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ARRIVA LA GOMMA NATURALE GENETICAMENTE MODIFICATA

L’India, nello stato di Assam, ha avviato la sperimentazione in campo di una varietà geneticamente modificata dell’albero della gomma, in grado di assicurare una produzione più costante anche nelle regioni del nord est del paese, sub-himalaiane, con un clima più fresco rispetto a quello tropicale ideale per lo sviluppo della pianta. Ci vorranno almeno 10 anni per la conclusione dei test, ma il passo rappresenta comunque un’interessante innovazione. Non scevra da polemiche

La prima pianta di gomma geneticamente modificata al mondo è stata piantata alla periferia di Guwahati, in India, da K.N. Raghavan, presidente e direttore esecutivo del Rubber Board, ente indiano per lo sviluppo dell’industria di settore. È stata messa a dimora nella tenuta sperimentale Sarutari, di proprietà del Rubber Board, vicino a Guwahati, nello stato di Assam, nel nord-est del paese. La pianta è stata sviluppata presso il Rubber Research Institute of India (RRII), che ha sede invece in Kerala, stato del sud est, dopo lunghi anni di ricerca nel laboratorio di biotecnologia della struttura. Raghavan ha affermato che l’albero della gomma geneticamente modificato, il primo del suo genere sviluppato esclusivamente per quest’area, dovrebbe crescere bene nelle condizioni climatiche della regione montuosa nord-orientale.

PUNTO DI SVOLTA? Il presidente del Rubber Board ha affermato che la pianta ogm rappresenterà un punto di svolta nella coltivazione della gomma naturale in India, grazie all’inserzione di copie aggiuntive del gene MnSOD (superossido dismutasi manganese dipendente), che regola la presenza di un’enzima in grado di proteggere la pianta da alcune situazioni ambien-

tali avverse, come il freddo, in particolare. «Si prevede che la varietà supererà le rigide condizioni di freddo durante l’inverno, un fattore importante che influenza la crescita delle giovani piante di gomma. La gomma naturale è originaria delle foreste amazzoniche, calde e umide, e non è naturalmente adatta alle condizioni fredde in questa parte del paese», ha affermato James Jacob, direttore del Rubber Research Institute of India (RRII). Il quale ha ricordato come, attraverso l’allevamento e la selezione, il RRII, ente di ricerca collegato al Rubber Board, ha già sviluppato in passato due cloni ibridi di gomma ad alto rendimento che si adattano alle condizioni climatiche della regione nord-orientale. Ora la scelta di infrangere il tabù che finora aveva frenato l’adozione di tecniche di ingegneria genetica e le prime prove in campo.

DAL LABORATORIO AL CAMPO La crescita dell’albero della gomma, in India, e in Assam in particolare, rallenta durante i mesi corrispondenti al nostro inverno, caratterizzati anche da un progressivo disseccamento del terreno. Questa è la ragione del lungo periodo di immaturità della coltura nella regione, che prolunga i tempi della raccolta del prezioso lattice. Il gene MnSOD, quello su cui hanno lavorato i ricercatori in questo studio, ha la capacità di proteggere le piante dagli effetti negativi di gravi stress ambientali, come appunto il freddo, ma anche la siccità. «Gli studi di laboratorio condotti presso il RRII a Kottayam, in Kerala, hanno mostrato che le piante di gomma GM sovraesprimono il gene MnSOD, secondo le previsioni teoriche, offrendo protezione alle cellule. Pertanto, riteniamo che le piante di gomma geneticamente modificate cresceranno rapidamente qui, raggiungendo prima la fase di maturità», ha affermato Jacob. La coltura al momento non ha finalità commerciali, ma sperimentali e deve seguire le misure di biosicurezza necessarie per le prove sul campo per tutti gli ogm. RISPOSTE AI DUBBI Raghavan ha voluto anche rispondere a possibili perplessità che l’esperimento potrebbe sollevare, a causa soprattutto della diffidenza, spesso immotivata, verso la creazione di organismi geneticamente modificati. «Il gene su cui hanno lavorato gli scienziati», ha spiegato, «non è stato introdotto da altri organismi. È normalmente presente nell’albero della gomma. In laboratorio non è stato fatto altro che copiarlo, moltiplicarlo e reinserirlo in una cellula embrionale dell’albero della gomma. La pianta così ottenuta è stata selezionata, moltiplicata e ora introdotta in campo». Inoltre, ha osservato Raghavan, «in India non esistono specie vegetali in grado di incrociarsi con Hevea brasiliensis, pertanto non è alcun rischio che i geni fluiscano dalla pianta ogm verso altre specie autoctone». Una preoccupazione spesso sollevata dai gruppi ambientalisti contro le piante geneticamente modificate.

SVILUPPO RURALE Il Rubber Board indiano attribuisce grande importanza alle potenzialità della coltivazione dell’albero della gomma nella regione nord-orientale dell’Assam. In Kerala gli alberi diventano produttivi dopo 7 anni dall’impianto, mentre in Assam dopo 8 anni. Il nuovo albero ogm consentirà di guadagnare un anno sulla produzione rendendo l’attività un potenziale strumento per lo sviluppo rurale e per il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini, comprese le comunità indigene della regione. Il Rubber Board sta promuovendo attivamente la coltivazione della gomma nell’Assam con il sostegno finanziario dell’industria indiana dei pneumatici. Ma il motivo che ha portato alla scelta di questo stato è anche politico. Il Kerala da tempo ha vietato le colture ogm entro i propri confini, temendo impatti sull’ambiente e sull’agro-biodiversità” e questo ha indotto i vertici del Rubber Board a sviluppare un progetto per amministrazioni più aperte alla sperimentazione.

I TEMPI DEL PROGETTO Attualmente l’85% della produzione di gomma naturale in India è concentrato in Kerala, fatto che spiega anche perché nello stato sono presenti i principali enti di governo e di ricerca del settore. Il Kerala ha un’area coltivata di circa 600 mila ettari, cui corrisponde una produzione di circa 650 mila tonnellate. Ma gli stati nordorientali stanno crescendo. Tripura e Assam, che entrambi confinano con il Bangladesh, assommano un’estensione di 190 mila ettari per una produzione di 111.700 t di gomma l’anno. Il progetto avviato in Assam dovrebbe inizialmente coprire 2.000 ettari di terreno, destinati a diventare 10.000 quando verrà avviata la coltivazione vera e propria. Ci vorranno però almeno 10 o 15 anni, secondo le stime degli esperti, prima di superare tutti i test e di ottenere le autorizzazioni necessarie a introdurre liberamente l’Hevea ogm in India. u