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Piemonte Valle d’Aosta

Lo scenario di base pag. 88

Il sistema imprenditoriale pag. 89

Advertisement

I grossisti pag. 91

Lo scenario dei rivenditori pag. 94

La GDS pag. 96

L’OSSERVATORIO PERMANENTE incentra la propria analisi sull’osservazione del tessuto imprenditoriale e distributivo regionale, con una particolare attenzione alle nuove tendenze, all’andamento dei fatturati, ai problemi e alle possibili soluzioni, ad eccellenza, armonia e creazione di valore aggiunto. Fonte privilegiata resta la voce diretta delle aziende a fondamento del settore, distinguendo fra imprese produttrici, distributive e commerciali, dettaglianti, grossisti e GDS. L’obiettivo è offrire una fotografia rappresentativa di tutta la filiera.

AREE TERRITORIALI PRINCIPALI TENDENZE EVOLUTIVE

Valle d’Aosta Ripresa economica rallentata, Favorevole andamento delle esportazioni, Incremento dell’attività delle costruzioni, Tenuta della domanda interna

Piemonte Crescita non intensa dell’attività economica, Incremento dell’export, Aumento del settore edilizio Leggera crescita dei consumi interni

Alessandria Tenuta del tessuto imprenditoriale

Asti Stazionarietà dell’attività economica

Biella Aumento dell’attività produttiva

Cuneo Stabilità del settore produttivo

Novara Stazionarietà del comparto imprenditoriale

Torino Stabilità dell’attività produttiva

Verbania Tenuta del settore produttivo

Vercelli Stazionarietà dell’attività economica

Fonti: Banca d’Italia, Confindustria Emilia - Romagna, CCIAA, InfoCamere, Intesa San Paolo, Unioncamere Emilia - Romagna

Scenario economico

Nei primi nove mesi del 2022 prosegue la crescita dell’economia della Valle d’Aosta, partita dalla seconda metà del 2021. L’andamento positivo è stato diffuso a tutti i settori, interessando con intensità maggiore il comparto turistico. L’attività industriale ha continuato a mantenersi elevata, sospinta sia dalla domanda interna sia da quella estera. Le esportazioni sono ulteriormente aumentate, trainate dai principali comparti di specializzazione della regione. Gli investimenti sono stati solo marginalmente rivisti al ribasso; l’accumulazione di capitale prosegue anche se a ritmi più contenuti. Nelle costruzioni continua il favorevole andamento sia nel comparto privato, sostenuto ancora dagli incentivi alle ristrutturazioni, sia in quello delle opere pubbliche. Il miglioramento del quadro congiunturale si è riflesso positivamente sulla redditività e sulla liquidità delle aziende. Nei primi sei mesi del 2022 i depositi, in particolare quelli in conto corrente, sono aumentati in misura molto ampia, trainati principalmente dalle imprese più grandi; pur in presenza di una diversificazione negli andamenti, l’espansione è risultata comunque diffusa tra i comparti. I finanziamenti al settore produttivo hanno accelerato per le aziende di dimensione maggiore; il credito alle piccole imprese si è invece lievemente contratto. Una marcata eterogeneità si rileva anche tra i settori: i prestiti al terziario e alle costruzioni hanno registrato una significativa flessione, a fronte di una forte crescita per le imprese manifatturiere e, soprattutto, per quelle del comparto energetico. La qualità del credito ha mostrato nel complesso una sostanziale stabilità. Le condizioni occupazionali sono ulteriormente migliorate. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale si è progressivamente ridotto e parallelamente i flussi in entrata e in uscita dal mercato del lavoro sono tornati nei primi otto mesi del 2022 su livelli simili a quelli del 2019; ne ha beneficiato soprattutto il lavoro stabile. Il miglioramento del quadro economico ha sospinto la spesa per consumi. Nei primi sei mesi del 2022 i prestiti alle famiglie hanno segnato un’accelerazione, trainati sia dal credito al consumo sia dai mutui per l’acquisto di abitazioni, nonostante il rialzo dei tassi d’interesse. La crescita dei finanziamenti alle famiglie è proseguita anche nei mesi estivi. Il forte rincaro dei costi energetici e le perduranti difficoltà di approvvigionamento di alcuni input produttivi, i cui effetti erano stati mitigati dal favorevole andamento dell’attività economica nella prima parte del 2022, si sono riflessi negativamente sulle aspettative a breve delle imprese formulate dopo i mesi estivi. Ulteriori pressioni al ribasso sui margini di profitto a seguito della crescita dei costi di produzione influiscono anche sulle aspettative degli operatori dell’industria. Nell’edilizia, soprattutto residenziale, ai fattori già menzionati si aggiunge anche l’incertezza sulla normativa relativa agli incentivi fiscali. Il peggioramento del quadro previsionale è in parte mitigato dalle aspettative legate all’impiego delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, destinato a esercitare un impatto sull’economia su un orizzonte temporale più esteso.

Nella prima parte del 2022 l’economia del Piemonte ha continuato a crescere, anche se in misura meno intensa rispetto all’anno precedente. L’attività economica sarebbe infatti aumentata del 5,3% nel primo semestre rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, recuperando sostanzialmente i livelli del 2019. Sulla dinamica hanno inciso le perduranti difficoltà di approvvigionamento di fattori produttivi e, soprattutto, il forte rialzo dei prezzi dell’energia. Nel terzo trimestre il quadro economico si è ulteriormente indebolito, continuando a risentire dell’incertezza legata al conflitto in Ucraina e delle pressioni inflazionistiche. L’indicatore dell’evoluzione delle componenti di fondo dell’economia regionale è diminuito, collocandosi su valori negativi per la prima volta dal 2020. Nei primi sei mesi del 2022 l’attività nell’industria è ancora aumentata: la crescita è stata diffusa tra classi dimensionali d’impresa e tra i principali settori. Nel terziario la congiuntura è stata positiva, grazie anche all’incremento dei consumi e dei flussi turistici. Nelle costruzioni la produzione e le ore lavorate sono ancora salite sia nelle opere pubbliche sia nel settore privato: il comparto residenziale ha continuato a beneficiare degli incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia, anche se sono emerse difficoltà collegate all’incertezza normativa e alla cessione dei crediti relativa al “Superbonus”. La spesa per investimenti è au- mentata, ma in misura più contenuta nel confronto con il 2021: in particolare, le imprese di maggiori dimensioni hanno speso meno di quanto previsto. In un contesto di progressivo peggioramento delle condizioni per investire, un impulso all’accumulazione è derivato dall’esigenza di dotarsi di impianti a minore consumo energetico o di adeguarli all’utilizzo di fonti energetiche alternative, nonché di autoprodurre elettricità, beneficiando anche degli incentivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La situazione economica delle imprese è rimasta nel complesso favorevole, ma il forte aumento dei costi di produzione è stato solo in parte assorbito dalla revisione al rialzo dei prezzi di vendita e ne è derivata una riduzione dei margini di profitto. La liquidità è lievemente diminuita, rimanendo comunque su livelli elevati. Le condizioni del mercato del lavoro sono ulteriormente migliorate, anche se il numero di occupati è rimasto ancora inferiore ai dati del 2019. Il saldo tra le assunzioni e le cessazioni nel settore privato non agricolo è stato positivo nei primi otto mesi del 2022, con un contributo significativo delle posizioni a tempo indeterminato. Le ore lavorate sono aumentate e si è ridotto il ricorso agli strumenti di integrazione salariale. Nel mercato del credito, all’accelerazione dei prestiti alle famiglie, che ha interessato sia i mutui per le abitazioni sia il credito al consumo, si è associato un rallentamento dei finanziamenti alle imprese. Le condizioni praticate dagli intermediari al sistema produttivo sono state improntate a una maggiore cautela sulle posizioni più rischiose; anche i criteri di offerta dei mutui alle famiglie sono divenuti meno accomodanti. Non sono emersi segnali di un peggioramento della qualità del credito; il rialzo dei tassi di interesse, il deciso aumento dell’inflazione e i riflessi