
5 minute read
capitolo 2 Following (id., 1998
capitolo 2
Following (id., 1998)
Advertisement
soggetto: Christopher Nolan sceneggiatura: Christopher Nolan fotografia: Christopher Nolan musiche: David Julyan montaggio: Gareth Heal, Christopher Nolan interpreti: Jeremy Theobald, Alex Haw, Lucy Russell, John Nolan, Dick Bradsell, Gillian El-Kadi, Jennifer Angel, Nicolas Carlotti, Daniel Ormandy, Guy Greenway, Tassos Stevens, Tristan Martin, Rebecca James, Paul Mason, David Bovill produzione: Next Wave Films origine: Regno Unito, 1998 durata: 70 min
«Tutti hanno una scatola». Cobb
Alex Haw e Jeremy Theobald in Following, Next Wave Films (1998). Tutti i diritti riservati.
Ancora impegnato nella produzione di Doodlebug, Christopher Nolan s’è visto vittima di un’irruzione domestica da parte di audaci scassinatori. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il filmmaker inglese ha preso con filosofia l’accaduto, interrogandosi invece su cosa potesse passare nella mente di un ladro in azione. La riflessione ci mise poco a diventare soggetto, e da qui alla realizzazione di Following, primo lungometraggio del regista, il passo fu breve. Come Doodlebug, anche Following è impregnato di un gradevole sapore indie, e si presenta come una sorta di thriller sobrio, dotato di una tensione affilata come una lama, autofinanziato con a malapena seimila dollari ricavati dai risparmi personali dello stesso Nolan. Il regista, infatti, ha formato la sua troupe chiamando a rapporto amici e parenti, ai quali poi ha “affittato” le abitazioni per farne oscure e claustrofobiche location. Obbligato a girare solo nei week-end, Nolan è riuscito a ultimare il tutto nel giro di quasi un anno, ma ciò gli ha solo garantito un controllo artistico che anche le più piccole realtà cinematografiche inglesi gli avrebbero negato.
La trama infiltra le sue radici tra le fondamenta di un noir classico. Jeremy Theobald, già protagonista di Doodlebug, impersona Bill, uno scrittore disoccupato che passa le sue solitarie giornate a pedinare gli sconosciuti lungo le strade londinesi, nella speranza di poter trovare l’ispirazione necessaria alla stesura del suo nuovo romanzo. L’acerba interpretazione di Theobald – la natura scomoda di un personaggio voyeur e la pseudo-amatorialità del progetto ha sicuramente influito – riesce in un certo modo a sostenere l’attenzione dello spettatore per circa un’ora e un quarto, ma viene tiranneggiata senza troppi problemi dalla presenza di quello che può essere considerato il vero protagonista del racconto. Il carismatico Alex Haw, infatti, interpreta Cobb, un ladro in abiti eleganti che vede nell’arte del furto una forma di catarsi dalle convenzioni sociali. Lucy Russell completa il terzetto di protagonisti e si presta a incarnare l’archetipo della femme fatale bionda (non a caso è accreditata semplicemente come The Blonde). Unico membro del cast che negli anni costruirà una nutrita carriera attoriale, perlopiù televisiva, Russell si avvicina alle iconografie penetranti di Marylin Monroe (Gli uomini preferiscono le bionde,

Jeremy Theobald e Lucy Russell in Following, Next Wave Films (1998). Tutti i diritti riservati.
1953) o Grace Kelly (La finestra sul cortile, 1954), e offre una performance assolutamente naturale e convincente, che però non va oltre il ruolo di supporto – si può dire sia partita proprio da qui la critica alla presunta caratterizzazione dozzinale dei personaggi femminili nel cinema di Nolan. Al giorno d’oggi Nolan è noto per gli spettacoli grandiosi, i budget da capogiro e la narrazione enfatizzata dal formato imax, eppure c’è qualcosa di estremamente tattile e immediato nella quadrata grettezza in bianco e nero 16 mm di Following. Nolan ha svolto per l’occasione pure il ruolo di operatore, manipolando l’esposizione della luce naturale e conferendo fluido dinamismo con un uso massiccio della macchina a spalla – i lisci movimenti di macchina hanno evitato il retrogusto di scadente amatorialità. Il regista londinese ha, infine, deliberatamente scelto di provare a lungo le scene, al fine di ottimizzare i risultati in massimo due ciak e risparmiare, così, sulle scorte di pellicola 16 mm. L’insistenza nolaniana sulla celluloide sarà ciò che, poi, differenzierà l’autore da numerosi coevi che hanno preferito abbracciare il più economico digitale. La povertà di mezzi fa sì che l’estetica di Following lavori in sottrazione e si attesti come la più seminale di tutto il cinema di Nolan. L’estro del regista si fa riconoscere nel raffinato vestiario, essenziale a conferire una sensibilità alla moda che va di pari passo con la caratterizzazione dei personaggi. Per quanto riguarda la post-produzione, Nolan rafforza dopo Doodlebug la collaborazione con David Julyan, che presta alle immagini una nevrosi elettronica, lurida tanto quanto il microcosmo londinese che costituisce il mondo del film. Come in ogni lavoro d’esordio è sempre divertente scovare i primi germogli del regista che verrà, e nel caso di Following non si può non parlare dell’invadente non linearità del tempo filmico. Laddove i successivi Memento e Batman Begins faranno del flashback o del riavvolgimento cronologico il loro fenotipo, Following rimescola la consequenzialità delle scene e maschera per tutta la durata la risoluzione dell’intreccio, rivelando gli indizi visivi solo quando necessario e riuscendo, così, a frammentare lo sconcertante arco narrativo del protagonista verso l’autodistruzione. L’apparente casualità con cui Nolan ha mescolato le scene sostiene un’acuta costruzione della suspense, e sfida ripetutamente lo spettatore a ipotizzare dove la storia andrà a parare. All’uscita, Following ha condiviso il medesimo destino di molti altri progetti a budget zero, passando abbastanza inosservato sia agli occhi della critica che del pubblico. La mancanza di star di grido ha impedito al film di poter concorrere a festival di larga fascia come il Sundance, mentre al San Francisco Film Festival riuscì a raccogliere qualche tiepido plauso. La fortuna comunque arrise il filmmaker inglese, che aveva già pronto il suo prossimo progetto.

Una scena di Following, Next Wave Films (1998). Tutti i diritti riservati.
La rivalutazione giunse, ovviamente, nel momento in cui Nolan era già diventato uno dei nuovi big di Hollywood. Nel 2010, i critici colsero numerose assonanze tra questo primo, piccolissimo progetto e il ben più ambizioso Inception (a partire dall’idea di una “rapina mentale” attuata da uno scaltro antieroe chiamato Cobb); due anni più tardi, la prestigiosa Criterion Collection avrebbe incluso Following nel suo fitto catalogo di blu-ray dedicati al grande cinema d’autore internazionale.
Labirinti narrativi, spettacoli su vasta scala e ardite riflessioni sui valori morali.
Si potrebbe riassumere così il cinema di
Christopher Nolan: un prestigiatore della macchina da presa, capace di coniugare personalità stilistica e mentalità industriale. Attraverso le sue architetture visionarie, ha stravolto il blockbuster americano introducendo strutture irregolari, sovrapposizioni e sperimentazioni temporali.
DA MEMENTO A TENET, PASSANDO PER INCEPTION E IL CAVALIERE OSCURO: UN SAGGIO CRITICO SU UNO DEGLI ARTISTI PIÙ CONTROVERSI E CORAGGIOSI DI HOLLYWOOD.

isbn: 978-88-36271-04-7
€16,90