
2 minute read
Prologo
PREFAZIONE
L’agile volumetto che la dottoressa Pedrazzoli propone è un grido di aiuto che proviene da una “terra di mezzo” che sta tra la normalità con il suo comune carico di sofferenze che la vita comporta e i vari quadri psicopatologici che si meritano una vera e propria diagnosi. Tale è la maledizione a non esistere dei malcapitati che la abitano che neppure una diagnosi finora spettava a loro, condannati ad essere invisibili.
Advertisement
In alcuni casi scompensano verso disturbi borderline di personalità o presentano un grottesco narcisismo di compenso, ma nella maggior parte dei casi traversano silenziosamente una vita di tribolazioni alla ricerca di una identità che non si è mai strutturata.
Gli invisibili, di cui la dottoressa Pedrazzoli riporta ampi brani che scuotono e commuovono, sono coloro che al momento di giungere al mondo non hanno trovato nessuno ad accoglierli, non hanno trovato occhi gioiosi in cui rispecchiarsi, né braccia protese da cui farsi proteggere. I genitori come severi doganieri sul confine della vita non hanno messo il visto sul loro lasciapassare per l’esistenza.
A partire da questa agghiacciante trascuratezza parentale, talvolta più dannosa dello stesso maltrattamento che perlomeno stabilisce una relazione per quanto insana, il libro racconta le diverse sofferte strategie con cui questi soggetti “non visti” e non
autorizzati ad entrare nella vita dal portone principale, cercano comunque di sopravvivere.
La lettura aiuterà i professionisti del settore a cogliere e trattare queste sofferenze grigie e prolungate che restano sotto la soglia diagnostica dei disturbi classici e permetterà al lettore profano di dare un senso a certi propri vissuti dolenti altrimenti non spiegabili. In ognuno di noi c’è un “pezzetto del bambino non visto” cui qui è restituita la voce.
Roma, 24 gennaio 2020
Roberto Lorenzini
PROLOGO
Nelle pagine di questo libro, ho cercato di affrontare alcune criticità con cui fanno i conti ogni giorno gli adulti che hanno vissuto un’infanzia trascurata, esito di una relazione d’attaccamento non equilibrata tra bambino e genitore.
Questo rapporto amoroso “carico” di emozioni è una fonte ineguagliabile di informazioni per il neonato e deve crescere in modo sereno e regolato per dare frutto ad uno sviluppo armonico del piccolo, sia a livello personale propriamente detto, che in relazione all’ambiente; in caso contrario quello che ne risulterà saranno dei quadri patologici veri e propri, oppure nella migliore delle ipotesi, diventare degli adulti che abitano la propria vita protesa solo in direzione altrui e dimentichi di se stessi.
I quadri patologici considerati esito di neglect e aventi dignità di diagnosi sono numerosi, ma ricordo uno per tutti il disturbo di personalità border-line.
In questo lavoro di scrittura non troverete quadri psichiatrici franchi, ma le tante e non meno frequenti difficoltà quotidiane che rappresentano “la lima sorda” del non essere stati visti.