
8 minute read
Un prodotto da gustare
Nonostante il caldo record, la vendemmia 2022 si è chiusa bene. Ci si aspetta un grande vino. A preoccupare però il costo dell’energia che incide su tutta la filiera degli approvvigionamenti.
di ALESSANDRO DE BERTOLINI
Non un’annata da record, ma niente paura per la vendemmia 2022. Le temperature sopra la media e la siccità prolungata di quest’estate rischiavano di recare gravi danni al comparto vitivinicolo trentino, mettendo sotto stress tutto il settore agricolo del territorio, che ha dovuto far fronte a una stagione anomala e straordinaria. Ciò nonostante, la vendemmia 2022 si è chiusa bene, consentendo agli agricoltori e agli imprenditori trentini di portare a casa una buona materia prima per quantità e qualità. A raddrizzare la situazione ci hanno pensato le piogge di fine estate ma, soprattutto, lo stato di salute del sistema agricolo nostrano, fatto di coltivazioni moderne e strutturate, unito alla professionalità degli enologi, la loro sapienza, l’esperienza. Gli investimenti sostenuti in passato – per rinnovare gli impianti di irrigazione e rendere la produzione delle campagne sempre più indipendente dai capricci climatici – hanno mostrato la loro efficacia, quest’anno più che mai. Il Trentino, non è un caso, ha sofferto meno di altre zone del nord Italia. E nonostante rappresenti da un punto quantitativo una piccola parte del mercato nazionale, sotto il profilo della qualità la provincia di Trento è tra i protagonisti principali. Annate come questa, che hanno visto altre regioni patire maggiormente le conseguenze della siccità, sottolineano questo ruolo.
Martina Togn, titolare del Gruppo Gaierhof, conferma l’esito positivo dell’annata in corso. “Difficile generalizzare – spiega – ma nell’insieme siamo soddisfatti. Alcune uve hanno sofferto di più, altre meno. Eravamo preoccupati prima dell’arrivo delle piogge, a fine agosto. Poi c’è stata una forte ripresa, meglio delle aspettative. Abbiamo concluso una buona vendemmia con un buon prodotto, se pensiamo anche alle difficoltà che hanno incontrato altre regioni del nord. L’approvvigionamento idrico ha tenuto e l’irrigazione ha permesso di gestire l’emergenza. Questo ci porrà in vantaggio rispetto ai competitors delle altre regioni”. Un 2022 soddisfacente, quindi. A preoccupare non sono la qualità del vino e dei distillati ma i costi dell’energia. “L’aumento dei costi energetici – continua Martina Togn – rappresenta la vera incognita. Tutti abbiamo difficoltà. E inoltre, si fa fatica a reperire il vetro per l’imbottigliamento. Non avevamo mai assistito ad aumenti come questi e a difficoltà così pesanti nel reperire materie prime per il confezionamento. Difficile prevedere ora come andrà il mercato.

Martina Togn
Dovremo necessariamente aumentare il prezzo del prodotto sul consumatore finale, ma non siamo in grado di sapere come reagirà”. Dello stesso parere è Stefano Fambri, direttore di Nosio Spa - Gruppo Mezzocorona. “Per la nostra azienda la situazione commerciale è molto buona ma va tenuto conto che i costi, non solo di produzione ma anche di bottiglie, etichette, tappi, per non parlare di quelli energetici e dei trasporti, sono letteralmente esplosi. È in difficoltà tutta la filiera degli approvvigionamenti dei materiali del settore vitivinicolo. Speriamo in interventi significativi e di portata complessiva, a livello europeo e nazionale, per ridurre l’impatto di questa ondata di rincari, che rischia di erodere ancora di più il potere d’acquisto delle famiglie e delle persone. Il settore vitivinicolo è comunque un comparto solido e strutturato, per cui guardiamo al futuro con prudenza ma anche con fiducia, forti dei riconoscimenti internazionali dei nostri vini e del successo del Trentodoc, che sta promuovendo al meglio tutto il Trentino”. Per quanto riguarda il raccolto, anche per Fambri la qualità della materia non è in discussione.

Mauro Dolzan
“Registriamo un deciso aumento produttivo rispetto allo scorso anno, che era stato molto scarso, e un alto livello qualitativo delle uve. Il 2022 può essere annoverato tra le annate migliori per la vendemmia e sicuramente, grazie al lavoro degli enologi, i consumatori potranno trovare sui mercati vini davvero eccellenti. Va sempre ricordato il grande impegno dei soci del Gruppo Mezzacorona per la sostenibilità e in particolare l’ottenimento nel 2022, per la settima volta consecutiva, della Certificazione ministeriale SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata), che ribadisce l’attività aziendale a favore della salvaguardia dell’ambiente e della salubrità dei prodotti. Voglio anche segnalare con soddisfazione che si è ultimato il Progetto Musivum del Gruppo Mezzacorona, con la presentazione degli ultimi due vini di eccellenza della prestigiosa collezione, il Marzemino Trentino Doc Superiore 2017 e il Teroldego Rotaliano Doc Superiore Riserva 2016”. Come la produzione di vini, anche il comparto della distillazione evidenzia gli stessi elementi positivi e le stesse criticità. “Abbiamo trascorso un’estate con gli occhi puntati verso il cielo – spiega Mauro Dolzan, sesta generazione delle distillerie Villa De Varda di Mezzocorona – per il rischio dovuto alla siccità, ma poi ha iniziato a piovere contribuendo a salvare la stagione. Pur riservandomi di assaggiare il prodotto, quando sarà pronto, per dare giudizi definitivi, posso dire che la qualità delle uve portate in cantina è ottima. Abbiamo iniziato a distillare con anticipo e siamo fiduciosi del prodotto a cui stiamo lavorando. Guardiamo al futuro con ottimismo. La nostra azienda attraversa una fase di rinnovamento sia per quanto riguarda il modo con cui vogliamo porci al cliente, la narrazione cioè del nostro prodotto e della nostra storia di famiglia, sia per quanto riguarda le etichette. Ne stiamo facendo di nuove e stiamo avviando importanti collaborazioni con altre distillerie italiane e straniere. Stiamo inoltre cambiando la linea di produzione, sia la parte dell’imbottigliamento, sia la parte che della refrigerazione della grappa. Siamo ottimisti, come dicevo, ma non possiamo trascurare l’aumento dei costi energetici. Nella fase di distillazione, la nostra è un’attività che richiede molta energia e siamo concentrati sulle modalità con cui far fronte a queste difficoltà”. Ottime uve anche per le Distillerie Bertagnolli, come conferma l’amministratore delegato Riccardo Ravasio. “Registriamo una qualità eccellente della materia prima portata in cantina. L’andamento climatico ci aveva a lungo preoccupato durante l’estate, ma l’uva è maturata bene, il frutto non è stato bruciato dal sole e con l’arrivo delle precipitazioni, a fine estate, la situazione è molto migliorata, perfino oltre le aspettative. Non ci preoccupa il prodotto e non abbiamo dubbi sull’alto profilo qualitativo delle bottiglie che produrremo. Siamo fiduciosi ma attendiamo l’andamento del mercato. L’aumento dei costi del gas rimane il problema principale e pesa sul nostro lavoro nella fase della distillazione. Non vediamo in tal senso buone prospettive.
Per la prima volta, quest’anno, ricorreremo alle scorte, che abbiamo in abbondanza, allo scopo di distillare di meno e ridurre la spesa di approvvigionamento energetico”. Una scelta, questa, che si traduce anche in una forma di tutela verso i consumatori: “Non vogliamo che gli aumenti dei costi si riflettano esclusivamente sul prezzo finale alla bottiglia”.

Alessandro Marzardro
Per Distillerie Trentine Sas, Fabio Andreis riporta un quadro simile. “Dobbiamo la qualità del raccolto di quest’anno alla lungimiranza di chi ci ha preceduto – spiega – che ha investito nel miglioramento e nell’ammodernamento delle campagne. Una gestione intelligente, che ha premiato. Abbiamo raccolto uve di ottima qualità. A causa dell’andamento climatico, le prime vinacce sono arrivate con anticipo rispetto agli anni precedenti e la distillazione è cominciata prima. Ci aspettiamo un grande prodotto finale in bottiglia. Ma l’aumento dei costi energetici ci impedisce di stare sereni. Un aumento mai visto, che si tradurrà inevitabilmente sul prezzo finale al consumatore. Fronteggiamo anche enormi difficoltà a reperire vetro. Un problema che abbiamo recentemente risolto grazie alle forniture che ci garantisce Vetri Speciali, un’azienda trentina. In un momento in cui gli altri fornitori ci hanno abbandonati, Vetri Speciali ha fatto davvero la differenza”.
Gli stessi problemi si presentano anche in casa Marzadro. “A fine vendemmia – spiega Alessandro Marzadro – produciamo normalmente circa il 30% in più del nostro fabbisogno per fare magazzino. Quest’anno credo che non lo faremo. Abbiamo magazzino a sufficienza e per contrastare l’aumento dei costi non metteremo in produzione questa quota parte. Fortunatamente veniamo da un’annata molto positiva: chiudiamo i primi otto mesi del 2022 con un incremento del 30% circa rispetto al 2021. Siamo davvero soddisfatti, ma teniamo gli occhi puntati sul mercato e su quello che accadrà. Dovremo necessariamente aumentare il prezzo finale del prodotto, circa il 3% sul costo della bottiglia. Un aumento molto ridotto, con controbilancia solo in piccola parte la crescita dei costi che dobbiamo sostenere. La qualità delle uve che abbiamo portato in cantina è comunque ottima. Faremo tutte le nostre bottiglie e completeremo la nostra gamma di prodotti”.