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cap.1 • Il Capitano Bill Bones

Claudio Riva

indice

cap.1 • Il Capitano Bill Bones cap.2 • Cane Nero cap.3 • Il baule del capitano cap.4 • Assalto alla locanda cap.5 • La Carta di Flint Giochi da pirata cap.6 • Long John Silver cap.7 • Il complotto cap.8 • Il misterioso Ben Gunn cap.9 • La scelta cap.10 • Il fortino Giochi da pirata cap.11 • Un’avventura in mare cap.12 • Lotta sull’Hispaniola cap.13 • Il tesoro cap.14 • Scontro finale cap.15 • Ritorno a casa Giochi da pirata Glossario piratesco p. 5 p. 12 p. 19 p. 26 p. 32 p. 38 p. 40 p. 49 p. 59 p. 66 p. 70 p. 80 p. 82 p. 86 p. 98 p. 104 p. 110 p. 116 p. 120

Capitolo 1

La nostra storia incomincia tanto tempo fa, quando i vascelli dei pirati solcavano i mari e assalivano i galeoni nemici rapinandoli di ori e denari.

In una fredda mattina dell’anno del Signore 1758, il giovane Jim Hawkins lavava il pavimento dell’Ammiraglio Benbow, una locanda che sorgeva isolata sulla costa vicino alla città di Bristol, in Inghilterra.

Jim era il figlio della vedova Hawkins, la proprietaria della locanda, e rabbrividì quando, dalla finestra aperta, sentì una voce roca cantare una strana canzone.

La porta si spalancò e apparve un vecchio marinaio, alto e robusto e con una lunga cicatrice sulla guancia destra.

«Salve, ragazzo!» tuonò il marinaio.

A Jim quell’uomo sembrava un gigante, con una vecchia divisa da lupo di mare, i lunghi capelli raccolti in un codino intrecciato e un ghigno selvaggio stampato in faccia.

«Bello questo posto. Ci sono tanti clienti?»

«N-no» balbettò Jim.

«Purtoppo abbiamo pochi ospiti» intervenne la madre del ragazzo, rispondendo alla domanda del misterioso sconosciuto.

«Meglio, perbacco! Mi trovo bene con poca gente intorno».

Poi si rivolse a un uomo che trascinava un carretto: «Porta dentro il baule; penso che mi fermerò per un po’».

La vedova Hawkins sorrise: «Bene, signor... signor?»

«Nessun signore, chiamatemi Capitano, basta e avanza!»

Così quel misterioso lupo di mare andò a vivere all’Ammiraglio Benbow. Trascorreva le sue giornate alla scogliera o sulla collina a scrutare l’orizzonte con un lungo cannocchiale. Al suo rientro, chiedeva sempre:

«Mi ha cercato qualcuno?»

La sera se ne stava in un angolo vicino al camino, in silenzio: beveva molto, osservava i clienti della locanda e si voltava verso la porta ogni volta che qualcuno entrava.

Un giorno domandò a Jim: «Ehi, ragazzo, vuoi guadagnare una bella moneta d’argento? Te ne

darò una ogni mese. In cambio dovrai fare la sentinella e avvisarmi se vedrai un marinaio con una gamba sola».

«Con una gamba sola?»

«Beh, non avrai paura?»

«Ecco... io... ma... n-no, ce-certo che no».

In realtà, Jim era rimasto impressionato dal ‘marinaio con una gamba sola’ e lo sognava nelle notti di tempesta. Gli appariva con mille spaventose facce, tutte diverse e con un ghigno feroce. BRRRR, che incubi! Una volta la gamba mancante era la destra, la volta dopo era la sinistra. Capitava anche che gli apparisse come un mostro: con una gamba sola piazzata proprio in mezzo al corpo. Nei suoi sogni, il marinaio mutilato saltellava, sedeva su una cassa da morto, lo inseguiva, gli urlava parolacce.

Ogni mattina, però, Jim si alzava deciso a fare il suo dovere, ma del marinaio senza una gamba nessuna traccia.

Una sera, all’Ammiraglio Benbow, il capitano stava raccontando una delle sue avventure marinare quando entrò il dottor Livesey. Dopo aver visitato i suoi ammalati, si era fermato a bere un bicchiere e a scambiare due chiacchiere. Il capitano finì il racconto e intonò la solita canzone.

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