Andrea Antonazzo Francesco Matteuzzi
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Storie per crescere Storie per crescere
Andrea Antonazzo • Francesco Matteuzzi
Quella frequentata da Alessia, Karima, Paolo e Guido sembra una scuola come tutte le altre. Almeno finché, in una mattina che si preannuncia di festa, il maestro di musica decide di mettere in atto una vendetta covata da anni e trasforma in mostri tutti quanti: alunni, insegnanti e bidelli. Toccherà ai quattro ragazzi sconfiggere le terribili creature e riportare l’ordine all’interno della scuola... anche se questo dovesse comportare la normale ripresa delle lezioni! I mostri da sconfiggere come metafora delle difficoltà da affrontare quotidianamente, in una storia di amicizia e azione. Un’avventura scolastica che insegna come imparare ad affrontare le proprie paure più nascoste a volte sia un’impresa davvero... mostruosa.
ANDREA ANTONAZZO • FRANCESCO MATTEUZZI SCUOLA DI MOSTRI
Scuola di mostri
ISBN 978-88-468-3864-3
Per tutti i titoli della collana vai al sito: www.alberodeilibri.com cover Scuola di mostri.indd 1
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indice
Cap. 1 • Una giornata speciale Cap. 2 • In palestra Cap. 3 • Tutti mostri! Cap. 4 • La cantina Cap. 5 • Una scuola in subbuglio Cap. 6 • L’allenamento stanca Cap. 7 • Un piano perfetto... o forse no Cap. 8 • Bowling con i mostri Cap. 9 • La gabbia dorata Cap. 10 • L’assalto alla palestra Cap. 11 • Alla riscossa! Cap. 12 • Tutto è bene...
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Capitolo 1
Una giornata speciale La campanella è ormai suonata da qualche minuto, gli alunni della 5ªA sono tutti seduti ai loro posti e la maestra di italiano spiega perché quella sia una giornata speciale. – Il maestro di musica Ermanni sta per andare in pensione, ragazzi, e la scuola ha deciso di organizzare una cerimonia. Per l’occasione gli verrà consegnata una medaglia d’onore e la festa sarà rallegrata da... La maestra si interrompe, vedendo una mano che si agita tra i banchi. È quella
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Capitolo 2
Paolo – Ermanni è il maestro di musica... starà suonando qualcosa come saluto alla scuola. – Paolo, frequenti la stessa scuola che frequento io? – risponde Alessia. – Perché nella mia scuola è impensabile che gli alunni stiano tutti in silenzio ad ascoltare qualcuno che suona... anche se è la festa in onore del maestro Ermanni. No, qui c’è qualcosa che non quadra! Quando il quartetto si affaccia all’ingresso della palestra, quello che i ragazzi vedono è orribile: tutti i presenti, alunni, bidelli, maestri e musicisti, stanno cambiando aspetto.
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Capitolo 3
dell’insegnante di musica è pieno di rabbia, l’uomo sembra quasi folle. – E voi chi siete? E perché non siete diventati mostri come i vostri compagni? – tuona l’uomo. I quattro, terrorizzati, si danno alla fuga lungo il corridoio e mentre si allontanano sentono ancora la voce di Ermanni, che si rivolge ora alle sue creature: – Prendeteli! – urla il maestro. – Prendeteli! Ora!
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Tutti mostri!
Alessia, di nuovo in testa al gruppo con la sua sedia a rotelle, sfreccia lungo il corridoio verso la porta d’ingresso della scuola, la raggiunge e ruota la maniglia, poi si volta verso i suoi compagni, che stanno arrivando: – È inutile! – dice. – È chiusa!
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Capitolo 6
era il maestro di ginnastica, ricomincia a inveire. I mostri, richiamati all’ordine, tornano ad assumere un aspetto minaccioso e accerchiano Paolo, chiudendogli ogni via di fuga. Più delle loro azioni, però, Paolo sembra temere la puzza tremenda che emanano. Quando ormai si sente spacciato, accerchiato com’è da quelle creature, Paolo avverte uno strano odore, come di gelsomino, che copre il tanfo presente nell’aria. Le creature iniziano a strillare in preda al panico. – Prendete questo, brutti mostri! – è la voce di Guido a spiccare sopra tutte le altre. Lui, Karima e Alessia sono arrivati in aiuto di Paolo, ricoprendo di deodorante spray al gelsomino i nemici, che cadono a terra svenuti uno dopo l’altro. Paolo si rialza da terra. È contento ma affaticato. – Come... come avete fatto a sapere che quel deodorante li avrebbe sconfitti?
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Capitolo 10
funzionato – dice, allungando le dita nella loro direzione. I ragazzi si divincolano, ma i loro sforzi non bastano per evitare che il maestro tolga l’ovatta dalle loro orecchie. – Ora che vi ho scoperti per voi è la fine! – conclude Ermanni.
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