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Spettacolo Eleonora Abbagnato sul palco con la figlia

TRATTO DA

di Vittoria Melchioni

Una piccola bambina bionda guarda con occhi sognanti la proiezione di se stessa adulta. Quella bambina è Julia Balzaretti che, assieme alla mamma Eleonora Abbagnato, è tra le interpreti di Giulietta a cura di Daniele Cipriani, in scena la scorsa primavera al Teatro Comunale Pavarotti Freni di Modena e al Regio di Parma. Diviso in tre quadri più un intermezzo, oltre a quello che vede protagoniste madre e figlia e che dà il titolo allo spettacolo, il pubblico assisterà a un passo a due ispirato a Il rosso e il nero di Stendhal interpretato da Eleonora Abbagnato e Michele Satriano e creato nel 1988 per Vladimir Derevianko e Eileen Brady, rimontato qui da Giovanni Di Palma.

Com’è nata l’idea di coinvolgere anche sua figlia Julia?

«È un pensiero che avevo da un po’. Anche io sono stata una piccola Giulietta e ho interpretato questo ruolo a Sirmione, condividendo il palcoscenico con Carla Fracci, in Souvenir, uno spettacolo di Beppe Menegatti. Poi ho vissuto altre esperienze con il Balletto di Marsiglia: sono stata Aurora bambina ne La bella addormentata di Roland Petit, emozioni che mi porto ancora nel cuore e che ho voluto che anche Julia provasse. Non so ancora se vorrà diventare una ballerina, ha molti interessi, dal teatro alla moda, ma è praticamente nata in teatro. L’ho sempre portata con me sin da piccola. Ma ha qualcosa di speciale e artisticamente devo dire che è molto preparata. Stare dietro le quinte le ha permesso di immergersi nella realtà di una compagnia e la cosa le piace moltissimo. Conosce tutti i ballerini, studia alla scuola dell’Opera di Roma. In scena poi è bellissimo, perché è già molto professionale, non è una bambina che necessita* di essere seguita, fa tutto da sola. Ha davvero un’attitudine* da adulta che apprezzano anche i coreografi».

Julia Balzaretti, figlia della ballerina e dell’ex calciatore Federico Balzaretti, in scena con la madre: «Ha già una predisposizione da adulta a questo mondo». Inoltre:

«È nata in teatro, una piccola Giulietta come me»

Julia come sta vivendo questa esperienza?

«Le piace soprattutto stare con gli artisti. Vivere il teatro. All’Opera di Roma segue tutti i titoli, anche quelli della lirica, siamo state pochi giorni fa a vedere Pagliacci di Leoncavallo, che sicuramente non è semplice come spettacolo e ha amato tantissimo la musica. È dotata naturalmente di un ottimo orecchio e ama molto ascoltare la musica, cosa che ha sempre fatto anche da piccolissima con tutti i generi musicali». […]

Nei vari cartelloni ci sono ancora tantissimi ballerini over 40: lei, Bolle, Alessandra Ferri… cos’è cambiato nella percezione dell’età dei danzatori?

Io, personalmente, ho dato l’addio al palcoscenico all’Opera di Parigi a 42 anni, ma è anche vero che se non proprio i classici come il Lago dei cigni, ci sono produzioni che posso ancora “reggere” e questo è interessante per interpretare ruoli con una consapevolezza differente, con maturità. Fermo restando che sono per la promozione* dei giovani, non tolgo ruoli alle ragazze per ricoprirli io. L’importante è capire di fermarsi prima di essere ridicoli».

Da poco è ritornata a Parigi con Le quattro stagioni con la sua compagnia, balletto nato durante la pandemia. Cosa le ha lasciato quel periodo?

«Le quattro stagioni è stato uno spettacolo di grandissimo successo, quasi inatteso, visto che i teatri erano nuovamente fruibili* senza mascherine da pochissimo tempo. Dopo una pandemia passata a fare la sbarra in diretta su Instagram con i miei follower e con gli altri ballerini sparsi in tutto il mondo, che è stato sì un momento molto aggregante perché eravamo tutti immersi nella stessa realtà, tornare in teatro e ogni sera registrare il sold out con oltre 3800 biglietti venduti per recita è stata un’emozione pazzesca. Parigi ha una cultura tersicorea* molto avanti».

Ha nominato la cultura tersicorea: com’è la situazione italiana? «Abbiamo il sostegno della gente. La scorsa stagione all’Opera abbiamo avuto ottimi risultati in termini di presenze, proprio con i balletti. I giovani amano la danza e amano vederla a teatro. L’impegno di personalità come Roberto Bolle, come me e come tutti gli altri che si impegnano nella divulgazione* della danza su tutti i mezzi di comunicazione deve essere costante. A livello istituzionale dobbiamo continuare ad approfondire un dialogo e dare alla danza la dignità che merita».

Glossario

attitudine: atteggiamento divulgazione: diffusione fruibili: disponibili, aperti necessita: ha bisogno promozione: valorizzazione tersicorea: che riguarda la danza

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