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Il 23 settembre sarà biologico

Finalmente ci sarà una giornata europea dedicata agli sforzi verso la transizione agroecologica. Istituita dalla Commissione europea, è l’occasione per sensibilizzare ogni anno sul metodo di coltivazione che per le sue caratteristiche sarebbe un alleato nella mitigazione del cambiamento climatico

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di BIANCA FERRARIS OCCHIO PUNTATO SUI CONSUMI DOMESTICI

Le associazioni di settore hanno riscontrato una stagnazione dei consumi domestici di biologico. La necessità di mantenere in equilibrio domanda e offerta è centrale. I dati elaborati da Nomisma sui consumi biologici mostrano: • Lieve frenata dei consumi domestici: 3,9 miliardi di euro, -0,8% a valore rispetto al 2021. • Forte balzo di quelli fuori casa (+53%). • Il bio è presente sulle tavole di 23 milioni di italiani. • La spesa pro capite in Italia resta ancora bassa (64 euro all'anno) soprattutto se paragonata a

Germania (180 euro), Francia (188 euro) e Danimarca (383 euro).

Avevamo bisogno di una giornata europea dedicata al biologico? Probabilmente sì. E il 23 settembre 2022 è stato il giorno in cui è stata istituita ufficialmente. Promossa da IFOAM OE e istituita dalla Commissione europea, la data coincide con l’equinozio di autunno, il momento in cui giorno e notte hanno la medesima durata e rappresentano l’equilibrio necessario con la natura. L’obiettivo della sua istituzione è, naturalmente, “FORMAZIONE, COMUNICAZIONE E RICERCA SARANNO AL CENTRO DELLE NOSTRE AZIONI PER FAVORIRE LO SVILUPPO DEL SETTORE. (...) CI AUGURIAMO CHE VENGA CREATA AL PIÙ PRESTO UNA PIATTAFORMA DI TRACCIABILITÀ VALIDATA DAL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE IN MODO DA RENDERE TRASPARENTE, ANCHE AL CONSUMATORE, IL PERCORSO DEI PRODOTTI BIOLOGICI DAL CAMPO ALLA TAVOLA"

Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio

I NUMERI DEL BIO

(fonte Sinab: 31/12/2021; Osservatorio SANA: 31/7/2022)

Superficie bio

2,186,270 ha

+96% dal 2010

Aziende bio

86,144

+ 80,7% dal 2010

% Bio su totale area coltivata

17,4%

nel 2010 era l’8,7%

Mercato bio in italia

5,017 mld €

+ 131% dal 2012

Export bio made in Italy

3,372 mld €

+ 181% dal 2012

quello di sensibilizzare sulle caratteristiche e sui benefici del

bio ma anche per celebrare il settore e tenere traccia, annualmente, dei progressi realizzati, i passi da compiere e come aggiustare il tiro per la transizione agroecologica.

Obiettivo finale? Il raggiungimento del 25 % di superficie coltivata bio entro il 2030.

“IL BIOLOGICO RAPPRESENTA UNA RISPOSTA CONCRETA PER AFFRONTARE LE SFIDE FUTURE PERCHÉ ASSICURA RESILIENZA E SOSTENIBILITÀ, CONTRIBUENDO A MITIGARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI. MA NON È TUTTO, I TERRENI COLTIVATI A BIOLOGICO TENDONO A TRATTENERE MAGGIORI QUANTITATIVI D’ACQUA, DIVENTANDO UNA FORMA DI PROTEZIONE IN CASO DI SICCITÀ E INONDAZIONI”

Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio

COSÌ IL SUOLO DIVENTA UNA SPUGNA DI CO2

Coltivare secondo le tecniche biologiche e nutrirsi di alimenti derivati da questa tipologia di coltivazione non solo favorisce uno stile di vita più sano, ma incide positivamente anche sul Pianeta. Basandosi sul riciclo della sostanza organica, per proteggere e incrementare la fertilità dei suoli, questo metodo trattiene ingenti quantità di acqua e accresce il contenuto di carbonio. Una buona notizia allora per contrastare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

A CHE PUNTO SIAMO IN ITALIA?

Durante il primo UE Organic Day sono stati presentati alcuni dati utili per scattare una fotografia del biologico nel nostro paese. Il quadro tutto sommato è positivo:

1L’Italia si conferma tra i paesi leader in Eu come quota di SAU bio coltivata sul totale (17,4%) 2 Il numero di operatori (86.144) è in aumento del 5,4% rispetto al 2021.

3L’export (3,4 miliardi di euro nel 2022) è del +16% rispetto al 2021.

IL NOSTRO STILE DI VITA? SOSTENIBILE

Definitivamente entrata nel bagaglio culturale, la sostenibilità interessa oggi il 73 % degli italiani. In quali ambiti e in che modo? A raccontarcelo l’ultima ricerca di LifeGate, in collaborazione con l’Istituto Eumetra MR

di BIANCA FERRARIS

L’ 8° Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile condotto da LifeGate insieme all’Istituto Eumetra MR non lascia dubbi: gli italiani credono nella sostenibilità. Per la precisione, dal 2015, si sarebbe vissuto un incremento pari al +30 %, un dato che si traduce in 36,5 milioni di persone. Mica male, no? Ed è proprio da quella data che LifeGate analizza di anno in anno il sentimento dei cittadini nei confronti della tematica e le azioni quotidiane messe in campo per un futuro più verde.

LA GENERAZIONE Z IN POLE POSITION

Ma chi sono nel concreto questi 36,5 milioni di persone? Anche su questo fronte abbiamo una risposta chiara: principalmente i giovani della Generazione Z ma anche i laureati, i cittadini tra i 18 e i 34 anni, attenti a limitare l’uso della carne e con un animale domestico. Se ci focalizziamo anche sulle singole città, si rileva che sia Roma sia Milano si mostrano stabili: il 75% dei milanesi (74% nel 2021) e il 78% dei romani (stesso dato nel 2021) si dichiarano coinvolti dalle tematiche ambientali.

LA RICERCA

Svolta a livello nazionale, a Milano, Roma e Torino, la nuova indagine è stata realizzata nel mese di giugno su un campione di 800 individui, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, con sovracampionamento di 500 casi sulle città di Roma e Milano, e un segmento specifico appartenente alla Generazione Z, tra i 18 e i 24 anni.

I TEMI CHE STANNO A CUORE

ENERGIA

• Il 77% della cittadinanza italiana (74% Gen Z) conosce il termine energia rinnovabile. • L’88% pensa siano giusti gli investimenti statali nelle fonti di energia rinnovabile (65% Gen Z). • il 57% (49% Gen Z) crede sia una priorità utilizzarla in maniera esclusiva. MOBILITÁ

• Il tema della mobilità sostenibile è compreso dal 52% della popolazione (50% Gen Z). ECONOMIA CIRCOLARE

• Il 71% (50% Gen Z) fa la raccolta differenziata dei rifiuti RAE. • Il 21% (31% Gen Z) sarebbe disposto ad acquistare prodotti in materiale riciclato anche se costasse di più. MODA E DESIGN

• L’81% degli italiani sa che l’arredamento e l’abbigliamento possono essere sostenibili (72% Gen Z).

ALIMENTAZIONE

• L’84% (74% Gen Z) dichiara sia fondamentale sostenere l’agricoltura biologica. • Il 30% (32% Gen Z) acquisterebbe prodotti biologici anche se costassero di più. AZIENDE

• Nella selezione di prodotti e servizi da acquistare, il 35% tiene in considerazione le informazioni trasparenti (26% Gen Z), il controllo della filiera di produzione (31% - 26% Gen Z), la presenza di certificazioni sostenibili (23%; 28% Gen Z) e la compensazione delle emissioni (24%; 19% Gen Z). CLIMATE CHANGE

• Il 78% della popolazione è informato sulla questione del riscaldamento globale (79% Gen Z) e della crisi climatica (69%; 74% Gen Z). • L’85% (74% Gen Z) crede sia necessario fermare i cambiamenti climatici adattando il proprio stile di vita e il 54% considera una priorità del Paese ridurre l’inquinamento dell’aria (57% Gen Z).

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