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Evviva, Evviva l’Uva Fogarina

Evviva, Evviva l’Uva Fogarina

di Riccardo Lagorio

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Raccolta dell’uva al Casalone, vendemmia 2019, all’azienda agricola vitivinicola Alberici Amilcare

Raccolta dell’uva al Casalone, vendemmia 2019, all’azienda agricola vitivinicola Alberici Amilcare

photo © Paolo Cerruti; www. facebook.com/albericivini

Tra i canti popolari in voga fino agli anni Settanta ve n’è uno dedicato espressamente ad un vitigno, l’uva Fogarina. Al netto dei rimandi a sfondo erotico, che sempre sono presenti in testi di questo registro linguistico, la protagonista è una varietà che ha gremito vigne e cantine di Gualtieri, e in misura minore anche Brescello e Boretto, nella Bassa Reggiana, tra Ottocento e Novecento.

L’uva Fogarina risultava tuttavia pressoché scomparsa nella seconda metà del secolo scorso. Il libello “La leggenda dell’uva Fogarina” a firma di CIRO ZINI e GIUSEPPE CALEFFI, edito nel 2004 con il contributo del Comune di Gualtieri e dalla BCC Banca Reggiana (Omnia Edizioni) ne traccia una godibile parabola. La Fogarina viene ricordata come uva tardiva, vendemmiata tra il 20 ottobre e metà novembre e il cui consumo poteva protrarsi sin dopo l’Epifania, appendendo i tralci a pertiche. A fine Ottocento notevole impulso allo scambio di uva Fogarina venne innescato dalla Fiera merceologica di Gualtieri, la terza domenica di ottobre, e grazie alla realizzazione dello scalo di Gualtieri sulla linea ferroviaria Parma-Suzzara si spediva in Lombardia, Piemonte e Liguria come uva da taglio.

Nell’archivio storico del comune di Gualtieri esiste una ricca documentazione sull’uva Fogarina che parte dalla prima metà dell’Ottocento sino agli anni Quaranta del secolo scorso. Destano interesse le Ordinanze dei sindaci di quell’epoca, comunicate con manifesti murali che invitavano i produttori di uva Fogarina “a prendere accordi con il capo stazione per richiedere con almeno 5 giorni di anticipo la data di consegna dell’uva da spedire onde evitare di essere respinti e creare disordini”. Grazie all’elevata acidità forniva longevità ai vini ottenuti.

Raccolta dell’uva al Casalone, vendemmia 2019, all’azienda agricola vitivinicola Alberici Amilcare di Boretto, Reggio Emilia

Raccolta dell’uva al Casalone, vendemmia 2019, all’azienda agricola vitivinicola Alberici Amilcare di Boretto, Reggio Emilia

photo © Paolo Cerruti; www. facebook.com/albericivini

L’inaugurazione della Cantina Sociale ad opera di Benito Mussolini nel 1926 sancì la definitiva consacrazione di questa varietà. Il vino arrivò nel 1929 anche sulle tavole dell’enologo senatore

ARTURO MARESCALCHI, che espresse il proprio compiacimento. Pare che il declino possa essere iniziato già a partire dal 1929, con la crisi mondiale e il cambio di gusto della domanda, alla ricerca di lambruschi meno… bruschi della Fogarina.

Per sessant’anni la produzione di Fogarina è insignificante ma l’allegro ritornello rimbalza come un totem nelle feste popolari e negli incontri conviviali. Nel 1998 la forte spinta sociale per il recupero della biodiversità e per la variabilità dei gusti muove GIUSEPPE CALEFFI e il cugino AMILCARE ALBERICI ad effettuare la prima vendemmia di uva Fogarina dei giorni nostri. Nel frattempo, anche la Cantina sociale di Gualtieri si attiva per ripristinare questo vitigno. «Dopo una fase di sperimentazione con tre soci tra 2008 e 2010 grazie a fondi europei, oggi vi sono dodici soci che conferiscono uva Fogarina. Se ne raccolgono circa 280 quintali per 25.000 bottiglie» spiega il direttore commerciale GIACOMO FORMIGONI.

I vini Alberici Amilcare, tra cui il Lambrusco dell’Emilia “La Fogarina”, su un letto di cipolle borettane, prodotto tipico di Boretto

I vini Alberici Amilcare, tra cui il Lambrusco dell’Emilia “La Fogarina”, su un letto di cipolle borettane, prodotto tipico di Boretto

photo © www.facebook.com/albericivini

Nel solco del rinato interesse delle cose di casa, «la cantina sociale, come elemento che promuove l’aspetto umano e quello della comunità, ha stimolato il territorio a recuperare la Fogarina. Il giudice delle nostre scelte è il paese, che ha risposto positivamente a questa nostra idea», continua. Dalla spremitura delle uve si ottiene un vino rosato frizzante, rifermentato in autoclave dal caratteristico profumo in bilico tra lampone e ciliegia, buona acidità e corpo sottile.

Amilcare Alberici e la figlia Arianna sono, insieme a Giuseppe Caleffi, i custodi della tradizione più intima dell’uva Fogarina. Cantina privata quella degli Alberici, in un innegabile contesto di società cooperative. La forza degli Alberici si fonda sul valore della famiglia, del rispetto della terra e sulla volontà di ottenere vini da colture a bassa resa per ettaro. Dei 10 ettari vitati a Lambrusco Salamino, Maestri, Ancellotta sul fondo Casalone in comune di Boretto, un appezzamento di 2.000 m 2 in territorio di Gualtieri è dedicato all’uva Fogarina. «Dalle narrazioni che ho raccolto dalle persone anziane — racconta Amilcare Alberici — era richiesta fino agli anni Quaranta in Piemonte come uva da taglio per la Barbera perché forniva acido tartarico. Quando si ottenne per sintesi, crollò il mercato e la coltivazione di uva Fogarina fu praticamente abbandonata». Arianna, l’anima energica e giovane della Fogarina, svela un illuminante incontro con LUIGI VERONELLI, «che ha spronato Giuseppe Caleffi e il babbo a cimentarsi nel recupero della Fogarina».

L’etichetta di Diego Rosa ricorda la frase del giornalista bergamasco (“Vino da quattro bicchieri in riva al Po”) con quattro calici che si stringono la mano, simbolo della giovialità a cui induce questo vino. Nella bottiglia vengono aggiunte anche uve di Lambruschi ottenendo un vino rosso rubino dai riflessi violacei, immediato e diretto in bocca. Il bicchiere è utile a temperare le grassezze di cotechini, salumi dal gusto forte, brasati.

Grazie agli sforzi ventennali di Alberici e Caleffi, l’uva Fogarina è arrivata anche sui tavoli della politica. Il 12 giugno scorso, presso la Sala dei Falegnami di Palazzo Bentivoglio a Gualtieri, un incontro alla presenza delle autorità locali e dei vertici della Cantina Sociale ha segnato la prima tappa di avvicinamento per il riconoscimento della DOP ai vini elaborati con uva Fogarina.

Fogarina Passito Igp della Cantina di Gualtieri

Fogarina Passito Igp della Cantina di Gualtieri

photo © Cantina Sociale di Gualtieri

Bisogna peraltro sottolineare quanto

sia importante anche il lavoro di appassionati hobbisti come Roberto Manini, che stanno sperimentato la vinificazione di questa varietà: ne nascono anche bicchieri fermi da invecchiamento, colore purpureo, profumi intensi di frutta rossa e dal buon corpo, segno di ancora inespresse potenzialità del vitigno.

Tutte da investigare da parte dei canali ufficiali e che, grazie a sperimentatori che lavorano al di fuori dai canoni istituzionali, ottengono risultati che, se presi in considerazione e portati all’attenzione del pubblico, apporterebbero grandi benefici alla causa.

Amilcare Alberici

Via Casalone 10 – 42022 Boretto (RE) Telefono: 0522 964658 Web: albericivini.it

Cantina Sociale di Gualtieri

Via S. Giovanni 25 42044 Gualtieri (RE) Telefono: 0522 828579 Web: cantinasocialegualtieri.it