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Bommarito (Fire), puntiamo sulla specializzazione e studiamo la Polonia

Con 19 miliardi di crediti in gestione a fine 2021, Fire è il principale special credit servicer italiano. O come dice un po’ scherzosamente il fondatore e ceo Sergio Bommarito, “il più piccolo dei grandi e il più grande dei piccoli”. Ma anche se la crescita dei ricavi è a doppia cifra (+11% a 55 milioni di euro nel 2021, +22% nella prima metà del 2022), per il top manager la dimensione non è una priorità. “I nostri margini sono legati alla specializzazione. Siamo leder sui portafogli piccoli e granulari, composti da crediti verso debitori retail. Intendiamo restare in questo ambito perché sui large ticket c’è forte concorrenza”, sottolinea Bommarito. Piuttosto, oltre che spingere sulla tecnologia al pari degli altri operatori (ha appena sviluppato un’app per la gestione dei rapporti con i debitori), il gruppo guarda ad accrescere la sua specializzazione. “Cerchiamo dei servicer esperti nel recupero dei crediti vantati dai fondi pensione nei confronti degli iscritti. Le acquisizioni di servicer paragonabili a noi ma più piccoli non ci interessano”, anticipa il ceo a BeBeez Magazine

E le novità non si fermano qui. Come già anticipato a BeBeez Magazine lo scorso 4 marzo, Fire ha infatti in rampa di lancio un fondo UTP per apporto, veicolo ex art. 130 del TUB, che dovrebbe raccogliere asset per circa 300 milioni di euro a partire proprio da questi giorni. Nel frattempo Bommarito guarda con molto interesse alla Polonia. “Abbiamo già un ufficio in Romania, quindi conosciamo già i mercati dell’Est Europa”.

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