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Io voglio parlare di energia!

Gianni Pietro Girotto

IO VOGLIO PARLARE DI ENERGIA!

realizzazione editoriale: Edizioni Ambiente www.edizioniambiente.it progetto grafico: Mauro Panzeri impaginazione: Roberto Gurdo

© 2023, ReteAmbiente Srl via privata Giovanni Bensi 12/5, 20152 Milano tel. 02.45487277

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Finito di stampare nel mese di luglio 2023 presso GECA S.r.l., San Giuliano Milanese (Mi)

Stampato in Italia – Printed in Italy

Questo libro è stampato su carta certificata FSC®

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Abbiamo bisogno di una transizione ecologica e sociale. Adesso.

L’autore di questo libro lo ha capito come pochi altri.

La chiave è avere concetti innovativi, tecnologie capaci di impatto e casi convincenti.

Questo richiede una costante ricerca tesa verso nuove scoperte.

Girotto è stato uno dei primi a presentare una sintesi di “Blue Economy” nel suo sito e ha quindi lavorato con coerenza per ottenere quei cambiamenti che sono oggi così in ritardo, molti di questi ispirati alle cento innovazioni già implementate che ho documentato nel mio libro.

Noi tutti sappiamo che il cambiamento è lento, troppo lento. E nonostante ci siano persone come Gianni che vi si dedicano, succederà ancora poco. La resistenza al cambiamento è enorme.

Per questo ringrazio Girotto e le persone che collaborano con lui nel perseguire la loro missione anche quando tutto sembra giocare contro.

Prof. Gunter Pauli

Prefazione

“Io voglio parlare di energia! perché questo interessa ai cittadini, questa è l’emergenza”; questa fu la risposta che diedi a un giornalista che mi poneva una domanda su tutt’altra questione durante la campagna elettorale di settembre 2022, per il rinnovo del Parlamento nazionale. Tale campagna elettorale tra l’altro, nonostante la gravissima situazione determinata da un costo “folle” del gas e dell’energia in generale, non si svolse con ampi e approfonditi dibattiti sulle cause profonde della crisi e su come risolvere il dilemma energetico, ma troppo spesso si limitò a slogan e analisi sommarie.

Voglio parlare di energia perché proprio ora, in questa crisi, sono convinto che vi sia il concretissimo pericolo che, anzichè fare un deciso e sostanziale passo “in avanti”, verso migliori forme di produzione energetica, di produzione industriale/agricola in senso lato, di mobilità, logistica e in generale in ogni altro aspetto, si faccia un passo indietro, un ritorno al passato, e l’egoismo e la paura (che generano cecità intellettuale) prevalgano sul buon senso.

Voglio parlare di energia perché ve n’è ancora un grandissimo bisogno, dal momento che, pur con tante ottime eccezioni, il livello medio tecnico/culturale di cittadini e amministratori pubblici è davvero troppo, troppo basso.

In questo libro racconterò diverse cose avvenute in Parlamento tra il 2013 e il 2022, ma non sarà un libro “teorico” che approfondirà i tantissimi motivi per cui passare dal petrolio/gas/nucleare alle energie rinnovabili, e questo non perché non vi sia bisogno appunto di acculturare il cittadino “medio”, ma perché esistono già moltissimi altri ottimi libri scritti appositamente con questo obiettivo; io stesso ho iniziato ad approfondire la materia energie rinnovabili nel 2009, quando lessi un libro scritto dai professori Armaroli e Balzani, che trovai talmente importante da inserirne un riassunto nella sezione “indispensabili” del suo blog personale “Tracce”. Poi negli anni successivi, oltre a tanti report e studi che il mio lavoro da Parlamentare mi mise davanti, lessi diversi altri libri divulgativi, sempre con lo scopo di farne dei riassunti a beneficio dei cittadini con meno tempo a disposizione, e che vi invito a leggere: “2° C”, “Democrazia energetica”, “Petrolio e politica”, “Prepariamoci”, “Rinnovabili: se non ora quando”, “Un piano per salvare il pianeta” (i riassunti sono in forma scritta, ma gli ultimi libri sono riassunti a voce).

Temo che troppo pochi italiani abbiano letto questi libri, e questo costa a loro, moltissimo, dal momento che la mancanza di conoscenza semplicemente impedisce al cittadino di fare le giuste richieste alla politica. E se il cittadino medio è convinto che “non ci sono altre possibilità” rimane ancorato allo stato attuale delle cose, e anzi ha paura dei cambiamenti su argomenti che non conosce bene, perché ha paura di perdere la qualità di vita che ha. In pratica questo ci è già costato un ritardo di una decina di anni, e in definitiva l’essere stati completamente vittime del rialzo del prezzo del gas, iniziato a fine 2021; infatti non saremmo stati così vittime dei recenti aumenti, se la popolazione avesse avuto piena contezza che la “Rivoluzione energetica”, decollata pienamente attorno al 2009, venne bruscamente “uccisa” nel 2012 (lo spiegherò meglio più avanti), impedendo quindi all’Italia di diventare molto, ma molto più indipendente dal gas (e petrolio) di quanto invece poi si sia trovata nel 2022.

Volendo parlare di energia ovviamente parlerò moltissimo di fonti rinnovabili, perché sono indubitabilmente il futuro dell’umanità, e la cosa mi fu chiara sin dalla metà degli anni ottanta; in quegli anni mio padre, un valente tecnico elettronico mi fece vedere delle mini celle fotovoltaiche, di un centimetro quadrato, che aveva appena aquistato; me le fece vedere come se fossero un’opera d’arte (e per i “tecnici” effettivamente lo sono) e volgendo lo sguardo mi indicò la finestra più vicina dicendomi: “ogni metro quadro di sole che entra, è circa 1KWatt”, dopodichè prese il voltmetro, lo collegò a una di queste celle, e la espose al sole: il voltmetro immediatamente passo da zero a 1,5 Volt... ci guardammo senza dire nulla sorridendo; uno virgola cinque Volt di tensione con solo un centimetro quadro di cella esposta al sole era meraviglioso. Per moi era evidente che quello era l’inizio di una rivoluzione, una rivoluzione che avrebbe cambiato il mondo, consentendo all’umanità di “raccogliere” e “addomesticare” l’enorme quantità di energia che il sole letteralmente ci regala. Voglio parlare di energia perché sono stato per diversi anni un “povero energetico”, dal momento che l’azienda di mio padre in pratica fallì, in maniera decisamente brutale, causando per lunghi anni serie difficoltà economiche, e quindi mi ricordo benissimo come riscaldamento e combustibile per l’automobile pesassero sul portafogli, così come ora pesano su milioni di italiani, europei, e cittadini in tutto il mondo. E voglio parlare di energia perché la sua “democratizzazione/liberazione/diffusione verso il basso” è il mezzo principale per sostanzialmente risolvere buona parte dei principali problemi mondiali; energia a basso costo infatti genera pace; pace militare, pace sociale, pace economica. In tutto il mondo infatti le guerre si sono sempre combattute per il possesso delle materie prime utili all’umanità, e ciò non è cambiato neppure ai giorni nostri, con decine di conflitti sparsi nel pianeta e cifre folli spese per mantenere un apparato militare gigantesco e costosissimo, che serve principalmente per assicurarsi il possesso delle materie prime, al cui primo posto ci sono le moderne fonti energetiche, petrolio e gas.

Viceversa energia a basso costo autoprodotta localmente in maniera distribuita da cittadini e le imprese significa da un lato rendere non più redditizie le colonizzazioni energetiche e le relative ingiustizie economico-sociali, dall’altro permette a quei paesi che da 50 anni ci ostiniamo a chiamare in via di sviluppo ma di cui sostanzialmente rallentiamo o addirittura blocchiamo lo sviluppo, appunto con la pratica del neocolonialismo, di far finalmente prosperare una fascia di micro piccole e medie imprese e uscire finalmente da un circuito vizioso di debiti e dipendenze esterne per entrare in un circuito virtuoso di progresso e autonomia energetica e quindi in buona parte anche economica. Sono preoccupato in particolare per quel martoriatissimo continente che è l’Africa, sfruttata sino all’inverosimile dai cosidetti

“Paesi avanzati” ma che, trovandosi a cavallo dell’equatore, potrebbe trovare riscatto grazie a un generoso irraggiamento solare che si può tramutare quindi in tanta energia a basso costo; si vedrà se anche questa energia verrà colonizzata a uso e consumo di altre Nazioni (o multinazionali) o se invece sarà a beneficio degli africani stessi. Questi fatti mi erano già evidenti dallo studio della storia, ma sono via via divenuti sempre più chiari e pressanti leggendo le riviste che mi arrivavano per essermi iscritto nel 1983 alle Associazioni “Mani Tese” e “Amnesty International”, riviste in cui non si parlava solo dei rimedi ma anche delle cause dei problemi mondiali. Col passare degli anni e l’adesione ad altre associazioni (tra cui sopratutto Banca Etica) le conferme furono numerose, sino ad arrivare agli anni 2000 e all’inizio dei messaggi “politici” di Beppe Grillo.

Mancava, in tali anni, la convenienza economica per consentire alle Rinnovabili di dispiegarsi compiutamente, ma da parecchi anni questo fattore è soddisfatto, per cui ora, teoricamente, nulla osterebbe al compimento di quella “Transizione energetica” che è la massiccia base di partenza per una Transizione Ecologica non più rimandabile (circa il 75% dei gas climalteranti viene emesso dalla filiera delle fonti fossili). E poiché di tutto ciò ero convinto già nel 2013, anno della mia elezione in Parlamento, quando ebbi l’opportunità di decidere in quale Commissione permanente insediarmi, non ebbi dubbi; la Commissione industria, commercio e turismo, avendo formalmente la competenza sulla materia “energia” era quella che avrei scelto, e così fu, per i successivi 9 anni e mezzo.

E perché scrivere questo libro, per ricordare le principali vicende che mi hanno visto coinvolto in tale periodo, nonostante vi sia già il mio sito ufficiale e i miei canali “social” siano pieni zeppi di articoli, post, comunicati stampa, video...? Beh, per raccontare in maniera organizzata/strutturata, un periodo di tempo significativamente lungo, tentando quindi di dare un contributo a tutti quei cittadini che per ragioni di tempo non hanno potuto e non possono visionare migliaia di singoli contenuti “spezzettati” pubblicati in questi dieci anni.

Su un’ultima cosa vorrei soffermarmi: la forma con cui questo libro uscirà cioè in formato digitale e totalmente gratuito. Ho fortemente voluto il formato digitale sia perché ha un impatto ambientale minore rispetto all’uso della carta, sia perché questo permette l’inserimento dei link. Questo permette al lettore più interessato di approfondire determinate questioni. E magari mi permetterà di aggiornare questo libro nei prossimi anni.

Gianni Pietro Girotto