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Gioco d’azzardo, un nemico subdolo…
A cura di Rosella Carpera , Responsabile Anap Confartigianato Ancona - Pesaro e Urbino
Per sfuggire alla solitudine, nella speranza magari di vincere una somma che possa far uscire dalle ristrettezze economiche se stessi o la propria famiglia, per amore della “sfida” o per divertimento.
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I motivi che possono far avvicinare a Gratta e Vinci, Lotto e SuperEnalotto, Bingo, slot machine, scommesse sportive e virtuali, sono diversi e di certo c’è che è aumentato il numero delle persone che si approccia a queste forme di gioco che fanno credere ad una fortuna a “portata di mano” restandone, più o meno inconsapevolmente, vittime.
Il fenomeno non risparmia nessuna categoria, giovani, adulti e anziani, ma colpisce soprattutto giovani fra i 14 e i 19 anni e over 65 e, durante la pandemia, è dilagato per la possibilità di giocare on line, tra la solitudine dei muri di casa.
L’Osservatorio Nomisma sul Gioco d’Azzardo ha evidenziato come nel 2020, il 25% degli over 65 abbia fatto giochi d’azzardo o di fortuna. Non per tutti, ovviamente, si arriva a parlare di patologia, ma il prendere sempre più piede del fenomeno preoccupa.
Nel 2012 il gioco d’azzardo patologico è stato riconosciuto dal Servizio sanitario nazionale nei Livelli essenziali di assistenza, considerato come una di- pendenza comportamentale: il giocatore sente un irresistibile impulso a giocare, manifesta continui cambiamenti di umore, alterna momenti di euforia e repentine crisi depressive, tende ad isolarsi.
Certo l’istinto al gioco è innato nell’essere umano, ma fondamentale è mantenerne l’aspetto ludico. Per questo la prima raccomandazione è a non azzardare in solitudine e a non credere a vincite facile, ma a giocare per divertirsi in compagnia, magari frequentando un circolo sociale.