiva a “passione” per l’ecumenismo, è stata membro del consiglio pastorale diocesano, amava questa parrocchia (anche se aveva nel cuore quella di Nembro!), amava e stimava i suoi preti, i suoi curati ...gustava e godeva (ma anche criticava) la liturgia: cercava e trovava lettori e cantori per la messa del mattino. Una donna dalla scorza dura, ma di un cuore grande. Certo aveva il suo bel carattere e qualcuno si sarà certamente scontrato con lei e l’avrà mandata a quel paese! Ma poi riprendeva il dialogo. Mariateresa ha vissuto questi ultimi anni della malattia la nascita della nipotina Rachele le aveva procurato tanta gioia (“sono diventata nonna” mi diceva), ma ha dovuto lottare anche con la sofferenza che ha vissuta con coraggio e a testa alta. Spesso le dicevo che la grinta si vede nel momento del dolore e questo si è potuto vedere.

E quando parlava della sua malattia, pur consapevole che non ne sarebbe uscita indenne, era sempre positiva: quello che Dio vuole.

Ma ripeto la sua era una fede “forte”, era la fiducia in colui che non lascia vacillare il tuo piede, in colui che non si addormenta, non prende sonno, ma è vigile per custodire qualcosa di prezioso.

Fra’ Sandro (Omelia dell’Eucaristia funebre) giorno fa nella sua abitazione in monsignor Camillo Carrara ad Albino. Soccorso da una vicina, non è sopravvissuto al successivo ricovero in ospedale dove il suo cuore ha cessato di battere sabato 14 gennaio. Aveva 84 anni.

Nato il 2 luglio 1938, celibe, ha speso la vita per il bene degli altri. Coltivava il dono prezioso dell’amicizia, portava nel cuore le lontane terre di missione dei frati Cappuccini dove ha operato per tanti anni come volontario falegname e formatore, nei tempi delle ferie e della pensione, ma anche come benefattore fornendo e organizzando spedizioni di attrezzature per l’allestimento di falegnamerie.

Figlio di Battista (1891-1963) e di Maria Canavesi (1899-1983), Antonio è l’ultimo di cinque fratelli: Lina, Elvira, Rita e fra’ Teotimo (al secolo Francesco), padre Cappuccino, classe 1924, l’unico ancora vivente, per anni missionario in Eritrea e attualmente di casa al convento di Bergamo.

Ai funerali, presieduti da don Giuseppe e concelebrati da dieci padri Cappuccini nel pomeriggio di martedì 17 gennaio si è espressa la riconoscenza per la bella persona che è stata Antonio, uomo mite, determinato e generoso.

«L’ho incontrato l’ultima volta il 23 ottobre ad Albino - ha ricordato padre Antonio Forchini -, in occasione della Giornata missionaria mondiale. Antonio l’ho conosciuto bene in Costa d’Avorio, era celibe ma la sua vita è stata fecondissima perché ha fatto molto bene. Ha operato anche in Eritrea, Etiopia, Camerun e Thailandia come mi ha ricordato il segretario delle missioni estere Cappuccine padre Marino Pacchioni che è qui presente. Le sue opere ci parlano ancora, è stato un bravo falegname, ha saputo fare e ha insegnato con passione i segreti del suo lavoro, di cui non era affatto geloso, a tanti giovani, come Willy e Maxime che attualmente dirigono quella falegnameria. Quando mi salutava si commuoveva, era un suo tratto caratteristico che spiegava una sensibilità concreta che è attenzione all’altro».

Antonio Rondi

Non ce l’ha fatta Antonio Rondi a riprendersi da un malore avvenuto qualche

Lo piangono il fratello padre Teotimo, il cognato Aldo, i nipoti Annamaria, Giovanna, Paolo e Aldo e la tante comunità dove ha vissuto e operato sapendo intessere relazioni buone.

CASA FUNERARIA di ALBINO

CENTRO FUNERARIO BERGAMASCO srl, società di servizi funebri che opera con varie sedi attive sul territorio da più di 60 anni, nata dalla fusione di imprese storiche per offrire un servizio più attento alle crescenti esigenze dei dolenti, ha realizzato ad Albino la nuova casa funeraria.

La casa funeraria nasce per accogliere una crescente richiesta da parte dei famigliari che nel delicato momento della perdita di una persona cara si trovano ad affrontare una situazione di disagio oltre che di dolore nell’attesa del funerale. Il disagio potrebbe derivare dalla necessità di garantire al defunto un luogo consono, sia dal punto di vista funzionale che sanitario e permettere alle persone a lui vicine di poter manifestare il loro cordoglio con tranquillità e discrezione.

Spesso si manifesta la necessità di trasferire salme in strutture diverse dall’abitazione per ragioni di spazio, climatiche igienico sanitarie.

Ad oggi le strutture ricettive per i defunti sono poche ed il più delle volte improvvisate, come ad esempio le chiesine di paese, che sono state realizzate per tutt’altro scopo e certamente non garantiscono il rispetto delle leggi sanitarie in materia.

Dal punto di vista tecnico la casa funeraria è stata costruita nel rispetto delle più attuali norme igienico-sanitarie ed è dotata di un sistema di condizionamento e di riciclo dell’aria specifico per creare e mantenere le migliori condizioni di conservazione della salma.

La struttura è ubicata nel centro storico della città di Albino, in un edificio d’epoca in stile liberty che unisce funzionalità e bellezza estetica.

Gli arredi interni sono stati curati nei minimi dettagli; grazie alla combinazione di elementi come il vetro e il legno, abbiamo ottenuto un ambiente luminoso e moderno, elegante ma sobrio.

Lo spazio è suddiviso in 4 ampi appartamenti, ognuno dei quali presenta un’anticamera separata dalla sala nella quale viene esposta la salma, soluzione che garantisce di portare un saluto al defunto rispettando la sensibilità del visitatore. Ogni famiglia ha a disposizione uno spazio esclusivo contando sulla totale disponibilità di un personale altamente qualificato in grado di soddisfare ogni esigenza.

Funerale Solidale

Il gruppo CENTRO FUNERARIO BERGAMASCO, presente sul territorio con onestà e competenza, mette a disposizione per chi lo necessita un servizio funebre completo ad un prezzo equo e solidale che comprende:

- Cofano in legno (abete) per cremazione e/o inumazione;

- Casa del commiato comprensiva di vestizione e composizione della salma, carro funebre con personale necroforo;

- Disbrigo pratiche comunali.

Anniversari

Defunta

Da dicembre ‘22 a gennaio ‘23

... è rinato nel Battesimo

- Jacopo Suardi

... sono tornati alla casa del Padre

- Irma Pezzotta

- Miria Signori

- Giacomina Carrara

- Paolina Bertocchi

- Eleonora Torcello

- Antonio Moioli

- Margherita Piccoli

- Laura Acerbis

Silvestro Capitanio

7° anniversario

20.07.1944 - 30.01.2016

Sei sempre nei nostri cuori.

Anna Carrara vedova Usubelli anni 64

11.04.1958 - 28.12.2022

La famiglia ringrazia

- Luciana Foini

- Anna Carrara

- Arturo Zanchi

- Maria Teresa Carrara

- Emilia Dipilato

- Marzia Azzola

- Antonio Rondi

- Margherita Bonini

Aurelio Testa

3° anniversario

17.04.1938 - 25.01.2020

Grazie per il dono che sei stato per la tua famiglia!!!

Da lassù veglia sui tuoi cari

Luigi Signori

3° anniversario

05.08.1937 - 23.02.2020

Il tuo ricordo ci accompagni ogni giorno

* sposati fuori parrocchia - ** 3 solo con benedizione