7 minute read

POESIE DI VIAGGIO

QUANDO FOTOGRAFIA FA RIMA CON POESIA

TANTE POESIE SONO STATE ISPIRATE DA LUOGHI, E TANTI LUOGHI SONO STATI RESI FAMOSI DA POESIE DI GRANDI POETI, CHE NE SAPEVANO COGLIERE LA BELLEZZA E LA MAGIA, NON POTEVAMO CHE COMINCIARE CON DANTE E CON QUALCHE SUO VERSO INDIMENTICABILE

Advertisement

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.

(“Inferno”, Canto I)

Un gioco, così è iniziata questa mia ricerca fotografica che mi ha appassionato, tanto da portarmi in luoghi straordinari con un unico obiettivo: sposare la forza rappresentativa della fotografia con quella evocativa delle parole. Eugenio Montale, Giacomo Leopardi, Pablo Neruda, e poi ancora Emily Dickinson e William B.Yeats, tanto per fare qualche nome. Atmosfere, luci, paesaggi che hanno affascinato e ispirato rime indimenticabili, vedere questi luoghi con i loro occhi, grazie alle loro parole. Con queste foto vorrei dare luce alle loro parole, un umile tentativo di cogliere con l’obiettivo attimi di questi luoghi con gli occhi della poesia.

COMINCIANDO CON DANTE

Per rimettersi in movimento dopo mesi di confino imposto dalla pandemia, prepariamoci a 700 anni dalla sua morte, a percorrere il cammino di Dante, nei tratti più belli del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, paesaggi che hanno visto la storia e Dante Alighieri, il Sommo Poeta, padre della lingua italiana. In queste terre, molte volte ospite di conti e signori, ci passò spesso, fino al definitivo esilio a Ravenna. Camminare piano è l’unico modo per ripercorrere quelle vicende che Dante, con la sensibilità del poeta, ci racconta nelle sue rime indimenticabili. Deve aver camminato sicuramente nella nebbia fitta lungo i crinali boscosi del monte Falterona, (nella foto) per avere l’ispirazione all’incipit della Divina Commedia. Come finestre sulla valle, dalle radure del monte Falco, scorgeremo pievi, castelli e borghi, uno in particolare che ispirò il poeta a scrivere alcune poesie d’amore per una bella ragazza di Portico di Romagna, Beatrice, e lo sguardo, nelle giornate più terse spazierà fino all’Adriatico. Queste foreste da qualche anno sono diventate patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, e sono percorse da una ragnatela infinita di sentieri accessibili a tutti, anche ai più pigri. www.parcoforestecasentinesi.it

Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. (“Inferno”, Canto V)

La bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante. (“Inferno”, Canto V)

A l’alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e ‘l velle, sì come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle. (“Paradiso”, Canto XXXIII)

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. (“Inferno”, Canto XXVI)

Le impressionanti cime delle Dolomiti di San Martino di Castrozza viste da Passo Rolle, con i boschi di larici infiammati dall’autunno. Riconosciute tra le montagne più belle del mondo, le Dolomiti sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, proprio per la loro conformazione e storia geologica, un tempo barriere coralline sottomarine. Intanto sulle alte crode giungono i primi raggi di sole. Adesso Barnabo vede le montagne. Non assomigliano veramente a torri, non a castelli nè a chiese in rovina, ma solo a se stesse, così come sono, con le frane bianche, le fessure, le cenge ghiaiose, gli spigoli senza fine a strapiombo fuori nel vuoto da “Barnabo delle montagne” di Dino Buzzati

Orme sulla spiaggia di Isla Negra, luogo preferito dal poeta cileno, premio Nobel per la Letteratura nel 1971, Pablo Neruda. Qui costruì una casa a picco sull’oceano Pacifico tra agavi e casuarine, una casa particolare con diverse collezioni: tra queste, quella di antiche polene. Neruda aveva diverse case sparse per il mondo ma Isla Negra diventò il suo buen retiro negli ultimi anni della sua vita in compagnia della terza moglie, Matilde Urrutia. I miei piedi voglion seguire la traccia sua, perché la traccia sua sia la mia, perché concluda dove io concluda e sia la mia allegria la sua allegria.

“Laus Deo” di Pablo Neruda

Rombando s’ingolfava dentro l’arcuata ripa

Violenta libecciata sulla un mare pulsante, sbarrato da solchi, cresputo, fioccoso spiaggia di Monterosso a di spume: “La poesia è una lettera Di contro alla foce d’un torrente che traboccava il flutto ingialliva. mare, luogo prediletto per le sue vacanze del premio d’amore indirizzata al mondo” Giravano al largo i grovigli dell’allighe e tronchi d’alberi alla deriva Nobel per la Letteratura Eugenio Montale. Dalla sua casa tra le palme, guardava il mare e la costa frastagliata delle Charlie Chaplin“Fine dell’infanzia” di Eugenio Montale

Cinque Terre, oggi parco nazionale,da cui trarre ispirazione per le sue rime indimenticabili.

Atmosfera da “Signori degli anelli “ in bosco sulle Alpi. Una cascata cadendo da grande altezza nebulizza l’acqua mettendo a nudo le radici di diversi larici. Gli alberi sono santuari, chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici riposano nell’infinito, ma esse non vi si smarriscono

Hermann Hesse

Portami il girasole ch’io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino, e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti del cielo l’ansietà del volto giallino. Portami tu la pianta che conduce dove sorgono bionde trasparenze e vapora la vita quale essenza; portami il girasole impazzito di luce.

Da “Ossi di seppia” di Eugenio Montale

Io non ho bisogno di denaro ho bisogno di sentimenti di parole… di fiori detti pensieri di rose dette presenze… di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti. Ho bisogno di poesia questa magia che brucia la pesantezza delle parole che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Nascondi le cose lontane, tu nebbia impalpabile e scialba, tu fumo che ancora rampolli su l’alba… Nascondi le cose lontane, nascondile, involale al volo del cuore!

da “Nebbia” di Giovanni Pascoli

Girasoli coltivati in Val d’Orcia (SI), sito UNESCO che comprende comuni tra i più belli d’Italia come Montalcino, Pienza,, S. Quirico. Un lembo di Toscana scelto da molti registi come location per molti film.

Paesaggio nei dintorni di Aliano, in Basilicata, luogo di confino di Carlo Levi, autore del libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Un pezzo di Basilicata caratterizzato da terre ondulate e calanchive, terre che scivolano, dilavate dalle piogge che le fanno assomigliare a paesaggi lunari.

Un angolo di Toscana dove ha vissuto Giovanni Pascoli, uno dei poeti più importanti del ‘900, che definiva questo luogo “la valle del bello e del buono”. Qui a Castelvecchio di Barga, Pascoli trovò il suo cantuccio a lungo cercato che lo ispirò per alcune sue indimenticabili poesie.

Dune altissime nel deserto occidentale egiziano, luogo tra i più aridi al mondo dove cadono poche gocce di pioggia . Queste dune sono mobili, si muovono col vento che le trasforma e le trasporta a distanza. Indimenticabile passare una notte nel silenzio assoluto sotto un cielo stellato che sembra cadervi addosso.

Conchiglie di Strombus gettate sulla battigia dagli abitanti di un villaggio della Repubblica Dominicana al confine con Haiti, dopo aver estratto il mollusco dalla conchiglia per mangiarlo. Le onde bagnano le conchiglie tenendo sempre viva la loro colorazione.

Un cargo italiano con destinazione Sudafrica, durante una terribile tempesta negli anni Settanta, si spezzo in due finendo per insabbiarsi sulla costa dell’isola di Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde. Trasportava merci e giornali, le cui pagine si possono ancora trovare fra le dune. Il deserto è sovrano… Anche se troppi uomini oramai, vi si precipitano senza aver imparato a rispettarlo. Ci sono cose che un essere ben educato non farà mai in una chiesa, in una sinagoga, in un tempio od in una moschea. Il deserto è la stessa cosa: bisogna entrarci in punta di piedi.

Milan Kundera

Dal mare tutto accogliendo e magnificando, io reco, un pugno di detriti, alghe e conchiglie. O minute conchiglie, relitti emersi sulla riva dall’abisso, circonvolute… non vorrete, minute conchiglie evocar murmuri ed echi, la musica fioca e remota dell’eternità. da “Come naturalmente” di Walt Whitman

Ora mi trovo atterrito dalla Terra, così calma e paziente, che così dolci cose fa crescere, che gira inoffensiva e innocente sul suo asse, con un carico così infinito di corpi malati, che distilla così squisiti venti da così intriso fetore, rinnova con aria così innocente le sontuose, le prodighe messi di ogni anno, e concede agli uomini così divine sostanze, e ne accetta alla fine siffatti detriti Da “Foglie d’erba” di Walt Whitman