Maggio 2017

n°12 maggio 2017

EtCetera Majorana Desio

Liceo Majorana Desio

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“il giornalino degli studenti”

Il gruppo di teatro invita studenti e famiglie allo spettacolo dal titolo “Il Sangue Dietro” il giorno 7 giugno alle 20:45 presso il teatro Il Centro di Desio. (continua a pag. 3)

Majorun 2k17

Domenica 28 maggio torna la 4a edizione della Majorun!

Iscrizioni: sabato 6-13-20 maggio, dalle 10.05 alle 10.15 e dalle 12.05 alle 12.30.

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Indice

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Il sangue dietro............................................................................3 Ridatemi la satira politica...........................................................5 LibertĂ di parola..........................................................................6 Trump vuole uomini su Marte nel 2024?....................................8 Gli (s)fatti...................................................................................10 This is why we play...................................................................12 Ombra Bianca............................................................................15

? u t e h c n a e r a p i c e t Vuoi par a o l o c i t r a o u t l i i Inviac m o .c l i a m g @ a n a r o j a m a r e etcet

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Gruppo di Teatro

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Viola Bonfanti, 1b

Il sangue dietro Studenti del Majorana, oggi non vi parlerò delle solite, si fa per dire, feste strambe che il nostro mondo ci offre.

Saprete tutti che la nostra scuola ha un discreto numero di folli studenti che hanno dato luogo ad un laboratorio di teatro ancora più folle.

Alcuni li hanno visti al lavoro, altri ne hanno solo sentito parlare, ma ora non importa: sono qui per invitarvi al primo, grande spettacolo in un teatro vero del gruppo teatrale del Liceo Ettore Majorana di Desio.

Gente dello scientifico, del classico e dello scienze applicate, accorrete numerosi, chiamate parenti ed amici per questo evento tanto importante per la nostra scuola.

Vi aspettiamo il 7 giugno, al teatro Il Centro, via Conciliazione 17, Desio, Monza e Brianza, Lombardia, Terra, Via Lattea, Sistema solare, Universo.

Non avete più scuse ora, lo spettacolo inizia alle 20.45, il costo del biglietto (si, c’è un biglietto) sarà di € 6,00.

E niente, basta, detto ciò vi saluto.

Scherzo ovviamente, prima vi dovete

sorbire il mio articolo.

Non sapendo realmente come si presenta uno spettacolo teatrale, vi dirò i miei personali 5 motivi (mi piacciono le liste, si nota?) per venirci a vedere : · In primo luogo perché dietro alla nostra rappresentazione non c’è solo un modo per passare il tempo, ma tanto lavoro e preparazione. · Perché non è solo uno spettacolo ma anche una denuncia sociale su ciò che sta accadendo ora nel mondo, nel paese di fianco al nostro. · Perché è qualcosa di interessante, che non si è mai visto prima (motivo banale ma vero, almeno in questo caso) · Perché trattiamo un argomento che non ha nulla di divertente con un cinismo e una crudezza che troverete difficilmente al giorno d’oggi. · Perché siamo simpatici, se qualcuno vi dice il contrario non credetegli.

Bene, ora credo che la domanda che affliggerà le vostre acute testoline è: “ma di

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Gruppo di Teatro

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cosa parla?”

In effetti non ve l’ho ancora detto.

Parla di persone comuni, una madre, un padre, dei bambini, che si ritrovano catapultati in una guerra civile, a sottostare a ordini tirannici di un esercito armato.

Parla di soldati, di traditori, che venderebbero l’anima per avere anche una goccia di quello che oggi consideriamo come ambrosia divina, il potere, e di come esso offuschi le menti, le riduca a calcolatrici per guadagnare di più.

Parla di morte, tanta, e di vita, ancor di più della morte.

Parla di violenza, che essa possa sembrarvi reale o meno, che non abbiamo mai vissuto su di noi, e speriamo non succeda mai, ma che abbiamo provato a impersonare perché ci sembrava sbagliato che questo, in una grande fetta del mondo, succeda tutti i giorni.

Potrebbe essere ambientato nel vostro paese, o nel mio, potreste viverlo sulla vostra pelle ormai raggrinzita da anziani o magari sareste uno dei soldati più giovani al fronte, anche se il fronte è casa vostra.

Questo è il messaggio che vogliamo esprimere: potrebbe succedere anche a noi, certamente sta succedendo a tante persone al mondo e senza ogni dubbio si è ripetuto

infinite volte nella storia.

Di queste mille mila volte, mai una, mai e poi mai, è stata giusta, corretta o minimamente libera.

Non c’è mai stato nulla di libero, non v’è mai stata nessuna libertà, in qualsiasi tipo di violenza.

La violenza non risparmia nessuno, entra nelle nostre cose tutti i giorni e la cosa più preoccupante è che ormai siamo abituati a sentirla in continuazione... ma a viverla?

Non ne saremmo minimamente capaci, lo pensate anche voi.

Accorrete numerosi, a vedere la disfatta, o la vittoria, della violenza.

Niente, tutto qui, è “solo” tutto qui, potrei parlarvi ancora per ore di questo argomento, ma con mio sommo dispiacere lo spazio a mia disposizione è finito.

Prossimamente su queste linee altre novità sugli spettacoli di giugno, subito dopo la pubblicità.

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Attualità

5 Ridatemi la satira politica

Federico Figini, 5b

Probabilmente questo articolo rimarrà incompreso ai più, lo scrivo quindi un po’ per e un po’ per riportare alla memoria di alcuni gli anni della rampante satira dell’era berlusconiana e della mia infanzia.

Sono io una persona senza mezze misure, se non faccio battute stupide e infantili (spesso fuori luogo, ma è questo il bello dopotutto) mi metto a parlare di politica e rischio di diventare alquanto noioso, quindi la satira mi serve necessariamente per non finire malmenato da qualche mio compagno.

Qualcuno che si crede alternativo (oggi praticamente tutti) potrebbe parlare di Crozza, ma ormai anche lui è alternativo a sua volta, come lo è indossare Stan Smith bianche e una camicia di zara (almeno io le Stan Smith le ho a pois), ma non è politicamente scorretto, o non lo è quanto dovrebbe, guardarlo è diventato di moda e non suscita mai polemiche, che in fondo è proprio quello che dovrebbe fare. Io sono cresciuto con Corrado e Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi e un po’ col caro vecchio David Letterman, che se non conoscete, come sicuramente è, invito a cercare sul webbbe. Gente che è stata cacciata dalla Rai, dichiaratamente antiberlusconiana ma che non disdegnava un Prodi con un tortellino per anello e un improbabile santone (come dimenticarsi di Quelo! ). Tuttavia, venendo al dunque, se un dunque effettivamente c’è:

tutta questa bella roba perché non c’è più?

Abbiamo smesso di occuparci di politica?

No, cioè si, anzi: ce ne occupiamo ma senza cognizione di causa, parlando un po’ a casaccio di cose lette da qualche parte senza un minimo di senso critico. Non sappiamo più cosa sia la politica. Eppure c’ era un modo semplice, veloce e divertente (almeno per i deviati mentali come me) per approcciarsi ad essa, ovvero cercare di farsi un’idea, non si è mai visto un leghista diventare comunista dopo aver visto “Aniene” di Guzzanti o il Bersani di Crozza, quindi non preoccupatevi, nessuno vi farà il lavaggio del cervello o strumentalizzerà.

Sinceramente a questo straziante e logorante problema non riesco a trovare soluzione, nel fratello alterno l’ “Italiano medio” degli Articolo 31 alla discografia completa di Bello Figo Gu e mi consolo con caffè della macchinetta della scuola dopo aver saltato la lezione di filosofia per fare la coda (lungo senza zucchero, per chi volesse offrirmelo o portarmelo direttamente in classe).

Insomma fate quello che volete, ma non venite più a dirmi che qualche presidente del consiglio non è eletto dal popolo, non solo perché sareste difficilmente miei amici ma anche perché non sareste proprio degli ottimi cittadini.

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Filippo Vergani, 3c

Libertà di parola La libertà di parola da sempre riflette la condizione di uno Stato: se non ci sono censure, probabilmente esso sarà democratico, al contrario se ci sono, probabilmente ci sarà una dittatura o un regime antidemocratico.

Nell’Atene democratica, culla della nostra civiltà, uno dei principi fondamentali era la parresia, ovvero la libertà di parola.

Tornando al tempo corrente, nei regimi totalitari come la Cina e la Corea del Nord, l’accesso a Internet è impedito, e l’informazione è gestita dallo Stato.

Il 24 aprile il giornalista italiano Gabriele Del Grande è stato rilasciato dopo essere stato arrestato in Turchia, perché esercitava la sua professione; infatti il Paese ha appena conferito tramite un referendum poteri quasi assoluti al presidente Recep Tayyip Erdogan ed ogni forma di dissenso è repressa.

Insomma dove c’è dialettica, c’è libertà.

Anche se i mezzi di comunicazione in Italia sono moltissimi, da Internet ai vari giornali, non è detto che la libertà di parola e di opinione sia sempre rispettata. Formalmente a tutti è concesso di parlare, ma molti sono zittiti e soprattutto solo chi ha determinate opinioni può esprimersi.

Alla cogestione condussi insieme a Lorenzo Ferri una conferenza sull’immigrazione, esponemmo tesi diverse, ma entrambi le sostenemmo con dati. Supportato da dati esplicitati da me e da ben due video servizi giornalistici, criticai l’accoglienza degli immigrati. Tuttavia i paladini della pace, della tolleranza e dell’integrazione mi criticarono, senza sostenere le loro opinioni con alcun dato.

Ciò non mi sorprende poiché la televisione, i giornalisti e i politici ci riempiono di discorsi vaghi, simili a quelli di Papa Francesco: rose, fiori e umanità… Ora salta fuori che le ONG, con navi private, il cui costo di utilizzo è di diecimila euro al giorno, prendono gli immigrati a 20

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Attualità

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km dalla costa libica e gli offrono un viaggio di 430 km fino all’Italia e si parla di contatti con gli scafisti. Se non ci fossero queste navi è chiaro che alla lunga nessun “disperato” si imbarcherebbe più. Vedete quanti dati? Valgono di più del lavaggio del cervello mediatico a cui siamo sottoposti ogni giorno?

Il Movimento Cinque Stelle da tempo attacca il mondo dell’informazione, spesso in modo indiscriminato, ma non sempre a torto. Svisceriamo ancora qualche dato oggettivo.

Sette, settimanale del Corriere della Sera ha un nuovo direttore: Beppe Severgnini, Gandalf il Bianco della sinistra.

I propositi sono quelli di ringiovanire il settimanale, ci si aspettava volti nuovi, ed ecco la rubrica a Lilli Gruber, che lo ospita spesso a Otto e mezzo. Poi ci sono Davide Lerner, figlio di Gad, Stefano Mentana, figlio di Enrico…

Nonostante questo tutti in televisione a parlare, magari della disoccupazione giovanile, quando in realtà il problema sono le persone come loro, che escludono la meritocrazia.

Michele Santoro percepisce dalla Rai

(quindi è pagato da tutti gli italiani) uno stipendio di 2,7 milioni di euro, faceva parte dell’Unione Comunisti Italiani e iniziò la sua carriera scrivendo sul periodico Servire il popolo.

Proletari di tutto il mondo, unitevi!

Chissà se al 25 aprile canta “Bella Ciao”…

Cari amanti dei dati, spero che adesso non vi sentirete ancora gli unici ad essere informati.

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Vittoria Baldissarro, 1b

Trump vuole uomini su Marte nel 2024?

Recentemente il presidente americano Donald Trump ha sostenuto una conversazione con Peggy Whitson nella quale lui si congratulava con l’astronauta per la detenzione del record del maggior numero di giorni nello spazio, mai ottenuto in precedenza da una donna.

Peggy Whitson è una delle donne simbolo della NASA sia perché ha ottenuto numerose onorificenze e premi, ma anche perché lei non è una vera e propria astronauta ma bensì è nata come scienziata e ricercatrice.

In generale ha trascorso circa 535 giorni nello spazio e in questo momento è in orbita, impegnata in una nuova missione. Inoltre nel 2008 lei è stata la prima donna a capo della stazione spaziale e anche quella che ha trascorso più tempo fuori dalla stazione spaziale... in poche parole è una donna da record.

In poche parole Donald Trump durante la chiamata durata circa venti minuti con Peggy Whitson, oltre ad affermare il suo pieno appoggio

per la ricerca e le innovazioni in quest’ambito (anche se risulta che abbia tagliato parecchi fondi per la ricerca), le chiede quando si potranno organizzare missioni in cui gli umani potranno atterrare su Marte. E lei con uno sguardo un po’ perplesso gli risponde che in base al denaro da lui fornito il viaggio con sbarco di uomini su Marte dovrebbe avvenire pressoché negli anni trenta, precisamente nel 2033 con una prima missione in orbita e all’incirca nel 2036 con un possibile sbarco.

Lui le ha, immediatamente, detto che vorrebbe accelerare i tempi, massimo alla fine del suo primo mandato e, se ci sarà, durante il suo secondo mandato. Il suo primo mandato terminerà nel 2018 (considerando che avverranno le elezioni del congresso) ed è impossibile che questo accada (dice la NASA), anche perché non c’è neppure un razzo pronto; mentre se si pensa al 2024 ci sono delle possibilità, piuttosto scarse, ma non impossibili.

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Il problema sono in primo luogo i soldi ma anche il fatto che la NASA non prende ancora decisioni a livello internazionale, inoltre, prima di effettuare una missione di questo calibro, c’è bisogno di numerosissimi test e controlli.

Per darvi un’idea, c’è stata una recente indagine all’interno della NASA in cui un gruppo di esterni sono riusciti a calcolare la reale quantità di dollari che servirebbero per attuare questa sua idea, è risultato che servirebbero circa 15 miliardi di dollari in più all’anno rispetto al budget attuale fornito alla NASA. Ora, questa è una grandissima spesa che però non è impossibile da fare, visto che vengono spesi molti più soldi per altri progetti meno importanti, come per esempio il collaudo di nuove armi. Se questi 15 miliardi (per le missioni del 2033 e non del 2024) vengono sborsati per quindici anni utilizzando il modello più economico di razzo e di equipaggiamento... alla fine si comprende che è una proposta che sfiora l’irraggiungibile, e impensabile da realizzare in questi tempi.

Un fatto curioso e abbastanza contraddittorio è che il primo budget fornito da Trump per la NASA ammonta a circa 400 milioni di dollari in meno rispetto al budget attuale, in poche parole l’ambizioso progetto del presidente americano rende tutti molto scettici nel pensare a una sua possibile riuscita. E anche se ci fossero i soldi, la NASA ha bisogno di tempo per realizzare le basi e gli strumenti per la riuscita di questa missione.

Per concludere, credo che al presidente americano non interessi più di tanto questa missione ma che, anzi, gli interessi vedere una nuova bandiera piantata su un suolo non terrestre, giusto per rivivere il ricordo dell’Apollo.

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Niccolò Barberio, 4C

Gli (s)fatti 0) Comincio da qui, ancora prima dell’inizio, dallo zero, questo breve scritto in cui presento la rubrica che ho intenzione di curare da qui in avanti, il più a lungo possibile.

Innanzitutto vorrei scrivere e precisare che questa non è, né mai sarà, una rubrica seria, dal tono troppo riflessivo e dallo stile prolisso (o, almeno, queste solo le intenzioni).

Tratterò semplicemente dei fatti e degli avvenimenti che mi interessano, avvenuti nel periodo compreso tra un’uscita e l’altra del giornalino, sia in Italia che nel mondo, cercando di narrarli con un filo di ironia, commentandoli a malapena.

Scritto questo, si parte in scioltezza.

1) Inizio subito con lo smentire ciò che ho appena scritto. Ogni tanto devo scrivere anche qualcosa di serio: su change.org è possibile firmare una petizione per insignire il senatore Antonio Razzi del premio Nobel per la pace. Ultimamente lo statista Abruzzese, l’Oudinì della politica, il Lord Tyrion degli intrighi di palazzo Madama, è stato visto più volte viaggiare in Corea del Nord per

“calmare le acque”, stando a quanto dice. Pare persino che il 17 aprile sia rimasto bloccato in un aeroporto del paese coreano, nel tentativo di ritornare in patria. Credo che non si possa stare inerti di fronte a tali atti di coraggio. Non si può non premiare un uomo, un Italiano, che rischia così tanto la vita con la sua politica di sfrontata diplomazia. In quanto “giornalista”, so di non dover essere di parte, ma invito lo stesso chi mi legge a firmare la petizione: uniti si può!

2) Restando ancora in Corea, il dittatore Cicciobomba continua a provocare gli States (ma anche i paesi dell’estremo Oriente) lanciando missili in mare e mostrando testate nucleari di carta pesta durante le parate militari. Qualcuno potrebbe spiegargli che non c’è bisogno di prendersela così tanto per aver perso una partita a Genga con Trump. Del resto si sa che anche Donald è un tipo permalosetto, per questo forse è meglio che sia stato lui a vincere, anche nel caso avesse fatto veramente vibrare il tavolo su cui poggiavano i mattoncini (secondo l’accusa mossa

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Attualità

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dal Kim).

3) Al ballottaggio per le presidenziali in Francia ci andranno la Le Pen e Macron. Quando la prima dei due finalmente sarà salita al potere, e nel 2018 Salvini avrà vinto le elezioni con un’ampia coalizione di centro-destra, e Trump avrà vinto la battaglia di laser tag contro cicciobomba allora, e solo allora, mi sentirò veramente al sicuro.

4) Scrivendo di quisquiglie e pinzinnacchere, fra qualche giorno, domenica 30 aprile, si voterà alle primarie del Partito Democratico, per eleggere (come se già non si sapesse chi sarà) il futuro segretario di partito.

Chissà se forse, dopo i rimproveri di Mattarella e la conferma plebiscitaria di Renzi, avremo mai una legge elettorale “che tutto il mondo ci invidierà e copierà”?

5) L’Italia nel 2016 ha aumentato le spese per gli armamenti del 10,6%, più di Russia (+5,7%), Cina (+5,4%) e Stati Uniti (+1,7%).

Naturalmente, il buon Donald ha comandato che il nostro paese aumenti ulteriormente le spese per la NATO. Ovviamente Gentiloni ha risposto con un inchino e un bel

“sissignore”. Giusto così, l’Italia non ha altre priorità.

6) Il nostro paese in Europa è uno tra i più bassi per percentuale di laureati.

Se poi si considera che alcuni sono come il nostro ministro per la semplificazione (?) e la pubblica amministrazione (è accusata di plagio per la tesi di dottorato: in diversi paesi europei, tra cui persino l’Ungheria, diversi ministri si sono dimessi per molto meno) siamo proprio messi bene, anzi, benissimo.

E dire che era stata presentata da Renzi come “un mostro della ricerca italiana”. Via, via, la meritocrazia!

7) Con questo punto chiudo, sperando di aver strappato almeno un mezzo sorriso e di non aver annoiato. In caso contrario chiedo venia e, per punizione, andrò a giocare una partita a dama cinese con il caro Kim. Penso che lo farò vincere.

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Sport

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Alessandro De Marchi, 3a

This is why we play “Nell’esoterismo il 7 è considerato il numero perfetto, espressione privilegiata della mediazione, della saldatura tra umano e divino.

Nella pallacanestro NBA il numero 7 rappresenta la perfezione, e quando arriva in una serie di finale rappresenta un godimento!

Game seven, gara 7!”

Con queste parole Flavio Tranquillo, moderno aedo della pallacanestro, nonché brillante giornalista sportivo, introduceva gara 7 fra i Cavaliers di Cleveland e i Golden State Warriors.

Erano le 2 di mattina del 20 giugno 2016 e centinaia di appassionati in tutta Italia, il sottoscritto incluso, con più caffè che sangue nelle vene, erano pronti ad assistere allo spettacolo allo stato puro, al culmine della stagione cestistica internazionale, a gara sette della finale dei Playoff.

In favore di tutti coloro che sono completamente digiuni di pallacanestro, ed in particolare di NBA, mi accingo a spiegare brevemente il funzionamento del campionato con il livello di competizione più elevata al mondo.

Innanzitutto mi pare opportuno precisare che l’NBA è la principale lega professionistica di pallacanestro degli Usa in cui militano molti dei migliori cestisti del mondo. Inoltre mi sembra importante spiegare anche che ogni squadra, in base alla dislocazione della città che rappresenta, viene posta in una delle due Conference: una che rappresenta la east coast e l’altra che rappresenta la west coast. Chiariti questi punti, possiamo procedere nella spiegazione dicendo che il campionato NBA è suddiviso principalmente in tre fasi: la regular season, i Playoff e le finali.

Durante la regular season, che rappresenta quella parte del campionato che va dai primi di novembre alla metà di aprile, ogni squadra della lega sfida le altre per un totale, tra casa e trasferta, di 82 partite disputate da ogni singolo team. Conclusasi la regular season iniziano i playoff, ossia quella sezione di campionato in cui si affrontano le migliori squadre tra le 32 che compongono la lega. Accedono infatti ai playoff solamente le prime otto squadre di ciascuna conference

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Sport

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in base alla posizione in classifica, e dunque al record di vittorie e sconfitte ottenute nella regular season. In pratica più partite vinci e meno ne perdi, più avrai un posizionamento elevato nella classifica. Di queste otto squadre di ogni conference la prima sfida l’ottava, la seconda la settima e così via. Siccome gli americani amano lo spettacolo e sanno che in una partita una delle due squadre può avere un calo di concentrazione o non disputare una gara brillante, non stabiliscono chi accede al turno successivo tramite lo scontro diretto, ma la prima compagine che ottiene quattro vittorie contro l’avversaria (ovviamente sempre la stessa) accede al turno successivo. Da questo meccanismo si può dedurre come le due squadre possano disputare fino ad un massimo di sette partite.

I playoff si concludono quando sono rimasti soltanto due team, la migliore a est e la migliore ad ovest: a questo punto iniziano le finali. Le finali NBA sono l’evento conclusivo della stagione NBA giocata. I campioni della eastern e weastern conference si affrontano in una serie di partite sempre al meglio di sette. La squadra che raggiunge per prima le quattro vittorie diventa campione NBA e

le viene assegnato il Larry O’Brien Trophy.

E dunque anche quest’anno, come se non bastasse l’allergia, il sonno e la poca voglia di studiare, sento i Playoff che bussano alla porta con la loro allettante offerta di spettacolo e gran basket, ed io non posso fare altro che aprire, togliendo ampio spazio ai libri di greco e latino per concederlo alle triple di Steph Curry, alle schiacciate di LeBron James e alle esaltate telecronache di Flavio Tranquillo. Per non parlare poi delle levate alle tre del mattino nei weekend per seguire in diretta qualche partita. Qualcuno potrebbe pensare che sono pazzo, e potrebbe anche avere ragione, ma quando qualcosa appassiona davvero è difficile non concederle tempo, e vi posso assicurare che sono poche le cose al mondo che ti possono appassionare come l’NBA. Quando questo articolo sarà pubblicato probabilmente molte cose saranno cambiate e quello che mi accingo a scrivere potrebbe già non avere più senso, ma per come stanno ora le cose, sono soltanto due le squadre qualificatesi alla fase successiva: i Cleveland Cavaliers e i Golden State Warriors che hanno

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Sport

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chiuso con un facile 4 a 0 le pratiche con i loro avversari. Più combattute risultano invece le altre sfide, in particolare quella fra gli Utah Jazz contro i Los Angeles Clippers e i Boston Celtics contro i Chicago Bulls.

In conclusione se dovessi sbilanciarmi e tentare un pronostico, credo che quest’anno possano vincere a mani basse i Golden state Warriors, favoriti in particolare dal fruttuoso acquisto di Kevin Durant.

All’armata Golden State gli unici che potrebbero opporsi ad ovest sono i San Antonio Spurs, nonostante abbiano faticato molto a passare il turno contro i Grizzlies di Menphis.

Ad est invece potrebbero essere degni avversari di Golden state ovviamente i campioni dello scorso anno, i Cleveland Cavaliers.

Non sono da sottovalutare, a mio parere, nemmeno i Boston Celtics.

L’ultima volta che questa squadra ha infatti concluso la regular season in testa alla classifica (evento verificatosi anche quest’anno) alla fine ha sollevato la coppa. Quest’anno, anche se gli interpreti sono cambiati, a Boston non manca certo la fame e la cattiveria agonistica per arrivare

lontano, soprattutto se trascinati da un mostruoso Isaiah Thomas.

Infine spero che in questa edizione dei Playoff possano fare bene anche i Toronto Raptors, squadra che seguo e tifo da sempre; nonostante questa squadra non abbia un roster di livello come quelli degli avversar, spero sempre in una favola stile Leicester e che la piccola Davide possa sconfiggere il Golia di turno.

Insomma i playoff sono solo agli inizi e , come di consuetudine, nulla è scritto in principio (basti pensare all’eliminazione di Oklaoma city Thunder, squadra in cui gioca il probabile MVP della stagione, Russell Westbrook) e sono possibili grandi rimonte e ribaltamenti. Quello che è certo è che sicuramente non mancheranno azioni emozionanti e grande spettacolo. Io sono pronto alle occhiaie e al batticuore, sono pronto al basket con la b maiuscola, sono pronto alle fasi più calde dei playoff, perché in fondo “This is why we play”.

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Ombra Bianca

Dario Arcolin, 3D

-parte cinque-

Restammo parecchi secondi ad osservarci e pian piano mi ripresi dallo stupore cercando di valutare la situazione. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, quando li riaprii Spectre era ancora lì a fissarmi incurante di qualsiasi legge fisica e impassibile come una statua.

Calmatomi un poco ripresi a ragionare logicamente e iniziai a scrutare lo spazio sopra la testa di Spectre sperando di trovare un cavo di acciaio che lo sorreggesse o qualsiasi altra prova che potesse spiegare la sua levitazione.

Niente.

Nel silenzio generale udii in lontananza le voci degli agenti impegnati a raggiungere a piedi la piazza.

Mentre stavo per rivolgermi a Spectre, senza neanche saper bene cosa dire, quasi come se avesse intuito le mie intenzioni lui allargò le braccia tra le acclamazioni della folla ansiosa di vedere il numero uno del crimine in azione e mosso qualche passo sparì in un turbine di fiamma. A questo punto io, come tutti in piazza, cacciato un grido di stupore, mi coprì gli occhi

per non essere abbagliato. Il bagliore sfolgorante illuminò per un attimo il cielo e al tornare delle tenebre di Spectre non rimaneva altro che una maschera annerita dalle fiamme in caduta libera verso il selciato sottostante.

Ancora sbigottito sentii centinaia di mani applaudire con vigore la spettacolare entrata in scena di Spectre e capii che il mio compito non era finito: feci mente locale e cercai di ricordarmi l’obbiettivo del mio avversario, la Stella del Nord.

Iniziai a correre verso le scale e nel mentre mi accorsi di essere solo; infatti con tutto il personale e i visitatori evacuati c’ero solo io nel Palazzo.

“O meglio” pensai “io e Spectre.”

Continuai a correre come poche altre volte avevo fatto, conscio che il mio nemico aveva guadagnato minuti preziosi mentre guardavo il suo fantoccio librarsi in aria per poi bruciare teatralmente.

Maledissi la mia stupidità, e continuando a rimproverarmi e spronarmi raggiunsi il terzo piano.

Salito l’ultimo gradino ed estratta dalla fondina la mia Beretta avanzai convinto,

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ma prudentemente, sino al centro della prima sala, dove notai che le altre tre porte dell’ambiente dove mi trovavo erano spalancate e davano su altrettanti saloni, che per la mostra erano stati divisi in varie parti più piccole da sottili pannelli ricoperti di velluto nero.

Le luci, qui, erano spente e le tende tirate lasciavano trapelare solo poca della già fioca luce lunare…

Con le orecchie tese per captare qualsiasi rumore avanzai richiamando alla mente la dislocazione delle gemme e dei monili esposti su quel piano, cercando di posizionare la “la Stella del Nord” in un qualche punto della sala. A un certo punto mi illuminai, e ringraziando tacitamente la mia memoria iniziai cautamente a muovermi verso la porta sulla mia destra ed entrai nella sala chiamata “Fiamme Blu”, come lessi a fatica dalla targhetta fissata sullo stipite.

Feci pochi passi e mi acquattai per vegliare sulla sala da cui ero entrato, buttai curioso l’occhio sulle teche che mi circondavano: erano piene di pietre pressoché grandi come capocchie di spilli incastonate da grandi artisti orafi del passato su coroncine e diademi.

Mentre cercavo di distinguere meglio gli oggetti davanti a me sentii il mio cellulare vibrare.

-siamo a 30 metri dal portone, ancora poco ed entriamo. Tieni duro. Leo- lessi

e spensi lo schermo, tirai un sospiro di sollievo.

-finalmente i rinforzi- sussurrai sollevato.

-ma che piacevole sorpresa trovarti qui, aspetti qualcuno? - esclamò una voce alle mie spalle.

Feci per scattare in piedi ma venni prontamente rispinto a terra da una mano che intanto era calata sulla mia spalla e l’ordine fu sottolineato dalla canna di una 9mm puntatami alla tempia. Il freddo del metallo mi fece rabbrividire, o forse era la presenza di Spectre ad incutermi timore.

-probabilmente ti starai chiedendo quando sono arrivato qui di fianco a teNon risposi.

-come è stato il mio falò? Realistico vero? Un’organizzazione lunga intere settimane per 4 scarsi minuti di show, ne è valsa la pena Dante?-davvero un bel diversivo- ammisi io a denti stetti- piano davvero ben congeniato, teatrale al punto giusto, ma poco efficace-cosa intendi?- fece lui di rimando.

-sei riuscito a farmi credere per un momento che ci fossi tu li a fluttuare nell’aria e sono convinto che anche il pubblico abbia gradito questa tua entrata in scena, peccato che non abbia potuto

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seguire le tue mosse anche qui dentro per vederti con le manette ai polsi-non mi sembra di vedere nessun modo per cui tu possa invertire la situazioneribatté ironico.

-certo,- continuai io- ora non posso fare nulla ma come pensi di scappare?

A quanto mi risulta nei tuoi altri colpi in giro per il mondo non sei mai stato visto se non da lontano dagli genti di polizia e l’avermi avvicinato questa sera è contrario alle tue abitudini.- attesi una sua risposta ma ottenni solo un secco: -e quindi?-e quindi questo può voler dire solo che intendi prendermi come ostaggio per scappare: hai gestito male i tempi, pensavi che noi arrivassimo qui già a cosa fatta pronti per assistere alla tua uscita di scena, ma l’unico modo con cui lascerai questo posto sarà scortato dai miei agenti. Arrenditi,- gli intimaie forse ti permetterò di salutare i tuoi fans prima di salire sulla volante. Sappi che decine di poliziotti irromperanno di qui a qualche secondo nell’edificio.

Li hai sentiti i motori? Sono le volanti che si stanno facendo lentamente largo tra la folla. Inoltre anche se riuscissi ad uscire dall’edificio ti troveresti separato dalla folla, nella quale solitamente ti confondi e scappi, perché i miei collaboratori l’avranno già allontanata-.

Iniziai a sentire in bocca il sapore del trionfo mentre passavano alcuni attimi

di puro silenzio.

-i tuoi amichetti non sono ancora entrati.- affermò deciso- e quanto hai detto fino adesso è errato: tu non sarai mio ostaggio, io non uscirò dall’edificio e non mi confonderò tra la folla.Lo guardai sbigottito.

-con il telefono che tengo nell’altra mano mi sono collegato con le telecamere della piazza e del Palazzo.

Come hai detto tu i tuoi agenti stanno sgomberando la piazza e la gente è costretta a retrocedere sino al limite della stessa. Inoltre sembra che il tuo vice ti stia per messaggiare.Mi vibrò il telefono in tasca.

-Come predetto, prendilo e leggi ad alta voce- mi intimò.

-“entriamo? Se non rispondi entro 30 secondi veniamo lo stesso, Leo”, ecco cosa dice. Gli rispondo?-parliamo ancora un attimo, piuttosto cosa mi dici dell’estintore a cui sei seduto di fianco?Pronunciò questa frase innocentemente ma colsi una sfumatura nella voce che mi fece raggelare il sangue nelle vene.

Preso alla sprovvista balbettai cosa mai potesse centrare la domanda e la riposta che ottenni non mi piacque affatto.

-se ti fai luce con il cellulare riuscirai a vedere chiaramente il logo di disegnato sulla bombola che dice: Fire Trooper

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S.P.A. Non ti pare di averlo già visto da qualche altra parte? Perché taci? Non abbiamo molto tempo, anzi, direi solo un’altra ventina di secondi prima del blitz dei tuoi simpatici amiciPur cercando di trovare una soluzione ero incapace di ricordare se e dove avessi visto quel logo.

-dai, non fare quella faccia, ti aiuto: è successo quando stavate andando all’Enoteca per consumare un lauto e succulento pasto…Non gli feci terminare la frase: -come sai?!?-.

-non importa, e se non ci arrivi ti dico tutto io: a metà strada circa hai incrociato una motrice agganciata ad un rimorchio telonato con impresso sulla fiancata questo stesso logo a caratteri cubitali: infatti i miei complici avevano appena finito di cambiare tutti gli estintori di questo palazzo con altri più “adatti” a questa serata e la sai un’altra cosa? Per uscire dal tuo studio dopo aver consegnato la 2° lettera mi sono velocemente calato nel rimorchio che era stato appositamente scoperchiato.

Scommetto che ora la mia magia ha perso il suo fascino.- scherzò e poi riprese fiato per concludere il discorso.

-ecco, proprio ora i tuoi colleghi hanno iniziato ad occupare il primo piano, saranno qui a momenti, a meno che…-

-cosa? Cosa c’è negli Esplosivo?- chiesi io.

estintori?

-non sono un terrorista- disse lui offesoio sono uno spettro, e per quanto riguarda il contenuto degli estintori, lo scoprirai a breve.Sentii dai piani sottostanti un debole fruscio, seguito immediatamente da urla e imprecazioni. Poi sentii lo stesso fruscio più vicino, come se fosse al piano di sotto, e realizzato quello che stava accadendo rotolai sul fianco appena in tempo per evitare di essere colpito in pieno da un denso getto di fumo bianco fuoriuscito dall’estintore.

Mi schermai gli occhi per il possibile e cercai Spectre con lo sguardo senza trovarlo.

A tastoni recuperai la pistola che avevo poggiato a terra quando ero stato sorpreso da Spectre e rialzatomi feci per muovermi ma fui colto da una forte giramento di testa che mi costrinse a cercare un appoggio per evitare di cadere.

Mi imposi di respirare il meno possibile e cercai di pensare a dove potesse essere fuggito Spectre. Mi sembrava improbabile che potesse percorrere tre piani tra la cortina fumogena, senza contare gli agenti all’esterno. Forse perché bramoso d’aria pura, o per puro

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lampo di genio, pensai al tetto, e ormai a corto d’aria cercai mi trascinai sugli scalini che portavano al 4° piano dopo averli cercati disperatamente per quella che pareva un’eternità.

Il quarto piano era libero da qualsiasi vapore o gas, ma era anche illuminato e dopo tanto tempo passato nel buio più nero, con i giramenti di testa e gli occhi lacrimanti, la luce delle lampade alogene ebbe lo stesso effetto di una granata flashbang.

Mi sdraiai per riprendermi, o meglio scivolai sul muro sino a terra, e rialzatomi un p’ meno intontito ma comunque debilitato procedetti verso la rampa di scale che portava al tetto. Ogni passo ne valeva 10 ma la situazione si faceva migliore ad ogni boccata d’aria pura che respiravo. Finalmente lo vidi, o almeno vidi un’indistinta ombra bianca in lontananza, poco prima che scomparisse oltre una porta antipanico.

Urlai, e l’urlo mi diede forza, così affrontai di corsa quella decina di metri per raggiungere la mia Nemesi, liberandomi in questo modo anche degli ultimi effetti della droga che mi attanagliava.

Salite le scale che vi erano dietro la porta puntai la pistola davanti, aprii la porta che dà sul tetto e passai la soglia.

Immediatamente una mano guantata

afferrò la mia pistola, e come feci per liberarmi Spectre calò con forza l’altra mano sulla prima, al che sentii il mio ferrò alleggerirsi notevolmente e vidi con la coda dell’occhio il caricatore cadere al suolo, svuotandosi a causa dell’urto e spargendo munizioni tutto intorno a noi.

Cercando di liberarmi feci solo il suo gioco e con il movimento successivo Spectre letteralmente mi smontò la pistola mente l’avevo ancora saldamente impugnata. In sua totale balia lo ammirai mentre platealmente lasciava cadere il carrello, la molla di rinculo e gli altri pezzi della mia fedele Beretta a terra.

-Non mi sono mai divertito così tantomi disse soddisfatto- e non ho mai vinto premio più ricco- concluse mostrandomi nel palmo della sua mano la “Stella del Nord”. Eravamo si e no ad un metro di distanza l’uno dall’altro.

- per te è solo un gioco?- chiesi, ormai conscio di aver perso su tutti i fronti.

-la vita va vissuta e giocata secondo le proprie regole per viverla appieno-le regole esistono e sono uguali per tutti- ribattei seccamente.

-io ho fatto tanti errori nonostante abbia solo 28 anni e questo è il mio modo per saldare il mio debito…

Sono bravo a fare il ladro, non mi riesce

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bene nient’altro, lo so. Però mi sono reso conto che posso usare il mio potenziale per qualcosa di migliore, eh… prima di giudicarmi troppo severamente fai una ricerca sui proprietari degli oggetti che ho rubato sino ad ora. Ognuno di loro è venuto in possesso di ciò che io ho rubato grazie ai suoi loschi e sanguinolenti affari. Confido che tu possa portare un po’ di giustizia Dante.

Grazie per quello che hai fatto e farai, spero in una lunga e proficua collaborazione per entrambi, ma ora guarda alle tue spalle…E giratomi vidi Leonardo correre attraverso i saloni veloce come il vento, ferro in mano, urlando qualcosa di incomprensibile, poichè io caddi come corpo morto cade.

1 settimana dopo -… e tu invece di soccorrermi mi hai scavalcato continuando ad inseguire Spectre?- chiesi falsamente arrabbiato.

-beh, deve capire che ero preso dall’azione, e mi è sembrata la cosa migliore- addusse Leonardo come scusa.

-si è visto dove sei andato a finire, ancora un po’ e rischiavi l’osso del collo.- lo rimproverai.

-non essere coì severo Dante-

intercedette Ezio a suo favore -lascialo parlare!-e poi- riprese Leo- pensavo che avesse ancora il diamante, che invece ha lasciato nella tua mano.-gesto alquanto nobile da parte suacommentai.

Mente Ezio e Leonardo discorrevano pensavo al gesto folle e coraggioso del mio vice che per inseguire Spectre si era tolto la cintura utilizzandola per scivolare anche lui sul lungo cavo d’acciaio che congiungeva il tetto di palazzo Vecchio e la terrazza di un edificio limitrofo, solo per affrontare uno scontro impari con il ladro e i suoi complici sul tetto e finire k.o. in pochi secondi.

Comunque l’intera vicenda era stata nel complesso positiva: io e Leo avevamo ottenuto una promozione, un considerevole periodo di vacanze retribuite ed eravamo finiti su tutti i giornali (non solo europei).

Il dipartimento aveva ottenuto fondi extra e un ruolo di primo piano nei casi aperti indagando sugli affari davvero loschi delle “vittime” Spectre.

Tutto è bene quel che finisce in modo perfetto, e adesso non ci restava altro che brindare al successo con dell’ottimo vin Chianti.

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Immense grazie siano rese ai membri del personale ATA che perdono investono il loro tempo nel ciclostilare il nostro amato giornale!

Caporedattore: Lorenzo Ferri, 4A Impaginatore: Riccardo Galli, 5a A cura di: Sonia Martinetto & Giorgia Pasqual, 5C Redattori: Federico Figini 5b, Niccolò Barberio 4C, Dario Arcolin 3D, Filippo Vergani 3c, Alessandro De Marchi 3a, Bruzzano 3a, Vittoria Baldissarro 1b, Viola Bonfanti 1b

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