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POESIE

Ascolta, respira, parla, Metti un paio di cuffie, trattieni il respiro, stai zitto. Cerca le parole giuste, consolati e impara a non voltarti indietro, perchè tanto le cose, non rimangono mai come le hai lasciate. Lascia che succeda e che ti prenda e che ti rompa, senza paura. Lascia andare, non soffrire per lacrime vane. Soffia la candela, non devi essere fuoco per nessuno se non luce per te stesso

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Emma Destro, IIIA

Cerca una persona che ti riesca ad ispirare, che ti faccia scavare dentro te stesso e ti aiuti a tirare fuori il meglio. Una persona che guardi negli occhi e dentro ci vedi il mondo, una pozzo di conoscenza e sentimenti. Ti guardo e non vedo un umano, vedo la parte meno fisica e più irrazionale di ognuno di noi, vedo poesia.

Emma Destro, IIIA

PRINCIPIO DI UNA POESIA NOTTURNA

Zampillano le lucciole Nel pelago cinereo si perdono Nel fluttuante buio volteggiano In centinaia di oziose giravolte Sprizzano come scintille d’incudine

E poi si attirano come falene E mutano in sensazioni E mutano in pensiero E mutano in un cantico D’ ugual sembianza Della pece lor generatrice.

COMPIANTO DI UN’AMICIZIA COMPIUTA

Sola è la fune provata dalle aride onde perpetue e si sfronda lemme. Minuto tarlo che pasteggia nel vetusto mobilio. Un monte che si sbriciola nel peso di leggere frane vibranti.

Traduzione amara nell’ anima mia Un presagio che non si professa ‘ ché il sussurro Verace ne scaturisce il principio E a te, mai sospiri parrebber più vacui

Anna Gentilini, III C

distrarsi

e se prima che il mondo finisca ci fosse un posto soltanto per noi

mi piacerebbe che i nostri sguardi si ricorressero lividi soli neri d’inchiostro fino a toccarsi sfiorarsi avvinghiati

e arrendersi alla nuda dolcezza di due corpi distratti appesi ad un filo di perché e scuse accennate.

Giulia Baretta, III A

APOCALISSE

L’unico vero disastro è che tutto sia venuto alla luce in maniera così clamorosa e paradigmatica. -F. Dürrenmat

Intervento esterno di Francesco Tolio, studente di chimica presso l’Università di Padova

I.

Intoniamo l’infausto canto In ricordo di chi è stato; Per la quinta tromba squillante Per il fuoco, le locuste Per il veleno, per la tortura

Il suono della quinta tromba E la stella che cadde E l’orrido abisso

Non fummo mai tanto attaccati alla vita

—Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie eleison—

Giorno d'ira, quel giorno il mondo perirà nel fuoco Come dicono Davide e Sybilla— —Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie eleison—

Chiuse le riottose porte del cuore Incapace di camminare Incapace di vedere Incapace di udire L’ultimo poeta Nella speranza che il libro s’aprisse E venisse fatto il suo nome. (Ma cadde la scure sul capo di Anna)

Facemmo una partita a carte E leggemmo Auden In attesa che la luce tornasse Con la vita promessa alle calcagna E chiari ricordi passati Chiusi nelle nostre cucine A pranzare con carne in scatola e fagiolini

Se fosse dritta avanti a noi la strada Avremo di che vivere Ma battiamo strade nuove Strade sterrate Senza orme di passi Senza piante. Se solo ci fosse vita lungo la strada E non sterili cadaveri, Cuori pulsanti E canti di sirene…

Ma regna il silenzio lungo la strada Il vento ha smesso di suonare L’erba secca di prato.