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IL DESERTO DELLA TUNISIA EMANUELE OFFESSO
IL DESERTO
Emanuele Offesso
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All’età di tredici/ quattordici anni andai in Tunisia, ove visitai un deserto molto particolare che cambiava colore a seconda delle ore del giorno. Era veramente eccezionale ed io mi portai in Italia, una bottiglietta piena della suddetta sabbia del deserto. Con l’innocenza di un bambino quale ero, pensavo che la sabbia mantenesse le sue qualità policromatiche anche cambiando luogo. Arrivato in Italia, invece, “perse i suoi poteri” e smise quindi di cambiare colore. La spiegazione potrebbe stare nel fatto che avendola messa in una bottiglietta di plastica, la sabbia aveva cambiato il suo habitat naturale.
Durante la vacanza ebbi anche il brivido di attraversare il deserto sul dorso di un cammello e mi divertii molto. Un piatto che ho assaporato in Tunisia è il cous-cous ed è una cosa squisita. Che si può condire con una miriade di alimenti, detto in italiano dialettale “fare un frigantò di condimenti”. A seconda delle ore del giorno, il deserto diventava di diversi colori, rispetto all’inclinazione



DELLA TUNISIA

un sapore molto dolciastro, in base al liquido che si sceglieva. Comunque, in conclusione la vacanza è stata molto rilassante.



in cui il sole si infrangeva sul deserto dolcemente. Era uno spettacolo la Tunisia vista dall’alto! Si vedeva questa metropoli avvolta da un lenzuolo di seta policromatico.
Gli usi e costumi della popolazione tunisina sono molto particolari, mi fecero provare il calumet e (visto che ero un bambino) lo provai fruttato ossia senza nicotina. Aveva un sapore molto buono e secondo motivo ma non per importanza, non lasciava l’alito pesante e l’amaro in bocca, bensì aveva

