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CASE HISTORY

SCARTI AGRICOLI, AGRICOLI, MAI PIÙ “RIFIUTI”

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IN BREVE

• Agribios trasforma lo scarto agricolo in risorsa • Proposta di un marchio che certifichi l’adesione all’economia circolare del distretto vivaistico • Obiettivo: dare più forza commerciale alle piante pistoiesi Il vivaismo pistoiese segna un punto nella corsa verso un’economia sempre più circolare, grazie al crescente riuso del materiale vegetale di scarto. Protagonista di questo successo, Agribios di Filippo Tommaseo

Da 16.500 metri cubi nel 2018 a oltre 24.900 metri cubi nel 2019: è la quantità di scarti vegetali che trovano nuovo impiego agricolo grazie alla raccolta che viene fatta nell’impianto di Chiesina Montalese (PT), da Agribios, cooperativa agricola specializzata nella gestione degli scarti vegetali fino al loro reimpiego agricolo. Cifre di tutto rispetto che hanno avuto il giusto spazio all’interno della “Serata del Vivaismo 2020”, organizzata dall’Associazione vivaisti italiani (Avi).

RECUPERO E VALORIZZAZIONE Si tratta di una nuova tappa sulla via della sostenibilità ambientale, sempre coniugata con quella economica, dell’Associazione vivaisti italiani, soggetto referente del

Scorcio degli impianti di Agribios. Quest’anno sono stati raccolti 24.900 metri cubi di materiale vegetale di scarto. Distretto vivaistico di Pistoia, che con il suo presidente Luca Magazzini scommette su recupero e reimpiego degli scarti verdi all’insegna dell’economia circolare. La “Serata del vivaismo 2020”, tenutasi a inizio settembre al Circolo di Masiano subito dopo l’assemblea annuale in cui è stato ratificato all’unanimità un bilancio consuntivo 2019 dal segno più e senza sorprese, è stata l’occasione per aprire le porte ad Agribios, cooperativa agricola di Chiesina Montalese (Pistoia) che grazie al suo impianto di triturazione e vagliatura fornisce ai propri soci fruitori, per il 90% vivaisti del Distretto, un servizio completo di recupero e valorizzazione dei residui vegetali dell’attività agricola. Dando una risposta a un importante fabbisogno delle aziende agricole del territorio pistoiese, come sembrano dimostrare i dati illustrati ieri dalla presidente Stefania Marchionni.

OBIETTIVO, APRIRE UN ALTRO SITO Diventata operativa nel 2017, dopo aver ricevuto a fine 2016 l’autorizzazione unica ambientale del Comune di Pistoia, Agribios è subito cresciuta velocemente per numero di soci, per fatturato e per quantità di materiale ricevuto. A fine 2018 infatti i soci erano 90, il fatturato annuale intorno a 280 mila euro e la quantità di materiale ricevuto circa 16.500 metri cubi, mentre nel 2019 i soci sono saliti a 110, e il fatturato (che dipende anche dall’ampliamento dei servizi offerti) a circa 780 mila euro e la quantità di materiale a oltre 24.900 metri cubi, cioè fino quasi al tetto che per adesso non può essere superato (per ragioni normative e di autorizzazioni). Quest’anno i soci sono già più di 140 e le aspettative di fatturato per fine anno di 850 mila euro. Nel frattempo la cooperativa spera, dice Stefania Marchionni, «di poter realizzare l’ampliamento con un altro sito per puntare a raggiungere l’obiettivo di 100mila metri cubi di materiale».

NUOVA VITA PER IL RIUSO COLTURALE L’attività di Agribios ruota attorno all’impianto, che funge da punto di raccolta finalizzato al recupero e alla gestione dalla A alla Z dei residui vegetali: biomasse derivate da piante sciupate e non più vendibili, da potature e sfalci, ma anche il substrato contenuto nei vasi o nelle zolle. Il processo aziendale prevede, in estrema sintesi, il ritiro degli scarti vegetali con i substrati dalle singole aziende socie, lo stoccaggio in settori dedicati del sito, la riduzione volumetrica e vagliatura delle due componenti primarie (lignocellulosica e substrato colturale),

Il presidente dell’Associazione Vivaisti Italiani Luca Magazzini con Paola Fanti, revisore dei conti di Avi.

Il personale di Agribios. La terza da sinistra è la presidente Stefania Marchionni.

Massimo Carlotti vice presidente di Legacoop Agroalimentare, ha sottolineato la virtuosità del ciclo di Agribios, che conferisce alle aziende che hanno consegnato gli scarti vegetali il materiale colturale ricavato.

poi la triturazione di raffinazione da cui si ottengono tre componenti (legname, terriccio, pomice) da ricollocare, il trasporto e conferimento dei materiali alle aziende agricole per il loro riutilizzo colturale, quando possibile all’interno dello stesso distretto. In sostanza, come sottolineato dal vice presidente di Legacoop agroalimentare Massimo Carlotti nel suo intervento, l’obiettivo di Agribios è derubricare definitivamente lo scarto agricolo dalla voce “rifiuto”. E fra gli aspetti distintivi segnalati da Stefania Marchionni c’è il fatto che «gli scarti vegetali I CINQUE BENEFICI PER IL TERRITORIO 1. Riduzione di scarti verdi nelle discariche; 2. Utilizzo dei sottoprodotti in agricoltura tramite la creazione di una filiera locale; 3. Recupero di notevoli quantità di sostanze organiche e terricciato che possono contrastare la mineralizzazione dei terreni; 4. Minore necessità di ricorrere all’abbruciamento dei residui legnosi; 5. Incremento della produzione di energia rinnovabile a mezzo di biomassa.

consegnati dai soci hanno l’autocertificazione che non sono stati trattati con anticrittogamici da 60 giorni e ogni 3 mesi noi controlliamo l’assenza di inquinanti».

NUOVO MARCHIO, NUOVO VALORE La presidente di Agribios ha lanciato infine una proposta: «far diventare il Distretto ornamentale pistoiese il primo distretto vivaistico d’Europa con un marchio, da decidere insieme alle imprese, che certifichi l’adesione a un siste-

ma circolare che non lascia scarti e anzi è in grado di

dare nuova vita ai sottoprodotti agricoli». Operazione che Luca Magazzini, dopo l’incontro, ha detto di voler prendere in considerazione perché, «se ben progettata, potrebbe rafforzare l’immagine delle piante pistoiesi e rappresentare un volano anche sul piano commerciale, un’occasione di sviluppo». Dello stesso avviso, il presidente del Distretto Francesco Mati, che, dopo aver segnalato il dato che quest’anno l’export florovivaistico italiano sta perdendo 80 milioni di euro, soprattutto nella componente floricola, si è detto d’accordo sulla utilità di una «strategia di territorio» che faccia leva sull’impegno per l’ecosostenibilità come «valore aggiunto delle piante».

AGRIBIOS, I SERVIZI La cooperativa agricola Agribios di Chiesina Montalese (Pistoia), grazie al suo impianto di triturazione e vagliatura, fornisce ai propri soci fruitori un servizio di recupero e valorizzazione degli scarti verdi. Operativa dal 2017, oggi conta oltre 140 aziende socie, di cui circa il 90% vivaistiche, riuscendo ad avviare al reimpiego gli scarti del florovivaismo. È un punto di raccolta finalizzato al recupero e alla gestione dei residui vegetali: biomasse derivate da piante seccate o comunque morte, piante non vendibili, potature di piante prodotte nel vivaio, parti di piante, sfalci o altri residui esclusivamente vegetali, nonché substrato vegetativo contenuto nei vasi o comunque facente parte della zolla. Il suo ciclo di trattamento prevede fasi di ritiro degli scarti vegetali assieme ai substrati di coltura dalle singole aziende socie e, previo stoccaggio preliminare in settore dedicato all’interno del sito, sono previste le fasi successive di riduzione volumetrica e vagliatura delle diverse componenti secondo trattamenti ad hoc, fino al loro reimpiego, una volta lavorate, in agricoltura. L’attività di Agribios va oltre il core business del recupero e valorizzazione degli scarti agricoli, spaziando dai servizi di manutenzione e potatura fino al conferimento degli scarti verdi. Offre inoltre: noleggio cassoni per stoccaggio materiali, recupero degli scarti verdi, recupero di grandi e piccole quantità direttamente nel luogo di produzione degli scarti vegetali, restituzione del materiale valorizzato a seconda delle esigenze delle singole aziende, lavori di manutenzione del verde in genere. www.cooperativaagribios.com

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