2 minute read

MORS ULTIMA RERUM EST

MORS ULTIMA RERUM EST

ANDREA GANCITANO

16 maggio 2015

Istituti Penitenziari, camera mortuaria

Ci sono tre tavoli anatomici, per eventuali dissezioni. Su di uno c'è un corpo immobile di un carcerato, occhi sbarrati verso il soffitto, una targhetta annodata all'alluce, un lenzuolo che lo copre dalle ginocchia all'altezza del petto. Sono io.

Mi ero addormentato nella mia cella, come faccio tutte le sere da 22 anni, e ora mi ritrovo qua, ma io sono vivo, cosa diamine ci faccio qui? Tentavo di gridare ma non mi usciva la voce, volevo muovere parti del mio corpo, ma queste non corrispondevano. Aiuto, aiuto! Niente, la voce non usciva. Continuavo a fissare il soffitto e basta.

Un gruppo di persone si avvicina verso di me, io le sentivo parlare, commentavano e mi scrutavano, una di loro, era una donna, dice: - avete visto?

- Cosa? - rispondono gli altri.

- Ha mosso la palpebra! -

- Impossibile - dice un'altra

- sarà stato il riflesso dell'iride e poi con questi occhi... spalancati, il referto del medico è chiaro: "morte apparente per eccesso di sublimazione"-. Ma nooo! Sono vivo, aiutatemi per favore! Era tutto vano, non riuscivano a sentirmi.

- Gancitano (è il mio cognome) è sempre stato così, è nel suo stile: da vivo diceva che era innocente e non doveva stare in carcere ed ora nonostante la sua immobilità e il suo decesso, "muove" la palpebra per convincerci del contrario, non si rende conto che i Giudici prima e il medico adesso, hanno decretato l'opposto contrario di quanto lui va asserendo. Comunque è arrivato l'uomo che lo metterà nella bara e porrà rimedio a tutto ciò, così eviteremo ulteriori dilemmi shakespeariani. - Questa era la savia e lungimirante conclusione di un " alto grado", forse lo stesso che ha codificato il sintagma: "fine pena 9999"! Sono nel futuro o nel non futuro?

This article is from: