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Prepararsi ad aff rontare la discontinuità
editoriale
Siamo tutti consapevoli che non possiamo più restringerci o, peggio, ricadere in una visione ormai vecchia e rigida della realtà. In mancanza di punti di riferimento durevoli dobbiamo affidarci a risorse nuove per reggere non solo l’imprevedibilità del domani ma modalità per molti ignote, verso le quali siamo spesso impreparati
MARCO BIAMONTI
direttore responsabile marco.biamonti@ediman.it
Prepararsi ad affrontare la discontinuità
Dopo la rottura degli schemi indotta dal lungo e intenso periodo della pandemia, chiunque sente l’esigenza di un cambiamento o di rimettersi in gioco, ma senza sapere bene come. Questa necessità è nell’aria da tempo, ma nessuno è ancora riuscito a imbrigliare i parametri del “new normal” e a darne una lettura stabile.
Di certo siamo tutti consapevoli che non possiamo più restringerci o, peggio, ricadere in una visione ormai vecchia e rigida della realtà. In mancanza di punti di riferimento durevoli dobbiamo affidarci a risorse nuove per reggere non solo l’imprevedibilità del domani ma modalità per molti ignote che si manifestano già oggi e verso le quali siamo spesso impreparati.
In uno scenario di questa natura, non rimane che affidarsi alla nostra capacità – spesso sopita – di adattamento a circostanze di cui non conosciamo, o conosciamo poco, i contorni. Vivendo personalmente da tempo questa condizione, mi sono imposto qualche regola, che vorrei condividere, ciascuna fondata sulla attenzione a ciò che ci sta passando sotto gli occhi. Dobbiamo essere vigili.
Queste regole non necessitano di spiegazioni o di dettagli, sono intuitive: velocità di reazione, agilità nel cambiamento, comprensione dei valori del cliente, sensibilità verso le opportunità emergenti.
La loro adozione non solo ci permetterà di cogliere le tante possibili opportunità che si andranno sempre più materializzando nella nuova stabilità, ma ci consentirà – nel frattempo – di ridurre o addirittura eliminare le incrostazioni (le abitudini, gli approcci, le certezze) che soprattutto le generazioni non giovanissime si portano sicuramente dietro.
In breve, coltivare la flessibilità e il senso di adattamento, così da offrire alle nostre organizzazioni la chance di imboccare la strada migliore, o di cambiare strada se si rivela erta o impercorribile.
La prosperità di lungo termine delle nostre aziende si fonda sulla sostenibilità delle scelte; se i tempi – come oggi – non sono ancora maturi è opportuno allenarsi fiutando continuamente il vento e immaginando scenari. Se non ci si prepara o, peggio, se si rimane ancorati a modalità in via di estinzione, metteremo a rischio la nostra sopravvivenza.