Ottobre 2016

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Liceo Majorana Desio

o

o

G

G

etCetera

et Et C era

iornalin

et Et C era

iornalin

“il giornalino degli studenti”

Lettera del Caporedattore di Lorenzo Ferri Comincia un altro anno, e tra lezioni, aspettative e primi voti, torna puntuale il vostro amato EtCetera, pronto a tenervi compagnia durante le ore più tristi e noiose (non fatevi beccare dai prof. però!). Come qualcuno di voi saprà, questo sarà un anno di cambiamenti....

•

(continua a pag. 3)

“Life is not easy man” Un bel dì, tornando a scuola con il pullman estivo, mi capitò di trovare un diario smarrito; riportava molti...

(continua a pag. 13)

L’Angolo della Lettura Docenti e studenti sono invitati, il 24 ottobre dalle 14.10 alle 15.10, a partecipare ad un momento di libero confronto sul romanzo “The Giver” di Lois Lowry e sull’omonimo film che ne è stato tratto.

•

(per info: prof.sse Zerbinati e Felisari)

Prima riunione EtCetera

Venerdì 14 ottobre, alle ore 14:30 si terrà in aula magna la prima riunione della Redazione di EtCetera. Sono caldamente invitati tutti gli studenti, in particolare i ragazzi e le ragazze di prima che vogliono ricevere maggiori informazioni sul progetto. (per ogni domanda rivolgersi a Lorenzo Ferri, 4A)

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Indice

2

EtCetera Again!..............................................................3 Manuale di mitologia greca 2.0.....................................4 Harry Potter e la Maledeizione dell’Erede...................6 Ecce Homo - Leggenda sulla follia di Nietzsche...........8 Addio Slim Shady, l’ultimo dei punk............................10 “Life is not easy man”.................................................13 Storie di social #relazioni............................................16 Sport e scuola: questione di scelte...............................20 iOS 10: l e novità raccontate da un appassionato.......22

? u t e h c n a e r a p i c e t Vuoi par a o l o c i t r a o u t l i i Inviac m o .c l i a m g @ a n a r o j a m a r e etcet

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Scuola

3

Lorenzo Ferri, 4A

EtCetera Again!

Comincia un altro anno, e tra lezioni, aspettative e primi voti, torna puntuale il vostro amato EtCetera, pronto a tenervi compagnia durante le ore più tristi e noiose (non fatevi beccare dai prof. però!).

Come qualcuno di voi saprà, questo sarà un anno di cambiamenti per il giornalino scolastico, con molte novità, a partire dal cambio di redattore: voglio cogliere questa occasione per ringraziare Matteo Redaelli per avermi dato questa fantastica occasione e prometto che farò del mio meglio per conservare il valore che Etcetera possiede come media storico del Majorana.

Inoltre, da quest’anno daremo inizio a una collaborazione con MajoTivù e MajoRadio, il che ci permetterà di avere una redazione più dinamica, nonché una versione digitale del nostro giornale più interattiva e agibile a chiunque non riuscisse ad accaparrarsi una copia cartacea durante le folli corse mattutine al momento della distribuzione.

Anche la redazione presenterà delle novità: proprio come negli anni passati chiunque avrà la possibilità di veder pubblicati i propri lavori semplicemente inviandoli all’indirizzo mail della redazione, ma ai tradizionali “freelance” verrà affiancata una redazione fissa.

Questa sarà composta da chiunque fosse disponibile a garantire la produzione di articoli con frequenza mensile e a partecipare alle riunioni e alle zanchettature, le quali avranno allo stesso modo cadenza mensile e saranno momenti di incontro, condivisione e divertimento.

Sarà dunque un anno di grande rinnovamento, pieno di novità e aspettative, e chiunque fosse interessato è caldamente invitato a partecipare e a dare il suo contributo!

C’MON GUYS… ETCETERA WANTS YOU!

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Letteratura

4

Clara Cassandro, 1a

Manuale di mitologia greca 2.0 Tutti noi ormai conosciamo perfettamente il mito di Teseo e le sue imprese nel labirinto, per fronteggiare il minotauro, una creatura metà uomo e metà toro.

Ma come sarebbe questo mito se venisse paragonato alle “imprese”del nostro tempo? Ecco alcuni aspetti del mito paragonati ai canoni della vita quotidiana del XXI secolo: 1. Il protagonista: nei poemi greci, solitamente, il personaggio principale è un giovane aitante e coraggioso, che conduce eroiche imprese in luoghi insidiosi. Nell’attuale 2016, troviamo ancora figure di questo genere? Tutto ciò a cui possiamo far affidamento è la figura de “l’uomo modello”, cioè colui che ogni mattina scende dal letto, con lo scatto felino di un bradipo morto, in cerca di fare tutto il possibile per compiere l’ardita impresa: arrivare sul

posto di lavoro con un ritardo inferiore ai 20 minuti.

2. L’ambientazione: solitamente, il nostro giovane eroe non compie le sue imprese in un luogo qualsiasi, ma in luoghi mistici, come in questo caso il labirinto.

Al contrario, il nostro impavido lavoratore, combatte con tutte le sue forze nello scenario che vede coinvolta una grande quantità di persone: l’autostrada affollata.

3. L’impresa: il valoroso Teseo, si inoltra tra le ostilità del tanto temuto labirinto, con l’aiuto del famoso “filo d’Arianna”, e uccide a mani nude il minotauro.

Il nostro altrettanto intrepido impiegato, sfuggito miracolosamente alle grinfie del caos automobilistico, giunge illeso sul posto di lavoro, scordando però che, proprio quel giorno,

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Letteratura

5

l’inderogabile riunione si sarebbe svolta a breve. Allora, prendendo la sua scarsa agilità con entrambe le mani, corre più veloce che può verso la sala riunioni. Tutto vano. La riunione era già iniziata.

Sarebbe stato impossibile non far notare l’ormai estremo ritardo. Il nostro eroe fallisce miseramente nella sua missione, subendo la collera del sovrano: il principale.

4. La conclusione: Teseo, a causa di una semplice dimenticanza, scorda di sostituire le vele bianche a quelle nere, per segnalare a suo padre che è sopravvissuto. Il padre, addolorato nel vedere issate le mortali vele nere, si uccide, mentre Teseo gli succede al trono ottenendo il potere assoluto.

Il povero impiegato, palesemente sconfitto, scrive un messaggio alla moglie: “Torno a casa, riunione annullata. Riscalda la pasta.” Una volta fronteggiata nuovamente l’ostile autostrada, una telefonata capovolge completamente il verso della giornata. Il datore di lavoro gli ordina immediatamente

di ritornare in ufficio, perché non aveva alcun diritto di lasciare il posto nel mezzo della giornata.

La moglie, non avvertita dell’imprevisto, andrà su tutte le furie.

Abbiamo quindi due differenti finali: il finale mitico, in cui l’eroe, nonostante un sacrificio, ottiene ciò che vuole, e il finale reale, che vede il protagonista in balia di tutte le conseguenze negative delle sue mancanze, non traendo alcun vantaggio.

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Letteratura

6 Harry Potter e la maledizione dell’erede

Roberto Barberio, 4C

il libro con la “maledizione dell’erede” Dai, su, alzate le mani: chi di voi, almeno una volta, non si è mai immaginato con occhi sognanti, magari anche (soprattutto) durante l’ora di italiano, una possibile storia continuativa delle avventure del maghetto più famoso del millennio, il grande Harry Potter? Scommetto che tutti noi fan nella saga lo abbiamo fatto, e, magari, lo facciamo anche oggi, a parecchi anni dall’uscita dell’ultimo libro: Harry Potter e i doni della morte.

Dopo un po’ di tempo — ahimè, troppo tempo — la Rowling, coadiuvata da John Tiffany e Jack Thorne, pare aver capito i problemi esistenziali e di disturbo dell’attenzione che affliggevano i sui Potterfan, e ha tentato di porvi rimedio scrivendo l’ottavo libro della saga: Harry Potter e la maledizione dell’erede.

Lo dico già da subito: a me il libro è piaciuto. Tanto. Tuttavia, per molti appassionati, non lo si può negare,

potrebbe essere un boccone lievemente amaro da digerire.

Infatti l’opera, a differenza delle precedenti, è scritta sotto forma di opera teatrale: forse, secondo me, sarebbe stato meglio avere una storia romanzata.

Nonostante questo, però, ogni battuta è scritta bene, i dialoghi sono fluidi e scorrevoli, e lo sviluppo dell’intreccio è gestito alla grande, mantenendo sempre alta l’attenzione del lettore, che non ha mai bisogno di stare più di tanto attento. Insomma: è un davvero un libro da leggere per il piacere di leggere!

La trama e i contenuti sono buoni, ma, come ogni sequel di una saga che si rispetti, anche questo libro è colpito dalla “maledizione dell’erede”, che alza le aspettative del pubblico e automaticamente fa apparire il tutto un po’ meno brillante di quello che è.

La storia riserva al nostro ormai adul-

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Letteratura

7

to Harry Potter un ruolo piuttosto secondario, anche se fondamentale, lasciando spazio a suo figlio Albus e al migliore amico di questo: Scorpius Malfoy. Il toccante legame di amicizia che lega i due e il difficile rapporto tra padre e figlio sono i fili conduttori di tutta la trama. Albus, infatti, è da sempre cresciuto nell’ombra del nome che porta, venendo sempre confrontato con le numerose abilità di Harry (Al, per esempio, è una frana a Quiddich).

La storia comincia esattamente com’era finita: alla stazione di King’s Cross, con Harry che accompagna i figli al binario diretto per Hogwarts. In questa scena, che ricorda molto il primo incontro tra Harry e Ron, Albus fa la conoscenza di Scorpius, che, come già scritto, diventerà il suo migliore amico.

La vita dei due a scuola trascorre relativamente tranquilla (escludendo il rapporto complicato tra Harry e suo figlio e la morte della madre di Scorpius), per lo meno fino al quarto anno: Albus, desideroso di gloria per uscire dall’ombra del padre, decide insieme al figlio di Malfoy di immi-

schiarsi in una missione pericolosissima, ovvero salvare Cedric Diggory, morto durante l’ultima prova del torneo tre maghi a causa di Voldemort, con l’utilizzo — ebbene sì! — di una giratempo!

Tutto il racconto è disseminato di richiami alla vecchia saga, che faranno piacere a tutti i fan: torneranno personaggi di spessore, quali Silente, o Piton... si assisteranno a “remake” di duelli magici, a profezie e a molto altro.

In conclusione, io consiglio a tutti i fan (chi non ha ancora letto i primi libri, per leggere questo, dovrebbe darsi da fare) la lettura di Harry Potter e la maledizione dell’erede che, forse, non mi ha fatto provare gli stessi “brividi” che ho provato nella lettura dei sette precedenti, ma che comunque riesce a fare emozionare, soprattutto leggendo la crescita psicologica ed emotiva dei personaggi a cui ci eravamo tanto affezionati, primo su tutti Draco Malfoy, per varie ragioni che non posso spiegare per il rischio spoiler.

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Letteratura

8

Vincenzo Guarino, 5I

ECCE HOMO

#1 – PROLOGO: Leggenda sulla follia di Nietzsche Il 3 gennaio 1889, uscendo dalla casa dove alloggia a Torino, via Carlo Alberto 6, l’attenzione di Friedrich Nietzsche si posa su un cocchiere che con grande foga sta malmenando il suo cavallo.

Nietzsche, sconvolto dall’immagine che ha dinanzi agli occhi, corre immediatamente verso l’uomo per interrompere quel gesto di inaudita e gratuita ferocia; subito dopo, avvicinatosi al cavallo, con le lacrime agli occhi, inizia sorprendentemente ad abbracciarlo e baciarlo.

Ora, le interpretazioni filosofiche che possono essere date a questa scena – la cui effettiva esistenza storica è fortemente dubbia – sono varie, in gran numero suggestive per di più, come ad esempio quella proposta da Milan Kundera nel suo più celebre romanzo L’insostenibile leggerezza dell’essere, in cui si parla del rapporto uomo-natura partendo della concezione di Cartesio dell’uomo come «signore e padrone della natura» e in cui gli animali sono ridotti a nient’altro che automi, macchine – un modo di vedere la natura da cui, secondo Kundera, l’umanità non può discostarsi; la follia

mentale di Nietzsche rappresenta, per lo scrittore francese, una sorta di «separazione dall’umanità» che lo porta a chiedere scusa al cavallo per la prepotenza degli uomini.

“In altri termini, proprio allora era esplosa la sua malattia mentale. Ma appunto per questo mi sembra che il suo gesto abbia un significato profondo.

Nietzsche era andato a chiedere perdono al cavallo per Descartes. La sua pazzia (e quindi la sua separazione dall’umanità) inizia nell’istante in cui piange sul cavallo.”

Personalmente, pensando alla scena, proiettandomi osservatore esterno del curioso episodio, mi rendo conto di come l’immagine che passa attraverso i miei occhi contenga molte cose che attingono alla natura umana nel suo complesso, con tutte le sue contraddizioni: è tutto racchiuso in quell’episodio. Sarebbe affascinante avere tra le mani una fotografia di quell’istante, non tanto della sua parte più intensa e curiosa, quella dove Nietzsche bacia e abbraccia il ca-

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Letteratura

9

vallo, bensì nella sua parte più “cinematografica”, una panoramica che mostri, come due pistoleri in un western, il filosofo nell’attimo in cui varca la soglia di casa e si accorge dell’efferata azione da una parte e dall’altra il cocchiere, dal viso teso, iracondo, affamato, mentre si accinge a colpire con un calcio il cavallo.

L’umanità, penso, eccola l’umanità: la presunzione inconsapevolmente egoistica rappresentata dal cocchiere, il sentimento di cordoglio e brillantezza intellettuale rappresentati da Nietzsche e da tutto ciò che la sua figura inglobava in quel preciso momento, la natura rappresentata dal cavallo e infine noialtri, da fuori, spettatori che giudicano: qualcuno prova ribrezzo per l’uomo che aggredisce il cavallo, qualche d’un altro quasi sorriderà per la pazzia di Nietzsche, altri ancora constateranno semplicemente che quel giorno le nuvole dominavano il cielo.

Guardare questa fotografia mi spinge a pormi una domanda alla quale con voracità, con frenesia vorrei trovare una risposta: qual è la vera natura dell’uomo, l’essenza profonda che sta alla base di tutti noi, ammesso che ve ne sia una, che ci condiziona in ogni nostro gesto, i cui tratti di fondo e distintivi si possono notare in un gran numero di individui? E se esiste, questa essenza, è essa moralmente giudicabile? Insomma, cosa siamo noi: il cocchiere, Nietzsche o il cavallo?

Lo scorso anno si è parlato di leggerezza, amore, utopia, sublimazione dell’attesa come di “virtù” particolari che l’uomo contemporaneo ha smarrito e che ipoteticamente potrebbero condurlo ad una migliore condizione morale; ma l’impianto di base umano è predisposto alla leggerezza, all’amore, all’utopia, all’attesa oppure il tentativo di approccio a queste presunte virtù è vano?

Il mio obiettivo non è sicuramente quello di trovare risposte a queste domande, bensì quello di poter navigare dentro di esse, ampliandole, in una sorta di indagine a tratti forse definibile come empiristica – attraverso l’analisi delle interessanti idee di alcuni importanti personaggi della letteratura del ‘900 come Proust, Céline, Gadda, Saramago, Kundera.

Dunque vorrei partire con voi in un breve viaggio privo di una meta definita – un viaggio spogliato dalla limitatezza dell’arrivo, il cui scopo principale vuole essere quello di portarci a passeggio in freschi e solitari sentieri autunnali, quali il pensiero di alcune affascinanti personalità della letteratura, della filosofia, sfuocate e delicate immagini cinematografiche, pezzi della quotidianità. Ciò che spero possa caratterizzare questo viaggio, che possa dolcemente convergere su questi sentieri, è quel vento carezzevole che tanto ricorda la leggerezza.

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Musica

10

Lorenzo Ferri, 4A

ADDIO SLIM SHADY, L’ULTIMO DEI PUNK “Hi, my name is… Slim Shady!”, così esordiva Marshall Mathers, in arte Eminem, nel 1999; era la traccia “My Name Is”di “The Slim Shady LP”, album che portò il rapper di Detroit alla ribalta mondiale.

anni il suo personaggio, noto appunto come Slim Shady, il quale si presentava come l’alter ego del più pacato Eminem, portando alla classificazione di alcuni suoi brani sotto la categoria del “comic rap”.

Look trasandato, voce nasale e capelli tinti di biondo, questi erano i caratteri distintivi di questo ragazzo bianco che pian piano si stava facendo largo in un ambiente musicale prettamente “black”, mettendosi in mostra per la sua abilità e velocità nel rappare e per il suo stile trasgressivo e ribelle.

Proprio per l’assenza di moralità al loro interno, i testi di Eminem sono stati più volte additati come istigatori all’omofobia, alla misoginia, al razzismo e alla violenza; egli tuttavia si è sempre difeso giustificando l’utilizzo di un linguaggio violento e volgare come frutto della sua esperienza nell’ambiente underground da cui proviene. Inoltre, in risposta alle accuse di omofobia, il rapper di Detroit si è esibito dal vivo con Elton John, dichiaratamente omosessuale, con quale ha cantato “Stan”, contenuta nell’album “The Marshall Mathers LP”.

Questa sua “punk attitude” si rifletteva anche nei suoi testi, nei quali Marshall parlava di droga, sesso, trasgressioni, violenza e omicidio senza limitazioni, mettendosi contro chiunque senza guardare in faccia nessuno, con attacchi rivolti sia a personaggi pubblici sia a membri della sua famiglia, specialmente la madre e la moglie.

Il suo stile trash ha caratterizzato per

Come già detto, durante la sua carriera Eminem si è scontrato più volte con diversi personaggi pubblici, tra cui spuntano i nomi di Michael Ja-

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Musica

11

ckson e dell’ex-presidente degli Stati Uniti George W. Bush.

Il primo è stato più volte deriso da Eminem all’interno delle sue canzoni e dei suoi video, specialmente in quello di “Just Lose It”, in cui lo stesso Eminem, travestito da MJ, lo deride per il processo per molestie sui minori, per la presunta chirurgia plastica al naso e per un incidente durante un concerto nel quale i suoi capelli avevano preso fuoco.

La polemica con Bush riguarda invece il testo della canzone “We As Americans”, in cui Marshall dichiara “F**k money, I don’t rap for dead presidents, I’d rather see the president dead”. L’espressione “dead presidents” sta a indicare i dollari, in quanto su di essi sono raffigurati i presidenti illustri. In seguito egli pubblicò anche il singolo “Mush”, nel video del quale venne rappresentato un attacco da parte di un gruppo di manifestanti, guidati dallo stesso Eminem, nei confronti di Bush.

Slim ha avuto divergenze anche con altri personaggi pubblici come Christina Aguilera, che durante una tra-

smissione lo aveva deriso poiché aveva sposato la donna che diceva di uccidere in alcune sue canzoni (si tratta dell’ex-moglie Kim), come Moby, che Eminem aveva definito “omosessuale pelato di 36 anni”, e come molti altri, tra i quali possiamo ricordare Will Smith, Britney Spears, Madonna, Mark Wahlberg, Richard Gere e Vanilla Ice. Nonostante le numerose dispute e controversie procurategli dai suoi testi, Eminem ha sempre dedicato le sue rime più violente e feroci a due persone che hanno influito pesantemente sulla sua vita: la madre Debbie Briggs e l’ex-moglie Kimberly Anne Scott.

La prima è descritta da Slim nei suoi testi come una donna tossicodipendente e alcolizzata, che cambiava compagno in continuazione, senza mai preoccuparsi di dare stabilità e sicurezza al piccolo Marshall. Le ha dedicato la canzone “Cleanin’ Out My Closet”, in cui Eminem esprime tutto l’odio che prova nei confronti della donna che lo ha dato alla luce.

L’ex moglie Kimberly si può invece considerare la “vittima” preferita di

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Musica

12

Marshall: le confessa la nausea che prova pensando a lei in “Puke”, la uccide in “Kim” e si disfa del sua cadavere con l’aiuto della figlia Hailie in “97’ Bonnie & Clyde”. Un rapporto di amore e odio che condiziona e consuma Marshall, che arrivò a risposarla dopo un primo divorzio, salvo poi separarsi nuovamente dopo appena tre mesi.

pubblico, specialmente a chi viene da una situazione difficile come la sua, come egli stesso canta in “Not Afraid”. Tuttavia, questa svolta positiva nella sua vita ci ha lasciato un rimpianto: la morte di Slim Shady.

Dopo questo cambiamento infatti, l’Eminem ribelle e strafottente dei primi tempi è scomparso, lasciando spazio al nuovo Eminem.

L’infanzia difficile, il rapporto logorante con la moglie e le pressioni di una famiglia da mantenere con una carriera da rapper hanno portato Eminem alla tossicodipendenza da Vicodin e da altri medicinali. Tuttavia qualcosa è riuscita a salvarlo, qualcosa che è stata più forte della depressione, della dipendenza e dell’odio per la moglie e la madre: l’amore per la figlia, Hailie Jade. E’ lei la donna della vita di Marshall, come ha dichiarato più volte in “When I’m Gone”, in “Hailie’s Song”, in “Mockingbird” e in molte altre canzoni, e grazie a lei e al desiderio di vederla crescere Marshall è riuscito ad uscire dalla tossicodipendenza e a cambiare vita.

Duole dirlo, ma questa è stata una grave perdita per il mondo della musica, non solo nell’ambito hip hop: nessun membro della nuova generazione di artisti infatti sembra possedere la rabbia, la prepotenza, l’arroganza e l’originalità di Shady. Tuttavia una speranza resta, perché come proprio Slim rappava:

Negli ultimi anni ci si è presentato infatti un nuovo Eminem, più maturo, più impegnato e più vicino al

“Every single person is a Slim Shady lurkin, he could be workin’ in a Burger King, spittin’ on your onion rings…”

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

13

Matteo Redaelli, 5a

“Life is not easy man” Un bel dì, tornando a scuola con il pullman estivo, mi capitò di trovare un diario smarrito; riportava molti episodi della vita di questo giovane ragazzo che però, non essendosi mai firmato, mi fu impossibile rintracciare. Pertanto, per quanto possa essere immorale come cosa, ho deciso di riportare un aneddoto di quelli scritti dal nostro anonimo (apportando ovviamente le dovute correzioni e modifiche) in quanto lo ritengo interessante e possibile spunto di riflessione. La pagina di diario recitava così: Mi sembra opportuno scrivere di una situazione che ho vissuto in prima persona, più che una situazione essa sarebbe un discorso: un discorso tra me e un ragazzo di colore incontrato per caso come collega in un ristorante in cui lavoravo. Era inizio Luglio e io, cercando un modo produttivo per occupare l’estate, mi sono ritrovato

a fare il cameriere sottopagato in un albergo, dove ho incontrato dei colleghi davvero fantastici, sia dentro che fuori dalla cucina.

Questi miei colleghi erano davvero uno più esilarante dell’altro: due chef romani (di cui non saprei dire chi raccontasse più frottole per impressionare la gente), un aiutocuoco milanesotto tutto “bella raga giorno di paga”, una caposala palesemente in menopausa e infine forse il personaggio più importante della mia storia, ovvero il lavapiatti.

Era un ragazzo di colore, nigeriano, portava vestiti comprati al mercato che calzavano grandissimo, incapace di parlare un italiano scorrevole e dotato di molti altri piccoli particolari che mi facevano sentire fortunato per la vita capitata invece a me: si vedeva che era andato via dal suo paese per cercar fortuna e scappare dalla povertà. Nonostante il suo aspetto

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

14

già mi suggerisse come avesse avuto un passato tortuoso e difficile, mai gli chiesi della sua storia.

Ero troppo preso dal sparar stupidate e dal filosofeggiare con i cuochi romani (con cui riuscivo a fare davvero dei bei discorsi, tra l’altro) e dal pensare al guadagno: lavoravo solo per potermi permettere un viaggetto a capodanno, ero appena stato a Berlino, ma avevo ancora voglia di viaggiare. Il mio obiettivo era quello di raccimolare circa 400 euro e poi licenziarmi e tornare a godermi l’estate da bravo liceale nullafacente. E così ho fatto.

Una delle ultime sere in cui lavoravo, dopo aver servito un’ottantina di persone in sala, aprii il mio pacchetto di sigarette, preparai la mista e rollai una canna di hashish insieme al mio amico lavapiatti; anche lui era solito fumare marijuana e così ci facevamo compagnia l’un l’altro, mentre sfogavamo la nostra tensione accumulata durante la giornata, ammazzando la tarda serata chiacchierando.

Inevitabilmente in una situazione

del genere partono i discorsi più vari: parlammo di lavoro, di cosa ci piaceva fare nel tempo libero e infine gli chiesi quale fosse la sua ambizione più prossima e realizzabile. Lui mi rispose che voleva tornare da suo figlio in Nigeria... subito fermai ogni mio ragionamento e pensai a quello che mi aveva detto: non avrei mai pensato fosse padre e tantomeno che avesse lasciato tutta la sua famiglia in Africa. Inoltre, un’altra cosa che mi fece riflettere, fu il pensare che probabilmente il suo stipendio non fosse chissà che.

Andando avanti nel discorso con il mio amico scoprii molte altre cose sul suo passato e su quello che avrebbe voluto fare in futuro. Lavorava per mantenere la famiglia in Nigeria, qui in Italia lui prendeva infatti circa 900 euro al mese, ovvero 9 volte lo stipendio medio di un non laureato in Nigeria. Mi sentii subito male, o meglio dire, sentii un malessere dopo aver sentito quello che mi aveva detto: io e lui condividevamo un destino, lavoravamo assieme nello stesso posto con stipendi simili ma con due ambizioni ben diverse: io

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

15

lavoravo per un mio capriccio, lui invece lavorava per assicurare un futuro ai suoi parenti.

Mai mi sentii viziato e col ca....o nel burro come quella sera. Mi raccontò anche di come era arrivato in Italia... dell’attraversamento del Sahara, del viaggio sul gommone fino a Lampedusa e di tutti i treni presi senza biglietto fino a Milano.

quando dall’altra parte del mondo si fa di tutto per sopravvivere mentre noi guardiamo dagli spalti spendendo e comprando stupidate per soddisfare i nostri capricci. Mi chiedo come si possa stare zitti di fronte a un mondo così ingiusto. Mi chiedo come si possa schifare questa gente più sfortunata di noi. Mi chiedo come si faccia a non essere umani, ma solo delle macchine per fare soldi e spenderli.

Quanto è ingiusto il mondo, quanta fortuna hanno alcuni e quanta poca ne hanno altri. Sentii il suo punto di vista riguardo alle vicende sulla crisi dei migranti, “I couldn’t stay anymore in my country, how could I have survived there?” Così mi disse e concluse il discorso dicendomi “Life is not easy man, I’m glad I talked with you tonight”.

Passai lo spinello al mio amico sapendo che lo avrebbe apprezzato e lo salutai dandogli una pacca sulla spalla e dicendogli “I hope you will be lucky in your future man”.

Andai a casa ripensando a ciò che avevo ascoltato quella sera, ancora più convinto che nella vita io mi sarei battuto per sconfiggere queste ingiustizie.

Mi chiedo come ci sia ancora gente al mondo che non voglia aiutare questa gente, che vuole chiudere i confini e crogiolarsi nel proprio nazionalismo ipocrita che nasconde solamente avarizia e egoismo. Mi chiedo come si possa dire di essere noi occidentali gli uomini più civilizzati del pianeta,

E questo è tutto, non aggiungo nulla ed invito alla riflessione. Voglio che questo racconto venga trasmesso nella sua interezza e semplicità per rispetto nei confronti del nostro anonimo.

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

16 Storie di Social #relazioni

Riccardo Castelli, 4F

Come cambiano le nostre relazioni sociali I social mettono tutto sullo stesso piano, che per alcune cose può essere un bene, per altre un po’ meno, soprattutto per le relazioni. Tutto dev’essere vissuto, comunicato e consumato live.

Partiamo con una riflessione, che faccio io con voi dall’interno e non osservando da fuori, prima sinteticamente sull’evoluzione dei social, che forse tutti già conosciamo, poi su come sono cambiate le nostre relazioni. Mi piacerebbe poi sapere se osservate la stessa realtà o se magari con un punto di vista differente non siete d’accordo.

Negli ultimi anni gli smartphone sono entrati nella vita di tutti noi, hanno cambiato le nostre abitudini portando con sé la possibilità di avere accesso ad internet e ai social dovunque ci troviamo. Ora si è connessi sempre, o almeno fin

quando non finiscono i giga.

Fino a qualche anno fa, sui primi social o nelle varie chat (MSN, Myspace e anche Facebook) si distingueva in connesso o disconnesso perché internet si poteva utilizzare solo al computer, mentre ora la distinzione è in sveglio o addormentato, perché da quando ci alziamo al mattino siamo sempre connessi, sempre reperibili, sempre in collegamento coi nostri amici e cari.

I social permettono di continuare a parlare coi propri compagni di classe anche oltre l’orario scolastico, sentire i colleghi anche nel weekend, continuare a sentire gli amici del mare anche quando si è tornati dalle vacanze o rimanere in contatto con chi parte per un viaggio e sta via per diversi mesi.

Si potrebbe fare anche senza internet

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

17

con gli sms, ma sarebbe più difficile: ci sono dei costi, un limite di caratteri e non si sa se l’altra persona abbia ricevuto o meno il messaggio. Infatti chi li usa più da quando ci sono Whatsapp o Telegram?

Questi non sono social veri e propri, ma app di messaggistica istantanea e sono proprio questi che tramite internet permettono di comunicare in tempo reale con chiunque. Anche tutti gli altri social, nati prima o dopo, inseguono questa tendenza ad essere sempre più istantanei, più mobile, più live.

Prima Facebook, unico social che ancora si usa dal pc, su cui si postano album con le foto delle vacanze, delle gite e degli eventi quando però ormai si è tornati, quando sono finiti, poi Instagram con cui poter fissare delle istantanee di alcuni ricordi e ora siamo arrivati a Snapchat, che è l’essenza del qui e ora, contenuti caricati nel momento in cui si vivono e a cui è possibile accedere solo ora, ricordi usa e getta da consumarsi prima della data di scadenza.

Prima che internet e i social stravolgessero il nostro modo di comunicare e che fossimo connessi dovunque, le relazioni erano vissute in due diversi momenti: momenti in cui ci si vedeva e momenti in cui non ci si vedeva.

In quel primo tipo di momenti, quelli in cui si era assieme, si poteva comunicare, ci si potevano scambiare idee e aneddoti, raccontare storie, insomma tutto ciò che capitava o passava per la testa. In quei momenti in cui non ci si vedeva, invece, non è che si smettesse di essere amici, semplicemente si faceva altro, si viveva e si accumulavano anche storie ed esperienze da scambiarsi in un futuro prossimo incontro.

Con la possibilità di comunicare praticamente sempre, le categorie di momenti diventano tre: i momenti in cui ci si vede, i momenti in cui non ci si vede fisicamente ma comunque si continua a comunicare e i momenti in cui non ci si vede e non si comunica.

Il secondo tipo è nuovo, non si è fisicamente vicini, però si può

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

18

comunicare quasi come non ci si fosse mai separati: una cosa accade e praticamente live si racconta a chiunque si voglia tramite messaggi, foto, snap o post.

Nel primo tipo di momenti, che c’era anche in quel periodo che possiamo definire ante-social, quelli in cui si passa del tempo assieme, ci saranno sicuramente meno informazioni da scambiarsi, dato che si ha avuto anche quando si era lontani la possibilità di farlo.

Lo stare assieme, quindi, un po’ perde valore, perché non serve vedersi per raccontare qualcosa, praticamente tutto è già stato ampiamente anticipato e raccontato quando si era lontani. Perde un po’ di valore a meno che non venga impiegato per vivere nuove esperienze: non basta la sola compagnia, serve qualche stimolo in più.

Per esempio, spesso per uscire non è sufficiente che ci sia la solita compagnia di amici, serve che l’uscita abbia qualcosa di diverso

dal solito, che può essere un membro in più o un locale diverso dal solito altrimenti si può anche paccare. La compagnia in sé e per sé da sola non è un valore sufficiente, perché c’è quella virtuale, serve qualcos’altro.

L’ultima categoria di momenti, quella in cui non ci si vede e non si comunica, acquista un nuovo significato, perché grazie ai social si avrebbe la possibilità di comunicare, quindi se ciò non avviene costantemente i rapporti si affievoliscono. È come se una relazione, anche una semplice amicizia, abbia bisogno di essere rinnovata costantemente giorno dopo giorno. Se non ci si sente per una settimana c’è qualcosa che non va, l’amicizia potrebbe essere in crisi, mentre ante-social non sarebbe cambiato nulla, amici come prima.

Ora si ricevono costantemente informazioni dai proprio contatti, c’è un flusso continuo, forse eccessivo e quindi ogni contenuto perde valore o meglio non c’è un filtro che stabilisce cosa sia importante e cosa no, finisce tutto sullo stesso piano,

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Attualità

19

tutto dev’essere consumato subito o si perde l’attimo.

La migrazione dei giovani da Facebook a Instagram e Snapchat è dovuta anche a questa eccessiva quantità di informazioni che si mischiano e si perde ciò che veramente potrebbe interessare o avere un valore e se si perde poi è difficile da recuperare.

Vivendo sempre live, sempre connessi, sempre in questo eterno presente se ci si stacca un attimo è come se fosse tutto finito perché non c’è passato, non c’è memoria, non c’è prima o dopo, c’è solo qui e ora. Questo porta ad un bisogno costante di rinnovare le relazioni, di averne conferma. L’abitudine all’essere connessi porta la paura della disconnessione, un nuovo concetto di solitudine. Alla lunga i social portano ad essere asocial, a buttare tutta la propria vita sui social per la paura di perdersi il momento oppure a chiudersi in sé stessi.

Il valore di un’amicizia o di una

qualunque relazione non si basa solo sulla frequenza con cui ci si sente, ma serve un legame che può andare oltre.

I social possono avvicinarci a chi è lontano e allontanarci da chi è vicino.

Dovremmo imparare a distinguere il valore dei momenti reali da quelli virtuali, in cui non c’è empatia, calore, sguardi e riuscire ogni tanto a mettere via l’internet e dire “questo te lo racconto quando ci vediamo”.

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Sport

20

Andrea Dapolito, 5G

SPORT E SCUOLA: QUESTIONE DI SCELTE Salve a tutti majorani! È il primo articolo di quest’anno e ci tenevo a condividere con voi l’esperienza di chi, nonostante la passione per lo sport e l’ambiente scolastico, non sempre riesce a conciliare le due cose.

Personalmente, mi sento incastrato in una routine un po’ scomoda.

Paradossalmente, parto dalla sera quando, dopo 2-3 ore passate in palestra, si rientra in casa stanchi, avvolti dal desiderio di buttarsi a letto e dormire, ma con l’acido lattico ancora in circolo. Ecco la sveglia che suona, pronti per una “nuova”, lunga e ripetitiva giornata, contesa tra scuola, casa e palla a spicchi.

Per quanto molti possano pensare che dedicare una manciata di ore allo studio al giorno non sia un grosso impegno, la verità è che molte volte ci si trova di fronte a un bivio: Libri o allenamenti ?

Per chi pratica attività agonistica la risposta non è scontata. Per poter competere devi fare sempre qualcosa in più degli altri: è la tipica frase che ti senti dire dall’allenatore che ti conosce da quando sei al mondo, e che vuole da te quello che non molti sono disposti a dare: completa dedizione, spirito di squadra e voglia di vincere. Tutto.

Chi, come me, ha scelto ugualmente di intraprendere un percorso liceale, è consapevole del fatto che non sempre è possibile fare andare bene tutto quanto. Quando non porti a casa voti straordinari, probabilmente stai facendo la differenza in campo, allo stesso modo quando la palla non entra è perché hai già la testa alla prossima verifica (se è di matematica meglio stare in panchina).

Il riposo, di fatto, consiste in sonno, divano e sprazzi di film o serie TV, perché da studiare non manca mai e i giorni rossi sul programma degli

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Sport

21

allenamenti tendono a zero. In poche parole, i ritmi scolastici sono da “devo riuscire a strappare quel 6” e al contempo le ore in palestra sono tante, ma mai troppe, specialmente per chi ti allena.

Il sistema scolastico in tutto questo non aiuta: per quanto i professori provino a capire gli impegni presi dai propri studenti, cercando anche di far incastrare compiti e interrogazioni, il tutto si riduce a “se non riesci a starmi dietro è un problema tuo”. Qualche anno fa, nello sconfinato mondo dei social, mi ero imbattuto in un articolo del corriere che parlava proprio di queste tematiche, decretando impossibile essere studenti e atleti allo stesso tempo in Italia.

A tal proposito, mi capita spesso di leggere interviste di ragazzi che hanno “mollato” scuola, casa e amici per provare a realizzare il loro sogno e onestamente, a differenza di tanti altri, non mi trovo nella posizione di dire che abbiano preso la scelta sbagliata. Molte volte, da fuori, risulta più semplice preferire

un corso di laurea ad un campo da basket: è tipico sentire “chi te lo fa fare?”

Non è altrettanto diffuso il pensare che questa gente abbia dedicato buona parte del suo tempo a fare canestro, grazie al proprio talento, alla propria fame, e che ciò non gli abbia permesso di ottenere in egual modo ottimi voti. Il tutto quindi si riduce ad una scelta. E, qualunque scelta tu prenda, sai che dovrai essere più bravo degli altri per andare avanti.

Vi spoilero già che nel prossimo articolo vorrei continuare a trattare l’argomento (a me molto caro) tramite l’intervista di un nostro ex collega: Alessandro Cipolla, che quest’anno ci ha abbandonato per continuare il proprio percorso sportivo a Reggio Emilia.

Spero che l’articolo vi sia piaciuto!

Un saluto a tutti e un grande in bocca al lupo!

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Tecnologia

22

iOS 10:

Davide Ferloni, 4A

le novità raccontate da un appassionato Ciao a tutti, mi presento: sono Davide Ferloni di 4A e sono un appassionato di tecnologia e del mondo Apple.

Sì, preferisco dirmi appassionato, perché se si parla di numeri e caratteristiche tecniche dei computer, la mia competenza è piuttosto limitata; ma se vi va di leggere un commento di un “consumatore compulsivo di tecnologia”, eccolo qui!

Oggi volevo dire la mia su iOS 10, l’ultimo aggiornamento del sistema operativo per iPhone, iPad e iPod (sì, esistono ancora!), rilasciato da Apple lo scorso 13 settembre.

L’aggiornamento è disponibile per iPhone 5 o superiori, iPad di quarta generazione e successivi, iPad mini 2,3 e 4, iPad Pro e iPod di sesta generazione; perciò cari prof e

ragazzi di quinta, anche voi potete scaricarlo sui vostri iPad Air! Personalmente avevo deciso di non installarlo subito perché, da “malato” quale sono, ho pensato che se avessi dovuto rifare il look al mio amato iPhone, avrei voluto avere una mattina o una sera libere per dedicarmi solo a lui e scoprire tutte le novità. Perciò ho aspettato una settimana e nel mentre ho avuto il tempo di leggere i primi rumors online e di farmi un’idea di questo nuovo software.

All’inizio ho letto di alcune persone a cui si bloccava il dispositivo durante l’aggiornamento, e di altri a cui l’autonomia della batteria calava notevolmente, e questo aveva frenato un po’ il mio entusiasmo.

Arrivato però al giovedì sera, sapendo che la mattina successiva sul pullman avrei avuto quasi un’ora

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Tecnologia

23

per dedicarmi al mio iPhone e al mio iPad, mi sono fatto prendere dalla curiosità e li ho aggiornati entrambi, conscio dei rischi che correvo. Per fortuna era andato tutto bene, o almeno così sembrava, se non fosse che, arrivato al Majo, la batteria era già al 36% (ed era stato in carica tutta notte!).

Superata l’iniziale rabbia, ho provato a riavviarlo e come per magia la batteria è tornata al 45%.

Non male, in fondo ero consapevole che dopo 800 cicli la batteria degli iPhone comincia a cedere... Ora però, dopo più di una settimana di utilizzo, posso affermare che il rendimento della batteria non è variato da iOS 9.

Ma torniamo al mio viaggio in pullman: ora vi racconto cosa ho scoperto del mio “nuovo” iPhone.

La primissima novità che ho notato è stata la scomparsa della scritta “scorri per sbloccare”: eh già, dopo aver rimosso la freccina con iOS 7, ora i tecnici di Cupertino hanno deciso che non bisognerà più scorrere, ma bensì premere il tasto

home per sbloccare il telefono.

Questa cosa mi ha lasciato un po’ perplesso perché, avendo un iPhone 6, la funzione “raise to wake” (accende lo schermo del melafonino semplicemente alzandolo verso di sé) non funziona e io sono costretto a premere una volta in più per sbloccare il telefono (non che sia “faticoso”, ma a volte mi dimentico.-.). Penso comunque che questa funzione, per chi possiede un iPhone 6s (anche plus) o un iPhone 7, sia davvero comoda.

Altra novità subito visibile riguarda quelle strane nuvolette bianche che dopo un po’ ho capito essere le notifiche. C’è chi le definisce antiestetiche, ma anche chi le apprezza; ufficialmente per Apple la novità è che lo sfondo non viene oscurato. Per me poco cambia, anche se sinceramente mi manca il raggruppamento per app e la maggiore velocità di interazione che trovavo in iOS 9. Anche qui devo dire che sui dispositivi più nuovi con il 3D Touch, le comodità sono maggiori...

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Tecnologia

24

Nella nuova lock screen però ci sono anche novità che apprezzo molto: è facile raggiungere la fotocamera scorrendo semplicemente verso sinistra, mentre nel senso opposto troviamo i widget personalizzabili che sono piuttosto carini.

Ma questa release di Apple è speciale per gli sviluppatori, che finalmente dopo cinque anni dalla nascita di Siri, possono integrare nelle funzioni dell’assistenza vocale le loro applicazioni. Potremo quindi chiedere a Siri (che ora ha anche una voce da uomo) di scrivere un messaggio Whatsapp o di registrare un’attività con Runtastic.

Anche la tastiera si è aggiornata: ora now we can write in another language senza cambiare tastiera.

Ho trovato questa funzione molto comoda, per esempio quando prendo appunti durante la lezione di inglese e scrivo tra parentesi la traduzione dei vocaboli non perdo più il filo del discorso.

Nell’applicazione foto sono state aggiunte le funzioni “ricordi” e “riconoscimento volti”. Grazie

alla prima, il nostro iPhone creerà in automatico degli originali video con le foto che abbiamo scattato in un determinato giorno o in un luogo particolare. È un bel modo per rivivere in pochi secondi le vacanze al mare o le foto dell’ultimo giorno di scuola.

Inoltre, dopo aver impiegato una notte per analizzare tutta la libreria, l’iPhone ha identificato tutti i volti presenti nelle foto e mi ha chiesto i nomi delle persone, di cui anche qui ha creato dei divertenti video.

Ma la novità più grande sta nei messaggi! Gli iMessage, messaggi gratuiti scambiabili tra dispositivi Apple e riconoscibili dalla nuvoletta blu, sono completamente nuovi. Da adesso ogni messaggino può essere inviato con una diversa animazione, dall’impatto all’inchiostro magico, dai palloncini ai fuochi d’artificio. E tutto questo semplicemente tenendo premuto il tasto di invio. E inoltre si possono inviare scritte a mano e video con disegni, ma soprattutto sono state integrate le app di terze parti come giochi e adesivi. Non potete immaginare il delirio sul gruppo con i miei amici quando li

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Tecnologia

25

abbiamo scoperti: il telefono non smetteva più di squillare. È stata rimossa l’applicazione Game Center, ma probabilmente nessuno se n’è accorto (io l’ho notato solo perché tutte le app erano scalate di un posto, ma non capivo cosa mancasse!) ed è stata introdotta una nuova app chiamata “Casa”, da cui è facile gestire tutti i dispositivi compatibili con HomeKit quali lampadine, antifurti, condizionatori... Novità assoluta per Apple è la possibilità di eliminare le app di sistema come la stessa “casa” (che se non si possiedono dispositivi compatibili risulta alquanto inutile), ma anche “Watch”, “Podcast”, “Borsa”, “Suggerimenti” e molte altre...

Con l’aggiornamento del sistema operativo, sono state aggiunte nuove funzionalità anche alle app di iWork e la principale è la collaborazione nei documenti.

Potremo infatti creare e modificare documenti insieme a un compagno o a un amico, lavorando online nello stesso tempo, ognuno dal proprio dispositivo, che sia iPhone iPad o

Mac. Per concludere, direi che l’aggiornamento ha tanti buoni spunti per i dispositivi più nuovi, ma sinceramente sono rimasto un po’ deluso rispetto a quanto era stato annunciato alla conferenza Apple dello scorso giugno. Lo trovo comunque piuttosto stabile e penso che se ogni tanto si blocca o si riavvia, la colpa è dell’uso intensivo che ne faccio io personalmente e non del software in sé.

Con questo articolo volevo semplicemente raccontare la mia esperienza con questo software e esprimere la mia opinione sulle novità che hanno invaso il mio telefono.

n° 1 ottobre 2016

EtCetera Majorana Desio

Giochi

26

etceteramajorana@gmail.com

https://issuu.com/etceteramajorana

Studenti Majorana Desio

@majoranadesio

MAJOtiv첫

MAJOtiv첫 @majotivu

majo.tivu@gmail.com

www.liceodesio.gov.it

MAJOtiv첫

studenti.liceodesio.gov.it

https://www.spreaker.com/user/5319344

EtCetera Majorana Desio n째 1 ottobre 2016

27 continua a seguirci su: #staymajo

Immense grazie siano rese ai membri del personale ATA che perdono investono il loro tempo nel ciclostilare il nostro amato giornale!

Caporedattore: Lorenzo Ferri, 4A Impaginatore: Riccardo Galli, 5a A cura di: Giorgia Pasqual, 5C Redattori: Matteo Redaelli 5a, Andrea Dapolito 5G, Vincenzo Guarino 5I, Lorenzo Ferri 4A, Davide Ferloni 4A, Roberto Barberio 4C, Clara Cassandro 1a

Le copie del giornalino sono poche non perché siamo molto taccagni, ma perché è anche online! Se non sei stato abbastanza veloce da prenderne una copia leggilo su issuu.com/etceteramajorana oppure su studenti.liceodesio.gov.it/etcetera, la risoluzione è migliore e le immagini sono a colori! Inviaci il tuo articolo a etceteramajorana@gmail.com