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Cover Fiere: ripartire, nonostante la pandemia
FIERE:
RIPARTIRE, nonostante la pandemia
Eventi ed esposizioni sono parte integrante dell’ecosistema delle private label, utili a ricapitolare lo stato dell’arte del settore e a scoprire strategie di sviluppo futuro attraverso il dialogo tra i vari anelli della supply chain. Lo stop imposto dalla pandemia ha inceppato il meccanismo, ma ecco come si pensa di rilanciarle nel 2022.



Smessi i panni di tendenza passeggera, le private label sono diventate colonne portanti del largo consumo e del retail a livello globale, con tassi positivi e in perenne crescita. Per Romolo de Camillis, analista di NielsenIQ, «l’osservazione delle Pl costituisce una valida chiave di lettura per capire il posizionamento di un’insegna, la sua salute e il suo andamento nei prossimi anni. Ormai sono un asset strategico per la distribuzione». Secondo i dati Nielsen presentati nel corso del webinar di Edizioni DM “Il comparto delle private label e il ruolo delle fiere di settore”, la crescita dell’anno giugno 2020-giugno 2021 è del 2,8% (di poco inferiore a quella dei prodotti di largo consumo confezionati), in particolare in Europa occidentale è pari al 2,3%. Escludendo dai conteggi i prodotti Mdd freschi e a prezzo variabile, il contributo alle vendite si riscontra in tutta Europa ma con cifre differenti a seconda delle zone: si va dal 40% sfiorato in Spagna al nostro 28% (il più basso dell’Ue). La quota a valore delle Pl è del 32%, probabilmente oltre il 40% a volume fra merce prodotta e venduta. Negli ultimi sei anni, il peso delle clientele cosiddette “Low Price” e “Golden” è aumentato, passando dal 12% al 21% e dal 14,9% al 18,2%; i clienti “Silver” sono rimasti pressoché uguali (solo -0,2%), mentre il peso dei “Mainstream” e “Traditional” è calato, passando rispettivamente dal 27% al 24,5% e dal 21,4% all’11%. Il consumo, dunque, si sta radicalizzando fra “primo prezzo” e “premium”. Come dimostra la “fotografia” sull'anno agosto 2020-agosto 2021, la maggior crescita dei primi tre gruppi italiani di largo consumo viene da prodotti a “filiera controllata” (82,4%), “biologici/eco-friendly” (72,9%), e “kids” (79%). L’agricoltura o allevamento sostenibile (per il 32,9%), la tutela dell’italianità (al 22,7%) e la salubrità per lo stile di vita (17%) sono difatti le categorie in cui la Mdd ha successo presso il consumatore e si stima ne avrà sempre più. Effetto della pandemia, certo, ma solo in parte: il fenomeno ha radici più antiche. Un segno dei tempi recenti, invece, è la necessità di ripensare date e modalità di svolgimento delle fiere a tema, nel tentativo di prevenire e non rincorrere i continui cambiamenti del Covid-19 e delle regole con cui i governi cercano di arginarlo.


SIRHA-MADE IN FRANCIA MANTIENE LE DATE, MA PUNTA SUL PHYGITAL
La fiera “Made” di Parigi, nata nel 2012 con il nome di “Mdd expo” e divenuta “Sirha-Made” nel 2021 come parte del grande gruppo GL events, è la principale fiera dedicata alle Pl in Francia e una delle più importanti in Europa per produttori, copackers e per servizi catering.
L’evento ha due parole d’ordine: “innovazione continua”. «Quest’anno la nostra fiera si terrà il 15 e 16 marzo e si chiamerà “Futuristic Feed”. Più di 1/3 degli espositori presenta novità e ciò desta molta curiosità, soprattutto perché la metà di quello che consumeremo domani non è ancora stato inventato». È quanto sostiene Sophie de Reynal, esperta di trend e innovazioni per Sirha-Made. La fiera conta 400 espositori, dei quali ogni anno il 33% espone per la prima volta. «Siamo davvero fiduciosi verso il 2022 – afferma de Reaynal – bisogna fare i conti con questa nuova normalità, quindi stiamo pensando a un nuovo modo per raccogliere i visitatori attraverso eventi ibridi, metà di persona e metà virtuali». Con più di 4.000 fra titolari di progetti, decision maker dei centri d’acquisto nazionali e regionali per la ristorazione e la Gdo (fisica e online), Sirha-Made si concentra sul mercato interno francese ma, essendo aperta al mondo, è soprattutto un’occasione per gli stranieri che vogliano esportare in Francia. Il 35% di essi, infatti, proviene dall’estero. «Incontrarsi dal vivo è importante tanto per i produttori quanto per i rivenditori e i servizi di ristorazione. Nel 2020 siamo stati fortunati – prosegue de Reaynal – perché il nostro ultimo appuntamento, che si è svolto a settembre, è stato l'unica manifestazione gastronomica di quell'anno: un successo inaspettato considerando che eravamo nel cuore della pandemia. Al contrario, abbiamo dovuto annullare l’edizione 2021, per non entrare in competizione con altre fiere degli stessi organizzatori che si svolgono in Francia fra settembre e dicembre. Oggi l’attenzione dei consumatori francesi è rivolta sì ai cibi nazionali, ma soprattutto alla “questione dell’origine”. L'Italia e la Spagna hanno molto da dire su questo, poiché sono famose per la loro cultura e tradizione nella gastronomia come per la pasta, l’olio, i formaggi. Questa, dunque, sarebbe una grande opportunità e un buon spazio di crescita per gli espositori italiani».
IPLS A MOSCA SI TERRÀ AD APRILE E IN PRESENZA
Molto più a est della Senna, a Mosca, Ipls 2022 aprirà le porte della sua nona edizione durante la prima settimana di aprile, tornando alla sua collocazione originale dopo essersi tenuta a settembre nel 2020 e a giugno nel 2021. La fiera è una delle “Reed exhibitions” ed è attiva in Russia dal 2014. È un evento B2b specializzato sulle Pl di tutti gli ambiti, alimentare e non, design e packaging, prodotti salutari ed ecologici (l’ultima categoria introdotta, poiché molto popolare in Russia). «Da noi le private label intercettano scelte razionali, stile di vita sano, acquisti attivi online», spiega Alexander Kalyagin, key account manager di Ipls. La fiera è dedicata anche alle Pl in fase “tried and tested” e le sue parole d’ordine sono “sostegno” e “diversificazione”. «Ipls si indirizza principalmente alle aziende straniere intenzionate a entrare nel mercato domestico: a tal proposito, illustriamo in vari seminari le novità sulle regole e sulle certificazioni, aiutando le imprese a capire quale sia il modo più semplice, veloce e legale per portare i loro prodotti Pl in Russia – rivela Kalyagin –. Durante la fiera, inoltre, mettiamo a disposizione una galleria con i migliori prodotti a marchio del distributore presentati e si apre il summit per la connessione fra i retailer. Questo è anche il motivo per cui svolgeremo la fiera in presenza, pur con tutte le precauzioni anti-Covid, e implementare una modalità “completamente online” non è poi così attrattivo». Il profilo dei visitatori include catene di vendita al dettaglio (online e in negozio), società di vendita all'ingrosso, produttori, distributori, Horeca, servizi. Nonostante l’evento possa definirsi “regionale” poiché coinvolge i principali nomi locali e globali della supply chain attivi nel mercato russo e nei paesi ex-Urss, queste catene raccolgono una clientela di ben 5 milioni di persone: Auchan, che commercializza 1/5 dei suoi prodotti sotto Pl; Pyaterochka, dove la Pl nel 2020 è cresciuta dal 13,9 al 17,4% e si prevede che arrivi al 20,4% nel 2021; Magnit, che ha una quota di Pl del 10% nel 2021 e prevede di raggiungere il 25% nel 2025; infine Verniy, che dal 7% prevede di chiudere il 2021 a un livello del 9,8%. Il mercato russo delle Pl è giovane e ancora piccolo, eppure la quota di prodotti di questo tipo sulle vendite complessive al dettaglio è balzata dall'1,7% del 2011 al 5,3% del 2021 e aumenta di anno in anno, non più solo a causa del Covid, tanto che oggi oltre la metà dei rivenditori prevede di incrementarne la disponibilità sui propri scaffali. Del resto, durante la pandemia, la gamma di prodotti Pl si è molto ampliata: sono partiti con prezzi bassi, poi si sono distinti per la qualità e ora sono presenti anche nel segmento premium.


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PER MARCA LE PAROLE D’ORDINE SONO COLLABORAZIONE E CRESCITA
Domenico Lunghi, direttore business unit private label, food & pet industry di BolognaFiere, dell'evento Marca auspica «una “regia unica” per aiutare le aziende a orientarsi, anche da e in mercati diversi». A gennaio 2020, l’ultima edizione prima che la pandemia iniziasse, la fiera emiliana ha ospitato 892 espositori su una superficie di 22.604 m2. Dopo lo stop dello scorso anno, l’edizione 2022, spinta dal forte desiderio di tutti di ritornare a dialoghi vis-à-vis, sembra nascere sotto buoni auspici, sebbene sia stata posticipata al 12-13 aprile: la data è stata scelta dagli stessi espositori, i quali hanno condiviso in toto la linea prudente degli organizzatori (vista la risalita dei contagi in Italia), così in breve tempo il numero delle conferme ha superato quota 900. «Lavoreremo in presenza, pur con le dovute precauzioni imposte dalle normative anti-Covid, perché in una fiera in cui l’80% degli espositori proviene dal settore agroalimentare, odori, sapori e tatto sono essenziali – sostiene Domenico Lunghi –. Ci sarà però anche un “pre-fiera” online con incontri fra espositori e buyer». L’evento è giovane rispetto ad altre realtà estere, esiste infatti da 18 anni mentre la principale fiera europea, quella di Amsterdam, da 36, eppure negli ultimi cinque anni Marca ha aumentato i visitatori fino a 12mila. La sua fortuna, secondo Lunghi, si deve a due ragioni: la scelta del giusto periodo dell’anno, quando le insegne ripartono e hanno voglia di documentarsi prima di confermare i contratti di partnership con i loro copacker; l’altra è la forte collaborazione con Adm, l’associazione italiana della distribuzione moderna. Da tre anni, inoltre, la Fiera ha un accordo con alcuni agenti che operano in vari Paesi d’Europa, in Corea del Sud, America latina e Israele, contattando e invitando a Bologna le principali insegne di quei mercati, quando non già partner di singoli retailer italiani. Anche quest’anno Marca collabora con l’agenzia Ice, grazie alla quale, solo dagli Usa, dovrebbero arrivare in fiera circa 15 buyers di rilievo. L’obiettivo adesso è internazionalizzarsi ancor più: nonostante la sua fama e la provenienza da tutto il mondo dei suoi visitatori, a Marca gli espositori sono ancora in maggioranza italiani. «A settembre 2021 – ricorda Lunghi – si è tenuto il 1° “Marca China” a Shenzen, dove nostra partner è stata la Shenzen Retail Business Association, con 6mila visitatori e 300 espositori, di cui 16 italiani: è andata bene e lo rifaremo, perché questo ci aiuta ad accompagnare le aziende di Marca in Cina e a ricordare a noi stessi che, malgrado le pandemie, è possibile organizzare grandi eventi di massa in sicurezza».
u Doppia veste per Plma di Amsterdam e Chicago Mentre la forza di Covid-19 non sembra affievolirsi, i due maggiori eventi dedicati al marchio del distributore fanno rete: nasce così Plma Global, la nuova fiera online che dal 28 al 31 maggio 2022 riunirà gli espositori e gli acquirenti dei due eventi di riferimento del settore, quelli cioè di Amsterdam e Chicago. A oggi le due fiere restano programmate in presenza, la prima dal 31 maggio al 1° giugno e la seconda dal 13 al 15 novembre, ma la nuova Plma Global le integrerà offrendo una piattaforma informatica di incontro fra distributori di tutto il mondo (supermercati, ipermercati, discount, drugstore e altri format) e fornitori di Pl, attuali o potenziali: questo, secondo gli organizzatori, aiuterà le due parti a ridefinire le partnership e a sviluppare insieme le migliori soluzioni per garantire una distribuzione delle merci puntuale e più ampia possibile, che è ancora uno dei maggiori problemi dall’inizio della pandemia. Plma Global supporterà conversazioni e riunioni in tempo reale, dimostrazioni dei prodotti e consentirà di pianificare appuntamenti anche in base al fuso orario. Inoltre, la funzione di ricerca di Plma Global consentirà agli interessati di individuare i fornitori, oltre che con i criteri già noti (nome dell'azienda, categoria, descrizione, continente) anche con una ricerca visiva dei prodotti mediante la galleria fotografica.

IL SETTORE DELLE FIERE NECESSITA DI SERVIZI CONTINUATIVI
«La Pl sta diventando una marca a tutto tondo con una sua credibilità e, secondo il racconto di molti imprenditori, è una chiave per l’ingresso in nuovi mercati.» A dirlo è Paolo Palomba, partner della società di consulenze Iplc, l’organizzazione internazionale di esperti del mondo del retail e della produzione, focalizzato sulla private label. C’è infatti, secondo il consulente Iplc, una grande domanda di servizi preparatori alle fiere da parte degli espositori, soprattutto per mettere in contatto gli espositori, affinché i vantaggi degli eventi non si esauriscano in 3-4 giorni, e di servizi di follow up fino all’edizione successiva. «Il mondo delle Pl e la loro internazionalizzazione – conclude Palomba – non possono fare a meno di eventi che, insieme al business matching, creino e sviluppino contenuti destinati ai summit e alle conference».l
Maria Teresa Giannini giornalista professionista specializzata nel largo consumo
