Elitism Florence&Tuscany ::. issue 20

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YOUR PERSONAL COPY FLORENCE & TUSCANY issue n° 20 OctoberNovemberDecember 2022 www.readelitism.com

Un Autunno per vivere un presente e un futuro per mantenere l'equilibrio. Dove decidete di mettere la virgola per dare un senso a questa frase? Non è facile ma è verità, ognuno di noi decide e agisce. C'è da vivere il presente, per non perdere nemmeno un attimo di vita e godere di quello che si ha, c'è da strutturare un futuro perché tante cose cambieranno. O forse no. Forse tutto rimarrà in equilibrio. Perché è vero che la storia ritorna, ma le esperienze insegnano. Noi guarderemo in prospettiva, cercando tutta la luce possibile, concentrandosi per scorgerla, casomai fosse troppo debole, sforzandosi per generarla, casomai non ce ne fosse. E anche questo numero di Elitism Florence&Tuscany è un invito a vivere: gli eventi, la gente, i locali, le serate, l'Arte, i pensieri, i luoghi, e godere appieno della Natura che ci accoglie. Ci sono mostre bellissime al Centro Pecci di Prato, Letizia Battaglia alla Crumb Gallery e Pavlo Makov con le Due Rose, l'oro Bianco della Manifattura Ginori e le meraviglie svelate dalla nostra Tosconauta. Serena Becagli ci racconta di Tomaso Binga e Cristina Tedde ci culla con pensieri rivolti all'Arno e altro ancora. Restiamo connessi, per creare una rete emotiva ed emozionale. Restiamo connessi per non perdere tutto quello che abbiamo conquistato.

ELITISM FLORENCE

There’s beauty all around you Issue n° 20 October | November | December 2022 Quarterly ~ Florence ~ Italy

EDITOR Francesca Querci

VICE - EDITOR Francesca Cellini

DESIGN + COVER

Sally Studio + Alessandra Roccasalva

CONTRIBUTORS

Serena Becagli, Sabrina Carollo, Marta Matteini, Cristina Tedde, Rubina Tuliozi

PHOTO CREDITS

Giulia Vezzosi

TRANSLATIONS

NTL traduzioni

PRINTING

IGV s.r.l. - Piazza Nasoni, 4 San Giovanni Valdarno (AR)

PUBLISHER F Society SAS Via del Leone 37, Firenze p.iva 06722440481 Aut.Trib. - Firenze N. 6048 del 14 Aprile 2017

“Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” - Mark Twain –

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Cover by Alessandra Roccasalva

Donne, pesci, fiori, costellazioni, formule chimiche, geometrie vettoriali, sintagmi della mente e ontologie dell’inconscio. L'universo immaginifico di Alessandra è un misto di suggestioni, in cui l’autrice si nutre del passato per rivendicare un nuovo ordine dominato dalla sensibilità femminile e da una delicata bellezza senza tempo.

Le informazioni diffuse hanno finalità divulgative, le fonti utilizzate riflettono le esperienze e le opinioni degli Autori. I link citati e le immagini tratte da altri siti sono proprietà dei rispettivi Soggetti. L’Editore, che ha posto ogni cura nel citare correttamente la fonte, si dichiara disponibile a pubblicare eventuali rettifiche per involon tarie citazioni improprie. L’Editore e gli Autori di Elitism declinano ogni responsabilità per uso improprio delle in formazioni riportate o da errori relativi al loro contenuto.

Welcome
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L'ARNO

TEDDE

A SESTO FIORENTINO

SCOPERTA DELLA MANIFATTURA GINORI

IL CENTRO PECCI DI PRATO

SMETTERÀ MAI DI STUPIRCI: MASSIMO BARTOLINI HAGOROMO

22+23

LA NOSTRA TOP 5 DELLE LIBRERIE FIORENTINE

NE ABBIAMO?

AMATISSIMA KEIKO CON LE SUE REGOLE DI VITA

MODA SOSTENIBILE

ALTAROSA

RACCONTA

TOMASO BINGA

MANGIARE OTTIMO CHINESE

FIRENZE

4
NON
p. 18+19 con tents 2
ALLA
p. 14+15 12 ALLA CARTAVETRA ART GALLERY PAVLO MAKOV p. 32+33 3 COME NON IMMERGERSI NELLA SPLENDIDA NATURA DEL MUGELLO? p. 16+17 9
p. 28 6
p.
8 POSTERINI BELLI
p. 26+27 14 IL FESTIVAL DEI POPOLI p. 36+37 10 IL CASTELLO DELL'IMPERATORE A PRATO p. 29 7 UN TUFFO ALLA TERME p. 24+25 FLORENCE & TUSCANY 0 PASSIONE NOVECENTO A PALAZZO MEDICI RICCARDI p. 10+11 15 SERENA BECAGLI CI
DI
p. 40+41 16 LETIZIA BATTAGLIA E LA SUA FOTOGRAFIA p. 44+45 6 readelitism.com 1 SORVOLANDO POETICAMENTE
CON CRISTINA
p. 12 + 13 11 IN VIAGGIO CON LA TOSCONAUTA p. 30+31 17 DOVE
FOOD A
p. 48+49 5 I BOSCHI DEL CHIANTI p. 20+21 13 LA
DI
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PALAZZO MEDICI RICCARDI E MUSEO NOVECENTO In occasione della FLORENCE ART WEEK Presentano Passione Novecento OPERE DA COLLEZIONI PRIVATE PALAZZO MEDICI RICCARDI 24 SETTEMBRE 2022 – 8 GENNAIO 2023 da Paul Klee a Damien Hirst

Passione Novecento da Paul Klee a Damien Hirst. Opere da collezioni private è un progetto a cura di Sergio Risaliti, promosso da Città Metropolitana di Firenze e organizzato da MUS.E con l’intento di collegare la grande tradizione rinascimentale del collezionismo e mecenatismo alla passione per l’arte del Novecento ancora coinvolgente nella nostra epoca. A dimostrazione di una continuità di pulsioni e sentimenti, di desideri e ambizioni che distinguono senza interruzione lo stato d’animo del collezionista, colui che secondo Benjamin si assume il compito di trasfigurare le cose, il vero inquilino dell’interieur, dove trova asilo l’arte. Si tratta di un viaggio nell’arte del Novecento costruito sulla base di un amore per le opere moderne e contemporanea che non deve sorprendere in una città come Firenze, culla del Rinascimento. Un fil rouge lega le antiche famiglie dei Sassetti e dei Tornabuoni, dei Medici e dei Doni, dei Gondi e dei Rucellai ai collezionisti privati di oggi. E oggi come ieri il cuore del collezionista batte per i grandi innovatori, artisti che hanno dato vita a nuovi linguaggi e a nuove pratiche, a ricordare come tanto l’arte quanto il collezionismo siano sempre contemporanei. In mostra si potranno ammirare rari capolavori di Paul Klee e de Chirico, di Morandi e di Savinio, accanto a quelli di Martini e Melotti, Fontana e Burri, per spaziare nei nomi più celebri del contemporaneo come quelli di Warhol e Lichtenstein, di Alighiero Boetti e Daniel Buren, fino a Damien Hirst e Cecily Brown, Ai Weiwei e Tracey Emin.

La forma dell'acqua

Chi nasce circondato dall'acqua, la ricerca ovunque vada. Scegliendo Firenze come città d'adozione, ammetto che una delle motivazioni, fu che ci passasse un fiume nel mezzo. Abito da anni in Oltrarno, e davvero chi abita qui o conosce per bene la città, sa quanto faccia la differenza stare da una parte all'altra dell 'Arno. Dormo poco, lo ammetto. La mattina presto il fiume è animato da realtà diverse e variegate. Ha luci ed un silenzio surreale.

Alle 7 di mattino, alle prime luci dell'alba, spesso da dietro Ponte Vecchio, sbucano delle mongolfiere ed è un attimo sentirsi in Cappadocia, dove tutto è magico e possibile.

Ogni ora, il fiume regala panorami e realtà diverse. A metà mattina , spesso i gruppi del sup mi riportano ad un sorriso con le loro tavole colorate ed allineate. Un po' un dejavu col mio Mar Mediterraneo. Stessa sensazione quando mi fermo ad osservare i ragazzi che si allenano instancabili sulle canoe, incitandosi con canzoni e urla agonistiche.

Al tramonto, Firenze è un'immensa cartolina. In autunno, soprattutto quando piove, ogni palazzo

si tinge d'oro al minimo raggio di sole ed intorno tutto brilla. E come in un incantesimo, ci si ritrova in un quadro dei macchiaioli, un viaggio nel tempo di un'ora, a bordo dei barchini dei Renaioli, che viaggiano da Ponte alle Grazie fino a Ponte alla Carraia.

Un punto di vista unico, che ci allontana dai rumori e folla cittadina.

Da qualche settimana, Firenze è una piccola Parigi. Certo, l'Arno, non è la Senna, ma nel piccolo tour di un'ora si naviga a bordo dell' Arnoboat.

Un' imbarcazione a due scafi, ad impatto completamente zero sull'ambiente, autosufficiente e alimentato da pannelli voltaici.

Si parte dal Ponte alle Grazie e anche qui passando per i ponti principali, si giunge fino a Ponte alla Carraia. Si può regalare o vivere quest' esperienza fino al 30 settembre, per poi ripartire a maggio.

Un ultimo consiglio per vivere le rive del fiume, è fermarsi semplicemente a guardarlo. Ammirare come i palazzi e le case si riflettano in esso, come in uno specchio. A come l'acqua, in qualsiasi sua forma, crei poesia. E di questi tempi, forse, se ne ha sempre più bisogno.

L'oro bianco di Sesto

Fiorentino OPERE DEL SETTECENTO DAL MUSEO GINORI

8

Biblioteca Ernesto Ragionieri, Sala Meucci - Piazza della Biblioteca 4, Sesto Fiorentino (FI)

Per informazioni ph 055.4496863 - Ingresso Libero

"L'oro bianco di Sesto Fiorentino" - Opere del Settecento dal Museo Ginori

Una mostra alla scoperta delle origini della Manifattura Ginori 8 ottobre 2022 – 16 aprile 2023

Biblioteca Ernesto Ragionieri, Sala Meucci - Piazza della Biblioteca 4, Sesto Fiorentino (FI)

Per informazioni ph 055.4496863

Ingresso Libero

In attesa della riapertura della sede del Museo Ginori, una selezione di opere della sua collezione permanente torna temporaneamente visibile all’interno dello stesso edificio in cui il museo era allestito prima del suo trasferimento nei nuovi spazi inaugurati nel 1965. Tra le opere d’arte e gli oggetti d’uso protagonisti di questa piccola ma preziosa esposizione, il busto in porcellana di Carlo Ginori, sculture per l’apparecchiatura della tavola, il “museo delle terre” e le maschere originali per i caratteristici decori “a stampino”.

La mostra è organizzata dal Museo Ginori in collaborazione e con il sostegno del Comune di Sesto Fiorentino.

Anteprima per la stampa e le autorità: 8 ottobre ore 10.15 / Inaugurazione: 8 ottobre ore 11.00

LA FONDAZIONE MUSEO ARCHIVIO RICHARD GINORI DELLA MANIFATTURA DI DOCCIA

In attesa della riapertura della sede del Museo Ginori, una selezione di opere della sua collezione permanente torna temporaneamente visibile all’interno dello stesso edificio in cui il museo era allestito prima del suo trasferimento nei nuovi spazi inaugurati nel 1965.

Tra le opere d’arte e gli oggetti d’uso protagonisti di questa piccola ma preziosa esposizione, il busto in porcellana di Carlo Ginori, sculture per l’apparecchiatura della tavola, il “museo delle terre” e le maschere originali per i caratteristici decori “a stampino”.

La mostra è organizzata dal Museo Ginori in collaborazione e con il sostegno del Comune di Sesto Fiorentino

La Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia

Costituita il 19 dicembre 2019 su iniziativa del Ministero della Cultura, insieme alla Regione Toscana e al Comune di Sesto Fiorentino, la fondazione ha lo scopo di conservare, catalogare, studiare, comunicare ed esporre la sua ricchissima collezione di manufatti ceramici e di rendere il suo straordinario patrimonio artistico, storico, sociale ed economico un bene davvero comune, accessibile e inclusivo.

IL MUSEO GINORI

Costituita il 19 dicembre 2019 su iniziativa del Ministero della Cultura, insieme alla Regione Toscana e al Comune di Sesto Fiorentino, la fondazione ha lo scopo di conservare, catalogare, studiare, comunicare ed esporre la sua ricchissima collezione di manufatti ceramici e di rendere il suo straordinario patrimonio artistico, storico, sociale ed economico un bene davvero comune, accessibile e inclusivo.

Il Museo Ginori

Nato insieme alla Manifattura di Doccia e all’interno degli edifici destinati alla produzione, il Museo Ginori è stato per oltre duecentocinquanta anni un museo d’impresa, pensato dal fondatore, il marchese Carlo Ginori, come il contenitore privilegiato della bellezza che la sua fabbrica era in grado di creare

Il Museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità storica del suo patrimonio, eredità della più antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia Notificata come complesso di eccezionale interesse storico artistico e archivistico dal 1962, la sua collezione comprende quasi

modelli scultorei, documenti

una fototeca

dall’architetto Pier Niccolò Berardi, di

della Toscana, che necessita di

fallimento dell’azienda Richard

Nato insieme alla Manifattura di Doccia e all’interno degli edifici destinati alla produzione, il Museo Ginori è stato per oltre duecentocinquanta anni un museo d’impresa, pensato dal fondatore, il marchese Carlo Ginori, come il contenitore privilegiato della bellezza che la sua fabbrica era in grado di creare. Il Museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità storica del suo patrimonio, eredità della più antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia. Notificata come complesso di eccezionale interesse storico-artistico e archivistico dal 1962, la sua collezione comprende quasi 10.000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, modelli scultorei, documenti cartacei e disegni, una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e una fototeca. Dal 1965 il Museo ha sede in un edificio progettato dall’architetto Pier Niccolò Berardi, di proprietà demaniale e affidato alla Direzione Regionale Musei della Toscana, che necessita di importanti lavori di risanamento dopo gli anni di abbandono seguiti al fallimento dell’azienda Richard-Ginori.

readelitism.com 15 UNA MOSTRA ALLA SCOPERTA DELLE ORIGINI DELLA MANIFATTURA GINORI
OTTOBRE 2022 – 16 APRILE 2023
10.000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990,
cartacei e disegni, una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e
Dal 1965 il Museo ha sede in un edificio progettato
proprietà demaniale e affidato alla Direzione Regionale Musei
importanti lavori di risanamento dopo gli anni di abbandono seguiti al
Ginori Ufficio stampa: Comunicazione: Maddalena Torricelli Consuelo de Gara Studio Maddalena Torricelli Museo Ginori studio@maddalenatorricelli.com comunicazione@museoginori.org +39 3316215048 +39 3356985280

Mugello

RICARICATI

L’Autunno è già qui, ma in Mugello innumerevoli sono le esperienze da vivere e condividere in questo periodo dell’anno! Con amici, con la tua famiglia o in compagnia della tua dolce metà: questa terra è adatta proprio a tutti!

Il Mugello ti invita a passare qui la stagione autunnale allettandoti ad applicare tutti i sensi... Puoi viaggiare di gusto assaggiando le prelibatezze fatte di cibo genuino come il marron buono, i tortelli o i suoi vini, puoi annusare i profumi del bosco e dei suoi frutti come funghi e tartufi, hai la possibilità di ascoltare i suoni della natura e di chi

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TRA I SUOI COLORI

ci abita, oppure scoprire con i tuoi occhi le bellezze dei borghi e toccare con mano le creazioni artigianali dei paesi che arricchiscono questa terra.

Per gli eventi, l’ospitalità, le soste gastronomiche, i prodotti tipici consulta il sito: www.mugellotoscana.it Unione Montana dei Comuni del Mugello Ufficio Turismo Via P. Togliatti, 45 50032 Borgo San Lorenzo (Fi) Tel. 055 84527185/86 - turismo@uc-mugello.fi.it

"VIENI A GODERE DI TUTTO CIÒ CHE C’È DI PIÙ BELLO E BUONO NEL MUGELLO"!
IL CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI PRESENTA 16 SETTEMBRE 2022 8 GENNAIO 2023

Con Hagoromo il Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato dedica un'importante mostra a Massimo Bartolini (Cecina, 1962) dal 16 settembre 2022 all'8 gennaio 2023. La mostra è un nuovo capitolo del ciclo di monografie che il Centro organizza annualmente per presentare al pubblico l'opera di artisti e artiste italiane.

La mostra, a cura di Luca Cerizza con Elena Magini e realizzata in partnership con Intesa Sanpaolo, presenta una nuova installazione – la più grande mai realizzata dall’artista – appositamente concepita per gli spazi del museo, una sorta di nuova spina dorsale che guida lo spettatore alla scoperta di opere appartenenti a momenti diversi della sua carriera. Eludendo il carattere retrospettivo, l’organizzazione cronologica e tematica, la mostra funziona come un itinerario fatto di incontri sorprendenti e rivelatori.

Hagoromo è il titolo di una nota pièce del teatro Noh giapponese, che racconta la storia di un pescatore che un giorno trova l’hagoromo, il manto di piume della tennin, spirito celeste femminile di sovrannaturale bellezza parte della mitologia giapponese. Alla richiesta dello spirito di riavere indietro il manto senza il quale non avrebbe potuto tornare in cielo, il pescatore risponde che glielo avrebbe consegnato solo dopo averla vista danzare.

Hagoromo (1989) è anche il titolo di quella che Bartolini considera la sua prima opera matura: all’interno del suo vecchio studio, su un palco illuminato, un musicista improvvisa una musica per sassofono. Una danzatrice reagisce alla musica, muovendosi dentro un parallelepipedo su ruote, che ha le sembianze di una minuscola unità abitativa.

In questa performance sono già anticipati alcuni dei temi e dei caratteri che accompagnano ancora oggi la sua ricerca: la dimensione narrativa, che si sviluppa a partire da omaggi, riferi orto con

l'architettura e lo spazio; la relazione con il contesto teatrale e performativo, anche attraverso l’uso del suono e della musica; la delineazione all’interno dell’opera di rapporti tra opposti apparentemente inconciliabili.

La mostra è accompagnata da Hagoromo: Massimo Bartolini, la più ampia pubblicazione mai dedicata all'artista toscano. A cura di Luca Cerizza e Cristiana Perrella, e pubblicato da NERO, il volume è un progetto realizzato grazie al sostegno dell'Italian Council (X edizione 2021), programma di promozione internazionale dell'arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Con più di 400 pagine, il volume presenta un ricco apparato iconografico che segue in ordine cronologico tutto il percorso dell’artista accompagnato da dettagliati apparati bio-bibliografici; la pubblicazione comprende testi di: a.titolo, Fiona Bradley, Luca Cerizza, Laura Cherubini, Carlo Falciani, Chus Martínez, Jeremy Millar, Cristiana Perrella, Marco Scotini, David Toop, Andrea Viliani.

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Bellezza sconfinata da conoscere a piedi

UNA NUOVA RETE DI

C’è chi ritiene che il cammino più autentico sia quello da percorrere in silenzio, in solitudine, chi punta tutto sul piacere di condividere un’escursione in compagnia o al fianco degli amici a quattro zampe. La via che i sentieri dei Comuni dell’Ambito Turistico Chianti propongono ad appassionati, escursionisti, famiglie è una meta ancora più profonda di quella che solleva la polvere. Un passo dopo l’altro, alla ricerca e alla scoperta delle regioni più intime di noi stessi e dell’ambiente che ci circonda. Si snoda per centinaia di chilometri la rete di itinerari che le amministrazioni comunali dell’Ambito Turistico Chianti hanno individuato grazie all’intervento di tracciamento, segnatura e manutenzione del CAI.

Dalle terre del Rinascimento, dove camminare significa respirare aria di cultura, tra i luoghi che

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SENTIERI "LEGGENDARI" ATTRAVERSA I BOSCHI DEL CHIANTI

hanno ispirato celebri intellettuali, scrittori, artisti, navigatori alle aree di campagna di straordinario pregio naturalistico che riflettono le qualità del paesaggio fluviale, lungo le acque dei torrenti che attraversano la campagna fiorentina e senese. Tra terra, aria e acqua si sviluppano i percorsi nel cuore del Chianti, nuove angolazioni del territorio che permettono di valorizzare strade, luoghi e paesaggi tra i più belli del mondo.

Tra le colline della Toscana camminare diventa un’opportunità imperdibile di conoscenza culturale del territorio. Si passeggia lungo le antiche vie della transumanza costeggiando casolari, mulini e gallerie naturalistiche, ammirando inediti paesaggi, panorami di straordinaria bellezza che offrono esperienze immersive tra ponti romani, borghi medievali,

monumenti ed edifici rinascimentali. Viaggiando a piedi capita anche di imbattersi in alcune delle testimonianze che rievocano la seconda guerra mondiale, come i rifugi legati al passaggio del fronte.

Nell’autenticità della campagna chiantigiana, cittadini e turisti vestono i panni del viandante culturale, avanzano non solo per mettere in moto i muscoli ma per riscoprire una serie di tracce del tempo che hanno mutato e arricchito le forme del paesaggio. Ogni passo racconta le origini del Chianti e la sua storia millenaria.

L’Ambito Turistico Chianti è costituito dai Comuni di Barberino Tavarnelle, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Greve in Chianti, Radda in Chianti, San Casciano in Val di Pesa

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La top 5 dellelibrerie a Firenze

> LIBRERIA SALVEMINI :: Piazza Salvemini 18 Oltre ad avere un ricchissimo catalogo di libri in vendita (anche introvabili) propone incontri ed eventi super interessanti.

> FELTRINELLI :: (varie sedi) Sempre fornitissima, staff cordiale e disponibile, un porto sicuro.

> TODO MODO :: Via dei Fossi 15/r Libreria, caffè, winebar, eventi. Se ci andate una volta, ci tornerete sicuramente.

> ALZAIA :: Viale Minzoni 25

Narrativa, saggistica, viaggi e un caffè interno. Entusiasmante il catalogo di libri proposti.

> LIBRERIA ON THE ROAD :: Via Vittorio Emanuele 32 Appassionati di viaggi? Questo è il vostro paradiso. Lasciatevi consigliare dalla proprietaria, disponibile a condividere consigli utilissimi.

(..SECONDO

Autunno alle Terme

L'Autunno è arrivato e la necessità di rilassarsi e rigenerarsi si fa sempre più sentire. Che ne dite di un weekend alle Terme? I nostri consigli, all'insegna di benessere e relax.

A pochi chilometri da Siena, il bellissimo borgo di BAGNO VIGNONI . Le acque sono bicarbonato-solfato-alcalinoterrose-ipertermiche, che sgorgano ad una temperatura di circa 49°. Tra i frequentatori più famosi? Papa Pio II Piccolomini, Santa Caterina da Siena e Lorenzo il Magnifico.

Le TERME DI VENTURINA sono il connubio perfetto tra antico e moderno. Qui sgorgano le preziose “Aquae Populoniae”

che, ricche di zolfo, alcali e terra, toccano i 36°C. Queste acque termali si sono rivelate efficaci nella cura di malattie dell’apparato respiratorio, malattie dell’orecchio-naso-gola e malattie reumatiche delle ossa.

SATURNIA , forse tra le più famose, si trova nel cuore della Maremma Toscana. La struttura è ricavata da un’antica costruzione in travertino che si specchia sulla sorgente millenaria le cui acque termali sgorgano a 500 litri al secondo alla temperatura di 37,5°. Lo sapevate? Da 3000 anni, ininterrottamente, l’acqua termale di Saturnia sgorga all’interno di un cratere naturale alle pendici del Monte Amiata, ad una temperatura identica a quella del liquido amniotico.

>> I posterini di Elitism, staccali e conservali
San
Gimignano

Il Castello dell’Imperatore

Conosciuto come Fortezza di S.Barbara o Castello Svevo, puo’ essere considerato la piu’ importante testimonianaza architettonica dei secoli XI-XIII presente nella città di Prato. Stiamo parlando di uno stupendo esempio di maniero Svevo, l’unico nel Centro-Nord d’Italia. La sua costruzione fu iniziata nel 1248 per volontà dell’Imperatore Federico II di Svezia, con l’intento di mettere sotto controllo militare le principali vie di comunicazione che dal sud del Paese portavano in Germania. L’incarico fu dato all’architetto Riccardo da Lentini il quale penso’ ad un grande edificio a pianta quadrata con quattro torri agli angoli piu’ altre quattro, di cui due disposte a sperone e due ereditate dal precedente fortilizio preesistente sul terreno donato da una famiglia Ghibellina di Prato. La costruzione venne interrotta nel 1250 a causa della prematura morte dell’Imperatore ma nel corso del 1300, sotto il dominio fiorentino, il Castello fu collegato con un corridoio coperto alle cerchie

murarie, per permettere alle truppe fiorentine di entrare in città usando tale passaggio e vennero inoltre costruite anche alcune case all’interno ed attorno la struttura. Nel corso dei secoli, tutte le costruzioni furono completamente demolite e negli anni 30 il Castello assunse l’aspetto odierno, con soltanto le mura esterne.

Nel corso del periodo fascista, il Castello fu usato come carcere e dopo l’occupazione da parte dei partigiani, furono eseguite decine e decine di fucilazioni al suo interno, tanto che l’evento viene ricordato ancora oggi come l’Eccidio del Castello dell’Imperatore. Finita la guerra e dopo un lungo restauro avvenuto negli anni 70, il Castello è stato riaperto finalmente al pubblico ed oggi è possibile effettuare visite all’interno e salire attraverso le antiche scale a chiocciola, per poter godere del paesaggio dall’alto, della città di Prato e dintorni.

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Nell'Oltrarno

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Tutti i quartieri di Firenze hanno un carattere unico e originale; San Giovanni è il centro spirituale dove la fede e la speranza trovano nella cattedrale di Santa Maria del Fiore la massima espressione; Santa Croce è quartiere operaio dove strade come Corso e Volta dei Tintori, Via delle Conce,ci raccontano dell’antica Arte della Lana fiorentina; Santa Maria Novella è il rione dei Signori, e tra loro i I Rucellai mercanti e inventori di un metodo di tintura delle stoffe raffinato ed unico; infine c’è L’Oltrarno di Santo Spirito e San Frediano, il mio quartiere preferito! Un quartiere turbolento e passionale. Qui fin dalla sua nascita si trovarono a convivere animi focosi;infatti nel borgo, sorto per caso alle porte di Firenze, tra la Porta di San Pietro Gattolini e la Porta a Pisa, a partire dall’XI secolo confluirono non solo viaggiatori, mercanti d’Oriente e Occidente, predicatori e filosofi ma anche coloro che vivevano ai margini della società e tra questi i personaggi forse loschi e pericolosi ma di certo affascinanti che che hanno arricchito con le loro imprese (vere e leggendarie) l’epopea del quartiere.

Ed è proprio questa terra d’Oltrarno, lontana di fatto seppur vicina geograficamente alla città dei Signori e dei prelati,che nascono i primi moti di

rivolta sociale a Firenze: dal Tumulto dei Ciompi, gli operai che lavoravano la lana, che nel 1378 da Via delle Caldaie, proprio dietro Piazza Santo Spirito, muovono in corte verso Palazzo Vecchio, il centro del potere e lo sconquassano, fino ai primi movimenti operari e socialisti dell’Oltrarno antifascista.

Forse è questa storia di quartiere rivoluzionario che contribuito a fare dell’Oltrarno anche un laboratorio di arte contemporanea e militante nella città rinascimentale per eccellenza (ma anche conservatrice), spingendo artisti e artigiani a preferire questa zona a quelle più eleganti del centro. Un esempio che vale per tutti. In Piazza della Passera e Piazza Santo Spirito negli anni ‘80 Mario Menotti portò una ventata d’aria fresca facendo del quartiere un’officina di pensiero critico e artistico. Nell’estate del 1980 Menotti,con una performance restata celebre, per una notte cambiò (letteralmente)la faccia(ta) della brunelleschiana e intoccabile Chiesa di Santo Spirito. I mille volti inediti e un po’ lisergici della chiesa sono visibili nell’archivio murale conservato nella saletta da the del Caffè Ricchi in piazza. Prendetevi un caffè e gustatevi questa delizia!

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Pavlo Makov

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LE DUE ROSE CARTAVETRA ART GALLERY a cura di Domenico De Chirico 27 Ottobre / 30 Dicembre 2022

Giovedì 27 Ottobre, alle 17.30, la galleria Cartavetra, a Firenze, inaugura Le due Rose, una mostra personale dedicata al lavoro di Pavlo Makov, artista che rappresenta l’Ucraina alla 59° Biennale Internazionale di Arte di Venezia, ancora in corso, a cura di Domenico De Chirico.

La raccolta di opere presentate ci riporta con semplicità e chiarezza a una riflessione sullo scopo dell’arte, necessariamente legata alla vita, a una visione tanto personale, quanto collettiva, della condizione umana. Attraverso metafore e simboli che costituiscono il suo linguaggio visuale, Makov ricostruisce una narrazione che si muove all’interno della trama conflittuale che coinvolge Russia e Ucraina a partire dalla prospettiva più intima. “L’immagine delle rose che danno il titolo al progetto di mostra, è concreta” afferma l’artista. “Io e mia moglie, ogni ottobre andiamo nella nostra casa fuori città per coprire le rose del nostro giardino, preservandole così dal freddo, e a marzo, ogni anno, le scopriamo nuovamente. Ci prendiamo cura delle nostre rose da vent’anni, e ora la nostra casa, a dieci chilometri dal confine, è occupata. Il nostro giardino, rovinato, e le nostre rose sono morte.” L’artista sottolinea un vissuto reale, andando oltre la cornice delle immagini virali che costellano i mezzi di comunicazione, racconta una guerra che non è iniziata tre mesi fa, racconta un’esperienza privata, ciò che ha nel

cuore. La Rosa, un elemento così semplice che diviene metafora di vita, quella stessa vita, quel sentire umano, da cui l’arte non può e non deve separarsi, abbassandosi a mero strumento di propaganda politica. Sulla base di questa volontà si concretizza il percorso espositivo, composto dalle più recenti opere dell’artista, molte delle quali sono state realizzate proprio all’interno della galleria, che si trasforma passando da luogo di produzione a punto di osservazione instaurando un dialogo con il pubblico, alla ricerca di un nuovo sguardo proposto da Domenico De Chirico.

LA MOSTRA È VISITABILE

DAL 27 OTTOBRE AL 30 DICEMBRE 2022 GIORNI DI APERTURA DELLA GALLERIA: DAL MERCOLEDÌ AL SABATO

DALLE 15.30 ALLE 19.00 FIRENZE, VIA MAGGIO 64/R

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Altarosa

C’era una volta la moda etica di ispirazione nordeuropea che era, francamente, bruttina: vestiti in tessuti naturali, con cura e attenzione per i filati, ma con modelli a saccone, che trasformavano le donne in rettangoli senza forma e senza colore. Riuscire a unire stile, etica ed ecologia è invece la missione di Altarosa, marchio di moda creato dalla designer Gloria Modesti, che propone un abbigliamento femminile dalle forme eleganti e dettagli originali, ma realizzato con tessuti rigorosamente selezionati, prodotti nel rispetto dell’ambiente e degli animali. “Sono venticinque anni che lavoro in questo settore”, spiega Gloria, “sono passata da una produzione aziendale all’attività di ora, che ha un sapore decisamente più artigianale. Le competenze che ho maturato in questi decenni mi hanno permesso di trovare la mia strada, coerente con il mio percorso di ricerca sia stilistica che ecologica, realizzando capi unici”. Manodopera locale, grandi professionalità che la sostengono

grazie a una rete di collaborazioni che si è creata negli anni, le consentono di realizzare capi naturali e biologici ma secondo uno stile assolutamente unico, che esalta la forma femminile e la asseconda coniugando raffinatezza e comodità “Mi sono concentrata su due collezioni esclusivamente femminili, una estiva e una invernale, producendo capi di grande qualità”, aggiunge la designer, “con fibre provenienti da agricoltura biologica, naturali, in alcuni casi certificati bio, secondo una filiera etica che garantisce attenzione a tutto il ciclo produttivo della fibra, da quando nasce a come viene lavorata, non inquinante ed eticamente corretto”. Altarosa propone ogni tipo di capo di abbigliamento, dalla maglieria al tessuto, dai pantaloni agli abiti, dalle camicie ai capispalla, con annessi cappelli guanti, sciarpe, borse, realizzati direttamente da Gloria o confezionati da qualche professionista a cui si appoggia. Ogni capo può essere modificato, l’apertura verso la clientela è totale. Tra i tessuti, quello che più ama è la canapa:

“È quello da cui sono partita, un tessuto che prima utilizzavano in pochi”, aggiunge. “È una fibra povera, ma se rinnovata in forme pulite permette di ottenere capi molto raffinati, anche abiti da sposa o da cerimonia”. Giocare con i contrasti, con tessuti differenti e colori particolari è una delle sue soddisfazioni: “Ho realizzato dei cappotti in lana scozzese naturale, piuttosto grezza, con meravigliose fodere in sciantum di seta dai colori rilucenti delle pietre - rubino, zaffiro - con risultati sorprendenti”. La ricerca è il suo marchio di fabbrica, cominciata quando ancora l’alpaca andava ordinata direttamente in Perù, e che comprende fibre molto particolari come la seta buretta, un filato che si ottiene senza uccidere il baco ma aspettando che naturalmente

esca dal bozzolo: “La sostanza che emette il baco è lenitiva e piacevole per la pelle”, spiega la designer, “e se questo tipo di tessuto risulta più granuloso e meno lucente della seta tradizionale, ne guadagna la salute della persona, per le sensazioni confortevoli che regala - e per l’energia etica che trasmette”. Il nome Altarosa del resto è sì evocativo di alta moda e altra cosa, ma soprattutto è un richiamo a quel fiore, la rosa, che in ambito esoterico rappresenta la complessità e la profondità della natura. Proprio come i lavori e le scelte di Gloria Modesti che riesce a unire differenti anime in una visione olistica della produzione di moda

Le vite contro di Sinead O’Connor e Courtney Barnett

NEI DOCUMENTARI MUSICALI DEL 63° FESTIVAL DEI POPOLI A FIRENZE DAL 5 AL 13 NOVEMBRE

La fiamma che arde e si spegne nella carriera di Sinead O’Connor in “Nothing Compares” di Kathryn Ferguson; l’ultima stagione gloriosa del rock nella NY anni Zero di Strokes e Interpol in “Meet Me in the Bathroom” di Will Lovelace e Dylan Southern; il ritratto di uno dei padri del jazz moderno, Thelonious Monk, in “Rewind & Play” di Alain Gomis; la storia toccante della “diva dai piedi scalzi” Cesária Évora e del riconoscimento tardivo del suo talento; l’accesso intimo senza precedenti nella vita della cantautrice anti-influencer Courtney Barnett in “Anonymous Club” di Danny Cohen, la dimensione tra pubblico e privato del cantautore Giovanni Truppi in “Il rumore dell’Universo” di Gabriel Azorin e l’avanguardistico mondo di Yann Keller, che produce e ricicla gli strumenti per la sua arte in “Not Available - It’s

Sono le storie dei documentari in prima italiana in programma alla 63° edizione del Festival dei Popoli - nella sezione della rassegna dedicata alla musica, Let The Music Play - che si terrà a Firenze dal 5 al 13 novembre al cinema La Compagnia e in altri luoghi della città.

Sei documentari che aprono le porte della musica al cinema, con le storie dei fenomeni che hanno lasciato un segno nel solco culturale del presente. “Nothing Compares” (2022) di Kathryn Ferguson rivisita la parabola artistica della cantautrice irlandese Sinead O’Connor Thelonious Monk rivive in “Rewind

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About Yann Keller” di Federico Savonitto e Gianni Sirch

& Play” (2022) di Alain Gomis, che mostra la sensibilità del grande pianista jazz in contrasto con il rigido schematismo delle esigenze televisive. Adattando il testo di Lizzy Goodman, i registi di “Meet Me in the Bathroom” (2022) ricostruiscono con straordinarie immagini d’archivio la New York anni Zero, teatro dell’ultima stagione del rock come dominatore della scena musicale. “Anonymous Club” (2021) di Danny Cohen  ci porta al fianco della

cantautrice australiana Courtney Barnett, performer introversa che, all’apice del successo, si confronta con improvvisi saliscendi emozionali: il regista, suo collaboratore, la segue in tre anni durante i quali, tra concerti e vulnerabilità, Barnett ricerca strenuamente il proprio posto nel mondo.

Per conoscere il programma del Festival dei Popoli

www.festivaldeipopoli.org

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Arno

S.M. Novella Central Train Station

Piazza dell’Unità

Piazza S. Maria Novella

Piazza S. Trinita

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Mercato Centrale

Ponte

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Ponte

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Repubblica
degli Uffizi
Vecchio Mercato Nuovo
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S. Trinita
Giardino
di Boboli Palazzo Pitti Piazza Dei Pitti Piazza Santo Spirito

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SPIRITO

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SAN LORENZO

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MINIATO AL MONTE

PIAZZALE MICHELANGELO

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L’alfabeto femminista di Tomaso Binga

GALLERIA FRITTELLI, FIRENZE

V, Alfabeto poetico monumentale (da Scrittura vivente, 1976) 2019 – 2022 - stampa digitale su tela su polistirene sagomato installazione site specific. Foto di Angelo Latronico

Una grande scritta RIVOLUZIONE sulla parete principale della Galleria Frittelli di Firenze. A formare la scritta una serie di corpi nudi femminili posti su un piedistallo.

È l’opera Alfabeto poetico monumentale (2019) al centro della mostra Tomaso Binga. Parole abitate, che vede protagonista l’artista, performer e poetessa visiva Bianca Pucciarelli Menna (1931, Salerno) che scelse agli inizi degli anni Settanta proprio lo pseudonimo maschile Tomaso Binga per prendersi gioco di un sistema artistico che sfavoriva la presenza femminile.

Esse sono, 1977 - collage e tecnica mista su cartoncino 2 elementi 34,5 x 48,5 cm. Foto di Angelo Latronico

Pur non partecipando attivamente alla militanza femminista Binga ne abbraccia le istanze fin dai primi lavori realizzati con inserti fotografici collage e polistirolo. Questo materiale ritorna infatti anche in queste opere recenti diventando un piedistallo fragile ed effimero di questa “serie monumentale”.

La mostra, a cura di Raffaella Perna, mette infatti in dialogo le serie più recenti con una selezione di lavori degli anni Settanta, che evidenziano la continuità e la coerenza del linguaggio.

L’Alfabeto poetico monumentale è un’opera in strettissimo rapporto con la precedente serie

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dell’Alfabetiere murale (1976) che Tomaso Binga aveva realizzato nel capoluogo toscano, con l’aiuto dell’amica, artista e fotografa Verita Monselles. Per mesi infatti Binga frequentò, nei weekend, lo studio fiorentino della Monselles per provare le pose di quella che è diventata una delle opere oggi tra le più conosciute della stagione dell’arte femminista degli anni Settanta.

Questo nuovo alfabeto vuole essere l’emblema di una riappropriazione da parte delle donne propria identità, del proprio corpo e del linguaggio. Porre su un piedistallo queste grandi lettere a grandezza naturale (sono della stessa altezza dell’artista), è

un modo per ripensare la donna come soggetto attivo della della storia. Un monumento alternativo che non celebra il patriottismo o la forza, simboli associati genericamente al maschile. “Non vogliamo più sentirci entità astratte, ma persone fisicamente, socialmente, politicamente umane”, dice Binga.

L’Alfabeto di Binga è stato protagonista delle sfilate autunno-inverno 2019-20 di Dior. La stilista Maria Grazia Chiuri chiese all’artista di ripensare e reinterpretare l’opera in occasione della sfilata. Sulle pareti dello spazio, allestito nei giardini del Musée Rodin, furono collocate le immagini fotografiche delle lettere/corpo.

La galleria Frittelli dal 2015 ha iniziato un programma di promozione di artiste e fotografe italiane con la mostra a con la mostra Altra misura. Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta, curata sempre da Raffaella Perna.

La mostra Tomaso Binga. Parole abitate, visibile fino all’11 novembre negli spazi della galleria Frittelli, Via Val di Marina 15, nel quartiere fiorentino di Novoli, è accompagnata da una pubblicazione edita da Silvana Editoriale.

A me, 1976-77 - scrittura desemantizzata su fotografia - 40 x 30 cm Foto di Verita Monselles

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Scrittura arrampicata, 1976 - collage su cartoncino - 70 x 50 cm Foto di Angelo Latronico

1 OTTOBRE - 26 NOVEMBRE

Dal 2003 la rassegna “Suoni Riflessi” ha sostituito i cicli di Musica e Cultura e ha individuato nuove modalità, lontane dalle scontate programmazioni di agenzia, per avvicinare anche un pubblico diverso da quello tradizionale: ed ecco fertili interazioni tra i contenuti musicali veri e propri e altre discipline come l’arte figurativa, la poesia, la letteratura, il teatro, le scienze. Musicisti di chiara fama come Giovanni Sollima, Bruno Giuranna, Aldo Ceccato, Massimo Quarta, Bruno Canino ed altri si sono alternati a personaggi altrettanto famosi come Moni Ovadia, Marco Tullio Giordana, Maddalena Crippa, Sergio Givone, Stefano Bartezzaghi, Sergio Caruso, Milena Vukotic, Luigi Lo Cascio. Dalla rassegna Suoni Riflessi è scaturito anche il Concorso Internazionale di Interpretazione Musicale “Marcello Pontillo”, per stimolare nei giovani la qualità musicale e comunicativa delle proprie esecuzioni, la ricerca di linee progettuali nei

propri programmi, la comunicazione con il pubblico come essenziale indirizzo artistico.

Il programma di Suoni riflessi 2022, è come sempre ricco di legami e connessioni, con i temi che affronta ed i concerti che presenta, un programma che rende il Festival un "geniale guazzabuglio" - come fu un tempo definito dalla stampa . Musica, arti ed espressioni diverse, solisti internazionali, giovani promesse, creatività contemporanea, autori consacrati, divertimento, indagine musicologica, generazioni a confronto e altro ancora, il tutto unito in uno spazio culturale e emozionale di grandissimo livello qualitativo e formativo. Questo ha decretato il successo del Festival negli anni. Questo è ciò che da sempre ha interessato e attratto un pubblico nuovo e di affezionati, di giovani e di esperti.

www.suoniriflessi.it

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L’Arte è "un dialogo fra generazioni" ha detto Mac Ewan. Qui la musica di ieri e di oggi dialoga con tutto e con tutti.

DI DONNA. EDIZIONE

Letizia Battaglia

SETTEMBRE –

Crumb Gallery omaggia Letizia Battaglia, la grande fotografa palermitana recentemente scomparsa, con CORPO DI DONNA.

EDIZIONE 2022. La mostra, che inaugura il 30 settembre, ripropone una scelta delle più belle foto di nudo, selezionate insieme all’Archivio Letizia Battaglia, tra quelle presentate nel 2020 dalla galleria a Firenze.

Capelli rosa, occhi che brillano come quelli di una sedicenne, il sorriso di chi è davvero interessato

NOVEMBRE

alla vita e a chi le sta di fronte. Questa era Letizia Battaglia, impegnata in un racconto senza fine che ha avuto inizio in maniera quasi casuale, come diceva lei stessa, negli anni Settanta e Ottanta con gli scatti che l’hanno resa celebre, quelli dei morti ammazzati per le vie di Palermo, burattini con i fili tagliati, immagini crude ma che come nessun’altra sanno restituire il sapore di quegli anni amari. Oltre a questi durissimi reportage Letizia Battaglia ha sempre documentato la vita della gente comune, per la strada, in case miserissime, in luoghi di lavoro,

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CORPO
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nei mercati, cogliendo in ogni situazione soprattutto il movimento umano, l’espressione degli occhi, in particolare di donne e bambine.

Nel marzo del 2020, alla Crumb Gallery sono stati esposti, per la prima volta a Firenze, una ventina di foto, alcune inedite e molto recenti, che raccontano proprio questo aspetto della ricerca di Letizia Battaglia: donne ritratte nude, donne colte con scatti che alzano il velo per permettere allo sguardo di vedere proprio là dove altrimenti non si coglierebbe nulla. “È questo l’occhio” affermava Battaglia. “Non la tecnica. Non la conoscenza. Ma la capacità di vedere davvero, stando alla distanza “di un pugno o una carezza”.

E ancora, in un’intervista fatta per l’occasione: “A Firenze, esporrò foto di nudi. Racconto la grandiosità, la bellezza e la dolcezza del corpo femminile. Non sexy o in pose da modella. Una ventina di foto fatte dagli anni Settanta al 2019. C'è la ragazza così come

la donna di 70 anni che mentre scatto dice sono bella così come sono. Le ho fotografate con solidarietà e rispetto. A un fotografo si deve sempre chiedere rispetto, lui deve nobilitare la verità. La fotografia è un atto meraviglioso, come fare l'amore. Ma con rigore e senza vanità.”

CORPO DI DONNA. EDIZIONE 2022 è un omaggio dovuto alla grandissima fotografa, alla donna che con slancio ha da subito creduto nel progetto Crumb - una galleria per donne artiste, fondata e diretta da donne - offrendo con generosità i propri scatti a una realtà così nuova.

La mostra, che rimarrà aperta fino al 27 novembre 2022, rientra negli eventi della FLORENCE ART WEEK e farà parte degli eventi off della quinta edizione del festival L’Eredità delle Donne 2022; sarà accompagnata da una riedizione aggiornata del catalogo (collana NoLines), a cura di Rory Cappelli.

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MUFFIN RICOTTA E PERE

INGREDIENTI PER 14 MUFFIN:

> 250 g di farina di riso integrale

> 50 g di fecola di patate

> 80 g di zucchero di canna fine

> 2 uova

> 2 pere abate

> 250 g di ricotta di pecora

> 100 g di latte

> 50 g di olio extravergine d’oliva

> 15 g di lievito vanigliato

> zucchero di canna a velo

PREPARAZIONE

Pelate le pere, tagliatele a dadini tranne 1/4 che taglierete in due e poi a fettine sottili. Setacciate in una ciotola la farina e la fecola. In un’altra ciotola versate le uova e lo zucchero e montate con le fruste elettriche per qualche minuto.

Aggiungete la ricotta e incorporate con le fruste. Versate l’olio e il latte, mescolate, quindi incorporate le farine e poi il lievito, mescolando fino a ottenere un composto omogeneo. Unite all’impasto la pera a dadini e amalgamate uniformemente con una spatola.

Disponete i pirottini negli stampi da muffin, riempiteli quasi fino all’orlo con il composto e ultimate immergendo leggermente al centro qualche fettina di pera. Infornate a 180°C e fate cuocere per 30 minuti, finché i muffin saranno dorati in superficie.

Fate la prova di cottura con uno stecchino. Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di servire. Ultimate con una spolverata di zucchero a velo.

PORZIONI 14
COTTURA FORNO MINUTI
40
DIFFICOLTÀ
2/5
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Where to eat

CHINESE EDITION

SU GUAN

Lo sappiamo, siamo di parte. Ma in questo caso oltre alla scelta etica (ammetterete che non è semplice trovare un ristorante cinese-vegan nel mondo intero) c'è da dire che si mangia davvero benissimo. Dietro alla Stazione SMN, uno sporto su strada e dentro tanta gentilezza e accoglienza. Menu ampio e portate inusuali. Da provare il TARO. Fateci sapere.

Via della Scala 22/r Firenze

ARTE D'ORIENTE

Vicino a Piazza Pier Vettori, Arte d'Oriente è tra i più amati di Firenze. Da scegliere per pranzi e cene ma anche per delivery at home (che siamo certe, registra numeri altissimi) ed il motivo è soltanto uno: il cibo è curato, gli ingredienti sono scelti e le porzioni generose.

Viale Raffaello Sanzio 6 - Firenze

PINE & APPLE

Locale con interni bellissimi (bellissimi.) Menù vario e curato, lo staff è molto accogliente e ve lo garantiamo, qui gli xiaolongbao (i ravioli cinesi) sono i più buoni in assoluto.

Via dei Vecchietti 6 - Firenze

Le

copertine di Elitism FLORENCE Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” Mark Twain Explore, live and enjoy the best of the city. September Elitism FLORENCE Twenty years from now you will be more disappointed by the things you didn’t do than by the ones you did do. So throw off the bowlines, sail away from the safe harbor. Catch the trade winds in your sails” Mark Twain Explore, live and enjoy the best of the city. January February 2018 www.readelitism.com
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