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Montagnaterapia a 360 gradi Ornella Giordana e Marco
Montagnaterapia a trecentosessanta gradi
Già alla sua nascita, Montagne360 suggeriva l’inesauribile potenzialità del contatto con la natura e con la montagna. E, nel tempo, ha ospitato le testimonianze delle benefiche interazioni con le Terre alte
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di Ornella Giordana e Marco Battain
Nel primo editoriale della nuova rivista Montagne360, di gennaio 2012, alla domanda su che cosa fosse la Montagna, famiglia, adulti, giovani, anziani, educatori rispondevano che è ambiente di riposo, svago educativo, rigeneratore di salute e energie, fonte di stupore e riflessione e i medici ne intravedevano l’inesauribile potenzialità di un laboratorio naturale in quota.
QUANDO LA MONTAGNA È CURA
La Montagnaterapia già nel 2013 spaziava a 360 gradi sulle montagne e la rivista riportava articoli ed esperienze di atleti diabetici sul Cho Oyu, ciaspolate di persone con disabilità, esplorazioni speleo e inaugurazioni di percorsi adattati per non vedenti: come il presidente Martini scrisse nell’editoriale del numero di ottobre 2013, il Cai è molto più che alpinismo proprio perché i Soci lavorano e si impegnano su molti fronti. Le storie appena citate ne sono un esempio. In occasione delle celebrazioni per l’anniversario dei 150 anni dalla fondazione del Club alpino italiano diverse realtà della Montagnaterapia si confrontarono a Torino nel Convegno “La montagna che aiuta unisce e cura”. Le esperienze si moltiplicavano sul territorio spesso segnalate negli articoli della rivista, fino alla comparsa, nel 2017, del primo speciale dedicato alla Montagnateapia con articoli di Calzolari, Di Benedetto, Guzzeloni, Reimers, La Montagna che Aiuta, Carpineta e Rigotto, dove si ribadiva che camminare fa bene non solo alla salute fisica e mentale, ma anche alla relazione. L’attivazione, all’interno del Sodalizio, di un Gruppo di lavoro sulla Montagnaterapia, per rilevarne lo stato dell’arte e le eventuali criticità, portò fra l’altro all’emanazione di linee guida in materia di accompagnamento specifico. Nello stesso periodo, i gruppi piemontesi di Montagnaterapia, confrontandosi con il territorio, insieme a Regione Piemonte e Gruppo Regionale Cai siglavano la Carta Etica della Montagna di cui la rivista diede notizia. Nell’autunno 2019 lo speciale “La montagna che cura” ha riportato non solo esperienze ma opinioni ad ampio raggio sulle potenzialità benefiche della
A sinistra, la copertina del numero di Montagne360 di settembre 2021, dedicato all’accessibilità dei sentieri e delle montagne
Sopra, Ornella e Marco tirano la jolette insieme ai terapisti occupazionali (foto di Federica Siciliano); a destra, sul Monte Zuccalone (foto Gianmarco Simonini) frequentazione della montagna rispetto a persone con svariate problematiche.
LO STOP DELLA PANDEMIA
La comparsa della pandemia ha drammaticamente e fortemente condizionato le attività sociali e in ambiente e anche quelle della Montagnaterapia: i Gruppi e le Sezioni hanno adottato strategie di compensazione, alcune delle quali – particolarmente significative – sono state descritte sulle pagine di Montagne360. Si citano qui, come esempio, il resoconto della videoconferenza per i ragazzi del progetto ligure “Le classi delle Montagne” e gli incontri telematici periodici programmati per il gruppo di utenti del Sert di Brescia. Durante gli incontri virtuali, questi ultimi hanno potuto sperimentare il piacere di ritrovarsi in maniera non convenzionale e poter condividere difficoltà e preoccupazioni. Fra le esperienze nate nel periodo pandemico e riportate dalla rivista, si cita ancora quella della sezione di Alessandria: i Soci con i propri accompagnati scoprivano e apprezzavano nella frequentazione dei Parchi urbani la dimensione di un escursionismo “orizzontale”. Nel 2020 si insedia, in seno alla Commissione Centrale Escursionismo, il nuovo gruppo di lavoro sulla Montagnaterapia, che nel corso dell’anno produrrà le indicazioni operative per l’accompagnamento e, nel corso dell’anno successivo, dopo ampio confronto con tutte le sigle legate al mondo della disabilità, la classificazione secondo la difficoltà dei percorsi montani accessibili. Sul numero della rivista di settembre 2021 trova ampio risalto il percorso intrapreso dal Club alpino italiano rispetto all’accessibilità della montagna: attraverso la voce dei vari intervenuti al tavolo di lavoro istituito per la produzione del documento relativo alla classificazione, viene data ampia motivazione e adesione alle scelte condivise.
L’IMPORTANZA DELL’INCLUSIONE
Per sottolineare l’importanza di una montagna adatta a tutte le abilità, a settembre 2021 le Sezioni impegnate in accompagnamento con ausili da fuoristrada si ritrovano al 1° raduno Nazionale sull’Appennino Parmense: le giornate del raduno saranno momenti che permettono di ritrovarsi e confrontarsi con chi già utilizza ausili per muoversi su terreno off-road, nonostante la presenza di una problematica. E saranno anche giornate di scoperta e informazione per chi ancora non conosce questi strumenti o per chi ne conosce solo alcuni. Il 2° raduno nazionale svoltosi a settembre 2022 a Domodossola ha ancora una volta confermato che la montagna può essere luogo di inclusione in cui tutti possono trovare la possibilità di una forte partecipazione sociale. E noi, dopo oltre dieci anni di proficua collaborazione con la rivista, ci auguriamo di potere ancora continuare su questo cammino!

