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Festa della famiglia
Festa della famiglia di Diego Pistacchi Genova
Una famiglia, più che una scuola. Inevitabile dunque che se c’è una festa, magari per salutare la fine dell’anno scolastico, sia una festa della famiglia. All’istituto Santa Marta di Genova funziona così, ogni occasione deve essere condivisa con quella famiglia allargata che è la classe, o meglio l’intero Istituto, dalla Scuola dell’Infanzia all’ultimo anno della Secondaria di Primo grado. E quest’anno non ha certo fatto eccezione, con un mese di giugno particolarmente intenso per tanti momenti di vita comune. Per cominciare, bisognerebbe chiedere ai ragazzi della quinta elementare, ad esempio, di raccontare qualche piccolo frammento di emozione vissuta durante la “notte sotto le stelle”. Qualche piccolo frammento, sì, perché altrimenti non basterebbe un numero intero di una pubblicazione per descrivere quello che ognuno di loro ha provato in quel pomeriggio, in quella sera, in quella notte del 7 giugno passati ogni minuto con i compagni di classe e gli insegnanti. Prima a mangiare un po’ di golosità insieme anche ai familiari, poi a scrutare i misteri dell’universo dall’Osservatorio Astronomico di Genova. Infine a dormire – si fa per dire! – tutti insieme nella scuola, per conservare uno dei ricordi più belli dei cinque anni trascorsi insieme. Ma, per l’appunto, questo è stato solo un antipasto di quella grande abbuffata di amicizia che è stata, tre giorni più tardi, la “festa della famiglia”. E bisogna essere subito sinceri: in quell’occasione di lacrimucce se ne sono viste parecchie. Lacrimucce di emozione pura, di sentimenti veri e sinceri che solo… in famiglia si possono provare. Al suono della campanella era previsto un momento di preghiera e ringraziamento al Signore per l’anno trascorso. A fare da filo
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In missione
conduttore, è stato il motto scelto per questo anno: “parole, parole, Parola”. Basta una lettera maiuscola, un singolare per un plurale e non è necessario spiegare come può cambiare il valore dello stesso sostantivo. I ragazzi lo sapevano benissimo, i genitori anche, per gli insegnanti – inutile dirlo – questo è stato addirittura il faro che ha illuminato il cammino. Eppure, sulle prime, coinvolgenti melodie dei canti preparati dai ragazzi, dopo le prime, dolcissime parole di testi stupendi elaborati per la preghiera comune, i volti di molti genitori erano già rigati da qualche gocciolina di commozione mista ad amore. Le parole lasciate dai ragazzi di terza media ai loro “successori”, i disegni di quelli di quinta elementare (ma sì, lasciatecele ancora chiamare elementari e medie, come fosse un segno di continuità con quella scuola di un tempo che tutti ricordiamo con piacere e un pizzico di rimpianto) per chi il prossimo anno arriverà in prima, hanno fatto il resto. Hanno confermato, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, che era una festa, una festa in famiglia, una festa della famiglia. Che si è poi conclusa come si deve concludere una festa. Giochi, scenette, balletti dei ragazzi. E poi merenda super per tutti. Preparata da chi? Dalla famiglia, naturalmente: ognuno ha fatto qualcosa da condividere con gli altri. E con l’immancabile gara di torte che ha mostrato come la nostra famiglia annoveri anche abilissimi pasticceri, in grado di creare dolci da far invidia ai migliori professionisti, sia per bellezza, sia per bontà. Si potrebbe andare avanti all’infinito, bisognerebbe andare avanti all’infinito. Ma forse in effetti è proprio così. Perché la nostra festa della nostra famiglia va avanti. L’anno prossimo è già adesso.
