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FILOSOFO

La filosofia dei Valori da Platone a Benedetto Croce

Domenico Casa

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Nei periodi di crisi delle civiltà i Valori forti vengono offuscati o decapitati, per dare spazio a valori deboli o pseudo-valori, i quali hanno la funzione, nei confronti dei mali insorgenti, di attutire o "sopire", come diceva il Governatore di Milano di manzoniana memoria, durante le rivolte provocate dalla carestia. Dei Valori se ne occupa tutta una branca della filosofia. Anzi, sarebbe meglio dire che quasi tutti i filosofi passano per l'etica. Platone è colui che, insieme al suo maestro Socrate, il quale identificava la virtù con il bene, ha fornito notevoli contributi a tale proposito. Per il filosofo ateniese, infatti, i Valori si identificano con le Idee fondamentali, le quali sono alla base dell'esistenza sia individuale che collettiva. Ma Bello, Giusto, Vero e Bene, nel corso dei secoli hanno subito falsificazioni o cancellazioni, parziali o totali. Si

pensi alle aberrazioni e agli orrori dei regimi autoritari. Vengono poi riaffermati, una volta superate le crisi di sistemi politici e i passaggi di civiltà. Durante il corso del secolo che ci siamo lasciati alle spalle, i valori che godevano di un "consensus" quasi universale, con la comparsa delle nuove teorie del lavoro, ma soprattutto del sistema capitalistico di produzione, sono stati amputati del Giusto pere fare posto all'Utile. Ci ha pensato per prima, sul piano filosofico, Benedetto Croce, quando, correggendo la filosofia hegeliana dello Spirito, operò una rivoluzione dei saperi, e, al Bene, relativo all'etica, sostituì l'Utile, relativo all'economia. In realtà di utile avvevano già parlato i Sofisti. Infatti, secondo Protagora di Abdera, per giudicare se una "cosa" è vera, bella, giusta o buona, bisogna prenderne in considerazione l'utilità. Inoltre, Protagora sosteneva che "l'uomo è misura di tutte le cose". Se per "uomo" si intende, come è molto probabile, il singolo individuo, allora il filosofo di Abdera (Turchia) potrebbe essere considerato come l'anticipatore di alcune correnti di pensiero contemporanee, quali il soggettivismo e lo psicologismo, nel ritenere che i valori non hanno alcun carattere oggettivo e universale, ma variano nello spazio e nel tempo e dipendono dalle circostanze e dalle storie dei singoli individui. È il"così è se vi pare" della sempre attuale commedia di Luigi Pirandello, con cui il relativismo gnoseologico ed etico passa dalla filosofia alla letteratura. E "l'opinione" tanto avversata da Platone, e non solo, prende il posto della verità.