etCetera 1 (As 2011/2012)

e t C e te r a

Periodico di informazione a cura degli studenti del liceo Scientifico e Classico Majorana liceomajoranadesio.forumfree.it

Numero 1 - 2011 Settembre/Ottobre

Ecco i nuovi rappresentanti degli studenti: Achille Taccagni (5^a), Giacomo Panzeri (4^a), Nicolò Grassi (4^F) e Alessandro Mingardi (4^C)

Una preziosa eredità Il professor Carlo Rovelli è diventato preside al Majorana nell’anno scolastico 1992/1993, diciannove anni fa e vi è rimasto ... (continua a pagina 4)

Wikipedia Tutti quelli che il 4, il 5 e il 6 ottobre hanno aperto Wikipedia con l’intenzione di vedere o questa o quella pagina si sono trovati davanti a una verità orribile: Wikipedia stava scioperando. (continua a pagina 7)

Big Bang Theory Prendete quattro amici, tutti e quattro estremamente intelligenti, un po’ impacciati nelle relazioni sociali e fortemente appassionati di fumetti, videogiochi, film... (continua a pagina 11)

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Sono Demotivata S o n o d emo ti vata, d emo ti vata d al ved ere i n s egn anti p i ù d emo ti vati d i me, d emo ti vata dalla scuola, da quello che essa produce, d e m o t i va ta da p ro g ra m m i m i n i ste r i a l i ve c c h i e r i g i d i , d e m o t i va ta d a st u d e n t i e c c e l l e n t i c h e t u tt o s a n n o sugli avvenimenti del 32 a.C. e nulla sulla q u e st i o n e m e d i o r i e n ta l e , st u d e n t i c h e termi n eran n o i l l i ceo s a p en d o co n i u gare i l ve r b o fa c i o e n o n s a p ra n n o c h i è Pe rtini. M’immag i n o insegnanti neolaureati pieni di spera n ze per l o ro e p e r i l s i ste m a s c o l a st i c o, li ve d o o ra , p ro p r i o l o ro, decine di ins e g n a n t i ve c c h i e sta n c h i a v o m i ta re n oz i o n i di f ro nte a d u n a p l a te a di m a n i e o re c chie, di picc o l i va s e tt i d a r i e m p i re , p e r c i ta re D i cken s .

C o n t i n u a n d o p e r q u e sta st ra d a p ro d u rre m o u n a c l a s s e d i r i g e n te a c c o m u n a ta dal nu l l a i deol o gi co, d al cer vel l o sp ento .

S p re c h i a m o i “c e r ve l l i m i g l i o r i ” a n n u l l a n d o l a l o ro c a p a c i tà d i p e n s a re , i n s e -

Marta Tagliabue, 5^E

gn an d o l o ro fi n d a ad o l escenti ad ab b a s s a re l a testa e a d a ccetta re i n u n ta ci to co n s en s o q u a l s i a s i co s a ven ga i mp o sta “d a l l ’a l to ”.

S o n o s c o n c e r ta ta d a l ez i o n i f ro n ta l i ch e n o n co n sentono discussioni più lunghe di cinque minuti. E dopo t re a n n i d i filosofia cosa ci re sta ? C o n o s c e re m o a p e r fez i o n e i p e n s i e r i degli altri in re l a z i o n e a l l o ro c o n te st o st o r i c o ; ma noi rius c i re m o m a i a fo r m u l a re p en s i eri i n rel a z i o n e a l n o stro co ntesto sto ri co ? !

L enta mente mu o re l a s cu o l a i ta l i a n a s o tt o i l m a c i g n o ste s s o d e l l a c o n o s cen za .

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L’amore impossibile Tutto ciò che lo studente avrebbe voluto sapere, ma non ha mai osato chiedere Samuele Tagliabue La domanda “Perché vado a scuola?” avvia lo studente alla più sana e utile ricerca, l’indagine su quello che si sta facendo. La risposta, che non potrebbe essere più incerta, corre il rischio di infrangersi contro il muro dell’indifferenza eretto dal povero studente che è costretto dalla tormentata routine di compiti e studio a non distrarsi mai. È però necessario individuare la ragione di fondo che ci spinge ogni giorno a uscire dal nostro letto (oltre la sveglia!) per prendere il pullman, il motorino o la bicicletta col freddo pungente o col caldo torrido e andare a scuola. Che cosa davvero ci dispiace? L’impegno stesso o la scialba normalità che diventa abitudine? Vivere la scuola significa prepararsi alla vita come in un allenamento o percorrere una tappa di un lungo percorso? La scuola, in particolare quella liceale, non è una palestra di vita perché non insegna un’attività pratica attiva né avvicina al dinamismo e alla realtà del mondo del lavoro; non fornisce gli strumenti, ma si limita ad alcune nozioni teoriche, in alcuni casi anche superflue. L’unica vera palestra di vita è la vita stessa, imprevedibile e multiforme, che premia la giusta alchimia tra esperienza e coraggio, tra pazienza e istintività. Non si dica poi che a scuola si impara l’amore per la cultura e per il sapere, virtù che per definizione sono libere. Non si può infondere un affetto a forza di imposizioni e doveri. L’amore non nasce da un obbligo, ma da un bisogno.

C’è poca fiducia. Il funzionamento della didattica è spesso ridotto a una successione meccanica di eventi: spiegazione, interrogazione, voto. La valutazione non riguarda la conoscenza o la cultura, ma la preparazione in quel particolare momento.

Il giorno dopo può capitare che ci si scordi di tutto e non succede niente. Il voto rimane, l’ignoranza pure, il “ma cosa ho studiato a fare?”, anche.

Il problema è che più si è obbligati a fare una cosa, tanto più la si farà con fatica. Il problema è che pochissimi prof sono così innamorati di ciò che insegnano da riuscire a trasmettere la propria emozione agli altri, come i poeti. Ecco perché l’amore tra lo studente e la scuola è impossibile.

Uno dei meriti che bisogna però riconoscere alla scuola è di saper educare innanzitutto a partire dalla persona, non dal singolo individuo. Non è secondario essere considerati, esaminati e valutati come se stessi, col proprio nome e cognome, non come un numero di – orribile termine universitario – “matricola”. La scuola aiuta inoltre a orientare le proprie scelte in chiave futura, presentandosi come possibilità di essere un punto d’incontro e di scambio. La sua effettiva realizzazione si compie però nell’educare al pensiero libero, nell’aiutare lo studente a ragionare e a scegliere con la propria testa. Saper ascoltare, essere sospettosi, super diffidenti nei confronti delle proposte del mondo, imparare per il gusto di farlo, per la soddisfazione di guardarsi indietro e dire “quanta strada ho fatto!”: questo dovrebbe essere lo scopo della scuola.

Se i prof insegnano per lo stipendio e gli studenti studiano per il diploma, l’utilità della scuola si annulla. Non ha senso studiare o insegnare per anni solo per dei pezzi di carta (quella dei soldi o del diploma), non si vive più, si sopravvive. Ciò che conta, nonostante tutto, è avere il coraggio, come auspicava Wilde, di fare della propria vita una cosa bella, una vera opera d’arte.

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Una preziosa eredità Marta Tagliabue, 5^E Il professor Carlo Rovelli è diventato preside al Majorana nell’anno scolastico 1992/1993, diciannove nel suo lavoro, un preside che è stato in grado anni fa e vi è rimasto fino all’anno scorso. Gran di mettere d’accordo i diversi animi dei docenti, parte del Majorana come lo conosciamo oggi è che ha creato quel clima rilassato e familiare merito suo, come affermano i suoi decennali colche ha sempre caratterizzato la nostra scuola, laboratori. E’ stato insegnante alle scuole medie un preside che ha permesso a tradizioni quali successivamente al liceo Zucchi e poi preside nel la cena dei maturandi di essere consolidate e nostro caro liceo, un uomo appassionato di fisica ad attività extrascolastiche a libera adesione ma anche edotto in filosofia e arte, con un bagacome il noglio culturale che stro caro Et sfiora ogni disciCetera o il laplina. Quando è arboratorio rivato al Majorana teatrale di ha trovato davanti nascere. a sé una scuola riL’ambiente gida e antiquata. In molto aperto prima istanza ha e libero del deciso di rimescoliceo Majolare i Consigli di rana è consiClasse riequiliderato dalla brando le diverse maggioranza sezioni, il che ha dei docenti e creato non pochi dei ragazzi malcontenti tra i come qualdocenti che però cosa di presono stati gestiti e zioso e raro, superati con Il nostro ex preside, Carlo Rovelli qualcosa da grande intelligenza. tutelare così Mi piace anche ricome è stato cordare come il mantenuto professor Rovelli negli ultimi anni sebbene il nostro preside fosse sia stato uno tra i primi chiamati dal Ministero debilitato per motivi di salute. dell’Istruzione a tenere corsi di formazione per inMi sembra dunque doveroso ringraziare un segnanti affinché si avviasse la sperimentazione uomo che per il nostro liceo ha fatto tanto; così PNI del liceo scientifico, ed è in questa direzione come ritengo doveroso e giusto augurare buon che ha dato vita al laboratorio d’informatica, discilavoro alla dottoressa Perego nella certezza che plina della quale è peraltro molto appassionato. saprà a conservare questa preziosa eredità e Gli studenti che lo hanno conosciuto allora lo riportarla avanti con la stessa lungimiranza. cordano come un preside illuminato, disposto al dialogo con i ragazzi, determinato e appassionato

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Majo’s got talent ‘’Ognuno ha dentro di se un po’ di musica, i cantanti sono soltanto persone che cercano di esprimerla e tirarla fuori nel modo migliore possibile’’. Quindi alla fine i cantanti, famosi e meno, mostri sacri della musica, aspiranti tali, sono per prima cosa persone.

Gentili signori, lasciate che vi presenti il cantante autore della perla di saggezza di poco fa, con il quale converso amabilmente, mentre Stefano Tagliabue armeggia sull’audio della telecamera: Francesco Curci, studente del terzo anno del Liceo Classico.

Per coloro che non lo sapessero, Francesco, oltre che uno studente, è anche un cantante lirico. Nonostante la giovane età, vanta già al proprio attivo numerosi concerti ai teatri della Scala e degli Arcimboldi, sia come corista sia come solista, oltre che la partecipazione ad diverse opere e ad un duetto con Riccardo Muti.

A questo punto, Stefano riemerge dalla sua solitaria lotta con la telecamera e pone la prima domanda, seria, dell’intervista: «Quali sono i tuoi miti? Chi ti ispira sia dal punto di vista musicale che non?»

A favore del nostro intervistato possiamo dire che molti dei personaggi citati non hanno alcuna attinenza al mondo della lirica: l’unico figurante di questa categoria è Pavarotti, con il suo ‘’Vincerò’’, insieme a Vasco (no comment per il fattaccio con Nonciclopedia), Zucchero, Shakira e, con menzione d’onor, Mina Si, proprio Mina. Alla faccia stranita della sottoscritta seguono tempestive e concitate spiegazioni: Francesco: - Lei è stata la prima cantante davanti alla quale veramente mi sono fermato a pensare, soprattutto davanti al suo video di ‘Ancora, Ancora’ che è stata la sua ultima apparizione televisiva e che le hanno anche censurata. Sono rimasto colpitissimo ho visto la passione, il talento e la sofferenza. Ogni volta che lo rivedo mi dico che quella sarebbe la donna della mia vita, se non avesse 70 anni.

Bè, però, mica da poco come dichiarazione. Insomma pensiamoci, quanti adolescenti ascoltano Mina e comprendono appieno la carica di talento, carisma, sensualità e mistero che tutt’ora avvolgono questa cantante? Dopo queste considerazioni, la

Clara Caimi, 3^a, Stefano Tagliabue, 3^D conversazione va alla deriva, fino a quando, tra un argomento e l’altro Francesco si lascia sfuggire ciò che pensa su noi signore: F: «da sempre ho preferito compagnie femminili a quelle maschili, perché le ragazze sono l’evoluzione di noi maschi. Sviluppano una consapevolezza di sè che è maggiore e se di questa consapevolezza se ne fanno carico davvero, allora è bellissimo. Quando negli altri casi, diventa uno strumento simile alla bomba atomica, che è evoluzione, evidentemente, uno strumento per ferire gli altri, sfruttando la propria superiorità, allora in quel momento le ragazze non sono più figure positive. Cioè alla fine, quando ci lamentiamo che riceviamo delle delusioni d’amore, è colpa nostra: sono io che ti ho permesso di entrare nella mia vita e di comportarti come vuoi. Bisognerebbe, come dice Lucrezio, non amare.»

S: «Lo dicevano anche i Jedi!»

E fu così che il momento di serietà andò a farsi benedire, soprattutto di fronte all’evidente lacuna in campo cinematografico mia e di Francesco (chiediamo umilmente venia a tutti gli amanti di Star Wars).

Tutto questo ci porta all’ultima, seria domanda, che tutti, almeno una volta, ci siamo sentiti rivolgere: «Cosa vuoi fare da grande? Continuerai a cantare?»

F: «no, mi piacerebbe fare il professore. Sono indeciso tra italiano e latino, latino e greco o storia e filosofia.»

Ovviamente segue un corale «Perché?»

(Francesco cerca di distrarre la nostra attenzione, domandando cosa desidereremmo fare noi, ma l’abile mossa non riesce e, dopo qualche punzecchiamento, ecco cosa sentiamo) F: «Lavorare con le persone, ti da delle grandi opportunità e delle grandi occasioni di crescita. E in particolare con i ragazzi, non ti permette di fermarti, c’è sempre qualcosa di nuovo.»

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La pubblicità

Stefano Tagliabue, 3^D “La pubblicità è l’anima del commercio” ci direbbe Henry Ford se gli chiedessimo cos'è la pubblicità.

Chiedendolo, invece, ai signori Devoto e Oli (quelli del vocabolario) la risposta sarebbe “è pubblicità qualsiasi forma di propaganda diretta ad ottenere dalla collettività la preferenza nei confronti di un prodotto o di un servizio”. Per farlo sfrutta i Mass Media (radio, giornali, internet…) ma soprattutto la televisione.

La pubblicità trasmessa in TV è quella con cui entra in contatto la maggior parte della popolazione: - I bimbi delle elementari o delle medie, che tra un cartone e un telefilm si beccano una bella sfilza di pubblicità; - I “grandi” che fra un telegiornale e “Un Medico In Famiglia” si prendono la loro buona dose di spot; - Ma anche noi del Majorana non siamo da meno: fra un maccherone e un’onda energetica ne vediamo di pubblicità; e se mentre mangiamo non dovessimo guardare la televisione ritroveremmo la pubblicità su YouTube, Facebook e così via.

Ma come funziona? Una campagna pubblicitaria è molto costosa quindi le aziende prima pensano a quelli che potrebbero essere gli eventuali consumatori , in modo da scegliere i messaggi e i mezzi più adatti. Questo lavoro può durare anche mesi ed è affidato al settore marketing. Scelto il target (cioè la fetta di potenziali consumatori) viene realizzato lo spot.

Questo non punta tanto sulle caratteristiche oggettive del prodotto in sé, ma sui vantaggi di cui il compratore potrà godere. Infatti la pubblicità fa leva sui desideri del grande pubblico e lo spinge a comportarsi in un certo modo: comprare, richiedere servizi, consumare, etc…

Per raggiungere quest’obbiettivo i pubblicitari inventano messaggi il più possibile accattivanti, allettanti e convincenti. In genere si avvalgono di metodi di persuasione basati sulla psicologia del consumatore, più che su un’informazione equa.

Per esempio se Gino mi chiede “Il Servizio Sanitario Nazionale ha già provveduto a erogarti l’immunoprofilassi attiva antidifterica?” Gino sembra un genio. Se mi chiede “Ti sei già vaccinato?” ha detto la stessa cosa, ma sembra una persona normale. Allo stesso modo dire “Bifidus Actiregularis” sembra molto più convincente di “coso che ti fa fare la cacca”.

Stessa solfa quando interrompono un film per mandare la pubblicità che parte a tradimento col volume tre volte più alto (anche se non si potrebbe) con un’immancabile signorina che ci consiglia di passare a Vodafone; oppure quando una voce fuori campo ci promette che prendendo questa o quella pillolina dimagrante perderemo chili non facendo nulla. Se però si guarda nell’angolino dello schermo vediamo scritto “Per ottenere risultati il prodotto va abbinato a costante attività fisica e ad un’alimentazione sana”. Questi solo per citarne alcuni…

A questo punto però mi faccio una domanda: possiamo considerare la pubblicità un’arte? In fondo se pensiamo a quei manifesti (per esempio della CocaCola) che si vedono in certi bar, potremmo dire di si.

In più le modalità per girare uno spot televisivo sono simili a quelle per girare un film (e il cinema è indubbiamente un’arte).

Ciò nonostante non si può dire che la pubblicità sia arte: almeno non la pubblicità che alza il volume anche se non potrebbe, che si mette davanti a quello che vuoi vedere così sei costretto a guardare prima lei, che mente e che sfrutta l’ignoranza delle persone. È, per di più, impossibile sfuggirle: internet, radio, posta, posta elettronica, TV, giornali, manifesti e volantini. Non c’è dubbio che la pubblicità sia troppa. Se tante persone parlano tutte insieme, il livello della voce sale. Anche le persone più fini e educate in mezzo alla confusione devono alzare la voce e diventano moleste. Tante persone moleste messe insieme diventano un gran bel mal di testa; lo stesso vale per le pubblicità.

Oggi giorno, per colpa della pubblicità, è difficile capire se abbiamo bisogno di qualcosa perché ci serve davvero o perché ce l’ha detto una voce in uno spot. Presto ci ritroveremo in casa cose che non sappiamo neanche cosa sono, e se ci dovessimo chiedere: “Perché l’ho comprato?” ci risponderemo: “L’ha detto la pubblicità”.

Anche se non è ancora arrivata sulla Luna, ha già conquistato il mondo.

Ps: Anch’ io ora sto facendo pubblicità dicendovi di iscrivervi al FORUM DEL LICEO (http://liceomajoranadesio.forumfree.it ).

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Wikipedia

Stefano Tagliabue, 3^D Tutti quelli che il 4, il 5 e il 6 ottobre hanno aperto Wikipedia con l’intenzione di vedere o questa o 48 ore dalla mia richiesta, una rettifica senza possiquella pagina si sono trovati davanti a una verità orbilità di commento. ribile: Wikipedia stava scioperando. A spiegare cause Ma qual è il problema sia per Wikipedia, sia per gli e ragioni era una lettera firmata dagli stessi utenti: altri siti/blog? Semplice: la reale “lesività” di questo “Cara lettrice, caro lettore, qualcosa non viene valutata da un giudice o da una in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di persona esterna non poter più (magari anche continuare a forimparziale), ma nire quel servizio anzi non sache nel corso rebbe stata prodegli anni ti è prio valutata, se stato utile e che non dalla peradesso, come al sona che si è solito, stavi cersentita dannegcando. La pagina giata. che volevi legQuindi su una gere esiste ed è wiki che ha più solo nascosta, di 800.000 voci ma c'è il rischio non sarebbe che fra poco si strano trovare sia costretti a molta gente che cancellarla davsi sente lesa e vero. […]” che potrebbe In effetti si legge chiedere questa che è solo Wikirettifica, anche pedia in lingua Logo di Wikipedia, l’enciclopedia libera se le cose scritte italiana ad aver fossero vere. Un nascosto tutte le bel colpo per la sue 854.257 voci libertà e l’india causa di quel pendenza di WiDDL per le interkipedia, visto che la rettifica e la smentita di parti o cettazioni: di intere pagine, senza la possibilità di commentare “Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani o far vedere che le cose scritte sono comunque vere, e periodici diffusi per via telematica, le dischiarazioni vanno contro le stesse linee guida di Wikipedia (“lio le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore bera e universale”). Io capisco che la libertà di uno dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, finisce dove inizia quella di un altro ma lasciare che la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa viognuno si faccia giustizia da solo vorrebbe dire, alla sibilità della notizia cui si riferiscono.”

[Disegno di Legge – Norme in materia di intercettazioni telefolunga, che nessuno farebbe nulla pensando “non voniche, etc.; lettera a) del comma 29. Al giorno 4 ottobre 2011] glio avere problemi”. Inoltre mi sembra giusto ricorQuesta proposta di legge prevede che se io in un dare che siamo tutti tutelati dall’articolo 595 del qualsiasi sito web trovassi un commento, una frase, codice penale, che punisce la diffamazione. un articolo o comunque un qualcosa che ritenevo leNei giorni successivi sono stati proposti degli emensivo, questo sito sarebbe tenuto a pubblicare, entro

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damenti e le modifiche discusse parzialmente il 6 otquello che pensano, senza doversi preoccupare tobre. Il 12 si sarebbe dovuto finire di discutere su troppo. Tentare di controllarlo, o di limitarlo in qualqueste modifiche, ma ciò non è stato fatto, e il diseche modo, è, oltre che stupido, anche impossibile: gno è attualmente fermo alla camera. Come andrà sia perché non ci vuole tanto ad aprire un sito con a finire la vicenda non si può ancora sapere, in Italia dominio diverso da quello italiano, sia perché la può succedere di tutto. massa di gente di cui internet è fatto è molto più Ricapitolando: è stato proposto un disegno di legge avanti rispetto a chi tenta di fare leggi per controlche andrebbe larla (basti contro le linee pensare a guida di Wikitutti quei pedia Italia, programmi che perciò ha per scariscioperato per care gratis tre giorni. La la musica Camera doche ogni veva finire di tanto scomdiscutere le paiono permodifiche a ché chiusi questo disedalle autogno il 12 ma rità, per uno visto che non che ne chiuè successo la dono ne arsituazione è rivano tre ferma e Wikinuovi e più pedia efficaci). momentaneaStiamo parmente usalando del bile. mass-media Però ora mi per eccelchiedo: è giulenza, che al sta e ha senso contrario una legge di della televiquesto tipo? sione non La mia cara può essere sorella, che indirizzato o Jimbo “Jimmy” Wales, il fondatore di Wikipedia studia lingue controllato. all’università Internet è di Bergamo, nato libero nei sui ape sarebbe punti di storia bello se lo restasse. del giornalismo scrive: “Il web è nato come mezzo democratico perché tutti potevano entrarvi e tutti potevano dire la propria idea.”

Internet è l’unico posto in cui tutti possono dire

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La figlia segreta

Letizia Bigatti, 2^a C’era una volta in un paese lontano lontano un regina molto bella che viveva in un castello…mi dispiace la nostra storia non narra né di principesse né di castelli incantati, ma di una donna di nome Kavita che in uno sperduto villaggio indiano dà alla luce una bambina. La condizione economica della sua famiglia non le permette però di crescere la sua creatura preferendo invece la presenza di un figlio maschio. Kavita si trova così costretta a separarsi dalla neonata e per sottrarla dalla morte, sorte che era toccata all’altra figlia che aveva concepito, la porta in un orfanotrofio di Mumbai. Alla bimba Kavita dà un nome significativo: Asha che significa Speranza.Contemporaneamente abbiamo la storia di Somer e di Krishnan, una coppia americana di San Francisco che, non potendo avere figli, decide di adottarne uno. Marito e moglie, entrambi medici, si recano a Mumbai dove vive la famiglia di Krishnan. Qui si recano all’orfanotrofio in cui si trova la bambina con quegli occhi dorati così speciali che hanno scelto. È Asha.

Ritornano poi in America. Intanto Kavita ha avuto un altro figlio, questa volta maschio, e assieme al marito si trasferisce nella grande città di Mumbai nella speranza di una vita migliore.

Passano gli anni, Asha cresce in fretta e decide di scoprire l’identità dei suoi veri genitori.

Una finestra che ci mostra la condizione di gran parte della popolazione in India, che impoverendosi è costretta a trasferirsi dalla campagna in città in cerca di lavoro; in contrapposizione al diverso stile di vita del mondo Occidentale. Un ruolo molto importante in questo libro è quello della madre: Kavita è la madre assente, distrutta dal dolore di essere stata separata da sua figlia, Somer è una madre che, dopo aver per molto tempo desiderato l’affetto di una figlia, ha paura che Asha, ritornando in India, si allontani da lei.

Un romanzo che mostra al lettore i sentimenti

profondi provati dalle due donne e che ci aiuta a comprendere la vera condizione sociale ed economica di gran parte della popolazione del mondo.

Autore: Shilpi Somaya Gowda Pagine: 314 Genere: romanzo Anno di uscita: 2011 Casa editrice:Corbaccio

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Fleet Foxes - Helplessness Blues Elena Mazzeo, 2^a “Ciao, siamo i Fleet Foxes, e siamo la dolcezza fatta musica!” rocchi, utilizzando nuovi strumenti, come sax e violino (che aggiunge una spensierata allegria zingaresca in Bedouin Dress); la parte ritmica si fa notare maggiormente, specialmente in Battery Kinzie.

Dunque alla purezza del primo lavoro si sono aggiunti toni un po' più scuri, che non hanno peggiorato, bensì diversificato il sound.

In conclusione, con Helplessness Blues, i Fleet Foxes sono stati in grado di regalarci un esempio di squisita e angelica raffinatezza.

I sopracitati Fleet Foxes sono un gruppo di Seattle formato attualmente da sei allegri personaggi, quali Robin Pecknold, fondatore della band insieme a Skyler Skjelset, poi Nicholas Peterson, Casey Wescott, Joshua Tillman e Morgan Henderson. Questi teneri omini barbuti esordiscono nel 2008 con l'album Fleet Foxes e, dopo tre anni di silenzio, decidono di tornare a calcare le scene con Helplessness Blues. È un album più maturo rispetto al precedente, con il quale tuttavia m a n ti e n e La copertina dell’album “Helplessness Blues” molte affinità.

Entrambi hanno il proprio punto di ¤ Lorelai forza sui cori, che accompagnano e valorizzano ¤ Someone You'd Admire la voce di Pecknold: rispetto però alla pulita lim¤ The Shrine/An Argument pidezza del primo album, qui esprimono sia gioia ¤ Blue Spotted Tail quasi eterea in tracce come Lorelai, sia impo¤ Grown Ocean nenza e precisione (Montezuma).

Gli arrangiamenti sono diventati più curati e ba-

Tracce: ¤ Montezuma ¤ Bedouin Dress ¤ Sim Sala Bim ¤ Battery Kinzie ¤The Plains/Bitter Dancer ¤ Helpnessess Blues ¤ The Cascades

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Big bang theory: fisica, fumetti e risate Filippo Tagliabue, 5^F Prendete quattro amici, tutti e quattro estremamente intelligenti, un po’ impacciati nelle relazioni sociali e fortemente appassionati di fumetti, videogiochi, film: quattro giovani ragazzi un po’ nerd. Ora scagliate contro di loro un elemento estremamente anomalo per la loro vita quotidiana: una vicina di casa sexy e svampita. Ecco a voi servita la ricetta di “The big bang theory”, spettacolare sit-com prodotta dalla rete televisiva CBS, giunta ormai alla sua quinta stagione negli Stati Uniti. La forza di questo programma sta probabilmente nella eterogeneità dei suoi personaggi, così simili e così diversi tra loro. ¤Sheldon Cooper (Jim Parson): primo in ordine di importanza. Immaginate di conoscere un alieno che ignora le più basilari convenzioni nei rapporti umani e agisce solo secondo logica, senza considerare emozioni o sentimenti.

Sheldon è proprio così, una fra le più brillanti menti della fisica quantistica, perfettamente a suo agio con neutrini, teoria delle stringhe e singolarità dei buchi neri, totalmente negato nei contatti con la razza umana. Ha passato un’infanzia dolorosa, derivante dal suo smisurato Q.I. e dalle liti in famiglia tra i genitori.

Pignolo, logorroico, germofobo e genialmente folle (“Non sono pazzo, mia madre ha fatto fare dei test”), Sheldon sarebbe nella realtà la persona più antipatica incontrata nella vostra vita, a meno che abbiate la fortuna di conoscere la sua stupenda e “nella norma” sorella gemella Missy. ¤Leonard Hofstadter: brillante fisico sperimentale, Leonard è una persona decisamente più normale del

suo coinquilino Sheldon. I suoi punti deboli sono l’incapacità di essere sciolto con le ragazze e l’intolleranza al lattosio, che gli causa problemi…intestinali.

Come Sheldon, la sua infanzia è stata traumatizzata da due genitori freddi e dediti alla psicologia dello sviluppo del bambino, che hanno divorziato quando lui era ancora piccolo. Innamorato disperatamente di Penny, tenterà di conquistarla in tutti i modi. Nonostante le sue difficoltà di approccio, ha beccato donne più belle lui di chiunque stia leggendo quest’articolo. anche se si sente un mezzo perdente, è molto più realizzato di quanto si renda conto. ¤Howard Wolowitz: questo ragazzo è il classico “disperato” – tutti ne abbiamo conosciuto uno – ossessivamente alla ricerca di una femmina della sua specie. È un ingegnere aerospaziale che vive ancora con suo madre, vecchia insopportabile e sgradevole che non si vede mai, con cui ha uno strano rapporto di odiodipendenza affettuosa, derivante forse dalla fuga di casa del padre, che abbandonò il figlio ancora piccolo. I suoi volgari assalti al cuore di Penny sono vani e rispediti al mittente. ¤Rajesh Koothrappali: grazie a genitori amorevoli e benestanti, il giovane Raji è arrivato dall’India per lavorare come astrofisico all’università di Pasadena, California, dove hanno un impiego anche i suoi amici Leonard, Sheldon e Howard. Soffre di una forma di mutismo selettivo che gli impedisce di parlare con le donne, tranne quando ha bevuto una bevanda al-

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colica (non imitatelo, funziona solo per lui) oppure le ragazza sono mescolate ad una folla. Possiede anche un lato romantico e uno perfido che raramente fuoriescono. Saltuariamente la sorella avvocato Priya viene a trovarlo in America per lavoro. ¤Penny: è la vicina di casa di Leonard e Sheldon, aspirante attrice arrivata dal Nebraska che si mantiene lavorando come cameriera alla “Fabbrica del cheesecake”. Appena arrivata nella sua nuova casa in California rispecchiava il classico stereotipo della bionda stupida come un’oca, ma nel corso degli episodi diventerà più intelligente e profonda complice l’amicizia dei quattro geniali amici, che verranno aiutati a loro volta da lei ad avere una vita più pratica e meno “fra le nuvole”. Ha il difetto di essere un po’ “facile”, ma è anche capace di dolcezza e comprensione.

In breve questi sono i protagonisti principali che fanno di “The big bang theory” una grande sit-com, sempre divertente e spesso arricchita da lampi di comicità spiazzante. Molti sono i personaggi di contorno, come la scienziata mangia-uomini Leslie Winkle, il proprietario della fumetteria Stuart, il perfido ex-attore di “Star trek” Will Wheaton, la dolce microbiologa e collega di Penny Bernadette, la Sheldon al femminile Amy Farah Fowler; oppure da ricordare sono le gag ricorrenti, dalla canzoncina “soffice Kitty”, al posto fisso di Sheldon sul divano, fino alla spettacolare variante della morra cinese in “sassocarta-forbice-Lizard-Spock”: tutte chicche che si possono gustare con una visione attenta di tutti gli episodi, finora doppiati in italiano fino alla quarta stagione per un totale di 87 puntate. Vista l’enorme mole di materiale da visionare, ecco una semplice guida agli episodi fondamentali e più divertenti.

“Pilota” (stagione 1, episodio 1): il primissimo episodio in assoluto. Gustatevi il primo incontro tra Penny e i fantastici quattro amici.

“L’equivalenza del grifone” (stagione 2, episodio 4): Raj viene citato sulla rivista “People” come uno degli under 30 da tenere d’occhio e diventa insopportabile.

“La soluzione del pirata” (stagione 3, episodio 4): Raj rischia di essere rimandato in India perché ha esaurito le sue ricerche; Sheldon gli offre di lavorare “per lui”, causando una serie di gag incredibili.

“La carenza delle paperelle adesive” (stagione 3, episodio 8): Penny si rompe un braccio scivolando nella

vasca da bagno e chiede a Sheldon di accompagnarla in auto; peccato che il dottor Cooper sia incapace di guidare.

“La suddivisione del tesoro” (stagione 3, episodio 17): i quattro amici trovano uno degli anelli utilizzati durante le riprese del “Signore degli anelli” e cominciano a sfidarsi in continuazione per decidere chi ne sarà il possessore.

“Nel covo del nemico” (stagione 3, episodio 22): Sheldon è la persona più fastidiosa e pignola sulla terra; ecco quindi l’incredibile storia di come si sia fatto degli amici e abbia fatto diventare Leonard suo coinquilino.

“L’eccitazione dei 21 secondi” (stagione 4, episodio 8): i quattro amici tentano di vedere una versione estesa de “I predatori dell’arca perduta” ma la coda chilometrica rende impossibile entrare nel cinema.

“Il dislocamento nell’auto dell’amore” (stagione 4, episodio 13): tutti i protagonisti della serie vanno ad una conferenza scientifica in cui devono intervenire; quello che conta, però, non è la meta, ma il viaggio.

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Recensioni

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Rockstar cerca scopo nella vita Filippo Tagliabue, 5°F Cheyenne è più una maschera che un uomo. Ha un’enorme chioma di capelli neri arruffati, le unghie dipinte di nero e il rossetto. Questa maschera ha però un passato fatto di successo, di fan in delirio, di musica: Cheyenne è un ex rockstar. L’oggi è però molto diverso. La vita scorre placida e piatta nella sua villa irlandese fuori città. L’ormai cinquantenne signore divide il suo tempo tra una ragazza, Mary, sua amica nonché fan delle sue canzoni, con una difficile situazione famigliare alle spalle, e sua moglie Jane, una donna normale che fa il pompiere e accudisce lo strano marito.

Il protagonista è totalmente apatico, senza alcuna tensione verso l’agire, il creare. La situazione cambia drasticamente quando scopre che suo padre, col quale non parla da trent’anni, è in fin di vita.

Cheyenne vola negli Stati uniti per l’estremo saluto, trovando una situazione che lo porterà a riflettere e a darsi finalmente un obbiettivo. “This must be the place” è un film delicato, poetico e stupendo,almeno tanto quanto è complicato. Il regista Sorrentino, al suo primo film prodotto in America e non più in Italia, costruisce un progressivo gioco con lo spettatore, al quale spetta il compito di mettere insieme tutti i tasselli per comprendere la vicenda. Alcune sequenze colpiscono per gli straordinari e sterminati paesaggi statunitensi in cui la storia evolve.

Sean Penn interpreta molto efficacemente Cheyenne, conferendogli spessore attraverso gestualità e movenze studiate e ricorrenti. Il famoso attore americano, di cui si ricorda il recente “Milk”, rimane irriconoscibile praticamente per tutta la durata della pellicola a causa dell’aspetto eccentrico e vistoso del suo personaggio. La rockstar è certamente una persona particolare, per cui però è impossibile non provare simpatia. Colpisce soprattutto l’estrema lucidità con cui capisce gli altri e il loro vissuto, lucidità che tuttavia non possiede

quando deve fare i conti con la propria vita, oscillando quindi tra l’essere adulto e comportarsi come un bambino ingenuo . Il film ha ricevuto l’apprezzamento della critica nel corso dell’ultimo festival di Cannes, dove ha tuttavia ricevuto solo il premio della giuria ecumenica e nessuno dei riconoscimenti maggiori. Sebbene possa essere mossa una critica verso il finale che qualcuno ha ritenuto scontato (opinione con la quale sono in totale disaccordo), “This must be the place” è una pellicola che merita la visione se si è in cerca di un film intelligente, che fa riflettere: merce rara in -un momento di kolossal fracassoni.

Regia: Paolo Sorrentino Cast: Sean Penn, Frances McDormand, Eve Hewson, Harry Dean Stanton, Joyce Van Patten.

Uscita: venerdì 14 ottobre 2011

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Cultura Fisica: più cultura o più fisicità? (e non chiamatemela body building!) prof. Matteo Marottoli Prima puntata: Habemus Palestram Carissimi tutti, dopo ventisei anni di disonorato e immeritato servizio nel nostro amato liceo, posso finalmente esclamare cum magno gaudio: habemus palestram (concedetemi un latino maccheronico). Piccola, ma bellissima. Gli attrezzi non sono molti, ma nuovissimi e funzionali e vi assicuro che con un’adeguata impostazione metodologica e con tanta buona volontà e applicazione si può svolgere veramente un lavoro completo di POT E N Z I A M E N TO MUSCOLARE. Care ragazze (dai 14 ai 114 anni), già vedo le vostre facce dubbiose e vi sento dire “Ma io i muscoli non li voglio! Ma ‘sto prof ci vuole far diventare grosse e muscolose come dei maschi, impacciate e poco aggraziate!” e giù altre amenità del genere, condite magari da qualche invito ad andare… a curarmi!

Di risposta voglio proprio dedicare a voi questo mio primo articolo. Ebbene sì, sono convinto che un CONTROLLATO E ADEGUATO potenziamento

muscolare serve di più al sesso debole (appunto!) che a noi maschi. Le mie sante alunne hanno ormai assimilato questo concetto da me noiosamente quanto appassionatamente ripetuto centinaia di volte. A proposito, ripeto spesso anche che “LA RESISTENZA E LA FORZA possono migliorare tantissimo con un allenamento anche modesto ma costante. Da brutti anatroccoli si può diventare dei cigni, magari non proprio belli, ma pur sempre cigni!”

Care ragazze (sempre dai 14 ai 114), anche volendo, anche allenandosi tutti i giorni con quintali di bilancieri e manubri, FISIOLOGICAMENTE non potreste mai diventare grosse.

Molto più forti sì, ma con poco volume muscolare extra. Come è mai possibile ottenere molta più forza e pochi muscoli? Abbiate pazienza e continuate a leggermi che prima o poi ve lo spiegherò. Nel frattempo, se vi capita, guardate le gare di sollevamento pesi nelle categorie femminili più leggere e vi renderete conto della REALTA’ di quello che scrivo. Vedrete delle mingherline che sollevano l’impossibile. Le CULTURISTE che si ve-

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m etCetera Majorana Desio n. 1 m dono in tv DEVONO essere muscolose e grosse come dei maschi, altrimenti non fanno notizia e non le mostrano sullo schermo o sui mass media. Tutte loro (?!) sono ANABOLIZZATE anche con ORMONI MASCHILI (testosterone) che l’organismo femminile non può fisiologicamente produrre in quantità sufficienti per far gonfiare tutti quei muscoli che mostrano orgogliose con tanta grazia e femminilità …

Parlo delle culturiste VERAMENTE GROSSE, non di quelle che a voi sembrano muscolose e che in realtà evidenziano semplicemente una tonicità muscolare non appannata neppure da un filo di grasso corporeo. Dite la verità: voi vorreste non avere neppure un filo di grasso come loro?!... Ricordatevi, care ragazze, che i muscoli con i loro tendini, sono “attaccati” alle ossa e avvolgono le articolazioni. Quando potenziamo tutti i muscoli, il nostro corpo SUPERCOMPENSA anche queste strutture che altrimenti subirebbero le trazioni muscolari diventate più forti e violente e, quindi, potrebbero rompersi. Il vantaggio, dunque, è multiplo. Il problema dell’osteoporosi è tipicamente femminile: una prevenzione nel senso sopraccitato non può che far bene. “Vabbè- direte sempre voi fanciulle tutte – ma ‘sto prof non potrebbe farci fare un po’ di aerobica per dimagrire e rassodarci un po’?”; oppure: “io avrei bisogno di rassodare solo i fianchi e le cosce. Perché dovrei allenare il resto del corpo che è già a posto?” Risposte multiple da associare a quanto già detto: il grasso corporeo è come la benzina dentro il serbatoio di una macchina e si consuma solo quando questa si muove. Più si muove, meglio è. Più corre in salita, più benzina brucia. Più la cilindrata del motore è grossa, più benzina brucia. Ok, ma che significa? Se potenziamo i muscoli aumentiamo di cilindrata. Se gli sforzi sono medio-intensi e /o prolungati, bruciamo più grasso. I fianchi e i glutei sono il nostro serbatoio e quindi anche se muoviamo le braccia, consumiamo “benzina”, ovvero grasso, di questi serbatoi. Se sforziamo grosse masse muscolari bruciamo di più. Vedete che è tutto un discorso concatenato? Se poi sperate SOLO nella dieta… vi compatisco! Tutte le diete all’inizio funzionano. Anzi, il primo a mettersi a dieta strettissima è stato un

uomo: Ulisse. Vi ricordate? Si fece legare stretto a un palo e più gli passavano davanti con lasagne, pizze, torte e gelati, più urlava per farsi liberare e più dovevano legarlo stretto. Risultato: è dimagrito moltissimo in pochissimi giorni. Peccato che il suo corpo si era CANNIBALIZZATO (ovvero aveva recuperato le proteine che servivano alla sopravvivenza dai muscoli che, in definitiva, sono le nostre bistecche proteiche di riserva. Conoscevate questo particolare fisiologico?) e aveva abbassato il proprio metabolismo di base (aveva ridotto la cilindrata) per cui, appena Ulisse ha potuto mangiare un po’, è ingrassato tanto e più di prima ( mai sentito parlare dell’effetto “yo-yo” delle diete?) .

L’unica arma vincente, ricordatelo sempre, è un’alimentazione corretta (mediterranea!) e una COSTANTE attività motoria. Il nostro primo naturale ed efficace movimento è la “corsa-cammino”, ovvero correre, riprendere fiato camminando, ricominciare a correre e via “ad libitum”. Perciò non trovate scuse dicendo che tutti noi proff del liceo non vi lasciamo tempo: indossate pantaloncini e maglietta in casa e uscite fuori a correre-camminare. Non ci vogliono attrezzature particolari, palestre computerizzate (che sconforto e che offesa per i nostri neuroni!), personal-trainer superfighi, muscolosi e costosi. Basta buona volontà, buon senso e un po’ di CULTURA FISICA ( intesa proprio come CONOSCENZA). La nostra nuova palestrina pesi serve a noi proff di educazione fisica anche come LABORATORIO DI MATERIA, perché potete sperimentare voi stessi quello che vi spieghiamo da sempre. Quindi, per concludere questo nostro primo incontro, venite in palestra per POTENZIARVI e andate a CORRERE-CAMMINARE per i fatti vostri partendo da casa ogni volta che potete, senza esagerare ma con costanza!

Un forte abbraccio a tutti gli alunni e un bacione a tutte le alunne del nostro amato liceo. Vi aspetto alla prossima puntata!

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Addio SuperSic Il sorriso, la nuvola di ricci e l'enorme talento di un ragazzo, che, a dodici anni, era già campione italiano. Perchè, Marco Simoncelli, la velocità ce l'aveva nel sangue. Non aveva paura di niente. E dava sempre il massimo.

Muore a Sepang,durante il Gran Premio della Malesia, il 23 O tt o b r e 2 0 1 1 .

P o c h i giorni fa, d a v a n ti agli occhi del padre Paolo.

Perde il controllo della sua Honda e viene centrato in pieno da Colin Edwars e da Valentino Rossi, in un momento in cui è ormai impossibile evitare l'impatto. Da allora Valentino è irriconoscibile. Già altre volte in passato era stato in procinto di lasciare il mondo del motociclismo, ma la morte di Supersic potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso; i due erano infatti grandi amici.

"Ho una mia teoria", ha raccontato Kate, la sua ragazza. "Marco era una persona perfetta e le persone perfette non possono vivere con noi comuni mortali". " La sera prima dell'ultima gara hai detto che desi-

Erika Bianchin, Ylenia Baldanza, 1^b deravi vincere il Gran Premio, perché lì sul podio ti avrebbero visto meglio tutti. A noi ora addolora non riuscire a vederti, ma ci dà pace e tanta gioia la speranza di saperci inquadrati da te dal podio più alto che ci sia. Addio Marco". Così ha commentato Frances c o Lambiasi, il vescovo di Rimini.

Ma non tutti rispettano il ricordo di Sic, infatti su Nonciclopedia è apparsa la frase: "ennesima caduta per Marco Simoncelli. Ma ha promesso che questa è l'ultima".

Vasco Rossi si scaglia contro il celebre sito satirico: "se è satira o diffamazione lo deciderà un tribunale".

Al suo funerale hanno partecipato 30 mila persone, venute dai più svariati angoli d'Italia per dare un ultimo saluto a Supersic.Questa è la prova che non solo i suoi amici e familiari sono rimasti colpiti dalla sua morte, ma anche la gente comune, che in lui vedeva, oltre che un motociclista, un ragazzo come tutti gli altri.

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See you soon, England!

Mi sono bastati dieci minuti per realizzare che ero veramente in Inghilterra e non più in Italia: neanche il tempo di attraversare la dogana e di arrivare allo smistamento bagagli che la mia valigia era già arrivata, così come quelle di tutti gli altri ragazzi. Sono rimasta allibita, come quando sono entrata per la prima volta in un bagno pubblico e l’ho trovato così tremendamente…

Pulito (credo che tra l’altro questa sia la prima volta nella mia vita che uso l’aggettivo pulito in una frase contenente le parole “bagno pubblico”), oppure quando, girando per le strade, ho visto tanti omini muniti di giubbotto catarifrangente, sacchetto e bacchetta che raccoglievano le (poche) cartacce da terra, come nei film. Ma l’Inghilterra non è solo questo: è molto di più.

Innanzitutto Londra e le sue mille attrazioni, partendo naturalmente dal Big Ben. Non so se è così per tutti, quando mi sono ritrovata ai piedi del Big Ben il mio battito cardiaco si è fermato. Forse per la sua imponenza, o per ciò che rappresenta, o perché è il tipico oggetto da cartoline e souvenir, ma non è il solito orologio che vedi sui libri d’inglese. È parte integrante di quella meraviglia che è House of Parliament, che di solito è sempre messa da parte per far luce, appunto, al Big Ben e che invece sa stupire: questo insieme di guglie e colonne che si intersecano tra loro, le vetrate e il tetto di quel colore inusuale tra il grigio e il blu, indefinibile a parole, gli donano un’aria principesca. Dall’altra parte del Tamigi abbiamo il London Eye, in un panorama che accosta la tradizione all’innovazione in modo perfetto.

E naturalmente non posso non citare Buckingham Palace, anche perché ci ho lasciato metà della memoria della mia macchina fotografica. Appena mi ci sono trovata davanti ho capito ancora di più il motivo tutti gli sforzi di Kate Middleton: darei una gamba per vivere in un posto del genere. I giardini immensi, le rifiniture dorate sulla cancellata, le innumerevoli sculture, incisioni, statue e statuette… E poi il palazzo in sé: sembra infinito. Secondo me Elisabetta si muove col golf car. Si prosegue verso Piccadilly Circus: un simbolo, lo sfondo da film per eccellenza. Non credo di essere mai stata così esaltata per dei cartelloni pubblicitari in vita mia. E ora tutti a Nottingham, la città del castello di Robin Hood e dei suoi splendidi giardini, dell’enorme piazza in festa piena di giostre, dei bambini che fanno il bagno nella

Giulia Bianco, 2^b fontana con quindici gradi di temperatura, delle ragazze con i capelli rosa o verde acqua libere di camminare per la strada senza essere giudicate da nessuno. Ma Londra e Nottingham per me è sono state solo due piccole parentesi nel mio viaggio, alla fine mi è sempre toccato prendere il pullman e dirigermi verso quella piccola e a molti sconosciuta, ma non per questo meno affascinante cittadina chiamata Derby. Sembra l’ultimo dei paesini (in effetti questa idea non è così sbagliata), ma ha un fascino tutto suo. Le cattedrali, i negozi di musica che vendono cd originali a due sterline, i chioschi e le bancarelle di ogni genere in mezzo alla via principale, dal tipo che vende le ciambelle all’uomo mitico che vende le pistole con dentro le gomme da masticare e si mette ad urlare in mezzo alla strada “Bubble guuuuuns, three pouuuunds!”. Ogni angolo del centro di Derby ha una caratteristica: dalle casette in tipico stile inglese, ai palazzi più usuali, alle case più particolari. Una via di Derby può allo stesso tempo assomigliare a Monza, Godric’s Hallow (città natale di Harry Potter) o New York. In questa cittadina del Derbyshire ho passato i migliori momenti della mia vita: le serate pancake per recuperare la cena (saltata a causa della qualità orripilante del cibo), Harry Potter al cinema in inglese, i frappuccini di Starbucks passeggiando per il centro, le uscite notturne clandestine per il campus, la serata cross dressing (maschi vestiti da femmine e femmine vestite da maschi)… Queste piccole cose apparentemente insignificanti, ma che vissute in quel contesto sono sembrate fantastiche, perché l’Inghilterra ha la capacità di rendere magica anche la cosa più piccola.

In Inghilterra si respira un’aria diversa: io l’ho sentita appena ho visto la costa inglese avvicinarsi dal finestrino dell’aereo, mi sentivo bene senza motivo.

Avevo l’impressione che sarebbe potuta accadermi qualsiasi disgrazia, ma io sarei stata felice, perché ero lì, esattamente dove volevo essere, dove vorrei essere tuttora e dove spero di tornare il più presto possibile. Perciò see you soon, England!

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50 fantastici (quattro) anni Filippo Tagliabue, 5°F Un bel giorno di cinquant’anni fa, un uomo chiamato Stanley Lieber lavorava per la casa editrice del padre di sua moglie, scrivendo fumetti. La casa editrice era la Timely comics e stava inesorabilmente fallendo. Martin Goodman, il proprietario della Timely, disse ad un quasi quarantenne Stan di scrivere un’ultima storia come gli pareva, dato che ormai era tutto finito. L’abile signore non se lo fece ripetere due volte e inventò un gruppo di supereroi. La scelta del soggetto era assai strana: il genere supereroico vendeva pochissimo e le pubblicazioni di Batman, Flash e Superman davano una rendita decisamente scarsa. I disegni, ancora incerti all’epoca, erano di Jacob Kurtzberg, un artista che aveva collaborato vent’anni prima a creare il supereroe patriottico Capitan America insieme a Joe Simon. Fedele a quantoaveva detto, Goodman accettò di pubblicare il lavoro dei due dipendenti. Il titolo era “Fantastici quattro”, un albo di venti pagine venduto a dieci centesimi, datato novembre 1961. I protagonisti di questo racconto ancora non lo sapevano, ma quello era l’inizio del rinascimento del fumetto americano. Arrivarono delle lettere di apprezzamento, centinaia, migliaia di lettere. I personaggi del fumetto erano il brillante scienziato Reed Richards, innamorato della bella Susan Storm. A completare il gruppo c’erano poi Johnny, fratello adolescente di Susan, e l’amico del college di Richards, Ben Grimm. Reed convince il terzetto a tentare un lancio non autorizzato con un razzo spaziale sperimentale. Una volta fuori dall’atmosfera, vengono tutti irradiati di raggi cosmici, facendo acquisire loro straordinari superpoteri. Reed diventa elastico, Susan invisibile, Johnny infuocato e Ben una “Cosa” rocciosa. La nobiltà d’animo convince gli altri a mettere al servizio dell’umanità le loro nuove capacità, assumendo il ruolo di protettori dei deboli e indifesi. Oggi sembra una trama semplice, forse con qualche incongruenza logica:

all’epoca fu un pugno nello stomaco. Tutti i supereroi in circolazione era belli, perfetti, buoni fino alla nausea, senza esitazioni, senza timori. In quelle venti pagine c’erano: un reato di effrazione e furto a danno del governo, lo sbaglio colossale di un protagonista di decollare che causa l’incidente con i raggi, un uomo trasformato in un mostro orribile che comincia ad odiare il suo migliore amico, incolpandolo dell’incidente, che nonostante la deformità fisica è uno dei “buoni”. Quei personaggi, poteri a parte, erano veri, umani, “tangibili” nella loro imperfezione e incertezza. Stan aveva creato il famoso e geniale concetto di “supereroi con superproblemi”, scrivendo una storia memorabile, affiancato alla parte grafica da quello che sarebbe diventato il Michelangelo degli eroi in costume nel corso della seconda metà del Novencento. Grazie alla magica coppia, iniziò la cosiddetta “Silver age” del fumetto, dopo la “Golden age” corrispondente alla nascita del supereroe con Superman e poi Batman. È curioso che due ebrei emigrati in America inventarono il supereroe, il Superman di Jerry Siegel e Joe Suster, e due ebrei emigrati in America furono i responsabili della rinascita di questo concetto.

Oggi sono famosi coi loro nomi d’arte, Stan Lee e Jack Kirby e sebbene quest’ultimo ci abbia lasciato nel 1994, i loro nomi continuano ad essere citati insieme. Cinquant’anni di avventure sono molti, anche per la prima fam immaginauti del mondo. Dopo di loro sono arrivati Hulk, l’Uomo ragno, Thor, Ant-man e Wasp, Iron man, un risorto Capitan America, gli X-men, Daredevil e molti altri, non lo nego, forse migliori, forse più affascinanti; per me, comunque, rimarranno sempre i protagonisti del “più grande fumetto del mondo”, come recita la copertina.

Stan e Jack: grazie.

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Freaks! The series Youtube: uno dei siti più visitati su Internet e uno degli strumenti che oggi viene più utilizzato dai giovani per esprimere le proprie idee e caricare i propri video da condividere con utenti di tutto il mondo.

Vi è mai capitato di vedere qualche video o di sentir nominare Willwoosh, Nonapritequestotubo o Cane Secco? Molti diranno “si” altri “no”, ma senza dubbio YouTube l’hanno sentito nominare tutti. I nickname appartengono a tre dei giovani VideoBlogger italiani più cliccati di Youtube. Eh già, su YouTube (per gli amici “il Tubo”) non ci sono solo video di gente che picchia i compagni in classe, anzi: quelli sono solo una piccola fetta di tutti i circa 320000000[1]. E il resto?

Sul Tubo è possibile trovare di tutto: ricette (per esempio sul canale “GialloZafferano”), Tutorial di disegno (uno bravo è “RichardHTT”), tutorial di grafica tipo Photoshop o Gimp (molto bravi sono i “Tuttorials” o “iFraffrog”), recensioni di film (molto famoso è “yotobi”), gameplay e commentary di giochi per tutte le console (sul canale “Melagoodo” o “GiampyTek” solo per citarne un paio) ma anche su come suonare strumenti musicali, come truccarsi oltre ai più comuni video comici (I tre già citati ma anche i “Nirkiop”, i “Pantellas” e molti altri); insomma, si può trovare davvero di tutto (e non è solo per dire).

Un canale che ha fatto molto successo è stato quello di Feaks! Una web series a puntate che è stata e verrà, con l’uscita della seconda serie, molto seguita e apprezzata.

Guglielmo Scilla (alias Willwoosh), Claudio di Biagio (alias Nonapritequestotubo) e Matteo Bruno (alias Cane Secco) insieme ad altri Youtubers hanno deciso di realizzare un progetto, intitolato, appunto, “Freaks!”.

La trama è molto intrigante: Freaks racconta la storia di cinque ragazzi (Giulia, Viola, Silvio, Marco e Andrea), con vite completamente diverse, e che non si sono mai incontrati prima, scopriranno di avere dei poteri sovrannaturali. La storia, che si svolge a Roma, inizia una sera in cui i cinque ragazzi si incontrano, per la prima volta, a causa di un incidente. Dopo essersi incontrati, i giovani vivranno quattro mesi di Blackout senza accorgersene e si risveglieranno a casa di uno dei protagonisti (Silvio) a cenare. Solo vedendo il calendario si renderanno conto di ciò che è accaduto loro e la sera stessa si imbatteranno in un uomo senza volto, che loro chiamano “Johnny senza faccia”, di cui non si conosce ancora l’identità. In più i ragazzi comprendono di avere dei superpoteri: Viola acceca le persone solamente toccandole, Giulia bevendo il sangue umano riceve una forza incredibile, Andrea trasmette il suo stato d’animo a coloro che gli

Stefano Tagliabue, Elisa Borsoi, 3^D stanno intorno, Marco quando è eccitato viaggia nel tempo e Silvio è fortunatissimo e porta fortuna a chi gli sta intorno. I giovani sono disorientati: Come si sono conosciuti? Da dove sono spuntati questi “superpoteri”?

Chi è l’uomo senza volto? Tutta la serie si sviluppa sulle loro peripezie per scoprire cosa è accaduto in quei mesi di Blackout. Superpoteri e quotidianità sono gli ingredienti di Freaks! Una storia “paranormale” vissuta da ragazzi “normali”.

Ok, lo so, molti staranno pensando “che schifo”. Ma voglio domandare a questi: cosa sareste riusciti a fare voi senza budget? Freaks! È stato realizzato da youtubers senza chiedere finanziamento a nessuno. Nonostante questo è molto ben fatto: le inquadrature sono fatte come se riprendessero la realtà, cioè non sono inquadrature ricercate con la luce perfetta o effetti strani, ma semplici e funzionanti. Anche la recitazione è fatta così, le battute sono frasi che, in quelle situazioni, direbbero tutti e proprio in quel modo. Messe insieme, queste due cose danno un effetto realistico e molto bello. La trama è un po’ il punto debole, nel senso che è bella ma anche molto articolata e in certi punti non proprio immediata.

Ma senza dubbio alcuno il pezzo forte è la musica: sia la colonna sonora che la canzone della sigla. Questa è stata composta dagli About Wayne e fa parte del loro disco “Rushism”; possiamo considerarla una vera “droga”: è più che orecchiabile e ha un qualcosa che ti cattura e che ti spinge ad ascoltarla più e più volte. Forse il ritmo incalzante, forse le parole usate dal cantante o forse l’intenzione con cui viene cantata e suonata rendono questo brano unico: quando lo ascolti ti senti un po’ come i protagonisti della serie, un supereroe. Questa canzone ha la capacità di rendere faiga qualsiasi cosa tu stia facendo; io potrei filmarmi mentre mi scappero il naso, ma se lo facessi magari lentamente e con sotto questa canzone sembrerebbe comunque la scena migliore di un film cult.

[1] Digitando “*” (ovviamente senza virgolette) nella barra di ricerca di YouTube e guardando il numero di risultati ottiene questo dato.

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Vegan, per una vita cruelity free

Non esiste “la carne”, non esiste “il pesce”, esistono gli animali Mangeresti il tuo gatto? Il tuo cane? No? Ma una mucca o un maiale non sono diversi. Infatti io ho scelto di essere vegana; con quest’articolo vorrei far conoscere il “mondo vegan” rispondendo alle domande che mi vengono poste frequentemente, sfatando falsi miti e spiegando l’importanza di questa scelta.

“Vega…che?”

Il veganismo è uno stile di vita che vuole limitare il più possibile lo sfruttamento di tutti gli animali. Un vegano, in sostanza, esclude i prodotti animali (carne, pesce, uova, latte e derivati) non solo a tavola, chi è vegano solitamente decide anche di non partecipare a feste o spettacoli dove sono utilizzati animali (per esempio andare al circo, allo zoo e negli acquari), di non comprare prodotti cosmetici o farmaceutici testati su animali, di non indossare pelle, pellicce, piumini d’oca, lana.. insomma si sceglie di evitare tutto quello che comporta la morte, la sofferenza e la costrizione di creature viventi.

“Ma sei pazza? Perché questa scelta estremista?”

La ragione principale per cui ho fatto questa scelta è il rispetto per la vita. Chi segue questa “filosofia” non considera nessuna creatura come un oggetto, ma come un essere sensibile con una vita e il diritto di viverla. Ogni anno miliardi di vite vengono trasformate in prodotti alimentari dopo una breve e triste esistenza. La quasi totalità dei prodotti animali sul mercato proviene infatti da allevamenti intensivi, dove gli animali sono rinchiusi senza nessun rispetto, ammassati in gabbie buie in cui non possono nemmeno muoversi, con il solo scopo di raggiungere la massima produttività nel minor tempo possibile, vengono imbottiti di cibo e antibiotici per evitare epidemie pericolose dovute al sovraffollamento nei recinti.

Sono macchine da soldi sfruttate fino alla morte, la quale avviene in quelle “catene di smontaggio” che sono i macelli.

Ci tengo a sottolineare che, chi sceglie di vivere vegan,

Elisabetta Sangalli, 3^a non ha la presunzione di fermare da solo tutto questo. rifiuta però sia di parteciparvi che di esserne la causa; vuole mandare un importante segnale per una società più rispettosa dei diritti degli esseri viventi, sia umani che non; proprio per questo credo sia riduttivo e un po’ superficiale attaccare l’etichetta di animalista ad un vegano, non è solamente provare pietà per gli animali, ma anche ammettere che altre specie esistano e che si può convivere con queste senza annientarle.

Questo stile di vita guarda anche al rispetto per l’ambiente, il cibo che consumiamo è uno dei fattori quantitativamente più importanti nella valutazione del nostro impatto ambientale e i prodotti animali sono fra le cause maggiori di speco di risorse e inquinamento. Per quanto riguarda il consumo dell’acqua, bene prezioso e primario, pensate che ne occorrono fino a 100.000 l per produrre un kg di carne di manzo, per 1 kg di frumento ne occorrono solo 900 l e per 1 kg di soia 2000 l. [Fonte: “Water Resources: Agriculture, the Environment, and Society” ] Per produrre una bistecca o del latte infatti, bisognerà prima di tutto impiegare acqua nella coltivazione del frumento per nutrire gli animali, ma anche utilizzarla per dissetarli, tenere pulite le stalle etc; infine dovete anche considerare l’acqua adoperata all’interno dei macelli, eh sì, tutti gli animali che siano da carne, da latte o ovaioli finiscono la loro “carriera” lì. Alla fine non è poi così strano vedere che un uomo che mangia carne, uova e beve latte consuma acqua CENTO volte di più che mangiando vegan!

Se vogliamo parlare dell’effetto serra, il bestiame produce circa il 9% di anidride carbonica, ma è anche responsabile di alte emissioni di importanti gas serra: il 35-40% delle emissioni di metano e il 65% di quelle di ossido di azoto. Le emissioni totali di gas serra causate dal settore zootecnico sono pari al 18% del totale dovuto alle attività umane; una percentuale simile a quella da addebitare al-

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m etCetera Majorana Desio n. 1 m l'industria e MAGGIORE di quella dovuta all'intero settore dei trasporti.

Per non parlare della deforestazione! le foreste pluviali vengono abbattute sopratutto per ottenere campi per coltivare i cereali destinati agli allevamenti e per creare pascoli per l'allevamento di bovini destinati a fornire carne all'Occidente.

Ad esempio, i dati riportano che la maggior parte della deforestazione della Foresta Amazzonica (circa il 60%) è dovuta all’allevamento di bovini (la cui carne verrà poi principalmente esportata), solo circa il 30% è dovuta all’agricoltura di sussistenza.

“Non ti sembra d’essere viziata? Non pensi alle persone che muoiono di fame?”

Se tutti diventassero vegani ci sarebbe più cibo per nutrire l’intera popolazione mondiale. Nei paesi sviluppati ormai c’è scarsezza di zone da destinare all’agricoltura, per riparare a questo bisogno vengono abbattute, come ho già detto, foreste e zone selvagge nei paesi del terzo mondo, dove si producono grandi quantità di vegetali (soia e cereali) non per nutrire direttamente l’uomo ma per sostenere l’allevamento dell’Occidente. Se nel terzo mondo non si dovesse produrre una maggior quantità di vegetali da esportare nei paesi industrializzati, per nutrire tutti gli animali da allevamento, le popolazioni locali potrebbero coltivare per sé e aver quindi da mangiare. “ Ma lo sai che le mucche soffrono se non le mungi?”

Molte persone sono ormai abituate a concepire la mucca come un animale che fornisce latte all’uomo, ma se le mucche vivessero libere, non avrebbero alcun bisogno di essere munte. Le mucche, in quanto mammiferi, producono latte quando partoriscono un vitellino, come le donne producono latte quando partoriscono un figlio; come le donne non necessitano di essere munte, perché il loro latte serve da nutrimento per il loro figlio, lo stesso succede alle mucche.

Quel che accade negli allevamenti è che il vitello viene sottratto alla madre appena nato e allattato artificialmente, mentre il latte della mucca viene venduto. La mucca è costretta a produrre una quantità di latte pari a 10 volte quella che produrrebbe per nutrire suo figlio, con conseguente ingrossamento delle mammelle, mastiti (infezioni alle mammelle) e quindi grande sofferenza. Va inoltre sottolineato che la mucca "da latte"

viene ingravidata artificialmente una volta l'anno, perché per produrre latte deve partorire, altrimenti non lo produrrebbe. Questo per 7-8 anni, poi viene macellata quando ormai non produce più abbastanza latte. “ Ma le proteine? Il ferro? Come fai a stare ancora in piedi?”

Innanzitutto, se pensate che i Vegan mangino solo insalatina, toglietevelo dalla testa! Dire che una persona vegana mangia verdura, cereali, legumi, frutta, frutta secca è vero, ma vuol dire poco. Questi sono solo gli ingredienti, sono migliaia i piatti appetitosi e nutrienti che si posso preparare e che alla fine sono per lo più i piatti della nostra tradizione mediterranea. Inoltre buttiamo via i vecchi luoghi comuni come “chi non mangia carne è debole e anemico” oppure “la carne è indispensabile e va mangiata tutti i giorni”, gli studi scientifici e l’esperienza quotidiana di milioni di vegetariani e vegani dimostrano senza ombra di dubbio che una alimentazione equilibrata 100% vegetale, non solo è adeguata all’uomo, ma comporta anche benefici riducendo il rischio di numerose patologie, in particolare quelle cardiocircolatorie e tumorali, principali cause di morte nei paesi industrializzati e malattie più difficili da curare.

Concludo con due citazioni significative di due personaggi che hanno lasciato il segno…

“Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne, prova anzitutto a uccidere tu stesso l'animale che vuoi mangiare. Ma ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello o a un bastone o a una scure.

Fà come i lupi, gli orsi e i leoni, che ammazzano da sé quanto mangiano...”

-Plutarco, "Del mangiar carne" “L'uomo è un animale addomesticato che per secoli ha comandato sugli altri animali con la frode, la violenza e la crudeltà.”

- Charlie Chaplin

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Impossibile onorare un genio se non con le sue parole.

Giulia Agrati, 3^F “Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti.”

Così penso: perché non potrei essere io? Ogni volta che accetto un lavoro sottopagato, infilo le scatole tra i ripiani del supermercato, distribuisco volantini pubblicitari pur conoscendo tre lingue o pur essendomi laureato con 110 e lode..

“Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante..”

E così, accovacciata nel mio letto rifletto sulla cura, sull’importanza di saper ritrovare il bello in ogni piccola cosa , sull’ordine dentro e fuori di me..

“Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi.. Fui molto fortunato - ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta.. “ Sì, lo credo anch’io, fu davvero molto fortunato, perché io ancora non lo so, pur sentendo una propensione in alcuni campi, maggior facilità nell’affrontarne altri, sono assolutamente persa tra tante voci e troppi progetti..

“E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie

d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi. “ “Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato.

Così decisi di ricominciare.”

E’ quasi una frase del mio diario, anzi, ora andrò ad aggiungerla insieme alle tante altre.. Chi non ha provato l’umiliazione di essere stato rifiutato e cosa se non la determinazione di non saperci falliti ma solo non capiti ci ha dato la forza di ricominciare ad innamorarci ancora di un’idea, di un altro compagno, della vita?

“Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo “ Da Seneca, forse.. Mia zia è morta a vent’anni, e credo abbia vissuto più di sua madre, che ne aveva cinquantasei..

“Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. “Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore. “ Seguire il nostro cuore, me lo hanno già detto in tanti, bisogna che incominci a crederci davvero..

Siate affamati. Siate folli. Stay Hungry. Stay Foolish.

“Commencement speech” – Steve Jobs -Stanford University, 2005.

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Premio Nobel per la pace 2011 a tre donne OSLO - Il premio Nobel per la pace 2011 è andato a tre donne: Ellen Johnson-Sirleaf, presidentessa della Liberia, Leymah Gbowee, avvocatessa liberiana, e all'attivista yemenita Tawakkul Karman, "per la loro lotta non violenta in favore della sicurezza delle donne e del loro diritto a partecipare al processo di pace".

Ellen Johnson Sirleaf è stato il primo presidente africano donna eletto democraticamente. Sin dal suo insediamento nel 2006, ha contribuito a garantire la pace in Liberia, a promuovere lo sviluppo economico e sociale, a rafforzare la posizione delle donne.

Leymah Gbowee ha mobilitato e organizzato le donne attraverso linee di divisione etniche e religiose per porre fine alla lunga guerra in Liberia e per ga-

Giada Donadel, Giuditta Moltrasio, 1^b

rantire la partecipazione delle donne alle elezioni. Da allora ha lavorato per aumentare l’influenza delle donne in Africa occidentale.

Nelle circostanze più diff i c i l i , Tawakkul Karman ha svolto un ruolo importante nella lotta per i diritti delle donne e per la democrazia e la pace nello Yemen.

La speranza è che il premio a Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkul Karman possa aiutare a porre fine alla repressione delle donne che si verifica ancora in molti paesi.

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Novazzate ¤ Leggi di Novaz (perché le leggi di Murphy non erano abbastanza pessimiste):

Luca Novati, 5^D

-quando non sei pronto per un’interrogazione, questa si svolge durante la prima ora e non puoi ripassare.

¤ Rieccoci: Ecco finalmente il primo numero di Et Cetera 2011-2012!

Ho una forte tentazione di divagare e riempire così una pagina, magari utilizzando il triplo spazio come fanno gli autobiografi della vita piatta, tuttavia utilizzerò questo spazio per dire un paio di cose al popolo Majorano.

Inizio con il classico augurio, puntualmente in ritardo, di buon anno. Dunque le news (siamo un giornale, no?): nuova preside, nuovi professori, piccole novità. Il nostro beneamato liceo ha riaperto i battenti da due mesi e sfido qualunque studente ad avere meno di 5 voti sui libretti verdastri nuovi di zecca. Cerco di non perdermi in ciance.

Noi Eletti della redazione cercheremo di rendere anche quest’anno EtCetera adatto alle necessità degli studenti, sai che novità. Vi terremo informati sulla politica interna della scuola, in tutte le sue battaglie, il lavoro svolto dai nuovi rappresentanti (che terremo costantemente d’occhio), le agognate attività extracurricolari e tutte le conquiste che faremo con sangue e sudore. Non mancheranno notizie dal mondo, approfondimenti sull’attualità, recensioni di film, libri e CD che possono occupare i disperati durante le ore di interrogazione. Tranquilli, parole crociate e sudoku continueranno a popolare i banchi, sta a voi farne buon uso.

Sono sempre ben accette (ah ah ah) le critiche, specie se scritte e firmate. Scherzi a parte, potete rispondere agli articoli, dirci cosa ne pensate e entrare liberamente in redazione (nuovi redattori sono accolti a braccia aperte) per arricchire e far crescere questo giornale.

Provate a dirmi che non è vero!

Ancora una volta, buon anno a tutti!

-Se un giorno hai una possibilità su 10 di essere interrogato, molto probabilmente non sarai interrogato (lo dice la statistica) -Se il giorno successivo nella stessa materia hai una possibilità su 20 di essere interrogato e casualmente sei impreparato, verrai interrogato (la sfiga non conosce statistiche..)

-Le possibilità di prendere debiti sono direttamente proporzionali alla quantità di progetti fatti per l’estate.

-quando una verifica ti va bene, è provato che al resto della classe è andata molto meglio.

-Il voto preso dai tuoi compagni in una verifica è tanto più alto quanto le volte che han ripetuto “è andata malissimo” -l’unica volta in vita tua in cui non svolgi una versione di compito, immancabilmente sarai chiamato a correggerla.

-anche nel caso in cui hai svolto la versione di compito, sarai sempre tu a correggerla (e sarà tutta sbagliata).

-L’unico momento della spiegazione in cui sei stato distratto, è stato detto il concetto più importante e difficile, che guarda caso non è riportato sul libro (e ti verrà chiesto nella seguente interrogazione/verifica)

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Techno Lab Daniele Viganò, 4^E Il neutrino è una particella elementare. Ha spin 1/2 e quindi è un fermione.

Recenti esperimenti hanno mostrato che ha una massa, seppur molto piccola (da 100.000 a 1 milione di volte inferiore a quella dell'elettrone, col valore più probabile intorno a 0,05 eV/c2).

I neutrini non hanno carica elettrica né carica di colore, interagiscono solo attraverso la forza nucleare debole e la forza di gravità, ma non sentono l'interazione nucleare forte o la forza elettromagnetica.

Alzi la mano chi ha capito poco o nulla.

Certamente, per le conoscenze di un normale studente, è come parlare arabo, ma sicuramente in questi ultimi mesi, avrete sentito tutti parlare di neutrini, tunnel, CERN, teoria della relatività, etc..

Tutto ciò a causa della scoperta, ancora non pienamente confermata, del superamento della velocità della luce da parte dei neutrini, oppure per la famigerata gaffe compiuta dal MIUR. Ormai "più veloce di un neutrino" ha sostituito il corrispettivo ".. della luce".

L'esperimento che ha portato alla clamorosa scoperta consiste nel lancio di un fascio di neutrini, prodotti dallo scontro di altre particelle nell'acceleratore del CERN, che, arrivato ai laboratori dell'istituto nazionale di fisica nucleare, viene "fotografato" tramite un gigantesco e complicatissimo apparecchio, denominato Opera, grazie al quale i ricercatori traggono i dati necessari.

Questo esperimento, durato ben tre anni, ha portato alle conclusioni note: i neutrini paiono superare la velocità della luce, ultimo limite invalicabile della teoria

della relatività ristretta, scomodando nientepopodimenoche Albert Einstein.

Per il mondo scientifico questa notizia può portare ad una svolta epocale nel campo della fisica delle particelle.

I ricercatori che hanno portato a termine questo laborioso esperimento sono in tutto 160, di 30 istituti e provenienti da 11 Nazioni diverse, tra cui l'Italia gioca un ruolo da protagonista.

Sicuramente la dote principale di questi scienziati, oltre alla dedizione alla ricerca, è la pazienza perché per controllare e provare i dati di un simile esperimento ci vuole tantissimo tempo, e dovranno anche aspettare che l'esperimento sia eseguito nuovamente in un'altra parte del mondo giungendo agli stessi risultati.

Difatti, negli Usa si sono già mossi; i fisici americani di Minos, esperimento gemello di Opera, sono già all'opera per migliorare le misurazioni grazie a GPS e orologi atomici ad alta precisione che potranno portare a rilevare gli stessi dati del gemello europeo.

In realtà Minos aveva già dato dati strabilianti nel 2007 ma la poca precisione dei dati e delle misurazioni hanno portato all'annullamento.

Ma intanto sotto il Gran Sasso, fiore all'occhiello della nostra ricerca, c'è ancora fermento; i ricercatori hanno scovato altri dati interessanti e li stanno controllando; Tutti pronti a nuove sorprese?

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(In)Solite news Notizie apparse realmente su giornali.

Luca Novati, 5^D Rivincita Un camionista inglese di 37 anni, Matthew Breach, è stato lasciato dalla fidanzata poco prima del matrimonio, dopo 14 anni di fidanzamento. Nessun problema, dato che si è subito rifatto con un premio “di consolazione”: ha vinto infatti ben 17,8 milioni di sterline (circa 20 milioni di euro) al Lotto. Chissà se lei ora lo ritiene ancora “troppo pigro e noioso”, come quando l’ha lasciato…

Kerry è stata già ribattezzata “la donna più sfortunata d’Inghilterra”. Dopo ben 14 anni al fianco di Matthew aveva deciso di troncare. Per lei quel giovane, che candidamente ammetteva che il suo hobby preferito è dormire, era “troppo noioso”. Ma per lui la disperazione dell’abbandono non è durata molto. Ritirata la vincita, ora lui potrà continuare a coltivare il suo hobby (sonnecchiare). mentre lei è costretta a tirare avanti (pare) costretta a dividere un monolocale con il suo nuovo fidanzato.

Dopo la straordinaria vincita, Kerry ha chiamato l’ex per congratularsi con lui. “Ci sentiamo ancora, parliamo, ma ognuno ha preso la propria strada”.

Ormai…

Restare in mutande Di solito, quando uno torna a casa e vi trova un ladro, è il proprietario che chiama la polizia. Non sempre, evidentemente…

Timothy James Chapek si era introdotto in una casa di Washington Park, in Oregon, per derubarla mentre i proprietari erano altrove. Il suo non è stato certamente un furto lampo, però, perché una volta sistemata al sicuro la refurtiva, ha deciso di farsi una doccia. Una volta finita la doccia, però, si è reso conto di non essere più da solo in casa: preso dal panico, ha deciso di chiamare la polizia, preoccupato del fatto che il proprietario della casa potesse essere armato, e perche sentiva latrare due grossi cani.

Poco dopo, anche il proprietario della casa, appena si è reso conto dell’intruso, ha chiamato il 911. La polizia è intervenuta ed ha arrestato Chapek ancora avvolto nell’accappatoio del padrone di casa.

Consulenza..

Per le consulenze legali è forse meglio rivolgersi ad un legale, anziché alla polizia. Un uomo, identificato poi come Robert Michelson, ha chiamato il 911 per avere informazioni sulla coltivazione della marijuana. Infatti, Michelson ha chiamato il numero di emergenza e alla domanda di rito dell’operatore “C’è qualche crimine in corso?”, ha risposto “Forse.

Non so.”.

“Stavo solo coltivando un po’ di marijuana e mi stavo chiedendo quanti problemi potrei avere per una pianta”, ha poi chiesto l’uomo all’operatore.

Che gli ha spiegato che poteva essere arrestato. Se la polizia fosse venuta a saperlo: e ad avvisarla ovviamente ci aveva pensato Michelson con la sua chiamata.

Anche se non è stato ingenuo al punto di lasciare il suo nome all’operatore, la polizia ha rintracciato in modo molto semplice la chiamata, e una pattuglia è subito arrivata a casa di Michelson, dove gli agenti lo hanno denunciato per possesso di droga.

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Ode al tram rimosso Filippo Tagliabue, 5°F Mai più udrò il breve fischio lo sferraglio potente fedele con pioggia e nevischio del tram ormai latente in una triste rimessa.

Fu veicolo colmo di placida vita di biglietti mai pagati di una folla assai nutrita e di baci solo sognati nell'umida mattina.

Camminava con quieto procedere, presenza molto attesa, e alla vista dell'incedere serpeggiando al filo appesa il passeggier

sul binario già deserto non posso io aver fede in un mezzo inesperto della strada derubata.

Dov'è la poesia? La bellezza?

Dove sono quei giorni dei quali ricordo gentil ebrezza di risate adorni della mia prima giovinezza?

Ormai ricordo di ieri.

Vedo gente di ogni colore venir da mille gioiva.

Fedele con pioggia e neve col fulmine e tempesta regolare come si deve; per sciopero o protesta ritardo non procurava.

Poggio il triste piede

sentieri ripetere con ardore un sincero: arrivederci.

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Pietro Redaelli, 4^E

ORIZZONTALI 1. Pesce carnivoro 9. Avaro, tirchio 15. Può esser inox 22. Parti di uva 26. Ente Nazionale Idrocarburi 27. Rossiccio 31. La moneta statunitense 33. Dedizione per gli altri 36. Articolo indeterminativo 37. Riflette la luce 39. Il nome di Pacino 40. Fiore cinese 41. Sport su due ruote 42. Mezza famiglia 43. Lo si trova in pepite 44. Insetto fastidioso 46. Offesa 48. Il sì russo 49. Sigla di Varese 50. Leggendaria isola inglese 54. Serve per cucire 56. Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura 58. Fiume europeo 60. L'alieno di Spielberg 61. Ciuffo di capelli 63. Nobile inglese 64. Estremi di iris 66. Urogallo 70. Simbolo del samario 72. E' costituita da penne 73. Si ripete in zanzara 75. Il gruppo di Brian Johnson 76. La catena montuosa dell'Aconcagua 78. Uccello lacustre 79. Guardia del corpo 84. Metà osso 85. Centro di vena

86. Estremi di anno 87. Branca di studi 89. Il suo simbolo è Be 92. Morto per fede 93. Precede il tac 94. Dispari in luna 95. Grande cervide nordamericano 97. Ex CT della nazionale italiana 101. Immensità 102. Rabbia 103. Estremi di Istat 104. Si dice quando non si può tornare indietro 106. Il nostro continente 108. Ordine artistico greco 109. Rifiuto 110. Il dio del vino 113. Lo cercano i cavalieri di re Artù 115. Formazione di una nuova società (sigla) 117. Più che raro 119. La consonante muta 120. Tre quinti di canoa 121. Dopo il cinque 122. Opposto di Ben 123. Dark Horse 124. Ti ci appoggi mentre sali le scale 129. Sigla di Como 130. Ultimo saluto 132. Misura di pressione 133. Contrario di freddo 135. Preposizione articolata 136. Protagonista di un episodio proverbiale 137. Straniero 139. Fatalità 140. Simbolo del bario

141. Velivolo 143. Irto 145. Tiro in mezzo 146. Mitico essere nordico 148. Consonanti in sano 149. Volatile variopinto 151. Dispari in nero 153. Dio egizio 154. Il petrolio inglese 156. Peso del contenitore 157. Fratello di Abele 158. Costa 160. Il due latino 161. Avanti Cristo 163. Il mare inglese 165. Stato della penisola arabica 169. Consonanti in gioco 170. Ungulati alpini 171. Il vulcano siciliano 173. Etichetta discografica 174. La storia inglese 176. il centoquattordicesimo elemento 178. Sintesi del racconto 179. Specie di scimmia 180. Vive sulle Ande 181. La casa delle api 182. Doppia in etto 183. Europa 184. Fiume del nord Italia 185. Libri per l'insegnamento 186. Nome femminile 187. Lattina british 189. Tre quinti di manie 190. Difetto 192. Nome maschile 196. Segue A 197. Rugby League 198. Profeti 199. Stato degli USA 200. Torino in auto 201. Bevanda ambrata 202. Verbo divertente 207. Non bianco 209. Operatore Socio Aziendale 211. Da dove 212. Dentro 213. Rifiuti Zero 214. Andare in un luogo 216. Esplosivo 218.

219. Macerata 220. Il vecchio conio 222. Precipitazione congelata 224. Classe sociale 225. Capitale norvegese 226. Musica nazionale 227. Ha confini e popolazione 228. Lettere del papa 230. Simbolo dell'antimonio 232. Metà anno 233. Centro di pena 235. Centro di polo 236. Metà cogito 237. Serpente tropicale 239. Il nome della Hathaway 241. Unità geocronologica 243. Non arrugginito 244. Mammifero carnivoro 245. Adesso 246. Velivolo senza motore 247. Simbolo del cobalto 248. E' famosa quella di Noè

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VERTICALI 1. Famosa è la tigre di questa zona 2. Divinità sumera 3. Famoso re inglese 4. Stella 5. Commissione Cantonale Arbitri 6. Unione Argentina Rugby 7. Derapata 8. Prima lettera greca 9. Stato africano 10. Comune della provincia di Sondrio 11. Divinità greca 12. Il via della regina 13. Dispari in Nola 14. Nome nordico 15. Centro di caro 16. Parte d'intestino 17. Scontro di vocali 18. Cerchio luminoso che si forma per rifrazione 19. Indice Terapeutico 20. Carnivoro marino 21. Veicolo a due ruote 22. Materiale di riserva dei vegetali 23. Soldato di cavalleria russo 24. Sotto l'Australia 25. Contrario di off 28. Apocalisse 29. Oltre la tundra 30. Trento 32. L'apertura... degli aerei 34. Sì a Parigi 35. Dispari in solo 38. Sbaglio 44. Metà tornio

45. E non 47. Famosa Audi 51. Non consonante 52. Consonanti in ludico 53. Metà Nina 55. Modo di richiamare l'attenzione altrui 56. Animale mitico orientale 57. Laurie Blue Adkins 59. Mollusco 62. Fine di zia 65. Stato insulare dell'Oceania 67. Della Libia 68. Canto eseguito da più persone 69. Fiume dell'america latina 71. Unità di misura della lunghezza 72. Dispari in ante 74. Annientamento 77. Negazione palindroma 79. Sua Maestà 80. Tipo di pila 81. Prima moglie di Giacobbe 82. Consonanti in lire 83. Internet Explorer 84. Studente 88. Adenosindifosfato 90. Famoso Cavaliere della tavola rotonda 91. Tipo di farina 96. Centro di bere 98. Vocali in aiuole 99. Pietra dura 100. Capitale di Cipro 103. Parte colorata dell'occhio 105. Terza nota 107. Vi risiedevano gli dei 111. Filosofo greco 112. Antica città greca 113. Comune in provincia di Caltanissetta

114. Due terzi di amo 116. La sua foglia è il simbolo canadese 118. Venne distrutta da Roma 119. Dispari in Ande 121. Metà sale 125. Radiotelevisione Azienda Speciale 126. Il mio francese 127. Associazione Calcio Dilettantistica 128. Corrispondente russo di UFO 131. Dei Dori 132. Bari 133. Regione insulare delle americhe 134. Monotremo 135. La prima nota 138. Consonanti in atrio 140. Famosa città iberica 142. Tre sorelle demoniache 144. Contrario di spirito 147. Due terzi di one 150. Centro di palo 152. Taranto 155. Attore latino 156. Lettera greca 158. Animale che sputa 159. Prestigioso premio cinematografico 162. Sicuri 164. Associazione Radioamatori Italiani 166. Autocarro con uno o più rimorchi 167. sigla del tritolo 168. Scimmia africana 170. Condotto naturale per il magma 171. Il sacrificio massimo 172. Monte delle alpi retiche 174. Immaginetta 175. Canzone di Davide Van De Sfroos 177. Dipinto 186. Congiunzione avversativa 188. Antica popolazione sudamericana 191. Può essere a tutto sesto 193. Connessione 194. Sovrano 195. Dell'attica 198. Luogo di un famoso disastro sulle Dolomiti 201. Lo è il TGV 203. Centro di ciao 205. Manzoni va a lavarci i panni 206. Simile alla tombola 208. Secondo elemento 210. Monte delle isole Fær Øer 215. Congiunzione latina 217. Mezzo tono 218. Segue sto 221. Animale che ride 223. Preposizione olandese 224. Questo francese 227. Società a responsabilità limitata 229. Il leone latino 231. Segnale marino 234. Dominio di primo livello in Italia 237. Caro a metà 238. Inizio di Balena 240. Metà neve 242. Simbolo dell'erbio

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Immense grazie mRedazionem Caporedattrice: Marta Tagliabue, 4°E siano rese ai Redattori: Elisabetta Sangalli, 3^a; Femembri del derica Savini, 3^a; Clara Caimi, 3^a; Letizia Bigatti, 2^a; Elena Mazzeo, 2^a; personale ATA Giulia Bianco, 2^b; Giada Donadel, 1^b; Giuditta Moltrasio, 1^b, Erika Bianchin, che perdono 1^b; Ylenia Baldanza, 1^b Luca Novati, 5^D; Filippo Tagliabue, 5^F; Daniele Viinvestono il loro ganò, 4^E; Alessandro Orsenigo, 4^E; Lorenzo Valerin, 4^E; Stefano Tagliabue, 3^ D; Elisa Borsoi, 3^D; Giulia Agrati, tempo nel ciclos- 3^F; Silvia Tagliabue, 1^F. tilare il nostro Collaboratori esterni: Samuele Tagliabue; prof. Matteo Marottoli. giornale!

Fumettisti: Filippo Tagliabue, 5^F. Redazione Grafica: Giacomo Panzeri, 4^a.

Le copie del giornalino sono poche non perché siamo molto taccagni ma perché è stato messo anche online, sul sito issuu.com/etceteramajorana. Se non sei stato abbastanza veloce da prenderne una copia leggilo online, la definizione è maggiore e le immagini sono a colori!

Commenta gli articoli sul forum (www.liceomajoranadesio.forumfree.it) e invia i tuoi elaborati a etceteramajorana@gmail.com!