Matteo Carcassi, Venticinque studi melodici progressivi op. 60 per chitarra (anteprima)

Maestri della chitarra Collana diretta da Filippo Michelangeli English text by Cecilia Rivers Grafica musicale e impaginazione: Paolo Mellini e Claudio Meroni - www.k361.com Artwork di copertina: G. Paolo Zeccara Cd audio: Giulio Tampalini, Chitarra Anno di pubblicazione e proprietà: 2015, by Edizioni Curci S.r.l.

Proprietà esclusiva per tutti i Paesi: Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2015 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano Tutti i diritti sono riservati EC 11866 / ISMN: 9790215905863 www.edizionicurci.it Stampato in Italia nel 2015 da INGRAF Industria Grafica S.r.l., Via Monte San Genesio, 7 – Milano

III

PREFAZIONE / PREFACE I 25 Etudes Mélodiques Progressives op. 60 – composti intorno al 1836 e pubblicati nel 1851 – sono considerati l’opera più rappresentativa di Matteo Carcassi e risultano preziosi per la formazione di un chitarrista, grazie alla varietà e alla peculiarità delle formule tecnico-strumentali utilizzate e alla fluente cantabilità sostenuta da chiare strutture armoniche e formali.

The 25 Etudes Mélodiques Progressives opus 60 – which were written around 1836 and published in 1851 – are thought to be the most representative of Matteo Carcassi’s works, and are invaluable for the student of the guitar, thanks to their wide-reaching range, the distinctiveness of their instrumental techniques and their flowing melodiousness, bolstered by well-defined harmonic and formal structures.

Smentendo in parte le intenzioni contenute nel titolo gli studi non sono tutti prettamente melodici e non sempre risultano disposti in rigoroso ordine progressivo di difficoltà, ma nell’insieme costituiscono una raccolta didattica di grande pregio che offre al giovane chitarrista la possibilità di cogliere molteplici spunti interpretativi e di misurarsi con le principali tecniche strumentali (scale e arpeggi, note ribattute, cambi di posizione, barré, legature e abbellimenti, etc.).

In partial contradiction with their very name, these Etudes are not all purely melodic and they are not arranged in strict order of difficulty, but consist, as a whole, of a teaching collection of the highest quality, which offers to the young guitarist the possibility to experiment with many different interpretative approaches and to attempt different instrumental techniques, such as arpeggios, repeated notes, changes of position, barre, legatos, embellishments and ornamentations, etc.

Consapevole del valore di questi studi, il chitarrista e compositore catalano Miguel Llobet (1878-1938) ne pubblica nel 1914, per la casa editrice Rowies di Parigi, una revisione con l’aggiunta di accurate diteggiature contribuendo così alla diffusione dell’opera.

Per la realizzazione del nostro volume abbiamo consultato e messo a confronto le due edizioni originali che non presentano rilevanti differenze: 25 Etudes Mélodiques Progressives… op. 60. Brandus et C.ie – Paris 1851 25 Etudes Mélodiques… op. 60. Schott’s Söhne – Mainz 1852/53 La revisione è stata effettuata nel rigoroso rispetto di queste fonti. Le indicazioni di agogica e di espressione, i segni dinamici, le legature strumentali, gli abbellimenti e i rari portamenti sono stati riportati integralmente mentre le indicazioni e i segni musicali non presenti negli originali sono stati collocati fra parentesi quadra.

La diteggiatura della mano destra, completamente assente nelle edizioni ottocentesche, è stata aggiunta in modo scrupoloso, mentre quella relativa alla mano sinistra, presente saltuariamente, è stata completata e a volte modificata, adattandola alla tecnica strumentale odierna. Ulteriori diteggiature alternative sono poste fra parentesi tonda.

Altre indicazioni sono presenti nel Commentario.

Il volume è accompagnato da un cd contenente l’esecuzione integrale di tutti gli studi presenti nella raccolta, interpretati da Giulio Tampalini, come esempio e cimento per lo studente e per l’appassionato.

Giovanni Podera Giulio Tampalini

The guitarist and composer Miguel Llobet (1878-1938), who was fully aware of the quality of Carcassi’s Etudes, edited them in 1914 for the Parisian publisher Rowies, adding accurate fingerings and thus contributing to the success and dissemination of the work.

For our edition, we examined and compared two original editions that do not present many essential differences: 25 Etudes Mélodiques Progressives… op. 60. Brandus et C.ie – Paris 1851 25 Etudes Mélodiques … op. 60. Schott’s Söhne – Mainz 1852/53 In putting together our edition we treated these sources with the utmost respect. The notations of agogics, expressiveness and dynamics, the slurs and legatos, embellishments and the rare portamentos have been faithfully reproduced, while all notations not present in the original editions have been enclosed in square brackets.

The right hand fingering, non-existent in the nineteenth century editions, has been added with scrupulous care, while that of the left hand, which was only sporadic in the original editions, has been completed and at times modified in accordance with modern instrumental techniques. Any additional or alternative fingerings are in round brackets.

For further remarks and considerations please refer to Commentary.

To complete the book, Giulio Tampalini performs all the works in the attached CDs, as an example and touchstone for the student and amateur alike.

Giovanni Podera Giulio Tampalini

IV

MATTEO CARCASSI Matteo Carcassi nasce a Firenze nel 1792. Viene avviato sin da bambino alla musica e studia dapprima pianoforte e successivamente chitarra mettendosi presto in luce come abile concertista. Le sue tournées in Germania, a Londra e a Parigi – dove approda per la prima volta nel 1820 – sono accolte con entusiasmo dai critici musicali, che pongono in rilievo le sue straordinarie abilità virtuosistiche.

Matteo Carcassi was born in Florence in 1792. He started his musical studies as a young child, initially playing the piano and later the guitar, and he soon became a famous virtuoso.

His concert tours of Germany, London and Paris (where he first arrived in 1820) were received with enthusiasm by the critics, who were particularly impressed by his extraordinary virtuoso skills.

Come molti musicisti dell’epoca Carcassi decide di trasferirsi nella capitale francese, dove è attivo come insegnante, compositore e concertista, godendo della stima di celebri colleghi, tra cui il chitarrista napoletano Ferdinando Carulli, anch’egli residente a Parigi, che gli dedica i Sei andanti op. 320.

Like many musicians of that time, Carcassi decided to move to the French capital city, where he worked as a teacher, composer and performer. He was much admired by many famous fellow musicians, such as Ferdinando Carulli, who was also living in Paris and who dedicated his Sei andanti opus 320 to him.

Le sue composizioni per chitarra sono pubblicate dai principali editori dell’Ottocento, Brandus et C.ie, Schott e Meissonier con il quale instaura una profonda amicizia.

Oltre ai celebri 25 Etudes Mélodiques Progressives op. 60 riveste notevole importanza il fortunato Méthode complète op. 59, la cui prima edizione risale al 1836, ancor oggi utilizzato per la sua valenza didattica. Si ricordano, inoltre, le Trois sonatines op. 1, i Six Caprices op. 26, e il cospicuo numero di potpourri e fantasie su temi operistici e vocali. In totale Carcassi firma più di settanta numeri d’opera ai quali vanno aggiunti brani privi di numerazione.

L’ammirazione di cui Carcassi godeva all’epoca è testimoniata anche da un articolo pubblicato nella capitale francese quattro giorni dopo la sua morte, avvenuta a Parigi il 16 gennaio 1853, sul Journal des débats politiques et littéraires: «Matteo Carcassi, conosciuto nel mondo musicale per le sue composizioni piene di grazia e di eleganza, è morto da poco, quasi improvvisamente, in seguito a una malattia dolorosa, che lo ha lasciato solo due giorni presso la sua abitazione, e della quale nessuno prevedeva l’esito fatale. Virtuoso di prim’ordine sulla chitarra, professore e pianista distinto, compositore pieno di fascino, Carcassi lascia un vuoto difficile da riempire nelle arti».

His guitar compositions were printed by the foremost publishers of the nineteenth century, Brandus et C.ie, Schott e Meissonier with whom he established a warm friendship.

Beside his famous 25 Etudes Mélodiques Progressives opus 60, one of his most important works was the very popular Méthode complète opus 59, first published in 1836 and still used by teachers to this day for its effectiveness. Also of note are the Trois sonatines opus 1, the Six Caprices opus 26 and a remarkable number of pot pourris and fantasias for guitar. All in all, Carcassi signed over seventy numbered opuses, plus several unnumbered works.

Carcassi was much admired in his day, as attested by an obituary published four days after his death in Paris on the 16th of January 1853. The Journal des débats politiques et littéraires wrote: «Matteo Carcassi, renown in the musical world for his compositions full of elegance and grace, has died recently and suddenly, following a painful illness, which left him in his home for only two days, and whose lethal consequences nobody had foreseen. A first class guitar virtuoso, distinguished teacher and pianist, and a composer full of charm, Carcassi leaves a huge gap in the world of the arts that will be very hard to fill».

V

COMMENTARIO / COMMENTARY Nelle edizioni ottocentesche consultate (Brandus e Schott) non è presente la diteggiatura della mano destra, mentre quella relativa alla mano sinistra è segnalata sporadicamente; per questo motivo abbiamo ritenuto doveroso completarla scrupolosamente, correggendola e modificandola dove necessario. Non ci sembra opportuno indicare le saltuarie e, a volte, differenti diteggiature presenti nelle due edizioni, mentre riteniamo utile segnalare alcune lievi incongruenze emerse dal confronto dei due testi e gli errori di scrittura, che abbiamo convenientemente corretto.

The original nineteenth century editions (Brandus and Schott) do not have any right hand fingerings, while those for the left hand are only sporadically present; for this reason we have thoroughly completed the fingering, on occasion correcting and modifying them when advisable. We did not think it necessary to point out the occasional differences in fingering in the two editions, while we think it useful to highlight the inconsistencies detected between the two scores. We have also edited and corrected any mistakes.

Studio n. 2 Nell’edizione Schott, sul primo tempo di misura 7 è presente il segno f anziché sf.

Etude no. 2 In the Schott edition, on the first beat of bar no. 7, there is the indication f, instead of sf.

Studio n. 3 Nell’edizione Schott, a misura 22 la nota del basso (Re) ha il valore di una minima con il punto mentre nell’edizione Brandus esattamente quella di una semibreve.

Etude no. 3 In the Schott edition, at bar 22, the note of the bass (D), is a minim with a dot, while the Brandus edition shows a semibreve.

Studio n. 4 In entrambe le edizioni consultate, a misura 22 l’ultima nota della prima sestina è erroneamente Re. La nota corretta è Si.

Etude no. 4 In both editions, in bar 22 the last note of the first sextuplet is mistakenly written as a D. The correct note is a B.

Studio n. 8 In entrambe le edizioni consultate, nel secondo tempo di misura 4 manca la legatura strumentale.

Etude no. 8 In both editions, on the second beat of bar 4, the instrumental legato tie is missing.

Studio n. 12 Nell’edizione Schott, nel terzo tempo di misura 5 il Do è bequadro mentre nell’edizione Brandus è diesis.

Anche in alcune edizioni successive – fra le quali quella pubblicata nel 1914 a cura di Miguel Llobet – permane il diesis; tuttavia riteniamo corretto il bequadro.

In alcune edizioni moderne, nel quarto tempo di misura 11 è stato anteposto un bequadro alla prima nota La. Riteniamo corretta la permanenza del diesis come indicato in entrambe le edizioni Brandus e Schott. Nelle medesime edizioni, nell’ultimo tempo di misura 15 è stato erroneamente omesso il bequadro prima della nota Re.

Etude no. 12 In the Schott edition, on the third beat of bar 5, the C is natural, while in the Brandus edition it is a C sharp. In later editions, including the one published in 1914 by Miguel Llobet, the sharp still appears, but we believe that the natural note is correct. In some modern editions, on the fourth beat of bar 11, there is a natural sign in front of the first note, A. We believe that keeping the sharp, as found in both Brandus and Schott is the correct choice. The same editions mistakenly omit the natural on the last beat of bar 15, before the last note D.

Studio n. 15 Nell’edizione Brandus, a misura 10 manca il diesis prima del Fa alto, mentre è indicato correttamente nell’edizione Schott.

Etude no. 15 In the Brandus edition, at bar 10, the sharp before the high F is missing, while it is correctly present in the Schott edition.

Studio n. 18 Nell’edizione Schott, a misura 44 l’accordo ha il valore di una croma.

Etude no.18 In the Schott edition, at bar 44 the chord has the duration of a quaver.

VENTICINQUE STUDI MELODICI PROGRESSIVI OP. 60 per chitarra MATTEO CARCASSI (1792 - 1853)

Revisione e diteggiatura di

Giovanni Podera e Giulio Tampalini

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Orig.: Moderato con espressivo

Questa revisione è di proprietà delle Edizioni Curci S.r.l. – Galleria del Corso, 4 – 20122 Milano © 2015 by Edizioni Curci S.r.l. – Milano. Tutti i diritti sono riservati

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INDICE

Pag.

Track list CD

Prefazione / Preface .................................................................. III

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Biografia di Carcassi / Carcassi’s Biography .............................. IV

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Commentario / Commentary ....................................................V

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Indice Tematico / Thematic Index...........................................VII

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Studio N. 1................................................................................ 2

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Studio N. 2................................................................................ 4

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Studio N. 3................................................................................ 5

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Studio N. 4................................................................................ 7

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Studio N. 5................................................................................ 8

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Studio N. 6.............................................................................. 10

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Studio N. 10............................................................................ 18

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Studio N. 12............................................................................ 20

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Studio N. 22............................................................................ 38

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Studio N. 23............................................................................ 40

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Studio N. 24............................................................................ 42

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Studio N. 25............................................................................ 44

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Indice e Track list ..................................................................... 48

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