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La donna nella Storia: Francesca Romani Degasperi

di Waimer Perinelli

Francesca Romani Degasperi Una grande donna di Borgo

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Di lei si è scritto poco, la sua figura è stata sempre data per scontata e quello che conosciamo emerge soprattutto dagli studi e memorie compiuti sulla vita del celebre marito e statista. Ma forse i fiori più belli sono quelli che vivono nella penombra

Alcide Degasperi desiderava avere un figlio maschio. Ebbe quattro figlie l’ultima nata nel 1933, la chiamarono Paola. Racconta Cecilia, la terza, nata nel 1930, che la madre Francesca, tagliò corto ai desideri di Alcide e disse: “bé adesso basta ad aspettare sempre questo Paolo, chiameremo Paola lei.” Ecco il carattere vero di Francesca Romani, moglie di Degasperi, aveva 39 anni quando diede questa testimonianza di forza e determinazione. Era nata a Borgo Valsugana il 30 agosto del 1894. Figlia di un commerciante benestante che aveva avuto otto figli, tre dei quali morti da piccoli e un altro in Russia durante la grande guer ra; i quattro rimasti hanno frequentato le scuole elementari di Borgo. “ La mamma, racconta Cecilia Degasperi in una conversazione del 2005 con il giornalista Giuseppe Sangiorgi, nel 1906 è stata iscritta nel prestigioso collegio delle dame di Sion, a Trento, nel quale le allieve dovevano parlare unicamente francese, anche a tavola e nei momenti liberi, ed é rimasta per cinque anni. Poi l’hanno mandata a Ninfenburg, in Germania, vicino a Monaco, a studiare il tedesco e poi l’hanno mandata a Brighton, in Inghilterra, a studiare l’inglese”. Un’educazione raffinatissima, data l’epoca, che ha certamente costruito la donna forte, libera ed indipendente dalla quale il giovane Alcide venne affascinato.

1 novembre 1950 - Alcide Degasperi con la moglie Francesca e Giulio Andreatti (da giulioandreaotti.org)

Una donna in grado di rivestire un ruolo importante nella società, in molte professioni, ma che scelse quello di moglie e amica accanto al proprio uomo. La loro unione era fondata sull’amore e forti di questo sentimento sono cresciuti assieme nella società. Lui fin da giovane attirato dalla politica, lei che aveva seguito anche un corso di dattilografia, ad aiutarlo trascrivendo a macchina i discorsi che Alcide scriveva a mano. E di questo Alcide le fu sempre riconoscente. La testimonianza dell’amore e collaborazione, è nelle lettere che le scrisse pubblicate con il titolo “Cara Francesca” dalla figlia Maria Romana nel 1999. Sono lettere scritte tra il 1921 ed il 1928 nel periodo del fidanzamento e primi anni di matrimonio. Nel carteggio mancano quelle scritte da Francesca, forse distrutte dalla donna stessa o andate smarrite. Non fu mai sottomessa e non le fu mai richiesto. Scrive Degasperi: “Ti voglio libera compagna, amica di pari iniziativa e indipendenza e nulla mi ripugna di più che il farti da maestro e di frugare nella tua coscienza”. Si erano sposati nel 1922, lei era più giovane di 13 anni. Egli era parlamentare ma la scelta di opporsi al fascismo gli costò molto cara. Fu condannato a quattro anni di reclusione e trascorse in carcere 16 mesi. Sono anni difficili, di ristrettezze economiche, in cui Francesca e le figlie si devono spostare da Roma al Trentino. Cecilia racconta:” Quando papà è stato in prigione la mamma prima è stata a Trento con le bambine, poi è andata a Borgo Valsugana a casa di sua madre che le ha mantenute perché lei non aveva niente. Queste persone aiutavano mia madre, che a sua volta aiutava

Francesca Romani con il marito Alcide Gasperi (da Pourfemme.it) Alcide Degasperi-con la moglie e le figlie Maria Romana, Lucia, Cecilia e Paola (da Trentino Cultura) Nel 1922 si sposa con Francesca Romani nella chiesa arcipretale di Borgo Valsugana (da Slider Player)

molto papà. Gli batteva le traduzioni a macchina, dell’amministrazione di casa si è sempre occupata lei, mio padre in casa non sapeva fare niente, zero, neppure un caffè, non sapeva dove erano le cravatte, non sapeva pagare l’affitto, faceva tutto la mamma. Lui dava i soldi alla mamma, anche quando era presidente del Consiglio le consegnava la busta senza sapere quello che c’era dentro e non tratteneva un soldo per sé”. Nel 1928 Alcide ottenne la libertà condizionata lavorò come traduttore e per alcuni anni, come collaboratore precario aggiunto, nella Biblioteca Vaticana. La situazione economica rimase precaria ma venne affrontata con coraggio e determinazione grazie all’affetto e all’intelligenza di Francesca. Doti riconosciutele dal marito. È lo statista a scriverle “ la nostra vita in comune è stata avventurosa e drammatica, ma siamo stati felici,” Francesca ha reso a sua volta testimonianza all’intelligenza di Alcide. “Mio marito - ricordava in una delle rare interviste concesse - si occupava e si preoccupava della gente; era un uomo che ha rappresentato l’ Italia senza fare l’ uomo di partito. La scelta democratica è stata la sua linea politi ca, accompagnata da un grande senso dello Stato, una totale onestà e una profonda religiosità”. Alcide Degaspe ri muore a Sella Valsugana il 19 agosto del 1954. Francesca proseguì con discrezione l’attività sociale e nel 1966 fu nominata presidente del comitato femminile della Croce Rossa italiana, e vi rimase per dieci anni. Nel 1998, all’età di centoquattro anni, France sca muore a Roma. Questa donna intelligente, colta, preparata, ha scelto la famiglia, la casa: ha vissuto una vita piena, ma discosta dalla storia, entrandovi come compagna, amica di un uomo importante. Alcide scrive a Francesca: …sento che Dio mi dà in

te il suo compenso e la sua bene dizione. Tu sei il sovrabbondante premio di tutta l’opera mia”.

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